21 November, 2024
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Ultimo fine settimana di appuntamenti per la prima Biennale d’Arte Contemporanea dedicata a Maria Lai. Domani, sabato 5 ottobre, negli spazi del Camuc di Ulassai prende il via il convegno Dall’artigianato all’arte, organizzato in collaborazione con la Confartigianato di Nuoro-Ogliastra. Mentre domenica 6 ottobre, per il finissage della Biennale, in programma una chiusura in musica con il concerto del coro della Scuola Civica di musica d’Ogliastra e, a seguire, del duo composto dalla chitarrista brasiliana Carol Mello e dalla violinista Emanuela Lioy.

«La mattinata di sabatospiega il direttore artistico della Biennale, Gianni Murtasnasce dall’esigenza, per la Fondazione Stazione dell’Arte, di allargare il confronto con le esperienze dell’artigianato artistico che rappresentano un entroterra ricco e molto interessante, capace di alimentare le ricerche artistiche più di quanto non si pensi.»

La tavola rotonda, condotta dalla giornalista Simona Scioni a partire dalle 9,30, vedrà in apertura i saluti del sindaco di Ulassai Giovanni Soru e, a seguire, del presidente di Confartigianato di Nuoro-Ogliastra Giuseppe Pireddu.

«Il legame tra arte, artigianato e designdice Giuseppe Pireddu è profondo e da tempo radicato nella storia delle lavorazioni isolane, poiché accomuna un forte interesse per la qualità, la creatività e l’innovazione. L’artigianato, con la sua attenzione ai dettagli e alla manualità, rappresenta l’espressione della tradizione, della cultura locale e della maestria individuale. Partecipiamo ai lavori conclusivi della prima Biennale d’arte contemporanea, dedicata a Maria Lai, perché lei era una artista e, soprattutto, una artigiana.»

I lavori proseguono con l’intervento del direttore artistico Gianni Murtas su Arti pure e Arte applicata nel Novecento sardo. Intervengono poi i componenti del comitato scientifico della Biennale: Antonello Carboni, per parlare de La Sardegna dalla terracotta alla ceramica degli anni ‘20; Chiara Manca, con una riflessione su Trama e ordito: un percorso sulla tessitura d’artista in Sardegna; e Damiano Rossi, sull’Artigianalità nell’opera di Maria Lai.

La mattinata si chiude con i contributi di Studio Pratha, studio d’arte tessile di Sarule Confartigianato; Francesca Deledda, ceramista di Oliena Confartigianato; Francesca Fiori, KreoArte designer; Federico Coni, maestro d’Ascia di Ales; e Nicola Filia, artista della ceramica.

La prima Biennale d’Arte Contemporanea di Ulassai è stata inaugurata lo scorso giugno e ha proposto in mostra i lavori di 25 artisti chiamati a confrontarsi con l’opera di Maria Lai, cui la Biennale è dedicata. L’iniziativa è stata organizzata dal comune di Ulassai e dalla Stazione dell’arte all’interno del Progetto Borghi, finanziato dall’Unione europea attraverso il programma NextGenerationEu-M1C3-Linea A PNRR.

A suggellare quattro mesi di esposizione, la mostra chiude domenica 6 ottobre con il concerto della chitarrista brasiliana Carol Mello e della violinista Emanuela Lioy, che eseguiranno un repertorio di musiche ricche di suggestioni popolari, all’insegna della contaminazione sonora. In apertura l’esibizione di Chatas e Fofoqueiras, il coro della Scuola Civica di musica d’Ogliastra. Appuntamento a partire dalle 18,00 negli spazi del Camuc.

 

Volge al termine l’edizione 2023 di Carbonia Film Festival – How to Film The World, la manifestazione organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con la direzione artistica di Francesco Giai Via.

Grande fermento per l’evento di chiusura di domenica 6 maggio che porterà un po’ di Napoli in Sardegna con la proiezione di Piano Piano del regista Nicola Prosatore, accompagnato da due dei protagonisti del film (ore 21.00, Cine-Teatro Centrale: ritiro dei biglietti gratuiti a partire dalle ore 19.00 presso la biglietteria). Saranno, infatti, a Carbonia per presentare il film Dominque Donnarumma e l’attesissimo Massimiliano Caiazzo, star di Mare Fuori. Sull’onda dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli, Piano piano è ambientato proprio nell’anno della vittoria partenopea del 1987, primo scudetto della squadra di Maradona. L’opera prima di Nicola Prosatore è un coming of age ambientato nella periferia napoletana, ma anche una storia di riscatto per la città e per i suoi personaggi. Il film, presentato all’ultimo festival di Locarno, è uscito nelle sale italiane lo scorso marzo per I Wonder Pictures.

Ma la giornata di domenica vuole essere anche un omaggio alla Sardegna con due speciali appuntamenti. Si parte al mattino con il Festival in cammino, una passeggiata in collaborazione con la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara. Appuntamento alle ore 10.30, presso la Grande Miniera di Serbariu, da cui inizierà il percorso verso lo splendido Nuraghe Sirai.

Nel pomeriggio consueto appuntamento con lo Spazio Sardegna, dedicato alle produzioni Made in Sardinia (ore 17.00, Cine-Teatro Centrale), durante il quale saranno presentate le prime anticipazioni delle nuove opere di Peter Marcias (Uomini in marcia), Antonello Carboni (Le neoavanguardie in Sardegna) e Giulia Camba (Oplà, Eréntzia). A seguire aperitivo sonoro con il dj set di Agata Eyes (ore 19.00, Nuovo Caffè del Portico).

 

Prende il via giovedì 4 maggio la nuova edizione di Carbonia Film Festival – How to Film the World, manifestazione da sempre impegnata a raccontare la contemporaneità attraverso il cinema, che quest’anno sposta l’attenzione dalle tematiche di lavoro e migrazioni ad un focus dedicato a giovani e territorio.

Ad accendere i riflettori sulla manifestazione, organizzata dalla Società Umanitaria di Carbonia con la direzione artistica di Francesco Giai Via, sarà la presenza di un’ospite internazionale di rilievo come Claire Simon, che proprio nella serata di giovedì 4 incontrerà il pubblico del festival al termine della proiezione del suo film Il figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo. Un racconto sul cinema in cui la regista documenta la nascita della piattaforma di streaming Tënk nel paesino di Lussas, divenuto un punto di riferimento del cinema documentario in Francia e nel resto del mondo.

La regista sarà inoltre protagonista di una masterclass nel corso della quale incontrerà anche i ragazzi delle scuole del territorio per raccontare il proprio cinema (venerdì 5 maggio).

Ad inaugurare il festival sarà, come da tradizione, anche una mostra fotografica allestita negli spazi della Biblioteca comunale, quest’anno affidata al fotografo documentarista sardo Alessio Cabras.

L’esposizione dal titolo Volevo colori fortipartendo dalla citazione del romanzo di Sergio Atzeni Il figlio di Bakunin, è un lavoro creato ad hoc per il festival nel quale l’artista, attraverso 24 scatti realizzati tra marzo e aprile 2023, compie un viaggio attraverso gli sguardi dei giovani che vivono la città di Carbonia nei luoghi e paesaggi da loro abitualmente frequentati.

Il programma del festival proseguirà fino a domenica 7 maggio alla presenza dei numerosi ospitiche presenteranno le loro opere e dialogheranno con il pubblico. Saranno a Carbonia Nicola Prosatore, regista di Piano Piano, accompagnato da due dei protagonisti del film ovvero Massimiliano Caiazzo, tra le star di Mare Fuori, e Dominique Donnarumma; il montatore e regista Jacopo Quadri, che presenterà il suo film Ultimina e terrà inoltre una masterclass a partire dalla visione di The Dreamers di Bernardo Bertolucci, nell’anno del suo ventennale; e ancora i registi Paolo Pisanu con Tutti i cani muoiono soli Giulia CambaAntonello Carboni, Peter Marcias, protagonisti dell’appuntamento con Spazio Sardegna nel corso del quale presenteranno i loro prossimi progetti.

Claire Simon

 

Torna per l’edizione 2023 il Carbonia Film Festival, un lungo weekend di cinema che da giovedì 4 a domenica 7 maggio, grazie al progetto How to Film the World, proseguirà il suo lavoro di indagine della contemporaneità. Da sempre il festival ha posto l’accento su migrazione e lavoro, temi cruciali del nostro tempo e fortemente radicati nel territorio che lo ospita. Proprio il territorio sarà l’altro grande protagonista di questa edizione, in una dimensione che connette locale e globale attraverso le nuove generazioni e il loro sguardo sul mondo.

La manifestazione, organizzata dalla Società Umanitaria di Carbonia, con la direzione artistica di Francesco Giai Via, proporrà quattro giornate di cinema, declinato attraverso proiezioni, incontri e masterclass, musica e fotografia, per offrire uno spaccato sul nostro tempo, sulla città e sul territorio, attraverso un approccio multidisciplinare. CFF – How To Film the World come sempre intende focalizzarsi sulla riflessione e l’approfondimento, cercando di favorire un sempre maggiore dialogo con il pubblico.

L’edizione 2023 porterà a Carbonia diversi ospiti che con il proprio lavoro ed esperienza hanno cercato di raccontare la realtà del nostro tempo. Significativa è in tal senso la presenza di Claire Simon, regista internazionale che con il suo cinema del reale, fatto di documentari ma anche di fiction, ha aperto uno spaccato su piccole e grandi storie del quotidiano. Claire Simon presenterà a Carbonia il film Il figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo, e incontrerà il pubblico del festival per una masterclass sul suo cinema. Saranno a Carbonia anche il montatore e regista Jacopo Quadri che presenterà al pubblico il filmUltimina; Paolo Pisanu con Tutti i cani muoiono soli; Nicola Prosatore con Piano Piano, esordio alla regia sullo sfondo della Napoli degli anni Ottanta; i registi Giulia Camba, Michela Anedda, Antonello Carboni, Peter Marcias.

I film

Anche quest’anno il Carbonia Film Festival propone un programma che alternerà le proiezioni in sala a momenti di incontro e approfondimento.

Si parte giovedì 4 maggio con la proiezione deIl figlio del droghiere, il sindaco, il paese e il mondo, film che racconta la vita del paese di Lussas, diventato punto di riferimento del cinema documentario in Francia e nel resto del mondo. Simon per tre anni compie un lavoro di osservazione della vita del villaggio agricolo, documentando la quotidianità e la genesi della piattaforma streaming Tënk, nata proprio a Lussas e dedicata al documentario d’autore. Al termine della proiezione Claire Simon dialogherà con il pubblico del festival.

Protagonista della giornata di venerdì 5 maggio sarà invece Jacopo Quadri, montatore cinematografico e regista che nella sua carriera ha lavorato a più di90 lungometraggi, collaborando con autori come Bernardo Bertolucci, Paolo Virzì, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul, Mario Martone, Gianfranco Rosi. Quadri presenterà al pubblico il suo Ultimina, bellissimo ritratto di Ultima Capecchi, 86enne che vive sola vicino al borgo di Sovana, nella campagna maremmana. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nel passato che, anche attraverso l’aiuto delle fotografie di famiglia, racconta la storia diuna donna che ha attraversato il secolo a testa alta, non smettendo mai di lavorare.

Sabato 6 maggio fa tappa a Carbonia il tour promozionale – in collaborazione con Fondazione Sardegna Film Commission – di Tutti i cani muoiono soli, l’esordio alla regia del sassarese Paolo Pisanu, prodotto da Ang film e distribuito da Fandango. Presentato in anteprima al Bif&st di Bari, dove Orlando Angius ha vinto il premio come miglior attore protagonista, il film racconta il ricongiungimento tra un padre e una figlia, l’ultima speranza di una ragazza senza più nessuno al mondo, l’ultima occasione di un uomo alla deriva, che ha più passato che futuro. Mette in scena la storia del tempo perduto che non ritorna e del destino, a volte imprevedibile, a volte segnato. Il regista sarà in sala per incontrare il pubblico.

Domenica 7 maggioconsolidato appuntamento con loSpazio Sardegnaper la presentazione di alcuni progetti Made in Sardinia. Verranno proiettati i teaser diUomini in marciadiPeter Marcias,film tutt’ora in lavorazione che racconta lo storico evento della Marcia per il Lavoro ovvero la mobilitazione che nei primi anni ‘90 riunì forze sindacali, politiche e sociali del Sulcis Iglesiente per chiedere un nuovo sviluppo;Le neoavanguardie in SardegnadiAntonello Carboni, sui primi gruppi di giovani artisti che a partire dalla fine degli anni ‘50 si riunivano essendo spesso accomunati più dalle teorie che dal segno;OpplàdiGiulia Camba, un’estate umida nel Sud Sardegna e una bambina di 7 anni che soffre di insonnia e si perde tra realtà e immaginazione.La regista Giulia Camba presenterà anche il cortometraggio Eréntzia, un lavoro di ricerca che riflette sulla componente immateriale dell’artigianato sardo in un dialogo continuo tra materiali di archivio e immagini filmate nel presente.

Chiude il programma delle proiezioniPiano Piano, sorprendente esordio nel lungometraggio di finzione di Nicola Prosatore, storia di crescita e di speranza ambientata in una palazzina di periferia a Napoli nel 1987, anno in cui la squadra partenopea vinse lo scudetto. Insieme al regista sarà a Carbonia anche la protagonista del film, Dominique Donnarumma, volto noto del piccolo schermo per le sue interpretazioni nelle serie Il Commissario Ricciardi e Generazione 56k.

La serata di sabato prevede due momenti musicali molto diversi ma in qualche modo complementari, entrambi espressione della ricchezza culturale e artistica del territorio.

Entra a far parte del programma del Festival anche il classico concerto di Primavera a cura della Banda musicale cittadina Vincenzo Bellini (ore 20,30, Cine-Teatro Centrale). Il concerto verrà arricchito dalla proiezione di un montaggio di filmati di Cinema di Famiglia donati alla Società Umanitaria attraverso il progetto regionale di raccolta delle memorie famigliariLa tua memoria è la nostra storia.

Ma il festival vuole anche essere spazio di espressione per giovani realtà artistiche. Alle 22,30, al Nuovo Caffé del Portico, andrà in scena lo spettacolo QJAY DjSet DamaDì al Mic: l’artista urbana classe 2000 made in Carbonia Alessia Diana, al microfono, accompagnata alla consolle da Jacopo Piredda, in arte QJAY.

Carbonia Film Festival How to Film the World, attraverso il bando Carbonia Cinema Giovani, è da sempre orientato alla formazione e anche quest’anno proporrà un programma di proiezioni e incontri destinati ai più giovani. Oltre agli 8 partecipanti, selezionati in tutta Italia tramite il bando Carbonia Cinema Giovani, di cui due provenienti dal Cineclub Agorà di Pontedera attraverso una partnership con la rete nazionale dell’UCCA – Unione Circoli Cinematografici Arci – il programma coinvolgerà anche gli studenti delle scuole del territorio. Claire Simon dialogherà con i ragazzi a partire dalla visione del suo Giovani solitudini, mentre il direttore artistico del festival Francesco Giai Via terrà una masterclass sul tema Festival di Cinema e Territorio: lo sviluppo creativo di un evento cinematografico in rapporto con il suo contesto. Jacopo Quadri terrà invece un incontro pubblico e una masterclass suThe Dreamers, capolavoro di Bernardo Bertolucci di cui Jacopo Quadri è stato il montatore e che in questo 2023 compie 20 anni. L’appuntamento è per venerdì 5 maggio alle 17,00 alla Fabbrica del cinema.

La mostra

Come da tradizione il Carbonia Film Festival ospiterà anche quest’anno una mostra fotografica, che sarà inaugurata giovedì 4 maggio presso gli spazi della Biblioteca Comunale.

La mostra, realizzata dal fotografo documentarista Alessio Cabras, è un progetto originale pensato appositamente per il festival nel quale l’artista, proseguendo un lavoro iniziato nel 2020 e incentrato sull’adolescenza, compie un viaggio attraverso gli sguardi dei giovani che vivono la città di Carbonia.

Una serie di 24 scatti realizzati nei mesi di marzo e aprile 2023 per approfondire il rapporto tra adolescenti e scuola ma anche le loro aspettative per il futuro, in un periodo storico molto complesso come quello che stiamo vivendo.

Volevo colori forti, il cui titolo riprende una celebre citazione del romanzo di Sergio Atzeni Il figlio di Bakunin, è una serie fotografica in cui i ritratti dei ragazzi e delle ragazze di Carbonia sono accompagnati dalle immagini di luoghi e paesaggi da loro abitualmente frequentati.

Eventi collaterali

A completare il cartellone anche una serie di eventi collaterali che coinvolgono il territorio urbano in connessione con il tessuto rurale e naturalistico. Sabato e domenica, a partire dalle 19.00, il centro di Carbonia sarà protagonista dei dueAperitivi Sonori: il 6 maggio al Gsg Concept Store con dj set di Lady Galluga, alla riscoperta dei suoni soul e funk tra gli anni ‘50 e i ‘70; e il 7 maggio al Nuovo Caffè del Portico con Agata Eyesin consolle per un tuffo nostalgico e spensierato negli scintillanti anni ‘80.

La mattina di domenica sarà invece dedicata alla scoperta del territorio grazie all’iniziativa Festival in cammino, un trekking in collaborazione con laFondazione Cammino Minerario di Santa Barbarache partirà alle 10.30 dal Museo del Carbone – Grande Miniera di Serbariu: un percorso adatto a tutte e tutti verso lo splendido Nuraghe Sirai, ammirando intorno un paesaggio che è il frutto della stratificazione e del passaggio dell’uomo tra le epoche.

L’immagine del Festival

A firmare il poster di Carbonia Film Festival 2023, con un nuovo letteringe un nuovo concept grafico, è l’illustratrice Camilla Falsini. È una Carbonia immaginaria quella rappresentata: come in un collage emerge nell’immagine uno skyline surreale e surrealista, che parte da alcuni elementi architettonici iconici della città e del suo territorio, mentre nel cielo fluttua un enorme diamante nero che richiama il carbone sulla cui epopea Carbonia si è fondata. Un paesaggio urbano con un gigantesco minerale, lieve e che fluttua nel cielo, come nel famoso dipinto di Magritte, un’eredità storica che è al contempo destino e possibilità. Se è vero che Carbonia esiste perché è stata fondata in funzione del carbone, è altrettanto vero che il peso della realtà storica può diventare un progetto e un’ipotesi di riscatto e sviluppo culturale. Un pezzo di carbone può essere prezioso come un diamante e leggero come aria.

Dal mondo al territorio e ritorno

di Paolo Serra – Direttore del CSC Carbonia della Società Umanitaria

Ci siamo lasciati lo scorso anno con un’edizione del Festival che provava a ragionare sulla condizione difficile di un mondo sospeso tra guerre, con una nuova guerra in Europa, e possibili resistenze realizzate da donne e uomini comuni, artiste e artisti straordinari che hanno provato a non farsi schiacciare da un mondo che a volte appare davvero troppo orribile per essere vero. A distanza di un anno le guerre non sono finite e siamo qui, circondati da un mondo fatto ancora di orrori e resistenze.

E allora abbiamo pensato che una bella rappresentazione di cosa significhi coltivare la speranza e produrre dei percorsi di auto affermazione potessimo cercarla in casa, per tutto ciò che questo termine può significare, e rappresentarla in due parole chiave: territorio e generazioni.

Generazioni e territori a confronto dunque. I volti dei giovani adolescenti di Carbonia immortalati da Alessio Cabras nella mostra “Volevo colori forti”. Alessia Diana, in arte DamaDì, un’artista urbana di Carbonia, che proporrà un set dai forti toni metropolitani. Ancora socialità e giovani nella proposta degli aperitivi sonori nei locali del centro cittadino. E ovviamente tanto Cinema con al centro la formazione e otto ragazze e ragazzi che da tutta Italia saranno ospiti del Festival e al centro di un percorso di formazione appositamente pensato per loro all’interno del programma Carbonia Cinema Giovani. E una passeggiata alla scoperta del territorio in collaborazione con la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara.

Territorio, giovani, generazioni. Luoghi, persone e concetti con cui, come CSC Carbonia della Società Umanitaria, costantemente cerchiamo di dialogare.

Il cinema per leggere il mondo

di Francesco Giai Via – Direttore artistico Carbonia Film Festival

Torna Carbonia Film Festival, anche quest’anno nella sua versione dedicata all’approfondimento e alla formazione con il format “How to Film the World”, assetto che abbiamo deciso di mantenere per per diverse ragioni. Siamo finalmente tornati nelle sale cinematografiche e negli spazi di incontro, ma le complessità non sono affatto diminuite: il mondo è percorso da conflitti, tensioni e un forte senso di precarietà attraversa anche quei grandi temi che sono alla base del festival. Non possiamo poi nascondere una situazione contingente non semplice che ha portato ad un generale appesantimento dei processi di accesso alle risorse.

Anche per questo abbiamo dunque deciso di ripartire dal territorio, con un programma che, pur mantenendo una linea editoriale di qualità fortemente ancorata al DNA della manifestazione, problematizza in modo universale quelli che sono i tanti temi che attraversano il Sulcis.

Non a caso abbiamo scelto di aprire il festival con Claire Simon e il suo “Il figlio del droghiere, il sindaco, il villaggio e il mondo”, film che mescola cultura, territorio, eventi e industria cinematografica, per capire quanto la spinta idealistica e la progettazione culturale possano scontrarsi con la realtà di un mondo complesso e di difficile lettura. Ancora territorio nella giornata dedicata ad un maestro del cinema italiano contemporaneo, il montatore e regista Jacopo Quadri, che con il suo “Ultimina” ribadisce la centralità del valore testimoniale del cinema, in linea con quello che è il lavoro sul territorio e la memoria che da sempre contraddistingue il CSC Carbonia della Società Umanitaria e tutte le sue attività. Entrambi questi ospiti d’eccezione saranno protagonisti di due masterclass.

Domenica sera sarà poi il turno di “Piano Piano”, opera prima di Nicola Prosatore che si è imposta come una delle rivelazioni dell’ultima stagione del cinema italiano e che vede tra i protagonisti dei giovani attori finiti oggi sulla ribalta grazie ad alcune interpretazioni nella serie “Mare fuori”. Insieme al regista parleremo di periferie e di giovani in cerca di un futuro migliore.

 

Sarà inaugurata sabato 24 luglio alle 19.00, al museo Ortiz di Atzara, la mostra d’arte “Richard Napoleon Scheurlen – l’uomo e l’artista”, realizzata dall’associazione Antonio Corriga e curata da Sabina Corriga e Antonello Carboni,
Sarà presente l’attore Ulrich Tukur che interpreta il ruolo di se stesso all’interno del documentario “Il pittore tedesco” diretto dal regista oristanese Antonello Carboni, alla riscoperta del nonno pittore Richard Scheurlen che visse per quindici anni proprio nel paese della Barbagia, e che sarà proiettato alle 22.00 in piazza San Giorgio.
Antonio Caria

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«Da quando ho smesso di fare pubblicità mi sono interessato di più alla Sardegna, e ho avuto l’impressione di aprire un grande uovo di Pasqua che non è mai stato aperto sul serio». Con queste parole il guru dei pubblicitari italiani, Gavino Sanna, ha inaugurato sabato al museo Ortiz di Atzara una delle mostre più significative sul Novecento sardo: la collettiva d’arte “Cent’anni”, che ospita fino al 1 dicembre ben quarantatré opere di oltre trenta maestri.

«Se apriamo questo uovo di Pasqua – ha proseguito Gavino Sanna prima del taglio del nastro – troviamo delle cose stupende, l’arte la cultura, i balli e i canti sardi, le tradizioni e costumi straordinari, la storia e le emozioni. Ma non devono restare chiusi nelle case, bisogna fare in modo che tutti questi tesori siano visibili al pubblico.»

La collettiva di Atzara ha rappresentato in qualche modo l’apertura di quest’uovo immaginario, mostrando ad un pubblico numeroso meraviglie e capolavori ineguagliabili, presi in prestito per l’occasione da numerose collezioni private. A partire dal ritratto di fanciulla di Filippo Figari, pittore straordinario che all’Istituto D’Arte di Sassari è stato anche tra i maestri di Gavino Sanna, assieme a Stanis Dessy, Eugenio Tavolara, Salvatore Fara ed altri.

La mostra curata da Sabina Corriga ed Antonello Carboni è stata capace di togliere il respiro fin dall’ingresso principale, dove è collocato uno stupendo ritratto di due giovani donne in costume, realizzato dal pittore costumbrista spagnolo Antonio Ortiz, che ha dato il nome al museo.

Poco distanti anche opere di un altro costumbrista come Eduardo Chicarro, quindi i sardi Antonio Corriga, Giuseppe Biasi, Antonio Ballero, Pinuccio Sciola, Libero Meledina, Edina Altara, Maria Lai. E ancora un lungo elenco che porta fino alle sculture di Gavino Tilocca o addirittura a un’incredibile “anfora sardesca” di Federico Melis.

Alla fine della serata, Gavino Sanna ha firmato il libro degli ospiti con un singolare autoritratto eseguito dal vivo a penna per essere dedicato agli organizzatori. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Antonio Corriga con il patrocinio del comune di Atzara e numerosi sponsor pubblici e privati.

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Prenderà il via martedì 25 giugno, alle ore 21.30, nella Sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema di Carbonia, in piazza Sergio Usai snc, all’ingresso della Grande Miniera di Serbariu, la rassegna cinematografica “Estate in Sala”, promossa e organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, in collaborazione con Arci, Ucca e Ficc, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Primo appuntamento della rassegna, che proporrà sette film tra giugno e luglio presso La Fabbrica del Cinema di Carbonia, con ingresso libero e gratuito, con un evento speciale martedì 30 luglio, a pagamento presso la Sala Supercinema di via Satta, sempre a Carbonia, sarà il film JUKEBOX AL CARBONE: LATO A: MUSICHE DAL SOTTOSUOLO di Andrea Murgia, con la regia ed il montaggio di Daniele S. Arca e la colonna sonora originale di Luca Gambula.

Attraverso le interviste dei protagonisti dell’epoca “Jukebox al Carbone” ripercorre la storia della città di Carbonia, a cavallo tra gli anni ‘60 ‘70 e ‘80, vista da chi, giovane e giovanissimo, iniziò a imbracciare una chitarra, ad ascoltare la musica rock, a partecipare e organizzare concerti, a fare lo speaker in una radio libera.

«Le miniere stanno morendo ma la lotta dei minatori portò al passaggio dei lavoratori alla nuova Super Centrale Enel. Nuova linfa per la città che troverà intorno al nascente polo industriale un uno sviluppo economico. Generazioni di giovani iniziano a uscire e svagarsi, nascono i club e i locali d’incontro. Sullo sfondo delle loro vite la musica rock che arriva da lontano ma inizia a essere suonata nelle cantine della città per poi uscire fuori, sui palcoscenici, alle feste, nelle prime radio libere. “Jukebox al Carbone” racconta questa rivoluzione giovanile, e il contesto che la produsse, che accompagnò almeno due generazioni fino agli anni ‘80…»

Gli autori del documentario, finanziato dalla Fabbrica del Cinema su fondi regionali per lo sviluppo delle politiche cineportuali, sono tre giovani professionisti della città, un musicologo, un filmaker ed un fonico musicista, appassionati di musica, che hanno ripercorso, attraverso il Cinema, la memoria storica e sociale del centro minerario.

Il secondo appuntamento con la rassegna è previsto per martedì 02 luglio quando verrà proiettato, alla presenza della regista Francesca Lixi, il film L’UOMO CON LA LANTERNA.

Presentato in anteprima al 29° Trieste Film Festival, dove vince il Premio Corso Salani, il film è stato sceneggiato in collaborazione con Wu Ming 2 e ha ricevuto il supporto della Cineteca Sarda per l’utilizzo delle immagini tratte dall’Archivio sardo del Cinema di Famiglia “La tua Memoria è la nostra storia”.

Terzo appuntamento alla Sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema martedì 09 luglio, sempre alle 21.30, con la proiezione del film LAKORA di Gianfranco Mura, alla presenza del regista e di Antonello Carboni, operatore culturale del CSC UNLA di Oristano, storie di viaggi, lavoro e migrazioni tra Africa e Sardegna, accompagnate dalla musica della Kora, strumento tradizionale della musica africana.

Unico appuntamento che si svolgerà di giovedì, a differenza del resto della rassegna che si terrà di martedì, sarà quello dell’11 luglio quando è prevista la proiezione di FIORE GEMELLO di Laura Luchetti. Presentato in anteprima al 43/o Toronto International Film Festival, dove ha ricevuto una menzione speciale Fipresci (Federazione internazionale dei critici cinematografici), il film è stato girato anche nel territorio del Sulcis Iglesiente ed è di recente uscito nelle sale cinematografiche.

Quinto appuntamento previsto invece per martedì 16 luglio quando, alla presenza della regista Manuela Tempesta e del produttore Alessandro Bonifazi, verrà proiettato il film RITRATTI DI FAMIGLIA, documentario sul ruolo della famiglia come nucleo sociale, girato anche nel territorio del Sulcis-Iglesiente, che in Sardegna è stato capace di declinarsi anche secondo un modello matriarcale. Grazie all’uso del materiale di repertorio selezionato e recuperato dalla Cineteca Sarda, il film-documentario accompagna gli spettatori attraverso un “viaggio nella storia della famiglia sarda di ieri per arrivare a quella di oggi”. Il film è stato girato con protocollo Green eco-sostenibile.

Martedì 23 luglio sarà la volta di VISIONI SARDE ovvero della proiezione dei nove cortometraggi finalisti della sezione sarda della 25ª edizione di Visioni Italiane, il festival nazionale per corti, mediometraggi e documentari organizzato dalla Cineteca di Bologna. Alla serata parteciperanno, grazie al sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, alcuni delle autrici e degli autori dei cortometraggi in programma.

Evento speciale di chiusura martedì 30 luglio alle ore 21.30 presso la Sala Supercinema, in via Sebastiano Satta 53, a Carbonia, unica serata a non svolgersi presso la Fabbrica del Cinema e unica serata a pagamento, con la proiezione del film OVUNQUE PROTEGGIMI, di Bonifacio Angius. Alla proiezione saranno presenti il regista Bonifacio Angius e l’attore protagonista Alessandro Gazale. Presentato in anteprima alla 36ª edizione del “Torino Film Festival”, il film ha ricevuto la candidatura ai Nastri d’Argento 2019 per il miglior soggetto. Alessandro Gazale vince il premio Vittorio Gassman come miglior attore protagonista della sezione ItaliaFilmFest del Bif&st, il Bari International Film Festival. L’attrice protagonista Francesca Niedda è candidata all’edizione 2019 dei Globi d’Oro, il premio attribuito dalla stampa estera in Italia, ed è la prima attrice sarda nella storia ad essere mai stata candidata.

«Nata sulla scia dell’idea che vuole l’allungamento della regolare stagione cinematografica nelle sale anche in periodo estivo, la rassegna “Estate in Sala” intende proporre al pubblico un piccolo saggio di ciò che il Cinema Sardo o di ambito e produzione sardi, è stato capace di produrre durante l’ultima stagione. Ormai non si contano i premi e le nomination che questo Cinema, ancorato al territorio, riesce ad ottenere anche grazie a una Legge Cinema regionale che ha funzionato e a una Film Commission che ha fatto un importante lavoro di promozione e produzione della nostra filiera, della nostra terra, delle nostre location. Per favorire l’incontro tra autori e pubblico, ogni proiezione della rassegna sarà accompagnata da registi, attori e produttori delle opere in programma.»

 

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Dal Museo dell’Emigrazione di Asuni arriva un appello ai giovani artisti sardi per costituire un nuovo movimento, un manifesto capace di rappresentare in modo significativo le più fresche generazioni di autori. Si darebbe così vita a un circuito virtuoso dal quale trarrebbe giovamento tutta la Sardegna artistica.

Il messaggio è stato lanciato nel weekend al MEA durante l’inaugurazione della collettiva “Dimore”, che accoglie le opere di nove artisti sardi emergenti, tutti emigrati a Milano per inseguire i propri sogni. Sono Silvia Argiolas, Irene Balia, Nicola Caredda, Roberto Fanari, Silvia Idili, Claudia Matta, Silvia Mei, Paolo Pibi e Giuliano Sale.

«Questo gruppo di ragazzi è esempio di come la storia dell’arte in Sardegna non sia stagnante ma goda di grande vitalità e di nuova forza espressiva – ha spiegato Antonello Carboni, curatore dell’esposizione assieme a Silvia Oppo -. Sarebbe bello vederli riuniti in un movimento come è avvenuto in passato per il Gruppo Transazionale rappresentato da personaggi come Casula, Leinardi, Ugo e Utzeri, o per il Gruppo di Iniziativa che faceva riferimento a Pantoli e Staccioli. Ne godrebbe non solo ognuno di loro individualmente, ma tutto l’universo dell’arte isolana, oggi più che mai lanciata oltre i confini del mare.»

Nel corso della serata è stato presentato il libretto “Dimore”, che contiene le biografie di tutti i protagonisti. La mostra sarà fruibile al pubblico fino al 10 marzo a ingresso libero, dal venerdì al sabato, con orari di apertura che vanno dalle 16.00 alle 19.00.

«Con l’inaugurazione di questa collettiva – ha commentato il sindaco di Asuni, Gionata Petza – vogliamo dare prova del fatto che l’emigrazione può avere anche lati positivi, di crescita e di confronto, offrendo la possibilità di coronare i sogni e le ambizioni, come testimoniano i protagonisti della mostra.»

La domanda è: quale valore aggiunto può offrire una città come Milano a un artista sardo emergente? La risposta arriva da Silvia Mei, 35enne cagliaritana laureata all’Accademia di Belle Arti di Sassari e specializzata all’Accademia di Brera, che al MEA ha rappresentato tutti i colleghi della collettiva: «Nel capoluogo lombardo il mondo dell’arte contemporanea è più vivace rispetto ad altre regioni. È un po’ una capitale artistica – ha spiegato Silvia Mei – si vive una dimensione internazionale e si trovano tantissimi contatti con collezionisti, galleristi, curatori e rappresentanti di fondazioni. Emigrare a Milano per emergere è praticamente fondamentale. Ma sono felicissima di esporre ad Asuni, perché penso che la nostra terra debba essere la prima a sostenerci e a promuoverci».

“Dimore” è il primo tassello di una serie di eventi che, grazie al finanziamento della Regione e all’impegno dell’Amministrazione comunale, nei mesi a venire permetterà di dare un ulteriore input alle attività del MEA, una realtà attiva ormai da dodici anni nel piccolo centro della Marmilla, esempio per i piccoli borghi in via di spopolamento affinché riescano ad utilizzare l’arte come veicolo di promozione.

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Sono emigrati nel capoluogo lombardo per rincorrere i propri sogni d’artista: ora dalle prestigiose gallerie milanesi riportano nel cuore dell’isola una speciale collettiva che racchiude tutta l’intensità e la forza espressiva delle loro opere.

Nove giovani talenti sardi sono i protagonisti di “Dimore”, l’esposizione che sarà inaugurata il 16 febbraio al MEA di Asuni, alle 18.00, come primo tassello di un più ampio progetto finanziato dall’assessorato regionale alla Cultura nella “Rete dell’emigrazione sarda”.

Oltre a un profondo talento, tutti gli autori hanno in comune una significativa esperienza di lavoro a Milano, la nuova città che li ha accolti e gli ha permesso di emergere nel mercato e nel mondo dell’arte contemporanea. I loro nomi sono Silvia Argiolas, Irene Balia, Nicola Caredda, Roberto Fanari, Silvia Idili, Claudia Matta, Silvia Mei, Paolo Pibi e Giuliano Sale.

È la loro condizione di nomadismo artistico a ispirare la nuova avventura culturale nel piccolo centro dell’Oristanese: una condizione che li vede avvolti nei panni di contemporanei “clerici vagantes”, capaci di materializzare in sorprendenti esiti figurativi la visione e l’intimità di un pensiero libero.

«Lo spettatore potrà accedere a questo universo enigmatico, sospeso tra realtà e sogno, attraverso nove “Dimore” artistiche – spiega Antonello Carboni, curatore dell’esposizione assieme a Silvia Oppo – nove angolazioni la cui sommatoria restituisce al nostro occhio molto più dell’intero.»

L’ingresso è gratuito. Alla cerimonia di inaugurazione parteciperanno il sindaco di Asuni, Gionata Petza, i curatori della mostra e una rappresentanza degli stessi autori.

“Dimore” diviene così il punto di partenza di un vasto progetto che nei prossimi mesi, grazie all’impegno assunto dal comune di Asuni, porterà al Museo dell’Emigrazione straordinarie occasioni di conoscenza, confronto e condivisione sul tema, mettendo in campo importanti mostre e installazioni, attività artistiche, laboratori ed escursioni nel campo della letteratura con presentazioni di autori e delle loro opere più significative.

«Questo è un ulteriore tassello che si aggiunge alle attività del museo venuto alla luce tre legislature fa – afferma il primo cittadino Gionata Petza -. La nostra Amministrazione ci sta credendo profondamente, dando continuità a un tema che oggigiorno mostra tutta la sua drammatica attualità.»

Il MEA entra così nel vivo dei propositi assunti fin dalla sua nascita, nel 2007, quando i fondatori ebbero l’intuizione di andare oltre la sterile prospettiva di un concetto di emigrazione limitato all’enfasi di sofferenze e nostalgie: fu individuato invece un punto di vista positivo, generatore di innovazione e di crescita in riferimento alle reti sociali a lunga distanza che l’emigrazione stessa permette di sviluppare.

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Il cinema fa il suo ingresso al 17° festival Dromos, iniziato giovedì scorso a Oristano e in programma fino al prossimo 15 agosto fra la città di Eleonora e altri sette centri della sua provincia, oggi fa nuovamente tappa a San Vero Milis: qui, nel giardino del Museo Archeologico con inizio alle 21.00 (ingresso gratuito), viene proiettato il documentario di Raffaello Fusaro “Le favole iniziano a Cabras”.

Uscito l’anno scorso per la società di produzione Twelve Entertainment, è il primo film documentario scritto e diretto dal trentaseienenne regista e attore barese. Fusaro confeziona un viaggio per immagini che, in settanta minuti, va alla scoperta della Sardegna più autentica. L’isola viene raccontata da alcuni dei suoi artisti più rappresentativi e da personaggi noti e da scoprire, dallo scultore Pinuccio Sciola allo stilista Antonio Marras, dai musicisti Gavino Murgia e Paolo Fresu al navigatore oceanico Gaetano Mura, alla poetessa Lidia Murgia.

Mercoledì (5 agosto) nuovo trasferimento per Dromos che approda a Bauladu con un tris di appuntamenti: alle 19.30 (nella Casa Zoccheddu – Erdas) si inaugura la mostra “Mancai Barroras” incentrata sulla pionieristica esperienza imprenditoriale, tutta al femminile, della Cooperativa Allevatrici Sarde, con gli scatti di Gianluca Vassallo, i video di Aldo Tanchis e interviste di Antonello Carboni; alle 21.00, all’anfiteatro del parco di San Lorenzo, si proietta invece il film di Gianfranco Cabiddu uscito con grande successo lo scorso maggio: “Faber in Sardegna”, dedicato al rapporto tra Fabrizio De André e la Sardegna; alle 22.30 il gran finale in musica con uno dei pianisti di spicco della scena jazzistica nazionale, Danilo Rea, che presenta il suo personale omaggio all’indimenticabile cantautore genovese già consegnato alle tracce di un album per l’etichetta tedesca ACT.

Danilo Rea - foto Beniamino Girotti (m) Gianluca Vassallo - Mancai Barrosas ( Faber in Sardegna - Fabrizio De André