7 April, 2025
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Sindacati confederali e di categoria hanno incontrato l’azienda Glencore Portovesme Srl, Confindustria Meridionale Sardegna, l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna e il ministero del Lavoro. Il tema centrale del confronto è stato il rinnovo della cassa integrazione straordinaria, una misura cruciale per garantire il sostegno economico ai lavoratori in questa delicata fase.
Il ministero del Lavoro ha richiesto all’azienda documentazioni specifiche necessarie per procedere con la proroga della cassa integrazione. È stato evidenziato come la chiusura della precedente legge finanziaria abbia interrotto i termini previsti, contrariamente a quanto ritenuto dall’azienda, che considerava la proroga già automaticamente concessa. Tale situazione rischia di lasciare i lavoratori privi di copertura economica in tempi brevissimi, con pesanti ripercussioni sociali per il territorio.
L’UGL, rappresentata dal segretario UGL UTL Cagliari, Andrea Geraldo, e dal vice segretario provinciale UGL Chimici Raffaele Enna hanno sottolineato l’urgenza di intervenire tempestivamente per tutelare i lavoratori ed hanno dichiarato: «La situazione è critica: il Ministero e l’assessorato del Lavoro devono agire con tempestività per garantire
continuità agli ammortizzatori sociali e salvaguardare il reddito dei lavoratori. È necessario convocare immediatamente un tavolo congiunto che definisca misure efficaci anche per il periodo successivo ai quattro mesi previsti, evitando che, da maggio, ci troviamo nuovamente senza strumenti di tutela».
In merito al ruolo dell’azienda, Andrea Geraldo ha aggiunto: «Glencore Portovesme deve dimostrare un forte senso di responsabilità industriale e mettere in campo un piano che affronti la questione dell’elevato costo dell’energia, vera causa della mancata produttività degli impianti. Soluzioni innovative e sostenibili, come il bio-mining, già adottato con successo in altre realtà del settore, rappresentano una strada concreta da percorrere. Solo investendo in innovazione tecnologica e sostenibilità sarà possibile garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e il rilancio delle attività produttive nel lungo termine».

L’UGL esprime la propria ferma condanna per la decisione unilaterale del gruppo Glencore di interrompere anticipatamente la produzione presso l’impianto metallurgico di Portovesme, un atto che rappresenta un colpo durissimo per i lavoratori, le loro famiglie e l’intero tessuto socio-economico del Sulcis Iglesiente.

«La chiusura anticipata dello stabilimento non solo tradisce gli accordi presi, ma costituisce un gesto irresponsabile nei confronti di un territorio già duramente provato dalla crisi economica e industriale. Siamo al fianco dei lavoratori, pronti a intraprendere ogni azione necessaria per tutelare i loro diritti e il futuro dell’impianto», dichiarano Andrea Geraldo, segretario provinciale UGL Cagliari, e Maurizio Muretti, segretario regionale UGL Sardegna.

La sospensione anticipata della produzione di zinco, disposta da Glencore il 20 dicembre, ha ignorato l’accordo raggiunto il 5 dicembre al tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che prevedeva la continuazione dell’attività almeno fino al 31 dicembre, in attesa delle valutazioni della missione tecnica del ministero e di eventuali possibili acquirenti disposti a mantenere la produzione. Questo atto unilaterale rappresenta una grave mancanza di rispetto verso gli impegni presi e verso il territorio.

L’UGL ribadisce l’urgenza di un intervento deciso da parte del Governo per garantire il rispetto degli impegni da parte della multinazionale Glencore e per salvaguardare la continuità produttiva di un impianto strategico, unico produttore di zinco e piombo in Italia.

«Il futuro del territorio è legato a doppio filo al destino di Portovesme. Chiediamo un tavolo di confronto immediato e soluzioni rapide e concrete per scongiurare una catastrofe sociale e occupazionale. L’UGL continuerà a vigilare, con determinazione e responsabilità, affinché i diritti dei lavoratori e delle comunità coinvolte vengano rispettati. Non permetteremo che il Sulcis Iglesiente venga lasciato indietro», sottolineano Andrea Geraldo e Maurizio Muretti.

«Si è  svolta presso il MMIT  la verifica  del piano industriale della Sider Alloys, presenti i vertici aziendali, il dott. Luca Annibaletti, Coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa, il ministero del Lavoro, Invitalia, Regione Sardegna. In premessa, l’azienda conferma che ad oggi la  forza lavoro è 122 diretti e circa 150 unità indirettamente e di continuare negli investimenti e nei revamping all’interno dello stabilimento.»

Lo hanno detto il vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla Siderurgia Daniele Francescangeli e il segretario Ugl Cagliari, Andrea Geraldo. 

«Troppi anni sono trascorsi inutilmente e hanno indebolito inesorabilmente il tessuto sociale territoriale ma, in particolare, i tanti lavoratori che ancora credono e attendono lo sviluppo del rilancio dall’acquisizione dello stabilimento di alluminio primario da parte della Sider Alloys sino ad oggiaggiungono -. Osserviamo come Ugl che la multinazionale svizzera ha acquisito lo stabilimento nel febbraio 2018, in conseguenza di un accordo di programma firmato dall’allora ministro, la Regione e la Sider Alloys. Da allora la necessità di un costo calmierato dell’energia, ha di fatto giustificato i tanti ritardi nell’attuazione del revamping e fatto  attenuare la vertenza dai tavoli di crisi del Mimit: oggi siamo riusciti a fare il punto sulla situazione e discutere della ripartenza dello smelter e la ricollocazione dei tanti lavoratori attualmente in mobilità.»

«Come Ugl, abbiamo chiesto l’impegno alla R.A.S. di incrementare la quota di ammortizzatori sociali e riprendere le attività formative con gettone alla presenza per dare nuovamente dignità alle tante famiglie che vivono di assistenzialismo che, nell’attesa di essere nuovamente impiegati nelle linee di produzione, potranno incrementare la propria formazione e professionalizzazione ricevendo un congruo emolumento. Fondamentali anche le risposte che si riceveranno per coloro che si trovano in regime di ammortizzatori sociali, che impongono una riflessione ed una rivisitazione degli accordi sottoscritti. In conclusionedichiarano Francescangeli e Geraldogli oltre 300 lavoratori, che sono in attesa di rioccupazione, sono costretti a vivere con meno di 500 euro al mese e questo deve essere fra le prime priorità di questa vertenza.»

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«L’innovazione del sistema energetico sardo passa necessariamente per la riconversione delle due centrali a carbone oggi presenti, a Portovesme e Fiumesanto. Se il futuro di Portovesme è ancora avvolto nell’incertezza, con Enel che non ha ancora preso posizione sul phase-out dal carbone al 2025, per Fiumesanto c’è una novità.»
Lo dichiarano i segretari territoriali della Ugl Chimici di Sassari e Cagliari Simone Testoni e Andrea Geraldo, a conclusione del tavolo Romano appena concluso, anche la centrale del nord Sardegna, con una potenza elettrica netta di 580 megawatt, ribadisce la volontà di mantenere attivo l’impianto e lancia un appello al governo.
«Se vogliono decarbonizzare pienamente e velocemente l’isola si può  convertire Fiumesanto a biomasse, come hanno fatto in altre realtà». Eph ha in corso la pratica per ricevere l’autorizzazione integrata ambientale, e ha presentato la documentazione per realizzare le migliori tecniche di produzione disponibili in loco. Kretinsky, pronto a lanciare una offerta con A2A per rilevare Sorgenia, ritiene che in due anni l’impianto possa essere riconvertito senza danni per l’occupazione, «si incrementerebbe l’attività produttiva locale, sostiene il segretario Ugl Simone Testoni» e non chiude peraltro la porta al metano.
«Se il rilancio dell’industria energetica regionale deve passare per la metanizzazione, siamo pronti ad offrire la nostra esperienza sindacale per agevolare la flessibilità del lavoro e la conversione delle professionalità», incalza Andrea Geraldo, sindacalista Ugl Chimici Cagliari.
I segretari della Ugl Chimici, infine, dichiarano che da solo il collegamento ad alta tensione Sardegna-Sicilia-Campania non risolve i problemi energetici sardi.
«Non crediamo possa fornire la sicurezza piena al sistema sardo e ridurrebbe l’attività economica e lavorativa.»

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Andrea Geraldo segretario territoriale Ugl Chimici, interviene sulla delicata vertenza Ottana.

«Noi – dice Andrea Geraldo – ci ritroviamo a dover gestire una situazione disastrosa con classi politiche sarde ancora in carica che mentono davanti a Padri di famiglia che non hanno di che alimentare la propria famiglia. L’assessore dell’Industria parla di gassificatore, di lavoro che arriverà, ma non parla di joint venture di aziende straniere di soldi che vanno all’estero. Non si parla di silenzio davanti all’industria che da a lavorare alle maestranze provenienti dal continente e lascia il proprio popolo a morire di fame, e non interviene per mettere un freno, e mettere delle chiari regole.»

«Il Reis non da sostegno a chi perde il lavoro, il Welfare è da modificare – conclude Andrea Geraldo – un disoccupato in Italia non può  accedere ad un esenzione sanitaria o alle politiche di estrema povertà perché il reddito (Isee) viene calcolato sulla base dall’anno precedente, qui denunciamo la totale assenza di questa classe politica.»