22 November, 2024
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Per il decimo anno l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna ha presentato alcune delle ricerche più rilevanti svolte dai suoi laboratori negli ultimi due anni. Presso la sala convegni della Promocamera di Sassari si sono dati appuntamento i ricercatori che operano nel campo della salute animale e della sicurezza alimentare dell’Isola, per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca negli ultimi due anni e sulle prospettive normative e finanziarie.

Dal convegno è emerso come sia prioritario mantenere alti standard di qualità e di quantità della ricerca, per poter accedere ai fondi messi a disposizione annualmente dal ministero della Salute (la cosiddetta ricerca corrente). I requisiti dei diversi enti di ricerca vengono valutati annualmente dal Ministero, tramite una serie di indicatori che monitorano il carattere innovativo della ricerca e la sua  ricaduta nei diversi ambiti sanitari (numero delle pubblicazioni, produzione di protocolli e metodi sperimentali, numero di report tecnici prodotti, personale coinvolto nella ricerca ecc.).

«Questi parametri – evidenzia il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Alberto Laddomada – negli ultimi anni sono in costante miglioramento. Nel 2018 i progetti che fanno capo alla ricerca corrente ammontano a 607.000 euro, il finanziamento per l’Istituto è dunque cresciuto di 50.000 euro rispetto al 2017. Così come sono aumentate considerevolmente le collaborazioni, cooperazioni comunitarie o internazionali.»

Nel triennio passato, la mole complessiva di attività e di finanziamenti per la ricerca dell’Istituto è cresciuta anche in base alla capacità di attrarre ulteriori finanziamenti che si aggiungono a quelli sulla ricerca corrente. Solo nel corso del 2018 ai finanziamenti per progetti di ricerca corrente si sono aggiunti circa 480.000 di risorse esterne. Fra questi, un programma di ricerca per l’utilizzo degli scarti di macellazione (progetto PRISMA), che vede un importo di più di € 68.000, un progetto relativo ad uno studio sulla Peste Suina Africana, finanziato con 100.000 euro, e un progetto strategico del Ministero dell’Università e Ricerca finanziato per circa 150.000 euro.

La previsione per il 2019 è di incrementare ulteriormente sia la ricerca corrente che, soprattutto, la ricerca derivante da progetti specifici. In cantiere l’Istituto ha già due importanti attività.

Uno è il progetto Helix, progetto per il recupero della sostanza mucosa dalle chiocciole a fini cosmetici e farmaceutici, finanziato dal ministero della Ricerca e dal Fondo Europeo di Coesione  per un totale di € 3.283.999 (di cui € 1.281.000 all’Istituto Zooprofilattico come capofila di un partenariato nazionale).

L’altro importante progetto, finanziato recentemente, riguarda la ricerca sul vaccino per la PSA, nella sua variante differente da quella sarda che sta aggredendo est Europa e Oriente del mondo, presentato sui finanziamenti Horizon 2020. E’ il progetto VACDIVA – A safe DIVA sus scrofa vaccine for African Swine Fever control – vedrà un finanziamento per l’Istituto di circa € 400.000 per quattro anni.

Pierfrancesco Catarci, della Direzione Generale della Sanità animale e farmaci veterinari, ha illustrato poi confortanti prospettive per la stabilizzazione dei precari della ricerca dell’Istituto attraverso la prossima finalizzazione della cosiddetta “Piramide della ricerca”, che prevede una loro stabilizzazione all’interno del comparto del Servizio Sanitario Nazionale.

La giornata è proseguita con la presentazione di alcune delle ricerche condotte dall’Istituto negli ultimi due anni: uno studio sulla Leptospirosi (a cura di Maria Nicoletta Ponti), su lentivirus di ovini e suini (responsabile Ciriaco Ligios), peste Suina africana (Annalisa Oggiano) su microrganismi patogeni emergenti (Sebastiano Virgilio), su vibrioni ittici in molluschi bivalvi (Fulvio Salati), sugli allergeni ittici negli alimenti (Bruna Vodret) e infine sugli stafilococchi coagulasi-negativi (Sebastiana Tola)

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Per il decimo anno l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna propone alcune delle ricerche più rilevanti svolte dai suoi laboratori negli ultimi due anni. Oltre al continuo servizio sul campo – l’assistenza ad allevatori nella sanità animale, ai cittadini con la sorveglianza e prevenzione delle malattie ad origine animale e i continui controlli sulla sicurezza alimentare – l’Istituto è impegnato quotidianamente nello sviluppo di nuove soluzioni e metodi sempre più efficaci nel campo della ricerca.

Nel triennio passato, la mole complessiva di attività e di finanziamenti per la ricerca dell’Istituto è cresciuta considerevolmente, anche in base alla capacità di attrarre finanziamenti che esulano dalla ricerca corrente, come il progetto Helix, progetto per il recupero della sostanza mucosa dalle chiocciole a fini cosmetici e farmaceutici, finanziato dal ministero della Ricerca, un programma di ricerca per l’utilizzo degli scarti di macellazione (progetto PRISMA)e un nuovo progetto relativo alla ricerca sul vaccino per la PSA presentato sui finanziamenti Horizon 2020 e recentemente approvato.

Le ricerche presentate quest’anno sono sette, e vanno da uno studio sulla Leptospirosi, malattia infettiva con ancora alte incidenze soprattutto in Paesi in via di sviluppo e nelle regioni tropicali – ma le cui tracce sono state rinvenute in cinghiali e mammiferi marini anche nella nostra Isola – ai virus su ovini e suini. Numericamente rilevanti le presentazioni delle ricerche sulla sicurezza alimentare, con indagini su molluschi, prodotti caseari e sugli allergeni nei prodotti ittici.

Il convegno è riservato ad operatori sanitari del territorio e aperto alla stampa.

Il programma della giornata:

8,30-09,00: Registrazione dei partecipanti

9,00- 09,15: Presentazione della giornata

Dir. Generale, Alberto Laddomada; Dir. Sanitario, Simonetta Cherchi; Dir. Amministrativo, Giovanni Deriu

9,15- 09,45: La ricerca corrente negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Il ruolo del Ministero della Salute

Dir. Gen. Sanità animale e farmaci veterinari, Silvio Borrello; Marco Ianniello; Pierfrancesco Catarci

9,45-10,20: Isolamento e caratterizzazione di Leptospira spp. da matrici ambientali ed animali in Sardegna

Responsabile scientifico Maria Nicoletta Ponti

Relatrici: Maria Nicoletta Ponti – Ivana Piredda

10,20-11,00: Studio delle varianti genetiche che regolano l’infezione da lentivirus negli ovini di razza sarda

Responsabile scientifico: Ciriaco Ligios

Relatori: Elisabetta Coradduzza – Rosario Scivoli

11,00-11,30 Pausa caffè

11,30-12,10: Modulazione del fenotipo e della funzionalità di sottotipi di macrofagi con ceppi di peste Suina africana a diversa virulenza

Responsabile scientifico: Annalisa Oggiano

Relatrice: Giulia Franzoni

12,10-12,50: Ricerca e caratterizzazione molecolare di Vibrio parahaemolyticus e vibrioni ittici (V. vulnificus, V. splendidus, V. aestuarianus, ecc.) in molluschi bivalvi allevati e commercializzati nella Regione Sardegna

Responsabile scientifico: Fulvio Salati

Relatrici: Daniela Mandas – Pina Lorenzoni

12,50-13,30: Ricerca e caratterizzazione biomolecolare di microrganismi patogeni emergenti del genere Arcobacter in prodotti alimentari

Responsabile scientifico: Sebastiano Virgilio

Relatore: Sebastiano Virgilio

13,30-14,30 Pausa pranzo

14,30-15,10: Allergeni ittici negli alimenti: sviluppo di metodi innovativi per l’individuazione e la quantificazione

Responsabile scientificoBruna Vodret

Relatrice: Simona Cau

15,10-15,50: Gli stafilococchi coagulasi-negativi rappresentano un serio rischio per la salute umana ed animale?

Responsabile scientificoSebastiana Tola

Relatrice: Sebastiana Tola

15,50-16,10: discussione e conclusioni.

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«Martedì a Bruxelles incontrerò il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Povilas Andriukaitis per fare il punto sulla nostra battaglia contro la peste suina africana: metteremo sul tavolo i risultati raggiunti e ci confronteremo sulle prospettive. Dopo 40 anni passati in ostaggio della PSA, la Sardegna non è mai stata così vicina a vincere questa battaglia ed è molto importante che l’Europa ci riconosca questo risultato, perché vogliamo essere pronti ad affrontare la svolta positiva che arriverà con l’eradicazione definitiva. Un obiettivo cruciale che si potrà raggiungere presto anche grazie al lavoro prezioso svolto qui.»

Lo ha annunciato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, questo pomeriggio a Sassari, visitando l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, dove ha incontrato il direttore generale Alberto Laddomada, la presidente Pasqua Tilocca, il direttore sanitario Simonetta Cherchi, il direttore amministrativo Giovanni Deriu, la direttrice del laboratorio Peste Suina Africana Annalisa Oggiano e il direttore del nuovo insettario Giuseppe Satta. Attivato ufficialmente oggi, l’insettario, è struttura di supporto al laboratorio di Entomologia e controllo dei vettori. Primo del genere in Sardegna e tra i pochi in Italia, è dotato della tecnologia per riprodurre in maniera controllata l’ambiente naturale di vita degli insetti, in particolare degli artropodi. Ciò consente di individuare le specie responsabili della trasmissione dei principali agenti di diverse malattie nelle specifiche condizioni esistenti in Sardegna.

I dati PSA che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale e presentati un mese fa a Cagliari in occasione della conferenza internazionale, dicono che dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 – marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%.

La struttura ha tecnologia che consente di riprodurre in maniera controllata l’ambiente naturale di vita degli insetti, in particolare degli artropodi, garantendo il ciclo circadiano di illuminazione e riproducendo le condizioni di umidità e temperatura necessarie al loro sviluppo. Con tale struttura si possono allevare in laboratorio le diverse specie di artropodi consentendo di portare avanti più generazioni di insetti che ciclicamente saranno in grado di alimentarsi, riprodursi, deporre le uova, e sfarfallare dallo stadio larvale per diventare adulti. L’allevamento di questi insetti consentirà di accertare sperimentalmente in laboratorio quali specie sono realmente capaci di consentire la trasmissione dei principali agenti (virus, batteri, protozoi, etc.) delle “malattie trasmesse da insetti vettori”, che colpiscono sia l’uomo che gli animali in Sardegna. Esempi di queste malattie sono la Lingua blu (Bluetongue) che, come gli allevatori sardi ben sanno colpisce pecore, capre e bovini, e la Febbre del Nilo Occidentale, che colpisce numerose specie animali oltre che l’uomo. Una migliore conoscenza renderà possibile focalizzare le azioni di prevenzione quando si accerta la presenza di tali specie nel territorio, con opportuni interventi di disinfestazione e conseguenti provvedimenti di Sanità pubblica.