[bing_translator]
L’iniziativa assunta da 17 sindaci di altrettanti Comuni del Sulcis Iglesiente che hanno chiesto al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti di essere convocati alla Conferenza dei Servizi e di potersi esprimere sul progetto Ponte/Circonvallazione di Sant’Antioco, in particolare dopo il parere negativo espresso dal comune di Sant’Antioco, è salutata con grande soddisfazione dai tre portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau che da alcuni anni si battono contro la realizzazione dello stesso progetto.
«Nell’aprile 2016 la politica si rassegnava alla costruzione di un inutile nuovo ponte a Sant’Antioco da 57,5 milioni di euro – scrivono in una lunga nota i tre portavoce del Comitato Porto Solky -. Venivano sottratti i finanziamenti per la riqualificazione delle principali strade del Sulcis: ma un gruppo di cittadini non ci sta e dopo quattro anni di battaglie riesce a comporre un fronte unico di 17 Sindaci che hanno richiesto al Ministero la non realizzazione del nuovo ponte a favore del porto abbandonato di Sant’Antioco e della disastrata viabilità del Sulcis. Finalmente uno degli obiettivi primari del Piano Sulcis, ovvero lo sviluppo della nautica d’eccellenza, potrà concretizzarsi con la valorizzazione del golfo di Palmas tramite la riqualificazione del Porto di Sant’Antioco ed il miglioramento dell’intera viabilità del Sulcis. Tutto ciò potrà avvenire grazie alla rimodulazione dei 57,5 milioni di euro oggi destinati al nuovo ponte di Sant’Antioco. Il recupero di questa ingente somma e il conseguente investimento nel territorio in opere realmente funzionali allo sviluppo socio economico della provincia più povera d’Italia, renderà giustizia a chi, nel lontano 2012, aveva combattuto aspramente per vedere finanziato il Piano Sulcis.»
«Si potrebbe gridare al miracolo – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -: raramente in Italia i Sindaci di un intero territorio si stringono attorno alle istanze dei comitati cittadini ed associazioni ambientaliste. A breve il Provveditorato interregionale per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrà rigettare l’istanza dell’Anas relativa a tale opera grazie al granitico fronte unico composto da tutti i Sindaci del Sulcis. Tutto ciò è potuto avvenire a seguito dell’invito del comitato Porto Solky, esteso ai primi cittadini del territorio, ad assumere una netta presa di posizione in merito al contestato nuovo ponte. I Sindaci hanno quindi già formalmente condiviso le Osservazioni del comune di Sant’Antioco e di quelle elaborate dal Comitato stesso e sottoscritte dalle associazioni ambientaliste Grig (Gruppo di Intervento Giuridico), WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna. Ricordiamo che i Sindaci si erano già resi disponibili alla sottoscrizione delle osservazioni del Comitato durante le due riunioni avvenute nel marzo 2019 presso la sede dell’Unione dei Comuni del Sulcis.
Ricordiamo inoltre che, data la valenza strategica nazionale dell’opera, la mancata presa di posizione unanime del territorio avrebbe portato sicuramente all’espressione di un parere positivo per la realizzazione del ponte con il conseguente sperpero di 57,5 milioni di euro. Tutti quanti siamo fiduciosi che l’Anas prenda atto della volontà del territorio e che si renda disponibile nel contribuire alla realizzazione di interventi mirati alla messa in sicurezza della rete viaria del Sulcis, così come previsto nel piano strategico provinciale della viabilità, iniziando dalla circonvallazione per Calasetta, così come proposto all’unanimità dai comuni di Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, Carbonia, Domusnovas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Giba, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Nuxis, Narcao, Santadi, Sant’Anna Arresi e Piscinas.»
«La vicenda del Nuovo Ponte di Sant’Antioco resterà nella storia – sottolineano Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Facciamo un riepilogo dei passaggi più salienti:
2008 – a seguito di semplici verifiche visive, l’attuale ponte viene considerato pericolante e proposto un intervento per la messa in sicurezza dal costo di 12 milioni di euro. Il Comune (con risorse esigue) fa installare nella struttura dei sensori e piccoli semafori che iniziano a terrorizzare la popolazione. Da allora si instaura una campagna di terrorismo psicologico che per anni ha convinto tutti sull’urgente necessità di realizzare un nuovo ponte o tunnel in sostituzione del “pericolante ponte” (così come veniva descritto dai media).
2012 – Senza il coinvolgimento della popolazione, si iniziava a progettare un nuovo collegamento terrestre tra l’istmo e l’isola madre. Sin da subito si escludeva la soluzione tunnel a favore di un nuovo ponte dal costo iniziale di “soli” 19 milioni di euro (a fronte dei 12 necessari per la manutenzione di quello “pericolante”).
2015 – Viene alla luce il Nuovo Ponte di Sant’Antioco che, dopo tre anni, ha assunto le dimensioni di un mastodontico viadotto composto da 25 piloni, lungo 2 km e alto 18 metri. Il costo per la sua realizzazione nel frattempo viene triplicato è raggiunge la pazzesca cifra di 57,5 milioni di euro. Per coprire tali costì vengonosottratti i finanziamenti inizialmente previsti dal Piano Sulcis per la viabilità primaria del territorio. I Sindaci, loro malgrado, a fronte del pericolo di crollo furono quasi obbligati ad accettare questo nuovo ponte, che oltre a sostituire quello attuale sempre più pericolante, fu definito “strategico” per lo sviluppo della nautica all’interno della laguna di Sant’Antioco e che avrebbe dovuto rappresentare il volano di sviluppo dell’intero Sulcis (senza tener conto che la laguna di Sant’Antioco è uno specchio d’acqua dai fondali bassissimi e sabbiosi, mentre il vero porto di Sant’Antioco è nel golfo di Palmas e quindi aperto alle rotte del Mediterraneo).
2016 – La popolazione di Sant’Antioco mal gradiva un’opera calata dall’alto e cercava di convincere la politica ad un cambio di rotta per far realizzare un tunnel al posto del nuovo ponte (ricordiamo che si era ancora convinti che il ponte fosse pericolante). Purtroppo, fu tutto vano perché già dal 2012 era già stata prepotentemente decisa la realizzazione di tale nuova opera. Nell’aprile 2016, l’allora Consiglio comunale di Sant’Antioco, deliberava per la realizzazione del nuovo ponte dando il via libera all’Anas per la messa a bando (si vuole precisare che si presero decisioni senza avere una minima idea di come sarebbe stato stravolto l’accesso alla città e dell’assurdo impatto paesaggistico dell’opera, che tra l’altro andrebbe ad occultare la vista dell’antico ponte romano). A seguito della delibera, attorno alla vicenda calò forte il senso di rassegnazione da parte di tutte le forze politiche sia regionali, che comunali.
Un gruppo di cittadini, cercando di dare voce al malcontento generale, iniziò un lavoro di ricerca sugli studi, atti e delibere che avevano portato a certe scelte.
Maggio 2017 – A Sant’Antioco si costituiva il Comitato cittadino Porto Solky, che consapevole che questa scelta, fondata su presupposti errati e considerazioni che risulteranno inattendibili, si opponeva a tale opera, che altro non è che uno sperpero di soldi per la realizzazione di un’infrastruttura inutile con l’obiettivo di una rimodulazione dei finanziamenti a favore della riqualificazione del porto di Sant’Antioco e della messa in sicurezza dell’intera viabilità, quale vero volano di sviluppo socio economico per l’intero territorio. Durante i numerosi incontri si iniziavano ad evidenziare tutte le anomalie e incongruenze rilevate in merito alle previste opere dal Piano Sulcis per lo sviluppo della nautica.
Non meno impegnativa era stata la lotta alle innumerevoli fake news che contribuivano a diffondere rassegnazione sulla vicenda (penali multimilionarie, pericolosità del ponte, lavori di imminente avvio…).
Nonostante tutto, grazie alla fiducia della popolazione e dei media che hanno sempre condiviso le denunce, le critiche e le proposte del Comitato Porto Solky, si è riusciti a “risvegliare” le forze politiche locali, Regionali e Governative rendendo tutti consapevoli del fatto che vi erano diversi problemi relativi ai progetti del piano Sulcis che rischiavano di ottenere un risultato contrario alle richiesta di rilancio della provincia più povera d’Italia.
Ad ottobre 2017 era stata presentata anche un’interrogazione parlamentare, tutt’ora in corso.
2017-2020 – in questo triennio il comitato con determinazione e caparbietà ha ricercato gli atti, gli indirizzi e gli studi, evidenziandone le criticità e le contraddizioni e divulgandole alla popolazione e alla politica raggiungendo gli obiettivi che ci si erano prefissati:
– elaborazione Osservazioni congiunte con associazioni ambientaliste;
– richiesta esecuzione prove di carico sull’attuale ponte;
– presa di coscienza da parte della politica a tutti i livelli;
– coesione di intenti con i Sindaci del territorio;
– condivisione di un progetto di sviluppo della nautica tramite la valorizzazione del golfo di Palmas;– riqualificazione delle principali tratte viarie del Sulcis;
– riqualificazione del ponte attuale.»
«Ringraziamo l’intera popolazione per la costante e sentita partecipazione ai numerosi incontri pubblici svoltosi nel corso degli anni. Ringraziano tutti i giornalisti che puntualmente hanno dato loro spazio in quotidiani, radio e TV. Ringraziamo i Sindaci del territorio per la fiducia riposta. Infine, ringraziamo, soprattutto, tutti quei cittadini che a vario titolo hanno collaborato attivamente alle infinite sessioni del gruppo di lavoro del comitato – concludono i tre portavoce del Comitato Porto Solky -. Un esempio di partecipazione informata che auspichiamo diventi una regola per la pianificazione e per la realizzazione delle opere infrastrutturali che il territorio rivendica. Il tutto per evitare di perdere tempo e denaro con scelte calate dall’alto e che, come in questo caso, non tengono conto delle reali esigenze e aspettative delle popolazioni interessate.»