23 November, 2024
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I problemi legati all’accoglienza dei migranti ed alla sicurezza degli amministratori locali sono i temi al centro degli incontri, domani 18 gennaio, a Nuoro, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il ministro dell’Interno Marco Minniti.
Alle 10.00, nella sede della Prefettura, Francesco Pigliaru e Marco Minniti, con gli assessori Filippo Spanu, Luigi Arru e Donatella Spano, prenderanno parte alla riunione del Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori non programmati per fare il punto sulle iniziative di integrazione in corso di attuazione a livello regionale. Verrà inoltre esaminata, alla presenza del sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu, la situazione del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), importante deterrente per i flussi migratori diretti dall’Algeria.
Alle 11.00 Francesco Pigliaru e Marco Minniti saranno all’Istituto d’Istruzione Superiore “Ciusa” per un incontro con gli studenti sul tema dell’accoglienza dei migranti. Saranno presenti gli assessori Filippo Spanu e Giuseppe Dessena.
Alle 12.15 nella sala della Provincia, il presidente della Regione e l’esponente del Governo, insieme all’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu, si riuniranno per discutere della sicurezza degli amministratori locali. Interverranno i presidenti di Anci e Cal, Emiliano Deiana e Andrea Soddu, una delegazione composta da 25 sindaci, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, i prefetti ed i rappresentanti delle forze dell’ordine. Il problema è più che mai di stretta attualità, dopo le ripetute minacce subite nei giorni scorsi dal sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo.

Al termine dell’ultimo incontro, il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Marco Minniti incontreranno i giornalisti.

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«Abbiamo lavorato a lungo e con grande impegno per quest’intesa, che riduce concretamente, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo gli impatti della presenza militare sul nostro territorio». Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, a Roma, dopo aver firmato con il ministro della Difesa Roberta Pinotti il protocollo d’intesa sulle servitù militari.
«Sono problemi aperti da oltre quarant’anni – ha aggiunto il presidente Pigliaru -, a causa di uno Stato centrale che per troppo tempo è stato colpevolmente distratto nei confronti della Sardegna. Con questo accordo, frutto di un’intensa collaborazione tra noi e il Governo, abbiamo cambiato la prospettiva su questo fronte, e abbiamo posto le basi per un nuovo rapporto con la Difesa. È il primo passo concreto, senza alcuna contropartita da parte della Regione, verso il riequilibrio che avevamo chiesto fin da principio, forti anche del mandato ricevuto dal Consiglio regionale. Lungo il percorso è stato fondamentale il sostegno dei Deputati sardi, così come quello dei Sindaci dei Comuni maggiormente oberati dalle servitù, con cui abbiamo condiviso subito i risultati ottenuti, e che infatti oggi erano con noi a Roma. Altri accordi sono stati scritti in passato – ha sottolineato ancora il presidente della Regione -, ma nessuno aveva affrontato la questione della presenza militare nel suo complesso, senza esclusione alcuna. In più questa intesa contiene un cronoprogramma che definisce i tempi certi entro i quali le parole devono diventare atti concreti. Ecco, queste sono le differenze: oggi ci siamo impegnati, Governo e Regione, a realizzare questa trasformazione con regole chiare e tempi certi così che tutti possano verificare, giorno dopo giorno, ogni fase del processo. Da parte nostra – ha concluso Francesco Pigliaru -, faremo di tutto perché ogni virgola di quanto abbiamo sottoscritto venga realizzata nei tempi più rapidi possibile.»
L’intesa firmata a Roma dal presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il ministro della Difesa Roberta Pinotti, segna un passo concreto verso la soluzione di problemi aperti da oltre 40 anni. È l’accordo sulle servitù militari per ridurne quantitativamente e qualitativamente gli impatti nell’Isola. L’obiettivo è il riequilibrio, la cui necessità il presidente Francesco Pigliaru ha fatto presente al Governo fin dal 2014. In particolare, durante i lavori della Seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, Francesco Pigliaru fece valere il mandato politico del Consiglio regionale sul tema della presenza militare in Sardegna, espresso nell’ordine del giorno del 17 giugno 2014, votato all’unanimità. Hanno affiancato il presidente Pigliaru, a Roma, i sindaci dei Comuni che maggiormente risentono degli impatti della presenza militare e sui cui territori ricadranno più direttamente i risultati concreti ottenuti attraverso l’intesa.
I sindaci presenti a Roma erano: Arbus, Antonio Arca; Decimomannu, Annapaola Marongiu; La Maddalena, Luca Montella; Nuoro, Andrea Soddu; Perdasdefogu, Mariano Carta: Teulada, Daniele Serra; Villaputzu, Sandro Porcu. 

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Tre nuovi treni Stadler sono entrati in servizio oggi sulla tratta Macomer – Nuoro gestita da Arst, convogli moderni che si aggiungono ai sei identici già operativi sulle linee Sassari Alghero e Sassari-Sorso. Stamattina la corsa inaugurale con a bordo il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, i sindaci di Macomer e di Nuoro, Antonio Onorato Succu e Andrea Soddu, e l’amministratore unico di Arst, Chicco Porcu.
«Abbiamo ereditato la peggior rete ferroviaria d’Italia e abbiamo lavorato fin da subito per migliorarla», ha detto il presidente Pigliaru durante l’inaugurazione, ricordando che il trasporto su ferro è uno dei punti chiave nel Patto firmato con il Governo e che l’investimento totale sul sistema ferroviario della Sardegna sfiora il mezzo miliardo di euro. «Sappiamo che le grandi trasformazioni hanno bisogno di tempo, ma la giornata di oggi è la dimostrazione che i risultati cominciano ad essere visibili. È un altro passo verso l’obiettivo di rendere più efficienti, sicuri e confortevoli i nostri trasporti ferroviari – ha concluso Francesco Pigliaru -, ed è un nuovo, concreto segno del cambiamento in meglio che stiamo riuscendo a portare avanti». 
«Prosegue il percorso di rinnovamento dei treni sardi – ha aggiunto l’assessore Carlo Careddu – a questi nove convogli in servizio sulle tratte Arst a scartamento ridotto, ne faranno seguito altri, consapevoli del fatto che il fabbisogno attuale del trasporto pubblico locale su ferro necessita di un ulteriore rafforzamento. Il risultato di oggi non è tanto l’alta velocità, impraticabile nelle tortuose ferrovie dell’interno, ma su qualità, efficienza e sicurezza in un’area della Sardegna per troppo tempo trascurata.»
Complessivamente la Regione ha investito 43 milioni di euro per nove automotrici Stadler composte da due carrozze. Rispetto al passato si avrà un notevole innalzamento degli standard qualitativi: ampi spazi multifunzionali a pianale ribassato con pedana estraibile nelle zone dei vestiboli che consentono l’accesso agevolato ai viaggiatori con mobilità ridotta; due porte di ingresso per lato, compartimenti climatizzati, sospensioni pneumatiche e ridotte emissioni inquinanti. I propulsori sono diesel-elettrici, con potenza massima da 407 kw, che possono consentire la velocità di 120 km/h. Strutture totalmente in alluminio, portabagagli a vista, ganci appendiabiti integrati, possibilità di trasporto per le biciclette e ovviamente per carrozzine e passeggini, design moderno, ambienti luminosi e aperti, soluzioni ergonomiche e funzionali, completano il quadro delle caratteristiche dei treni.
Gli Stadler, pensati per collegamenti brevi del trasporto pubblico locale sulla rete a scartamento ridotto, contribuiranno a fornire un servizio più efficiente e a valorizzare una tratta strategica per le zone interne dell’isola, collegata al centro intermodale di Macomer. Si conferma così anche la politica di svecchiamento del parco rotabile sostenuta dalla Regione che prevede la riduzione del 77% dell’età media della flotta sarda (Trenitalia) dai 23,5 anni del 2016 ai circa 5 nel 2021. Le azioni in tal senso prevedono 87,7 milioni di investimento da parte di Trenitalia, in virtù del contratto di servizio siglato a luglio scorso, destinati all’acquisto di 18 nuovi treni diesel: 10 del tipo “Swing”, che saranno consegnati da dicembre 2018 e nel 2019 e 8, di nuova concezione e di maggiore capacità, che saranno consegnati nel 2020 e nel 2021. A questo si sono aggiunti anche due “Minuetti” Alstom già operativi.
Nuovi convogli saranno acquistati anche con le risorse del Piano operativo nazionale F.S.C. 2014 – 2020. Il programma di investimenti per le annualità 2017-2021, destinato ai servizi del trasporto pubblico regionale sia sulle linee a scartamento ordinario sia a scartamento ridotto, prevede 68,4 milioni di euro. Ancora, 10,5 milioni per la medesima finalità, ma per le annualità 2019-2022, sono garantiti dal decreto del ministero delle Infrastrutture 408 del 10 agosto 2017.
In corso di automazione la rete a scartamento ridotto sulla quale viaggiano i nuovi Stadler per garantire maggiore sicurezza e riduzione dei tempi di percorrenza. Procedono i lavori per l’installazione del sistema ACCM (controllo centrale computerizzato) sulle tratte Monserrato-Isili e Macomer-Nuoro per i quali sono stati investiti 55 milioni provenienti dal trasferimento di competenze delle ex Ferrovie complementari (35 milioni – Decreto legislativo 46/2008) e dal Patto Sardegna (20 milioni – F.S.C. 2014-2020). Si attendono ulteriori risorse a valere sul Piano operativo F.S.C. 2014 -2020 per l’adeguamento ai nuovi standard anche delle tratte Sassari-Alghero e Sassari-Sorso.

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Si è tenuta stamane la seduta congiunta del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali sullo stato del sistema delle autonomie locali della Sardegna.

La seduta è stata aperta dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che dopo le formalità di rito ha ricordato l’ordine del giorno ed ha svolto il suo intervento nella seduta congiunta con il Consiglio della Autonomie locali. «Anche quest’anno – ha affermato il presidente – celebriamo la consueta seduta congiunta del Consiglio delle Autonomie locali e del Consiglio regionale alla vigilia della discussione della manovra finanziaria. Manovra sulla quale il confronto è avviato ed ancora aperto per trovare le migliori soluzioni possibili ai tanti problemi che affliggono la nostra isola e sulla quale avete avuto modo di produrre un parere fortemente qualificato le cui proposte saranno attentamente vagliate dal Consiglio e giustamente considerate».

«È evidente – ha proseguito Gianfranco Ganau – che le amministrazioni locali sono sottoposte, ormai da troppi anni, a tagli nei trasferimenti statali e a regole che impediscono la spendita delle risorse possedute, che minano la capacità di garantire i servizi essenziali ai propri cittadini.  In questo quadro assumono massimo rilievo le politiche regionali che devono avere la capacità di rispondere in modo strategico alle criticità, creando condizioni di sviluppo e crescita ed uscendo dalla logica emergenziale che ha caratterizzato la lunga fase della crisi economica. La diminuzione dei trasferimenti agli Enti locali, passati dai 411 milioni del 2014 ai soli 107 milioni di euro quest’anno, unitamente all’ esclusione delle province sarde e della città metropolitana di Cagliari alla compartecipazione ai fondi nazionali destinati alle province e alle città metropolitane a livello nazionale, rimediata con una disponibilità di soli 15 milioni di euro, richiede una forte mobilitazione di tutta la Sardegna e l’apertura di una vera e propria vertenza nazionale che veda riconosciuti i nostri diritti».

«Alla diminuzione dei trasferimenti statali – ha proseguito il presidente – ha corrisposto un aumento del carico degli interventi compensativi in capo alla Regione che oggi ammontano a oltre 1 miliardo e 350 milioni di euro del bilancio regionale; vanno ricordati nell’ambito delle politiche educative e della lotta alla dispersione scolastica, che è anche lotta alla disoccupazione e alla povertà come dimostrano i dati della recente indagine sulle povertà della Caritas regionale, che chiariscono come la povertà sia inequivocabilmente correlata ad una bassa scolarità, gli imponenti finanziamenti nell’ambito del progetto ischol@ per la ristrutturazione e la realizzazione di nuovi e moderni istituti scolastici, le politiche a favore del diritto allo studio, e il sostegno alle università. L’utilizzo degli strumenti della programmazione territoriale che vedono protagonisti proprio gli enti locali per l’utilizzo migliore in chiave strategica delle risorse. L’istituzione del Reddito di Inclusione Sociale (Reis) come strumento di contrasto della povertà. Tutte misure mirate a dar risposta alle urgenze ma volte anche ad una strategia globale di sviluppo e superamento della crisi».

«In questi anni – ha concluso il presidente – non sono mancati i momenti di confronto, spesso vivaci, tra il Consiglio regionale e le Autonomie locali, ma il Parlamento sardo ha dimostrato di saper ascoltare le comunità, come nel recente caso del riordino della rete ospedaliera dove le numerose osservazioni avanzate dal CAL hanno trovato puntuale riscontro nella definitiva stesura del provvedimento legislativo. Ecco, credo che proprio da questo confronto dobbiamo partire per garantire il miglior utilizzo delle risorse e per la definizione delle migliori politiche. Sono sicuro che anche in questa finanziaria il Consiglio saprà cogliere i riferimenti e le sollecitazioni che vengono dai rappresentanti dei territori e portarli a migliore sintesi».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu (sindaco di Nuoro) ha incentrato l’apertura del suo intervento su quello che ha definito “un vero attacco alle autonomie locali i continui tagli dello Stato ai comuni e alle province”. «Un feroce attacco – ha dichiarato Soddu – che ha spolpato e reso moribonde le amministrazioni provinciali ed è difficile pensare che nelle nostre comunità si possa vivere una esistenza felice quando non c’è l’ente che provvede alle scuole, agli edifici scolastici, all’ambiente e alla protezione civile». «Un golpe bianco – ha proseguito il presidente del consiglio della autonomie – anche contro i Comuni e i dati dell’Anci ci dicono che soltanto per i comuni della Sardegna c’è stato un taglio complessivo del 43% delle risorse dal 2009 al 2025 che significa 2.600 miliardi in meno nei nostri bilanci». Il primo cittadino di Nuoro ha quindi evidenziato come “nelle comunità sarde la vita sia compromessa” ed ha insistito sui “pericolosi riflessi sulla democrazia”. «I Comuni – ha spiegato – non solo non possono garantire servizi vitali ma il cattivo funzionamento degli enti più vicini alle esigenze dei cittadini per mancanza di fondi, comporta conseguenze sulla credibilità della politica e fa crescere il fenomeno dell’astensionismo». «L’attacco alle autonomie locali – ha insistito Soddu – è una attacco alla democrazia e lo Stato ha fallito nei suoi obiettivi di finanza pubblica perché l’indebitamento dei Comuni diminuisce mentre il debito pubblico continua ad aumentare».

Andrea Soddu ha quindi invitato la Giunta regionale ad un immediato confronto sui dati in possessore del Cal sulla reale entità del fondo unico che – a giudizio del sindaco di Nuoro – sono differenti rispetto a quelli che sono in possesso dell’amministrazione regionale. «Apriamo un focus – ha insistito il responsabile del Cal – perché se, come riteniamo, i dati corretti sono i nostri servirà incrementare gli stanziamenti del fondo unico».

«Un dato però è già certo – ha proseguito Soddu – le entrate regionali hanno registrato un incremento di 120 milioni di euro e quindi, ai sensi dell’articolo 10 comma 1 della  legge 2\2007, il fondo unico dovrà essere necessariamente incrementato».

«La Regione sarda – ha concluso il presidente del Cal – insieme alle autonomie locali deve spiegare a Roma che il problema della finanza regionale non è un problema solo della Regione ma che agli enti serve un sistema diverso di finanza locale».

La sindaca di Fonni Daniela Falconi ha ricordato, in apertura del suo intervento le parole del presidente nazionale dell’Anci a proposito del ruolo di sindaco («è il lavoro più bello del mondo ma quanti sono pronti a farlo sapendo che una firma vi può far diventare un delinquente?») e ha invitato il Consiglio regionale “a non abbassare la guardia sul fenomeno degli attentati contro gli amministratori locali”. «I sindaci non si lamentano – ha incalzato Falconi – ma difendiamo le nostre comunità e invito i legislatori a valutare, prima di approvarlo, quale siano le conseguenze di una legge e di una norma sulle comunità e su ogni singolo cittadino».

Daniela Falconi ha quindi fatto riferimento alla vertenza in corso dei dipendenti di Forestas ed ha invitato il Consiglio e la Giunta a risolvere il problema dell’inquadramento contrattuale dei lavoratori anche alla luce del ruolo che gli operai di Forestas rivestono all’interno delle comunità della Sardegna. La sindaca di Fonni ha concluso con l’auspicio che si possa presto salutare il varo di una nuova legge sulla montagna («da problema deve diventare un’opportunità») e sui piccoli comuni.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ricordato i numerosi problemi delle autonomie locali alla luce dei tagli statali ed ha rimarcato l’aggravarsi di tali difficoltà nei cosiddetti paesi dell’interno. «Lo Stato – ha affermato l’esponente della minoranza consiliare – ha condotto un attacco forsennato contro le autonomie locali e le conseguenze sono state ancor più gravi in Sardegna dove il sistema autonomistico non è rappresentato solo dalla Regione ma dalla Regione insieme ai Comuni e alle province». Il capogruppo dei Riformatori ha quindi concluso ricordando alcune importanti battaglie condotte dalla Regione e dalle amministrazioni locali contro lo Stato centrale “per le neglette condizioni in cui ha cacciato i sardi” ed ha ricordato l’unità popolare mostrata in occasione della manifestazione “per le entrate” promossa a Roma dall’allora presidente della Regione, Renato Soru”.

Manuela Pintus (sindaca di Arborea) ha incentrato il suo intervento sulle difficoltà cui vanno incontro 39 comuni costieri della Sardegna costretti a un doppio esborso finanziario per “i penalizzanti meccanismi” che regolano il fondo di solidarietà del ministero dell’economia e della finanze. «Un doppio esborso – ha dichiarato la prima cittadina di Arborea – che in Sardegna pesa 34 milioni di euro nelle casse di quei comuni che sono chiamati alla sfida del turismo e della ricettività e che devono sostenere dunque maggiori oneri per garantire sevizi di qualità non soltanto ai residenti ma ai turisti». «Il mio appello – ha concluso Manuela Pintus – è che ci si dedichi alle ragioni di questi comuni, anche perché questa condizione di svantaggio potrebbe interessare un numero sempre crescente di comuni costieri in Sardegna».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha rilanciato il tema dell’attacco finanziario ai Comuni come attacco alla democrazia, aggiungendo che «l’attacco finanziario alla Regione Sardegna è un attacco alla carne viva dei sardi che ha riflessi sulla vita dei nostri Comuni». E’vero, ha riconosciuto, «che dobbiamo ragionare assieme e, con la finanziaria, fare attenzione ai benefici dei singoli interventi, ma senza dimenticare l’anello più debole del sistema: le Province che non funzionano, come ha detto anche il Consiglio d’Europa del 19 ottobre, invitando lo Stato a rivedere la sua politica restrittiva per consentire agli enti intermedi di assicurare i migliori servizi alle comunità». In Sardegna, ha concluso, «c’è ancora più bisogno di rivedere queste politiche ed il nostro statuto dice che possono essere modificati i confini, un discorso da riprendere a cominciare dall’istituzione della Provincia del Nord est».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sostenuto che «sono troppe le competenze in capo alla Regione ed alle sue articolazioni burocratiche per cui occorre avviare una nuova stagione di decentramento per restituire ai Comuni una autonomia vera con competenze e risorse, e sono troppe anche le incertezze della riforma delle autonomie locali: serve una riorganizzazione sarda, non burocratica e snella, moderna e funzionale soprattutto per evitare spopolamento e lo sviluppo a ciambella concentrato sulle aree urbane» Su questi temi, ha proseguito, «con la finanziaria dobbiamo dare un segnale forte e tangibile come, per esempio, riportare l’Irap ai Comuni al 2% che darebbe subito 30 milioni di soldi freschi alle amministrazioni locali e poi parliamoci chiaro; il 2 marzo del 2016, in quest’aula, tutti abbiamo detto le stesse cose e ciò significa che la maggioranza non ha fatto niente per i Comuni».

Tommaso Locci, Sindaco di Monserrato, ha auspicato una maggiore frequenza delle riunioni Regione-Cal perché, ha ricordato, «noi Sindaci che stiamo in prima linea ne abbiamo bisogno, anche perché la Regione non ha strumenti per metterci in condizione di dare risposte ai cittadini, soprattutto sulle nostre grandi emergenze come lavoro e povertà». Il Rei nazionale è un buon progetto, ha detto, «ma ha criteri molto restrittivi rispetto al Reis regionale per cui ci troveremo di fronte ad una situazione in cui le fasce di età fra 40 e 55 anni non avranno niente dai Comuni, nemmeno un piccolo aiuto». Ho calcolato, ha spiegato, «che su 100 persone, nel mio Comune ne aiuterò solo 10, penso che la Regione debba occuparsi di coprire queste esigenze, così come del mondo dell’impresa con particolare riferimento al mondo viti-vinicolo dove si è registrata una forte caduta della produzione».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso l’affermazione secondo la quale «i sindaci sono innamorati del proprio lavoro ma purtroppo è un amore non corrisposto dal governo che con la finanziaria promette 15 milioni dal 2019; sulle entrate, dunque, la battaglia deve continuare con più forza di fronte a questa risposta offensiva». Affrontando il tema della povertà, Cocco ha dichiarato che «da un anno a questa parte si è fatto poco o forse nulla per quanti vivono in condizioni di povertà o disoccupazione; con il Reis abbiamo dato una risposta coraggiosa che nel primo anno non ha raggiunto i risultati sperati e spero che dal 2018 si cambi passo, su questo dobbiamo impegnarci a fondo e confermare risorse dell’anno precedente». Inoltre, ad avviso di Cocco serve «un piano straordinario per il lavoro perché se non facciamo questo ci fermiamo alla liturgia delle lamentele anche se la coperta della Regione è sempre più corta per responsabilità dello Stato». Su Forestas, ha concluso, «il tempo è scaduto, oggi incontreremo i sindacati e dobbiamo dare risposte certe rispetto agli impegni assunti di farli diventare dipendenti regionali come gli altri».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta si è detto convinto che ai Sindaci vada riconosciuto «il ruolo che svolgono in questo difficile momento storico per una vertenza entrate che investe anche i rapporti fra Regione e Comuni, soprattutto nel Nuorese e in Ogliastra, aree fra le più marginali della Sardegna che hanno subito prelievi tributari insopportabili più i tagli ai trasferimenti statali, cifre che compongono un quadro devastante ed impediscono ai Sindaci di amministrare». Rispetto a questo deficit, ha concluso, «è evidente che la risposta non può essere solo nel Fondo unico; molti Comuni hanno fatto delibere, rimaste senza effetto, per istituire zone franche, provvedimenti che rappresentano comunque un segnale sulla direzione da prendere, cioè intervenire con la leva fiscale per evitare la morte delle imprese, la scomparsa delle professioni e del tessuto economico, soprattutto artigiano, che ha cercato di sopravvivere dopo la crisi dell’industria».

Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, ha rilanciato il tema tema del Fondo unico perché, ha ricordato, «con l’assessore Raffaele Paci è stata posta la questione dell’origine del Fondo, una legge del 2007, secondo la quale a fronte di maggiori entrate devono corrispondere maggiori risorse; ebbene, ai conti degli ultimi anni manca 1 miliardo senza conteggiare gli accantonamenti che pesano per 4 miliardi, e comporterebbero un ulteriore trasferimento di 411 milioni agli Enti locali». Zedda ha poi criticato la politica centralista della Regione, sostenendo la necessità «di decentrare in periferia anche decisioni strategiche su trasporti e personale (sulla scorta dell’esperienza positiva della Spagna degli anni ’90); anziché continuare a parlare di miniere e industrie pesanti, puntiamo sulle soluzioni concrete anche per interrompere la dinamica del rimbalzo di responsabilità fra via Roma, Roma e Bruxelles». Soffermandosi sui problemi delle Province e della Città metropolitana Zedda ha messo l’accento sul fatto che «dopo il referendum c’è stato uno con svuotamento senza risorse e, quanto allo sviluppo a ciambella ricordiamoci che riguarda tutta la Sardegna perché non è che i giovani si spostano dall’interno a Cagliari, vanno via dalla Sardegna».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha invitato Consiglio e Cal a trarre dalla riunione uno spunto per una verifica dello stato di salute sulle nostre comunità perché, ha lamentato, «in alcune si vive molto peggio, come per esempio Ottana dove 130 lavoratori non hanno più mobilità in deroga, eppure è un sito che ha pagato più di altri il fallimento della politica industriale; oltretutto è stato ingiustamente escluso dai provvedimenti contro le crisi complesse». E’grave, ha concluso, «che sia calato il silenzio su un problema verificatosi dal luglio 2017 che merita, al contrario, una decisa presa di posizione anche perché l’Inps non ha liquidato nulla a differenza di tante altre situazioni, la politica si deve imporre anche nei confronti di altri soggetti».

Antonio Satta, Sindaco di Padru, ha ribadito che «i Comuni vivono una situazione pesante come la Regione e per questo ci vuole una forte unità di intenti nei confronti dello Stato, soprattutto per venire incontro ai Comuni che chiedono solo di essere messi in condizione di dare risposte ai propri cittadini, non riuscendo nemmeno (come nel mio Comune) a portare a scuola gli alunni dell’obbligo». Dopo aver evidenziato la pensate situazione delle Unioni dei Comuni «che non hanno neppure i dipendenti per vivere altro che funzionare», Satta ha sollecitato «giustizia per Province, che ci sono ancora, ed alla Sardegna ne manca semmai una, quella del Nord Est, una realtà che tutti devono comprendere approvando la proposta di legge bipartisan di molti consiglieri galluresi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato in apertura che «orami manca poco alla finanziaria che approveremo entro il mese di dicembre evitando l’esercizio provvisorio e dando ai Comuni tempi ragionevoli sia per i loro bilancio che per spendere le risorse». Oltre i rituali, ha sostenuto, «dobbiamo darci una mano a vicenda, terremo conto richieste dei Comuni anche se non riusciremo a risolvere tutto, con un Fondo Unico che è stato concepito come salvaguardia per le piccole realtà, se poi vogliamo cambiarlo facciamo un tavolo tecnico senza ulteriori rinvii». Parlando di alcune cifre della prossima finanziaria, Cocco ha citato «i 130 milioni per le politiche attive del lavoro, i 20 milioni per scuole e università, i 20 per l’agricoltura, i 45 assegnati ai pastori (cosa mai accaduta), lo stanziamento di 1 milione ai Sindaci per le emergenze-neve, ed i 45 milioni del Reis (reddito di inclusione sociale) che non è alternativo ma complementare al Rei».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ricordando «il no della Sardegna al referendum del 4 dicembre sostenuto da parte della maggioranza e dallo stesso  presidente Pigliaru, ha detto che «su quello schema è stata costruita la riforma degli Enti locali fatta dalla Regione, che è stata un fallimento è evidente: più sigle ma niente contenuti, più deboli le zone interne, risorse della Regione e del Fondo unico sempre sotto la regia degli assessorati, in agricoltura un sistema amministrativo ingolfato che rallenta il flusso dei fondi». Bisogna perciò cambiare,a ha esortato, «la visione delle autonomie locali evitando di riproporre la figura dello Stato accentratore e poi, nel concreto, potenziare la Protezione civile perché ora il tempo è buono ma l’inverno avanza e non vogliamo rivedere immagini del passato, ed affrontare finalmente la questione dell’immigrazione sollevata recentemente da un sacerdote nuorese coraggioso e sereno che però è stato ignorato».

Prendendo la parola per le conclusioni, il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha definito l’incontro con il Cal «una occasione non formale, per affrontare i problemi di tutti e dei cittadini sardi in una prospettiva nuova del sistema delle autonomie, dove abbiamo fatto una riforma complicata con momenti fisiologici di difficoltà, ma condiviso problemi e soluzioni, in un quadro ancora più completo e chiaro dopo la definizione degli definiti ambiti territoriali ottimali». Non possiamo nascondere, ha aggiunto, «l’ingiustificata riduzione dei fondi dello Stato ai Comuni perché sono cifre impressionanti che ci spingono ancora di più a lavorare insieme sia nelle rivendicazioni che nelle innovazioni, a cominciare dalla regionalizzazione delle finanza locale come hanno fatto altre Regioni». Voglio dire però che «la Regione Sarda non è centralista: sul Fondo veniamo da un 2014 dove avevamo più di 1 miliardo in meno (ancora non ripristinato) però non è stato toccato mentre con le entrate crescenti crescerà anche il fondo perché dalla crisi stiamo uscendo; nel tavolo tecnico possiamo parlare di questo ma anche di altro, di quello abbiamo fatto (perché spesso questa consapevolezza non c’è), di quanto e dove spendiamo». Il presidente ha quindi sintetizzato le cifre di alcuni interventi qualificanti: l’investimento su scuola per circa 250 milioni nei territori, la programmazione territoriale che conta progetti per 300 milioni, la fibra ottica (che vede la Sardegna prima Regione in Italia e seconda d’Europa per aree rurali), la video-sorveglianza, i fondi ai pastori più i 20 agricoltura e, nella prossima finanziaria, fondi per lavoro con l’incremento del Reis regionale a fianco di rei nazionale. Sullo spopolamento, Pigliaru ha sostenuto che «va combattuto insieme con risorse e con idee, anche se è un fenomeno che riguarda tutto il mondo; a breve faremo una conferenza sull’agricoltura per la quale ci sarà bisogno di un contributo forte dei territori per un nuovo programma di sviluppo rurale tendente sempre più ad un tipo di agricoltura selettiva».

Dopo l’intervento del presidente della Regione, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta, comunicando la convocazione di una riunione dei capigruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00.

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L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha incontrato a Palazzo Viceregio il Cal, Consiglio delle autonomie locali, per illustrare la Finanziaria 2018, in particolare nelle parti che riguardano le politiche e i finanziamenti destinati agli enti locali. Il Cal, presieduto dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu, dovrà poi esprimere il parere sulla manovra che, una volta licenziata in terza commissione, approderà nell’aula di via Roma ai primi di dicembre. Ai lavori, durati oltre due ore e mezzo, ha partecipato anche il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini.
Prima di tutto il Fondo unico per gli enti locali, in proporzione il più finanziato d’Italia con 600 milioni di euro mai ridotti da questa Giunta e confermati anche quest’anno. «A nessuno viene in mente di mettere in discussione il fondo unico, che rappresenta una delle spese qualificanti della manovra – ha detto Raffaele Paci -. Nei confronti degli enti locali abbiamo un’attenzione costante e altissima, non solo col fondo unico ma anche con gli assestamenti che abbiamo fatto per erogare risorse necessarie a garantire i servizi o la chiusura dei bilanci, ultimo esempio quello della provincia di Nuoro un paio di settimane fa. Manteniamo tutti gli interventi per le politiche sociali, 30 milioni del Reddito di inclusione sociale che vengono confermati anche quest’anno e destiniamo 70 milioni a varie forme di accompagnamento al lavoro, dai cantieri verdi ai lavoratori socialmente utili, dalle liste speciali al parco geominerario per almeno un paio di migliaia di posti di lavoro nelle comunità sarde. Infine, ci sono 40 milioni disponibili su cui ragioneremo insieme al Consiglio per individuare come destinarli nel modo più strategico e migliore possibile».
Grazie al Patto del 2014 che ha garantito la fuoriuscita dal Patto di stabilità, quest’anno la Sardegna può contare su 120 milioni di entrate in più rispetto allo scorso anno, circa il 2%, e dal 2015 ha potuto spendere un miliardo in più. E, finalmente, il Pil dopo 7 anni di recessione ininterrotta, ha ripreso pur se di poco a crescere. Un segnale positivo che con la Finanziaria la Giunta vuole consolidare. «Siamo consapevoli che la ricchezza e il lavoro li creano le imprese, e in questa direzione stiamo procedendo con decisione: fra quest’anno e l’anno prossimo ci sono 255 milioni di euro disponibili per le imprese attraverso i bandi, una cifra che muoverà mezzo miliardo di investimenti. Una politica per le imprese mai realizzata prima, forte anche della grande risposta arrivata alla pubblicazione di ogni bando, con tantissime richieste a dimostrazione della voglia di ricominciare a investire dopo la terribile crisi, e il nostro impegno è anche quello di ridurre e semplificare al massimo la burocrazia per accelerare i tempi. Abbiamo fatto tre assestamenti di bilancio per un totale di 250 milioni, e nel 2018 potremo farne altri se ci saranno urgenze a cui dare risposte. E poi scuola, cultura, università, infrastrutture: tutto questo – ha sottolineato Raffaele Paci – lo facciamo senza aumentare le tasse, tenendole al minimo e lasciando così 130 milioni nelle tasche delle famiglie e 100 a disposizione delle imprese, cifre che entrerebbero nelle casse regionali se le aliquote venissero portate alla media nazionale e in particolare delle regioni in piano di rientro dal debito della sanità, situazione in cui di fatto la Sardegna si trova». 
Il vicepresidente della Regione ha poi chiarito che il quotidiano lavoro di questi anni ha avuto e continua ad avere un risanamento strutturale del bilancio che si sta realizzando con la ripulitura dei conti, il pagamento di debiti del passato, gli interventi su pezzi del sistema completamente abbandonati, due esempi per tutti l’Arst e le Zir, e che ha avuto inizio con la chiusura delle norme di attuazione della vertenza entrate dopo ben dieci anni. «Non riusciremo mai a fare sviluppo se non consolidiamo le fondamenta – ha concluso Raffaele Paci -, con un bilancio sano e con numeri sotto controllo».

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Lunedì 23 ottobre il comitato promotore, i rappresentanti dei sindaci che hanno aderito alla campagna referendaria sull’insularità (sono ben 180 i primi cittadini che hanno aderito alla promozione del referendum) ed il comitato scientifico, terranno una conferenza stampa per illustrare l’iter verso l’atteso appuntamento referendario. «I sindaci hanno ben chiaro il ritardo nello sviluppo e lo spopolamento delle comunità – spiega Roberto Frongia, presidente del comitato -, sia stato sinora affrontato dallo Stato in prevalenza con interventi di tipo assistenziale, che hanno impedito di sviluppare un’economia autopropulsiva. Per questo motivo hanno aderito in modo massiccio per promuovere il referendum». 

Alla conferenza stampa saranno presenti, tra gli altri, i seguenti sindaci:

  • Stefano Delunas, Quartu
  • Tomaso Locci, Monserrato
  • Paola Secci, Sestu
  • Giacomo Porcu, Uta
  • Andrea Pisanu, Giba
  • Laura Cappelli, Buggerru
  • Elio Mameli, Villaspeciosa
  • Alessandro Scano, Decimoputzu 
  • Marco Pisano, Mandas
  • Alessio Piras, Selegas
  • Celestino Pitzalis, Tuili
  • Marco Floris, Siris
  • Fausto Piga, Barrali
  • Nello Cappai, Guamaggiore.

Saranno invece collegati via Skype sindaci dalle diverse zone del territorio regionale, tra i quali Nicola Sanna, sindaco Sassari, Andrea Soddu, sindaco Nuoro, Andrea Lutzu, sindaco di Oristano, Flavia Loche (Tonara), Costantino Tidu (Teti), Ester Satta (Olzai), Roberto Ragnedda (Arzachena), Gianni Orrù (Busachi), Franceschino Serra (Pau), Andrea Nieddu (Berchidda).

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Trovare trenta milioni di euro da destinare ai pastori per fronteggiare le troppe emergenze che stanno mettendo in ginocchio il mondo delle campagne: è questo l’impegno che il presidente dell’esecutivo, Francesco Pigliaru, l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, insieme al presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, e ai capigruppo di maggioranza e opposizione, hanno assunto con il leader della protesta, Felice Floris, sul pianale del camion del Movimento pastori sardi, trasformato in palco per l’occasione, al termine della manifestazione inscenata per le vie del centro di Cagliari e conclusasi nel primo pomeriggio in via Roma, dirimpetto al palazzo del Consiglio regionale.

L’intesa che segna la tregua con le “magliette blu” è stata siglata nella sala riunioni della commissione Bilancio a conclusione di un confronto, a tratti schietto e aspro, che ha avuto come protagonisti la nutrita delegazione del movimento pastori, allargata anche ai sindaci e ai presidenti di Anci (Emiliano Deiana) e Cal (Andrea Soddu) e la conferenza dei capigruppo, guidata dal presidente Ganau.

Uno stanziamento in via d’urgenza per consentire l’acquisto di un quintale di mangime per capo ovino ed il ristoro dei danni causati dalle calamità naturali, sono state le richieste ferme dell’Mps, dinanzi alle quali il capigruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha proposto la convocazione immediata e straordinaria del Consiglio regionale, mentre il suo omologo del Pd, Pietro Cocco, ha rilanciato con l’impegno a lavorare fin da subito per trovare tra le pieghe del bilancio almeno trenta milioni di euro per tamponare l’emergenza. Dopo l’intervento del presidente della Regione, Francesco Pigliaru («non sono promesse ma una garanzia di impegno per recuperare quante più risorse possibili in una situazione finanziaria oggettivamente difficile») è stato il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau a fare sintesi delle proposte («lavoriamo immediatamente perché commissione e Giunta adottino la migliore soluzione, così da proporre in tempi rapidi al Consiglio la conseguente variazione di bilancio») e a raccogliere così l’approvazione del capo delegazione dei pastori sardi, Felice Floris («Io mi fido di voi ma i pastori si fidino di me, perché se gli impegni non saranno mantenuti torneremo a Cagliari più arrabbiati che mai»).

 

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Il 17 luglio, a Nuoro, presso il Polo Universitario di via Salaris, per iniziativa del Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari e delle cattedre di Diritto dell’Unione europea e di Fondamenti del Diritto Europeo, prenderanno via le Summer School sul tema “Il Futuro dei Diritti Umani in Europa” e “Foundations Of European Contractual Law” FECL.

Le iniziative di respiro internazionale saranno possibile grazie al Dipartimento di Giurisprudenza Università di Sassari,  all’apporto ed alla collaborazione del Consorzio per la promozione degli Studi universitari nella Sardegna centrale, del Comune di Nuoro, del Consiglio Italiano del Movimento europeo, Europe Direct e della Camera di Commercio di Nuoro, dei musei cittadini, dell’associazione Distretto Culturale del Nuorese, che hanno accolto con vivo interesse la proposta della cattedra di Diritto dell’Unione europea e del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari prof. Gian Paolo Demuro.

Le Summer School costituiscono un’occasione di formazione avanzata; offrono, infatti, un approfondimento sull’evoluzione ed il consolidamento della tutela dei Diritti umani fondamentali in Europa e sui fondamenti del diritto europeo. Essa vede tra gli iscritti (è stato raggiunto il numero massimo) studenti universitari, Erasmus, laureati e laureandi ed avvocati, provenienti da altre università italiane e da altri Paesi  (Francia, Svizzera, Germania, Svezia, Brasile, Polonia), che intendono approfondire la conoscenza sul tema della tutela internazionale ed europea dei diritti umani e sui fondamenti del diritto europeo. Si è scelto, infatti, di dare alle Summer School un respiro internazionale anche nella consapevolezza che il nostro territorio possa proporre un’offerta rilevante sul piano dell’ospitalità e del turismo nei suoi vari aspetti (culturale, ambientale, artigianale, enogastronomica). Gli eventi altresì, accreditati dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nuoro e consentiranno ai partecipanti di acquisire 15 crediti per la formazione professionale continua.

Tra i docenti della Summer School The Future of Human Rights in Europe – Il Futuro dei Diritti Umani in Europa si segnala inoltre la presenza di Paolo Cancemi, referendario della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, Ilaria Cucchi presidente della Onlus Stefano Cucchi, Anton Giulio Lana, presidente Unione Forense per i Diritti umani, Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo oltre a numerosi docenti stranieri delle Università di Oltzyn (Polonia) e Rouen (Francia).

La “Summer Foundations Of European Contractual Law” FECL, oltre ai docenti di riferimento dell’Università di Sassari sede di Nuoro, vedrà la presenza di docenti di rilievo internazionale quali prof.ssa Cintia Rosa Pereira de Lima, Associato di Diritto civile, Universidade de São Paulo, Prof. Gabor Hamza, Ordinario di Diritto Romano e di Diritto comparato, Università di Budapest Loránd Eötvös, prof. Alessandro Hirata, Associato di Diritto romano e diritto civile, Universidade de São Paulo – USP il prof. Eduardo Vera Cruz Pinto, Ordinario di Diritto romano e di Fondamenti del diritto europeo, Universidade de Lisboa, l’avv. Gabriele Tusa, Camera di commercio italo-brasiliana di São Paulo, il prof. Laurent Posocco, Associato di Diritto civile, Université de Corte Pasquale Paoli e il prof. Aldo Petrucci, Ordinario di Diritto romano e di Fondamenti del diritto europeo, Università di Pisa.

Le Summer Schools saranno ufficialmente presentate in occasione della conferenza stampa di lunedì 17 luglio, alle ore 12.00, presso la sede di via Salaris del Consorzio Universitario alla presenza di del Commissario straordinario del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale dott. Fabrizio Mureddu, del sindaco Andrea Soddu, delle coordinatrici scientifiche prof.sse Gabriella Ferranti e Rosanna Ortu e delle coordinatrici didattiche dott.sse Cristina Carta e Stefania Fusco oltre che degli studenti e dei docenti.

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Immancabile appuntamento dell’estate a Nuoro con i Seminari Jazz: dal 22 agosto al primo settembre, i corsi annuali organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro celebrano la loro ventinovesima edizione.

L’iniziativa didattica ricalca anche quest’anno la formula collaudatissima che prevede undici, intense giornate di studio e pratica del jazz sotto la guida del corpo docente già in cattedra nelle ultime tre edizioni; un team coordinato dal pianista Roberto Cipelli (subentrato a Paolo Fresu nel 2014 al timone del seminario) in cui si riconoscono esponenti di primo piano della scena jazzistica nazionale, ai quali sono affidate le lezioni di musica d’insieme e dei rispettivi strumenti o discipline: Emanuele Cisi (sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Stefano Bagnoli (batteria), Max De Aloe (new entry della passata edizione con il suo corso di armonica cromatica e, dalla prossima, anche di fisarmonica), Enrico Merlin (per il corso di storia del jazz), Salvatore Maltana (propedeutica) e Giovanni Agostino Frassetto (flauto, armonia e tecnica dell’improvvisazione), oltre allo stesso Roberto Cipelli (armonia).

Come già annunciato, sarà invece un pianista del calibro dell’americano Kenny Barron a tenere l’immancabile masterclass internazionale che caratterizza ogni edizione del seminario nuorese, mentre la consueta masterclass dedicata alla musica tradizionale sarda si focalizzerà stavolta sul canto a tenore attraverso la partecipazione dei Tenores di Bitti “Mialinu Pira”; ritornano poi, per il terzo anno consecutivo, il corso per fonici e quello riservato ai musicisti condotti dall’ingegnere del suono Marti Jane Robertson.

Insieme alle attività didattiche, ritorna anche la consueta rassegna che proporrà ogni sera concerti nel capoluogo barbaricino, ma con trasferte anche a Posada e Orosei.

Organizzati con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo), della Fondazione di Sardegna, del comune di Nuoro, del comune di Posada, dell’associazione Casa Cabras di Orosei, della Cooperativa Sociale LARISO-CESP Nuoro, di Mereu Auto e I Grani, i Seminari e la rassegna concertistica verranno presentati alla stampa giovedì, 22 giugno, allo Spazio Giovani in via Calamida, 1, a Nuoro.

All’incontro con i giornalisti, che avrà inizio alle ore 11, interverranno il presidente dell’Ente Musicale di Nuoro Angelo Palmas e il coordinatore di corsi Roberto Cipelli, mentre è prevista la partecipazione dell’assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna Giuseppe Dessena, del sindaco di Nuoro Andrea Soddu e del vice sindaco e assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Sport del Comune di Nuoro Sebastiano Cocco.

 

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L’assessore regionale degli Enti locali e dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, è intervenuto questa mattina, nella sala consiliare della provincia di Oristano, alla riunione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) convocato per discutere dei disegni di legge n. 408 “Disposizioni urgenti in materia di urbanistica ed edilizia” (che approderà nell’Aula del Consiglio regionale mercoledì 21 giugno) e n. 409 “Disciplina generale per il governo del territorio”. All’incontro ha preso parte anche il vicepresidente della IV commissione consiliare, Antonio Solinas, relatore del DDL n. 408. Il CAL, attraverso il suo presidente Andrea Soddu, ha espresso apprezzamento per i testi innovativi dei due DDL e garantito un impegno propositivo, nella speranza che l’Aula possa approvare entrambi i provvedimenti in tempi ragionevolmente brevi.
«Si è trattato di un proficuo momento di confronto con i sindaci di Comuni sardi grandi e piccoli, su due tematiche che riguardano tutte le amministrazioni locali, sia quelle delle zone interne che quelle delle coste – sottolinea l’assessore Erriu -. Ho ribadito ancora una volta che i due provvedimenti di legge vanno nella direzione della semplificazione a vantaggio sia dei cittadini che della pubblica amministrazione, ma anche dello sviluppo economico dei territori. Uno sviluppo che dev’essere armonico e allo stesso tempo pragmatico, in quanto dobbiamo riuscire nel difficile compito di tutelare ambiente e paesaggio da una parte, ma anche garantire nuove opportunità al sistema produttivo della Sardegna. Alcuni articoli di entrambe le leggi, in particolare, assicureranno maggiore operatività agli uffici tecnici dei Comuni, spesso bloccati da normative complesse che a volte si sovrappongono, generando enorme confusione.»