31 March, 2025
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Lo scorso 7 marzo la sala riunioni di “Casa Fenu”, a Villamassargia, ha ospitato un incontro dibattito inserito nel festival di letteratura, organizzato già da alcuni anni dal comune di Villamassargia, ‘Incontri nella terra di mezzo’, focalizzato sulla presentazione della pubblicazione intitolata “Sardegna, per un nuovo Statuto Speciale”, edita dalla Scuola di Cultura Politica “Francesco Cocco” e curata da Fernando Codonesu.
Energia, trasporti, rilancio e sviluppo dei territori periferici, con una rimeditazione sulla cosiddetta “specialità regionale”, attraverso un percorso storico-politico su cui ha preso forma l’identità di un popolo sono i temi affrontati nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato la sindaca Debora Porrà e i relatori prof. Andrea Pubusa e ing. Fernando Codonesu, cofondatori della Scuola di Cultura Politica “Francesco Cocco”, autori rispettivamente della presentazione e della relazione introduttiva dell’opera, scritta a più mani da studiosi, professionisti e personaggi di spicco del panorama sardo.
La finalità della pubblicazione, che riunisce gli atti del convegno che si è tenuto a Cagliari lo scorso anno, «è offrire un contributo qualificato alla crescita della Sardegna, attraverso un’operazione di rilancio e una politica di sviluppo consapevole»hanno sottolineato i relatori Fernando Codonesu e Andrea Pubusa.
Nel corso della serata si è parlato di autogoverno e autodeterminazione ripercorrendo un po’ di storia, da Eleonora d’Arborea, con la promulgazione della Carta de Logu, a ciò che tentò di fare invano Francesco Cossiga nel 2006 con il disegno di legge costituzionale che tra gli obiettivi si prefiggeva l’emancipazione della Sardegna in termini politico-economici, fino all’idea di una Costituzione sarda e di una “coscienza nazionale dei sardi”.
Al termine, ho intervistato Fernando Codonesu e Andrea Pubusa, su due temi distinti: la questione energia, centrale per presente e futuro della Sardegna; la proposta di una nuova legge per l’elezione presidente della Giunta e del Consiglio regionale.

Energia, trasporti, rilancio e sviluppo dei territori periferici, con una rimeditazione sulla cosiddetta “specialità regionale”, attraverso un percorso storico-politico su cui ha preso forma l’identità di un popolo. In un momento che appare più che mai cruciale per il futuro della Sardegna, idee, progetti e possibili processi di autogoverno saranno illustrati nel corso di un incontro promosso dal comune di Villamassargia a casa Fenu, venerdì 7 marzo, alle ore 17.30.
Il dibattito si inserisce nel festival di letteratura, organizzato già da alcuni anni dal comune di Villamassargia, ‘Incontri nella terra di mezzo’ e ha come focus la pubblicazione intitolata “Sardegna, per un nuovo Statuto Speciale”, edita dalla Scuola di Cultura Politica “Francesco Cocco” e curata da Fernando Codonesu.
L’incontro, moderato dalla giornalista Sara Vigorita, prevede la partecipazione della sindaca di Villamassargia Debora Porrà e dei relatori prof. Andrea Pubusa e ing. Fernando Codonesu, cofondatori della Scuola di Cultura Politica “Francesco Cocco”, autori rispettivamente della presentazione e della relazione introduttiva dell’opera, scritta a più mani da studiosi, professionisti e personaggi di spicco del panorama sardo.
«Ci sono decisioni sul nostro futuro che non sono più rinviabili e intendiamo affondare le radici di una sfida che deve necessariamente assumere un carattere collettivoha osservato la sindaca Debora Porrà -. Per questo abbiamo deciso di organizzare un momento di riflessione per offrire strumenti utili e spunti a chi vorrà partecipare. Non si può avere un’opinione libera, o assumere una linea di pensiero, senza ascoltare ne’ senza sapere, soprattutto rispetto ad argomenti così complessi.»
La finalità della pubblicazione, che riunisce gli atti del convegno che si è tenuto a Cagliari lo scorso anno, «è offrire un contributo qualificato alla crescita della Sardegna, attraverso un’operazione di rilancio e una politica di sviluppo consapevole», hanno sottolineato i relatori Fernando Codonesu e Andrea Pubusa.
Con la presentazione di un’analisi dettagliata, che offre un quadro estremamente realistico sulla situazione attuale, si parlerà di autogoverno e autodeterminazione ripercorrendo un po’ di storia, da Eleonora d’Arborea, con la promulgazione della Carta de Logu, a ciò che tentò di fare invano Francesco Cossiga nel 2006 con il disegno di legge costituzionale che tra gli obiettivi si prefiggeva l’emancipazione della Sardegna in termini politico-economici, fino all’idea di una Costituzione sarda e di una “coscienza nazionale dei sardi”.
Approntare oggi una progettazione organica dell’isola su vari ambiti è un processo lungo che parte dalla formazione perché come viene sottolineato nel libro: “Chini tenit sentidu no si depit ispantai de nudda”. Chi sa sentire e ragionare bene, non ha di che temere.

Venerdì 15 marzo, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di Carbonia, nell’ambito della rassegna Carbonia Scrive, si terrà la presentazione del libro di Andrea Pubusa “Nel segno di Lussu. Per una Carta costituzionale dei sardi”. Coordinerà Sandro Mantega, giornalista e scrittore. Il libro, presente l’autore, sarà presentato dal professor Fernando Codonesu, scrittore e saggista.

Con questo saggio, che riprende gli studi già pubblicati, Andrea Pubusa si interroga ancora sulla questione dell’autogoverno della Sardegna e, più in particolare, sul modo e sul contenuto di un possibile superamento dello Statuto speciale, non da oggi oggetto di molte critiche, senza però indicazioni su una nuova formulazione. Partendo da questa considerazione, l’autore riprende la riflessione dei grandi pensatori di parte democratica dell’Ottocento, da Angioy ad Asproni, a Tuveri per poi passare a Gramsci e Lussu, tutti federalisti e non separatisti. Questa, che è stata definita “linea federalista sarda, ha poi avuto sviluppo in intellettuali del secondo dopoguerra, quali Umberto Cardia, Giovanni Lilliu, Pietrino Soddu e Antonio Simon Mossa, che oltre che federalista era anche indipendentista. Partendo da questa impostazione, l’autore esamina lo Statuto vigente, mettendo in luce ch’esso assegna allo Stato un potere di decisione che comprime l’autogoverno regionale, e propone un ribaltamento con al centro il potere di decisione della Regione in molte materie, dalla lingua, ai trasporti, all’energia, alla programmazione ed altri ancora. Una lunga cavalcata tra pensatori e idee di riformismo e federalismo, sapientemente indagate dall’occhio attento dello storico.

Il Consiglio comunale di Carbonia ha approvato nei giorni scorsi una delibera in cui, in estrema sintesi, dice che per i passi carrai devono pagare il canone soltanto coloro che ne hanno fatto richiesta e sono
stati autorizzati. Sono esclusi dal pagamento tutti gli altri, quindi – sembra di capire – anche coloro che non hanno fatto negli anni scorsi domanda. Nella delibera si dice poi che questa disciplina vale per il 2023.
Fin qui tutto chiaro. Vien però da chiedersi che sorte hanno le richieste di pagamento già inviate dal Comune per gli anni precedenti a chi non aveva fatto alcuna richiesta per avere il passo. La risposta, sul piano logico prima che giuridico, è nel senso che gli avvisi di pagamento devono intendersi ritirati, dal momento che ora si afferma che nel 2023 devono pagare solo i richiedenti.
Preciso che esistono due particolari vizi degli atti amministrativi che sono “la contraddittorietà dei provvedimenti” e “l’illogicità manifesta” e qui è palesemente contraddittorio e illogico stabilire che nel 2023 devono pagare solo i richiedenti e prima di quest’anno anche i non richiedenti. Vi è anche una “manifesta ingiustizia” (altro vizio degli atti amministrativi) nel far pagare il canone a chi non ha fatto richiesta per gli anni precedenti il 2023 ed esonerare chi non l’ha fatta nell’anno in corso.
Insomma, per mettere a posto le cose ed evitare contenziosi, che potrebbero comportare un aggravio di spese per il Comune, quest’ultimo dovrebbe precisare che quanto stabilito nella delibera consiliare dei giorni scorsi vale anche per gli anni precedenti e annulla tutte le precedenti richieste di pagamento per i cittadini che finora non hanno richiesto il passo. In buona sostanza si riparte da zero.
Ciò varrebbe a tranquillizzare i cittadini di Carbonia ancora confusi e sconcertati per le poco chiare decisioni del Comune. I cittadini hanno diritto ad un chiarimento. Ed è preciso dovere dell’amministrazione darlo.

Andrea Pubusa

Professore di Diritto amministrativo – Università di Cagliari

Apprendo dalla stampa che il comune di Carbonia non solo non ha aperto una riflessione sui provvedimenti d’imposizione generalizzata di un canone sui passi carrai, ma pare voglia chiedere addirittura  gli arretrati degli ultimi cinque anni – a suo dire – non prescritti.

Ora, riservandomi un parere più esaustivo dopo la lettura delle carte, si può fin d’ora fare qualche osservazione critica.

I provvedimenti amministrativi devono essere preceduti da una fase conoscitiva (istruttoria), particolarmente attenta e completa, soprattutto quando si tratti d’imporre al cittadino tasse, imposte o comunque prelievi. Nel caso in esame, occorre accertare se le persone a cui si impone il canone hanno richiesto l’utilizzo del passo carraio o il cartello stradale che lo indica o hanno effettivamente, senza domanda, utilizzato il passo. Si ricordi, in proposito, che i marciapiedi con gli scivoli sono stati realizzati, senza richiesta, dal Comune in occasione dell’asfalto delle strade di Carbonia. Quindi, mentre il canone può essere imposto a chi ha fatto domanda, l’Amministrazione nulla sa o può provare al momento in relazione agli altri, che sono la stragrande maggioranza. Per costoro, non in blocco, ma uno per uno, occorre fare un’istruttoria per sapere se lo usano o no. Per coloro che utilizzano il passo si potrà imporre il canone, per gli altri no. Si comprende quindi che un provvedimento generalizzato presenta forti dubbi di legittimità, mancando l’istruttoria e la motivazione, elementi essenziali di qualunque provvedimento amministrativo.

Sulla base di queste considerazioni, l’Amministrazione dovrebbe ritirare d’ufficio i provvedimenti adottati e procedere alla verifica suindicata. Sarebbe auspicabile una leale interlocuzione con i cittadini per giungere ad una soluzione condivisa, anche perché è probabile che molti cittadini saranno disponibili a presentare la domanda, in quanto il passo carrabile è utile e indispensabile.
La situazione attuale ingenera conflittualità sociale e, probabilmente, darà luogo ad un contenzioso costoso e defatigante, eludibile con una condotta misurata e di buon senso.

Mi sia consentito, infine, la condotta del Comune appare poco rispettosa per una comunità, che nei momenti importanti, ha sempre dato prova di grande civismo e democraticità. Non dimentichiamo che Carbonia per molti decenni è stata la punta più avanzata nel movimento dei lavoratori in Sardegna.

Andrea Pubusa

Professore di diritto amministrativo all’Università di Cagliari

A Carbonia c’è una generale agitazione per i passi carrai sui quali il Comune ha disposto il pagamento di una tassa, che per le famiglie in difficoltà (e sono tante) è consistente, 120 euro all’anno, ossia 10 euro al mese. La questione è importante, perché ogni abitazione ha uno scivolo.

Ora, stando anche ai miei ricordi personali, l’abbassamento del marciapiede è stato disposto dal Comune all’atto dell’asfalto delle vie cittadine. Non è stato richiesto dai proprietari o dagli affittuari. Si tenga anche conto che, al tempo, gran parte delle case era ancora di proprietà dell’Istituto case popolari. Opportunamente, dunque, l’Amministrazione comunale, nel rifare le vie cittadine, fece gli scivoli in corrispondenza degli ingressi alle abitazioni, ma lo fece motu proprio, senza alcuna richiesta dei proprietari. Per questi scivoli, l’Amministrazione, non avendo avuto richiesta, non può chiedere alcun compenso. E, dunque, dovrebbe stralciarli dal novero dei debitori.

Può chiedere un corrispettivo solo ai proprietari di scivoli che hanno fatto domanda di passo carraio. E, dunque, dovrebbe condurre un’istruttoria nei suoi archivi, volta ad accertarne il numero, il nome e il cognome. Solo dopo questa verifica documentale dovrebbe fare la richiesta di pagamento.

Per i primi, dovrebbe, con un avviso pubblico, chiedere a chi è interessato di presentare domanda per avere il passo. E costoro andrebbero aggiunti al gruppo di coloro che già hanno presentato domanda e, dunque, sono debitori del canone.
E’ del tutto infondata e irrazionale la pretesa dell’Amministrazione di eliminazione dello scivolo per chi non fa domanda, Infatti, il marciapiede è stato abbassato non dai privati ma, di sua iniziativa, dallo stesso Comune nel fare le strade. Quindi, o i luoghi rimangono come sono, con lo scivolo (come sarebbe opportuno e razionale), oppure, questo dev’essere eliminato dall’Amministrazione a sue spese.
Rimane da esaminare la questione dell’usucapione del diritto di passo, ma questa è una questione più complessa, sulla quale mi riservo di tornare dopo un necessario approfondimento.

Andrea Pubusa

Professore di Diritto amministrativo all’Università di Cagliari

Giovedì 16 febbraio, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di viale Arsia, nell’ambito della rassegna “Carbonia scrive”, verrà presentato il libro “Da Angioy a Lussu. Un sentimento che in Sardegna attraversa il tempo: l’autogoverno”.

L’autore, l’avvocato Andrea Pubusa, è stato titolare della cattedra di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari e autore di monografie, saggi e articoli giuridici. Impegnato nei movimenti della sinistra, è stato consigliere regionale dal 1984 al 1994, eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano. 

L’incontro sarà coordinato dallo scrittore e giornalista Sandro Mantega. A presentare l’autore sarà lo scrittore e saggista Fernando Codonesu. Per l’Amministrazione comunale saranno presenti il sindaco Pietro Morittu e l’assessora della Cultura Giorgia Meli.

Il 29 dicembre del 1922 Luigi e Salvatore Fois furono vigliaccamente uccisi a sangue freddo, da una banda fascista proveniente da Iglesias mentre erano al lavoro a Portovesme. L’azione criminosa si inquadra nel disegno del padronato e della dirigenza delle miniere di eliminare il movimento popolare, che nell’Iglesiente, nella seconda metà dell’Ottocento, aveva conosciuto un importante sviluppo a seguito del processo di industrializzazione. La conseguenza fu la proletarizzazione di vasti strati di masse contadine fino ad allora addette ai lavori agricoli e la nascita di un movimento operaio industriale. Sorgono così le leghe di resistenza, le cooperative e la Federazione dei minatori, viene fondata la cooperativa dei battellieri, che organizza gli addetti al trasporto dei minerali da Portoscuso a Carloforte. Si sviluppano nell’Iglesiente all’inizio del Novecento una serie di lotte, talora molto dure come quelle di Buggerru del 1904, di Gonnesa e Nebida del 1906, che ebbero un’eco nazionale, ponendo il movimento socialista in breve tempo alla guida del governo locale. Nelle elezioni del 26 luglio del 1914, infatti, le liste socialiste vincono ad Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Calasetta e Carloforte; nella successiva tornata del 1920 conquistano anche le amministrazioni di Arbus, Guspini, Villamassargia e Portoscuso. Vengono mandati all’opposizione i ceti agrari, che fimo ad allora avevano gestito i comuni in alleanza con la dirigenza mineraria. La prospettiva è l’ulteriore estensione della forza e dell’influenza delle organizzazioni popolari che induce una crescente preoccupazione nel padronato industriale, non disposto ad accettare passivamente i nuovi equilibri economici e politici imposti dal proletariato minerario. Gli industriali minerari e gli agrari aspettano l’occasione per ribaltare i rapporti di forza. E trovano l’occasione propizia nei fatti che portano alla Marcia su Roma e alla nomina di Benito Mussolini a capo del governo. Sorgono così ad Iglesias e nei principali centri sulcitani le sezioni del fascio, che avviano un’azione violenta ed illegale di riconquista delle amministrazioni.

I fratelli Fois erano a capo della cooperativa dei battellieri, dalla quale i fascisti pretendevano di estrometterli con l’intimidazione e la violenza. La loro uccisione fu la reazione criminale e premeditata al loro rifiuto e alla loro ferma resistenza. Ricordare il sacrificio dei fratelli Fois significa, dunque, onorare, con loro, quanti si sono opposti al fascismo, difendendo le libertà democratiche e i diritti del lavoro. Con questo spirito, mentre nel Paese e in Sardegna si manifesta una ripresa di umori e movimenti che si richiamano al fascismo, l’ANPI ha diramato un appello col quale invita i cittadini a partecipare alle iniziative, organizzate dal Comune a Portoscuso e dall’Anpi a Cagliari, in ricordo dei fratelli Fois nell’anniversario del loro assassinio, e a continuarne l’opera in difesa delle libertà sancito nella Costituzione antifascista. Il 29, alle 9.00, si terrà a Portoscuso la commemorazione ufficiale indetta dal comune di Portoscuso, che proseguirà con diversi eventi per tutta la mattinata. Il 29, alle 17,45, nella sala della CSS via Marche n. 9 a Cagliari l’ANPI, insieme al CRC – Coordinamento per la democrazia costituzionale – ricorda l’eccidio dei fratelli Fois con un incontro introdotto da Andrea Pubusa, lettura degli atti processuali di Rita Atzeri e Piero Marcialis, canti popolari e antifascisti del Coro dell’Anpi diretto da Roberto Deiana.

Andrea Pubusa

Nuxis sceglierà il nuovo sindaco tra l’uscente Piero Andrea Deias e l’assessore uscente Romeo Ghilleri. Sono i candidati espressi dalle due liste presentate per le elezioni Amministrative in programma il prossimo 12 giugno.

Piero Andrea Deias, nato a Nuxis il 4 marzo 1960, geometra, venne eletto sindaco 5 anni fa con la lista “Tempus de cambiamentu”, con 432 voti (39,23%), davanti alla lista “Per Nuxis” capeggiata da Andrea Pubusa che ottenne 338 voti (30,69%) e alla lista “Prima Nuxis” capeggiata da Mariano Nonnis che ottenne 331 voti (30,06%).

Oggi Piero Andrea Deias guida la lista “Continuità e Trasparenza”, con 10 candidati alla carica di consigliere comunale (5 uomini e 5 donne): Angelica Arceri, Dafne Mayra Atzeni, Roberto Curreli, Alessandra Lai, Andrea Lai, Manuel Loi, Gian Carlo Mei, Maria Antonietta Pinna, Gabriele Pintus, Maria Teresa Vacca.

Romeo Ghilleri, nato a Carbonia il 26 ottobre 1977, dipendente Sider Alloys, 5 anni fa venne eletto consigliere comunale, candidato più votato con 94 preferenze nella lista “Tempus de cambiamentu”. guidata da Piero Andrea Deias, e per 5 anni ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Viabilità, Attività produttive ed Agricoltura.

Oggi Romeo Ghilleri guida la lista “Andiamo avanti per Nuxis”, con 12 candidati alla carica di consigliere comunale (8 uomini e 4 donne): Davide Tatti, Federico Figus, Cristian Muscas, Simone Secci, Gabriele Serra, Damiano Cani, Francesco Fanutza, Dario Melis, Serenella Tronci, Michela Pinna, Valeria Acca, Federica Simonini.

Giampaolo Cirronis

 

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Mercato locale limitato, frammentato, distante e fondato su pochi settori strategici; costi di trasporto elevati (per logistica, merci ed assicurazioni) per via della distanza ma anche di situazioni di concorrenza imperfetta; impossibilità di realizzare economie di scala, tenuto conto delle piccole dimensioni del mercato che comportano costi unitari elevati sia a livello di funzionamento delle imprese e sia di servizi pubblici; elevati costi di infrastrutturazione del territorio, tenuto conto della maggiorazione indotta dai costi di trasporto delle materie prime necessarie. Sono i quattro effetti più evidenti dell’insularità messi in evidenza dal presidente del Comitato per l’insularità Roberto Frongia nel corso dell’audizione al Senato sulla modifica della Costituzione.

Al collegamento hanno partecipato anche Maria Antonietta Mongiu (Presidente del Comitato Scientifico per l’insularità), Andrea Pubusa (Università di Cagliari), Omar Chessa (Università di Sassari), Giovanni Lobrano (Università di Sassari e componente Comitato Scientifico Insualrità), Enrico Atieri (ex magistrato e componente ), Benedetto Torrisi (Università degli Studi di Catania), Franco Angelo Siddi (Presidente Confindustria-Radiotelevisioni).

Uno squilibrio evidente e decisivo per il futuro dell’Isola, reso evidente dai numeri elaborati dall’Istituto Tagliacarne  per categoria di infrastruttura: fatto 100 l’indice di dotazione infrastrutturale, la Sardegna si ferma al 43,88% per quanto riguarda le strade, il più basso se raffrontato alla media nazionale e al resto delle aeree geografiche (88,17% nel Mezzogiorno, 111,19% nel Nord Ovest); ad appena  il 17,39 per quanto riguarda le ferrovie (76,28% nel Mezzogiorno, 102,62% nel Nord Ovest). Indici scadenti si riscontrano anche per quanto riguarda impianti e reti energetico-ambientali (38,35% contro il 67,11% del Mezzogiorno e il 127,35% nel Nord Ovest), telefonia (44% contro il 96,79% del Mezzogiorno e del 112,80% del Nord Ovest); reti bancarie e di servizi (38% contro il 64,99% del Mezzogiorno e il 135,25% del Nord Ovest).

Cosa significa vivere isolati? Frongia e Mongiu hanno cercato di dare una risposta a questo interrogativo, entrando nello specifico di quegli effetti dell’insularità che fanno dei sardi cittadini di serie B in termini di eguali diritti e condizioni di partenza rispetto ai cittadini del resto della Penisola e di opportunità rispetto al resto d’Europa. «I diritti della Sardegna non possono più attenderespiegano Frongia e Mongiu -. Con l’inserimento del principio di insularità in Costituzione vogliamo riaffermare la nostra specialità che riteniamo ci sia stata scippata con la riforma del 2001. Cancellare il riferimento all’insularità concludonosignifica aver tradito quel principio che aveva portato i Padri Costituzionali a riconoscere la specialità di Sardegna e Sicilia. Oggi abbiamo la possibilità e il dovere di intervenire».