La Giunta regionale oggi ha approvato, come già concordato con i sindacati, una delibera che permette entro il 2014 il prepensionamento di tutti coloro che ne hanno diritto. In questo modo si riorganizza l’azienda accelerando il suo risanamento.
In una nota, intanto, la Giunta Pigliaru chiarisce la sua posizione in merito alla situazione di crisi della società e alla protesta in atto nella Galleria Villamarina della miniera di Monteponi.
«La protesta dei lavoratori di Igea attraversa tutti i media, soprattutto in questi giorni nei quali a manifestare sono soprattutto le lavoratrici – si legge nella nota -. I media riprendono la protesta riassumendola in uno slogan: la Regione non paga lo stipendio ai lavoratori Igea. Ma non è questa la verità. Prima di tutto perché lo stipendio alle lavoratrici e ai lavoratori deve pagarlo la società da cui dipendono: Igea. Che, è vero, è al cento per cento della Regione. Ma la Regione può solo pagare le prestazioni fornite dall’azienda, che a sua volta, incassati i soldi, pagherà i dipendenti, i contributi, i fornitori, le tasse. E quando questa Giunta si è insediata la società non era in grado di presentare resoconti di attività di lavoro che giustificassero le fatture emesse. Niente resoconti, niente fatture, niente pagamenti dell’attività svolta. E quindi niente stipendi. Se la Regione avesse pagato Igea senza giustificativi di prestazioni e fatture sarebbe stata colpita dalla Corte dei Conti e dall’Ue per aiuti di stato. Illegittimi.»
«Non solo. La Giunta al suo insediamento trovò una voragine di circa 20 milioni. Il capitale sociale completamente mangiato. Un’azienda praticamente in stato di fallimento. Si poteva scegliere tra due opzioni. La prima: decretarne il fallimento, garantendo ai dipendenti il pagamento degli stipendi arretrati, quattro anni di mobilità e poi il vuoto. Un futuro senza lavoro. La seconda opzione: l’apertura di una fase di liquidazione, passando la mano a un commissario liquidatore, esperto manager di industria, che ponesse le basi per il rilancio. Una scommessa che impediva il pagamento degli stipendi arretrati (infatti all’appello mancano le retribuzioni di marzo, aprile, maggio e giugno) perché bloccati dalla legge in attesa dell’uscita da questa fase. Ma permetteva di scommettere sul futuro. La Giunta regionale ha scelto questo secondo percorso. Il primo commissario liquidatore Antioco Gregu ha messo in grado l’azienda di predisporre i piani di lavoro permettendole di fatturare e alla Regione di pagare i giusti compensi. Così sono stati pagati gli stipendi di luglio, agosto, settembre e un acconto di 500 euro a testa per ottobre. Dunque, in questo momento mancano all’appello il saldo di ottobre e, da due giorni, lo stipendio di novembre.
Nel frattempo la Regione ha predisposto una convenzione quadro per un totale di 36 milioni in tre anni. La convenzione, firmata dall’assessorato dell’Industria e da Igea, affida alla società la custodia e la messa in sicurezza delle miniere e le convenzioni di bonifica già stipulate in passato. E’ un’ottima base da cui ripartire per la ripresa produttiva.
Intanto, al manager d’industria Antioco Gregu, che ha portato a termine il suo lavoro, è subentrato il nuovo commissario Michele Caria, che deve gestire la seconda fase: la richiesta di concordato. In questi giorni Caria sta lavorando con lo staff dell’assessorato dell’Industria per individuare i percorsi che possano permettere il pagamento di fatture già emesse, l’emissione di nuove fatture in base alla conclusione di attività affidate all’azienda, la ricerca di altri fondi da altre voci di bilancio. Il tutto per pagare gli stipendi dovuti e per mettere insieme la liquidità indispensabile per andare avanti.
Questa è la difficile situazione in cui si trova oggi Igea. Michele Caria, appena insediato, sta facendo il punto della situazione economico finanziaria. Nei prossimi giorni sarà possibile dare ulteriori informazioni, con dati più precisi e prospettive più chiare e definite. Lo stesso commissario domenica scorsa ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori – conclude la nota – portando loro la solidarietà propria e dell’assessore e condannando i gesti di violenza e di sabotaggio.»