15 November, 2024
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Si è conclusa la seconda attività del progetto di residenze artistiche diretto da Simonetta Pusceddu, che ha visto in programma a Carloforte da settembre a dicembre 2023 un nutrito calendario di attività tra incursioni in tutta l’isola e nella zona urbana attraverso i tre progetti di residenza artistica: “Un uomo una pietra” della Compagnia Klak. Stories for Artists, dall’11 al 26 settembre, con Denise Aimar, visual designer e fotografa e Andrès Fernandez Aguirre, artista performer, tutor Stefano Mazzotta; “Eleonorae” di Rachele Montis, dal 18 settembre al 2 ottobre, tutor Anthony Mathieu e Susanna Mannelli; “Teatime daydream” di Elisa Vizioli, dal 1° al 16 dicembre, tutor Daniele Sgroi.

Danza contemporanea, teatro fisico, movimento, arte circense, arte visiva, manipolazione di oggetti, musica, per indagare il senso dell’esistenza, le fragilità umane, i dubbi tra luce e oscurità, o l’aspetto rituale dell’antichissima pratica della tessitura in Sardegna, come espressione profonda del corpo e dell’anima, in un percorso di ricerca e creazione artistica che attraversa paesaggi lambiti dal mare, dal vento, dal silenzio. Partita a settembre si è conclusa il 16 dicembre la seconda edizione di “Rizomi, nell’ambito del progetto per l’insediamento e sviluppo delle residenze artistiche “Artisti nei Territori”, spettacolo dal vivo, triennio 2022-2024, con il contributo del MIC e Regione Autonoma della Sardegna, il patrocinio del comune di Carloforte e la collaborazione logistico-organizzativa dell’associazione Botti Du Shcoggiu.

Un intervento artistico, sociale e poetico sul territorio che si è svolto tra le residenze di quattro artisti multidisciplinari attraverso il tutoraggio di tre professionisti per lo sviluppo di tre progetti: “Un uomo una pietra” della Compagnia Klak. Stories for Artists, dall’11 al 26 settembre, con Denise Aimar, visual designer e fotografa e Andrès Fernandez Aguirre, artista performer, tutor Stefano Mazzotta; “Eleonorae” di Rachele Montis, dal 18 settembre al 2 ottobre, tutor Anthony Mathieu e Susanna Mannelli; “Teatime daydream” di Elisa Vizioli, dal 1° al 16 dicembre, tutor Daniele Sgroi.

Il calendario di “Rizomi” si è articolato nel periodo dall’11 settembre al 16 dicembre e si è sviluppato in tre fasi, una per ogni compagnia selezionata: tappe importanti di costruzione artistica nel percorso di ricerca in residenza che hanno animato i luoghi più suggestivi e storici del centro abitato e dell’Isola di San Pietro per poi restituire le creazioni al pubblico negli spazi pubblici come Giardino di Note, Casa del Duca, Torre San Vittorio; o i luoghi paesaggistici quali Saline di Carloforte, Capo Sandalo, Guardia dei Mori, Punta del Capo e Tonnara della Punta, Parco del Canale del Generale e i luoghi meno convenzionali come lo Spazio Teatrale laboratoriale La Bottega.

“Rizomi” nasce per superare i confini identitari e stimolare un arricchimento basato sui linguaggi contemporanei dell’arte, sulla creatività, le differenze, il pluralismo e l’interscambio tra i giovani artisti multidisciplinari. «È l’attraversamento di artisti multidisciplinari e compagnie le cui attività di residenza vanno a svilupparsi e a prosperare all’interno di un paesaggio unico come quello dell’Isola di San Pietro con le sue bellezze naturali. Una straordinaria isola nell’isola in cui è presente un patrimonio identitario peculiare e unico da indagare, divulgare e promuovere», spiega Simonetta Pusceddu, direttrice artistica.

Il progetto di residenze artistiche a Carloforte “Rizomi”, tra gli organismi selezionati con Determinazione n. 25152 rep. n. 2038 del 05.10.2022, nell’ambito del progetto per l’insediamento e sviluppo delle residenze artistiche “Artisti nei Territori”, spettacolo dal vivo, triennio 2022-2024,

 

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La bellezza del rito antico della produzione del pane sublimata dalla poesia del linguaggio del corpo, della danza. L’arte come strumento per riattivare la memoria e l’identità di un luogo, reinterpretarlo e raccontarlo, in una rispettosa armonia tra spazio e tempo, corpo e ambiente, architettura e movimento, luci naturali e arti visive. Le donne panificatrici settimesi e il processo “sacro” di “spongiai su pani”, ovvero lavorare l’impasto della farina con le nocche delle dita a pugno, scandiscono il tempo della memoria con il ritmo ed il suono del setaccio agitato dalla novantacinquenne “madre del pane” Bonaria Ghironi, ed entrano nella drammaturgia della creazione insieme agli artisti in scena. «Sì, perché il setaccio è una vera musica, è una musica», spiega sorridendo l’anziana panificatrice. Un quadro questo, “Wall Paper”, di pura poesia e danza dipinto all’interno di “Interconnessioni”, il progetto di residenza organizzato dall’associazione Tersicorea diretta da Simonetta Pusceddu, in collaborazione con il Comune di Settimo San Pietro, che partito a ottobre si è appena concluso, articolandosi tra i luoghi più significativi del paese conosciuto anche come “Septimo ab urbe lapide” (che indicava in latino la distanza di sette miglia da Karalis). Un profondo intreccio di sinergie tra danza, arte circense, teatro fisico, saperi della comunità, persone, spazi culturali e creazione artistica in un percorso umano e poetico che ha coinvolto dieci artisti-danzatori di livello internazionale e un collettivo di artisti “erranti” locali e si è sviluppato attraverso processi artistici, studi, proiezioni, laboratori, anteprime, spettacoli, con uno sguardo particolare ai bambini delle scuole primarie ed elementari.

Sedi del progetto di residenza alcuni tra i siti più importanti del territorio di Settimo San Pietro quali il sito nuragico “Cuccuru Nuraxi” con il suo antico tempio sotterraneo dedicato al culto dell’acqua; “L’Arca del Tempo”, il museo multimediale e centro di sperimentazione beni culturali e archeologici, con le sue attività espositive che consentono di fare un viaggio nel tempo di quattro millenni; “Casa Dessy”, la tipica “domus a corte” dell’800; l’”Antico Molino” conosciuto per la tradizionale lavorazione del grano ed il Borgo del Pane, con i suoi laboratori che ancora mantengono vivo il metodo della panificazione con il lievito madre e la pratica di un’antica tradizione, risorsa tra le più preziose del paese.

«La Sardegna finalmente è entrata attraverso l’articolo 43 del decreto ministeriale (MiBAC) del 2017 nell’accordo di programma dell’intesa tra Stato e Regioni relativa alle Residenze Artistiche per il triennio 2018-2020 sottolinea Simonetta Pusceddu, direttrice artistica -. Su tre proposte accolte dalla Regione Sardegna, due riguardano il teatro e una sola la danza, con “Interconnessioni”. Un progetto che permette una mobilità di artisti in residenza in piccoli comuni, garantendo la continuità del programma di lavoro per stimolare la ricerca dal punto di vista artistico, culturale, antropologico e poetico, attraverso gli intrecci dei linguaggi dell’arte contemporanea tra la comunità, i luoghi e il territorio coinvolto».

Dal 10 al 20 novembre il paese si è trasformato in un teatro a cielo aperto tra canti e danze, animato da coreografi, registi circensi, artisti visivi, musicisti e attori, in un armonico accordo fra tradizione e attualità, sulle note classiche della violinista Elsa Paglietti e della banda musicale del paese, treno itinerante, fiabesco e nostalgico della memoria, tra le storiche vie del paese e le suggestive “lollas”. Un bel viaggio testimoniato dalle intense immagini in bianco e nero nella mostra fotografica di Federica Zedda e dal docu-film di Massimo Gasole. Un contatto importante che ha permesso di sviluppare i concept dei diversi processi creativi incentrati sul tema specifico dell’identità nelle sue varie forme. Come l’identità umana indagata nei suoi vari strati che si accumulano, nascondendo debolezze e sentimenti in Wall Paper di e con Sara Angius (originaria di Sassari ma d’adozione e formazione milanese), con la partecipazione della ballerina Loretta D’Antuono (Milano), dei tutor Anthony Mathieu e Simonetta Pusceddu, e delle donne panificatrici del Borgo del Pane di Settimo San Pietro: «Queste donne per me rappresentano un interessante contrasto, la semplicità e l’onestà del gesto di fare il pane ed anche un certo ritmo metodico ma naturale, in opposizione all’artificio rappresentato da due personaggi-danzatrici che interagiscono in scena», ha commentato l’autrice. O l’identità che cela l’inquietudine e la fragilità di una giovane donna protagonista di una sorta di favola noir dedicata al dubbio e all’incertezza dell’esistenza in Simposio del Silenzio, di e con Lucrezia Maimone supportata dal tutoraggio del coreografo e danzatore Stefano Mazzotta della Compagnia Zerogrammi (Torno). Una creazione che trae ispirazione dai capitoli diversi di Lorenzo Mattotti, uno dei più importati illustratori e fumettisti italiani, che racchiudono i suoi tre universi Oltremai, Labirinti e Chimera. «Simposio parte da Oltremai per fare un tuffo verso l’ignoto e nella parte più profonda di noi, dove risiede la nostra più pura essenza». Con la video artist Federica Lì ha presentato inoltre un breve filmato di video-art girato a Villa Dorri sempre dedicato alla stessa creazione.

E ancora il tema dell’identità come azione orientata verso le radici culturali e antropologiche dell’individuo e della sua terra nelle due creazioni ICI, là-bas (Qui e là) e A solo con Gramsci, di e con Clotilde Tiradritti, con Marianne Rachmul e le musiche di Patrick Motoian. «Danzo per abbattere le barriere. Non volevo parlare del pensiero politico di Gramsci, ma della sua prigione interiore, quella che impedisce di realizzarsi, e delle difficoltà dell’essere umano nell’accettare l’altro, lo straniero, l’intruso, l’altro sé», ha raccontato la danzatrice e coreografa toscana formatasi in Italia e residente in Francia da diversi anni, che a Settimo San Pietro con la sua Compagnia “Heliotropion” (Parigi) ha sviluppato questo percorso di residenza suddiviso in due parti lavorando anche sulla voce e sul canto sardo affiancata da Elena Ledda. »Come danzatrice lavoro anche sulla voce, ma con il corpo. Ho avuto l’occasione qui di incontrare Elena che mi ha dato la possibilità non solo di utilizzare due suoi canti, ma anche di essere diretta nell’uso della voce e soprattutto in lingua sarda. È la prima volta che canto in sardo, una lingua che amo, come la Sardegna».

Per i duecento bambini settimesi della scuola primaria ed elementare un grande successo anche con le “interconnessioni” del matinèe tra brivido e divertimento nei due spettacoli a Casa Dessy, con alcuni dei più bravi maestri della giocoleria mondiale e arte circense. La paura che offusca la percezione e travolge l’uomo in un limbo di perdizione nello spettacolo “Medo” di e con Lorenzo Crivellari (Italia) e l’universo fantastico di “El misterio del interior” con il personaggio spassoso e carismatico Mr Spark, in un connubio fresco e innovativo tra teatro fisico e circo, di e con Salvador Riba Megias (Spagna).

«La creatività è davvero un atto politico, e io sposo appieno questo punto di vista, perché non è semplicissimo comunicare l’importanza dell’arte. Noi lo abbiamo fatto soprattutto con i giovani, con i ragazzi delle scuole, e credo che questo sia un bellissimo risultato ottenuto grazie alla partecipazione di tutti e al coinvolgimento degli spazi più significativi di Settimo e quindi fondendo le tradizioni, i luoghi con l’arte e la creatività, valori importanti da comunicare alla nostra collettività», ha sottolineato nella serata conclusiva il Sindaco di Settimo San Pietro, Gian Luigi Puddu.

Allegria, sorrisi, numeri di giocoleria e clowneria anche con la carovana degli “Erranti”, gli Artisti dei Cantieri Itineranti che hanno colorato ed animato le vie del paese. E ancora tra le iniziative del progetto di Tersicorea il laboratorio di disegno/scrittura creativa sempre sulla tematica dell’identità, condotto dall’artista venezuelano Gerardo Jonas Gouveia Villarroell (esperto artista visivo di pittura, grafica e disegno), il laboratorio/incontro con le donne panificatrici e il lab di arte circense condotto dall’artista Lorenzo Crivellari. «Quello che mi affascina di questi progetti di residenza, e spero di riuscire in questi intenti, è quello di suscitare amore per l’arte. L’arte apre dei canali di amicizia, ha il potere magico di creare una relazione con gli abitanti e i saperi dei luoghi, sono canali sani – spiega Simonetta Pusceddu -. Interconnetterci, vuol dire intrecciarci, vuol dire mostrarci, rivelarci. Senza avere mai la presunzione di stare su un piedistallo, nessuno di noi».

 

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L’opera e la vita dello scultore Costantino Nivola al centro del laboratorio di teatro fisico “Insomnia/Nivola”, un originale percorso di creazione artistica tra memoria storica e i linguaggi dell’arte contemporanea, organizzato da Tersicorea in occasione della manifestazione promossa dal comune di Cagliari “Cagliari Paesaggio” con la direzione artistica di Simonetta Pusceddu. Un laboratorio d’azione creativo e poetico che, partito il 20 settembre, si concluderà con la rappresentazione in scena a Cagliari, il 28 e il 29 settembre, di quindici artisti provenienti dalla Spagna, Italia, Francia e Inghilterra in sinergia con gli artisti locali.

Venerdì 28 settembre la prima si terrà al T.Off, alle ore 21.00, mentre il giorno dopo, sabato 29 settembre, sarà all’Orto dei Cappuccini, nelle due repliche delle 18.45 la prima e delle ore 20.00 la seconda. Il lavoro artistico è guidato dal regista-drammaturgo Anthony Mathieu e dalla coreografa Lucrezia Maimone, sulle musiche del musicista Christian Maddalena. Un progetto originale che nasce con l’obiettivo di sperimentare e raccontare il patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna attraverso la danza, il teatro fisico, l’arte circense, e che trae ispirazione dalle opere dello scultore Costantino Nivola il cui rapporto con la terra ha avuto un profondo impatto sulla sua visione del mondo, delle sue opere e dell’arte contemporanea. Una creazione che ripercorre un viaggio affascinante nei ricordi e nelle scritture di un grande artista e momento importante di incontro e di scambio artistico tra artisti europei e il pubblico locale.

«Il lavoro verte sull’importanza delle radici nei processi creativi e nei processi della vita. Parleremo della Sardegna nascosta dietro la velocità, danzeremo il tempo dei costruttori di muri e di quando i viaggi erano lunghi e il pane era l’oro del paese. “Silenzio, vento e pecore controluce”», spiega Simonetta Pusceddu.

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“Logos. Un ponte verso l’Europa”, la rassegna internazionale di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu porta avanti il dialogo profondo fra danza, arte circense, musica, teatro, arte visiva creando “Un ponte verso l’Europa” attraverso il coinvolgimento di oltre cinquanta artisti in mobilità nel Vecchio Continente.

La chiusura di questa parte estiva (23° spettacolo) è affidata alla creazione collettiva “Il sentiero di Kappa” in scena l’8 agosto al T.OFF, e in replica il 7 e il 9 agosto, visto il numero di richieste di partecipazione, sempre al T.Off, via Nazario Sauro n.6, a Cagliari, alle ore 21.00.

Un appuntamento dedicato alla poetica del grande regista teatrale Tadeusz Kantor, tra i maggiori teorici del Teatro del Novecento e pioniere delle avanguardie teatrali, per festeggiare i trent’anni di Tersicorea, l’associazione culturale cagliaritana che da tre decadi porta avanti l’azione di promozione e sostegno dei giovani artisti, dove il linguaggio della danza è strumento di comunicazione tra arte, territorio e patrimonio culturale. Uno spettacolo scritto da Anthony Mathieu, con la regia e coreografia di Simonetta Pusceddu.

Una passeggiata sulla scena come in un cimitero, ricercando le tracce di questa vita che poco fa ci emozionava tanto”. Da queste riflessioni del drammaturgo polacco nasce l’ispirazione per questa prima forma di spettacolo (non una rappresentazione). Un percorso straordinario nella memoria, in cui il desiderio è quello di costruire una scena kantoriana popolata da legni, ferri vecchi arrugginiti, oggetti strappati alla morte, sospesi tra passato e infinito. Oggetti che Kantor amava definire poveri, oggetti senza dignità d’uso quotidiano, che appunto perché tali riportano alla luce gesti, suoni, odori, familiarità, emozioni. Attori che popolano la scena con presenze che non hanno nulla di vivo, reale, ma richiamano alla mente morti vaganti, fantasmi. In scena: Anthony Mathieu ed Antonio Piovanelli, con la partecipazione di Lucrezia Maimone; Ideazione e luci: Gerardo Jonas Gouveia Villarroel; Make-up, Federica Liseni. Una co-produzione internazionale di Tersicorea (Cagliari, Italia), Théatre Crac (Nimes, Francia) e Scaraboum (Avignon, Francia). Con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, Comune di cagliari, MIBACT. Contributo di residenza artistica 2018: Centro di Produzione Twain e Associazione Vera Stasi /Progetti per la Scena – Tuscania.

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Il 29 e il 30 dicembre Tersicorea chiude l’anno con due appuntamenti extra inseriti nella terza edizione della rassegna di danza contemporanea “Sulle Orme – Il Mediterraneo, Il Corpo, Il Viaggio” diretta da Simonetta Pusceddu, e realizzati in co-organizzazione con CEDAC (Circuito Multidisciplinare Settore Danza).

Venerdì 29 dicembre al Teatro La Vetreria (Pirri) alle 20.30 sarà la volta della creazione “Nostos” della compagnia Circadì, con la drammaturgia di Lucrezia Maimone, protagonista anche in scena insieme a Sebastiàn Sobrado. Un romantica astrazione degli homeless che si ispira all’universo di Charlot e “Buster” Keaton, raccontata attraverso il corpo, i gesti e i movimenti, in un dialogo ininterrotto fra le discipline della danza e dell’arte scenica circense. I due danzatori/attori in scena creano e smontano gli stereotipi della vita ordinaria di una coppia come tante, tra grande senso dell’umorismo e dramma esistenziale. Incastrati in un susseguirsi di quadri malinconici  e onirici, noia e routine, i due grotteschi clown danzatori vanno alla ricerca della propria identità in un carosello destinato eternamente a ripetersi. In un costante precario equilibrio, volteggiano nell’aria come trottole, sorridono, si sfidano, si fidano, l’uno dell’altro. Lucrezia Maimone e Sebastiàn Sobrado, giovani artisti di talento con alle spalle oltre un decennio di formazione ed esperienza professionale, portano a Cagliari questo spettacolo nato dalla danza, dal teatro gestuale e dal circo, dalla delicatezza e semplicità straordinarie, tipici delle grandi opere sceniche. Consulenza artistica di Roberto Magro, Stefano Mazzotta e Simonetta Pusceddu.

Sabato 30 dicembre, invece, a Cagliari, nello Spazio teatrale T.Off (ore 20.30), Anthony Mathieu (Cannes/Francia), equilibrista, giocoliere e clown, porterà la sua creazione “Courbes, relecture du mythe”, una digressione, un’umile interpretazione delle regole della nostra natura, un’incursione in un paese straniero, l’elogio del potere delle donne. Una meravigliosa curva che è il punto interrogativo in equilibrio come un filo teso tra due montagne. Un uomo vive il mondo fuori dal suo corpo mentre la donna porta l’universo in lei. Nato a Cannes, Mathieu collabora con la Annie Fratellini Circus School di Parigi e a Toulouse con la manipolazione di marionette e maschere della commedia dell’arte. È direttore artistico e professore di teatro gestuale e manipolazione di oggetti  all’Accademia di circo e teatro CAU di Granada (Spagna) e cofondatore della compagnia Théatre Crac, nata nel 2013 insieme a Simone Venditti, ballerino laureato presso l’Accademia di Balletto russo di Edimburgo. «Attraverso favole fantastiche proponiamo un teatro dell’assurdo, tragicomico e poetico, che affonda le sue radici in un’opera di scrittura e documentazione che tesse la tela su cui costruiamo le nostre storie – spiega Anthony -. Raccontiamo e sviluppiamo un linguaggio scenico che fonde teatro fisico, danza e manipolazione di oggetti, tecniche che sono alla base della nostra ricerca teatrale e coreografica. I mondi di circo, pagliaccio, maschere e burattini sono anche molto presenti nelle nostre produzioni.»

 

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Cortoindanza, il premio alla scrittura coreografica in forma breve ideato da Tersicorea, compie dieci anni. Venerdì 30 giugno, la giornata conclusiva aperta al pubblico con ingresso gratuito (il 27 e il 28 giugno sono state riservate esclusivamente alla commissione artistica per la valutazione delle opere), vedrà in sequenza le coreografie dei nove finalisti che avranno modo di presentare in pochi minuti un breve assaggio del loro progetto. Sede individuata quest’anno per il decimo compleanno del festival ideato da Simonetta Pusceddu per favorire la contaminazione tra i linguaggi artistici e culturali, è il suggestivo parco di Villa Satta dello IED Cagliari, la scuola di alta formazione dedicata ai diversi indirizzi di studio nelle aree del design, della moda, delle arti visive e della comunicazione. Non solo tematica del progetto. L’Istituto Europeo di Design è infatti soprattutto una istituzione culturale che da anni lavora per creare una rete con le manifestazioni culturali della Sardegna e non solo, e che anche in questa occasione con Tersicorea trova un interessante corrispondenza di intenti e di condivisione, attraverso l’arte.

Il festival di coreografia, una maratona di cinque giornate in cui i dieci progetti selezionati tra un centinaio di proposte artistiche di altissimo livello, saranno protagonisti assoluti, iniziato il 27 giugno al Piccolo Auditorium di Cagliari chiuderà i battenti di questa edizione 1° luglio con un meeting di confronto e di dialogo tra i rappresentanti della commissione e i candidati artisti selezionati. L’overture è stata affidata alla creazione “La ballata di Filomena” di Lucrezia Maimone, premio alla scrittura cortoindanza 2013, con la drammaturgia di Anthony Mathieu, produzione compagnia Zerogrammi (Torino) e Tersicorea (Cagliari). Selezionata tra le tantissime opere individuate nelle diverse annualità del Cortoindanza, come la più meritevole dal punto di vista del criterio della multidisciplinarietà e dello sviluppo della drammaturgia originale in forma breve, la scrittura di Lucrezia Maimone racconta di Filomena, l’Ulisse della sue avventure, unica eroina consapevole del suo destino. Una lotta che porta avanti con forza instancabile per ritrovare la libertà perduta. Danza e teatro incalzano per dar vita a questa ballata dedicata a tutti coloro a cui costa respirare.