20 November, 2024
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Ugo Corda è stato per oltre un quarto di secolo uno dei grandi protagonisti, prima da calciatore, poi da allenatore, del calcio sulcitano. Originario di Carbonia, iniziò a giocare al calcio con la squadra giovanile dell’Orione di Carbonia. Conclusa l’attività giovanile sembrava che dovesse passare al Carbonia in serie D, ma visti gli scarsi risultati per il tesseramento finì per giocare con il Cortoghiana nei dilettanti. Dopo alcuni campionati dilettantistici arrivò finalmente a coronare il suo sogno di giocare con la squadra della sua città, in serie D. Al termine del campionato 1968/69, conclusosi con la retrocessione del Carbonia nei dilettanti, lasciò la squadra biancoblù per passare all’Alghero, sempre in serie D. Dalla squadra catalana arrivò a Iglesias nella stagione 1972/73, in serie D, con Alvaro Amarugi presidente e Mariano Dessì allenatore. In rossoblù ha giocato 5 campionati consecutivi, tutti in serie D, per un totale di 157 partite e 7 reti.

Elemento dotato di buona tecnica e di un ottimo sinistro, ma anche giocatore di grande personalità e di un carattere forte, veniva considerato l’allenatore in campo, doti sulle quali il tecnico Mariano Dessì faceva grande affidamento, facendolo giocare in mezzo al campo da centromediano metodista con compiti sia di interdizione che di impostazione. Lasciato il sodalizio rossoblù al termine della stagione 1976/77, ha giocato prima con il Portoscuso, per poi tornare in serie D con il Carbonia.

Conclusa la carriera da calciatore, è rimasto nell’ambiente da allenatore ed ha guidato il Carbonia in serie C/2, il Carloforte, la Fermassenti e la Sguotti. E’ morto nel mese di maggio 2019, all’età di 75 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2002”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore

 

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E’ stato presentato questa sera, nella Sala Blu del Centro culturale di via Grazia Deledda, a Iglesias, il libro di Franco Reina che racchiude 80 anni di storia di calcio rossoblu Monteponi Iglesias, in 960 pagine, Giampaolo Cirronis Editore. Il calcio rossoblu dagli albori, metà degli anni Venti, al 2005, con gioie e delusioni, tra alti e bassi, attraverso la guerra, il periodo dorato gestito dall’azienda Monteponi e la fase successiva, nella quale solo la grande passione di dirigenti, tecnici e calciatori, ha permesso di continuare a coltivare la grande passione per il gioco del calcio, fenomeno sportivo ma anche sociale.

Franco Reina, già autore della storia della Carbosarda Carbonia calcio e della storia della Coppa Santa Barbara, ha condotto un lavoro di ricerca straordinario, grazie al quale è riuscito a ricostruire passo dopo passo, partita dopo partita, anno dopo anno, 80 anni di storia calcistica, con tabellini, classifiche, statistiche, aneddoti e tante, tantissime fotografie, che costituiscono una testimonianza preziosissima, il tutto racchiuso in un volume che non potrà mancare nelle librerie degli sportivi e, soprattutto, di chi quella storia ha contribuito a scriverla, da calciatore, allenatore, dirigente o anche semplice ma appassionato tifoso.

Alla presentazione erano presenti molti dei protagonisti della storia rossoblu, del passato più o meno recente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, e l’introduzione di Andrea Marras, il calciatore con il maggior numero di presenze, poi allenatore ed ora presidente dell’associazione Vecchie Glorie rossoblù, è intervenuto l’autore, Franco Reina. Si sono poi susseguiti numerosi interventi: da Piero Muscas, dirigente per tanti anni, che ha ripercorso il periodo della gestione di Alvaro Amarugi, a Nino Falchi, uno dei più amati, sia da calciatore sia da allenatore; da Giorgio Cuccu a Giampaolo Cau e Fulvio Cabiddu; da Rino Varsi a Francesco Massole; da Riccardo Illario a Bruno Corda.

Ma nella sala erano presenti tanti altri: da Adriano Novellini a Rino Pianta; da Mario Mureddu ad Antonello Carusi; da Pierpaolo Racugno a Paolo Atzori; da Ottavio Pisu a Ignazio Baldanza; da Franco Gallozzi a Piero Cadeddu; da Gianni Melis a Donnino Casteggio; da Aventino Cinus a Fabio Cau; da Alessandro Leone a Walter Poncellini, da Mario Cuccu a Carlo Cruccas, dirigente da circa mezzo secolo… E c’era anche la figlia maggiore del compianto Ugo Corda, scomparso recentemente.

Nel corso della serata sono stati ricordati anche i tanti protagonisti di questa storia, che purtroppo non ci sono più, dai più anziani a coloro che sono mancati negli ultimi anni: Mariano Dessì, Roberto Sequi, Gianni Giganti, Marco Congiu, Carlo Guzzetti, Chicco Rais ed il già citato Ugo Corda…

Nell’occasione, è stata presentata anche l’associazione Vecchie Glorie Iglesias Calcio, con un’esposizione di fotografie che ripercorrono la storia della gloriosa società rossoblu.

 

 

 

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Nino Falchi… Una vita per il calcio. Ieri sera, nel giorno del suo 80° compleanno, Nino Falchi, bandiera del calcio iglesiente e tra i più autorevoli esponenti del calcio isolano, è stato il grande protagonista di una splendida serata svoltasi nella sala riunioni dell’Archivio Storico Comunale, in via delle Carceri, a Iglesias, circondato dai familiari (la compagna e due dei quattro figli) e da tanti amici che non sono voluti mancare all’appuntamento celebrativo, nel corso del quale è stato presentato il libro sulla sua cinquantenaria vita sportiva, scritto da Giampaolo Atzei.

A presentare la serata e ad intervistare il grande Nino, è stata chiamata la giornalista di Videolina Ilenia Mura, e in sala la partecipazione è stata molto qualificata: dal sindaco Mauro Usai al presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali (due dei suoi tanti allievi, sicuramente non tra i migliori dal punto di vista calcistico); dall’assessore dello Sport, Cultura, Spettacolo e Grandi eventi, e Politiche sociali del comune di Iglesias Claudia Sanna al consigliere regionale Giorgio Oppi, suo grande amico fin dall’infanzia e compagno dei primi calci al pallone, nei primi anni ’50. E ancora alcuni suoi ex compagni di squadra e tanti suoi ex calciatori, in molti casi distintisi nel panorama calcistico regionale e nazionale (tra i quali, non presente, il più famoso ed affermato è Gianluca Festa).

Per quasi due ore sono state ripercorse le gesta del Nino Falchi calciatore (una carriera divisa tra Iglesias, Monteponi, Cagliari, Nazionale di serie C, Grosseto, Narnese ed il ritorno nella sua Iglesias dopo otto anni) e del Nino Falchi allenatore, spesso vincente (ha conquistato complessivamente 17 trofei, tra promozioni e coppe). Numerosi i momenti curiosi, molti dei quali hanno fatto sorridere per le battute di Nino sempre pronte. Sono intervenuti Mauro Usai, Daniele Reginali, Giorgio Oppi, l’autore Giampaolo Atzei ed un altro suo ex allievo che ha sottolineato il lato umano di Nino Falchi che, quando guidava il Domusnovas Junior Santos, per convincere lui e due compagni ad accettare di giocare nella sua squadra, non potendo assicurargli un grande ingaggio, ne favorì l’assunzione all’allora Alsar a Portovesme, dove poi ha vissuto il suo percorso lavorativo fino alla pensione.

Giampaolo Atzei ha raccontato com’è nata l’idea di trasferire in un libro la storia dei 50 anni della sua vita sportiva, resa possibile dai ricordi di Nino (ha citato molti dei protagonisti del calcio rossoblu negli anni vissuti insieme, tra i quali Angelino Salis ed Alvaro Amarugi; e campioni che hanno portato alto il nome di Iglesias in altri sport, come Franco Sar, scomparso recentemente) e dalla vasta documentazione fotografica e giornalistica dei quotidiani e periodici, sardi e non sardi.

Al termine, l’Amministrazione comunale ha donato a Nino Falchi una grande torta di compleanno, preparata dagli allievi dell’Istituto alberghiero IPIA Galileo Ferraris di Iglesias. La serata si è conclusa con una cena in un ristorante, nei pressi del mitico stadio Monteponi, con i calciatori dell’associazione ex Rossoblu che gli hanno donato una targa ricordo.

Il sindaco Mauro Usai ha annunciato a Nino Falchi che a breve verrà presentata una proposta di ordine del giorno che gli assegnerà un’alta benemerenza a nome di tutta la città di Iglesias.

Allegate le foto dell’album della serata, i video del saluto del sindaco Mauro Usai e dello spegnimento delle candeline sulla torta e l’intervista.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/pcb.10218210867531065/10218210525442513/?type=3&theater

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Si è svolta questa mattina, a Iglesias, la cerimonia di intitolazione della scuola elementare al maestro e giornalista iglesiente Ennio Martinelli. Erano presenti il sindaco, gli assessori Alessandro Lorefice, Angela Scarpa e Vito Didaci in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, la responsabile del plesso scolastico, familiari e conoscenti. La targa definitiva è stata ufficialmente scoperta questa mattina a cura del sindaco Mauro Usai e del figlio di Ennio Martinelli, Carlo, sul fianco dell’ingresso storico principale della scuola. Lo scorso 2 giugno era stata apposta una targa provvisoria all’interno della scuola, dopo la delibera comunale firmata dal precedente sindaco Emilio Gariazzo. 

Ennio Martinelli è stato maestro elementare dal dopo guerra fino alla fine degli anni ’60 quando una grave malattia ha interrotto la sua vita alla giovane età di 49 anni. Da subito ha però iniziato anche la professione di giornalista collaborando con il Tempo di Roma e l’Ansa. Approdato all’Unione Sarda vi rimase praticamente fino alla sua morte avvenuta nel 1973. Dalle colonne del giornale Ennio Martinelli raccontò i problemi della città, le lotte dei minatori dando voce e rappresentando lo sviluppo di una città che cercava il riscatto sociale ed economico. Fu cofondatore della Lao Silesu, l’associazione culturale iglesiente dalla quale nacque, successivamente, il famoso Premio Iglesias di Giornalismo.   

Biografia di Ennio Martinelli

(Maestro elementare e giornalista)

Ennio Martinelli nasce a Iglesias il 15 agosto 1923. Consegue il diploma di Abilitazione Magistrale il 2 febbraio 1944 presso l’Istituto Magistrale Statale Salvatore Pizzi di Capua (CE). Al suo rientro in Sardegna abbraccia immediatamente l’insegnamento. Il suo primo incarico presso le scuole elementari di Nuraxi Figus (Gonnesa) dove insegnerà per circa due anni. Durante i quali convola a nozze con Iolanda Marcia, di Iglesias, da cui ebbe sei figli. Dopo l’iniziazione all’insegnamento nella scuola di Nuraxi Figus, Ennio Martinelli rientra nella sua amata città natale per proseguire la sua attività di maestro elementare, fino alla sua prematura scomparsa. Nei primi anni ’50 fece parte dell’Unione comunale iglesiente della Cisl ricoprendo il ruolo di segretario. Con lui, nella segreteria, vi erano Mario Desogus, Giorgio Mossa, Pietro Carrus, Umberto Alfonsi, Ivo Cannas, Genesio Aru, Giovanni Perra e Gino Figus. Dino Ferino rappresentava invece la categoria dei minatori. Nello stesso periodo inizia anche la sua carriera di corrispondente con i primi servizi per il giornale Il Tempo di Roma, che all’epoca dedicava due pagine alle cronache della Sardegna. Sono anni vorticosi. L’Italia cerca di reagire alla tragedia della guerra. E la Sardegna cerca un riscatto sociale ed economico. Il Sulcis Iglesiente ribolle di attività sindacali e politiche per il lavoro. Soprattutto in ambito minerario. I bisogni sono tanti, dagli alloggi decorosi agli spazi verdi, dalle strade alle nuove aule nelle scuole, fino al decentramento degli uffici e dei servizi. Sentiva la necessità, Ennio Martinelli, di essere più vicino alla sua città, ai suoi bisogni. Di fare qualcosa in più. Si concretizza la possibilità di scrivere per il giornale più importante della Sardegna: L’Unione Sarda. È  un’occasione che non si lascerà sfuggire. Vi rimase per due decenni. Un’esperienza interrotta anzitempo, purtroppo, non per sua volontà. Contemporaneamente iniziò anche la collaborazione con l’Agenzia Nazionale della Stampa Associata, l’ANSA.

Scrisse Remo Concas, suo stimato collega, dalle colonne dell’Unione Sarda il giorno dopo i suoi funerali: «Per vent’anni Ennio Martinelli ha combattuto per la sua città, perché fosse più accogliente, più giusta, perché non restasse più compressa nell’angoscia che la carenza dei posti di lavoro ingigantiva ogni giorno di più». «Le sue argomentazioni venivano affrontate dopo indagini accurate, con impegno, senza animosità, con l’implicito suggerimento di scelte equilibrate, così come – diceva – deve fare chi si pone al di sopra della mischia, indicando soluzioni che non contrastino con gli interessi della collettività. Amava la sua Iglesias, con sincerità, con bontà. L’esempio offerto con modestia da Ennio Martinelli, che avrebbe voluto fosse colto ed imitato da tutti, era quello per il raggiungimento dei più nobili ideali: la costruzione di una città operosa e pacifica».

Nel 1957 fu socio fondatore dell’associazione di cultura “Lao Silesu”. Disse nel 2007 il compianto Giorgio Mossa, ex presidente dell’associazione, nel rievocare i 50 anni: «Ricordo con emozione quando davanti al notaio Gian Paolo Toscano venne sottoscritto l’atto costitutivo dell’Associazione di Cultura “Lao Silesu” con sede in Iglesias. Erano con me Ennio Martinelli, Umberto Alfonsi, Armando Congiu, Rosolino Ferrara e Fernando Leoni. L’associazione, allora, aveva alle spalle già qualche anno d’attività e l’atto notarile rappresentava il coronamento di un progetto che poi si è tradotto nel “Premio Iglesias” di giornalismo e, subito dopo, anche di saggistica, arrivati ormai alla 38ª edizione. Lo stimolo che portò al varo del “Premio Iglesias” di giornalismo era stato quello di tenere desta l’attenzione verso il bacino minerario che ormai manifestava qualche segno di disimpegno. Attraverso la stampa, regionale e nazionale, avevamo inteso allargare la conoscenza delle problematiche del territorio, portandole negli ambienti politici ed imprenditoriali. Esse, tuttavia, ricordò Giorgio Mossa, non dovevano guardare esclusivamente al settore estrattivo, quanto alla condizione sociale legata strettamente a quell’attività». Innumerevoli le firme giornalistiche di prestigio premiate negli anni col “Premio Iglesias” e perfino premi nobel nella sezione dedicata alla saggistica.

L’ultima edizione del Premio Iglesias, la 39ª, ha avuto luogo nel dicembre del 2009 quando ad essere premiato fu l’allora Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, arrivato in città per l’occasione.  Di quel progetto culturale, fermamente voluto da Ennio Martinelli e gli altri soci fondatori, purtroppo non resta quasi più niente. Oggi la Lao Silesu non ha più neppure una sede sociale. «Esiste una forza politica precisa, ma misteriosa, che ha fatto sì che il premio in tutti questi anni non ottenesse finanziamenti». Ebbe a dichiarare tre anni or sono Stefano Priola, uno dei componenti del direttivo dell’associazione.

Negli anni ’60 Ennio Martinelli fu nominato anche dirigente dell’Iglesias Calcio sotto la presidenza dell’imprenditore toscano Alvaro Amarugi. Senza però trascurare le cronache locali sulla “sua” pagina dell’Unione Sarda, dalle quali ha sempre dato voce alle lotte operaie e dei minatori, in particolare, che si battevano per condizioni di lavoro migliori. Si battè strenuamente, fra le altre cose, dalle colonne del giornale, sul finire degli anni ’60, per l’apertura del nuovo ospedale Santa Barbara, completato da tempo, e ancora chiuso per ragioni politiche. A metà degli anni ’70 finalmente l’inaugurazione, alla quale purtroppo non potè partecipare. Parallelamente alla sua attività di giornalista, però, ha sempre onorato anche la sua principale attività: quella di maestro elementare. La sue scuole erano quelle note come le “scuole elementari maschili e femminili” in cui insegnò per oltre vent’anni. Centinaia gli alunni del maestro Ennio Martinelli passati nelle sue aule che, ancora oggi, lo ricordano come un insegnante severo ma, al tempo stesso, buono e comprensivo. Il male che lo portò via si presentò prematuramente all’inizio degli anni ‘70. Fu una dura lotta, ma invincibile, all’epoca. Concluse la sua esistenza alla giovane età di 49 anni, il 13 febbraio 1973, dopo una vita dedicata alla famiglia, alla scuola e all’informazione. Lo ricordiamo così, buono, gentile e premuroso. Nella speranza che i suoi insegnamenti, sempre attuali, possano essere utili per una maggiore giustizia sociale per Iglesias e per tutto il Sulcis Iglesiente. 

 

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Ha cessato di vivere oggi, all’età di 77 anni, Mariano Dessì, allenatore dell’Iglesias e di altre squadre semiprofessionistiche sarde. La sua lunga carriera iniziò alla guida delle squadre giovanili dell’Iglesias, con ottimi risultati, con la conquista dei titoli di campione sardo nelle categorie allievi e juniores ed approdò alla prima squadra nel campionato di serie D 1973/1974. Il presidente Alvaro Amarugi decise di affidargli con grande coraggio la panchina, consapevole che il suo fiuto lungimirante non l’avrebbe tradito, nonostante la mancanza di esperienza in un campionato difficile com’era quello di serie D.

Mariano Dessì è stato l’allenatore con più milizia sulla panchina iglesiente, con ben 12 campionati disputati tra serie D, Interregionale, Eccellenza e Promozione, intervallati negli anni. Per i risultati ottenuti nell’arco della sua carriera, va considerato sicuramente tra i tecnici più preparati e vincenti della storia calcistica rossoblù.

La carriera di Mariano Dessì è stata ricca di esperienze e soddisfazioni anche lontano da Iglesias, sempre a livello semiprofessionistico. Tra le numerose squadre che ha allenato, infatti, vi sono Olbia, Nuorese, Tharros, Sant’Elena, Gialeto e Sant’Antioco, oltre al Cagliari Primavera ed alla rappresentativa sardo/laziale di serie D.

A Iglesias Mariano Dessì era molto stimato anche per la sua attività professionale. Per diversi decenni ha gestito un’agenzia di pratiche automobilistiche.

I funerali si svolgeranno domani, venerdì 9 settembre, alle ore 16,30, nella chiesa di San Paolo, in regione Palmari, a Iglesias.

Mariano Dessì 1 Mariano Dessì 2