2 November, 2024
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Venerdì 15 marzo, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di Carbonia, nell’ambito della rassegna Carbonia Scrive, si terrà la presentazione del libro di Andrea Pubusa “Nel segno di Lussu. Per una Carta costituzionale dei sardi”. Coordinerà Sandro Mantega, giornalista e scrittore. Il libro, presente l’autore, sarà presentato dal professor Fernando Codonesu, scrittore e saggista.

Con questo saggio, che riprende gli studi già pubblicati, Andrea Pubusa si interroga ancora sulla questione dell’autogoverno della Sardegna e, più in particolare, sul modo e sul contenuto di un possibile superamento dello Statuto speciale, non da oggi oggetto di molte critiche, senza però indicazioni su una nuova formulazione. Partendo da questa considerazione, l’autore riprende la riflessione dei grandi pensatori di parte democratica dell’Ottocento, da Angioy ad Asproni, a Tuveri per poi passare a Gramsci e Lussu, tutti federalisti e non separatisti. Questa, che è stata definita “linea federalista sarda, ha poi avuto sviluppo in intellettuali del secondo dopoguerra, quali Umberto Cardia, Giovanni Lilliu, Pietrino Soddu e Antonio Simon Mossa, che oltre che federalista era anche indipendentista. Partendo da questa impostazione, l’autore esamina lo Statuto vigente, mettendo in luce ch’esso assegna allo Stato un potere di decisione che comprime l’autogoverno regionale, e propone un ribaltamento con al centro il potere di decisione della Regione in molte materie, dalla lingua, ai trasporti, all’energia, alla programmazione ed altri ancora. Una lunga cavalcata tra pensatori e idee di riformismo e federalismo, sapientemente indagate dall’occhio attento dello storico.

Il Consiglio comunale di Carbonia ha approvato nei giorni scorsi una delibera in cui, in estrema sintesi, dice che per i passi carrai devono pagare il canone soltanto coloro che ne hanno fatto richiesta e sono
stati autorizzati. Sono esclusi dal pagamento tutti gli altri, quindi – sembra di capire – anche coloro che non hanno fatto negli anni scorsi domanda. Nella delibera si dice poi che questa disciplina vale per il 2023.
Fin qui tutto chiaro. Vien però da chiedersi che sorte hanno le richieste di pagamento già inviate dal Comune per gli anni precedenti a chi non aveva fatto alcuna richiesta per avere il passo. La risposta, sul piano logico prima che giuridico, è nel senso che gli avvisi di pagamento devono intendersi ritirati, dal momento che ora si afferma che nel 2023 devono pagare solo i richiedenti.
Preciso che esistono due particolari vizi degli atti amministrativi che sono “la contraddittorietà dei provvedimenti” e “l’illogicità manifesta” e qui è palesemente contraddittorio e illogico stabilire che nel 2023 devono pagare solo i richiedenti e prima di quest’anno anche i non richiedenti. Vi è anche una “manifesta ingiustizia” (altro vizio degli atti amministrativi) nel far pagare il canone a chi non ha fatto richiesta per gli anni precedenti il 2023 ed esonerare chi non l’ha fatta nell’anno in corso.
Insomma, per mettere a posto le cose ed evitare contenziosi, che potrebbero comportare un aggravio di spese per il Comune, quest’ultimo dovrebbe precisare che quanto stabilito nella delibera consiliare dei giorni scorsi vale anche per gli anni precedenti e annulla tutte le precedenti richieste di pagamento per i cittadini che finora non hanno richiesto il passo. In buona sostanza si riparte da zero.
Ciò varrebbe a tranquillizzare i cittadini di Carbonia ancora confusi e sconcertati per le poco chiare decisioni del Comune. I cittadini hanno diritto ad un chiarimento. Ed è preciso dovere dell’amministrazione darlo.

Andrea Pubusa

Professore di Diritto amministrativo – Università di Cagliari

Apprendo dalla stampa che il comune di Carbonia non solo non ha aperto una riflessione sui provvedimenti d’imposizione generalizzata di un canone sui passi carrai, ma pare voglia chiedere addirittura  gli arretrati degli ultimi cinque anni – a suo dire – non prescritti.

Ora, riservandomi un parere più esaustivo dopo la lettura delle carte, si può fin d’ora fare qualche osservazione critica.

I provvedimenti amministrativi devono essere preceduti da una fase conoscitiva (istruttoria), particolarmente attenta e completa, soprattutto quando si tratti d’imporre al cittadino tasse, imposte o comunque prelievi. Nel caso in esame, occorre accertare se le persone a cui si impone il canone hanno richiesto l’utilizzo del passo carraio o il cartello stradale che lo indica o hanno effettivamente, senza domanda, utilizzato il passo. Si ricordi, in proposito, che i marciapiedi con gli scivoli sono stati realizzati, senza richiesta, dal Comune in occasione dell’asfalto delle strade di Carbonia. Quindi, mentre il canone può essere imposto a chi ha fatto domanda, l’Amministrazione nulla sa o può provare al momento in relazione agli altri, che sono la stragrande maggioranza. Per costoro, non in blocco, ma uno per uno, occorre fare un’istruttoria per sapere se lo usano o no. Per coloro che utilizzano il passo si potrà imporre il canone, per gli altri no. Si comprende quindi che un provvedimento generalizzato presenta forti dubbi di legittimità, mancando l’istruttoria e la motivazione, elementi essenziali di qualunque provvedimento amministrativo.

Sulla base di queste considerazioni, l’Amministrazione dovrebbe ritirare d’ufficio i provvedimenti adottati e procedere alla verifica suindicata. Sarebbe auspicabile una leale interlocuzione con i cittadini per giungere ad una soluzione condivisa, anche perché è probabile che molti cittadini saranno disponibili a presentare la domanda, in quanto il passo carrabile è utile e indispensabile.
La situazione attuale ingenera conflittualità sociale e, probabilmente, darà luogo ad un contenzioso costoso e defatigante, eludibile con una condotta misurata e di buon senso.

Mi sia consentito, infine, la condotta del Comune appare poco rispettosa per una comunità, che nei momenti importanti, ha sempre dato prova di grande civismo e democraticità. Non dimentichiamo che Carbonia per molti decenni è stata la punta più avanzata nel movimento dei lavoratori in Sardegna.

Andrea Pubusa

Professore di diritto amministrativo all’Università di Cagliari

A Carbonia c’è una generale agitazione per i passi carrai sui quali il Comune ha disposto il pagamento di una tassa, che per le famiglie in difficoltà (e sono tante) è consistente, 120 euro all’anno, ossia 10 euro al mese. La questione è importante, perché ogni abitazione ha uno scivolo.

Ora, stando anche ai miei ricordi personali, l’abbassamento del marciapiede è stato disposto dal Comune all’atto dell’asfalto delle vie cittadine. Non è stato richiesto dai proprietari o dagli affittuari. Si tenga anche conto che, al tempo, gran parte delle case era ancora di proprietà dell’Istituto case popolari. Opportunamente, dunque, l’Amministrazione comunale, nel rifare le vie cittadine, fece gli scivoli in corrispondenza degli ingressi alle abitazioni, ma lo fece motu proprio, senza alcuna richiesta dei proprietari. Per questi scivoli, l’Amministrazione, non avendo avuto richiesta, non può chiedere alcun compenso. E, dunque, dovrebbe stralciarli dal novero dei debitori.

Può chiedere un corrispettivo solo ai proprietari di scivoli che hanno fatto domanda di passo carraio. E, dunque, dovrebbe condurre un’istruttoria nei suoi archivi, volta ad accertarne il numero, il nome e il cognome. Solo dopo questa verifica documentale dovrebbe fare la richiesta di pagamento.

Per i primi, dovrebbe, con un avviso pubblico, chiedere a chi è interessato di presentare domanda per avere il passo. E costoro andrebbero aggiunti al gruppo di coloro che già hanno presentato domanda e, dunque, sono debitori del canone.
E’ del tutto infondata e irrazionale la pretesa dell’Amministrazione di eliminazione dello scivolo per chi non fa domanda, Infatti, il marciapiede è stato abbassato non dai privati ma, di sua iniziativa, dallo stesso Comune nel fare le strade. Quindi, o i luoghi rimangono come sono, con lo scivolo (come sarebbe opportuno e razionale), oppure, questo dev’essere eliminato dall’Amministrazione a sue spese.
Rimane da esaminare la questione dell’usucapione del diritto di passo, ma questa è una questione più complessa, sulla quale mi riservo di tornare dopo un necessario approfondimento.

Andrea Pubusa

Professore di Diritto amministrativo all’Università di Cagliari

Giovedì 16 febbraio, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di viale Arsia, nell’ambito della rassegna “Carbonia scrive”, verrà presentato il libro “Da Angioy a Lussu. Un sentimento che in Sardegna attraversa il tempo: l’autogoverno”.

L’autore, l’avvocato Andrea Pubusa, è stato titolare della cattedra di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari e autore di monografie, saggi e articoli giuridici. Impegnato nei movimenti della sinistra, è stato consigliere regionale dal 1984 al 1994, eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano. 

L’incontro sarà coordinato dallo scrittore e giornalista Sandro Mantega. A presentare l’autore sarà lo scrittore e saggista Fernando Codonesu. Per l’Amministrazione comunale saranno presenti il sindaco Pietro Morittu e l’assessora della Cultura Giorgia Meli.

Il 29 dicembre del 1922 Luigi e Salvatore Fois furono vigliaccamente uccisi a sangue freddo, da una banda fascista proveniente da Iglesias mentre erano al lavoro a Portovesme. L’azione criminosa si inquadra nel disegno del padronato e della dirigenza delle miniere di eliminare il movimento popolare, che nell’Iglesiente, nella seconda metà dell’Ottocento, aveva conosciuto un importante sviluppo a seguito del processo di industrializzazione. La conseguenza fu la proletarizzazione di vasti strati di masse contadine fino ad allora addette ai lavori agricoli e la nascita di un movimento operaio industriale. Sorgono così le leghe di resistenza, le cooperative e la Federazione dei minatori, viene fondata la cooperativa dei battellieri, che organizza gli addetti al trasporto dei minerali da Portoscuso a Carloforte. Si sviluppano nell’Iglesiente all’inizio del Novecento una serie di lotte, talora molto dure come quelle di Buggerru del 1904, di Gonnesa e Nebida del 1906, che ebbero un’eco nazionale, ponendo il movimento socialista in breve tempo alla guida del governo locale. Nelle elezioni del 26 luglio del 1914, infatti, le liste socialiste vincono ad Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Calasetta e Carloforte; nella successiva tornata del 1920 conquistano anche le amministrazioni di Arbus, Guspini, Villamassargia e Portoscuso. Vengono mandati all’opposizione i ceti agrari, che fimo ad allora avevano gestito i comuni in alleanza con la dirigenza mineraria. La prospettiva è l’ulteriore estensione della forza e dell’influenza delle organizzazioni popolari che induce una crescente preoccupazione nel padronato industriale, non disposto ad accettare passivamente i nuovi equilibri economici e politici imposti dal proletariato minerario. Gli industriali minerari e gli agrari aspettano l’occasione per ribaltare i rapporti di forza. E trovano l’occasione propizia nei fatti che portano alla Marcia su Roma e alla nomina di Benito Mussolini a capo del governo. Sorgono così ad Iglesias e nei principali centri sulcitani le sezioni del fascio, che avviano un’azione violenta ed illegale di riconquista delle amministrazioni.

I fratelli Fois erano a capo della cooperativa dei battellieri, dalla quale i fascisti pretendevano di estrometterli con l’intimidazione e la violenza. La loro uccisione fu la reazione criminale e premeditata al loro rifiuto e alla loro ferma resistenza. Ricordare il sacrificio dei fratelli Fois significa, dunque, onorare, con loro, quanti si sono opposti al fascismo, difendendo le libertà democratiche e i diritti del lavoro. Con questo spirito, mentre nel Paese e in Sardegna si manifesta una ripresa di umori e movimenti che si richiamano al fascismo, l’ANPI ha diramato un appello col quale invita i cittadini a partecipare alle iniziative, organizzate dal Comune a Portoscuso e dall’Anpi a Cagliari, in ricordo dei fratelli Fois nell’anniversario del loro assassinio, e a continuarne l’opera in difesa delle libertà sancito nella Costituzione antifascista. Il 29, alle 9.00, si terrà a Portoscuso la commemorazione ufficiale indetta dal comune di Portoscuso, che proseguirà con diversi eventi per tutta la mattinata. Il 29, alle 17,45, nella sala della CSS via Marche n. 9 a Cagliari l’ANPI, insieme al CRC – Coordinamento per la democrazia costituzionale – ricorda l’eccidio dei fratelli Fois con un incontro introdotto da Andrea Pubusa, lettura degli atti processuali di Rita Atzeri e Piero Marcialis, canti popolari e antifascisti del Coro dell’Anpi diretto da Roberto Deiana.

Andrea Pubusa

Nuxis sceglierà il nuovo sindaco tra l’uscente Piero Andrea Deias e l’assessore uscente Romeo Ghilleri. Sono i candidati espressi dalle due liste presentate per le elezioni Amministrative in programma il prossimo 12 giugno.

Piero Andrea Deias, nato a Nuxis il 4 marzo 1960, geometra, venne eletto sindaco 5 anni fa con la lista “Tempus de cambiamentu”, con 432 voti (39,23%), davanti alla lista “Per Nuxis” capeggiata da Andrea Pubusa che ottenne 338 voti (30,69%) e alla lista “Prima Nuxis” capeggiata da Mariano Nonnis che ottenne 331 voti (30,06%).

Oggi Piero Andrea Deias guida la lista “Continuità e Trasparenza”, con 10 candidati alla carica di consigliere comunale (5 uomini e 5 donne): Angelica Arceri, Dafne Mayra Atzeni, Roberto Curreli, Alessandra Lai, Andrea Lai, Manuel Loi, Gian Carlo Mei, Maria Antonietta Pinna, Gabriele Pintus, Maria Teresa Vacca.

Romeo Ghilleri, nato a Carbonia il 26 ottobre 1977, dipendente Sider Alloys, 5 anni fa venne eletto consigliere comunale, candidato più votato con 94 preferenze nella lista “Tempus de cambiamentu”. guidata da Piero Andrea Deias, e per 5 anni ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Viabilità, Attività produttive ed Agricoltura.

Oggi Romeo Ghilleri guida la lista “Andiamo avanti per Nuxis”, con 12 candidati alla carica di consigliere comunale (8 uomini e 4 donne): Davide Tatti, Federico Figus, Cristian Muscas, Simone Secci, Gabriele Serra, Damiano Cani, Francesco Fanutza, Dario Melis, Serenella Tronci, Michela Pinna, Valeria Acca, Federica Simonini.

Giampaolo Cirronis

 

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Mercato locale limitato, frammentato, distante e fondato su pochi settori strategici; costi di trasporto elevati (per logistica, merci ed assicurazioni) per via della distanza ma anche di situazioni di concorrenza imperfetta; impossibilità di realizzare economie di scala, tenuto conto delle piccole dimensioni del mercato che comportano costi unitari elevati sia a livello di funzionamento delle imprese e sia di servizi pubblici; elevati costi di infrastrutturazione del territorio, tenuto conto della maggiorazione indotta dai costi di trasporto delle materie prime necessarie. Sono i quattro effetti più evidenti dell’insularità messi in evidenza dal presidente del Comitato per l’insularità Roberto Frongia nel corso dell’audizione al Senato sulla modifica della Costituzione.

Al collegamento hanno partecipato anche Maria Antonietta Mongiu (Presidente del Comitato Scientifico per l’insularità), Andrea Pubusa (Università di Cagliari), Omar Chessa (Università di Sassari), Giovanni Lobrano (Università di Sassari e componente Comitato Scientifico Insualrità), Enrico Atieri (ex magistrato e componente ), Benedetto Torrisi (Università degli Studi di Catania), Franco Angelo Siddi (Presidente Confindustria-Radiotelevisioni).

Uno squilibrio evidente e decisivo per il futuro dell’Isola, reso evidente dai numeri elaborati dall’Istituto Tagliacarne  per categoria di infrastruttura: fatto 100 l’indice di dotazione infrastrutturale, la Sardegna si ferma al 43,88% per quanto riguarda le strade, il più basso se raffrontato alla media nazionale e al resto delle aeree geografiche (88,17% nel Mezzogiorno, 111,19% nel Nord Ovest); ad appena  il 17,39 per quanto riguarda le ferrovie (76,28% nel Mezzogiorno, 102,62% nel Nord Ovest). Indici scadenti si riscontrano anche per quanto riguarda impianti e reti energetico-ambientali (38,35% contro il 67,11% del Mezzogiorno e il 127,35% nel Nord Ovest), telefonia (44% contro il 96,79% del Mezzogiorno e del 112,80% del Nord Ovest); reti bancarie e di servizi (38% contro il 64,99% del Mezzogiorno e il 135,25% del Nord Ovest).

Cosa significa vivere isolati? Frongia e Mongiu hanno cercato di dare una risposta a questo interrogativo, entrando nello specifico di quegli effetti dell’insularità che fanno dei sardi cittadini di serie B in termini di eguali diritti e condizioni di partenza rispetto ai cittadini del resto della Penisola e di opportunità rispetto al resto d’Europa. «I diritti della Sardegna non possono più attenderespiegano Frongia e Mongiu -. Con l’inserimento del principio di insularità in Costituzione vogliamo riaffermare la nostra specialità che riteniamo ci sia stata scippata con la riforma del 2001. Cancellare il riferimento all’insularità concludonosignifica aver tradito quel principio che aveva portato i Padri Costituzionali a riconoscere la specialità di Sardegna e Sicilia. Oggi abbiamo la possibilità e il dovere di intervenire».

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Prosegue senza soluzione di continuità l’attività di promozione della scrittura e della lettura messa in campo dal Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e dal suo Ente capofila, il comune di Carbonia. Nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive”, venerdì 18 ottobre, alle ore 18.00, nella Biblioteca comunale di viale Arsia, Andrea Pubusa, avvocato, professore di Diritto Amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, ex consigliere regionale, nonché autore di monografie, saggi e articoli, presenterà il suo libro, intitolato “Palabanda: la rivolta del 1812. Fatti e protagonisti di un movimento che ha scosso la Sardegna”.

Alla presentazione del libro interverranno, oltre all’autore Andrea Pubusa, al giornalista Sandro Mantega e all’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu, anche il sindaco Paola Massidda, secondo cui «si tratta di un testo che getta una nuova luce su una vicenda storica intricata, che ha rappresentato – al netto delle sue contraddizioni interne e del suo mancato risultato – un momento rilevante per la lotta democratica dei Sardi contro i Savoia. Il libro offre molteplici nuovi spunti interpretativi e di riflessione su una pagina storica importante per la nostra Sardegna».

Il libro ricostruisce con dovizia di particolari e di retroscena la congiura di Palabanda, un evento accaduto nel 1812, che prende il nome da un podere di piccole dimensioni situato nella parte occidentale del quartiere cagliaritano di Stampace. «È verosimile – si legge a pagina 64 del libro – che i protagonisti di Palabanda anelassero al raggiungimento della concessione o promulgazione di una Carta costituzionale, sul modello di quelle di Cadice e della Sicilia. Per far sì che questo sogno si avverasse dovevano, per forza di cose, lavorare per trasformare il regime sabaudo in una monarchia costituzionale. Difficile, anche in quel frangente, immaginare che sperassero di creare una Repubblica Sarda».

La presentazione del libro di Andrea Pubusa si inserisce nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive”, «un’iniziativa che conferma ancora una volta quanto l’Amministrazione Comunale sia protesa alla valorizzazione delle attività di scrittura e lettura, attraverso l’organizzazione di una serie di eventi di valore: dai Laboratori di animazione alla lettura al Festival TutteStorie, dal Maggio dei Libri a Carbonia Studia, fino al prestigioso riconoscimento per Carbonia della qualifica “Città che legge”, ottenuta nel mese di giugno dello scorso anno», ha precisato l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu.

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Sono tre i candidati alla carica di sindaco del comune di Cagliari per le Amministrative del 16 giugno. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha riammesso oggi la lista “Verdes” che candida alla carica di sindaco l’ambientalista-pacifista Angelo Cremone (difeso dall’avvocato Andrea Pubusa), esclusa inizialmente dalla commissione elettorale. La scelta dei giudici del TAR richiama una precedente decisione dell’assemblea plenaria del Consiglio di Stato, in base alla quale, il mancato deposito insieme con la lista dei candidati dei certificati elettorali dei sottoscrittori, non comporta l’esclusione dalla lista, potendo tali certificati essere acquisiti dalla Commissione elettorale o essere consegnati in un momento successivo.

I candidati alla carica di sindaco di Cagliari, dunque, sono nuovamente tre. Gli altri due sono Francesca Ghirra, assessore uscente della Giunta Zedda, candidata del centrosinistra come vincitrice delle elezioni primarie, sostenuta da 7 liste: Partito Democratico, Campo Progressista, Siamo Cagliari (Sardegna in Comune), Donne con Francesca Ghirra (Futuro Comune), Marzia Cilloccu per Cagliari, Sinistra per Cagliari, Cagliari città d’Europa; e Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, candidato della coalizione di centrodestra, sostenuto da 11 liste: Forza Italia, Fortza Paris, Partito Sardo d’Azione, Popolari per Cagliari, Riformatori sardi, Sardegna 20Venti, Sardegna Forte per Cagliari, Lega Salvini Sardegna, Pro Sardinia Unione di Centro, Cagliari Civica-Patto Uds Sardegna Civica, Fratelli D’Italia.

Con la riammissione della lista “Verdes” di Angelo Cremone, la competizione elettorale del 16 giugno potrebbe avere una coda con il ballottaggio, domenica 30 giugno, tra i due candidati più votati al primo turno, se nessuno dovesse superare la soglia del 50% al primo turno.