Le organizzazioni sindacali SLC CGIL UILCOM UIL FIALS LIBERSIND CONFSAL SNATER CSS hanno diffuso una nota assai critica dopo il primo incontro con il nuovo sovrintendente del Teatro lirico di Cagliari, Angela Spocci, sulla programmazione futura e l’analisi della situazione attuale.
«In merito alla programmazione – si legge nella nota -, oltre ai titoli e relativi artisti ospiti dei primi dieci concerti sinfonici (da qui a metà maggio), nulla è dato sapere con certezza. Sulla futura programmazione lirico sinfonica solo una serie di “forse” e “si vedrà”. Non un titolo né alcun cast artistico. Ci saremmo aspettati ben altro. Una fondazione che ha già perduto due mesi di attività e di conseguenti finanziamenti futuri, non può vedersi enunciata un’attività “certa” solamente sino a metà maggio; è inammissibile che da giugno in poi nulla sia delineato, nemmeno per sommi capi.
Se fino a ieri il Teatro Lirico di Cagliari era l’unica fondazione lirico-sinfonica senza una stagione, oggi è quella con la programmazione più ridotta del panorama italiano. Andando avanti su questa china, il 2015 identificherà il Teatro Lirico di Cagliari quale fondazione meno produttiva d’Italia. Tutti gli sforzi messi in atto dai lavoratori nel 2014 per aumentare la produzione (+40%) saranno stati vani e la conseguenza inevitabile sarà un contributo FUS 2016 fortemente decurtato con inevitabili ricadute sull’occupazione e la produzione. Nel 2014 il Teatro Lirico di Cagliari è stato il terzo in Italia per il numero di abbonati (più di 7.000); quest’anno invece non è ancora partita alcuna campagna abbonamenti. Questo patrimonio, vitale per la sopravvivenza di qualsiasi teatro, sta per essere consapevolmente e colpevolmente dilapidato. Chiunque andasse sul sito web del teatro rimarrebbe sconcertato dal nulla che vi è presente. Tutte le altre fondazioni liriche si stanno apprestando a presentare la stagione 2016; Cagliari domani presenta un solo concerto per il 6 e 7 marzo 2015.
Questa mancanza totale di prospettiva a lungo termine, collegata ad una riduzione della produzione ai minimi storici – aggiungono le organizzazioni sindacali -, comporterà inevitabilmente una perdita di lavoro per tutto quell’indotto che sino a ieri è gravitato attorno al Teatro Lirico.»
Le organizzazioni sindacali esprimono la loro grande preoccupazione: «Pare quasi che l’indirizzo da perseguire sia quello di un teatro fortemente ridimensionato a livello regionale, senza alcuna prospettiva di miglioramento e sviluppo, che non competa con le altre Fondazioni in termini di qualità e quantità di produzione, che non crei occupazione. In ultima analisi, un teatro che pian piano si vada a spegnere sino a scomparire. Qualora perdurasse questa drammatica situazione e in assenza di segnali concreti di cambio di rotta – conclude la nota delle organizzazioni sindacali -, non esiteremo a mettere in atto tutte le iniziative opportune a tutela della maggiore fabbrica culturale della Sardegna.»