24 November, 2024
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La Regione ha finanziato i progetti, con i criteri e le linee guida per l’annualità 2023, a tutela delle minoranze linguistiche storiche. A favore delle varietà alloglotte del gallurese, del sassarese e del tabarchino, sono stati stanziati fondi per per un totale di 300 mila euro. Lo ha deciso l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu, che ricorda come le autonomie locali, le camere di commercio e le aziende sanitarie possono presentare alla Regione progetti, anche a carattere culturale che prevedano di realizzare a livello locale ulteriori gradi di tutela, valorizzazione e diffusione delle lingue delle minoranze storiche.

Per quanto riguarda gli sportelli linguistici, verrà previsto un numero fisso di ore di front office in cui l’operatore erogherà i servizi alla cittadinanza in presenza  e sarà cura della Regione  pubblicare sul sito istituzionale web i calendari di apertura settimanale o mensile dei singoli Sportelli. Questo consentirà di massimizzare la divulgazione della distribuzione degli sportelli linguistici presenti e attivati su tutto il territorio della Sardegna e renderli maggiormente visibili e fruibili da chiunque ne abbia necessità. L’operatore durante il front office dovrà fornire e documentare consulenze e offrire assistenza alle imprese del territorio e agli uffici informativi e turistici, per attività di comunicazione esclusivamente nella minoranza linguistica prescelta. Potranno essere ammesse collaborazioni e consulenze (ortografiche, bibliografiche, sitografiche e toponomastiche) e supporto alle Pro Loco, Enti, associazioni e comitati in occasione di sagre, manifestazioni, e premi letterari.

«L’intendimentosottolinea l’assessore Andrea Biancaredduè, infatti, quello di offrire alla popolazione tutta una serie di attività finalizzate al coinvolgimento, alla valorizzazione e alla promozione delle minoranze linguistiche in tutti gli ambiti di richiesta e per tutte le fasce d’età.»

Anche per la toponomastica sono previste delle linee guida che prevedono l’installazione di insegne, supporti visivi e ogni altra indicazione di pubblica utilità esposta al pubblico negli immobili sede di uffici aperti al pubblico, nei porti, aeroporti, stazioni e mezzi di trasporto, corredata di traduzione con pari evidenza grafica rispetto alla lingua italiana.

Approvata la ripartizione dei fondi, per un totale di 1 milione e 880 mila euro per il funzionamento dei Centri per i Servizi Culturali della Sardegna (CSC), UNLA e Società Umanitaria, con sede ad Alghero, Cagliari, Carbonia-Iglesias, Macomer e Oristano. I Centri sono cinque, due dei quali afferiscono all’Unione Nazionale Lotta all’analfabetismo (UNLA CSC di Macomer e CSC di Oristano) e tre alla Società Umanitaria di Milano (CSC di Cagliari, CSC di Carbonia-Iglesias e CSC di Alghero).

«Questi Centrisottolinea l’assessore alla Cultura, Andrea Biancareddusvolgono da oltre quarant’anni, una importante e diversificata attività culturale sul territorio che si rivolge a differenti categorie di pubblico ed è destinata a tutte le fasce d’età. In primo luogo, i Centri, pur avendo ciascuno una propria specifica connotazione, realizzano attività di promozione e diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva e di educazione all’immagine, spesso in collaborazione con scuole, università e associazioni culturali di cui sono costanti punti di riferimento. Negli ultimi anni alcuni Centri hanno ampliato la propria sfera di attività rivolgendosi, anche grazie alla costruzione di una fitta rete di rapporti in ambito nazionale e internazionale, alla formazione professionale nel cinema e alla produzione audiovisiva. Inoltre gestiscono un cospicuo e ingente patrimonio bibliotecario che rendono fruibile al pubblico e valorizzano con importanti attività di promozione della lettura. Svolgono, ancora, attività di aggiornamento professionale per gli operatori culturali e per gli insegnanti.»

Lo stanziamento complessivo destinato ai Centri Servizi Culturali della Sardegna dovrà essere utilizzato per il funzionamento e per la copertura delle spese relative al personale e alle varie attività e servizi di competenza. A favore del CSC di Alghero attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Alghero della Società Umanitaria sono stati stanziati 250 mila euro;  a favore del CSC di Cagliari attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria sono destinati 880 mila euro. A favore del CSC di Carbonia-Iglesias attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria vengono erogati 250 mila euro così come al Centro Servizi Culturali UNLA di Macomer. Sempre  250 mila euro a favore del Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano.

«Ancora una volta, ricordiamo il sacrificio delle cernitrici di Buggerru, quattro giovani lavoratrici, che 110 anni fa, il 18 marzo 1913, persero la vita in un drammatico incidente sul lavoro: Maria Saiu, di 36 anni, Anna Pinna, di 24 anni, Laura Lussana, di 20 anni e Anna Rosa Murgia di appena 15 anni. Insieme a loro rimasero feriti: Luigi Cadeddu, Mariangela  Zoccheddu e Assunta Algisi. Giovani donne, madri, e tra loro anche bambine, impegnate in un duro lavoro, come quello in miniera. Facevano le cernitrici con turni e condizioni di lavoro disumane. Troppo spesso il lavoro, il sacrificio di tante donne è stato dimenticato. E’ nostro dovere continuare a ricordare quella tragedia, commemorandola ogni anno, come un monito. Il lavoro è dignità, Il lavoro è libertà, è il contributo che diamo alla società. La premessa di tutto deve essere la sicurezza sul lavoro. Ancora oggi, purtroppo, si muore lavorando. Le istituzioni e la società civile si devono mobilitare in uno sforzo congiunto straordinario per rendere sempre più sicure le condizioni di lavoro, per combattere e prevenire la tragedia delle morti e gli infortuni sul lavoro. Occorre investire sempre più in formazione, prevenzione e sicurezza, anche in un’ottica di genere. Promuovere una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro. Perché gli incidenti sul lavoro, oggi come ieri, sono un’umiliazione non più tollerabile. Una sconfitta per tutta la società.»

Con queste parole l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai, è intervenuta con un video-messaggio alla celebrazione in ricordo delle quattro cernitrici che persero la vita nella tragedia del 18 marzo 1913 e all’incontro-dibattito “Gli infortuni sul lavoro: evoluzione della normativa dal ‘900 oggi”, tenutosi, oggi, a Buggerru, presso l’aula consiliare del Comune.

«Un evento di grande emozione e rilevanza culturale per non dimenticare la nostra storia ha detto l’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu -. Buggerru nel Novecento era un fiorente borgo minerario, il quinto centro dell’isola. La Sardegna nel tempo è cresciuta, le miniere hanno chiuso, e quelle storie di sopraffazione e di morte appartengono ad un passato che dobbiamo custodire per mantenere vivi lo spirito di solidarietà e il valore della memoria storica per le giovani generazioni.»

 

In concomitanza con l’odierno sopralluogo dei tecnici dell’assessorato regionale dell’Istruzione presso le scuole medie inferiori dell’istituto Comprensivo “Guglielmo Marconi ” di San Giovanni Suergiu, sono iniziati anche i primi lavori di consolidamento e messa in sicurezza delle aule chiuse secondo l’ordinanza del 2 novembre del sindaco Elvira Usai.

«Ringraziamo l’assessore Andrea Biancareddu per aver accolto in tempi rapidi la nostra richiesta di finanziamento ha detto Elvira Usaie anche i tecnici che con solerzia sono venuti a verificare le condizioni dei nostri edifici scolastici.»

Tra i lavori da svolgere con urgenza per consentire il rientro nelle rispettive aule da parte degli studenti, ci sono, non solo il consolidamento dei pilastri, ma anche l’impermeabilizzazione dei solai delle aule di musica e di informatica. I lavori, salvo imprevisti, si svolgeranno nell’arco di due settimane e, al fine di ridurre al minimo le interferenze con le attività didattiche, la mattina saranno eseguite le lavorazioni esterne, mentre gli interventi interni verranno eseguiti in orario non scolastico.

La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione Andrea Biancareddu, i criteri relativi alla concessione del contributo fitto casa per l’anno accademico 2022/2023 da assegnare a studenti sardi che frequentano corsi universitari in Sardegna o in Atenei ubicati fuori dalla Sardegna. A tal fine, sono stati stanziati complessivamente 3 milioni e 800 mila euro. Per l’anno 2022 lo stanziamento viene destinato al competente Servizio dell’Assessorato della Pubblica Istruzione e agli Enti regionali per il Diritto allo Studio ERSU di Cagliari e di Sassari. I contributi possono essere erogati nella misura massima di euro 2 mila e 500 euro annui per studente. Possono beneficiare del contributo fitto-casa gli studenti “fuori sede” nati in Sardegna e  residenti da almeno 5 anni, iscritti per l’anno accademico 2022/2023 a corsi accademici istituiti presso Università italiane, corsi accademici istituiti presso Scuole o Istituti che costituiscono il Sistema dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), corsi accademici istituiti presso le Scuole Superiori per Mediatori Linguistici. Corsi accademici istituiti presso una qualsiasi Facoltà delle Università Pontificie e corsi istituiti presso Università estere, autorizzate a rilasciare titoli di studio aventi valore legale sul territorio in cui operano e su tutta la Comunità Europea.

Gli studenti devono essere residenti in un luogo distante dalla sede del corso frequentato e che per tale motivo prendono alloggio a titolo oneroso nei pressi di tale sede, utilizzando le strutture residenziali pubbliche o altri alloggi di privati o enti per un periodo non inferiore a dieci mesi. Studenti il cui ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente del proprio nucleo familiare), con specifico riferimento alle “prestazioni agevolate per il diritto allo studio universitario”, non sia superiore a 35mila euro. Studenti iscritti non oltre il 1° anno fuori corso. Iscritti al primo anno di un corso di Laurea e di un corso di Laurea Magistrale a ciclo unico con votazione del titolo di studio di Diploma di Scuola secondaria di secondo grado non inferiore a 70/100. Iscritti al primo anno di un corso di Laurea Magistrale con titolo di Diploma di laurea non inferiore a 90/110, studenti iscritti ad anni successivi al primo in possesso dei CFU (Crediti Formativi Universitari) minimi richiesti.

Per coloro che frequentano corsi di laurea fuori dalla Sardegna, in caso di parità di punteggio, all’interno della stessa graduatoria, saranno soddisfatte prioritariamente le richieste di coloro che frequentano corsi universitari la cui classe di laurea non sia presente negli Atenei sardi. In caso di ulteriore parità, saranno presi in considerazione, nell’ordine, il minor indicatore ISEE e la minore età.

Il contributo è cumulabile con i finanziamenti per la partecipazione ai programmi comunitari (Socrates e Erasmus), esclusivamente per i mesi trascorsi in sede.

 

Alcuni anni dopo l’incendio che nel 1983 divampò nelle colline intorno a Tempio Pausania, distruggendo oltre 18.000 ettari e causando nove vittime tra i volontari che lottarono per spegnere le fiamme, la Regione Sardegna ha deciso, con una legge regionale, che il 28 luglio sia la giornata commemorativa non solo di quel tragico evento, ma l’occasione per rendere omaggio a tutti coloro (operatori antincendio, volontari e cittadini) che hanno perso la vita o hanno riportato gravi danni nei tanti e devastanti incendi verificatisi nell’Isola dal dopoguerra. Alla cerimonia di commemorazione, che si è svolta oggi a Tempio, insieme al Sindaco, ad altri amministratori del territorio e alle autorità civili, militari e religiose, hanno partecipato, in rappresentanza del presidente Solinas, gli assessori regionali della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu, e della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis.

«Seppure siano trascorsi 39 anni, quella di Curraggia resta una tragedia immane che sconvolse l’intera Sardegna, lasciando indelebili ricordi nei protagonisti diretti di quella drammatica giornata, soprattutto nelle famiglie dei caduti e dei feriti. E’ importante ricordare per rendere il doveroso omaggio a chi ha perso la vita impegnandosi per la comunità», ha detto l’assessore Andrea Biancareddu.

«Le Istituzioni regionali da anni sono fortemente impegnate sul fronte degli incendi per le terribili conseguenze causate alla vita umana e al patrimonio naturalistico isolano ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Perciò, ogni estate, viene predisposta un’imponente macchina regionale antincendio che, anno dopo anno, grazie ad una crescente capacità professionale, è in grado di contenere gli effetti devastanti di questa piaga che affligge da troppo tempo la Sardegna e che dobbiamo combattere con tutti i mezzi a disposizione.»

«Un aspetto da non sottovalutare è quello educativo, attraverso una battaglia culturale che dobbiamo consolidare nelle scuole. I giovani sono i futuri protagonisti delle azioni per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente in Sardegna, a cominciare dalla lotta agli incendi», i due assessori della Giunta Solinas.

L’Auser Carbonia, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore Cesare Beccaria di Carbonia, ha organizzato il convegno “Noi studenti meglio formati” che si terrà nell’Aula Magna dello stesso Istituto, domani 27 maggio, con inizio alle ore 9.00.

Si parlerà, nello specifico, di Primo soccorso di emergenza sanitaria, rivolto agli studenti degli istituti superiori di Carbonia.

Dopo i saluti della dirigente scolastica Anna Dessì e del presidente dell’Auser Carbonia Rosa Orecchioni, la presentazione del progetto formato a cura della dottoressa Sara Elena Floris.

Seguiranno alcuni interventi, del sindaco di Carbonia Pietro Morittu, del presidente nazionale Auser Domenico Pantaleo, di due rappresentanti d’istituto, Sofia Uccheddu ed Antonio Spanu e dell’assessora della Pubblica istruzione del comune di Carbonia, Antonietta Melas.

Concluderà i lavori, l’intervento dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Beni culturali, Spettacolo e Sport, Andrea Biancareddu.

«Per il funzionamento dei Centri per i servizi culturali UNLA e Società Umanitaria delle relative biblioteche, con sede a Cagliari, Alghero, Carbonia-Iglesias, Macomer e Oristano sono stati destinati 1 milione e 351mila euro per l’annualità 2022, al netto delle somme già impegnate.»

Lo ha annunciato l’assessore regionale della Pubblica Istruzione Andrea Biancareddu che sottolinea che i Centri (sono cinque, due dei quali afferiscono all’Unione Nazionale Lotta all’analfabetismo (UNLA), CSC di Macomer e CSC di Oristano; e tre alla Società Umanitaria di Milano: CSC di Cagliari, CSC di Carbonia-Iglesias e CSC di Alghero) svolgono, da oltre quarant’anni, un’importante e diversificata attività culturale sul territorio, che si rivolge a differenti categorie di pubblico ed è destinata a tutte le fasce d’età.

I Centri, pur avendo ciascuno una propria specifica connotazione, realizzano attività di promozione e diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva e di educazione all’immagine, spesso in collaborazione con scuole, Università e associazioni culturali di cui sono costanti punti di riferimento. Negli ultimi anni alcuni Centri hanno ampliato la propria sfera di attività rivolgendosi, anche grazie alla costruzione di una fitta rete di rapporti in ambito nazionale e internazionale, alla formazione professionale nel cinema ed alla produzione audiovisiva e gestiscono un cospicuo ed ingente patrimonio bibliotecario che rendono fruibile al pubblico e valorizzano con importanti attività di promozione della lettura. Svolgono, ancora, attività di aggiornamento professionale per gli operatori culturali e per gli insegnanti.

Per quanto riguarda gli importi, 250mila euro sono stati destinati a favore del CSC di Alghero attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Alghero della Società Umanitaria, altri 880mila euro a favore del CSC di Cagliari attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria.

Ancora 250mila euro a favore del CSC di Carbonia-Iglesias attraverso l’Associazione Centro Servizi Culturali di Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria, altrettanti 250mila euro a favore del Centro Servizi Culturali UNLA di Macomer. Stesso importo di 250mila euro a favore del Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano. 

«Il Museo dell’Arte mineraria di Iglesias deve riaprire immediatamente». Lo ha chiesto con urgenza la consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, che ieri ha scritto al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, e presentato un’interpellanza all’assessore della Pubblica Istruzione e Cultura, Andrea Biancareddu.

Carla Cuccu interviene con il dirigente regionale «per stigmatizzare l’incresciosa e preoccupante situazione posta in essere nella gestione del Museo dell’arte mineraria, ubicato nello stabile dell’istituto Minerario in Iglesias. I periti minerari, da tanti anni e a mero titolo di volontariato, hanno garantito all’intera città di Iglesias un servizio qualificato, efficiente che ha valorizzato ulteriormente le potenzialità della cittadina medievale-mineraria sia a livello regionale che nazionale ed internazionale».

«Il divieto di accesso al Museo sta causando afferma ancora la consiglieraun grave ed irreparabile danno sotto i profili culturali, economici, sociali, professionali, turistici poiché, lapalissianamente, oltre a mortificare l’immenso lavoro profuso con dedizione e zelo dai volontari, impedisce, altresì, ai tanti visitatori che da oltre un ventennio si succedono nel visitare il museo, di poter fruire e beneficiare della memoria storica e dell’ingente patrimonio di ingegneria tecnologica mineraria che lo caratterizza.»

Contestualmente, Carla Cuccu ha predisposto una interpellanza con la quale investe anche la Regione del problema: all’assessore Andrea Biancareddu, la consigliera chiede di individuare «una soluzione, con l’Ufficio Scolastico regionale, che consenta l’immediata riapertura e la ripresa delle attività del Museo, oltre che per reimmettere nel possesso della collezione i Periti minerari».

È di oltre un milione di euro lo stanziamento della Giunta regionale per sostenere e incentivare l’utilizzo della lingua sarda, del catalano di Alghero, del sassarese, del gallurese e del tabarchino per la pubblicazione di articoli in quotidiani, periodici e testate giornalistiche on-line, la produzione, distribuzione e diffusione di opere editoriali in formato cartaceo o multimediale, la produzione di programmi televisivi o radiofonici trasmessi con ogni mezzo di diffusione e la produzione di strumenti informatici, software o applicazioni utili ad assicurare la fruibilità e la diffusione, anche attraverso il web.
Questa la ripartizione voluta dall’assessore Andrea Biancareddu: 160mila euro sono stati destinati ai quotidiani, periodici e alle testate giornalistiche online. Altri 100mila euro andranno ad altre opere editoriali. Per le produzioni di programmi televisivi o radiofonici sono stati destinati 737mila euro, mentre ulteriori 50mila andranno al sostegno per le emittenti televisive e radiofoniche che trasmettono esclusivamente nelle lingue minoritarie.
Antonio Caria