5 November, 2024
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654ª Sagra di Sant'Antioco Martire 1

Appassionati e studiosi continuano ad investigare sulla storia del patrono della Sardegna. Tra questi Antonello Secci e Vincenzo Sanna che recentemente hanno aggiunto un altro tassello. «E’ universalmente nota la scoperta delle reliquie avvenuta il 18 marzo 1615 – afferma Antonello Secci – poca importanza invece è stata data a coloro che, dopo il ritrovamento, contribuirono alla loro salvaguardia». Poiché si riteneva che le reliquie fossero a rischio per le scorrerie barbaresche l’arcivescovo di Cagliari aveva ordinato di riporle in una cassa, poi collocata sull’altare maggiore della chiesa sulcitana, sotto la guardia di numerosi soldati. I due appassionati hanno così scoperto che il comando dei soldati fu affidato al sergente maggiore Thomas Ferrete, cagliaritano, citato nella “Relacion de la Invencion de los cuerpos santos en los años 1614-15 y 1616”.

«L’arcivescovo ignorava però che il Ferrete non era di Cagliari, bensì nativo della città di Iglesias – spiega Antonello Secci – come si desume dall’atto di matrimonio del 29 gennaio 1606 celebrato nella chiesa di Sant’Anna, rinvenuto fra i documenti dell’Archivio Storico diocesano di Cagliari (Quinque Libri, 2, Stampace – anni 1597-1627, c. 162v). Nell’atto si cita il matrimonio fra Thomas Ferrete, natural de Iglesias, e Caterina Anna Cavaro di Stampace, quartiere storico di Cagliari.

«Abbiamo conferma del suo status di militare grazie al documento del 28 luglio 1613, ripreso anch’esso dal suddetto Quinque Libri (c. 128v) – spiega ancora Antonello Secci – nel quale il Ferrete, qui menzionato come “lo sergent major Thomas Ferrer”, fa da padrino al piccolo Antiogo Maria figlio di mestre Antiogo Mereu e Monserrada Boy». Al di là dei compiti del Ferret, in qualità di capo delle guardie a difesa delle reliquie di Sant’Antioco, va dato risalto al suo legame matrimoniale con Caterina Anna Cavaro, seconda figlia, su 11, del notaio Pere Joan Cavaro e Caterina Porcell cagliaritani. Ma anche perché nipote del famoso pittore Michele Cavaro e Caterina Broto. Se ne deduce quindi che la moglie del Ferret era anche pronipote del grande pittore Pietro Cavaro e della nobildonna catalana Joana Godiel (vedova De Canyada).

«E’ utile anche rimarcare il ruolo dei pittori Pietro e Michele – conclude Antonello Secci – appartenenti alla famosa Scuola di Stampace dove operarono fra gli inizi e la fine del “Cinquecento”.»

Tito Siddi