22 December, 2024
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Dopo l’acquisizione della VIA e l’AIA rilasciata dalla Provincia, si avvicina la fase della riapertura per lo stabilimento Sider Alloys di Portovesme.
«La Giunta regionalespiega l’assessora regionale del Lavoro Alessandra Zedda -, avvierà immediatamente, tramite Aspal, i corsi di formazione per i 400 lavoratori che dovranno essere pronti per il momento della ripresa delle attività della fabbrica, secondo quanto stabilito in accordo con i sindacati.»
«Al termine dell’iter proceduraleaggiunge l’assessora dell’Industria Anita Pili -, l’Esecutivo adotterà una delibera che stabilirà la definitiva concessione delle autorizzazioni e la tempistica per la riapertura dello stabilimento.»
«L’impegno è stato mantenuto su tutti i frontidice l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis -. Confidiamo che entro pochi giorni tutto possa essere definitivamente risolto e sia assicurata la ripresa delle attività e il mantenimento dei livelli occupazionali. Abbiamo presentato alla Società e alle parti sindacali un cronoprogramma che abbiamo rispettato a dimostrazione di come alle parole siano seguiti i fatti.»

«Con la presa d’atto assunta dalla Giunta Regionale sul progetto “HUB Energetico Carbosulcis” si fissa un ulteriore passaggio importante non solo per l’auspicata riconversione del sito ex carbonifero, ma anche per una nuova possibile strategia della Regione legata alla produzione e stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.»

Così l’assessora regionale dell’Industria, Anita Pili, commenta la conclusione della fase che ha portato all’individuazione e allo studio di soluzioni tecniche legate in questa prima fase alla realizzazione di impianti di produzione per complessivi 35 MWp (20 MWp solari e 15 eolici) e 10 MWh di accumulo con batterie tradizionali, distribuiti su circa 30 ettari di proprietà regionale e inseriti, come previsione d’investimento, sia nel PNRR nazionale che nella misura del Just Transition Fund.

«Con la recente approvazione del documento sulla Strategia Energetica Nazionale prosegue l’assessora dell’Industria l’obiettivo è quello di arrivare a una revisione del sistema di produzione e di distribuzione energetico regionale nel momento in cui verrà a mancare l’apporto dei sistemi di produzione di energia elettrica da fonti combustibili tradizionali. È quindi importante affrontare il tema sui processi di accumulo e della gestione stabile ed affidabile dell’energia, cosa che Carbosulcis sta portando avanti grazie al rapporto di collaborazione che la lega ai dipartimenti di Meccanica e di Energia dell’Università di Cagliari, cosi come concorrere, anche in forma diretta, alla produzione di energia da fonti rinnovabili tale da poter consentire un abbattimento del costo energetico sulla bolletta della regione.»

L’iniziativa della Carbosulcis è in linea con le raccomandazioni già previste all’interno del Piano di chiusura sull’attivazione di iniziative volte ad attenuare l’impatto ambientale del carbone attraverso investimenti da attivare nel settore delle energie rinnovabili, dello stoccaggio del carbonio e della desolforazione del carbone, per altro la mancata realizzazione degli interventi potrebbe condurre, a seguito di controlli da parte della Commissione Europea, a rilievi circa la legittimità degli aiuti erogati negli ultimi anni a copertura delle perdite della produzione oramai definitivamente conclusa.

L’iniziativa dell’HUB energetico, fermo restando il pieno rispetto dei contenuti previsti nel Piano di chiusura, si inserisce in un quadro più generale di iniziative presentate sugli interventi Sulcis Iglesiente – JTF, attraverso i quali si ipotizza il pieno rilancio dell’area ex mineraria attraverso la realizzazione dei progetti ARIA (installazione criogenica per la lavorazione dei gas naturali), FEDE (fertilizzanti da rifiuti di lavorazione mineraria) e Spirulina Noa (coltivazione pregiata dell’alga spirulina).

Nuovo incontro stamane all’assessorato regionale del Lavoro sulla vertenza Sider Alloys. L’obiettivo: evitare la cassa integrazione e riavviare la produzione di alluminio. Intorno allo stesso tavolo si sono trovati Regione, Azienda e Sindacati.
L’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, ha riepilogato le principali criticità che allo stato attuale non consentono l’avvio dei lavori finalizzati alla ripartenza della produzione.
L’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha ripercorso le vicende legate alla Conferenza dei Servizi e riconvocherà la conferenza solo dopo il ricevimento di alcuni documenti fondamentali ancora non trasmessi. E’ quindi ipotizzabile – ha proseguito Gianni Lampis -, che se gli atti vengono trasmessi nei tempi richiesti, la conferenza verrà convocata in una data compresa tra il 20 e il 25 settembre 2021.
Per l’Azienda ha preso la parola il dott. Eros Brega che ha comunicato che tra il 20 e il 25 settembre si terrà la conferenza dei servizi decisoria e la Giunta probabilmente potrà deliberare tra il 15 e 20 del mese di ottobre. Solo dopo quella data l’azienda, potrà chiedere le autorizzazioni al comune di Portoscuso e i lavori potranno iniziare orientativamente a fine novembre.
Eros Brega ha aggiunto che l’Azienda non è in grado di garantire i circa 100 lavoratori sino alla partenza del cantiere e ha evidenziato che le tempistiche rappresentate hanno delle implicazioni oltre che sui lavoratori anche sul contratto ENEL e a livello finanziario.
A tal proposito, è intervenuta l’assessore dell’Industria, Anita Pili, che si è resa disponibile ad attivarsi immediatamente con l’ENEL, al fine di garantire l’eventuale traslazione dell’inizio del contratto di fornitura, per compensare i ritardi nel riavvio degli impianti.
Le parti hanno convenuto di convocare un nuovo incontro il 30 agosto, alle ore 10.00, per il monitoraggio e la verifica della reale anticipazione delle scadenze fissate per i mesi di settembre e ottobre 2021, compreso il rispetto minimo dei termini di legge per la deliberazione della Giunta regionale.
Eros Brega inoltre ha comunicato che laddove le date e il percorso condiviso non dovesse essere mantenuto l’azienda si riserva di attivare le procedure per la Cassa Integrazione.
A tale riguardo le organizzazioni sindacali hanno sottolineato di non concordare sulla possibilità di attivare le procedure di Cassa Integrazione, in quanto la riapertura dello stabilimento è vitale per la ripresa produttiva e per tutto il territorio.
Ancora una volta il sindacato ha rivolto un appello alla Regione affinché vengano ridotti i tempi previsti per le autorizzazioni.
Hanno partecipato all’incontro gli assessori regionali Alessandra Zedda, Anita Pili, Gianni Lampis e Mario Nieddu; il presidente del Consiglio regionale Michele Pais; i consiglieri regionali Giorgio Oppi e Michele Ennas; il Direttore generale dell’assessorato della Sanità Marcello Tidore; per l’Azienda Eros Brega, Marzia Borgese e Carla Cicilloni; per le organizzazioni sindacali Samuele Piddiu, Roberto Forresu e Francesco Bardi per la CGIL; Rino Barca per la CISL; Renato Tocco per la UIL e Angelo Diciotti per la CUB.
Armando Cusa

«Un confronto a tutto campo sullo sviluppo del Sulcis e del polo industriale di Portovesme. Accompagnare la decarbonizzazione con la nascita di nuove politiche industriali che garantiscano sviluppo e benessere al territorio, salvaguardando i livelli occupazionali e garantendo una componente industriale che necessita alla nostra regione, e che deve mantenere la sua presenza anche nel futuro.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas che stamane a Villa Devoto ha ricevuto una folta delegazione di sindacalisti e amministratori del territorio.

«Regione e parti socialiha detto il presidente Christian Solinas -, confermano il loro orientamento comune sulle politiche energetiche e di sviluppo, e continueranno a condividere scelte e strategie. Il polo di Portovesme rappresenta una ricchezza alla quale non possiamo assolutamente rinunciare ed è necessario predisporre tutte le strategie per garantire che l’abbandono del carbone e la riconversione energetica avvengano salvaguardando tutti i presidi industriali, fondamentali per lo sviluppo armonico, insieme agli altri settori produttivi, del nostro sistema economico. Il Governo deve rimettere nelle mani della Regione il coordinamento di un tavolo nazionale che eventualmente aggiorni gli accordi nazionali in tema di energia in un’ottica di condivisione delle scelte.»

«La Sardegna deve essere parte attiva nel processo decisionale che porterà alla nuova strategia energetica nazionale, determinante nello sviluppo futuro del Sulcis e dell’intera Isola. Occorre -, ha concluso il presidente della Regione -, elaborare un progetto di sviluppo energetico sostenibile per colmare il gap infrastrutturale che separa la Sardegna dal resto del Paese e restituirle una competitività energetica pari a quella delle altre regioni.»

Alcune ore dopo l’incontro, gli assessori regionali del Lavoro Alessandra Zedda, dell’Industria Anita Pili, della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis e dell’Igiene e Sanità Mario Nieddu, hanno convocato un incontro sullo stato di attuazione del progetto Sider Alloys per martedì 10 agosto, alle 10.30, presso la sala riunioni dell’Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale – 8° piano degli Uffici dell’Assessorato in via San Simone 60, Cagliari, Attorno allo stesso tavolo ci saranno l’Azienda, le segreterie regionali CGIL, CISL, UIL ed UGL; le segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL e CUB; l’assessorato regionale del Lavoro e la direzione generale dello stesso Assessorato.

 

Il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha inviato una nota al ministro per la transizione energetica, Roberto Cingolani, e all’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili e, per conoscenza, al sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, sulle problematiche dell’Area industriale di Portovesme, con specifico riferimento alle politiche energetiche ed allo sviluppo territoriale.

«Giunge a questa Associazione la posizione del comune di Portoscuso sui progetti dell’area industriale di Portovesme in merito ai processi della cosiddetta “transizione ecologica”scrive Emiliano Deiana -. In particolare, il Comune pone l’attenzione come alcune iniziative in itinere che prevedrebbero il posizionamento di una nave gasiera FSRU di oltre 100.000 mc all’interno del porto industriale adiacente il centro abitato, contrastino con lo sviluppo futuro del porto industriale, limitandone fortemente la fruibilità non solo alle aziende esistenti ma anche a nuove iniziative che potrebbero invece limitare o assorbire le maestranze che perderebbero il posto di lavoro a causa della transizione energetica.»

«Senza entrare nel merito delle politiche energetiche che meriterebbero ben altri approfondimenti e terreni di confronto e dialogo fra Governo, Regione e rappresentanze delle comunità locali, finora pressoché inesistentiaggiunge Emiliano Deiana qui preme sottolineare il fatto che esiste una contrarietà della municipalità di Portoscuso rispetto alle iniziative che si intenderebbero adottare sull’area di Portovesme e sul suo porto. Solo con una mediazione fra programmi nazionali, strategie regionali e locali si possono prospettare soluzioni durature e di prospettiva. Anci Sardegna chiede, pertanto, al Ministero e alla Regione Sardegna – conclude il presidente di Anci Sardegnail pieno coinvolgimento del comune di Portoscuso nella definizione delle strategie generali calate in ambito locale, di accettare il confronto e di valutare soluzioni alternative, predisponendosi al dialogo e all’ascolto delle comunità locali.»

Le segreterie di  Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL hanno chiesto un incontro all’assessore regionale dell’Industria Anita Pili e al presidente dell’Unione dei Comuni Andrea Pisanu, sulle problematiche della vertenza Polar.
«Nei giorni scorsi la Società Polar ha provveduto al licenziamento di quasi tutto il personale operante nel sito di Piscinas – scrivono in una nota i segretari di Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL -. Trattandosi di attività sotto concessione mineraria, siamo qui a chiedere un incontro urgente al fine di verificare se sussistono ancora le condizioni per il prosieguo dell’attività, e viste le preoccupazioni sollevate dai sindaci capire la situazione ambientale nelle aree sotto concessione vigente. Restiamo a disposizione per poter concordare la possibile data.»

Consentire che una nave gasiera venga ormeggiata in modo permanente nel porto industriale di Portovesme è un errore e rappresenta una decisione non sostenibile dal punto di vista ambientale, della sicurezza e non accettata dalla Comunità. Costituisce anche un ostacolo per il futuro di importanti aziende già presenti nel polo industriale di Portovesme, così come di nuove imprese che hanno già chiesto di potersi insediare. È l’allarme lanciato dai consiglieri regionali dei Riformatori sardi Sara Canu (capogruppo in Consiglio) e Michele Cossa, che attraverso un’interrogazione scritta rivolta al presidente della Giunta e all’assessore dell’Industria, Anita Pili, denunciano la possibilità che una nave FSRU con una capienza di 100.000 mc di GNL possa occupare in maniera permanente la banchina Est (400 metri di lunghezza) del porto urbano di Portovesme.

Sono gli stessi consiglieri regionali a ripercorrere la storia della banchina Est, «che fu realizzata con soldi pubblici – spiegano i due consiglieri regionali dei Riformatori sardiper trasferire più lontano dall’adiacente abitato di Portoscuso e dal traffico civile per la vicina Carloforte (un milione di passeggeri l’anno) la movimentazione di merci sfuse particolarmente inquinanti o comunque impattanti per polverosità sulla popolazione».

«Di contro – aggiungono Sara Canu e Michele Cossala presenza di una nave FSRU nella vicina banchina Est, che dista 1 chilometro in linea d’aria dall’abitato di Portoscuso, 3 chilometri dall’abitato di Paringianu e 10 chilometri da Carloforte,  costituirebbe un grave pericolo per la popolazione e per i lavoratori impiegati nelle attività, già di per sé, a rischio dell’area industria.»

Un pericolo già segnalato dal Comune di Portoscuso, che ha espresso la più netta e ferma contrarietà ad una soluzione di questo genere e la volontà di ricorrere contro una simile iniziativa in tutti le sedi istituzionali e giuridiche, anche europee.

I consiglieri, evidenziando il pericolo che la permanenza della nave gasiera creerebbe, hanno sottolineato l’importanza dell’infrastruttura e la necessità di una piena valorizzazione.

«Il porto, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’area industriale di Portovesmehanno spiegatomeriterebbe maggior considerazione e adeguati finanziamenti per renderlo competitivo a livello globale (nei primi anni 2000 transitavano 6 milioni di tonnellate/anno di merci), mentre la presenza permanente di una nave gasiera condizionerebbe fortemente l’attività dello stesso, con gravi conseguenze sull’ambiente e limitazioni anche sull’occupazione attuale e futura.»

La strategia energetica della Regione Sardegna e la centralità della Regione stessa nella determinazione delle nuove politiche di sviluppo energetico per l’Isola sono state l’oggetto dell’incontro svoltosi questo pomeriggio a Roma tra l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, e il presidente di Enel Italia SpA Carlo Tamburi.

«Un incontro costruttivocommenta l’assessore Anita Piliin cui è stata evidenziata la necessità di mettere insieme tutti i player coinvolti per arrivare a una configurazione energetica che metta in campo la migliore strategia per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di reindustrializzazione in chiave green del sistema regionale.»

L’incontro odierno segue quello avvenuto la scorsa settimana a Roma con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, riunione in cui l’assessore Pili ha ricevuto rassicurazione circa il pieno coinvolgimento della Regione Sardegna nelle scelte del governo in merito alla nuova strategia energetica nazionale.

«Rimane ferma la necessità di mantenere una configurazione energetica completa della Sardegna, articolata tra rinnovabili e a consumo, e di generazione termoelettrica compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione», conclude l’assessore regionale dell’Industria.

 

!Sulcis Iglesiente, Industria – Pronti, ri-partenza, via! Noi ci siamo”: è il tema del convegno organizzato dalla segreteria UIL UILM per il prossimo 13 luglio nella Casa Fenu, a Villamassargia. E’ prevista la partecipazione dei sindaci di Villamassargia Debora Porrà e Portoscuso Giorgio Alimonda; della segretaria generale UIL Sardegna Maria Francesca Ticca; del segretario UILM Sulcis Iglesiente Renato Tocco; degli assessori dell’Industria Anita Pili e del Lavoro Alessandra Zedda; del vice ministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde e del segretario generale nazionale UILM Rocco Palombella.

«Le preoccupazioni che in questo anno erano state denunciate si sono puntualmente verificate. Da lunedì 3 maggio l’uscita dei 103 lavoratori ex Ifras determina la non operatività dei cantieri di Igea ma in parte anche di Carbosulcis considerato che 10 lavoratori prestavano il servizio a Nuraxi Figus per svolgere le attività del piano di messa in sicurezza della miniera. Per questo motivo, giovedì 29 aprile, si è svolta un’assemblea dei lavoratori Carbosulcis e due ore di sciopero dei lavoratori di Igea per denunciare il grave immobilismo della Regione Sardegna e della società in-house.»

La denuncia arriva dall’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL che hanno diffuso un durissimo comunicato.

«Gli incontri avvenuti martedì con l’azienda e giovedì con l’assessorato dell’Industriasi legge nel comunicatohanno generato altra confusione e nessuna decisione operativa se non lo scaricabarile di responsabilità. Nel corso dello sciopero, i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno evidenziato ancora una volta che nella delibera approvata lo scorso 1 aprile non sono menzionate le attività di bonifica, limitando così Igea alle sole attività di gestione delle concessioni minerarie, in più si dispone una dotazione organica in cui, tra l’altro, si palesa ancora una volta la volontà di non prevedere la figura del Direttore Generale.»

«La pianta organica proposta appare non congrua per svolgere la mission aziendale mentre si palesa la trasformazione della società, nelle migliori delle ipotesi, in mera stazione appaltante; per questo motivo abbiamo chiesto all’assessora Anita Pili la possibilità di partecipare alla stesura del Piano industriale, strumento fondamentale per il futuro di Igea – aggiunge l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL -. Oltre al problema strutturale sono emersi i malumori e le preoccupazioni dei lavoratori derivanti da continui rinvii e scelte aziendali non condivisibili. Abbiamo avuto modo di reiterare la nostra richiesta all’assessora Anita Pili di dare l’opportuno indirizzo rispetto alle problematiche già da tempo evidenziate sulla modifica pianta organica che non riteniamo condivisibile, sul mancato riconoscimento di quanto previsto dal CCNL, sulla mancata discussione e applicazione della contrattazione di secondo livello e sulla decisione di trasferire gli uffici della Direzione aziendale a Cagliari, aumentando così lo scollamento e il distacco tra i vertici aziendali ed i lavoratori. A questo si aggiunge la necessità di una discussione di merito rispetto al futuro dei siti di Silius e Olmedo.»

«Martedì ci sarà un nuovo incontro con l’assessorato dell’Industria, alla presenza dell’Amministratore Unicoconclude l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL –, al fine di affrontare tutti i problemi sopra descritti. L’auspicio è che si possa delineare un percorso chiaro e condivisibile, per uscire da una situazione che, di fatto, ha portato alla contrapposizione rispetto a tutti i temi sopra menzionati.»