22 November, 2024
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Gianni Repetto è stato confermato presidente dell’associazione turistica Pro Loco di Carloforte. L’esito delle elezioni del 16 dicembre 2022 ed il primo consiglio di amministrazione di ieri sera (17 dicembre) ha proclamato gli eletti e assegnato le seguenti cariche:
Presidente: Gianni Repetto
Segretario: Agostino Rivano
Tesoriere: Antonello Rosso
Consiglieri: Salvatore Garau, Pino Rosso, Angela Vacca (delegata del Comune), Giorgio Maurandi (delegato del Comune)
Revisore: Luigi Pellerano
Probiviri.
Presidente: Tonio Casanova
Componenti: Tonino Granara, Chicca Melis.
La Pro Loco di Carloforte, nata nel lontano 1954 è sempre stata, in assoluta continuità, promotrice di idee e di eventi nella città di Carloforte, ha stretto legami forti e continui con Genova, Tabarka, Nueva Tabarca, Ponza, realtà accomunate da tanta storia condivisa. In particolare con Genova-Pegli da dove la comunità è partita nel lontano 1541 per poi stabilizzarsi a Carloforte, in Sardegna, dal 1738.

Si è insediato il nuovo Consiglio comunale di Carloforte. Dopo l’esame delle condizioni di eleggibilità e convalida degli eletti, il nuovo sindaco Stefano Rombi, 36 anni, assessore uscente nella Giunta guidata da Salvatore Puggioni, ha prestato il giuramento. E’ seguita la comunicazione dei componenti della Giunta comunale e del vice sindaco.

Vice sindaco è Elisabetta Di Bernardo, nota “Betti” , 60 anni, assessore uscente, la più votata con 786 preferenze, assessore della Pubblica istruzione, Politiche sociali, Beni culturali ed identitari.

Salvatore Puggioni, 62 anni, sindaco uscente, è assessore del Bilancio, Attività produttive e Sport.

Pina Franca Opisso, nota Pinella, 57 anni, è assessore della Tutela della Salute.

Gianluigi Mario Penco, 54 anni, è assessore della Mobilità, Patrimonio e Politiche energetiche.

Giovanni Verderosa, 56 anni, assessore uscente, è assessore dei Servizi tecnologici e Gestione del territorio.

Sono seguiti gli interventi dei nuovi assessori.

Il nuovo capogruppo è il consigliere Salvatore Rivano che ha effettuato un breve intervento ed ha rivolto gli auguri di buon lavoro a tutti i colleghi.

La seduta si è conclusa con l’elezione della commissione elettorale comunale, interamente costituita da consiglieri di maggioranza, essendo stata presentata una sola lista e non essendoci, di conseguenza, consiglieri di minoranza.

Componenti effettivi: Antonio Napoli 6 voti, Luisa Rivano 5, voti ed Angela Vacca 5.

Componenti supplenti: Simona Sartirana, Giorgio Maurandi e Mauro Cinellu.

Ricordiamo la composizione del nuovo Consiglio comunale, formato dall’intera lista “Carloforte cresce”, unica presentata alle elezioni Amministrative dello scorso 12 giugno 2022. Si è votato con la doppia preferenza di genere.

Sindaco: Stefano Rombi (2.844 voti).

Consiglieri: Betti Di Bernardo (786 preferenze), Salvatore Puggioni (409), Pinella Opisso (393), Gianluigi Penco (35), Angela Vacca (336), Gianni Verderosa (272), Pierangelo Rombi (261), Cesare Rombi (249), Francesco Granara (208), Vittoriana Durante (166), Mauro Cinellu (152), Salvatore Rivano (146), Giorgio Maurandi (137), Simona Sartirana (107), Luisa Rivano (92), Antonio Napoli (74).

Giampaolo Cirronis

 

Si insedia lunedì 20 giugno, alle 17.00, il nuovo Consiglio comunale di Carloforte. All’ordine del giorno della seduta, fissata in prima convocazione dal neo sindaco Stefano Rombi (la seconda eventuale convocazione è fissata per le ore 18.00 di martedì 21 giugno), figurano tre punti: insediamento del Consiglio comunale, esame delle condizioni di eleggibilità, convalida degli eletti e giuramento del sindaco; comunicazione dei componenti della Giunta comunale e del vice sindaco; nomina della commissione elettorale comunale ai sensi del DPR n. 223/1967 come modificato dalla legge 21 dicembre 2005 n. 270.

Ricordiamo la composizione del nuovo Consiglio comunale, formato dall’intera lista “Carloforte cresce”, unica presentata per le elezioni Amministrative dello scorso 12 giugno 2022. Si è votato con la doppia preferenza di genere.

Sindaco: Stefano Rombi (2.844 voti).

Consiglieri: Betti Di Bernardo (786 preferenze), Salvatore Puggioni (409), Pinella Opisso (393), Gianluigi Penco (35), Angela Vacca (336), Gianni Verderosa (272), Pierangelo Rombi (261), Cesare Rombi (249), Francesco Granara (208), Vittoriana Durante (166), Mauro Cinellu (152), Salvatore Rivano (146), Giorgio Maurandi (137), Simona Sartirana (107), Luisa Rivano (92), Antonio Napoli (74).

Giampaolo Cirronis

E’ l’assessore uscente Betti Di Bernardo, con 786 preferenze, la più votata tra i 16 candidati della lista Carloforte cresce che sosteneva la candidatura del sindaco eletto Stefano Rombi, tutti eletti in quanto unica lista presentata per il rinnovo del Consiglio comunale. Alle spalle di Betti Di Bernardo, il sindaco uscente Salvatore Puggioni, con 409 preferenze, poi Pinella Opisso con 393, Gianluigi Penco 353 ed Angela Vacca 336. Oltre le 200 preferenze anche Gianni Verderosa, 272; Pierangelo Rombi 261; Cesare Rombi 249 e Francesco Granara 208. Gli altri consiglieri eletti sono Vittoriana Durante (166), Mauro Cinellu (152), Salvatore Rivano (146), Giorgio Maurandi (137), Simona Sartirana (107), Luisa Rivano (92) ed Antonio Napoli (74).

Stefano Rombi è stato eletto sindaco di Carloforte con le 2.844 preferenze valide espresse dai 3.026 cittadini che hanno votato. La certezza dell’elezione era maturata già ieri dopo il superamento del quorum del 40% dei votanti, percentuale attestatasi al 57,90%. 88 sono risultate le schede nulle, 94 quelle bianche.

Stefano Rombi sarà sostenuto dal gruppo consiliare formato dall’intera lista “Carloforte cresce” di 16 componenti: Mauro Cinellu, Elisabetta Di Bernardo nota Betti, Vittoriana Durante, Francesco Granara noto Loffua, Giorgio Maurandi, Antonio Napoli noto Tonio, Pina Franca Opisso nota Pinella, Gianluigi Mario Penco, Salvatore Puggioni noto Tore, Luisa Rivano, Salvatore Rivano, Cesare Rombi, Pierangelo Rombi, Simona Sartirana, Angela Vacca, Giovanni Verderosa noto Gianni.

Nella fotografia allegata in copertina il nuovo sindaco Stefano Rombi, con al suo fianco Salvatore Puggioni, sindaco uscente, eletto consigliere.

Stefano Rombi è il nuovo sindaco di Carloforte. Alle 19.00 il candidato della lista Carloforte cresce, l’unica in campo per l’elezione del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio comunale, aveva già votato il 41,77% degli aventi diritto, oltre la soglia del quorum che da queste elezioni è fissato al 40%.

Stefano Rombi, 36 anni, ricercatore universitario, sposato con una figlia, è assessore uscente dei Lavori pubblici, Urbanistica e Bilancio nella Giunta guidata da Salvatore Puggioni.

Questi sono i 16 candidati alla carica di consigliere comunale (lo spoglio assegnerà le preferenze ma sarà ininfluente ai fini dell’elezione, perché essendo “Carloforte cresce” l’unica lista presentata, saranno tutti eletti): Mauro Cinellu, Elisabetta Di Bernardo nota Betti, Vittoriana Durante, Francesco Granara noto Loffua, Giorgio Maurandi, Antonio Napoli noto Tonio, Pina Franca Opisso nota Pinella, Gianluigi Mario Penco, Salvatore Puggioni noto Tore, Luisa Rivano, Salvatore Rivano, Cesare Rombi, Pierangelo Rombi, Simona Sartirana, Angela Vacca, Giovanni Verderosa noto Gianni.

 

Clamoroso a Carloforte: c’è una sola lista in campo per l’elezione del nuovo Sindaco e del Consiglio comunale. Alle 12.00, termine ultimo per la presentazione delle liste, in Comune è stata depositata solo la lista Carloforte cresce che candida a sindaco Stefano Rombi, 36 anni, assessore uscente dei Lavori pubblici, Urbanistica e Bilancio nella Giunta guidata da Salvatore Puggioni.

Questi sono i 16 candidati alla carica di consigliere comunale: Mauro Cinellu, Elisabetta Di Bernardo nota Betti, Vittoriana Durante, Francesco Granara noto Loffua, Giorgio Maurandi, Antonio Napoli noto Tonio, Pina Franca Opisso nota Pinella, Gianluigi Mario Penco, Salvatore Puggioni noto Tore, Luisa Rivano, Salvatore Rivano, Cesare Rombi, Pierangelo Rombi, Simona Sartirana, Angela Vacca, Giovanni Verderosa noto Gianni.

A questo punto, resta un solo ostacolo da superare per l’elezione di Stefano Rombi a nuovo sindaco di Carloforte e di tutti i 16 candidati alla carica di consigliere comunale, il quorum della maggioranza dei votati, il 40% + 1 (il quorum è stato abbassato dal 50% al 40% con il decreto legge 4 maggio 2022 n. 41, al fine di contenere quanto più possibile il rischio commissariamento dei Comuni, particolarmente elevato in alcune aree del Paese).

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La commissione di inchiesta sull’efficienza ed i costi del sistema sanitario regionale, presieduta dall’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sentito in audizione i rappresentanti sindacali dei medici e degli infermieri.

Angela Vacca, della Fum, ha richiamato l’attenzione della commissione su un dato strutturale molto a suo giudizio molto preoccupante che riguarda i servizi veterinari: su 350 sanitari pubblici circa 150 hanno superato i 60 anni ed una situazione analoga si registra anche nel personale tecnico ed amministrativo. «E’ urgente quindi – ha affermato – dare corso al turn-over per evitare gravi conseguenze sul sistema nei prossimi 4-5anni. Per quanto concerne le realtà ospedaliera, vi sono molti punti del contratto che devono ancora essere definiti, a cominciare dalle differenze normative e retributive che si registrano nelle diverse aziende per gli stessi incarichi». Sul problema della Asl unica, infine, Vacca ha espresso una valutazione negativa sostenendo che «non sarà certo la soluzione perché, in concreto, è sempre mancato il controllo della Regione sul sistema sanitario».

A nome della Uil medici Rosanna Pintore ha ripreso il tema della carenza di personale, «che rende molto più difficile la gestione quotidiana delle attività e pesa in negativo sulla funzionalità della sanità sarda; c’è il rischio che fra pochi anni il sistema arrivi al collasso a causa dello stress degli operatori, col risultato che aumenteranno i viaggi della speranza fuori della Sardegna e la spesa pubblica del settore».

«Il sistema sanitario regionale – ha dichiarato Luigi Mascia, della Cimo – si è progressivamente snaturato perché molti medici svolgono di fatto mansioni esclusivamente burocratiche e la componente amministrativa, che secondo la normativa nazionale non dovrebbe superare il 7%, in Sardegna è doppia e quasi tripla; è necessaria perciò una radicale inversione di tendenza.»

Sempre in materia di personale Enrico Giua (Anpo-primari) ha messo l’accento sulla presenza «di aree molto consistenti di precariato fra i medici, con contratti che vengono rinnovati di 6 mesi in 6 mesi in molti casi da oltre 10 anni». Parlando del riassetto della rete ospedaliera, secondo Giua non ci potrà essere «senza prima predisporre una rete efficiente di servizi sul territorio; cominciando dal vertice ci saranno conseguenze negative sui pazienti soprattutto nelle zone interne dell’Isola».

L’equilibrio fra la rete ospedaliera e quella dei servizi sul territorio è stato al centro anche dell’intervento di Susanna Montaldo (Anaoo-Assomed) per la quale «il sistema regionale è privo di meccanismi efficaci di controllo della spesa ed anzi si assiste alla continua proliferazione di servizi, con relativo aumento di costi, mentre nelle strutture sarde il personale lavora in condizioni di emergenza, sia per l’entrata in vigore della nuova normativa europea sugli orari di lavori che per le carenze delle piante organiche».

Cesare Iesu, dell’Aaroi-Emac ha criticato in primo luogo la mancata applicazione della legge relativa alla terapia del dolore, anch’essa a suo avviso “fonte di sprechi” evidenziando inoltre le gravi lacune del servizio di emergenza-urgenza, «indispensabile per dare un assetto razionale alla rete, invece la gara per l’elisoccorso è ancora al palo e in queste condizioni, ad estate già cominciata, rischiamo di non poter trasferire i pazienti da una struttura all’altra prima di 6-7 ore, in certe zone della Sardegna”.

Alessandro Nasone (Nursind-infermieri) ha detto che «il sistema sanitario regionale è troppo costoso perché non è mai stato organizzato mettendo al centro il cittadino come utente del servizio pubblico; i ricoveri ospedalieri hanno costi elevatissimi mentre sarebbe possibile risparmiare risorse ingenti curando molti pazienti presso le strutture del territorio o, quando possibile, a casa». «Le priorità della riforma – ha osservato – vanno invertite, prima bisogna pensare alle cure territoriali e poi a quelle ospedaliere, che vanno riservate ai casi acuti non parla dei pazienti ma degli incarichi».

Gianluca Chelo, anch’egli di Nursind, ha ricordato fra l’altro che anche nella professione infermieristica esiste un problema «di età avanzata e di carichi di lavoro fortemente appesantiti dalla carenza delle piante organiche». Quanto alla crescita anomale degli accessi impropri agli ospedali, Chelo ritiene che ciò sia riconducibile «alla scarsa efficienza delle rete territoriale e domiciliare, un vuoto del sistema che potrebbe essere colmato sia con il potenziamento delle strutture di base che con l’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia».

Al termine degli interventi dei rappresentanti sindacali si è sviluppato all’interno della commissione un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Roberto Deriu (Pd), i capigruppo di Sdl Roberto Desini, di Sel Daniele Cocco e di Cps Pierfranco Zanchetta ed Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia). Tutti, con sottolineature diverse, hanno manifestato l’esigenza di correggere l’accesso della componente amministrativa nelle aziende sanitarie sarde, sollecitando in proposito l’acquisizione di dati certi e dettagliati. Inoltre, sono state segnalate con forza le anomalie provenienti da alcune realtà riguardanti, a parte il surplus di personale amministrativo, l’istituzione di nuovi servizi, la larga discrezionalità delle commissioni di concorso, le assunzioni non giustificate, gli aumenti di spesa immotivati; tutti elementi che, secondo i consiglieri, configurano una sorta di sconfinamento dei commissari delle Asl rispetto ai limiti del mandato loro assegnato.

Il presidente della commissione Attilio Dedoni, nelle conclusioni, ha dichiarato che la richiesta di dati certi ed aggiornati sulla composizione del personale delle Asl «è una richiesta quanto mai opportuna, perché nessun cambiamento sarà possibile se non preceduto da un intervento incisivo sulle risorse umane ed il loro corretto utilizzo». Quanto all’eccessivo potere in capo alle figure dei commissari, a giudizio di Dedoni, «è presente in tutte le aziende, dove i commissari hanno operato come figure autonome al di là del perimetro tracciato dell’ordinaria amministrazione; sono emersi alcuni fatti gravi di cui ritengo che altre istituzioni dovranno occuparsi».

 

 

 

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Antonio Onnis 4

La commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha completato la prima fase delle audizioni sull’istituzione della Asl unica ascoltando i commissari delle aziende sanitarie sarde e l’Anci.

Esprimendo la posizione condivisa dei responsabili delle aziende, il commissario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, ha parlato di «un progetto epocale che interviene in modo profondo sull’organizzazione del servizio sanitario regionale, un progetto che scuoterà il sistema avviando una fase completamente nuova che dovrà essere caratterizzata da efficienza, capacità di ottimizzare le risorse disponibili, migliorare i servizi e soprattutto, anche sul piano culturale, riconciliare la sanità sarda con i cittadini».

«Una grande scommessa – ha aggiunto Antonio Onnis – sulla quale tutti gli operatori della sanità ed anche la politica si stanno mettendo in gioco; per questo non dobbiamo soffermarci tanto sui modelli, quanto sull’impegno comune di superare una situazione a macchia di leopardo per costruire un sistema efficiente e sostenibile.»

Per l’Anci, il presidente Piersandro Scano ha dichiarato che è sempre preferibile «confrontarsi mentre le decisioni si stanno prendendo mentre, in questo caso, abbiamo l’impressione che sostanzialmente le cose siano già fatte». «Rispetto all’esigenza di avere un sistema sanitario efficiente – ha proseguito – riteniamo che non ci siano automatismi che conducono a questo o quel modello, certamente la riforma va fatta però esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per una tendenza (anche nazionale) di abbassare il livello del welfare e dei servizi sanitari per risparmiare, favorendo in modo indiretto una urbanizzazione forzata perché, alla fine, le città sono gli unici posti dove si può vivere. Temiamo in particolare, per quanto riguarda la sanità sarda, che tutto questo si traduca in un abbandono dei territori ed una corsa al Pronto soccorso, perché non c’è altro.»

«Faremo una battaglia molto forte – ha poi annunciato Scano – sulle guardie mediche perché vogliamo difendere il diritto alla salute dei sardi in tutto il territorio regionale, che ha tante differenze, problematiche e specificità; anche la tempistica delle trasformazioni in corso crediamo vada seguita con la massima attenzione perché rete ospedaliera, servizi e strutture territoriali devono essere interconnessi e, al momento, sono parti incomplete di un sistema che ancora non c’è.»

In precedenza la commissione aveva ascoltato i rappresentanti sindacali delle diverse specialità dei medici.

Enrico Giua ha espresso una valutazione positiva sulla riforma in linea di massima, raccomandando però di «procedere con la necessaria gradualità negli accorpamenti» manifestando inoltre la propria preferenza per uno schema di tre Asl.

Angela Vacca ha sostenuto che la proposta della Asl unica non appare la più adatta «al governo sanitario di un territorio vasto come la Sardegna; per noi il numero ottimale sarebbe quello di 3 Asl, anche per assicurare una maggiore presenza nei territori che rischiano di essere fortemente indeboliti».

Maria Luisa Boi ha definito il progetto «fumoso e non adeguato a rispondere alle tante specificità del territorio regionale; sarebbe preferibile uno schema costruito su tre Asl prestando particolare attenzione alle realtà territoriali». «Quello della Asl unica – ha aggiunto – è un modello che nelle esperienze conosciute non ha prodotto risparmi ma solo un forte accentramento di poteri nella persona del direttore generale».

Giuseppe Doneddu ha citato il precedente, a suo avviso totalmente negativo, dell’accorpamento fra Microcitemico, Oncologico e Brotzu per dichiarare tutte le sue riserve su un processo che «non ha prodotto risparmi ma nuovi costi ed un forte calo della qualità dei servizi; la Asl unica sarebbe una specie di bad bank con un al vertice un supercommissario senza controlli e, nello specifico, senza alcun ruolo di rappresentanza per i medici».

Anche Luciana Cois ha ipotizzato un consistente aumento dei costi, aggiungendo che i risparmi, semmai, «potrebbero arrivare dalla centrale unica per gli acquisti che comunque c’è già; quello che manca, invece, è la capacità di produrre buona salute per i sardi».

Gianfranco Doneddu si è soffermato sulle ricadute dei processi di aggregazione nel settore delle analisi di laboratorio ricordando, sempre a proposito dell’accorpamento Microcitemico-Oncologico-Brotzu, che «si sono perduti ben 600 prelievi». «C’è una fretta paurosa che lascia sbalorditi – ha concluso – ed avrà ripercussione negative soprattutto sul personale».

Non possiamo dimenticare, ha detto fra l’altro Cesare Nieddu richiamando l’attenzione della commissione sui problemi dell’emergenza/urgenza, «che prima avevamo otto modelli diversi, ora non abbiamo ancora l’Areus e ci troviamo in una situazione di grave disorientamento che amplifica le tante carenze del servizio».

Per Anna Maria Lecca «la Asl unica sarà un mostro che moltiplicherà i problemi della sanità sul territorio, dove i ventidue distretti somigliano molto alle vecchie Ausl ed i rapporti fra strutture ospedaliere ed universitarie saranno ancora più complicati; l’unico elemento di chiarezza sono i super poteri del direttore generale, difficilmente controllabili».

Anche per Susanna Montaldo «la Asl unica non potrà funzionare e non farà risparmiare; si sta procedendo con troppa fretta con una concentrazione di potere eccessiva che nelle Marche, per esempio, ha portato ad uno squilibrio che di fatto ha delegato al direttore generale le funzioni dell’assessore della Sanità». «Lo schema più funzionale – ha concluso – sarebbe quello di quattro Asl, con confini coincidenti con quelli delle vecchie province”.

Successivamente la commissione ha ascoltato il Rettore dell’Università di Cagliari. La professoressa Maria Del Zompo ha auspicato «una razionalizzazione delle risorse che non perda di vista le grandi potenzialità della facoltà di Medicina, in grado di far crescere tutto il sistema». Sotto questo profilo, ha ribadito la necessità che l’Università «mantenga la sua autonomia», principio che l’art. 2 del disegno di legge della Giunta metterebbe in qualche modo in discussione.