22 November, 2024
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La CGIL Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale, chiede di fare chiarezza sul caos delle vaccinazioni nel Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano.

«Rileviamo, a distanza ormai di alcuni mesi – sostiene il segretario Antonello Congiu -, forti criticità organizzative nelle vaccinazioni  e nella disomogeneità con la quale si sta procedendo alle stesse  che creano difficoltà e smarrimento negli utenti: sia nelle procedure di prenotazione che nelle inoculazioni. Abbiamo forti perplessità sui criteri e sulla tempistica individuata dalla Regione, per attivare in modo capillare ed efficace sul territorio i punti vaccinali territoriali, così come richiesto da molti Sindaci. In questo senso corre l’obbligo di chiedere, visto lo scoramento e smarrimento che vivono i cittadini, se la Regione e le Aziende Sanitarie Locali, abbiano predisposto un calendario aggiornato delle vaccinazioni dei cittadini fragili e vulnerabili; se altresì sia stato predisposto un sistema di chiamate e/o di prenotazione per i cittadini con esenzione per patologia; se, considerata l’urgenza, siano noti i tempi di attivazione di tale sistema e quali le ragioni del grave ritardo rispetto alle vaccinazioni domiciliari dei soggetti non autosufficienti e/o impossibilitati a raggiungere i cosiddetti hub.»

«All’interminabile attesa per avere a disposizione i vaccini e poter così contrastare efficacemente gli effetti drammatici della pandemia si aggiungono le lunghe attese e la sofferenza della campagna di somministrazione, che coinvolge in particolar modo gli anziani e i portatori di patologie gravi, dovuto ai ritardi, alle lunghe code e ai disagi nel dover raggiungere i pochi centri destinati a tale scopo aggiunge Antonello Congiu -. Nel merito, appare ingiustificato che nei pochi centri di prenotazione territoriali, vengano meno le procedure di registrazione degli utenti che spesso, quando riescono ad accedere si ritrovano RESPINTI, a causa della mancanza dei vaccini e costretti quindi a ripetere per altri giorni la trafila in coda.»

Antonello Congiu, inoltre, evidenzia il mancato coinvolgimento dei Medici di Famiglia nella loro fattiva collaborazione per le vaccinazioni, e l’assenza di sistemi adeguati di comunicazione e informazione dei cittadini in tutte le fasi di prenotazione nei centri, sulla reale disponibilità dei vaccini, per un serio e concreto sostegno alla vaccinazione nei confronti delle categorie più esposte. Altra preoccupazione, infine, è come la Regione intenda affrontare, non solo la presente campagna vaccinale ma anche quelle future.

Partendo dalle suggestioni conseguenti all’articolo pubblicato dall’Unione Sarda di domenica scorsa, che parlava dei fanghi rossi di Monteponi e dei progetti che riguardano il loro smaltimento ed utilizzo, una serie di riflessioni sorgono davvero spontanee.
Dall’articolo risulta chiaro che gli stessi fanghi sono oggetto di più di un progetto o idea di utilizzo: essi sono considerati nel piano industriale di Igea, sono di interesse del comune di Iglesias e anche della Portovesme Sri, il cui Amministratore Delegato ha reso noto di aver presentato un progetto di recupero ed utilizzo. Saranno tutti progetti complementari o saranno concorrenti, fino ad escludersi l’un l’altro?
Stesso ragionamento ci pare si stia delineando sulla parte energetica.
Questa domanda spontanea da voce ai dubbi già espressi dal sindacato nel corso della riunione indetta in videoconferenza il 30 marzo scorso dall’assessorato regionale dell’Industria per parlare del Just Transition Fund. In quella circostanza abbiamo esposto i seguenti dubbi, che oggi sono certezze: sull’eccessivo e colpevole ritardo con il quale si approccia la programmazione delle risorse del Fondo per la giusta transizione; sulla necessità di istituire una cabina di regia che, oltre l’Assessorato all’Industria, comprenda il Centro Regionale di Programmazione e l’Assessorato Regionale al Lavoro; sulla necessità che la programmazione degli interventi a valere sul Just Transition Fund, così come di quelli dei Fondi strutturali e di investimento Europei 2021-27, del Piano Regionale di Ripresa e Resilienza e la riprogrammazione dei fondi del Piano Sulcis avvengano in modo coordinato e partecipato, avendo una valida idea di sviluppo del territorio.
Da mesi, a tutti i livelli di confronto, chiediamo di partecipare alla programmazione o, meglio, di invertire la tendenza alla autoreferenzialità della Regione, che resta inerte o agisce poco e male. A maggior ragione per il JTF che, è bene ricordarlo, è pensato per mitigare nel Sulcis Iglesiente, come anche a Tarante, in quanto aree ad elevato rischio ambientale, il disagio sociale e occupazionale connesso alla transizione energetica e alla decarbonizzazione.
L’esempio citato dei fanghi rossi pone in evidenza l’affastellarsi di progetti da parte di enti o imprese che non adottano una visione prospettica d’insieme, di idee e interessi, poiché manca un coordinamento o una governance delle azioni da mettere in campo per lo sviluppo armonico del territorio, che non è scontato possa derivare consequenzialmente dalla realizzazione, totale o parziale, dei suddetti singoli progetti. Ognuno di questi, in ogni caso, deve essere ispirato alla sostenibilità ambientale e contemplare un significativo ritorno occupazionale, tali da garantire la sostenibilità economica e sociale dei cambiamenti e il saldo complessivamente positivo degli investimenti effettuati.
Le risorse sono potenzialmente disponibili per una progettazione seria fatta su base territoriale, per la giusta transizione ambientale e occupazionale, non tanto per portare vantaggi o sovvenzioni alle sole imprese.
Il nostro fondato timore è che il ricorso alla notevole mole di soldi per gli investimenti in argomento possa diventare un’altra occasione persa piuttosto che una vera possibilità di rilancio del territorio, tanto peggio perché, forse, questa è l’ultima grande occasione per fare un piano strategico condiviso che metta al centro il lavoro e l’occupazione.

Antonello Congiu – Segretario generale Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale

Emanuele Madeddu – Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale

«Se dal punto di vista, per lo meno formale, la notizia dell’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale attraverso il PAUR, riveste un grande interesse per i lavoratori interessati e per il mondo del lavoro in genere, in quanto conferma la volontà dichiarata di realizzazione del progetto di ripartenza dello smelter, diventa quasi paradossale che questo avvenga durante la settimana successiva in cui la legge regionale che regolamenta il PAUR viene messa in discussione dal Governo.»

A dirlo è Antonello Congiu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale.

«Considerato, infatti, che le osservazioni presentate dall’ufficio legislativo del ministero della Transizione Ecologica alla Legge Regionale n. 2 del 11 febbraio 2021, istitutiva del PAUR (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) sembrano, alla luce della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale in occasioni di pronunciamenti incidentali, molto fondateaggiunge Antonello Congiu -, la CGIL esprime la massima preoccupazione rispetto alle conseguenze che nel territorio potrebbero derivare dall’annullamento della legge regionale istitutiva del PAUR o dallo slittamento dei tempi necessari per la sua applicazione, soprattutto per le realtà produttive della stessa SiderAlloys ed Eurallumina.»

In particolare appare fortemente condivisibile il passaggio in cui l’Ufficio legislativo evidenzia che: «La disciplina della VIA è mossa dalla necessità di affiancare alla tutela ambientale anche la semplificazione, razionalizzazione e velocizzazione dei procedimenti: esigenze che sarebbero frustrate da interventi regionali che, incidendo sul relativo procedimento, finiscano per incidere negativamente sul relativo assetto, in aperta contraddizione con le scelte del legislatore statale. Il timore, insomma, è che complicazioni di natura burocratica, soprattutto se evitabili o se scaturiscono dalla approssimazione con il quale si affrontano i problemi, da qualsiasi parte arrivino, possano rimandare per l’ennesima volta la ripresa delle attività del polo industriale trasformando l’attuale dramma occupazionale del territorio in un dramma sociale dagli esiti incerti».

«Sarebbe opportuno quindi che la Regione Sardegna adottasse con assoluta priorità, autorevolezza e buon senso TUTTI gli atti necessari a garantire la certezza normativa in materia, rassicurando le parti sociali, già dai prossimi incontri calendarizzati, sulle procedure necessarieconclude Antonello Congiu -. Nel contempo che tutte le aziende interessate, avessero comportamenti coerenti con la necessità di riprendere e rilanciare il polo industriale di Portovesme quale condizione irrinunciabile per la ripresa e resilienza.»

 

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Il Carbonia ritorna a Giugliano 11.637 giorni dopo ed il tempo sembra essersi fermato: il 12 marzo 1989 la squadra biancoblù si impose 3 a 1 con doppietta di Antonello Congiu e terzo goal di Gian Luca Congiu; oggi, 20 gennaio 2021, ha battuto la squadra campana per 3 a 2, con goal di Yuri Salvaterra, Cristian Stivaletta e Riccardo Cestaro! E’ stata una vittoria netta, molto più di quanto dica il risultato finale, perché al 20′ della ripresa il Carbonia conduceva per 3 a 0, dopo aver letteralmente dominato l’avversario.

Il Carbonia di Marco Mariotti non finisce di stupire. E’ la squadra con l’età media più bassa del girone, quasi interamente rinnovata e ringiovanita dopo l’esaltante stagione scorsa in Eccellenza, culminata con la promozione in serie D e la conquista della Coppa Italia. Ha vissuto un avvio di stagione tormentato, per l’emergenza Coronavirus (come le altre squadre del girone) e, soprattutto, per il noto contenzioso tra la società e l’Amministrazione comunale, culminato con la chiusura dello stadio “Carlo Zoboli” e l’esilio sui campi del territorio per lo svolgimento di allenamenti e partite, fermatosi con l’individuazione di un nuovo campo di gioco stabile, il Comunale di Santadi, dove domenica è in programma il big match con il Muravera, scontro tra le due migliori squadre sarde del girone G della serie D in questo avvio di stagione.

Con i 3 punti odierni, il Carbonia sale a quota 17 punti, frutto di 4 vittorie (2 interne, 2 a 0 alla Torres e 3 a 2 al Latte Dolce; 2 esterne, 4 a 0 a Cassino, 3 a 2 oggi a Giugliano), 5 pareggi (tutti per 1 a 1 con il Lanusei, l’Insieme Formia e l’Arzachena in trasferta; il Gladiator ed il Nola in casa) e due sole sconfitte (0 a 2 in casa con il Savoia, l’unica partita nella quale il Carbonia non è andato in goal, e 2 a 1 ad Angri con la Nocerina) al settimo posto, con 18 goal segnati e 13 subiti, alle spalle delle grandi, con una partita ancora da recuperare, in casa, con l’Insieme Formia.

La partita odierna era ricca di insidie. Il Carbonia l’ha affrontata con il morale alto, dopo la bella prestazione ed il pari conquistato domenica nel derby di Arzachena, ma il Giugliano arrivava dalla vittoria con la Torres e da un’autentica “rivoluzione” societaria e tecnica (con un nuovo presidente, un nuovo allenatore e sei nuovi calciatori). Il Carbonia, caricato a dovere, come sempre, dal suo leader tecnico Marco Mariotti, l’ha affrontata senza paura. Il tecnico ha effettuato alcuni cambi nell’undici iniziale. Un turno di riposo al bomber Roberto Cappai, reduce da 4 goal in 5 partite giocate, e maglia da centravanti titolare ad Ador Gjuci. Inizialmente in panchina anche Marco Russu, con il rientrante Fabio Fredrich in difesa, al fianco di Yuri Salvaterra.

L’avvio del Carbonia ha messo subito in crisi la difesa campana e dopo due tentativi di Cristian Stivaletta (al rientro dopo una prolungata assenza per infortunio, subito in evidenza), al 10′ ha sbloccato il risultato con Yuri Salvaterra che ha sorpreso il portiere Marco Mola con un tiro dai 40 metri che da traversone per i compagni ha assunto una traiettoria beffarda ed è risultato iraggiungibile. Il Giugliano ha accusato il colpo, ha creato pochi problemi alla porta di Werther Carboni e al 37′ uno scatenato Cristian Stivaletta ha sfiorato il raddoppio con una gran botta deviata in calcio d’angolo.

In avvio di ripresa il Carbonia ha cercato subito il secondo goal per chiudere i conti e, dopo un tentativo di Cristian Stivaletta neutralizzato dal numero uno del Giugliano, tra il 16′ ed il 20′ il Carbonia ha piazzato due colpi da ko! Prima con il solito Cristian Stivaletta che ha battuto Marco Mola con un gran tiro su assist di Daniele Cannas; poi con Riccardo Cestaro, al secondo goal dopo quello del 23 dicembre al Latte Dolce, con un preciso colpo di testa su calcio d’angolo di Cristiano Palombi.

A quel punto, sotto di tre goal, il Giugliano ha tentato una disperata reazione ed ha realizzato quasi subito, al 25′, il goal dell’1 a 3, con Lautaro Eloy Fernandez, che s’è ripetuto al 43′ su calcio d’angolo di Vincenzo Pepe, uno degli ultimi arrivata in casa Giugliano. Sul 2 a 3, il Giugliano ha tentato il tutto per tutto ma il Carbonia ha stretto le maglie difensive ed ha resistito anche nei 4′ di recupero concessi dal signor Stefano Moretti di Como, sfiorando anche il 4° goal con il nuovo entrato Roberto Cappai e firmando la seconda vittoria esterna stagionale che lancia la squadra al settimo posto, una posizione impensabile alla vigilia del campionato. E tutto lascia credere, con il 7° posto ed una partita ancora da recuperare, in casa con l’Insieme Formia, che il bello, per il Carbonia, debba ancora arrivare! Il Giugliano, da parte sua, resta terz’ultimo, con 10 punti e una partita da recuperare.

Giugliano: Mola, Micillo, De Siena, D’Angelo (dal 1′ del secondo tempo Marotta), Russo (dal 20′ s.t. Silva do Santos), Stendardo, Capone, Porcaro (dal 1′ s.t. Granato), Fernandez, Poziello (dal 43′ p.t. Osei), Pepe. A disposizione: Piazza, D’Ausilio, Cozzolino, Gaeta, Otranto. All. Eduardo Imbimbo.

Carbonia: Carboni, Salvaterra, Fredrich, Serra (dal 33′ del secondo tempo Tetteh), Cestaro, Bagaglini, Palombi (dal 26′ s.t. Russu), Stivaletta (dal 30′ s.t. Odianose), Gjuci (dal 33′ s.t. Cappai), Piredda, Cannas (dal 39′ s.t. Isaia). A disposizione: Bigotti, Pischedda, Costa, Soumare. All. Marco Mariotti.

Arbitro: Stefano Moretti di Como.

Marcatori: 10′ p.t. Salvaterra, 16′ s.t. Stivaletta, 20′ s.t. Cestaro, 25′ e 43′ s.t. Fernandez.

Nell’altro recupero del girone G, l’Arzachena di Raffaele Cerbone ha pareggiato 2 a 2 in casa con il Team Nuova Florida, sciupando un doppio vantaggio, raggiunto nel primo tempo, con goal del capitano Danilo Bonacquisti e di Daniele Molino, quest’ultimo in goal su calcio di rigore, come tre giorni fa nel derby casalingo con il Carbonia. Nel secondo tempo, la squadra di Ardea ha reagito ed ha ripreso l’Arzachena, con la doppietta di Ciro Coratella al 10′ e al 21′, fissando il risultato sul definitivo 2 a 2.

L’Arzachena, con questo risultato, sale a quota 12 punti in classifica, al 12° posto, a pari punti con il Gladiator, con due partite ancora da recuperare. Il Team Nuova Florida sale a quota 11 punti, al 14° posto, a pari punti con il Latte Dolce Sassari.

Arzachena: Ruzittu, Bonacquisti, Kacorri (dal 32′ s.t. Suku Kassama Sariang), Molino, Loi (dal 19′ s.t. K. Congiu, dal 34′ s.t. Rossi), A. Congiu, Bachini, Manca, Marinari, Dore, Defendi (dal 14′ s.t. Olivera). A disppsizione: Al-Tumi, Paolini, Vitale, Bellotti, Fusco. All. Raffaele Cerbone.

Nuova Florida: Giordani, De Marchis, Oliana, Porfiri, Iacoponi (dal 43′ s.t. Miola), Tocci (dal 1′ s.t. Coratella), Suriano (dal 24′ s.t. Miocchi), Tamburlani, Vannucci, Capparella (dal 43′ s.t. Piro), Elefante. A disposizione: D’Adamo, Moretti, Scognamiglio, Gambioli, Contini. All. Andrea Bussone.

Arbitro: Federico Muccignato di Pordenone.

Marcatori: 10′ p.t. Bonacquisti, 37′ p.t. Molino (rig.), 10′ e 21′ s.t. (rig.) Coratella.

 

 

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Il segretario della Camera del Lavoro CGIL Antonello Congiu ed il segretario della Funzione pubblica CGIL Giovanni Zedde hanno chiesto un incontro urgente al commissario straordinario ATS Massimo Temussi e all’assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Mario Nieddu, alla presenza dei sindaci del comuni del Sulcis Iglesiente, sulla situazione del reparto Dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia.
«Un altro passo fondamentale verso il ridimensionamento e lo smantellamento dei servizi sanitari del territorio del Sulcis Iglesiente si sta per portare a compimento:
– dopo l’organizzazione week surgery, dell’attività delle unità operative di chirurgia e Traumatologia del C.TO che consentono la sola attività con degenza limitata;
– la trasformazione in attività ambulatoriale dei reparti di Otorino e Oculistica;
– la chiusura della Chirurgia Pediatrica, Anatomia Patologica e Medicina Nucleare;
– il vergognoso ridimensionamento della sala operatoria di Emodinamica che ha ridotto l’operatività da h 24 a h 8 pur essendo un servizio tempo dipendente d’urgenza salvavita;

– adesso è giunto il turno della Dialisi scrivono in una nota Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Il metodo è sempre lo stesso: creare le condizioni per le quali non è più possibile erogare gli standard quantitativi e qualitativi per mancanza di risorse Umane e mettere tutti di fronte ad un fatto compiuto. Ma per quanto riguarda il reparto Dialisi non hanno fatto i conti con la volontà e la testardaggine dei nostri Medici, Infermieri e Oss che, pur in queste condizioni, hanno continuato a erogare le prestazioni sanitarie per amore del loro lavoro ed attaccamento ai pazienti che assistono. Il senso di responsabilità che contraddistingue tutto il personale sanitario, ha fatto sì che in tutti questi anni, nonostante gli organici presumibilmente sotto il limite di accreditamento, non ci sia stata nessuna riduzione dell’assistenza sanitaria che ha mantenuto sempre gli stessi standard di eccellenza.»

«I lavoratori hanno sempre garantito ai loro pazienti il diritto al miglior trattamento sanitario possibile, nonostante l’inerzia dei dirigenti aziendali sia stata d’ostacolo al loro operatoaggiungono Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Ma ora, dopo anni di doppi turni; riposi non goduti; ferie negate; straordinari e prestazioni aggiuntive, questo personale è allo stremo e, avendo un’età media molto elevata, non è più in grado di garantire un’attività delicata in sicurezza senza incorrere in un alto rischio di errore. CGIL, CISL e UIL di Categoria hanno chiesto più volte l’assunzione di Personale Infermieristico per la Dialisi ( l’ultima datata 12 ottobre 2020) senza mai ricevere risposta alcuna. Oggi apprendiamo che invece di assumere ATS intende modificare i turni degli infermieri, portando il loro orario di lavoro da 7,12 a 6 ore giornaliere, impedendo di fatto, la possibilità di praticare la dialisi lunga e quella notturna che hanno comportato ai pazienti tanti benefici alla salute e alla loro qualità di vita. Tale soluzione proviene dalla Direzione del servizio delle professioni sanitarie che, a nostro avviso, non ha alcun titolo per decidere quali turnazioni si debbano fare nella Unità Operativa, condizionandone le attività di cura.»
«Siamo certi che queste siano funzioni e responsabilità in capo al Direttore della struttura di Dialisi e non possano essere demandate ad altri. Noi non abbiamo dubbi, il disegno politico è di cancellare le eccellenze delle zone periferiche e con esse la buona sanità, facendo diventare il Sulcis Iglesiente l’emblema di questo progetto – concludono Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Dato atto che la attuale situazione di pandemia ha condizionato negativamente tutte le attività sanitarie è comunque innegabile che la risposta fornita ai bisogni di salute manifestati dalla nostra comunità, oggetto di tante promesse durante la scorsa campagna elettorale regionale e probabilmente dirimenti rispetto agli esiti della stessa, non debba e non possa essere questa.»

 

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«E’ sempre tragico ed estremamente triste quando viene meno una giovane vita, per qualsiasi ragione accada. Per il vuoto che lascia ai suoi affetti più cari, alle amicizie e, più in generale, a chi gli sta intorno ma, quando questo capita a causa di un incidente sul lavoro, tutta la società dei lavoratori e le organizzazioni sindacali che li rappresentano, non possono fare a meno di sentire questa perdita ancora più tragica e di interrogarsi se si poteva evitarlo.»
Il segretario della Camera del Lavoro Antonello Congiu ed il segretario regionale della FIOM-CGIL Roberto Forresu hanno commentato così il tragico incidente sul lavoro costato la vita stamane a Claudio Milia.
«Quello che è in discussione non è tanto la disciplina giuridico-normativa della tutela e sulla sicurezza sul lavoro, che è sicuramente moderna e capace, nella misura del possibile, di prevenire gli incidenti, ma la sua rigorosa osservanzahanno aggiunto Antonello Congiu e Roberto Forresu -. Aspettiamo di capire, attraverso gli accertamenti delle autorità preposte, le cause dell’ennesimo lutto del mondo del lavoro ma, intanto, come comunità di lavoratrici e lavoratori, non possiamo che deprecare i numerosi incidenti sul lavoro e stringerci intorno alla famiglia e ai colleghi di lavoro dell’ennesima vittima.»

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«L’accordo sul prezzo dell’energia è un requisito indispensabile per il prosieguo del riavvio dello smelter di alluminio a Portovesme. Esso è il risultato, certamente del lavoro svolto dal Mise, come ha giustamente puntualizzato la sottosegretaria Alessandra Todde ma, in un’accezione più ampia, è soprattutto il frutto della caparbietà che, in questi lunghissimi anni, ha contraddistinto i lavoratori interessati ed i loro rappresentanti sindacali di CGIL, CISL, UIL e CUB, di categoria e confederali che con una tenacia senza precedenti si sono spesi per rivendicare il diritto della difesa del loro posto di lavoro e con esso di un’importante e strategica produzione per il sistema paese.»

Lo scrivono, in una nota, il segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale, Antonello Congiu, ed il segretario regionale della FIOM-CGIL, Roberto Forresu.

«E’ grande la soddisfazione tra i lavoratori, ai quali la FIOM CGIL e la CGIL confederale della Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale confermano il rinnovato impegno al prosieguo di tutte le attività necessarie per la ripresa produttiva, prima fra tutte l’avvio delle attività di revampingaggiungono Antonello Congiu e Roberto Forresu -. Abbiamo già chiesto e continueremo a farlo attraverso tutti i mezzi a nostra disposizione, alla Sider Alloys, al partner pubblico Invitalia e con esso al ministero dello Sviluppo economico ed all’assessorato regionale dell’Industria, oltre al presidente Christian Solinas, che abbiamo incontrato oggi, che sia data priorità a tutte quelle attività per la ripresa della produzione in modo che, finalmente, i lavoratori che rappresentiamo possano al più presto rientrare nel loro posto di lavoro, dopo lunghi anni di lotta.»

«E’ certamente un grande risultato ma, come abbiamo sempre detto, riterremo conclusa la vertenza quando tutti i lavoratori saranno ri-occupati e ri-vedremo uscire dallo smelter il primo lingotto di alluminioconcludono Antonello Congiu e Roberto Forresu -. Ci auguriamo, quindi, di poter presto festeggiare la ripresa produttiva che, oltre che essere strategica per la produzione complessiva di alluminio in Italia, darebbe un importante contributo un termini occupazionali e di reddito per alleviare le gravi sofferenze occupazionali e sociali patite dalle famiglie del territorio, a causa della mancanza di lavoro.»

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Martedì 30 giugno 2020, dalle ore 17,00, a Casa Fenu, in via Santa Maria a Villamassargia, si svolgerà un dibattito sulla sanità, su un progetto per un nuovo ospedale d’eccellenza nel Sulcis Iglesiente. L’incontro, coordinato da Giampaolo Cirronis, sarà così strutturato: nella prima parte, il comune di Villamassargia presenterà la proposta sottoposta alla Regione Sardegna. A seguire, il confronto con le istanze dei sindacati e degli ordini professionali che potranno intervenire con un proprio contributo.

Hanno confermato la loro presenza: Raimondo Ibba, ex consigliere regionale e per diversi anni presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Cagliari; Angela Quaquero, presidente dell’Ordine degli psicologi della Sardegna; Graziano Lebiu, presidente dell’OPI di Carbonia Iglesias; Antonello Congiu (delegato da Michele Carrus), segretario della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale; Gavino Carta, segretario generale della CISL sarda; Francesca Ticca, segretaria generale della UIL sarda; Maria Porru, presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari.

Nel rispetto delle norme per il contrasto al Covid-19, l’incontro si terrà in presenza con distanziamento fisico, senza pubblico e con trasmissione in diretta streaming per consentirne a tutti la visione.

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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»

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In questo tempo sospeso in cui, in ragione della pandemia da Covid-19, tutto ritorna nella dimensione domestica, i nazionalismi sovranisti del centro destra, piuttosto che collaborare alla soluzione di una situazione mai così critica dall’immediato dopoguerra ad oggi, non rinunciano, anche quest’anno, come è ormai consuetudine in questi ultimi tempi, a mettere in discussione la festa del 25 aprile.

Con la solita retorica negazionista, purtroppo mai paga, si cerca di cancellare con un colpo di spugna l’importanza di una celebrazione verso coloro che hanno riconquistato la libertà e con essa la dignità, perduta nel ventennio di dittatura fascista.

In un momento in cui il mondo sembra avere interrotto il suo moto di rotazione (cit.) anche l’esercizio della libertà è messo in discussione e niente deve darsi per scontato.

Per questo è importante anche in questa occasione, anzi soprattutto in questa occasione, non abbassare la guardia.

Oggi come allora siamo davanti ad uno scenario che ci obbliga ad assumere decisioni gravide di conseguenze, la prima tra tutte, proprio di questi giorni, è quando ed in che modo riprendere le attività produttive in modo da garantire a tutti, lavoratori compresi, il diritto costituzionale alla salute.

Sarà necessario, oggi come nel 1945, mettersi in gioco non solo per se stessi, ma per costruire un futuro diverso per tutti.

Quale esempio migliore se non quello di chi ha rinunciato a tutto, talvolta anche alla vita, per un obiettivo così alto come la libertà, talvolta giovanissimo con la consapevolezza che l’esito della sua lotta non era affatto scontato?

La festa della Liberazione quest’anno ha un tratto di eccezionalità perché si svolgerà piuttosto che in luoghi pubblici, in una piazza virtuale. Se il confinamento ci aiuta a capire il valore della libertà, così come ricordato da Piero Calamandrei, l’utilizzo della piazza virtuale è destinato a segnare un importante passaggio di testimone ad una nuova generazione di liberi per usare le parole di Marco Ravelli.

Per questa ragione la CGIL, i suoi iscritti, parteciperanno a tutte le manifestazioni per la commemorazione del 25 aprile che si terranno sulle piazze virtuali organizzate dalle Associazioni antifasciste sia su base nazionale come #iorestolibero che su base locali aventi lo stesso tenore.

Antonello Congiu

Il Segretario Generale della Camera del Lavoro