21 November, 2024
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Campagne di informazione, ricerca, sensibilizzazione e azioni concrete per liberare il mare dalla plastica. Il messaggio, lanciato da Greenpeace Italia per il “Mayday Sos plastica tour”, recepito dalla Regione Sardegna e inserito nel “Festival dello Sviluppo Sostenibile”, ha trovato nell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo un partner valido e convinto. Il pianeta senza plastica non è solo un appello che viene divulgato attraverso specifiche campagne anti inquinamento dei mari, ma è un’esigenza, una necessità impellente che il mondo non può più ignorare. In Gallura, con l’Amp di Tavolara a fungere da cassa di risonanza, il progetto “plastica zero” ha riscosso un ampio consenso sia da parte del pubblico che del privato.

Se ne è parlato venerdì sera, nella sede dell’Amp, durante la presentazione del programma di monitoraggio delle acque, che unisce Greenpeace Italia, The Blue Dream Project, Cnr-Ias e Università Politecnica delle Marche nell’obiettivo comune di stabilire l’incidenza delle microplastiche sull’ecosistema marino. La situazione è preoccupante. “Abbiamo deciso di raccogliere il grido d’allarme che arriva dal pianeta – ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia -. Ogni minuto nel mondo un camion di plastica viene riversato in mare, riciclare non basta più, è necessario diminuire la produzione”. Immagini drammatiche che hanno trovato conferma nelle parole di Stefania Gorbi, ricercatrice dell’Università Politecnica delle Marche: «Lo studio delle microplastiche consente di vedere ciò che ad occhio nudo non si scorge. I dati che abbiamo raccolto certificano che una percentuale elevatissima di pesci, tra il 70 e il 90 per cento di quelli analizzati, ingeriscono la plastica. Il danno ambientale è evidente». A quantificarlo sono gli studi del Cnr-Ias: «I campionamenti dell’acqua, dei sedimenti marini e dei microrganismi – ha spiegato la ricercatrice Francesca Garaventa – dimostrano la preoccupante evoluzione delle microplastiche e delle nanoplastiche nell’ambiente e nello specifico nelle foci dei fiumi e nelle Aree protette».

L’allarme è reale e l’Amp di Tavolara ha deciso di schierarsi in prima linea per affrontare il problema con programmi di educazione ambientale e di sensibilizzazione rivolti alla popolazione. Hanno trovato il convinto sostegno dell’opinione pubblica, come sottolineato da Augusto Navone ed Alessandro Casella – rispettivamente direttore dell’Amp e presidente del Consorzio di Gestione dell’Amp di Tavolara – le ordinanze emesse dai sindaci galluresi che hanno imposto i divieti di fumo e di utilizzo di plastiche monouso nelle spiagge. E’ il caso dei primi cittadini di Olbia, Settimo Nizzi; di San Teodoro, Domenico Mannironi e di Francesco Lai, sindaco di Loiri Porto San Paolo. Tutti hanno firmato dei provvedimenti che, nelle differenti misure e ambiti di applicazione, guardano con decisione alla lotta all’inquinamento e alla protezione dell’ambiente. I primi cittadini lo hanno sottolineato durante i loro interventi all’interno della serata di venerdì. «A breve i sindaci saranno chiamati a comporre la cabina di regia della strategia di Sviluppo Sostenibile – ha poi chiarito Emanuela Manca, del Servizio Sasi dell’assessorato regionale all’Ambiente -. La Regione sta definendo nei particolari un modello che vedrà il coinvolgimento anche della popolazione».

Il programma dell’evento è proseguito sabato mattina con l’iniziativa “Verso un’isola senza plastica” con la pulizia della spiaggia Spalmatore di Terra a Tavolara da parte degli studenti delle scuole e la liberazione di una tartaruga Caretta caretta. Questa specie, ha rivelato Andrea De Lucia dello Iamc-Cnr di Oristano, è considerata un indicatore di salute dei nostri mari: «Ultimamente le casistiche ci dicono che la plastica – ha rivelato Andrea De Lucia – è il primo problema che affligge questi animali. Il 100 per cento degli esemplari recuperati ingeriscono microplastiche».

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«Siete voi adulti che dovete e potete ancora cambiare le cose e salvare il mondo dalla plastica. Io sono un bambino e ho il diritto di avere un futuro libero dall’inquinamento, e così come me altri milioni di bambini nel mondo. Dobbiamo sentirci in dovere di tutelare l’ambiente e fare qualcosa di concreto. Raccogliamo la plastica, aiutatemi a condividere questo pensiero.»
Si condensa nel breve discorso del piccolo Diego, 9 anni di Stintino, il succo del convegno “Inquinamento da plastica: l’importanza di combatterlo e le strategie per farlo”, organizzato dall’amministrazione comunale stintinese e che si è svolto ieri sera al Museo della tonnara, con la partecipazione dell’assessore regionale della Difesa dell’ambiente Gianni Lampis.

Il piccolo Diego si è presentato al tavolo dei relatori con un secchio colmo di plastica raccolta in 3 metri quadrati di spiaggia. «Voglio lanciare un messaggio importante ha ribadito – perché tutti dobbiamo sentirci in dovere di tutelare l’ambiente e fare qualcosa di concreto».

E la testimonianza del piccolo alunno delle scuole elementari di Stintino ha confermato quanto «una politica di educazione debba partire dai più piccoli, perché ha detto il sindaco di Stintino Antonio Dianasono quelli che vedono il mondo in maniera diversa. Ed è per questo che l’ultima iniziativa, #Stintinoisplasticfree, di pulizia delle spiagge l’abbiamo organizzata proprio con il coinvolgimento e contributo delle scuole».

Il primo cittadino ha ricordato quindi i progetti adottati dal Comune per ridurre l’uso della plastica, a partire dalla fontanelle per l’acqua con la distribuzione di bottiglie di vetro, gli appuntamenti con Spiagge pulite avviate già dal 2016, i progetti sulla Pelosa e il divieto di fumo in spiaggia. Con quest’ultima iniziativa il Comune, a fine stagione turistica 2018, ha raccolto oltre 400mila cicche di sigarette.

«Si deve ragionare per areeha chiuso il sindaco Antonio Diana e per questo ho chiesto la partecipazione del sindaco di Porto Torres. Perché  questo sistema ambientale, con un parco nazionale vicino, un’area marina protetta in ampliamento, le aree Sic e Zps, ci chiede di fare rete.»

Un concetto quest’ultimo ribadito dal primo cittadino di Porto Torres Sean Wheeler che ha anche posto l’accento sul coinvolgimento delle nuove generazioni, rimarcato poi dal direttore dell’Area marina protetta dell’Asinara, Vittorio Gazale, che ha illustrato le azioni adottate dal Parco nella lotta alla plastica. Ancor di più è stato Danilo Pisu, coordinatore del progetto Post Life del comune di Stintino, a sottolineare la strategicità del coinvolgimento delle scuole e il successo del progetto La plastica e il consumo responsabile, realizzato proprio con gli alunni delle scuole di via Lepanto, e al quale ha partecipato anche il piccolo Diego.

«Se oggi abbiamo assunto la consapevolezza della criticità che stiamo ereditando – ha detto l’assessore regionale Gianni Lampis – dobbiamo essere in prima fila per dimostrare che il mondo non cambia con le opinioni ma con i fatti. Quella che abbiamo davanti è una sfida culturale. L’uomo deve essere il principale attore nell’affrontare queste sfide. Partiamo allora da qui e dal ruolo della scuola.»

Il convegno ha messo in evidenza quindi la necessità di fare sistema, di lavorare in maniera coordinata, condivisa e attraverso protocolli tra enti pubblici e operatori locali. «È fondamentale che si prenda coscienza del peso del problema dell’inquinamento da plastica – è stato detto – che è diventato importante e che mette a rischio il pianeta. I vari portatori di interesse, allora, devono agire, anche nel loro piccolo perché messo assieme questo può diventare molto».

Al convegno, coordinato dalla docente dell’Università di Sassari Donatella Carboni, sono intervenuti anche Simonetta Fanni direttrice del Servizio Controlli, monitoraggi e valutazione ambientale dell’Arpa Sardegna, Claudia Salvestrini direttore del Consorzio nazionale Polieco, Andrea De Lucia ricercatore del Cnr di Oristano, Matteo Sanna e Giovanni Conti del gruppo Relicta e Giulio Magni di One Ocean Foundation.