21 November, 2024
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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.

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«Un’occasione importante nella lotta alle infezioni correlate all’assistenza, un’occasone per noi operatori, oltre che per la sicurezza dei pazienti ricoverati nelle nostre strutture.»

Così ieri il direttore dell’unità operativa Direzione igiene e controllo delle infezioni ospedaliere, professor Paolo Castiglia, ha aperto l’incontro dedicato alle celebrazioni per la giornata mondiale per l’igiene delle mani che, nell’aula A del complesso biologico di viale San Pietro ha coinvolto operatori sanitari dell’Aou, dell’Ats e studenti specializzandi e studenti di medicina. L’incontro è stato l’occasione per presentare la sfida per la creazione di messaggi efficaci sul tema dell’igiene delle mani e il progetto che ha coinvolto 10 reparti Aou a medio alto rischio infettivo.

È stato proprio Paolo Castiglia a ricordare come l’igiene delle mani rappresenti una delle strategie da adottare per vincere la sfida globale per la sicurezza dei pazienti. E il progetto avviato nel 2017 dall’Aou di Sassari all’interno delle proprie strutture, con l’obiettivo di sensibilizzare alla corretta esecuzione di igiene delle mani, ha proprio questa finalità. Un progetto che si inserisce nelle percorso tracciate dall’Organizzazione mondiale della sanità che, con l’obiettivo di ridurre le infezioni correlate all’assistenza, dal 2009 ha elaborato le linee guida in materia.

Il progetto sperimentale, avviato da parte della struttura complessa Direzione Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou, ha coinvolto 10 reparti (sei del plesso cliniche universitarie e quattro del Santissima Annunziata), ha fatto registrare un netto miglioramento generale in tutte le strutture. In relazione al traguardo indicato dall’Oms, il reparto di Clinica medica ha registrato il miglior risultato. I premi, magliette per gli operatori, chiavette elettroniche usb e orologi da camice sono stati consegnati dal direttore amministrativo dell’Aou Lorenzo Pescini al direttore della Clinica medica, professore Roberto Manetti e alla coordinatrice dottoressa Simona Farina.

«Gli studiosi sostengono che nel mondo una più accurata igiene delle mani potrebbe salvare ogni anno oltre 8 milioni di persone ricoverate», ha sottolineato nel suo intervento il direttore amministrativo dell’Aou, ricordando i dati diffusi dagli studi in materia. «Nell’unione europeaha ricordato si stima che 3,2 milioni di pazienti si ammalano per infezioni durante il ricovero e di questi 37mila muoiano a causa delle conseguenze correlate». Il professor Alessandro Maida, igienista e rettore emerito, ha tracciato una sintesi della storia dell’igiene delle mani, mentre il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari, Nicola Addis, ed il preside della Facoltà di Medicina, Andrea Montella, hanno posto l’accento sulla prevenzione e sulla necessità che queste pratiche diventino abitudinarie.

Premiati dal presidente del corso di laurea in Infermieristica, professor Pasquale Bandiera, anche gli studenti che hanno partecipato alla sfida creativa, volta alla creazione di messaggi efficaci sul tema dell’igiene delle mani e rivolta ai corsi di studio della Facoltà di Medicina e Chirurgia (Professioni sanitarie, Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria). Gli studenti che si sono aggiudicati il premio per la sezione artigrafiche, Giovanna Ruiu, Marilena Pisano, Francesco Sebastiano Carta ed Alessandro Nieddu, hanno realizzato un’immagine da applicare alle cover degli smartphone che raffigura delle mani sotto un getto d’acqua e lo slogan Invisibili ma presenti, sfreghiamoli.Il premio sezione Roll-up, con un disegno che raffigura una bambina che si lava le mani e la frase Se le mani lavi bene al batterio non conviene.Se c’è tanta pulizia prende i piedi e scappa via” è andato ad Angela Uda. Il premio per la sezione video, infine, realizzato con il contributo degli alunni e delle maestre della scuola elementare “Figlie di Maria” di via Muroni a Sassari, è stato consegnato a Cristina Del Cuoco.

A precedere le premiazioni le relazioni delle dottoresse Lucia Pesapane ed Alessandra Palmieri e dell’infermiera epidemiologa Sabina Bellu della struttura complessa Direzione Igiene.

Durante la mattinata gli operatori della Direzione Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere, in collaborazione con gli specializzandi della scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva, hanno svolto un’importante azione di comunicazione e divulgazione inserita nell’ambito delle attività di pubblic engagement dell’Ateneo sassarese. Agli ingressi dei presidi ospedalieri, Santissima Annunziata e palazzo Clemente, hanno illustrato le corrette modalità per l’igiene delle mani quindi distribuito gadget, magliette e gel antisettico per la disinfezione della mani. Con l’ausilio di un box pedagogico, munito di lampada fluorescente, hanno quindi mostrato ai 1.000 partecipanti all’iniziativa, tra personale medico e infermieristico, pazienti e visitatori che hanno disinfettato le mani, l’efficacia dell’azione di igienizzazione.

Alla riuscita della giornata hanno contribuito anche imprese locali, Medical spa, Ecolab, Memis srl, Gioielleria idee preziose e Marras e Usai catering, che hanno risposto all’avviso-invito pubblicato dall’Aou di Sassari per la sponsorizzazione della campagna di informazione e sensibilizzazione.

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Si chiama sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) e colpisce, oltre agli adulti, anche i bambini con una prevalenza che varia tra il 2% e il 5,7%. A Sassari, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di viale San Pietro, attraverso la creazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale promosso dalla struttura complessa di Pediatria, in collaborazione con le strutture di Otorinolaringoiatria e di Odontoiatria, punta a dare una assistenza appropriata ai piccoli che soffrono di questa patologia. Una sindrome che, se non curata precocemente, può anche comportare serie complicanze come deficit neurocognitivi, problemi comportamentali, oltreché cardiovascolari e metabolici. Un protocollo che mette in evidenza l’approccio multidisciplinare nei confronti di una patologia multifattoriale.

La presentazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della giornata mondiale del sonno, organizzata dalla World association of sleep medicine (Wasm), che quest’anno si svolge il 15 marzo. Una ricorrenza che vuole sensibilizzare la popolazione sui disturbi del sonno e avviare attività di prevenzione e gestione di questi disturbi.

Alla presentazione questa mattina hanno partecipato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, il direttore sanitario Nicolò Orrù, i direttori della Pediatria professor Roberto Antonucci, dell’Otorinolaringoiatria Francesco Bussu, dell’Odontoiatria professore Edoardo Baldoni e il professore Andrea Montella direttore del dipartimento di Scienze biomediche.

«Con questo nuovo Pdta – ha detto il manager Antonio D’Urso – che si affianca ad altri predisposti in questi anni dalle nostre strutture, come quello della Smac o delle malattie del fegato, accompagniamo le famiglie in un percorso clinico, fornendo un sostegno a una popolazione fragile.»

«È un esempio tipico che dimostra come una migliore appropriatezza consenta di organizzare al meglio le risorse – ha aggiuntò Nicolò Orrù – un percorso attraverso il quale si potrà capire al meglio il tipo di terapia più appropriato da adottare.»

L’Osas è il “disturbo della respirazione durante il sonno caratterizzato da ostruzione parziale prolungata e/o intermittente completa (apnea ostruttiva) delle vie aeree superiori, che interrompe la normale ventilazione e i normali pattern del sonno”.

A illustrare il protocollo sono stati quindi il direttore della Pediatria Roberto Antonucci, il direttore dell’Otorinolaringoiatria Francesco Bussu e la dirigente dell’Odontoiatria Aurea Lumbau. Il protocollo realizzato dall’Aou di Sassari ha lo scopo di introdurre criteri clinici di valutazione il più possibile rigorosi e obiettivi per garantire una gestione del bambino con Osas omogenea e condivisa tra pediatri, otorinolaringoiatri e odontoiatri. In questo modo – sono convinti gli specialisti – sarà possibile assicurare il massimo grado di appropriatezza, e al contempo, ridurre i rischi di mancate diagnosi.

Obiettivo primario del percorso diagnostico terapeutico assistenziale elaborato dagli specialisti sassaresi è quello di ridurre la variabilità nell’approccio dell’operatore sanitario al paziente con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, stabilendo quello più appropriato attraverso una serie ben definita di processi. La procedura si applica a tutti i pazienti di età inferiore ai 14 anni che accedono ad una delle unità operative aziendali interessate dal protocollo: Pediatria, Otorinolaringoiatria e Odontoiatria.

«Siamo partiti dal documento elaborato nel 2016 dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano su “La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas)” in cui sono indicate le linee guida per prevenzione, diagnosi e terapia. Considerata l’ampia variabilità di comportamenti tra i vari Centri a livello nazionale – spiegano gli specialisti dell’Aou di Sassari – abbiamo perciò deciso di elaborare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) che, rispecchiando le indicazioni del documento Ministeriale, preveda indicazioni condivise sulla “presa in carico” globale del paziente in attuazione del principio di “equità” ed “universalità” delle cure. Dal momento che l’eziopatogenesi dei disturbi respiratori del sonno nel bambino è multifattoriale, anche l’approccio diagnostico e terapeutico deve essere multifattoriale e interdisciplinare.»

«Una volta che il Pdta diverrà operativo – proseguono – è auspicabile che esso trovi la massima diffusione, oltre che fra gli operatori direttamente coinvolti in ambito aziendale, anche tra quelli di altre strutture ospedaliere e dei servizi territoriali (pediatri di libera scelta, otorinolaringoiatri e odontoiatri), nonché tra i liberi professionisti con specifiche competenze su tali problematiche. Questo per favorire la creazione di una rete di interscambio delle diverse esperienze tra ospedale e territorio, nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e delle cure offerte.»

CHI COINVOLGE. La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) può coinvolgere tutte le fasce dell’età pediatrica, dal lattante all’adolescente. I tassi di prevalenza della sindrome in età pediatrica variano tra il 2% ed il 5,7%. Il russamento abituale è più comune, e si osserva con una prevalenza variabile tra 3 e 12% nei bambini in età prescolare.

Il russamento e l’Osas non trattate possono essere causa di grave morbilità. L’alta prevalenza dell’Osas deve indurre il pediatra a considerarla alla stregua di altre importanti patologie come l’asma, dal momento che le complicanze e/o la gestione corretta della sindrome possono influenzare lo sviluppo dei bambini affetti.

I sintomi comprendono: russamento notturno abituale (≥ 3 notti /settimana), respirazione orale, episodi di apnee e sonno disturbato, enuresi (soprattutto secondaria; enuresi dopo almeno 6 mesi di continenza), cefalea al risveglio, sonnolenza diurna, deficit di attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento e otiti ricorrenti.

Le complicanze comprendono deficit neurocognitivi, problemi comportamentali, oltreché cardiovascolari e metabolici. Può essere presente un ritardo di crescita, che di solito viene recuperato dopo adeno-tonsillectomia; anche l’ipertensione arteriosa ed eventuali alterazioni delle funzioni cardiocircolatorie, se presenti, possono migliorare o regredire dopo trattamento. Quando l’Osas si presenta in età pre-scolare, se non trattata, può indurre deficit di apprendimento non reversibili. L’obesità infantile può essere associata all’Osas e può aggravarne il quadro, ma, anche in questo caso, il trattamento migliora il quadro metabolico.

LA DIAGNOSI DI OSAS. Si basa su criteri clinici e strumentali.

Per una valutazione clinico-anamnestica è oramai consolidata l’utilità dello sleep clinical record. La storia clinica e l’esame fisico sono indicativi della necessità di avviare il bambino al percorso diagnostico-strumentale.

Il gold standard diagnostico per l’Osas in età pediatrica è la polisonnografia. Con questo termine si intende comunemente la registrazione contemporanea e in continuo, durante la notte, di parametri funzionali atti a definire gli eventi cardiorespiratori, in relazione alle varie fasi del sonno.

Gli attuali cardini della terapia dell’Osas sono rappresentati dalla terapia medica con farmaci per uso orale o intranasale, dalla terapia chirurgica con asportazione delle adenoidi e delle tonsille, dalla terapia ortodontica ed, eventualmente, dalla terapia riabilitativa miofunzionale che vanno ad integrarsi con le prime due. In alcuni casi, trova indicazione la terapia con dispositivi a pressione positiva (Cpap).

Nei pazienti operati che presentano una remissione della sintomatologia è necessario ripetere una polisonnografia di controllo dopo 6 mesi -1 anno per una conferma strumentale della guarigione.

La terapia ortodontica si avvale di un dispositivo chiamato espansore rapido palatale (Rme). Tale dispositivo, aumentando l’espansione del palato, permette progressivamente al bambino di alloggiare la lingua più anteriormente e favorisce la respirazione, agendo in tal modo sulle cause che determinano il russamento e l’apnea notturna.

La riabilitazione miofunzionale orofacciale è consigliata nel residuo di malattia dopo adenotonsillectomia e terapia ortodontica. La terapia miofunzionale viene effettuata dal logopedista e deve essere utilizzata prima, dopo o contestualmente agli altri trattamenti.

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Un congresso per approfondire la tematica delle malattie rare che, secondo i dati a disposizione dell’Osservatorio malattie rare (Omar), ogni anno in Italia fanno registrare 19mila nuovi casi. Lo ha organizzato, in occasione della dodicesima giornata mondiale dedicata proprio alle malattie rare, l’unità operativa di Genetica e biologia dello sviluppo dell’Aou di Sassari, diretta dal professor Andrea Montella. Quest’anno il titolo dell’incontro che si terrà il 1 marzo, a partire dalle ore 9.00, nell’aula magna della Facoltà di Medicina in viale San Pietro, sarà “Malattie Rare: focus su Mucopolisaccaridosi”.

Le mucopolisaccaridosi sono un gruppo di malattie metaboliche causate da deficit di enzimi specifici. Questo gruppo di malattie è classificato nel gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale. Si riconoscono tre sindromi principali che rappresentano l’intero spettro della malattia, distinzioni che – spiega l’Omar – sono state poste sulla base dell’età di comparsa dei primi sintomi, della rapidità di progressione della patologia e della sintomatologia preminente.

Quattro le sessioni, due la mattina e due il pomeriggio, previste nel congresso che metteranno a confronto medici, infermieri e associazioni di pazienti. La prima sessione sarà dedicata al modello delle mucopolisaccaridosi, la seconda alle terapie.

Quindi, in linea con il tema guida degli eventi 2019 “Integriamo l’assistenza sanitaria con l’assistenza sociale”, la terza sessione sarà dedicata appunto all’assistenza sanitaria e sociale con le testimonianze delle associazioni. A chiudere l’appuntamento sarà la quarta sessione dedicata all’approfondimento dei casi clinici.

L’evento è accreditato con 7 crediti formativi per 55 medici delle specialità di Genetica medica, Medicina fisica e riabilitazione; Medicina interna; Cardiologia; Neurologia; Neuropsichiatria infantile; Ortopedia e Traumatologia; Pediatria; Pediatria di libera scelta; Medici di medicina generale; Neonatologia. Quindi anche per 25 biologi, 10 infermieri, 5 tecnici di laboratorio biomedico, 5 fisioterapisti. Per informazioni e iscrizioni è possibile consultare il sito web www.acrosscongressi.com nella sessione “Eventi in corso”.

“Nuovi orizzonti in onco-ematologia – Ricordando Maurizio Longinotti” è il titolo dell’evento scientifico in programma venerdì 26 ottobre, alle ore 9, nell’aula magna dell’Università di Sassari. L’appuntamento che focalizzerà l’attenzione in ambito onco-ematologico, e al quale parteciperanno relatori di respiro internazionale, sarà dedicato alla memoria di Maurizio Longinotti, docente dell’Ateneo turritano e fondatore dell’unità operativa di Ematologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari e della Scuola di specializzazione in Ematologia dell’Università di Sassari.

Due le sessioni previste, la prima mattutina, con inizio alle ore 10.00 e la seconda pomeridiana, con inizio alle ore 14.00. La sessione della mattina sarà incentrata sulle nuove prospettive in ematologia e consentirà ai partecipanti di approfondire tematiche quali le basi genetiche delle emoglobinopatie, i nuovi orizzonti terapeutici nelle talassemie quindi le nuove prospettive biologiche nella classificazione dei linfomi e lo scenario terapeutico per il paziente con mieloma multiplo.

Il pomeriggio, invece, sarà concentrato sul trapianto delle cellule staminali con un focus sul ruolo dei recettori Kir, sul trapianto allogenico nella mielofibrosi e sull’autotrapianto.

I lavori saranno aperti dai saluti di Claudio Fozza, direttore dell’Ematologia dell’Aou di Sassari e professore associato di Malattie del sangue all’Uniss, e a seguire sono previsti gli interventi dei familiari delprofessore Maurizio Longinotti, del rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, del direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, dei direttori del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e sperimentali dell’ateneo sassarese Alberto Porcu e Pier Luigi Fiori, del preside di Facoltà di Medicina Andrea Montella e dei rappresentanti dell’Ail.

Le conclusioni saranno affidate a Sante Tura, professore emerito dell’Università di Bologna, e a Claudio Fozza.

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Le patologie neuro-muscolari, la miastenia gravis e la distrofia muscolare di Duchenne saranno i temi al centro della giornata di studi organizzata per il 3 marzo a Sassari dall’unità operativa di Genetica dell’Aou di Sassari e dal dipartimento di Scienze biomediche. L’evento, che si volgerà nell’aula magna della Facoltà di Medicina, si inserisce all’interno degli appuntamenti in programma per la giornata mondiale delle malattie rare, arrivata quest’anno all’undicesima edizione.

In Italia la giornata delle “Malattie rare” è coordinata da Uniamo-Federazione italiana malattie rare onlus e da Eurordis. Il tema, quest’anno, come lo scorso, è “La ricerca” che ha un ruolo fondamentale nel fornire ai pazienti le risposte e le soluzioni a loro necessarie.

Quattro le sessioni che vedranno impegnati specialisti sardi e da oltre Tirreno. Alle 9,30, dopo i saluti delle autorità, sarà il direttore dell’unità operativa di Genetica Andrea Montella a introdurre la giornata. Spazio quindi alle due sessioni mattutine: la prima dedicata alla “miastenia gravis” durante la quale si parlerà di inquadramento diagnostico, presa in carico e follow up del paziente. La seconda sessione, invece, si focalizzerà sulla distrofia muscolare di Duchenne. A chiudere la mattina sarà la tavola rotonda sulle due malattie e il ruolo della famiglia.

Le due sessioni pomeridiane, infine, si concentreranno sulle terapie utilizzate oggi per la cura della miastenia gravis e della distrofia muscolare di Duchenne quindi sulle terapie del domani si parlerà di caspasi e di remodelling genetico.

Chiuderà la giornata la tavola rotonda sull’importanza della postura seduta nei pazienti con patologie neuromuscolari.

L’evento è accreditato Ecm per 4,2 crediti formativi.

L’iscrizione potrà essere effettuata esclusivamente on-line tramite compilazione di un form sul sito www.acrosscongressi.com nella sessione “Eventi in corso”, entrando nell’evento di riferimento.