22 November, 2024
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La sala della circoscrizione di Bacu Abis venerdì 29 settembre ha ospitato un dibattito sui temi legati alla povertà e alla pace e un concerto de “Gli operai della Fiat 1100” alla festa di Sinistra Futura.

La serata è stata aperta da un ricordo di Marco Baldino, ex consigliere provinciale, con l’intervento della figlia Norma.

Il dibattito, introdotto dal segretario di Sinistra Futura Luca Pizzuto e coordinato dal giornalista Giampaolo Cirronis, ha visto la partecipazione di Michele Carrus, presidente nazionale della Federconsumatori; Andrea Pianu, portavoce del Forum del terzo Settore della Sardegna; Aldo Dessì, presidente di Arci Sardegna; Paola Casula, sindaca di Guasila, componente del direttivo di Anci Sardegna e dirigente di Sinistra Futura; Elisabetta Manella, rappresentante dell’associazione Sardegna 2050; Pietro Pani, presidente dell’associazione Orizzonte Sinistra ed Alessandra Todde, parlamentare, ex viceministro e sottosegretario, vicepresidente nazionale del Movimento 5 Stelle. Tra il numeroso pubblico presente in sala, la senatrice del Movimento 5 Stelle Sabrina Licheri, l’ex sindaca di Carbonia Paola Massidda, il portavoce del Movimento 5 Stelle Gian Luca Lai e il segretario del Partito socialista Daniele Pani.

Al termine del dibattito, si è esibito il gruppo “Gli operai della Fiat 1100”, cantando e suonando le canzoni del repertorio di Rino Gaetano. Il pubblico in sala ha gradito la loro performance e cantando con loro ha potuto “assaporare” i più graditi successi di un grande artista scomparso prematuramente, autore di molti pezzi che lo hanno reso famoso nello scenario musicale italiano. Una band coinvolgente capace di far divertire un pubblico senza età: alla voce Maurizio Piras, alle percussioni Nicola Corrias e al basso Edoardo Biggio. E di coinvolgere anche il pubblico, alla voce con Andrea Contu, operatore culturale della Società Umanitaria, e alla chitarra il consigliere comunale di Sinistra Futura Matteo Sestu.

Allegate alcune foto della serata

Nadia Pische

         

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L’importo a base di gara per affidare la gestione della Struttura residenziale psichiatrica di Fluminimaggiore è basso e le cooperative scrivono alla Regione e chiedono di rivedere la procedura per renderla economicamente compatibile. 
«In qualità di associazioni di rappresentanza della cooperazione ci troviamo obbligati a prendere posizione nel merito della procedura in oggetto e a segnalare le gravi criticità che contiene», scrivono Andrea Pianu di Legacoop, Giovanni Angelo Loi di Agci Solidarietà Sardegna ed Antonello Pili di Confcooperative.
Il nodo da sciogliere, riguarda l’importo a base di gara, pari a € 135.360,00 per un periodo di 6 mesi. Una cifra considerata «indiscutibilmente sottodimensionato rispetto ai costi che lo svolgimento reale del servizio comporta». 
«Il valore della gara individuato dalla stazione appaltante in € 135.360,00 risulta, pertanto, insufficiente anche solo a garantire la copertura del costo del lavoro da sostenere per le prestazioni minime del servizioscrivono i tre rappresentanti –; la differenza tra i due valori presenta un disavanzo di € 17.724,39. Sommando una stima approssimativa dei diversi costi di gestione della struttura (sicurezza, pasti, forniture, manutenzioni, etc.) il disavanzo del base d’asta arriverebbe complessivamente ad almeno € 50.000,00. Tutto ciò ci sembra molto grave e crediamo debba essere tempestivamente corretto.»
Da qui la richiesta di intervento: «Sulla base di queste considerazioni invitiamo la stazione appaltante e l’assessorato della Sanità a valutare un’attenta verifica degli atti di gara e ad una conseguente modifica degli stessi al fine di rendere economicamente sostenibile la partecipazione alla procedura. Ciò al fine di evitare che la stessa vada deserta, causando ulteriori disagi e ritardi nell’erogazione del servizio ai cittadini, o che l’aggiudicatario si trovi ad affrontare problematiche che possano compromettere la corretta esecuzione del servizio con tutte le relative conseguenze per la salute dei pazienti». 

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Qualità dei servizi e rispetto dei contratti di lavoro, ma anche trasparenza nei contratti e rispetto delle regole. Nasce a Cagliari, costituito da Legacoop, Agci, Confcooperative e organizzazioni sindacali che sottoscrivono il contratto della cooperazione sociale. A Cagliari, questa mattina nella sala conferenze della Camera del Lavoro (Cgil) il primo appuntamento che ha visto partecipare i rappresentanti delle diverse organizzazioni. Un esperimento che, come ha rimarcato nella relazione introduttiva Andrea Pianu di Legacoop “parte dal basso”. «Avviamo un percorso che vuole mettere assieme due aspetti, qualità erogate ai cittadini e valorizzione del lavoro di chi è chiamato a operare – premette Andrea Pianu – in un contesto in cui l’incertezza sulle risorse della pubblica amministrazione rischia di non garantire il giusto equilibrio».

Il protocollo che è stato siglato, argomenta Pianu «ha valore fondamentale perché punta a superare questa contrapposizione e punta a intervenire sull’interesse generale dei cittadini. La qualità dei servizi passa per l’affidamento attraverso l’appalto». L’osservatorio avrà una sua struttura che spazia su diversi campi che vanno dall’informazione sui servizi alla formazione degli addetti. Compresa anche una struttura che possa fornire la necessaria assistenza legale. Obiettivo dell’organismo «mantenere la legalità e diritti negli appalti e trasparenza. Oltre che il rispetto delle norme contrattuali del lavoro nella loro interezza e il mantenimento di un regime costante dei pagamenti da parte delle istituzioni e l’applicazione concreta della clausola sociale». Punto di partenza i numeri. Daniela Schirru, presidente Legaccop Cagliari parla di «strumento indispensabile per salvaguardare la qualità dei servizi sociali e la qualità del lavoro. Sino a oggi si è lavorato per organizzare una struttura che avrà un’applicazione concreta in grado».

Citando i dati di Sardegna Ricerche a proposito degli appalti spiega che «circa il 55 per cento è di imprese sarde. Più cresce il valore degli appalti più si riduce la presenza delle imprese sarde che si aggiudicano gli appalti». Fatturato ed addetti ai lavori di tutto rispetto, come dice Giovanni Loi dell’Agci. «L’osservatorio ha una consistenza numerica importante in questo settore operano 600 coop sociali com 7000 soci e un fatturato complessivo di 280 milioni euro di fatturato. L’osservatorio non è la bacchetta magica ma uno strumento per lavorare al meglio e garantire un servizio adeguato». Per Guido Sarritzu della Uil «con l’osservatorio si potrà sicuramente migliorare il sistema». Antonello Pili di Federsolidarietà parla di «iniziativa importante perché è necessario un confronto costante, soprattutto alla luce dell’applicazione del nuovo codice degli appalti».

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Il Terzo Settore è un mondo vasto e variegato che conta in Italia centinaia di migliaia di organizzazioni non a scopo di lucro avvalendosi dell’apporto professionale di 1 milione di lavoratori e 5 milioni di volontari.

E’ un modello di infrastrutturazione sociale che viene da lontano, un percorso che – sul piano legislativo – si fa risalire agli anni ’90 con le leggi sulle associazioni di volontariato (266/91), sulla cooperazione sociale (381/91), sulle associazioni di promozione sociale (383/2000), passando dalle norme che hanno promosso l’istituzione delle ONLUS (460/97). Le organizzazioni che si riconoscono in questa cornice normativa sono fondate su principi di solidarietà e democrazia, orientate alla realizzazione di attività solidaristiche, di tutela dei diritti, di promozione sociale, di mutualità e gratuità. Organizzazioni entro le quali una parte rilevante delle attività si sviluppa attraverso la donazione di tempo a titolo gratuito e di volontariato.

In Sardegna le attività volontaristiche rese all’interno delle associazioni di volontariato contano l’apporto di circa 100mila persone; a queste vanno sommate le attività di volontariato prestato dentro le cooperative sociali di tipo B, quelle che si occupano di inserimento lavorativo di persone in particolari condizioni di svantaggio personale e sociale; inoltre bisogna annoverare la disponibilità dei soci delle associazioni di promozione sociale, che in migliaia di strutture di base rendono possibile la realizzazione delle attività sociali grazie al volontariato. A tutto ciò va aggiunto il tanto lavoro volontario che cittadini – anche non organizzati all’interno di associazioni e cooperative – prestano in modo estemporaneo negli ambiti più svariati (cultura, tempo libero, sport, ambiente, cittadinanza attiva).

La riforma del Terzo Settore avvia un percorso di sostegno a tutti questi enti con l’esplicita ambizione di una maggiore interconnessione tra tutte le anime che lo compongono, attraverso una notevole semplificazione normativa e un unico registro nazionale che tuttavia non cancellerà le identità storiche.

La promozione del settore si svilupperà attraverso agevolazioni fiscali, maggiore limpidezza nelle modalità di collaborazione con gli enti pubblici, maggiore chiarezza e trasparenza nei bilanci e nelle rendicontazioni, utilizzo di strumenti di sostegno finanziario innovativi (social bonus), riconoscimento delle attività di volontariato svolte in ogni Ente di Terzo Settore e quindi potenziamento dell’apporto gratuito in tutte le organizzazioni che lo compongono e valorizzazione della figura del volontario.

La riforma istituisce anche il Servizio Civile Universale, con maggiori opportunità che verranno offerte ai giovani per prestare il proprio servizio in Italia e all’estero. Favorisce l’estensione nel sostegno ai Centri di Servizio per il Volontariato (in Sardegna si tratta del CSV Sardegna Solidale – gestito dall’Associazione la Strada e attivo dal 1998 – che ha gestito da allora oltre 30 milioni di euro in attività svolte dalle associazioni di volontariato aderenti), estendendo la governance a tutto il Terzo Settore, attraverso un’organizzazione condivisa e democratica, con una propria personalità giuridica, improntata al principio della “porta aperta”.

La riforma del Terzo Settore in Sardegna riguarderà 1.725 associazioni di volontariato, oltre 800 cooperative sociali, migliaia di circoli e strutture di base delle associazioni di promozione sociale e altri enti non lucrativi. Si stima vengano interessate oltre 8 mila organizzazioni, anche raggruppate in reti associative, al cui interno operano oltre 14 mila lavoratori e centinaia di migliaia di cittadine e cittadini sardi.

Per tutto questo la riforma è certamente una grande sfida che vogliamo affrontare con fiducia, riguarda tutto il mondo della solidarietà organizzata, l’economia sociale ed il volontariato in senso lato. È un grande potenziale riconosciuto da tutti e approvato dal Forum Nazionale del Terzo Settore che raggruppa tutte le nostre sigle.

Per questo rimaniamo sorpresi nel leggere l’attacco portato da una parte delle associazioni sarde di volontariato a nome di tutto il Terzo Settore sardo. Attacco in cui non ci riconosciamo e non si riconoscono le altre sigle del Terzo Settore in Sardegna. Un attacco mistificatore che richiama un’unità che in Sardegna non esiste e che riguarda solo una frazione di questo grande mondo, quello  che aderisce al CSV Sardegna Solidale. C’è tanta altra parte di volontariato nella nostra regione che non ci si riconosce e guarda con spirito positivo il percorso riformatore sui Centri di Servizio per il Volontariato basato sul principio della “porta aperta”.

La Regione Sardegna – per la competenza data dal suo Statuto Autonomo – dovrà avviare un proprio percorso attuativo che potrà essere l’occasione per iniziare una nuova stagione, in cui il mondo del Terzo Settore regionale si metterà al servizio di tutta la società sarda.

Francesco Sanna (confcoop federsol), Alfio Desogus (FISH), Tore Farina (UISP), Franco Marras (ACLI), Andrea Pianu legacoopsic, Franco Uda (ARCI)

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«È il momento di iniziare nuovamente a scrivere il welfare sardo. Quello che c’è andava bene per la situazione quando è stato predisposto. Ora va riscritta la riforma socio assistenziale, socio educativa e socio sanitaria per i prossimi dieci anni.»

A sollecitarlo, spiegando che «è necessario adeguare tutto al mondo che cambia giorno dopo giorno» è stato il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori, nel corso dell’assemblea congressuale di Legacoop Sociali che si è svolta a Cagliari, al T Hotel.

«In una regione come la nostra dove ci sono  oltre 800 cooperative sociali – ha spiegato Atzori – noi come Legacoop ci siamo con circa 200 coop che rappresentano oltre il 65 per cento del fatturato e 60 per cento occupazione.»

Le 200 coop sociali che operano in Sardegna sotto l’egida della Legacoop, contano 2.228 soci, 2.270 occupati ed un fatturato di 112.339.009 euro. Dal presidente di Legacoop un passaggio sulla questione risorse. «Solleviamo da tempo il tema su come riprogrammare le risorse, per adeguarle a un mondo che cambia di mese in mese – ha proseguito Atzori -. Il fatto non è che mancano le risorse, ma che devono essere riprogrammate. Bisogna ripartire dalla esperienza delle bella cooperazione che parte dai territori e sa proporre risorse». Quindi un passaggio sulle istituzioni che «devono ascoltare». «Abbiamo detto in altre assemblee territoriali, non vogliamo essere invitati – ha rimarcato Atzori – ma siamo parte del tavolo, come prevede la norma, e siamo in grado di dare un contributo positivo». Eleonora Vanni, vice presidente nazionale di Legacoop sociali ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto dalle coop sociali evidenziando la necessità di «un’adeguata programmazione quando si pensa ai servizi». Non solo. «L’Associazione di rappresentanza in questi anni ha lavorato su tutti i tavoli e tematiche su cui era impegnata (terzo settore e codice degli appalti e percorsi di innovazione) – ha proseguito Eleonora Vanni – perché si deve mettere al centro una riflessione su cosa potrà essere la cooperazione sociale di domani».

Nel corso dell’iniziativa (che ha subito un cambiamento nel programma a causa di un lutto che ha colpito il responsabile regionale di Legacoop sociali) la tavola rotonda con il senatore Ignazio Angioni, componente della commissione Lavoro che ha illustrato le politiche del lavoro e sociali, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il presidente delle Acli Franco Marras.

Nel corso dell’assemblea Andrea Pianu è stato confermato coordinatore regionale e sono stati eletti 10 delegati che andranno al congresso nazionale.

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Venerdì 27 ottobre 2017, alle ore 16.00, presso l’Aula Magna “Vera Cao Pinna” della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in Viale Fra Ignazio 74, a Cagliari, si terrà l’incontro dal titolo “La Riforma del Terzo Settore. Nuove opportunità, nuovo sviluppo” organizzato da Acli Sardegna, Arci, Confcooperative, Fish, UISP, Legacoop sociali Sardegna.

In vigore dal 3 agosto di quest’anno, il Codice del Terzo Settore riordina finalmente la legislazione riguardante l’attività delle organizzazioni del Terzo Settore. Quello della Riforma del Terzo Settore è un cammino iniziato già nel 2014, culminando nel 2016 con la legge delega al Governo che sarà completato con i decreti ministeriali che ne permetteranno una concreta attuazione. Tante le novità di questa riforma, fra le quali l’abrogazione di alcune normative e la nuova denominazione delle organizzazioni del Terzo Settore che si chiameranno ora Enti del Terzo Settore (Ets) e comprenderanno sette tipologie diverse di organizzazioni.

All’incontro di approfondimento sarà presente Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare, che ha promosso ed accompagnato la riforma, insieme ad altri ospiti tra i quali Franco Marras (Acli Sardegna), Franco Uda (Arci Sardegna), Maria Pina Casula (UISP Sardegna), Silvio Lai (senatore della Repubblica), Francesco Sanna (Federsolidarietà Sardegna), Alfio Desogus (Fish Sardegna), Valter Piscedda (consigliere regionale RAS), Andrea Pianu (Legacoop Sociali Sardegna) e Carlo Mannoni (Fondazione di Sardegna).

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La qualità e le competenze per i servizi alle persone con difficoltà prima di tutto. E poi dare gambe al sistema che supera le gare d’appalto. È il futuro che Legacoop individua per il settore dei servizi sociali dove competenza, qualità degli interventi e tutela dei posti di lavoro viaggiano assieme. Un messaggio importante che i dirigenti di Legacoop hanno lanciato alla Regione nel corso del convegno seminario che si è svolto ieri a Cagliari e che ha visto partecipare anche l’assessore regionale alla sanità Luigi Arru. Obiettivo: «Emanare un regolamento sul sistema di accreditamento nel servizio di assistenza alle persone in modo che vengano garantiti qualità e servizi alla persona e posti di lavoro». Un settore delicato e molto importante, come rimarcato nel corso del seminario, che vede operare 200 coop in tutta la Sardegna, 3600 occupati e un fatturato di 110 milioni di euro. 

«Il servizio di accreditamento è stato istituito nel 2000 e da allora è stato fatto poco – ha spiegato Daniela Schirru, presidente del Legacoop Cagliari –  con questa azione si intende rafforzare il servizio di assistenza». Servizio di accreditamento, come è stato spiegato nel corso del seminario può diventare alternativo al sistema degli appalti e “punta a garantire sia la qualità dei servizi sia i posti di lavoro.» 

A spiegare criticità dell’attuale sistema e vantaggi, offerti dal sistema di accreditamento è stato Andrea Pianu, coordinatore per Legacoop Cagliari delle coop sociali. Nel corso del convegno anche le testimonianze dell’Emilia Romagna dove, come ha rimarcato Alberto Alberani responsabile dell’area Welfare di Legacoop Emilia Romagna.

«In diverse regioni – ha argomentato Daniela Schirru – l’accreditamento dei servizi alla persona rappresenta oggi una realtà che ha contribuito a consolidare i servizi a favore delle comunità locali, a superare una dimensione di forte discrezionalità e “discutibile oggettività” negli affidamenti tramite lo strumento della gara d’appalto, nonchè ricollocare al centro del servizio il cittadino e i suoi bisogni.»

Da qui la decisione di Legacoop di rilanciare questo tema alla pubblica discussione, realizzando un percorso che unisca l’approfondimento e la conoscenza delle esperienze realizzate, con il confronto con i diversi soggetti istituzionali, la Regione Autonoma della Sardegna e gli Enti locali.

Andrea Pisanu copia

Lunedì 15 giugno si insedierà il nuovo Consiglio comunale di Giba. Il nuovo sindaco Andrea Pisanu, 40 anni, vincitore con ampio margine della sfida elettorale con il sindaco uscente Learco Fois, presenterà la squadra di tre assessori che verrà scelta tra gli 8 consiglieri eletti nella lista di maggioranza.

Ricordiamo che Andrea Pisanu, è stato eletto con 870 voti, il 58,90%. La lista civica “Continuità e progresso” s’è fermata 607 voti, il 41,09%, eleggendo 4 consiglieri. Andrea Pisanu è stato consigliere di opposizione nell’ultima consiliatura. Learco Fois ha amministrato il comune di Giba negli ultimi dieci anni.

Le elezioni hanno registrato 1.496 votanti su 2.093 aventi diritto al voto, per una percentuale del 71,47%.

Lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti”, 8 eletti:

Emanuele Pistis 143 voti

Nicola Atzori 80

Salvatore Orrù 76

Alberto Pittoni 68

Alessandro Porcina 68

Simone Atzori 62

Francesco Uccheddu 55

Francesca Diana 49

Candidati non eletti:

Maria Cristina Serrenti 48

Francesca Murgia 43

Sara Lepuri 40

Gilda Diana 29

Lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios”, 4 eletti:

Candidato sindaco Learco Fois, eletto consigliere comunale

Giacinto Granella 113

Mario Camboni 69

Roberto Zanda 58

Candidati non eletti:

Michele Orrù 50

Giorgio Cogotti 45

Nicola Demontis 38

Andrea Diana 38

Brunello Orrù 33

Mitore Gambula 29

Nicola Diana 21

Simone Manai 18

Giovanni Falessi 18

 

Municipio Giba

Andrea Pisanu, 40 anni, è il nuovo sindaco di Giba. Ha battuto l’uscente Learco Fois con 870 voti, il 58,90%. La lista civica “Giba e Villarios uniti” guidata da Andrea Pisanu ha vinto le elezioni portando in Consiglio comunale 8 consiglieri. La lista civica “Continuità e progresso” s’è fermata 607 voti, il 41,09%, eleggendo 4 consiglieri. Andrea Pisanu è stato consigliere di opposizione nell’ultima consiliatura. Learco Fois ha amministrato il comune di Giba negli ultimi dieci anni.

Le elezioni hanno registrato 1.496 votanti su 2.093 aventi diritto al voto, per una percentuale del 71,47%.

Lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti”, 8 eletti:

Emanuele Pistis 143 voti

Nicola Atzori 80

Salvatore Orrù 76

Alberto Pittoni 68

Alessandro Porcina 68

Simone Atzori 62

Francesco Uccheddu 55

Francesca Diana 49

Candidati non eletti:

Maria Cristina Serrenti 48

Francesca Murgia 43

Sara Lepuri 40

Gilda Diana 29

Lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios”, 4 eletti:

Candidato sindaco Learco Fois, eletto consigliere comunale

Giacinto Granella 113

Mario Camboni 69

Roberto Zanda 58

Candidati non eletti:

Michele Orrù 50

Giorgio Cogotti 45

Nicola Demontis 38

Andrea Diana 38

Brunello Orrù 33

Mitore Gambula 29

Nicola Diana 21

Simone Manai 18

Giovanni Falessi 18

A Giba, 2.095 abitanti, domenica 31 maggio Learco Fois corre per il terzo mandato consecutivo, lo sfidante è Andrea Pisanu.

Il sindaco uscente guida la lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios” che presenta i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:

Mario Camboni, Giorgio Cogotti, Nicola Demontis, Andrea Diana, Nicola Diana, Giovanni Falessi, Mitore Gambula, Giacinto Granella, Simone Manai, Brunello Orrù noto Nello, Michele Orrù, Roberto Zanda.

Andrea Pisanu guida la lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti” che ha i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:

Nicola Atzori, Simone Atzori, Francesca Diana, Gilda Diana, Sara Lepuri, Francesca Murgia, Salvatore Orrù, Emanuele Pistis, Alberto Pittoni, Alessandro Porcina, Maria Cristina Serrenti, Francesco Uccheddu.

Municipio Giba copia