22 November, 2024
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È all’opera dallo scorso settembre, è finanziato con fondi ministeriali, ha sede negli uffici di via Ospedale: il Centro di servizi di ateneo per l’innovazione e imprenditorialità marcia senza pause. Sorto per promuove la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione fra gli studenti, i laureati e i docenti, sostiene lo sviluppo di imprese innovative, ponendo cultura, legalità e scienza come base fondamentale per il rinnovamento e la crescita economica e morale della Sardegna e del Paese. Una mission di pregio, maturata nell’ambito dei progetti fondamentali dell’ateneo guidato dal rettore Maria Del Zompo.

Chiara di Guardo (ordinario di organizzazione aziendale, già responsabile scientifico del ContaminationLab, Università Cagliari) è il direttore del Centro. Fanno parte del direttivo Annalisa Bonfiglio (pro rettore Innovazione, Università Cagliari), Raffaele Paci (assessore regionale programmazione), Massimo Zedda (sindaco di Cagliari), Aldo Urru (direttore generale università Cagliari).

Con l’attivazione del Centro l’Università del capoluogo intende creare le condizioni di sistema favorevoli alla nascita e allo sviluppo di startup innovative per fornire un contributo alla crescita economica e all’occupazione, specie quella giovanile, facilitando un’ampia diffusione della conoscenza su tutto il tessuto imprenditoriale regionale e nazionale. L’Università, inoltre, attraverso il sostegno dell’imprenditorialità innovativa, intende favorire una maggiore equità e mobilità sociale, contribuire al contrasto dell’illegalità, rafforzare il legame tra università e impresa e promuovere una maggiore propensione all’assunzione di rischio imprenditoriale. Il Centro svolge le attività del Contamination Lab UniCa e di promozione di impresa, la gestione dell’Incubatore universitario di Cagliari. Un insieme finalizzato alla valorizzazione economica della ricerca.

Le attività del centro hanno avuto inizio lo scorso settembre con la pubblicazione del bando sul progetto del Contamination Up che ha selezionato dieci startup nate all’interno del percorso del Contamination Lab UniCa. L’obiettivo? Accompagnarle nel mercato con un supporto di mentoring e tutoraggio personalizzato, studiato ad hoc sulla base delle esigenze dei singoli gruppi di lavoro affinché possano accedere a fondi pubblici e privati. Le startup necessitano non solo di un forte sostegno economico e finanziario, ma anche di consulenze e, soprattutto, di esperti che siano in grado di mettere il progetto nel mercato. A differenza degli acceleratori e incubatori di impresa che generalmente forniscono alle startup selezionate spazi di lavoro condivisi, questo progetto fornirà alle startup consulenza e assistenza per: 1) formazione imprenditoriale; 2) definizione di un valido business plan; 3) test con il mercato; 4) individuazione forma di finanziamento coerente al proprio business; 5) networking con altre aziende; 6) marketing e comunicazione. Il progetto è finanziato dal Miur (ministero università – art. 11 “Ulteriori interventi”, decreto 8 giugno 2015, n°335) per l’attuazione del “Progetto di valorizzazione dei risultati della ricerca e di accompagnamento delle imprese innovative verso il mercato e gli investitori”.

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Giovedì 15 dicembre, alle 15.30, l’aula magna della facoltà di Ingegneria e Architettura – via Marengo, n. 2, Cagliari – ospita l’incontro tra le imprese del territorio isolano e i ricercatori dell’ateneo di Cagliari. Le delegazioni imprenditoriali possono presentare una sintesi delle proprie esigenze di ricerca e innovazione per individuare partner e altre imprese con le quali formare i cluster e partecipare al bando. La partecipazione all’evento è libera, ma è necessaria l’iscrizione

I progetti devono appartenere a uno dei settori S3 (Strategia di specializzazione intelligente, Regione Sardegna). Ovvero, Ict, Reti intelligenti per la gestione dell’energia, Agroindustria, Aerospazio, Biomedicina, Turismo, cultura e ambiente e Bioeconomia, che racchiude le declinazioni dell’impresa “green”. I progetti potranno avere una durata massima di 30 mesi dalla firma della convenzione. Possono partecipare: 1) uno o più organismi di ricerca, con un soggetto attuatore; 2) almeno cinque Pmi (Piccole e medie imprese) e/o grandi imprese; 3) altri organismi di ricerca non regionali e soggetti, pubblici o privati, che, per l’attività che svolgono, portano un contributo al progetto in qualità di partner. Il proponente deve obbligatoriamente essere un organismo di ricerca. Quest’ultimo, responsabile dell’attuazione, deve garantire che le imprese siano almeno cinque. Ciascuna impresa può partecipare al massimo a due proposte progettuali. Le imprese aderenti sono destinatarie dell’attività e non ricevono alcun contributo finanziario per la partecipazione, ma potranno beneficiare degli aiuti alle aziende per l’utilizzo dei risultati dei progetti cluster. I progetti saranno ammessi, secondo la procedura a graduatoria, fino all’esaurimento dei fondi. Saranno ammesse le proposte che avranno riportato una valutazione di almeno 60/100. La dotazione finanziaria è di nove milioni e mezzo di euro. La domanda di partecipazione deve pervenire a Sardegna Ricerche entro le 11.00 del 31 gennaio 2017.

La scorsa settimana l’ateneo ha curato incontri settoriali di presentazione del bando di Sardegna Ricerche. Ai lavori, sviluppatisi tra le aule di Sa Duchessa, facoltà Ingegneria e Cittadella universitaria di Monserrato, assieme a delegati di Sardegna Ricerche, hanno preso parte Annalisa Bonfiglio, pro rettore Territorio e innovazione e Maria Silvana Congiu, responsabile direzione Ricerca e territorio.

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Ricerca di alto profilo, sinergie, intuito e volontà: dietro il premio dell’Associazione italiana donne inventrici e innovatrici ((Itwiin) ad Annalisa Bonfiglio e Beatrice Fraboni, si cela questo e altro. Ad esempio, anni di collaborazioni consumate tra laboratori, formazione avanzata e centri specialistici internazionali. A caccia di bersagli innovativi, efficienti e spendibili su più fronti. Esperienze fondamentali anche per la didattica e per le opzioni da offrire agli studenti dell’Università di Cagliari. Da qui, l’applauso del 22 novembre scorso nel centro congressi (area ricerca-Cnr, Bologna), per la bioingegnere dell’ateneo del capoluogo, e per la docente di fisica della materiali all’ateneo di Bologna. Il tema indagato dalle professoresse Bonfiglio e Fraboni, con il plauso di giuria ed esperti, riguarda “Dispositivi elettronici basati su materiali innovative che possono essere depositati su substrati non convenzionali (plastiche flessibili, tessuti) per conferire proprietà uniche”.

Un balzo nel futuro: lo studio e la ricerca dei team di Annalisa Bonfiglio e Beatrice Fraboni insiste su particolari proprietà di conduzione elettrica che possono permettere la realizzazione di sensori che captano parametri di interesse biomedico. Ad esempio, una maglia che misura il battito cardiaco o la frequenza respiratoria. O magari un guanto che “legge” la forza con cui viene stretto un arnese, ma anche quella con si cui si impugnano gli oggetti. Le applicazioni sono innumerevoli: tra queste, quelle su catene di montaggio industriale e non solo. «Abbiamo avviato una collaborazione specifica con un gruppo di medici del lavoro dell’Università di Bologna. Vogliono capire l’insieme dei dati biometrici e se nel ciclo di lavoro degli operai la ripetizione di alcuni gesti favorisce l’insorgere di patologie» spiega la professoressa Bonfiglio. «La collaborazione ha fatto maturare idee, anche grazie alla complementarietà delle competenze del mio gruppo con quello di Annalisa. Noi ci occupiamo – spiega la professoressa Fraboni  dei percorsi di funzionamento sui tessuti dei dispositivi». Annalisa Bonfiglio rilancia: «Collaboriamo con Bologna dal 2008. Ho conosciuto Beatrice Fraboni nel 2008 alla Cornell University, negli Stati Uniti. Da allora, curiamo lo sviluppo varie linee di ricerca che stanno dando frutti interessanti: abbiamo già un brevetto registrato e altri due stanno seguendo l’iter» Sono numerose le aziende nazionali che hanno già mostrato interesse, sia nei settori dei dispositivi e sensori di trasmissione degli impulsi, sia nell’ambito dei guanti, delle t-shirt, delle fasce e, in genere, di indumenti a contatto con la pelle.

Il riconoscimento Itwiin premia Annalisa Bonfiglio – 50 anni, di Chiavari, laurea in fisica a Genova, dottorato in bioingegneria al Politecnico di Milano, pro rettrice per l’Innovazione nel pool del rettore Maria Del Zompo – e il dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari. Bioingegneria made in Sardinia replica successi di pregio internazionale. Oltre ai dispositivi per i tessuti, è avanzato anche il percorso sui sensori che misurano l’attività elettrica delle cellule neuronali.

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Tre giornate intense e proficue. Foriere di eccellenti opzioni per l’intera popolazione universitaria e per le eccellenze dell’ateneo di Cagliari a confronto con alcune delle massime istituzione della Bielorussia. Da giovedì 6 a sabato 9 ottobre, meeting, seminari, lezioni hanno coniugato ricerca applicata e di base, relazioni internazionali, collaborazione con vaste opportunità adeguate alle politiche di sviluppo dell’Università del capoluogo. Di fatto, si è trattato del primo incontro con una delegazione bielorussa della governance d’ateneo guidata dalla rettrice Maria Del Zompo. Nello specifico, si è dibattuto di linee, collaborazioni e strategie di ricerca da svolgere assieme tra Unica e le istituzioni straniere. Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, anche le pro rettrici Annalisa Bonfiglio (Innovazione) e Alessandra Carucci (Internazionalizzazione).

La Bielorussia è stata rappresentata in città da una delegazione di altissimo profilo. Hanno infatti preso parte ai lavori Vladimir Alekseevich Saechnikov (cattedra Fisica e tecnologie aerospaziali – Belarusian State University), Aleksandr Vladimirovich Kilchevskij (segretario generale Accademia delle Scienze), Sergey Anatolevich Zolotoy (direttore Impresa sistemi georeferenziazione – Accademia delle scienze), Raul Alberto Abreu Mant’iyel (ingegnere capo Impresa Sistemi georeferenziazione – Accademia delle scienze), Aleksandr Samuilich (direttore Centro relazioni internazionali – ministero Istruzione) e Valery Tsepkalo (direttore Belarus High Technologies Park – Minsk). All’incontro in Regione, Micaela Morelli (pro rettrice Ricerca scientifica) e Massimo Vanzi (delegato su tematiche aerospaziale – Diee, Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) hanno rappresentato l’ateneo. Sul tema “Incontro di sviluppo della collaborazione nel settore dell’aerospazio tra Sardegna e Bielorussia”, per il Dass (Distretto aerospaziale della Sardegna) ha preso parte ai lavori il presidente Giacomo Cao. L’incontro ha avuto per protagonisti anche il console onorario della Bielorussia a Cagliari, Giuseppe Carboni, e il segretario della presidenza della Giunta regionale, Marco Sechi.

«La collaborazione in ambito aerospaziale avviata dal nostro ateneo con l’Accademia delle scienze e l’Università statale della Bielorussia è nata con una serie di proposte maturate nei mesi scorsi. L’intesa – spiega il professor Vanzi – si è rivelata da subito molto interessante e appetibile su diversi punti di vista. In particolare su telerilevamento delle risorse idriche, vele solari magnetiche legate alla navigazione nel cosmo, sistemi satellitari di telecomunicazione e fotonica». Gli scienziati bielorussi hanno apprezzato studi e ricerche condotte al Diee dal team di Massimo Vanzi con in prima fila Giovanna Mura, docente di Elettronica. «La collaborazione verte sui sistemi di telecomunicazioni e di geolocalizzazione (Gis), ambiti in cui sono molto competitivi grazie alle infrastrutture terrestri aeree e satellitari. Inoltre, c’è la possibilità per i nostri studenti di prendere parte al lancio di micro satelliti al centro controllo missioni dell’Università di Minsk. La Bielorussia ha eccellenti infrastrutture aerospaziali». Per la professoressa Morelli «si apre con le massime istituzioni bielorusse un’esplorazione di valore nella ricerca di base e applicata. Abbiamo per la prima volta un accordo di rilievo con un canale preferenziale di scambio scientifico tra Sardegna e Bielorussia. Peraltro, siamo all’opera per fare nel 2018 a Minsk la conferenza internazionale sull’affidabilità della fotonica per lo spazio». 

Curato dai docenti del Diee, Fabrizio Pilo, Daniele Giusto e Massimo Barbaro, l’aula multifunzionale “Lidia” – ha ospitato una lettura magistrale di Valery Tsepkalo. Il direttore del Belarus High technologies park – già ministro Affari Esteri e ambasciatore della Bielorussia negli Stati Uniti – ha illustrato agli studenti dell’ateneo di Cagliari il tema “Futuro e prospettive dell’Ict a livello mondiale”. L’High tech park di Minsk è realtà all’avanguardia in Europa. Visitato di recente anche da Vladimir Putin e Angela Merkel, dal  2005 sviluppa l’industria del software e fornisce, anche con un sistema di agevolazioni fiscali, uno speciale ambiente business alle compagnie del settore. Il Parco ospita 152 aziende (per metà straniere, tra queste Google, Microsoft, Coca Cola, British Telecom, Mitzubishi, Peugeot, Vodafone, Nokia, Sony), occupa dodicimila programmatori, ha clienti in 61 Paesi, fattura oltre un miliardo di dollari ogni anno e ha una quota di esportazione del 91,5 per cento. Le Apps prodotte nel Parco (tra cui Viaden Media di Apple) hanno oltre 7 milioni di utenti.

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Dai ricercatori delle università di Bologna e Cagliari un innovativo rivelatore di radiazione ionizzante. Sarà utile in medicina, per misurare le radiazioni, e per creare “smart tag” utili a identificare e monitorare merci e bagagli. Per il progetto europeo i-Flexis in  campo lo staff del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica guidato da Annalisa Bonfiglio

Intelligente, flessibile, sottile e a basso consumo: vede i raggi X ed è l’ultimo risultato del progetto europeo pubblicato sulla rivista Nature Communications. Ideata dai dipartimenti di Fisica e astronomia e di Ingegneria elettrica ed elettronica (Diee) delle Università di Bologna e Cagliari, l’etichetta è un innovativo rivelatore di radiazione ionizzante con varie possibilità di applicazione: dall’ambito medico, per misurare le radiazioni, passando per quello industriale, fino alla possibilità di creare “smart tag” per identificare e monitorare merci

L’interesse – anche commerciale – per innovativi rivelatori di radiazione ionizzante sta crescendo rapidamente. Ma i rivelatori tradizionali a stato solido soffrono di limitazioni dovute a processi di fabbricazione complessi e alla loro rigidità meccanica. Per superare questi problemi, il gruppo di ricerca ha sviluppato, per la prima volta, l’utilizzo di semiconduttori a matrice organica, utilizzando processi di fabbricazione additivi e a basso costo.

«È stata superata una delle limitazioni più importanti nell’uso dei semiconduttori organici, ovvero le alte tensioni, normalmente necessarie per ottenere segnali rilevanti. Questo apre la strada ad applicazioni portatili di grande rilevanza pratica» spiega Annalisa Bonfiglio, docente al Diee e pro rettore per l’Innovazione dell’ateneo di Cagliari.

«Una della caratteristiche più interessanti e attraenti dei materiali organici – dice Beatrice Fraboni, coordinatrice del progetto europeo i-Flexis – è la facilità con cui possono essere depositati su substrati anche plastici e flessibili di grandi aree utilizzando tecniche a basso costo, come ad esempio la stampa a getto di inchiostro. Inoltre, sono materiali molto interessanti per applicazioni in dosimetria medicale e per diagnostica a raggi X: la densità tipica delle molecole organiche equivale a quella dei tessuti umani.»
Al centro dei nuovi rivelatori c’è un film microcristallino di una molecola organica (TIPS-pentacene) che viene depositato con un processo di stampa a getto di inchiostro su un substrato plastico flessibile. Il risultato è un dispositivo in grado di operare con una tensione di alimentazione ultra-bassa fornendo una risposta elettrica in tempo reale in presenza di una radiazione ionizzante, come ad esempio raggi X. Il lavoro è stato sviluppato dal gruppo di ricerca di Bologna, coordinato dalla professoressa Fraboni con Laura Basiricò, Andrea Ciavatti e Tobias Cramer, in collaborazione con il gruppo del Diee guidato dalla professoressa Bonfiglio con il contributo di Piero Cosseddu. Il lavoro è stato sviluppato nell’ambito del progetto europeo i-Flexis, coordinato dall’Alma Mater insieme a nove partner europei.

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Ieri sera, dalle 16.30 alle 23.00, in via Università – con la strada chiusa al traffico – nel chiostro interno e nell’aula magna del rettorato, nell’atrio della Biblioteca universitaria si è sviluppata la seconda giornata curata dall’ateneo per la Notte dei ricercatori, evento incluso nella Settimana europea della scienza. «Lavoriamo all’integrazione e alla contaminazione reciproca con i cittadini, le scuole e il contesto urbano – ha rilanciato Maria Del Zompo -. Una bellissima festa con un intento principale: avvicinare la società civile all’Università per far capire che la ricerca e la scienza sono al centro della quotidianità di chiunque. I nostri ragazzi – ha detto Micaela Morelli, pro rettore per la Ricerca – devono avere, e saper cogliere, le massime opportunità di formazione per farsi strada nella vita». Per Annalisa Bonfiglio, pro rettore all’Innovazione, «la Settimana della scienza rafforza la nostra mission: accentuare l’intesa con il tessuto produttivo e promuovere al meglio le potenzialità, i progetti e le idee dei nostri allievi».

Il rettore, grande appassionata di calcio, ha poi incontrato Simone Padoin e Bartosz Salamon, mezzala e difensore del Cagliari. «Vi faccio un in bocca al lupo di cuore per la partita contro il Crotone. La vostra presenza testimonia attenzioni verso il nostro lavoro, la città e i giovani. Siamo grati a voi e alla società per la sensibilità e l’attenzione agli eventi del mondo universitario». Su input del presidente Giulini e con il coordinamento del marketing guidato da Mario Passetti, i due rossoblù hanno toccato con mano il mondo accademico, più vicino alla città e alle nuove generazioni. Padoin e Salamon, tra foto, selfie e autografi, hanno incontrato anche i pro rettori alla Ricerca e all’Innovazione, Morelli e Bonfiglio, gli assessore regionali alla Programmazione e ai Trasporti, Raffaele Paci e Massimo Deiana. Tra i gazebo divulgativi, Café scienza, seminari e tavole rotonde centrocampista e difensore hanno risposto ai quesiti dei tifosi-studenti e posato con laureandi di Scienze della comunicazione e della formazione. Cultura e sport, binomio che piace. «L’università? Non avessi fatto il calciatore mi sarei iscritto a Scienze motorie – ha detto Salamon -. Ho fatto lo Scientifico e mi sono iscritto in Lingue» ha aggiunto Padoin. Inevitabile il tema campionato. «La salvezza rimane il nostro principale obiettivo. Cercheremo di raggiungerla quanto prima, poi ci leveremo altre soddisfazioni. Il Crotone? Match complicato ma stiamo bene e abbiamo preparato nei dettagli la partita. Saremo agguerriti, vogliamo fare punti per un altro passo avanti». Padoin ha ribadito: «Il supporto del pubblico è fondamentale: spero che il Sant’Elia domenica sia al completo».

La “Notte dei ricercatori” ha avuto vasta eco e consensi diffusi. I giovani hanno assediato i gazebo divulgativi allestiti in via Università. Particolarmente intenso lo scambio e la richiesta di informazioni e materiale divuklgativo sui vari corsi di laurea. Café scienza, seminari, tavole rotonde hanno esplorato un vasto campionario di argomenti. Da “Coccodrilli, squali e tartarughe: fossili nell’area urbana di Cagliari” a “Nanotecnologie per l’acqua potabile”, “Digital media”, “La collaborazione Università-Imprese”, “Sardegna oltremare”, “L’esistenza degli dei”, “Il Ballu tundu fa bene al cuore”, “Infinito, arte filosofia e matematica”, “Identità a confronto: il linguaggio delle donne sarde e iraniane”, “Sai cosa mangi? Cibo e scienza si incontrano”, “Musica e identità in Sardegna”, “La comunicazione utile”, “Domus de janas e tecnologia Ict”, “Psicologia della disabilità”, “La scienza e il restauro”, “La letteratura salva la vita”, “Abissi ultima frontiera”, “Pensare, comunicare, interpretare”, “Unica in blue: un mare di ricerche”, “Le regole della Rue Morgue”, “Le nuove sfide del mondo contemporaneo: Medio Oriente e Cina”, “La ricerca degli antibiotici del futuro”, “La memoria dell’Università di Cagliari”. In breve, una serata di forte interesse, con dimostrazioni, incontri ed esperimenti affascinanti. Apprezzata anche la degustazione di prodotti dell’agroalimentare isolano. Numerosi i visitatori della Collezione Piloni e dell’Archivio storico. L’Università per la “Notte” ha avuto il supporto di Fondazione di Sardegna e Comune di Cagliari.

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Un test innovativo e non invasivo per le cento malattie genetiche più diffuse al mondo. Questa l’idea vincente del pool di Yenetics. La start up, lo scorso 19 febbraio, alla presenza del rettore Maria Del Zompo, del pro rettore Annalisa Bonfiglio, del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, nel teatro del conservatorio Pierluigi da Palestrina si è aggiudicata  la terza edizione del ContaminationLab, direttore scientifico Maria Chiara Di Guardo, promosso dall’Università di Cagliari. Nei giorni scorsi, per il team di Chiara Saba (Ceo) un altro splendido gol: la vittoria nell’edizione italiana di Start Tel Aviv 2016. Osservatori specializzati (tra questi, gli esperti del Sole24Ore) hanno quantificato il valore del  biotech in 7 miliardi di euro. Da qui, una rinnovata e continua attenzione delle grandi major internazionali per le start up. Peraltro, queste ultime, specie se nate in Italia, rendono fino al 30 per cento nelle quotazioni alla Borsa di Milano, Piazza Affari.

Il contest del ministero degli Affari esteri israeliano e del comune di Tel Aviv seleziona imprese innovative provenienti da 23 nazionalità. Yenetics incassa un bootcamp di cinque giorni (dal 25 al 29 settembre) nell’hub israeliano della tecnologia, in concomitanza con il Dld (Digital life design festival Tel Aviv): l’evento mette assieme imprese, gruppi di venture capitalist e giganti internazionali quali Microsoft e Facebook. I requisiti di selezione per Start Tel Aviv, tenutosi la scorsa settimana nella sede milanese di Talent Garden, rispecchiano le esigenze di un sistema che si alimenta con i talenti più giovani. Tra i requisiti, almeno una presenza femminile fra Ceo e fondatori, età media tra 25 e 35 anni, applicazione compresa tra Ict e internet of things, ovvero l’internet delle cose. Yenetics è capitanata da Chiara Saba e opera da aprile tra Italia, Germania e Stati Uniti.

Nel mercato dei test prenatali non invasivi, gli studi rilevano una crescita del 19.8 per cento annuo. Il progetto di Yenetics è nitido: identificare fino a cento malattie genetiche con un test non invasivo, disponibile in sette giorni e con un grado di precisione del 99 per cento. Il prodotto è vendibile come “kit test” da 2.500 euro ed è rivolto agli operatori della sanità. Tra questi, cliniche private, laboratori, ospedali. Saba e i suoi l’hanno sviluppato con una raccolta di finanziamenti da 350mila euro. Allo Start Tel Aviv, Yenetics  ha battuto una app per le famiglie (Le Cicogne) e un’impresa che coniuga tessile e sostenibilità (Orange Fiber).

A Cagliari, nella finale del 19 febbraio, Yenetics si è imposta su Bxtar e BautifulBox, aggiudicandosi 15mila euro offerti dall’Agenzia regionale Sardegna Ricerche, mille euro da Confindustria Sardegna Giovani, lo spazio di Talent Garden (Milano), un periodo di incubazione di due mesi a The Net Value, quindicimila euro da Sardegna ricerche, il premio speciale da Hub/Spoke: quattro mesi di postazione nello spazio di coworking dell’azienda in via Roma a Cagliari e cinquemila euro di servizi.

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Il rettore dell'Università di Cagyliari, Maria Del Zompo.

Il rettore dell’Università di Cagyliari, Maria Del Zompo.

Oggi e domani i ricercatori dell’ateneo di Cagliari presentano le proprie attività alle aziende. Oltre cinquanta progetti, studi e idee su agrifood, biomedicina, aerospazio, management, turismo, beni culturali e ambientali, Ict, bioeconomia, energia. Tra enti e aziende private partecipano anche Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Expert System. Su unica.it video interviste degli interventi

«Siamo e rimaniamo una research university. Senza università il territorio è in agonia. Dobbiamo stimolare le imprese anche con altre modalità. Questo evento – ha detto il rettore Maria Del Zompo aprendo i lavori Unica&Imprese 2016 al Business Centre dell’aeroporto di Elmas – mostra che possiamo fare tanto sulla strada del dialogo tra noi, regione e tessuto produttivo. Ma dobbiamo muoverci alla velocità del suono». Sul sito www.unica.it le videointerviste del rettore, di Raffaele Paci e di Annalisa Bonfiglio, pro rettore per l’Innovazione. Ai lavori, hanno preso parte, vari docenti dell’ateneo, il direttore generale Aldo Urru, e la dirigente della Ricerca scientifica, Silvana Congiu.

«Abbiamo per le imprese oltre cento milioni di euro dell’asse 1 Fes per l’Innovazione. L’ateneo di Cagliari ha il ruolo basilare di accompagnare le aziende, specie quelle più piccole. Anche se qualche segnale si coglie, ad esempio nelle Start Up, siamo indietro per innovazione e capitale umano. Di fatto, regione, università e imprenditoria devono stare assieme, non ci sono alternative» ha rimarcato l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci. Ai lavori hanno portato i saluti i sindaci di Cagliari ed Elmas, Massimo Zedda ed Antonio Ena. «La nostra città è in sinergia con l’ateneo. Grazie a un progetto dell’Università su Cagliari meta del turismo sostenibile, abbiamo battuto Barcellona e vinto il primo premio della Commissione europea su 200 proposte» ha segnalato Zedda. «Ho buone sensazioni per un futuro in cui Elmas possa avere ruoli incisivi per sviluppo e occupazione» ha aggiunto Ena.

La professoressa Annalisa Bonfiglio ha introdotto i lavori con “I servizi di Unica per le imprese”. Al Business Centre “Fabrizio Pirani” – i lavori proseguono oggi fino alle 17.00 e domani dalle 9.00 alle 17.00 – circa cinquanta ricercatori dell’ateneo di Cagliari presentano le proprie attività alle imprese, con l’obiettivo di avviare nuove collaborazioni e contribuire alla crescita del tessuto produttivo isolano e no. Imprese ed enti possono ascoltare le presentazioni e incontrare gli studiosi in colloqui one to one (prenotabili direttamente dal form di registrazione o durante l’evento). Le presentazioni sono suddivise in otto ambiti tematici (S3, Smart specialization strategy Sardegna): Aerospazio, Agrifood, Bioeconomia, Biomedicina, Economia e management, Energia, ICT, Turismo, beni culturali e ambientali. Nel corso della due giorni, si illustrano servizi e strumenti dell’ateneo utili per collaborare con i ricercatori. Spazio anche al dialogo tra Università e mondo produttivo con due tavole rotonde dedicate alla tradizione che diventa high tech e all’open innovation. Tra aziende ed enti privati alle tavole rotonde partecipano, tra le altre, Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Edizero, PlayCar, Fis global, Aeronike, Expert System. Domani vengono presentate le opportunità di finanziamento della ricerca applicata offerte dal Centro regionale di programmazione e dal ministero dello Sviluppo economico. “Unica&Imprese” ha avuto il messaggio di «in bocca al lupo» del presidente di Sogaer, Carlo Ibba.

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Mercoledì 22 e giovedì 23 giugno i ricercatori dell’Università di Cagliari presenteranano le proprie attività alle aziende. Due giorni ad alto valore aggiunto aperti dal rettore Maria Del Zompo e dall’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci. Oltre cinquanta progetti, studi e idee su agrifood, biomedicina, aerospazio, management, turismo, beni culturali e ambientali, Ict, bioeconomia, energia. Tra enti e aziende private partecipano anche Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Expert System

Il Business Centre “Fabrizio Pirani” – aeroporto Cagliari, via dei Trasvolatori, Elmas – da mercoledì 22 a giovedì 23, dalle 9.00 alle 17.00, ospita Unica&Imprese. La due giorni permette ai ricercatori dell’ateneo di Cagliari di presentare le proprie attività alle imprese, con l’obiettivo di avviare nuove collaborazioni e contribuire alla crescita del tessuto produttivo isolano e no. I lavori sono aperti dai saluti del rettore dell’ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, dell’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci, dei sindaci di Cagliari e Elmas, Massimo Zedda e Antonio Ena, e dal presidente di Sogaer, Carlo Ibba. Alle 10.00 con “I servizi di Unica per le imprese” introduce i lavori il pro rettore per Territorio e innovazione, Annalisa Bonfiglio.

Imprese ed enti possono ascoltare le presentazioni di oltre cinquanta ricercatori e incontrarli in colloqui one to one (prenotabili direttamente dal form di registrazione o durante l’evento). Le presentazioni saranno suddivise in otto ambiti tematici, che richiamano le categorie della S3 – Smart specialization strategy della Sardegna: Aerospazio, Agrifood, Bioeconomia, Biomedicina, Economia e management, Energia, ICT, Turismo, beni culturali e ambientali. Nel corso della due giorni vengono illustrati i servizi e gli strumenti dell’ateneo utili per collaborare con i ricercatori. Spazio anche al dialogo tra Università e mondo produttivo con due tavole rotonde dedicate alla tradizione che diventa high tech (mercoledì 22) e all’open innovation (giovedì 23). Tra aziende ed enti privati alle tavole rotonde partecipano, tra le altre, Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Edizero, PlayCar, Fis global, Aeronike, Expert System. Sempre giovedì vengono presentate le opportunità di finanziamento della ricerca applicata offerte dal Centro regionale di programmazione e dal ministero dello Sviluppo economico. Le registrazioni si effettuano online su  http://innovare.unica.it/imprese .

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Ieri, martedì 15 marzo, l’aula magna della facoltà di Ingegneria e architettura ha ospitato la presentazione della campagna Withyouwedo, iniziativa di crowdfunding di Telecom Italia. La campagna mira ai progetti caratterizzati dall’uso di tecnologie digitali negli ambiti dell’innovazione sociale, della diffusione della cultura digitale e della tutela dell’ambiente.

«L’università, le imprese e le scelte degli studenti delle scuole superiori: abbiamo il dovere di orientare e far conoscere quel che fanno i dipartimenti, di dare importanza alla ricerca, alla cultura dell’innovazione. La partita – ha detto il rettore, Maria Del Zompo – riguarda noi, le aziende locali e nazionali. Imprese che ci danno fiducia e interagiscono. Le classifiche? Metteteci ad armi pari e ce la giochiamo. Poi, ci giudicate». Il rettore non ha dubbi: «Ci piace vivere in un’isola, con i pro e contro. Ma chiediamo di gareggiare alla pari per provare ad essere tra i migliori». Dal quadro generale alla presentazione dell’iniziativa Withyouwedo.

«L’interazione con Telecom Italia dimostra che ce la siamo guadagnata. Abbiamo sostenuto l’iniziativa, siamo orgogliosi del rapporto con il territorio e le  imprese, testimonianza di un ateneo dalle due fasi, crescita e applicazione. Il crowfunding serve per crescere e andare in questa direzione. Il progetto di Angela Serpe è frutto di tenacia e lavoro». Per Annalisa Bonfiglio, pro rettore all’Innovazione, un’occasione «utile per il confronto e la maturazione, indispensabile per scegliere al meglio i propri percorsi di studio, sviluppo e ricerca». 

Withyouwedo opera attraverso una piattaforma online che facilita l’incontro tra domanda e offerta di fondi per lo sviluppo di progetti e ricerche. Il crowdfunding – volto su progetti di Innovazione sociale, Cultura digitale, Tutela dell’ambiente – si rivolge a cittadini, imprese e istituzioni profit e no. Ai lavori è stata presentata la campagna promossa dalla ricercatrice dell’Università di Cagliari, Angela Serpe, che per il recupero di materiali preziosi da apparecchiature elettroniche dismesse ha raccolto oltre 90mila euro.

«Si può recuperare oro, palladio e argento. Il recupero, la gestione e il riciclo non è semplice: la nostra sfida è quella di studiare metodi alternativi sostenibili e selettivi, con i reagenti giusti e adeguati per i materiali. Vogliamo arrivare – dice la professoressa Serpe – a un percorso con rifiuti zero. Occorrono risorse, ne abbiamo recuperate di importanti grazie al crowfunding di Telecom. Possiamo creare un piccolo modello utile a centrare il bersaglio».

All’evento è intervenuto Angelo Melpignano (Telecom Italia): «Il crowfunding significa trovare chi coopera e vi aiuta a migliorare il vostro progetto. Trasparenza, marketing, validazione dell’idea e aggiornamento continuo per un percorso innovativo. Create un video convincente e accattivante. Ma siate accorti, ponderate in rischi e valutate bene pro e contro. I social? Abbiamo approntato la nota “Sei passi” per rendere vincente il vostro progetto».