16 December, 2025
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Il comune di Sant’Antioco si schiera in prima fila contro l’utilizzo delle droghe e lancia una campagna di sensibilizzazione (e di educazione) per il contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti nei giovanissimi, che prende di petto il fenomeno, sempre più attuale e con numeri drasticamente in crescita, frutto di un disagio sociale che va affrontato dalle radici. Oggi, giovedì 8 maggio, si parte con la prima azione di un programma ampio e articolato, risultato dell’impegno profuso dall’Amministrazione comunale e l’ufficio delle Politiche sociali in sinergia con una moltitudine di istituzioni e servizi, dal SerD al Servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Asl del Sulcis, dal Tribunale dei Minori all’Arma dei carabinieri: si tratta, per il momento, di una campagna di affissioni murarie con la quale la città verrà tappezzata di manifesti che lanciano messaggi estremamente chiari: “No alla droga”, “Prendersi cura è non girarsi dall’altra parte” e “Diciamo no alla droga”.

«Frasi semplici e inequivocabili. Non ci giriamo dall’altra parte e ci mettiamo la facciacommenta il sindaco Ignazio Locci con questa serie di azioni cerchiamo di prendere il toro per le corna coinvolgendo le famiglie, i giovani, la scuola e tutti i soggetti che hanno o possono avere un ruolo necessario a contrastare il problema dell’utilizzo delle droghe, nessuna esclusa. Dal comune di Sant’Antioco parte un progetto che auspico sia da esempio anche per gli altri Enti, perché questa non è la battaglia di una singola comunità, è una lotta che va affrontata con il massimo coinvolgimento di Comuni e istituzioni. Insieme ai manifesti affissi nelle pareti della città, abbiamo provveduto a installarne due all’ingresso principale del municipio, di materiale durevole, affinché siano costantemente da monito.»

Oltre la campagna di affissioni murarie, sono previsti nell’immediato, il 23 maggio, un convegno in aula consiliare nel quale si descriverà il programma di contrasto alle droghe, che vedrà la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, compresi i rappresentanti del Tribunale minori e del SerD; il 3 giugno, invece, spazio a un evento pubblico con la criminologa Roberta Bruzzone, in Piazza Italia, mentre a settembre inizierà il percorso educativo e formativo dei giovani all’interno delle scuole, oltre a una serie di incontri informativi rivolti ai genitori, veri e propri spazi di riflessione utili sia alle famiglie, sia agli operatori. Al riguardo, la Società cooperativa Dimensione Umana è stata incaricata di gestire la campagna di comunicazione del progetto, l’organizzazione della logistica e degli eventi pubblici, degli incontri educativi e formativi rivolti agli studenti e alle famiglie.

«Il momento storico attuale ci impone di guardare con attenzione la realtà dei giovani della nostra comunità e non solo – commenta l’assessora delle Politiche sociali Eleonora Spiga -. Occorre approfondire il fenomeno delle dipendenze sotto molteplici aspetti. Tale iniziativa promossa dalla nostra Amministrazione, in particolare dal servizio delle politiche familiari e sociali, vuole comprendere il fenomeno e cercare di prevenirlo con uno sguardo attento al ruolo della famiglia, della scuola e della società. Noi vogliamo attuare un lavoro di rete tra istituzioni e comunità. La sfida che proponiamo non è quella del divieto, bensì quella di proporre alternative sane attraverso opportunità educative e di ascolto attivo.»

Offre uno sguardo di insieme la funzionaria responsabile del servizio delle Politiche sociali, Antonella Serrenti: «Il Sistema famiglia sta attraversando un forte momento di crisi. L’ufficio che coordino quotidianamente viene investito di molteplici invii e richieste di prese in carico di minori e famiglie in forte difficoltà. Le segnalazioni ufficiali arrivano dal Tribunale per i Minorenni, dalle forze dell’ordine, dalle Scuole, dal Servizio sanitario, in particolare dalla Neuropsichiatria infantile, ma raramente dalle famiglie. Questo ci induce a pensare che i genitori potrebbero avere scarsa consapevolezza del mondo interiore dei propri figli e dei contesti sociali che vivono e frequentano, oppure, più probabile, che hanno difficoltà o timore ad approcciarsi ai servizi. Il fenomeno segnala numerose situazioni di abbandono scolastico precoce, di condotte illegali che spesso finiscono nel penale, di utilizzo di sostanze psicotrope e alcol in giovanissimi (12/13 anni), di atteggiamenti antisociali e/o di autolesionismo. Sarebbe riduttivo e superficiale colpevolizzare i giovani o i genitori di tale “emergenza”, ma sarebbe altrettanto riduttivo ricercare le cause nella carenza di opportunità e di servizi socio educativi, scarsamente fruiti proprio da chi ne avrebbe maggiore necessità. Per questi motivi negli ultimi due anni abbiamo impiegato molte energie nello studio e nella ricerca di soluzioni nuove e innovative. La campagna di sensibilizzazione che parte oggi deve essere considerata sperimentale, poiché cercherà costantemente di modularsi all’evolversi delle situazioni e dei contesti. Il programma propone l’offerta specializzata, strutturata e coordinata di spazi di riflessione, opportunità educative, percorsi formativi per ragazzi e genitori ed eventi pubblici pensati e realizzati insieme alle istituzioni coinvolte. Contestualmente verrà proposta un’altra offerta, meno specializzata e strutturata, di organizzazioni e/o gruppi informali che cercheranno di arrivare ai giovani e alle famiglie con linguaggi e modalità diverse e meno impattanti rispetto a quelle ufficiali».

 

Dopo l’adesione al network “Amici della famiglia” nell’aprile scorso, il comune di Sant’Antioco punta al riconoscimento di “Comune amico della famiglia – Family Italia”, rilasciato dall’agenzia per la famiglia della provincia Autonoma di Trento, certificazione di impegno ad orientare le politiche in un’ottica family friendly, ovvero con servizi e interventi che rispondano alle esigenze e alle aspettative espresse dalle comunità locali. Con la delibera di Giunta del 26 settembre scorso, infatti, l’Amministrazione comunale ha approvato “Il Piano di interventi in materia di politiche familiari” 2023-2025 e istituito la commissione interdisciplinare che avrà il compito di supportare il Comune nell’elaborazione, aggiornamento e valutazione del Piano. Atti, questi, propedeutici e indispensabili al raggiungimento del Marchio Family Friendly.

Il “Piano degli interventi in materia di politiche familiari” si regge sulla volontà di implementare i servizi esistenti a favore della famiglia (intesa in tutte le sue espressioni) e di crearne di nuovi, come l’allestimento di spazi con fasciatoi in almeno cinque punti di interesse (Parco archeologico, aree sportive, aree balneari). Più in generale, si va dalle azioni inserite nella macro area “Ambiente e qualità della vita” a quelle interne alla sezione “Comunicazione”; o ancora, dalla “Comunità educante” al “Welfare territoriale e servizi alle famiglie”.

«Gli obiettivi insiti in questo progetto, ambizioso ma assolutamente alla portata di Sant’Antiocospiega l’assessora delle Politiche sociali, Eleonora Spigasono molteplici e in linea generale si delineano a partire dal sostegno delle politiche per il benessere della comunità e delle famiglie, fino al perseguimento della piena promozione sociale anche attraverso il coinvolgimento delle reti locali e delle risorse attivabili sul territorio comunale. E per la realizzazione di tale processo si presuppone il superamento di logiche assistenzialistiche in favore di approcci orientati allo sviluppo di comunità, trasversali e interdisciplinari (servizi sociali, tempo libero, cultura, ambiente, sport, casa, lavoro, trasporti, etc.), che portano a considerare centrale la promozione sociale affinché la famiglia diventi soggetto attivo e propositivo.»

«In questi anni ci siamo impegnati particolarmente per rendere la nostra città, il territorio comunale di Sant’Antioco, accogliente e a misura di famiglia – commenta il sindaco Ignazio Locci, a cui fanno capo le politiche per il benessere della comunità e della famiglia, coadiuvato dall’assessora Eleonora Spiga e dalla responsabile del servizio Politiche sociali Antonella Serrentima siamo assolutamente consapevoli che occorra fare sempre di più e meglio, rafforzando i nostri servizi consacrati alla famiglia e ai giovani già a disposizione e creandone nel contempo di nuovi. Sant’Antioco family friendly è un obiettivo che intendiamo perseguire anche attraverso la realizzazione di una vera “Comunità educante”, i cui principi e presupposti sono cardini di questo progetto sociale che vede il coinvolgimento diretto del Terzo Settore, peraltro presente nella Commissione Interdisciplinare con due componenti effettivi. Insomma, è un programma che coinvolge l’intero tessuto sociale e che ci proponiamo di guidare nel migliore dei modi possibili.»

Il comune di Sant’Antioco parteciperà, il 13 ottobre prossimo, a Nuoro, alla terza Convention regionale “Network Family in Italia, Sardegna 2023”.

Adesione al network “Amici della famiglia”, Sant’Antioco città attrattiva e accogliente per le famiglie (ma non solo, naturalmente) territorio capace di offrire servizi e opportunità rispondenti alle aspettative di coloro che vorranno trascorrere dei piacevoli momenti sul territorio comunale e, nel contempo, una serie di iniziative legate al tema della famiglia che si pongono l’ulteriore obiettivo di rivitalizzare il centro cittadino. Sono questi i presupposti principali della due giorni di eventi in programma sabato 13 e domenica 14 maggio dal tema “Sant’Antioco festeggia le mamme”.

Ed è proprio sul ruolo sociale della famiglia, sull’adesione al network “Amici della famiglia” e, in prospettiva, sull’ottenimento del riconoscimento di “Marchio Family Friendly”, che si concentrerà il convegno di apertura della due giorni, in programma sabato 13, alle 17.00 presso l’aula consiliare, dal titolo “Conferenza di presentazione del network nazionale Comuni amici della famiglia” moderato dalla dottoressa Antonella Serrenti: «In occasione della festa della mamma – commenta l’assessore al Welfare territoriale Eleonora Spigaci sarà l’avvio ufficiale del processo delineato già con deliberazione di Giunta comunale che vedrà proprio la famiglia al centro dell’interesse di una nuova società dinamica e in continua evoluzione. Per l’occasione, oltre che il comune di Alghero, primo in Sardegna ad aver avviato con grande soddisfazione il progetto, sono stati invitati tutti gli attori e gli organismi della società civile che costituiscono e rappresentano sul territorio il Sistema Famiglia, partendo dall’importante ruolo svolto dall’associazionismo. Guardiamo con soddisfazione la metodologia di un percorso condiviso con la Comunità, gli enti del terzo Settore e l’importante coinvolgimento delle attività produttive».

Ecco, appunto, il coinvolgimento delle attività produttive citato dall’Assessore Spiga, che si inquadra in un più ampio progetto di rivitalizzazione del centro cittadino: «Con questo eventocommenta l’assessore delle Attività produttive Roberta Serrentiinauguriamo il primo di una serie di appuntamenti che rivitalizzeranno il centro di Sant’Antioco, inteso come l’area che si estende da Piazza Repubblica fino a Piazza Umberto, attraversando Piazza Italia e il Corso Vittorio Emanuele. Siamo consapevoli che in quest’area sono presenti numerose attività commerciali fondamentali per la nostra economia e che il corso con le sue Piazze da sempre ha tenuto viva e aggregata la vita sociale della nostra città, e ci sforziamo affinché si mantenga vivo in questo ruolo. Per precisa scelta sono  previsti diversi momenti di gioco che coinvolgeranno le mamme (ma anche nonne, zie, amiche) e i bambini perché giocare e divertirsi fa bene ai piccoli ma soprattutto ai grandi e una comunità che si incontra per giocare è una comunità gioiosa».

Sabato 13, dal pomeriggio fino alla sera, ci sarà l’apertura della Festa con tanta musica, giochi e all’insegna del divertimento per bambini e mamme. La domenica mattina, a partire dalle 10.30, è prevista l’apertura di stand espositivi, l’animazione per bambini e  mamme, con momenti di svago e divertimento che includeranno la presenza di mascotte e gadget da distribuire ai partecipanti. Proseguirà l’attività nel pomeriggio con un momento musicale revival dedicato interamente alle mamme e la domenica sera andrà in scena l’evento “Moda e vino” caratterizzato da una sfilata di moda rivolta alla valorizzazione delle collezioni di abiti e gioielli dei commercianti antiochensi, e accompagnata dalla presenza di alcune prestigiose sartorie sarde.

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Si avvia a conclusione il progetto di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyber bullismo denominato “Bambini, ragazzi e nuove tecnologie – percorsi formativi per educare alla Cittadinanza Digitale e al rispetto delle norme costituzionali” (direzione scientifica a cura di Luca Pisano e Valeria Cadau) promosso e gestito dall’Istituto Ifos di Cagliari ed elaborato in sinergia con i Servizi Sociali dei comuni di Sant’Antioco e Calasetta e con l’Istituto Globale Sant’Antioco.

Il 22 gennaio, alle 16.30, infatti, è in programma il convegno (online) conclusivo del programma. Per partecipare occorre inviare, entro il 21 gennaio 2021, una e-mail a ifos.sardegna@ifos-formazione.com oppure contattare il numero telefonico 070 3325974. Il link per accedere al convegno sarà comunicato dopo l’iscrizione. Modererà la dottoressa Antonella Serrenti, responsabile dell’Ufficio Politiche sociali del comune di Sant’Antioco. Saluti di Ignazio Locci e Claudia Mura, rispettivamente sindaco di Sant’Antioco e sindaca di Calasetta. Seguiranno gli interventi di Tiziana Merloni, Dirigente dell’Istituto Globale Sant’Antioco, Maria Grazia Muroni, pedagogista del Comune di Sant’Antioco, di Simona Corrò, psicologa del comune di Calasetta, Luca Pisano, psicologo psicoterapeuta, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna. E ancora, prenderanno la parola Francesco Greco, dirigente del compartimento Polizia Postale e delle comunicazioni per la Sardegna,  nonché una rappresentanza di genitori e studenti dei comitati digitali scolastici e genitori digitali, organismi nati proprio nell’ambito del progetto.

Il progetto nasce in risposta all’inquietante fenomeno del bullismo e del cyber bullismo, diffuso tra i ragazzi soprattutto nella fascia d’età pre-adolescenziale e adolescenziale, ed è stato rimodulato alla luce dei diversi lockdown e dell’avvento della didattica a distanza. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati su siti web. L’obiettivo di questo programma era promuovere azioni di conoscenza e prevenzione del fenomeno integrando saperi ed esperienze, con l’obiettivo di accrescere le sinergie di contrasto tra le diverse componenti sociali in gioco (famiglia, scuola, istituzioni). A docenti, genitori, studenti e operatori sociali sono stati dunque forniti gli strumenti per prevenire e contrastare la navigazione online a rischio, educando nel contempo i giovani ad utilizzare il web in modo sicuro e responsabile.

 

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Mercoledì 26 febbraio, alle 16.00, nell’Aula consiliare del comune di Sant’Antioco, l’associazione di volontariato “le Rondini” incontra i cittadini di Sant’Antioco per la presentazione del progetto “Domo Noa”. Saranno presenti il sindaco Ignazio Locci; l’assessore delle Politiche sociali Eleonora Spiga; la responsabile del Servizio Politiche sociali, Antonella Serrenti; la presidente ed il direttore scientifico dell’associazione “Le Rondini”, rispettivamente Franca Boi e Leonardo Tola; la pedagogista ed educatrice del centro Domo Noa, Laura Manca. L’ingresso al convegno è libero e gratuito. Dopo la presentazione seguiranno il dibattito e la proiezione del video “Una piccola grande storia”.

Cosa è “Domo Noa”?

«“Domo Noa” è un Centro ricreativo Sociale, uno spazio (situato in Costituente 87, a Carbonia) appositamente strutturato e idoneo a favorire il processo di crescita e di integrazione sociale di persone disabili con forti bisogni di accompagnamento, al recupero di una relazione sociale e di autonomie personali per la propria cura e gestione quotidiana. I principali fruitori sono disabili fisici e motori; disabili intellettivi e relazionali; soggetti con disabilità sensoriali e disabili gravissimi tracheotomizzati. Il progetto Domo Noa segue la realizzazione, sempre ad opera dell’associazione “le Rondini”, del primo stabilimento balneare accessibile ai malati gravi e gravissimi, “Isola del Cuore”, che ha sede nella spiaggia di Maladroxia, a Sant’Antioco.»

 

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I volontari del Servizio civile – Progetto G.I.O.I.A. presenteranno alla cittadinanza il frutto del loro impegno, durato un anno, nell’ambito del settore delle Politiche sociali di Sant’Antioco. L’evento, organizzato dall’assessorato delle Politiche sociali, si terrà mercoledì 12 febbraio 2020 dalle 16.30 presso l’Aula consiliare del comune di Sant’Antioco, in Piazzetta Italo Diana, 1. All’incontro saranno presenti il sindaco Ignazio Locci, l’assessore delle Politiche sociali, Eleonora Spiga, la responsabile del Servizio Politiche sociali, Antonella Serrenti, il direttore del Servizio Coesione sociale, Antonia Cuccu.

L’obiettivo dell’incontro è incentrato sulla restituzione alla comunità del lavoro svolto durante l’intero anno, a partire dalla presa in carica delle istanze presentate dai cittadini che si rivolgono agli Uffici sociali (in riferimento alle varie aree d’intervento), fino alla presentazione della Carta dei servizi, documento innovativo redatto dai 4 giovani volontari del progetto G.I.O.I.A..

Il Servizio civile è la scelta volontaria di dedicare un intero anno della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.

Il Servizio civile rappresenta una importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani, che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese.

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“Longino, il santo della lancia” è il nuovo libro di Gianluca Orsola, edito nello scorso mese di febbraio da Graphe.it , prefazione di monsignor Enrico Dal Cavolo.

Di seguito la recensione di Antonella Serrenti.

Chi è stato Longino, il «santo della lancia»?

Un santo soldato, il cui culto è attestato anche in epoca bizantina a Cagliari.

Nella Cagliari bizantina esisteva una caserma dedicata a san Longino, che un’epigrafe proveniente dalla zona di Santa Igia (oggi Santa Gilla) definisce come «centurione». Un santo soldato, dunque. E che soldato, aggiungiamo. Sì, perché quel nome, Longino, svela, in un certo senso, di chi stiamo parlando. Il nome Longino, infatti, deriva dal greco e vuol dire lancia.

Anche chi non mastica molto di storia del cristianesimo e di Sacre Scritture ricorderà che nei Vangeli si parla del fatto che Gesù in croce venne trafitto da una lancia. Si legge nel Vangelo secondo Matteo: «Gesù, emesso un grande grido, spirò. Allora il velo del tempio si squarciò in due dall’alto fino al basso. E il centurione, vistolo spirare gridando a quel modo, esclamò: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”».

La tradizione ha attribuito il nome di Longino a questo personaggio, anche se nel corso dei secoli c’è stata una sovrapposizione di figure. Chi è, infatti, san Longino? Il soldato che effettivamente colpì il costato del Cristo? O il centurione romano che si convertì ai piedi della croce? O, ancora, il capo delle guardie del sepolcro? A queste domande risponde Gianluca Orsola, docente di Lingua Latina e Lingua Greca presso la Pontificia Università Lateranense e di Lingua Latina, Lingua Greca e Lettura di testi liturgici latini presso il P.I.L. del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Lo studioso, analizzando testi storici, ha raccolto le sue riflessioni nel libro Longino, il santo della lancia, pubblicato dalla Graphe.it edizioni.

Il saggio propone la traduzione delle fonte originarie (alcune delle quale mai tradotte in italiano) e prova a mettere ordine nella storia di questo santo soldato.

Un saggio molto rigoroso dal punto di vista scientifico che, per usare le parole di monsignor Enrico dal Covolo, Magnifico Rettore della Pontifica Università Lateranense che firma la prefazione, «è un tassello finemente intarsiato» della ricerca agiografica, quella branca della storia, cioè, che studia le vite dei santi e il culto loro tributato.

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Si è svolta ieri pomeriggio, nell’Auditorium della Caserma Allievi Carabinieri Trieste, di Iglesias, la presentazione del libro “Una giornata dall’aria antica”, di Antonella Serrenti, Graphe.it edizioni, organizzata dall’associazione ArgoNautilus.

Nassiriya. Un nome che nella memoria collettiva italiana è immediatamente associato ai termini “strage, missione di pace e guerra”. Sotto il nome di “attentati di Nassiriya”, infatti, si collocano alcuni attentati avvenuti dal 2003 al 2006 contro le forze armate italiane che, nel corso della guerra in Iraq, partecipavano alla missione “Operazione Antica Babilonia”. Ma cosa affiora nel cuore di coloro che, in maniera più o meno diretta, con quegli attentati hanno avuto a che fare? Antonella Serrenti, originaria di Sant’Antioco, lo stesso paese del maresciallo Silvio Olla, una delle vittime della strage, amico d’infanzia del figlio, prova ad andare oltre il velo dei propri ricordi. Quel 12 novembre 2003 – giorno del primo grave attentato – suo figlio era lì, di stanza a Nassiriya. Nel racconto autobiografico che dà il titolo al libro, l’autrice definisce quella dell’attentato, “una giornata dall’aria antica”.

«Ho preso una penna in mano, ho provato a trasferire incubi e pensieri su un foglio di carta bianco, l’ho sporcato con essi, e mentre scrivevo e vedevo le parole separarsi da me ed eruttare dalla penna, mi sono accorta che le notti quasi insonni e i giorni, annientati dal terrore di una possibile telefonata intercontinentale, sono diventati storie.»

«Devo uscire, devo andar via, mi manca l’aria. Arrivo volutamente davanti alla caserma dei carabinieri: i gradini sono pieni di fiori e la bandiera è a mezz’asta. Adesso le campane della chiesa suonano come fosse Venerdì Santo, quando la Madonna esce disperata in cerca di Gesù: rintocchi lenti e tristi, come quelli del mio cuore. A casa accendo la tv, è un bollettino di guerra, immagini terrificanti. Mi sembra di vedere mio figlio! No! Lui è più alto. O è lui? Le lacrime non finiscono più. Squilla il telefono». Lo sguardo si allarga, poi, ad altre situazioni simili a quelle che l’autrice ha vissuto: negli altri racconti, che sono frutto della sua fantasia.

Antonella Serrenti prova a immaginare le sensazioni e le emozioni di madri, padri, figli e figlie, ma anche di politici e, con coraggio, di chi quegli attentati li ha compiuti.

L’autrice è stata intervistata dalla scrittrice Eleonora Carta, rappresentante dell’associazione ArgoNautilus che ha proposto la presentazione al comandante della Scuola Allievi Carabinieri Trieste di Iglesias che l’ha accolta con entusiasmo. Alla presentazione hanno partecipato un centinaio di allievi carabinieri. Sono stati diversi i momenti del racconto di Antonella Serrenti che hanno suscitato grande commozione tra i presenti, in particolare quando l’autrice ha letto i nomi di tutte le vittime del 12 novembre 2003.

Al termine, si è svolta un’esibizione del coro di Iglesias, diretto dal maestro Paolo Autelitano.

L’evento rientrava nella #FieraOFF della Fiera del Libro di Iglesias, quest’anno in programma dal 22 al 25 aprile.

Alleghiamo un album di fotografie della presentazione di ieri, con il primo intervento di Antonella Serrenti e due filmati contenenti che racchiudono l’intera esibizione del coro di Iglesias.

            

      

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Inizia sabato 12 novembre, alle 17.30, presso la biblioteca comunale di Carbonia, con la presentazione del libro di Antonella Serrenti Una giornata dall’aria antica. Nassiriya, tredici anni dopo. I ricordi di una madre”, la rassegna Carbonia Scrive 2016/2017.

Nassiriya. Un nome che nella memoria collettiva italiana è immediatamente associato ai termini “strage, missione di pace e guerra”. Sotto il nome di “attentati di Nassiriya”, infatti, si collocano alcuni attentati avvenuti dal 2003 al 2006 contro le forze armate italiane che, nel corso della guerra in Iraq, partecipavano alla missione “Operazione Antica Babilonia”. Ma cosa affiora nel cuore di coloro che, in maniera più o meno diretta, con quegli attentati hanno avuto a che fare? Antonella Serrenti prova ad andare oltre il velo dei propri ricordi. Quel 12 novembre 2003 – giorno del primo grave attentato – suo figlio era lì, di stanza a Nassiriya. Nel racconto autobiografico che dà il titolo all’intera raccolta, l’autrice definisce quella dell’attentato “una giornata dall’aria antica”.

«Ho preso una penna in mano, ho provato a trasferire incubi e pensieri su un foglio di carta bianco, l’ho sporcato con essi, e mentre scrivevo e vedevo le parole separarsi da me ed eruttare dalla penna, mi sono accorta che le notti quasi insonni e i giorni, annientati dal terrore di una possibile telefonata intercontinentale, sono diventati storie.»

«Devo uscire, devo andar via, mi manca l’aria. Arrivo volutamente davanti alla caserma dei carabinieri: i gradini sono pieni di fiori e la bandiera è a mezz’asta. Adesso le campane della chiesa suonano come fosse Venerdì Santo, quando la Madonna esce disperata in cerca di Gesù: rintocchi lenti e tristi, come quelli del mio cuore. A casa accendo la tv, è un bollettino di guerra, immagini terrificanti. Mi sembra di vedere mio figlio! No! Lui è più alto. O è lui? Le lacrime non finiscono più. Squilla il telefono». Lo sguardo si allarga, poi, ad altre situazioni simili a quelle che l’autrice ha vissuto: negli altri racconti, che sono frutto della sua fantasia.

Antonella Serrenti prova a immaginare le sensazioni e le emozioni di madri, padri, figli e figlie, ma anche di politici e, con coraggio, di chi quegli attentati li ha compiuti.

Antonella Serrenti è nata a Sant’Antioco. Ama leggere e scrivere; premiata in concorsi letterari, ha appena ultimato una raccolta di racconti e pubblicato numerosi racconti brevi per il blog GraphoMania. Appassionata di cucina e di antiche tradizioni della sua terra è coautrice del libro:  “Il pane carasau Storie e ricette di un’antica tradizione isolana”.

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Dal 25 al 27 agosto, si terrà a Portoscuso, presso l’Antica Tonnara di Su Pranu, la prima edizione del “Big Blue Festival”: una tre-giorni d’arte, letteratura, scienza, musica e cinema dedicata al mare in tutte le sue declinazioni.

Tra gli appuntamenti di maggior rilievo vi sono: 

• un laboratorio per bambini ispirato alla tecnica scultorea di Sand-Casting inventata da Costantino Nivola – a cura di Massimo Lumini e dei ragazzi del NAT14 e dell’artista Sara Camboni;

• un suggestivo evento live di dialogo interattivo tra musica e pittura, a cura di Giorgio Casu, art designer trapiantato a New York e Giorgio Serci compositore di fama internazionale e docente all’Accademia di Musica Contemporanea di Guildford; 

• la mostra delle opere di Daniele Serra, altro artista sardo i cui lavori sono recentemente stati protagonisti di una produzione cinematografica di Hollywood;

• l’intervento del geologo Luigi Sanciu (Direttore scientifico del PARC di Genoni e del GeoMuseo MonteArci di Masullas) sulla geomorfologia del territorio;

• l’intervento del comandante della Guardia Costiera, Rocco Chiuri, sui temi della sicurezza in mare e salvaguardia delle coste; 

• letture scelte dai classici della letteratura di mare a cura di autori, lettori e artisti, tra cui Gianmichele Lisai e Susanna Lavazza, Antonella Serrenti. 

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