23 November, 2024
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Alcuni vivono all’estero dove si sono laureati, altri nei principali capoluoghi del Nord Italia, la maggior parte in Sardegna. Sono i 50 candidati ammessi alla prima fase del programma Talent Up, fortemente voluto dalla Giunta Pigliaru e attuato dall’Aspal, con l’obiettivo di formare i nuovi imprenditori del futuro. Questa mattina a Nuoro ha preso il via il percorso di formazione che per quattro settimane vedrà i partecipanti frequentare lezioni nella sede del consorzio universitario nuorese UniNuoro, scelto per portare tali opportunità anche nei territori in cui la densità imprenditoriale è più bassa, e che proseguirà con tre mesi di formazione all’estero. A salutare i giovani partecipanti, e discutere con loro, sono stati il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi, insieme con il sindaco di Nuoro Andrea Soddu ed il commissario di UniNuoro Fabrizio Mureddu.
Francesco Pigliaru ha ricordato come Talent Up derivi dal confronto con importanti economisti sulla creazione di impresa: «Sappiamo che serve talento, propensione al rischio e capacità ma che il contesto fa la differenza. Talent Up nasce per compensare le difficoltà della nostra regione, derivanti da una bassa intensità imprenditoriale, creando sinergie, formazione e contaminazione». Sull’avvio delle attività di formazione a Nuoro, Francesco Pigliaru ha commentato: «E’ un ulteriore segnale al territorio, per dire che si può fare impresa ovunque. È certo che dove ci sono poche imprese ci sono molte opportunità e spazi non sfruttati e noi facilitiamo la possibilità di coglierli. Ai ragazzi qui selezionati dico: se siete qui è perché avete superato una difficile selezione e siamo contenti di vedervi così forti e motivati. Lo sviluppo e il lavoro lo creano soprattutto le imprese, siete la nostra grande speranza». 
«Progetti come questo servono per traghettarci nel futuro, per portarci al passo con quello che richiede il mercato del lavoro in particolare sul digitale, basti pensare che al momento nel mercato del lavoro internazionale il 40% delle professionalità richieste dal mondo delle imprese non esiste – spiega Massimo Temussi, direttore generale dell’Aspal -, oggi non è più possibile dire che l’alternativa alla disoccupazione è il lavoro dipendente, bisogna creare impresa e creare imprese innovative, focalizzate sul digitale, con Talent Up puntiamo a questo obiettivo.» 
Tra i cinquanta partecipanti che hanno superato la selezione sul totale delle 110 domande presentate, in cui uno dei requisiti fondamentali era la conoscenza della lingua inglese ma nessun limite di età, il 58% ha tra i 30 e i 39 anni, il 28% tra i 20 e i 29, il 12% tra i 40 e i 49 anni, mentre è alta la partecipazione femminile, rappresentata dal 49% dei partecipanti. Una decina, tra questi, ha partecipato in precedenza al programma Master & Back specializzandosi in sedi universitarie estere.
Turismo, servizi per migliorare le performance delle imprese, applicazioni, mobilità sono i settori principali delle idee imprenditoriali che ciascun aspirante imprenditore doveva presentare in fase di selezione: in particolare il 20% delle domande arrivate riguardava servizi di informazione e comunicazione, il 19% alloggio e ristorazione, il 12% servizi di supporto alle imprese. Ma non mancano commercio, agricoltura, ambiente e gestione dei rifiuti.
Dopo il percorso di formazione, un mese in Sardegna (pre-tratment) il cuore della misura si svolgerà all’estero, per un totale di 12 settimane in aree ad alta intensità imprenditoriale e strutture di eccellenza e sarà divisa in due momenti. Il primo, di apprendimento sul campo attraverso il confronto con le esperienze di chi ha già sviluppato un’idea imprenditoriale, si svolgerà in uno dei primi 20 ecosistemi imprenditoriali a livello mondiale individuati dalla classifica “Global Startup Ecosystem 2017” (tra i quali la Silicon Valley, New York City, Londra, Pechino, Tel Aviv, Shanghai, Los Angeles, Seattle, ecc.).
Il momento successivo è finalizzato alla trasformazione dell’idea in attività imprenditoriale: i partecipanti saranno formati sulle tecniche di presentazione dell’idea al mercato e di gestione dell’avvio e della fase di crescita in una delle migliori business school a livello mondiale.
L’ultima fase del bando riguarda il rientro in Sardegna. Il programma prevede l’accompagnamento attraverso percorsi individuali di screening dell’idea imprenditoriale, e di orientamento verso gli strumenti regionali più idonei tra quelli disponibili a favore della creazione d’impresa. Questa fase sarà gestita dal Centro regionale di Programmazione e da Sardegna Ricerche che, in base allo stadio di sviluppo dell’idea imprenditoriale, individueranno gli strumenti più adatti.

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Ventidue progetti in corso di attuazione per un investimento di circa 55 milioni di euro. Una dotazione finanziaria che con le risorse destinate ad altre iniziative localizzate nel territorio, come quelle che riguardano la valorizzazione del Parco di Tepilora, della miniera di Sos Enattos a Lula e dell’area di Su Suercone, raggiunge circa i 100 milioni di euro. È il quadro ormai pienamente definito della programmazione legata al Piano di Rilancio del Nuorese. A Nuoro, nella sala consiliare della Provincia, il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu hanno sottoscritto ieri con i soggetti istituzionali interessati l’Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma Quadro. Erano presenti l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, l’amministratore della provincia di Nuoro Costantino Tidu, il sindaco Andrea Soddu e i rappresentanti del Partenariato economico e sociale.

Nel documento sono inseriti gli ultimi 5 progetti per un importo di circa 20 milioni di euro: Sistema museale territoriale, Restart, Geoartnet, Distretto culturale e GustaTepilora. Su queste proposte, lo scorso 16 maggio, aveva espresso parere favorevole la Cabina di Regia del Piano, riunita nella sede della provincia di Nuoro sotto il coordinamento dell’assessore Filippo Spanu.
È stato un lavoro complesso e articolato in vista dell’assegnazione di 54 milioni e 683 mila euro di risorse pubbliche. Un modello di programmazione degli interventi con elementi di novità: tutte le proposte sono nate sulla base di un confronto nel territorio. I progetti sono passati al vaglio di un gruppo di valutazione costituito da tecnici degli Assessorati regionali. Le proposte valutate positivamente sono state poi esaminate dalla Cabina di Regia costituita da Regione, Provincia, rappresentanti degli enti locali, Confindustria e sindacati. Poi i progetti approvati sono confluiti in tre Accordi di programma sottoscritti da tutti i soggetti coinvolti.
Con i 5 progetti inseriti nell’ultimo Accordo di Programma, sono in campo altre 17 iniziative che riguardano il rafforzamento del sistema scolastico, lo sviluppo del distretto del marmo di Orosei, interventi nei campi della cultura, delle infrastrutture e della valorizzazione ambientale.

Vengono inoltre sostenute azioni previste nel progetto Area Vasta di Nuoro che è parte integrante del Piano di Rilancio del Nuorese: la riqualificazione degli spazi e degli edifici dell’ex Artiglieria (3 milioni e 850 mila euro), la riqualificazione dell’ex Mulino Gallisai (2 milioni) e l’intervento a favore della ricerca e della didattica all’interno del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale (progetto Restart) con una dotazione finanziaria di 5 milioni e 729 mila euro.
La Giunta ha deciso di delegare alla provincia di Nuoro, supportata dal Centro Regionale di Programmazione, le attività di emanazione dei bandi e di istruttoria dei progetti per lo sviluppo del marmo di Orosei, di valorizzazione e conferimento scarti di lavorazione, sui distretti urbani e del commercio e per il sostegno alle imprese del distretto culturale del Nuorese. Il progetto per il supporto all’esportazione dei principali prodotti del territorio, denominato Export rete Manna, sarà invece gestito dall’Assessorato dell’Industria.

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Terzo appuntamento a Nuoro, dopo quelli di Cagliari e Sassari, per far conoscere il bando Resto al Sud, il programma del Governo che sostiene la nascita di nuove iniziative imprenditoriali in cinque Regioni del Mezzogiorno, tra cui anche la Sardegna. All’appuntamento, organizzato alla Camera di Commercio nuorese da Regione, Invitalia e Aspal, erano presenti l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, il responsabile nazionale del bando, Gianmarco Verachi, di Invitalia, il presidente della Camera di Commercio di Nuoro, Agostino Cicalò, il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, e centinaia di giovani interessati al bando.

«Le domande partite dalla Sardegna per Resto a Sud sono oltre 200. Si tratta di un ottimo risultato che può e deve ancora crescere. Ecco perché – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – supportiamo con impegno incontri come questo di oggi a Nuoro, in un territorio che la Giunta sta sostenendo con numerosi strumenti legislativi e finanziari. Con Resto al Sud, ai giovani stiamo dicendo una cosa importante: coltivate il vostro sogno di fare impresa in Sardegna. Contate su voi stessi, accettate la sfida dell’autoimpiego, portate avanti le vostre idee imprenditoriali. Noi, la Regione, l’Aspal e Invitalia siamo e saremo al vostro fianco perché questo sogni si realizzi. Dare vita a un’impresa, farla crescere e stimolare la creazione di posti di lavoro oggi è più semplice. L’autoimpiego in Europa è già una realtà importante – ha aggiunto l’assessore dell’Industria – il numero di imprese individuali cresce di anno in anno e molti giovani in cerca di lavoro hanno trovato una sistemazione grazie all’autoimprenditorialità. Le testimonianze ascoltate oggi a Nuoro di chi questo percorso l’ha già fatto o lo sta facendo sono significative, e sono convinta che possano incoraggiare altri giovani a fare un passo decisivo verso la richiesta di adesione al Bando. Il messaggio è: impegnatevi e scommettete su un percorso imprenditoriale da compiere qui, in Sardegna, nella nostra terra. Non c’è solo Resto al Sud – ha sottolineato l’assessore Piras – la Giunta in questi 4 anni ha profuso un impegno notevole per costruire un contesto favorevole alla nascita e lo sviluppo delle imprese. Dal programma Talent Up ai bonus alle aziende per assumere nel 2018, il microcredito, gli investimenti nell’istruzione, gli incentivi per le micro, piccole e medie imprese e il Programma per l’Internazionalizzazione. Inoltre i nuovi centri per l’impiego, sempre più efficienti, possono offrire assistenza completa per i progetti di autoimpiego».

Resto al Sud ha una dotazione finanziaria complessiva di 1 miliardo e 250 milioni di euro. L’obiettivo è sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia. Le agevolazioni riguardano gli under 36 e ciascun imprenditore può ottenere 50mila euro, fino a un massimo di 200mila nel caso di più imprenditori. Le agevolazioni coprono il 100% delle spese e prevedono un contributo a fondo perduto pari al 35% del programma di spesa e un finanziamento bancario pari al 65%, garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. Per sensibilizzare i giovani sardi, l’Aspal ha organizzato finora 120 seminari che hanno coinvolto 800 persone interessate al bando.

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La Giunta regionale ha approvato l’Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma Quadro che riguarda il Piano di Rilancio del Nuorese. I contenuti del documento, che chiude tutta la programmazione legata al Piano, con un finanziamento di circa 55 milioni di euro, saranno illustrati dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, il prossimo 11 giugno, nel corso di una conferenza stampa in programma, a Nuoro, nella sala consiliare della Provincia, con inizio alle ore 10.30. Saranno presenti gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e della Cultura Giuseppe Dessena, l’amministratore della Provincia Costantino Tidu, il sindaco di Nuoro Andrea Soddu ed i rappresentanti del Partenariato economico e sociale.

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Sassari

«La difficile situazione degli enti intermedi della Sardegna impone l’immediata istituzione di un Tavolo tecnico-politico permanente per individuare i fabbisogni finanziari, tenere in funzione gli apparati amministrativi e garantire i servizi essenziali ai cittadini.»

La proposta è sta avanzata questa mattina dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ed è stata accolta all’unanimità dai presidenti delle Commissioni consiliari Autonomia e ordinamento regionale e Programmazione, bilancio e politiche europee, Francesco Agus e Franco Sabatini, dagli amministratori straordinari delle province di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna (rispettivamente Guido Sechi, Costantino Tidu, Massimo Torrente e Mario Mossa), dal sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda e dal presidente del Consiglio delle Autonomie locali Andrea Soddu, che si sono incontrati all’Assessorato degli Enti locali per discutere dei problemi di bilancio delle Amministrazioni provinciali.
«Il lavoro del Tavolo – spiega Cristiano Erriu – aiuterà sia la Regione che il Consiglio regionale a costruire una piattaforma per le rivendicazioni nei confronti dello Stato, alla luce del protrarsi dei tagli nei conferimenti statali ben oltre il triennio inizialmente programmato (2015-2017). Chiediamo con forza che le Province sarde e la Città metropolitana di Cagliari siano messe nelle stesse condizioni di operare delle altre Province italiane. In questa vicenda vi sono molteplici aspetti: politici, tecnico contabili-finanziari e giuridici. Ecco perché è più che mai indispensabile istituire un Tavolo che possa individuare intanto i fabbisogni finanziari minimi per chiudere i bilanci, e poi per vedere riconosciuti i diritti dei nostri enti intermedi.»
Tutti, nei loro interventi, hanno riconosciuto che la situazione finanziaria non può più essere gestita e risolta con il solo intervento del Fondo Unico, che in Sardegna è cospicuo ma ormai insufficiente a far fronte ai deficit segnati nei bilanci.
«I prelievi forzosi dello Stato – ha sottolineato l’assessore Erriu nel corso dell’incontro – sono di gran lunga inferiori alle entrate. Un paradosso che va contro i dettati della Costituzione, nella quale è previsto che le Province debbano vivere in virtù delle entrate proprie. Pur nella momentanea assenza di un interlocutore, cioè del Governo nazionale, dobbiamo prepararci a questa importante e complessa battaglia politica per vedere applicata anche dallo Stato la leale collaborazione istituzionale che la Regione Sardegna ha sempre garantito e rispettato.»
La prima riunione del Tavolo tecnico-politico, alla quale parteciperanno anche i responsabili amministrativi degli enti intermedi, è prevista per la prossima settimana.

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Domani 30 maggio, alle ore 17.00, presso l’Aula Magna del Polo universitario di via Salaris 18, a Nuoro, si terrà la presentazione del libro “La specialità sarda, alla prova della crisi economica globale”.

Dopo i saluti del sindaco di Nuoro e presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Andrea Soddu, interverranno: Pietro Ciarlo, Università di Cagliari; Gianmario Demuro, Università di Cagliari; Antonio Fadda, SmartLab – Spin-off Università di Cagliari; Francesco Mola, Università di Cagliari; Carlo Pala, Università di Sassari; Pietro Pinna, Università di Sassari. Modera: Fabrizio Mureddu, Commissario Consorzio Universitario Nuoro.

Il libro raccoglie e analizza le preferenze dei sardi sulle politiche pubbliche d’attuazione della specialità e, servendosi dall’elaborazione e analisi statistica dei dati, affida ad autori di diversa provenienza scientifica e geografica una lettura critica. I temi trattati vanno dalla partecipazione democratica alla difesa della lingua; dalla sostenibilità delle politiche di sviluppo, all’espansione delle politiche pubbliche in realtà territoriali a economia debole di fronte alla crisi globale. Dal lavoro emerge che le politiche definiscono, in concreto, l’identità delle istituzioni pubbliche e tracciano i confini reali dell’autonomia regionale. Nell’analisi delle politiche pubbliche emerge, anche, che la specialità autonomistica ha un’identità plurima che potrebbe diventare un paradigma replicabile per l’interpretazione, in concreto, di altre autonomie regionali.

 

 

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«È un riconoscimento prestigioso di cui andiamo orgogliosi e che conferma l’impegno della nostra Regione nel portare avanti politiche ambientali efficaci, attente alle esigenze e la specificità dei territori.»
Queste le parole del presidente Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento, oggi a Nuoro nell’Auditorium dell’ISRE, per la cerimonia di consegna alla Regione Sardegna dell’European Forest Island Award 2018.
Il riconoscimento dell’Efi, il più grande network europeo per la ricerca forestale, è stato conferito alla Sardegna per l’impegno nella salvaguardia delle foreste e la selvicoltura mediterranea e per i consistenti investimenti a favore del patrimonio forestale e della bio-economia delle risorse rinnovabili. Il presidente Pigliaru lo ha ricevuto dalle mani del direttore dell’Efi, Marc Palahi – che ha lodato la Sardegna per il lavoro svolto sul patrimonio forestale -, alla presenza dell’assessora della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, tra i relatori della mattinata assieme all’amministratore unico dell’agenzia Forestas, Giuseppe Pulina, e al comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, Gavino Diana. Ha assistito alla cerimonia anche l’assessore della Sanità Luigi Arru.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il direttore del Dipartimento di Agraria, Antonio Pazzona, il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu, Simona Tidu dell’Ordine dei Dottori agronomi e dottori forestali d’Italia e di Nuoro, il presidente del Sisef (Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale), Marco Marchetti, ed Enrico Pompei del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. A moderare gli interventi il precedente Chair del Board dell’Efi, Giuseppe Scarascia Mugnozza. Gli approfondimenti del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese sono stati curati da Pier Paolo Roggero e Roberto Scotti. La consegna del riconoscimento precede l’Annual Conference e il Scientific Seminar dell’EFI, in occasione del 25° anniversario dell’organismo e in programma a settembre ad Alghero.

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Andrea Soddu.

Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ha consegnato oggi al Generale Graziano le chiavi della nuova caserma di Prato Sardo, sottolineando la rilevanza del momento.

Il Generale Graziano ha esordito nel suo intervento affermando che «la grande partecipazione a questa cerimonia è il segno di quanto sia importante per questo territorio la presenza dei nostri militari. Una testimonianza del particolare legame esistente tra la Sardegna e le Forze Armate».

La realizzazione dell’installazione militare è stata possibile grazie ad un accordo di programma tra ministero della Difesa, ministero dell’Economia, Regione Sardegna e comune di Nuoro, mediante il quale il Demanio militare completerà la cessione al Comune della Caserma “Loy”, nel centro città, destinata a ospitare il nuovo campus universitario. L’infrastruttura di Prato Sardo, invece, accoglierà un distaccamento di uno dei reggimenti della Brigata “Sassari”: si tratterà di una unità militare di nuova costituzione, che prevederà, a regime, oltre 250 nuovi militari effettivi, oltre ai 40 dipendenti civili oggi presenti alla “Loy”.

Si è trattato di un accordo, per la cui concretizzazione il Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti, è personalmente intervenuto al fine di evitare ogni possibile ritardo, che ha visto l’Amministrazione della Difesa e le Autorità locali lavorare sinergicamente per il conseguimento di un obiettivo vantaggioso per entrambi, frutto anche della sigla del protocollo d’intesa, firmato a Roma il 18 dicembre 2017, tra il Ministro Pinotti e il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru per il coordinamento delle attività militari presenti nel territorio della Regione.

Tra le autorità locali presenti, proprio il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che, insieme al sindaco di Nuoro, ha voluto rimarcare l’importanza della giornata, parlando di “occasione storica per il territorio”.

Nel corso della cerimonia, il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha più volte sottolineato lo speciale rapporto tra la Sardegna e i militari, testimoniato «dalla presenza sul territorio regionale di circa 6.500 militari delle tre Forze Armate, distribuiti in circa 150 caserme. Una presenza che costituisce non solo un’importante opportunità professionale per i giovani sardi, ma anche un rilevante impatto sul tessuto socio-economico dell’isola».

«L’apertura di questa nuova caserma dell’Esercito – ha concluso il Generale Graziano – rappresenta un ulteriore rafforzamento di quella relazione speciale che esiste tra la gente di Sardegna e i Dimonios della Sassari, una Brigata che è un’eccellenza delle Forze Armate, ed è nostro interesse che questa particolare connessione, dalle profonde e consolidate radici storiche ed identitarie, venga preservata:»

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Nei giorni scorsi, Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde nell’Italia continentale), ho comunicato al sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che la Federazione sostiene con i suoi 70 circoli attivi in altrettante città della penisola la candidatura della città  di Nuoro a Capitale italiana della Cultura per l’anno 2020.

Il sindaco di Nuoro, nel ringraziare, ha osservato che «condividere questo progetto con tutta la Sardegna e soprattutto con tutti i sardi è già una vittoria» e ha chiesto alla F.A.S.I. di «mettere in rete il Comune di Nuoro con tutti i circoli dei sardi per far sentire la nostra voce al Ministero».

La F.A.S.I., ben lieta di aderire a questa richiesta, ha  pubblicato nel proprio sito web il logo Nuoro2020 e intende curare la più ampia diffusione dei link ai siti che danno particolareggiate  informazioni sulle motivazioni della candidatura:

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«È stato un lavoro proficuo e costruttivo su temi molto importanti. Avevamo chiesto al ministro Minniti di affrontarli con noi qui in Sardegna e così abbiamo fatto. Sia sul fronte migranti che su quello della sicurezza abbiamo trovato disponibilità al dialogo e al confronto, condividendo la volontà di trovare insieme soluzioni alle criticità che i sindaci presenti, direttamente o attraverso l’Anci, hanno manifestato.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, facendo un bilancio degli incontri, svoltisi oggi a Nuoro, con il ministro dell’Interno Marco Minniti sui temi della sicurezza degli amministratori locali e dell’accoglienza dei migranti.
Nella prima parte della giornata, Francesco Pigliaru e Marco Minniti hanno preso parte, nella sede della Prefettura, alla riunione del Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori non programmati. Erano presenti, inoltre, gli assessori degli Affari Generali Filippo Spanu, della Sanità Luigi Arru e della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione Civile Donatella Spano, i Prefetti della Sardegna con i rappresentanti delle forze dell’ordine, il presidente dell’Anci, i sindaci dei Comuni capoluogo e di Macomer. «Sui flussi migratori abbiamo affrontato concretamente temi molto importanti quali la qualità dell’accoglienza, che deve essere diffusa ed equilibrata – ha detto Francesco Pigliaru -. Abbiamo apprezzato che il Ministro abbia mantenuto l’impegno assunto lo scorso giugno al Viminale di mantenere la quota di migranti che spetta alla Sardegna entro il tetto stabilito, rispettando la proporzione con le altre regioni in relazione al numero di abitanti». 
Il presidente Pigliaru ha fatto poi riferimento ai Patti per la sicurezza che verranno stretti con i territori, sottolineando che sarà presto operativo anche un patto per la sicurezza specifico per Macomer, che ha scelto di ospitare il CPR, il Centro di permanenza per i Rimpatri, e i Comuni circostanti.
«Il CPR è destinato ad ospitare temporaneamente le persone in attesa di essere rimpatriate – ha precisato – e avrà un presidio costante di Forze dell’ordine. Rappresenta il nostro contributo per limitare i flussi diretti provenienti dall’Algeria, questione che avevamo portato all’attenzione del ministro Minniti già nel giugno scorso ottenendo un primo intervento immediato con le autorità algerine – ha concluso il presidente Pigliaru – che ora ci aspettiamo venga rinnovato e ulteriormente rinforzato.»
Francesco Pigliaru e il ministro Marco Minniti, con l’assessore Filippo Spanu ed il dirigente scolastico Carla Rita Marchetti, hanno poi incontrato pubblicamente gli studenti delle quarte e quinte classi dell’Istituto di Istruzione superiore ‘Ciusa’. Il presidente della Regione ha ricordato la valenza strategica del progetto “Iscol@”, il piano straordinario per l’edilizia scolastica e la didattica su cui la Regione ha investito quasi 300 milioni. Sottolineando l’importanza di un’accoglienza dei migranti diffusa ed equilibrata nei territori, Francesco Pigliaru ha ribadito il ruolo cruciale della scuola in questo processo, sia per l’inserimento dei minori stranieri che per l’integrazione nelle comunità locali, azioni che la Regione sostiene concretamente su più fronti, dalla presenza di mediatori culturali nelle scuole ai laboratori dedicati. Quattro giovani migranti hanno poi raccontato le loro esperienze di integrazione nella realtà della Sardegna.
Nella sala della Provincia di Nuoro, infine, Francesco Pigliaru e Marco Minniti hanno incontrato gli amministratori locali sul tema della sicurezza. Presenti anche l’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu, i presidenti di Anci e Cal Emiliano Deiana ed Andrea Soddu, una delegazione composta da primi cittadini e amministratori locali che hanno subito intimidazioni e attentati, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’amministratore della Provincia Costantino Tidu, i prefetti dell’Isola ed i rappresentanti delle Forze dell’ordine.
«Abbiamo ribadito la nostra ferma richiesta di un’inversione di tendenza rispetto al costante, inaccettabile arretramento dello Stato dai nostri territori – ha detto Francesco Pigliaru – ed abbiamo ricevuto dal Ministro rassicurazioni in questo senso, in particolare per quanto riguarda una maggiore presenza delle Forze dell’ordine. Per quanto ci compete, noi facciamo la nostra parte in tanti modi, nella consapevolezza che questa battaglia di civiltà si vince in primo luogo sul fronte dello sviluppo, della cultura, del lavoro, dell’istruzione», ha spiegato ricordando alcuni tra i più importanti interventi della Regione, dalla Programmazione Territoriale ad Iscol@ sino agli investimenti sul lavoro, compreso il piano straordinario LavoRas, con i 128 milioni destinati in Finanziaria.
«Nello specifico – ha aggiunto – abbiamo già trasferito a circa 100 Comuni le risorse, pari a 7 milioni di euro, per realizzare gli impianti di videosorveglianza, importantissimi in termini di prevenzione, dissuasione e controllo. Altro 27 milioni andranno al completamento della rete in tutto il territorio regionale. Ma va anche detto che la Sardegna è la seconda regione europea per investimenti pro capite sulla fibra ottica nelle aree rurali, tassello essenziale per far funzionare la rete della videosorveglianza. Su questo chiediamo al Governo – ha sottolineato ancora Francesco Pigliaru – di affiancarci con risorse finanziarie e umane, fondamentali per creare un sistema completo, in cui tutto funzioni in maniera coordinata. Ed appoggiamo la proposta del Ministro di Patti per la sicurezza di nuova generazione, studiati sulle esigenze dei singoli territori e che saranno un tassello fondamentale per riuscire a portare avanti progetti comuni di sviluppo sociale, economico e culturale.»
In chiusura, il passaggio sulla lotta alla peste suina africana, che il presidente Pigliaru ha definito «esempio eloquente dei risultati che si possono raggiungere attraverso la collaborazione tra i vari livelli di governance in cui si articola lo Stato, incluso gli Enti locali. E questa leale collaborazione è fondamentale – ha detto – nell’affrontare problemi complessi come quelli che abbiamo oggi davanti a noi e permette di trovare soluzioni molto migliori rispetto a quelle a cui potrebbe arrivare uno Stato centralista. Nel caso della lotta alla peste suina, in particolare, oltre all’ottima intesa con le Prefetture, il Governo ha fatto la sua parte abbattendo le sanzioni previste per i trasgressori e aiutando così tanti allevatori a mettersi in regola. Sconfiggere la peste suina è una battaglia per il bene comune – ha concluso Francesco Pigliaru -, che produrrà benefici per tutti».