5 November, 2024
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Circa 60 delegati-attivisti in rappresentanza di un migliaio di simpatizzanti hanno partecipato al Congresso provinciale del Movimento Zona Franca di Oristano. L’incontro è stato introdotto dalla giornalista Marinella Foddis e guidato dal commissario provvisorio, Pergiorgio Pira, che ha illustrato il lavoro svolto nel periodo di gestione straordinaria e di preparazione del congresso oristanese, il quarto della serie dopo Gallura, Ogliastra e Medio Campidano, in attesa degli altri previsti subito dopo le imminenti festività. L’apertura dei lavori è stata inusuale e struggente, l’assise è stata aperta da alcuni video-audio creati da regista Alessio Catte e dall’animatore culturale-ambientale Eligio Mariano Testa in particolare con una meravigliosa ed inedita poesia di Grazia Deledda. Evidente sin dall’inizio il taglio identitario-culturale che gli organizzatori intendono dare alla tornata congressuale costituente.
La relazione congressuale è stata presentata da Antioco Patta ed ha spaziato ad ampio spettro sul tema “zona franca”. «E’ una grande opportunità – ha detto – un diritto storico-politico che i sardi hanno da tempo e che solo una legislazione incompleta e contorta, oltre alla mancanza di precisa volontà politica locale e nazionale, hanno finora impedito». Sono stati fatti esempi concreti anche di tipo storico, dalle primordiali zone libere mesopotamiche, al periodo Greco-Romano-Cartaginese citando esempi come la nota vicenda di Rodi e passando dal periodo delle repubbliche marinare alla crescita delle città commerciali delle coste mediterranee, fino all’epopea della “Comunità Anseatica” delle 100 città portuali europee che per gli storici rappresentano lo strumento che ha gettato le basi per il dominio sul mondo da parte della cultura europea negli ultimi 500 anni.
Non sono mancati i riferimenti ai grandi di Sardegna sia in relazione all’identità sarda che alle condizioni socio economiche; sono stati citati Giovanni Battista Tuveri e la “Questione Sarda” la Commissione Pais-Serra e gli studiosi Todde e Deffenu, Il grande Camillo Bellieni che proprio ad Oristano in occasione dello storico congresso sardista, metteva la questione dei dazi e del fisco come problema centrale nel rapporto Sardegna-Regno d’Italia; per terminare con i costituenti dell’immediato dopo guerra e delle lotte del P.S. d’Az. di Mario Melis.
I lavori sono stati conclusi dal consigliere regionale zonafranchista Modesto Fenu: «Abbiamo fatto – ha sottolineato – un altro passo avanti nella strutturazione del movimento». Nel direttivo sono stati eletti: Antioco Patta (segretario) Anna Maria Flore, Fabiano Vidili, Luciano Sanna, Vittoria Perra, Raffaele Tratzi e Nando Fenu. Gli altri incarichi verranno assegnati unitamente agli incarichi previsti per Elisa Magario, Alessandro Piras, Angelo Porta e Gigi Carboni.

Foto Zona Franca

Il Movimento Sardegna Zona Franca entra in una nuova fase, si struttura sul territorio e si proietta verso il congresso regionale.

«E’ già partita la fase dei tesseramenti – ha spiegato il consigliere regionale Modesto Fenu in una conferenza stampa -. In soli 20 giorni abbiamo superato le  1.600 adesioni al Movimento Sardegna Zona Franca. E’ il preludio ai congressi provinciali, poi al conclave regionale che si terrà i prossimi 10 e 11 gennaio». E’ solo l’inizio della grande sfida. «Rivendichiamo con forza l’istituzione nell’Isola della Zona Franca, come strumento di economia finanziaria che possa rilanciare la nostra economia – prosegue Fenu -. Nei prossimi giorni sarà presentata una mozione per arrivare ad impostare le basi per un dialogo conciliante con tutte le forze politiche  per un istituto capace di rimettere in moto la galassia delle imprese e ridare speranza ai cittadini ormai strangolati dalle tasse. Partendo da questi presupposti, siamo pronti al dialogo con tutte le forze politiche regionali. Il cancro che affligge la Sardegna è la disoccupazione. Abbiamo la grande opportunità di aprire nuove strade capaci di restituire occasioni di ripresa per l’Isola». Non c’è più tempo da perdere: «Una cosa è ormai chiara – evidenzia Fenu – le migliaia di disoccupati della Sardegna non possono essere assunti nel pubblico impiego e le risorse per garantire gli ammortizzatori sociali oltre ad essere poco rispettose della dignità umana e del sacrosanto diritto al lavoro non sono più sufficienti. Di fronte a questa realtà esiste a nostro avviso solo una soluzione». Non una formula miracolosa, ma una ricetta semplice: «Aiutare il tessuto delle famiglie e delle imprese private a rilanciare l’economia, ma per fare questo le nostre imprese hanno bisogno di superare il divario competitivo con il resto del territorio italiano ed europeo. Questo divario competitivo è dovuto alle carenze infrastrutturali e agli oggettivi svantaggi competitivi della Sardegna rispetto al resto del territorio, pertanto solo la Zona Franca o una zona ad Economia speciale, con una fiscalità di compensazione possono riequilibrare gli svantaggi e rilanciare economia ed occupazione – sottolinea il consigliere regionale – Bisogna agire subito, le imprese non sono pecore da mungere e sono oramai allo stremo. Se qualcuno ha timore che con la zona franca mancheranno le risorse garantite da Iva e accise per il bilancio regionale prenda atto che se a breve non si  dovesse intervenire subito, le risorse per il bilancio mancherebbero ugualmente. Il motivo è semplice: non ci saranno più imprese che pagano le imposte in quanto chiuderanno prima. In Sardegna rischia di restare solo cenere e disperazione. Spero di sbagliarmi quando penso che forse qualcuno che non sta in Sardegna desidera questo».

Si possono aprire nuovi scenari, comunque. «La nostra Isola può e deve svolgere nel Mediterraneo un importante ruolo di piattaforma economica e culturale, di integrazione sociale tra i popoli e di dialogo – rimarca Fenu – non deve svolgere il ruolo di piattaforma militare. La forte pressione delle servitù militare deve essere adeguatamente compensata con diritti stabili e duraturi anche per le generazioni future». Alla conferenza stampa hanno partecipato gli stati generali di Zona Franca provenienti da tutta la Sardegna. L’esponente gallurese Andreas Coni promette battaglia: «Abbiamo un problema grandissimo in Sardegna, la disoccupazione  ormai a livelli esponenziali. Da qui la necessità di una svolta. Senza però uscire dai binari della legge». Le porte sono aperte a tutti. Non è un caso che all’interno del movimento saranno costituite diverse sezioni. Un segmento rosa e una filiera ribattezzata “Zona Franca disoccupati”. «Proprio così – aggiunge Anna Maria Flore, responsabile di Zona Franca Donne -. Dobbiamo convogliare nei nostri ranghi tutte le persone che vogliono lo sviluppo della Sardegna». Sulla stessa lunghezza d’onda Efisio Zuddas (Ogliastra) e Fabio Usai, rappresentante del Sarrabus: «E’ necessaria una fiscalità di vantaggio per l’Isola». Tra i precursori del movimento, Antioco Patta: «Il filo conduttore della nostra formazione? Legalità e democrazia». Conclude Modesto Fenu: «Finalmente nel Movimento si respira democrazia, ora le porte sono aperte a tutti quelli che ne condividono gli obiettivi. Forza Paris inizia una nuova stagione».