22 November, 2024
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Venti anni di ricerca, di studio e analisi delle profonde e complesse stratificazioni archeologiche del Cronicario, insediamento millenario sorto sulle sponde orientali dell’Isola di Sant’Antioco. Il tutto condensato in una mostra per immagini fotografiche e reperti inediti intitolata “Sulky 2001-2021. Vent’anni di ricerche, Tremila anni di storia”, frutto del prezioso lavoro del team dell’Università di Sassari condotto, appunto, in 20 anni di attività.

L’appuntamento è fissato per venerdì 17 settembre, alle 19.30, presso il Mab Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, per l’inaugurazione dell’esposizione organizzata dal Comune di Sant’Antioco, dall’Università di Sassari e dal Ministero della Cultura (Soprintendenza archeologica di Cagliari), alla presenza  della Direttrice del MAB, Sara Muscuso, di Piero BartoloniCarlo TronchettiMichele GuirguisGiovanna PietraElisa Pompianu e Antonella Unali: professori, archeologi e archeologhe impegnati direttamente negli ultimi decenni nelle indagini e nella tutela di questa preziosissima area archeologica. Parteciperanno al taglio del nastro, inoltre, il Sindaco Ignazio Locci e la delegata alla Cultura Rosalba Cossu.

Un percorso fotografico ed espositivo che illustrerà i due decenni di scavi e ricerche dell’Università di Sassari nel Cronicario di Sant’Antioco e consentirà di comprendere  l’importanza della ricerca per l’antica città di SULKY, fondata nel cuore del Mediterraneo tra la fine del IX e il principio dell’VIII sec. a.C. Ricostruendo le tracce del passato, dunque, la mostra ambisce a disegnare possibili scenari futuri per un’area archeologica ubicata nel centro della contemporanea Sant’Antioco. «Dopo tanti anni di impegno commenta Michele Guirgius, professore associato di archeologia Fenicio-Punica presso l’Università di Sassarisiamo orgogliosi di poter presentare al pubblico degli interessati e a tutta la cittadinanza parte del lavoro portato avanti dall’Università e dal comune di Sant’Antioco, che ci ha sempre supportato, secondo una prospettiva aperta sul territorio e sull’intera comunità sulcitana, certificando il ruolo cruciale svolto da Sant’Antioco oggi, come dalla città di Sulky nei millenni passati».

Per la direttrice del MAB, Sara Muscuso, «il Museo conferma il suo ruolo di raccordo tra la ricerca scientifica e il grande pubblico: la divulgazione della storia dell’antico insediamento già ampiamente presente nell’allestimento degli spazi espositivi, viene oggi potenziata e arricchita da questa mostra che consolida il sodalizio pluridecennale che unisce il comune di Sant’Antioco all’Università degli Studi di Sassari».

Dalle 21.00 la serata proseguirà con il concerto del musicista Matteo Scano che presenterà il suo disco Places.

Biblioteca comunale Carbonia

Giovedì 16 aprile 2015, alle ore 18.00, la Biblioteca comunale di viale Arsia, a Carbonia, ospita un nuovo appuntamento con la rassegna “Carbonia studia”, dal titolo “Un futuro nuovo per Monte Sirai (e il Sulcis)”.

I risultati delle più recenti ricerche, in particolare gli scavi di Monte Sirai e di Sulky-Sant’Antioco potranno essere presentati per la prima volta nella prospettiva di “Archeomedsites”, un Progetto già avviato, di cooperazione transfrontaliera fra diversi paesi del Mediterraneo, cofinanziato dall’UE (Programma ENPI CBC 2007-2013) e finalizzato alla salvaguardia e valorizzazione del Nostro patrimonio culturale. All’incontro interverranno Giovanna Pietra (Soprintendenza Archeologica della Sardegna), Michele Guirguis (Università di Sassari), Antonella Unali (Università di Sassari) e l’assessore della Cultura del comune di Carbonia, Loriana Pitzalis.

L’appuntamento con Carbonia Studia rientra nel più ampio progetto Archeomedsites. L’Ente capofila è il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, che guida un insieme di partner che sono: i Comuni di Carbonia, Firenze e Siena, le Soprintendenze archeologiche di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e di Cagliari e Oristano, l’Istituto Nazionale del Patrimonio Tunisia e il ministero della Cultura del Libano. La parte scientifica è garantita dall’Università di Sassari, da Federculture e da Ricerca e Cooperazione.