Si sono svolte oggi in III commissione le audizioni sulla Manovra 2018.
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La Manovra 2018 potrebbe approdare in Aula già il prossimo 5 dicembre: è questa l’ipotesi formulata dalla commissione Bilancio al termine della giornata di audizioni che ha avuto come protagonisti i vertici delle organizzazioni delle imprese e delle associazioni degli Enti locali. Il calendario proposto dal presidente, Franco Sabatini (Pd), ipotizza inoltre la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti entro lunedì 20 novembre e la conclusione delle audizioni, martedì 14 novembre con l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.
Il parlamentino del Bilancio questa mattina ha ricevuto invece nella prima sessione delle audizioni, il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, il segretario della Cna, Francesco Porcu, il segretario di Confartigianato, Stefano Mameli ed il presidente di Confapi, Mirko Murgia. I rappresentanti delle organizzazioni dei produttori, nel corso dei rispettivi interventi, hanno espresso apprezzamento per i tempi con i quali si procede nell’approvazione della Manovra da 7.7 miliardi («auspichiamo il via libera del Consiglio entro l’anno») e per il mantenimento del livello minimo delle aliquote Irap e Irpef, mentre hanno puntato il dito sui ritardi nella spesa delle risorse regionali e contro il cosiddetto appesantimento burocratico («rischia di vanificare le poche iniziative indirizzate allo sviluppo e all’occupazione»).
Alberto Scanu (Confindustria) ha rimarcato il condizionamento dell’economia sarda dalla spesa pubblica nazionale («alla luce della simpatie per la Catalogna ricordo ai sardi che la nostra Regione ha un residuo fiscale negativo di 5.3 miliardi di euro e i trasferimenti esterni pesano in Sardegna tremila euro per ciascun residente») e l’urgenza di misure strategiche per favorire la crescita. «Proponiamo – ha dichiarato Scanu – l’indizione di una conferenza regionale dell’industria, al fine di promuovere azioni e iniziative per attrarre investimenti e migliorare la competitività del sistema»).
Francesco Porcu della Cna ha definito il sistema regionale “poco competitivo” ed ha parlato di “spesa pubblica bloccata” evidenziando la carenza di interventi mirati al rilancio della piccola e media impresa nell’Isola. «La Sardegna – ha dichiarato Porcu – è la Regione che registra la più alta percentuale di riduzione delle impresse artigiane (-15% tra il 2009 e il 2016 che significano 6.515 aziende in meno) e la scarsa efficacia delle politiche dello sviluppo fa il paio con una scarsa qualità istituzionale, perché è evidente che dopo l’approvazione della riforma degli Enti locali, in Sardegna, vi è un disordine amministrativo conclamato».
Critica anche Confartigianato che con Stefano Mameli ha auspicato«un passo più coraggioso verso le imprese e gli artigiani». «Rivendichiamo un ruolo strategico per l’artigianato – ha dichiarato Mameli – e vogliamo che nella legge di stabilità ci siano riconosciuti incentivi per l’assunzione dei giovani e un piano straordinario per la rilevazione dei fabbisogni occupazionali».
Mirko Murgia (Confapi) ha criticato lo scarso confronto (nonostante precisi impegni assunti in tal senso) con le organizzazioni dei produttori ed ha definito la proposta di finanziaria “buona ma poco coraggiosa”. Il presidente della Confapi ha inoltre denunciato “ingiustificabili” ritardi nelle graduatorie del “Piano Sulcis” ed ha auspicato un serio progetto di rilancio delle aree industriali e la riorganizzazione del sistema dei porti sardi.
Nella sessione riservata alle organizzazioni dell’agricoltura, Sergio Cardia, è intervenuto in rappresentanza di Agrinsieme, l’organismo che comprende Cia, Confagricoltura, Copagri e Agci Agrital, ed ha lamentato il mancato rispetto di quanto stabilito nel protocollo sottoscritto lo scorso 5 settembre con la Regione, dove si era previsto uno stanziamento di 20 milioni di euro a favore dei comparti del cosiddetto extraovino. «Chiediamo che siano stanziate le risorse promesse – ha affermato Cardia – e la conferma dell’impegno per la conferenza regionale del sistema agricolo».
Alfonso Orefice, in rappresentanza della Coldiretti, ha concentrato il suo intervento su alcuni aspetti tecnici ed in termini più generali ha criticato una serie di appesantimenti nelle procedure, ad incominciare da quelle relative al riconoscimento dei danni da calamità, ed ha concluso chiedendo lo stanziamento di ulteriori risorse rispetto ai 20 milioni ipotizzati nel protocollo del 5 settembre.
Pietro Tandeddu (Copagri) ha auspicato non solo la positiva definizione della vertenza accantonamenti ma la riapertura delle vertenza entrate («i costi di sanità e trasporti sono insostenibili come il peso degli accantonamenti»).
Luca Sanna (Confagricoltura) ha chiesto l’istituzione di un fondo per le assicurazioni contro i danni delle calamità naturali mentre il presidente dell’Oilos, Tore Pala, ha definito “indispensabile” un’accelerazione del Psr ed in particolare delle misure del cosiddetto pacchetto giovani.
Fabio Onnis, presidente di alleanza delle cooperative, l’organismo che raggruppa Agci, Confocoperative e Legacoop, ha chiesto l’incremento degli stanziamenti della legge 5/57 (legge quadro della cooperazione) ed ha affermato: «Il sistema cooperativistico è il primo sistema produttivo della Sardegna».
Nel pomeriggio Giuseppe Scura (Confcommercio) e Roberto Bolognesi (Confesercenti) hanno espresso le posizioni dei commercianti definendosi “tiepidamente ottimisti”. «Nella manovra c’è poco per le imprese – ha dichiarato Scura – e lo stanziamento di 180 milioni per energia, turismo, competitività e sviluppo economico è del tutto insufficiente».
«Il comparto è in grave difficoltà – ha dichiarato Bolognesi – e chiediamo al Consiglio interventi per abbattere i costi delle pratiche dei Confidi, una riduzione dei costi contributivi e interventi per l’ambulantato».
Le audizioni si sono concluse con l’intervento del presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che ha parlato anche a nome di Aisel e Aicre. «Serve riaprire la vertenza entrate – ha dichiarato Emiliano Deiana – insieme a quella degli accantonamenti e rivedere il sistema istituzionale sardo». Emiliano Deiana ha auspicato una modifica della riforma degli Enti locali, alla luce della mancata soppressione delle Province, ed ha denunciato il taglio di 300 milioni ai Comuni nel periodo 2009-2014. «Il sistema dei Comuni – ha aggiunto Emiliano Deiana – si regge solo sul fondo unico e bene fa l’assessore ad insistere per la regionalizzazione della finanza locale». Sui temi specifici della manovra, il presidente Anci, ha chiesto un incremento degli stanziamenti per il Reis e scelte strategiche per affrontare due questioni fondamentali: le zone interne e lo spopolamento.