La Caritas diocesana di Iglesias ha indirizzato la donazione ricevuta dalla Partita del cuore a un microprogetto di sostegno allo studio.
Un sostegno e un riconoscimento al merito di chi studia e lo fa in condizioni sempre più difficili perché la sua famiglia combatte con crisi economica, perdita di lavoro o disoccupazione: è a questo scopo che la Caritas diocesana di Iglesias ha indirizzato la donazione ricevuta dalla Partita del cuore, che si è giocata lo scorso 25 ottobre 2014 a Carbonia. La manifestazione, ideata dalle fotografe Anna Greca Piredda e Manuela Piras (dello Studio “Espressioni Wedding Evoluzione Eventi”), ha visto scendere in campo fra Nazionale italiana attori, una selezione di sindaci del territorio e operai del presidio Alcoa.
Le risorse raccolte a favore della comunità di Carbonia sono diventate un fondo destinato in parti uguali ad un’associazione di Carbonia che si occupa di talassemia e alla Caritas diocesana di Iglesias. La quota destinata alla Caritas è stata interamente suddivisa in otto borse di studio, che la Caritas diocesana ha scelto di utilizzare per premiare allievi meritevoli degli istituti superiori, indicati dai docenti delle stesse scuole.
Gli studenti, accompagnati da dirigenti scolastici e insegnanti, hanno ricevuto il riconoscimento per (270,00 euro ciascuno) nell’oratorio della parrocchia della Beata Vergine addolorata di Carbonia, in una giornata a cui ha partecipato anche l’assessore comunale dell’Istruzione e Formazione, Lucia Amorino, la quale ha parlato di «studio come strumento di riscatto e libertà». «Le fonti statistiche – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana Raffaele Callia, responsabile del Servizio Studi e Ricerche per la Delegazione regionale Caritas Sardegna – conferma che chi completa il proprio percorso di studi ha decisamente più possibilità di trovare un lavoro. La dispersione scolastica è la vera povertà del territorio: dobbiamo cercare di evitare che le persone si fermino a metà strada nella loro formazione.»
Non è un caso che anche nel nostro territorio stiano crescendo i cosiddetti Neet, giovani che non studiano, non si formano per una professione e non lavorano.
«Rischiano di diventare – ha proseguito il direttore della Caritas – degli adulti che non potranno essere un contributo per la crescita della società. L’intendimento della Caritas è di rendere stabili tali progetti di sostegno allo studio e alle famiglie. Questa iniziativa, d’altra parte, si inserisce organicamente nel più ampio progetto denominato “Famiglie che si aiutano”.»