22 November, 2024
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In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, il CSC Carbonia della Società Umanitaria propone un ricco programma di iniziative. Alle ore 20.00 presso “La Fabbrica del Cinema” di Carbonia, in piazza Sergio Usai snc all’ingresso della Grande Miniera di Serbariu, verrà proposto il progetto del “Lenzuolo Sospeso – Un filo rosso per non dimenticare” dell’artista Silvia Capiluppi, che si concretizzerà come performance collettiva a cui saranno chiamati a partecipare tutti coloro che saranno presenti alla serata. Dalle ore 20.00, prima della proiezione del film “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese, i partecipanti all’iniziativa potranno ricamare, con un filo rosso, il nome di una donna vittima di violenza a cui vogliono dedicare un ricordo. Per una settimana il lenzuolo verrà esposto presso i locali della Fabbrica del Cinema. Tutti coloro che frequentano gli spazi della Società Umanitaria saranno quindi chiamati a partecipare arricchendo ulteriormente le trame dei ricami.

A seguire, alle ore 21.00, quarto e ultimo appuntamento della Rassegna “Autunno in Sala” con la proiezione del film “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese.

Il film fa parte della rassegna Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci) “L’Italia che non si vede” di cui costituisce l’anteprima per il territorio. La rassegna circuiterà nel territorio il prossimo anno attraverso l’impegno dei circoli Arci-Ucca di Carbonia, Iglesias e Sant’Antioco.

Ospiti della serata il regista Beniamino Barrese e la protagonista Benedetta Barzini.

Ingresso libero e gratuito.

Unico titolo italiano all’ultimo Sundance, ora nominato ai prestigiosi European Film Awards, dopo aver raccolto riconoscimenti e critiche positive in oltre 40 tra festival internazionali e nazionali, arriva nelle sale italiane “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese, tempestoso e sensibile documentario sulla figura di Benedetta Barzini, madre del regista.

Modella e icona degli anni ’60, Benedetta Barzini è stata la musa di artisti come Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Negli anni 70 abbraccia da militante la causa femminista, diventando scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli e degli stereotipi in cui la vita ha cercato di costringerla, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire. Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Il progetto si trasforma in un’intensa battaglia per il controllo della sua immagine, uno scontro personale e politico insieme tra opposte concezioni del reale e della rappresentazione di sé, ma anche un dialogo intimo, struggente, in cui madre e figlio scrivono insieme le ipotesi di una separazione, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare.

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La mostra “Reality Show”, espone a Cagliari, negli spazi dell’EXMA, dall’11 aprile al 16 giugno 2019, una vasta collezione di opere realizzate da vari artisti che lavorano in ambito nazionale ed internazionale. Le opere esposte appartengono alla collezione della Fondazione per l’arte Bartoli-Felter che promuove la creatività contemporanea con particolare riferimento alle nuove generazioni. Si tratta di opere molto diverse fra loro per materiali e tecniche ma tutte parlano lo stesso linguaggio: quello della “pop art” conosciuta nella seconda parte del secolo scorso come “arte popolare”.

Ogni opera racconta qualcosa e cattura l’attenzione del visitatore per combinazione di colori o accostamento di oggetti particolari o ancora per l’impiego di tecniche molto diverse fra loro, una sorta di riqualificazione delle cose ordinarie della vita quotidiana per trasformarle in soggetti estetici.

Il nome “Reality Show” nasce dall’intenzione di mettere in scena la realtà nei suoi aspetti problematici e contraddittori con riferimento al consumismo e all’ossessione per il cibo, in particolar modo nella società occidentale.

La progettazione e l’allestimento sono stati realizzati da Salvatore Campus, curatrice Simona Campus.

L’atmosfera che si respira fa venire in mente la famosa “Silver Factory”, ossia la fabbrica dell’arte che Andy Warhol installò a New York, uno spazio collettivo dove i giovani potevano creare tra i fondatori del movimento della “Pop Art” negli anni ’60, troviamo il grande Warhol, secondo a Pablo Picasso come artista più comprato e venduto al mondo.

Egli riprodusse in grande scala beni di consumo, considerava arte il linguaggio della pubblicità, traeva spunto dalla cultura di massa americana, dal cinema e dai fumetti. La pop art era considerata da Warhol un modo di amare le cose.

Nella mostra sono presenti anche alcune sue frasi famose ed un piccolo angolo argentato con esposte alcune sue foto, al centro dello “stanzino” uno sgabello, proprio come nella sua Silver Factory, dove amava fa accomodare i suoi ospiti per poi fotografarli, convinto del fatto che «nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti».

Quindi che aspettate…lo sgabello attende solo voi!!!

Nadia Pische

   

 

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Domenica 17 febbraio, nella saletta del Portico, in piazza Roma, a Carbonia, verrà inaugurata la mostra personale di pittura di Tonino Fronteddu.

La mostra sarà aperta al pubblico fino a venerdì 22 febbraio, nei seguenti orari: dalle 17.30 alle 20.00.
Tonino Fronteddu, nato a Cortoghiana nel 1951, ha fin da piccolo coltivato la sua passione per la pittura e la scultura su legno.

Nel 2016 ha frequentato un corso di pittura organizzato dal maestro Calogero Termine, apprezzato pittore copista del Caravaggio.

In quella sede, Tonino Fronteddu si è distinto per alcuni dipinti di ottima fattura: “Ritratti con modella”, “Ritratti in bianco e nero” e “Paesaggi”.

Subito dopo, il pittore carboniense ha cominciato un sodalizio professionale con Antonio Ghigino, pittore paesaggista di Sant’Antioco e con il maestro Giorgio Melis, sperimentando nuove espressioni pittoriche ispirate ai lavori di Andy Warhol.

Le opere di Tonino Fronteddu saranno ammirabili a partire da domenica 17 febbraio, alle ore 18.00. Dopo l’inaugurazione, è previsto un piccolo rinfresco offerto dalla famiglia e dagli amici dell’artista.

 

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Seconda giornata con tanti appuntamenti, domani (venerdì 2) a Cagliari, per Creuza de Mà, il festival di musica per cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, che – dopo la prima tranche di metà settembre a Carloforte – completa domenica (4 novembre) nel capoluogo sardo la sua edizione numero dodici. 

Si comincia alle 10,30, nella Sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U. (in via Trentino), con la prima della serie di masterclass sulla musica per cinema che ogni mattina analizzano il lavoro di registi, musicisti e montatori attraverso contributi e testimonianze degli ospiti del festival: protagonista dell’incontro di domattina (venerdì 2) la regista Wilma Labate, reduce dalla proiezione della sera prima di “Arrivederci Saigon“, il suo documentario sulla vicenda, poco nota, di un complesso musicale di cinque ragazze toscane che si ritrovarono a suonare per le truppe americane durante la guerra in Vietnam.

La programmazione pomeridiana prende invece il via alle 16.00, sempre nella Sala “Nanni Loy”, dove prosegue la selezione di film dedicati al ’68 curata dal giornalista e critico musicale Enzo Gentile: in programma stavolta “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica”, il documentario di Michael Wadleigh (uscito nel 1970) che racconta il leggendario evento dell’agosto del 1969 che ha visto sfilare sul palco molti tra i massimi protagonisti della musica dell’epoca, da Richie Havens a Joan Baez, dagli Who a Joe Cocker, da Crosby, Stills & Nash ai Ten Years After, da Santana a Jimi Hendrix, dai Canned Heat ai Jefferson Airplane, a Janis Joplin. Montato (tra gli altri) da Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker (che per questo ottenne la nomination agli Academy Award), il film è uno dei più interessanti documentari mai girati, vincitore dell’Oscar come miglior documentario e nominato per il miglior sonoro.

“La tempesta di Prospero e Calibano” è invece il mediometraggio sullo schermo alle 18.00, per la regia di Sergio Scavio (che sarà presente alla proiezione) e Pierfranco Cuccuru. È il parziale racconto dell’incontro, e delle storie, di Michele, per anni detenuto all’Asinara, e di Gianmaria, che è stato guardia carceraria, fino alla pensione, nella stessa isola quando Michele era lì ristretto. Dopo tanti anni, i due hanno interpretato i loro vecchi ruoli, di detenuto e di poliziotto, ne “La stoffa dei sogni”, il pluripremiato film girato da Gianfranco Cabiddu all’Asinara.

A seguire (alle 19.00), ancora un documentario: “Manga Do. Igort e la via del manga” è il viaggio di uno dei più importanti autori di graphic novel italiani nei luoghi fondatori della cultura giapponese, da Tokyo a Nagoya, poi giù lungo la penisola di Kii fino a Izumo, e poi a Hiroshima, al Peace Museum. Da questo affascinante viaggio e dalla varietà dei suoi percorsi e incontri, nasce l’intreccio tra il volume 2 dei “Quaderni giapponesi” di Igort ed il film diretto dal romano Domenico Distilo con le musiche del cagliaritano Stefano Guzzetti (entrambi presenti alla proiezione) che ne racconta la genesi.

Tre lavori di giovani autori legati al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma introducono la serata alle 21.30: “Down down down”, un videoclip di Gianluca Granocchia per il cantautore Carlo Mazzoli, artista emergente nel panorama del folk romano; “The ballad of the gipsy”, musica e immagini con la regia di Elio Di Pace per l’omonimo brano del gruppo rock salernitano The Valium; e “Il giorno della patata“, uno short film di 12 minuti, diretto da Veronica Spedicati con musiche di Jacopo Tommasoni.

Chiude la serata la proiezione di “Nico, 1988”, opera pluripremiata di Susanna Nicchiarelli, con le musiche del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, ex cantante dei Velvet Underground, musa di Andy Warhol e donna di grande bellezza. Impersonata nel film da Trine Dyrholm, Nico vive una seconda vita quando intraprende la sua carriera da solista, negli anni ’80, ed inizia a ricostruire un rapporto con il figlio. Susanna Nicchiarelli ci racconta Nico a partire da una condizione esistenziale: i segni che l’infanzia e la preadolescenza lasciano nelle persone.

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Da domani a domenica, a Cagliari, la seconda parte di Creuza de Mà, il festival di musica per cinema diretto da Gianfranco Cabiddu. Saranno quattro giornate dense di appuntamenti – tutti ad ingresso gratuito – con masterclass, incontri e proiezioni di film e documentari in programma nella sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U. (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) di Cagliari, e concerti sul palco dell’Auditorium del Conservatorio.

Riprendendo il filo della parte carlofortina, il festival dedica un focus al cinema al femminile ospitando le opere più recenti di tre registe: “Arrivederci Saigon”, il documentario di Wilma Labate sulla vicenda, poco nota, di un complesso musicale di cinque ragazze toscane che si ritrovarono a suonare per le truppe americane durante la guerra in Vietnam; “Saremo giovani e bellissimi”, il film di Letizia Lamartire presentato a settembre alla Settimana Internazionale della Critica, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Premio Soundtrack Stars Award; e “Nico, 1988”, opera pluripremiata di Susanna Nicchiarelli che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, la cantante ricordata soprattutto per le sue esperienze con i Velvet Underground e con Andy Warhol.

Sulla scia della sei giorni di Carloforte prosegue anche la riflessione sul ’68 attraverso la selezione di film curata dal giornalista e critico musicale Enzo Gentile: film (e colonne sonore) emblematici di quella stagione carica di ideali e aspirazioni di cui ricorre quest’anno il cinquantenario, come “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica”, “Fragole e sangue”, “Easy Rider” e “Zabriskie point”.

Reduce dall’anteprima di venerdì scorso (26 ottobre) alla Festa del Cinema di Roma, approda a Creuza de Mà “Diario di tonnara”, esordio alla regia di Giovanni Zoppeddu, tra i film di spicco in visione nella sala “Nanni Loy”, così come “Manga Do. Igort e la via del manga”, diario di viaggio di uno dei più importanti autori di graphic novel italiani, il cagliaritano Igor Tuveri, in arte Igort, nei luoghi fondatori della cultura giapponese.

Continua poi l’attività didattica e formativa del festival con una nuova serie di masterclass e incontri con gli ospiti del festival, rivolti agli studenti dell’Università e del Conservatorio di Cagliari, mentre provengono dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma (già presente con una residenza di suoi allievi nella sei giorni di Carloforte) gli autori dei videoclip in programma in apertura delle prime due serate di proiezioni.

Infine, ma non per ultima, la musica dal vivo tiene banco nelle serate di sabato e domenica: protagonisti i cagliaritani Dancefloor Stompers con un concerto che ripercorre le tappe dell’epocale stagione del ’68; Max Viale, musicista di Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, il gruppo piemontese artefice della colonna sonora del film di Susanna Nicchiarelli, “Nico, 1988”; e, per il gran finale, l’Orchestra di Piazza Vittorio, la formazione multietnica di casa a Roma, protagonista de “Il Flauto magico di Piazza Vittorio”, il film di imminente uscita diretto dal Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu (anche questo presentato in anteprima la settimana scorsa alla Festa del Cinema di Roma).   

 

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Sei giorni di film e documentari, incontri, concerti e masterclass all’insegna della musica per il cinema: da domani (martedì 11) a domenica, Carloforte ospita la prima parte di Creuza de Mà (la seconda è in programma a Cagliari dal primo al 4 novembre), il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzato dall’associazione culturale Backstage, quest’anno alla sua edizione numero dodici. Un’edizione particolarmente ricca e che ritrova la sua collocazione estiva nel paese sull’isola di San Pietro, a poche miglia dalla costa sud-occidentale della Sardegna, dove il festival è nato nel 2007. Tanti ospiti e diversi temi caratterizzano la sei giorni a Carloforte (che si snoderà principalmente tra i due cinema, il “Mutua” e il “Cavallera”, e nello spazio del Giardino di Note).
Suggerita dalla ricorrenza del cinquantenario, ecco dunque una riflessione sul ’68 e su quella stagione carica di ideali e aspirazioni che il festival vuole ricordare attraverso il ciclo di proiezioni intitolato ’68 Memories, a cura del giornalista e critico musicale Enzo Gentile, dedicato a quei film e alle loro musiche che hanno segnato un modo nuovo di concepire la colonna sonora: “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica”, “Zabriskie point”, “Fragole e sangue”, “Cinque pezzi facili” e “Easy Rider”, il memorabile road movie del 1969 con Peter Fonda, Dennis Hopper (sua anche la regia) e Jack Nicholson in programma domani sera (martedì 11) a partire dalle 23.00, al Giardino di Note.
La proiezione di “Easy Rider” suggellerà la giornata inaugurale del festival che sarà aperta – alle 19.00, al cinema “Cavallera” – dalla proiezione di “Nico, 1988” (con le musiche del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo), opera pluripremiata di Susanna Nicchiarelli che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, ex cantante dei Velvet Underground, musa di Andy Warhol e donna di grande bellezza. Un film che fa da collegamento ideale tra il tema del ‘68 e l’altro leitmotiv di questa edizione di Creuza de Mà: il festival dedica, infatti, una particolare attenzione alle opere recenti di cinque registe italiane, autrici diverse tra loro che propongono un cinema nuovo. Oltre al film di Susanna Nicchiarelli, sono dunque in programma nei prossimi giorni (sempre al cinema “Cavallera” con inizio alle 21.00) “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher (mercoledì 12), “Riccardo va all’Inferno” di Roberta Torre (giovedì 13), “Tito e gli alieni” di Paola Randi (sabato 15) e “Figlia mia” di Laura Bispuri (domenica 16).
Ma nella prima giornata di Creuza de Mà non poteva mancare il concerto della Banda Musicale Città di Carloforte Angelo Aste, impegnata a fare gli onori di casa – alle 21.00, al cinema “Mutua” – con un programma di brani tratti dalle colonne sonore degli ultimi trent’anni e arrangiati appositamente per il festival.

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Proiezioni di film e documentari, concerti, incontri, masterclass e altro ancora, tutto all’insegna della musica per il cinema, oggetto di indagine e riflessione che caratterizza da sempre Creuza de Mà, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzato dall’associazione culturale Backstage. L’appuntamento giunge quest’anno alla sua dodicesima edizione con un ricco cartellone articolato in due momenti e luoghi distinti, secondo la formula già collaudata nelle ultime occasioni: la prima parte, infatti, è in programma da martedì 11 a domenica 16 settembre a Carloforte; la seconda, invece, a Cagliari dall’1 al 4 novembre.

Si comincia dunque nel paese sull’isola di San Pietro, dove il festival è nato nell’estate del 2007 e in cui affonda le sue radici; il programma della sei giorni a Carloforte – che si snoderà principalmente tra i due cinema, il “Mutua” e il “Cavallera”, e nello spazio del Giardino di Note -, ruota intorno ad alcuni temi principali. Suggerita dalla ricorrenza del cinquantenario, ecco dunque una riflessione sul ’68 e su quella stagione carica di ideali e aspirazioni che il festival vuole ricordare attraverso il ciclo di proiezioni intitolato ’68 memories, a cura di Enzo Gentile, firma autorevole del giornalismo musicale, dedicato a quei film e alle loro musiche che hanno segnato un modo nuovo di concepire la colonna sonora: da “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica” a “Easy Rider”, da “Zabriskie point” a “Fragole e sangue”, a “Cinque pezzi facili”.

Complice una stagione straordinaria, il festival dedica poi una particolare attenzione alle opere recenti di cinque registe italiane, autrici diverse tra loro che propongono un cinema nuovo a cui Creuza de Mà vuole rendere omaggio. «Così intendiamo esplorare il cinema, la musica e il suono per il cinema, attraverso le sensibilità e lo sguardo al femminile, come ‘altra sensibilità’, non in contrapposizione ma in concorso con quello maschile”, sottolinea il direttore artistico Gianfranco Cabiddu: “I film presentati ci aiuteranno a leggere la contemporaneità attraverso storie, narrazioni, e i suoni e le musiche, ricollegandoci per assonanza e per omaggio al ’68 dove tutto ebbe idealmente inizio. Un appassionante viaggio: alla musica e al cinema, il compito di esaltare la forza utopica e vivificante della poesia e dell’immaginazione, la possibilità di liberare il pensiero creativo, di divulgarlo e di condividerlo con un pubblico sempre più vasto ed esigente».

L’anello ideale di congiunzione musicale e tematica con il ’68 sarà proprio il film d’apertura, “Nico, 1988″ di Susanna Nicchiarelli (con le musiche del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo), opera pluripremiata che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, cantante dei Velvet Underground, musa di Andy Warhol e donna di grande bellezza. Spazio poi all’universo in bilico tra realtà e sogno di Alice Rochwacker con il suo film “Lazzaro felice”, alla delicatezza di Laura Bispuri con “Figlia mia” (girato e ambientato in Sardegna), alla poesia di Paola Randi con “Tito e gli alieni” (dove la colonna sonora è firmata da Giordano Corapi con il compianto Fausto Mesolella), e quindi alla forza shakespeariana di Roberta Torre con “Riccardo va all’Inferno”, interpretato da Massimo Ranieri, con musiche e testi di Mauro Pagani.

Una novità di Creuza de Mà edizione numero dodici è il Premio Isole del Cinema per la musica che in questa prima occasione sarà consegnato appunto a Mauro Pagani, il grande musicista già ospite in passato di questo festival che per titolo ha preso in prestito quello di un album tra i più famosi di Fabrizio De André, scritto a quattro mani proprio con Mauro Pagani. La premiazione, in programma nella serata di venerdì 14, precederà il concerto del compositore e pianista Leandro Piccioni, collaboratore da oltre quindici anni di Ennio Morricone, accompagnato dal Quartetto Pessoa in un’originale e coinvolgente lettura delle più importanti colonne sonore del cinema.

L’indomani spetterà allo stesso quartetto d’archi il compito di musicare in acustico, com’è tradizione del festival, la discesa del sole al tramonto alle Ciasette, un anfiteatro di roccia naturale che si affaccia sul mare e che si raggiunge a piedi percorrendo un piccolo scosceso sentiero: una creuza de mà, appunto.

Altro momento musicale immancabile, il concerto della Banda Musicale Città di Carloforte Angelo Aste che farà gli onori di casa nella serata inaugurale di martedì 11 con un programma di brani tratti dalle colonne sonore degli ultimi trent’anni e arrangiate appositamente per il festival.

Diversi altri appuntamenti costellano il programma delle sei giornate carlofortine: tra questi, la proiezione di due documentari, “The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia”, di Marco Spagnoli, e “Diva!”, per la regia di Francesco Patierno, un omaggio a una donna e attrice eccezionale, Valentina Cortese; l’anteprima di “Sri Lanka Family Film with Chaplin and Goddard”, venti minuti di immagini inedite in 16mm ritrovate da Manuel Kleidman, cofondatore con Cecilia Pagliarani di Nosarchives, archivio internazionale di pellicole in formato ridotto, restaurate a cura de L’Immagine Ritrovata di Bologna con musiche originali di David Voci Sciabordi; la presentazione del libro di Alessandro De Rosa “Inseguendo quel suono – La mia musica, la mia vita”, in cui Ennio Morricone si racconta in conversazione con il suo allievo; un incontro con con Pivio (al secolo Roberto Pischiutta), presidente dell’Associazione Musicisti per Cinema, e una conferenza di Giuliano Taviani (David di Donatello nel 2015 per il miglior compositore e per la migliore canzone per le musiche del film “Anime nere” di Francesco Munzi) che ripercorre la filmografia dei Fratelli Taviani, suo padre Vittorio e suo zio Paolo, e il loro rapporto con la musica; e, ancora, una tavola rotonda conclusiva con gli ospiti del festival, prima che scorrano i titoli di coda, domenica 16 settembre.

Poi, dall’1 al 4 novembre, Creuza de Mà pianterà le tende a Cagliari per il secondo tempo della sua edizione numero dodici. Il cartellone, ancora da completare, ha già diversi punti fermi in programma tra il Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” ed il Cineteatro “Nanni Loy”: la ripresa della retrospettiva ’68 memories presentata da Enzo Gentile e Riccardo Giagni, un concerto di musiche dell’epoca del gruppo cagliaritano Dancefloor Stompers e, tra gli altri film in visione, “Nico, 1988″ di Susanna Nicchiarelli (cui sono legate una conferenza incontro e un vj/dj set di Max Viale, musicista del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo), e “Il Flauto Magico a Piazza Vittorio” di Gianfranco Cabiddu e Mario Tronco, direttore artistico dell’Orchestra di piazza Vittorio che suggellerà la quattro giorni cagliaritana con un concerto di Arie d’Opera tratte dal trittico che rivisita la tradizione del teatro lirico: Carmen, Don Giovanni e Il Flauto Magico.

Ma Creuza de Mà porta avanti anche la sua missione formativa, avviata in occasione della sua decima edizione con il Corso intensivo di scrittura di musica per cinema dedicato a Sergio Miceli, guidato da Franco Piersanti e che vede come presidente onorario Ennio Morricone. Ora, in collaborazione con il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, il festival vara la prima edizione del Cine campus di Musica per cinema: un “incontro” in residenza tra i musicisti del CSC Lab Musica per cinema e le cattedre di Regia, Montaggio e Suono del Centro Sperimentale. I ventiquattro allievi del secondo anno, accompagnati dai docenti di riferimento, lavoreranno alla musica e al suono di sei cortometraggi che costituiscono l’esercitazione filmica sul genere “Giallo”. Parallelamente parteciperanno, insieme agli studenti del corso intitolato a Sergio Miceli, agli incontri in masterclass con i registi e i musicisti ospiti del festival. «Un’esperienza didattica intensiva – sottolinea Gianfranco Cabiddu – che mette in relazione il lavoro di regia, montaggio e sonorizzazione, con una particolare attenzione ai suoni d’ambiente, missaggio, ecc. nella splendida isola sarda in un settembre sempre generoso di bello, un prolungamento d’estate, prima di ritornare al CSC a Roma dove prenderà vita l’ultima fase del corso con il Mixaggio del suono e la color:»

 

 

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Venerdì 30 giugno, a partire dalle 20.00, al Conference Center dell’hotel Cervo, a Porto Cervo, si svolgerà l’inaugurazione della mostra “Andy Warhol vip society Porto Cervo” organizzata dalla Marriott Costa Smeralda e dalla Fondazione Mazzoleni. Si tratta di un evento culturale di livello assoluto: la mostra, che sarà visitabile fino al 17 settembre, esporrà ben 188 opere originali del grande artista americano e diversi cimeli appartenuti al principale esponente della Pop art. L’esposizione ripercorre tutta la vita artistica del genio della Factory e arriva per la prima volta in Sardegna. Al Conference Center sarà possibile ammirare le famose dieci serigrafie su carta con il volto iconico di Marilyn Monroe; i dipinti della zuppa Campbell, la serie Space fruit, il più noto autoritratto, le opere indimenticabili e più glamour con i volti di Sylvester Stallone, Grace Jones e Arnold Schwarzenegger. Per numeri e per contenuti è la mostra più importante dedicata a Andy Warhol mai esposta in Sardegna.

Non solo opere d’arte. Quadri, serigrafie, foto originali. Ma non solo: a Porto Cervo si potranno vedere dal vivo, per la prima volta nell’isola, diversi cimeli appartenuti a Warhol. Tra questi anche la mitica chitarra di Michael Jackson con relativa firma e la copertina del magazine Time autografata. Le opere sono state già ospitate dalla Fondazione Mazzoleni in alcune città italiane, tra cui Genova e Catania. «L’idea di organizzare la mostra a Porto Cervo nasce dal desiderio della Marriott Costa Smeralda, che gestisce gli alberghi di proprietà della Qatar Holding, di portare l’arte nella nostra isola – spiega Franco Mulas, Area manager di Marriott Costa Smeralda –. Ci auguriamo che questa iniziativa venga apprezzata da tutta la comunità».

«Si tratta di una mostra completa che racchiude tutta l’iconografia di uno dei più grandi e conosciuti artisti del Novecento – spiega Mario Mazzoleni, presidente dell’omonima Fondazione -. Le opere abbracciano tutti i segmenti della sua arte: dalla fotografia alla musica all’iconografia pop. Lo spettatore si immergerà nel percorso artistico di Warhol. La mostra compie il decimo anniversario e ha raccolto grandi consensi ovunque.»