14 November, 2024
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Il Festival internazionale del mirto sarà protagonista della seconda edizione del Rally Internazionale Storico Costa Smeralda, con l’allestimento nel Molo Vecchio di Porto Cervo del Villaggio Sardegna, dedicato alle degustazioni del mirto e ai piatti antichi della tradizione gallurese. Uno spazio espositivo che raccoglierà anche i migliori interpreti dell’artigianato hobbistico del territorio. Un nuovo momento di valorizzazione delle eccellenze della Gallura che Mirtò, dall’alto delle esperienze maturate con il rally d’Italia-Sardegna, nella tappa nazionale di Alghero e con il Rally Terra Sarda di Tempio Pausania, ha deciso di sposare con entusiasmo. Mirtò sarà ancora una volta protagonista del Rally Storico Costa Smeralda, una manifestazione organizzata dall’Automobil Club Sassari, con la partnership della Regione Sardegna, di Aci Storico, dell’Automobile Club d’Italia, insieme al Comune di Arzachena, il Consorzio Costa Smeralda, Marriott Costa Smeralda e la Camera di Commercio.

Lo stand di Mirtò a Porto Cervo ospiterà i visitatori da domani, venerdì 18 ottobre fino a sabato 19 ottobre, dalle 10.00 alle 22.00. Un’occasione per mettere in mostra le eccellenze enogastronomiche del territorio per un pubblico di appassionati che ruota intorno all’evento del Rally Internazionale Storico Costa Smeralda. «Siamo felici di ospitare insieme a Mirtò uno spazio per le eccellenze enogastronomiche e l’artigianato hobbistico – spiega Mario Russu, assessore al Commercio e alle Attività produttive del comune di Arzachena -. Qui ad Arzachena abbiamo molti giovani che hanno deciso di investire sull’agricoltura e i prodotti di eccellenza. Il nostro intento è quello di favorire sempre nuove iniziative imprenditoriali». Il Comune di Arzachena, con in prima linea il sindaco Roberto Ragnedda, ha fortemente creduto nel progetto.

Eventi come il Rally Storico, arrivato alla seconda edizione, sono in grado di attrarre in una località di prestigio come Porto Cervo, una clientela di alto livello costituita dai gentleman’s drivers, un popolo di piloti non professionisti ma collezionisti ed appassionati. La manifestazione, sostenuta dall’Aci Sassari con il presidente Giulio Pes di San Vittorio, ha fatto registrare 70 iscritti, quasi raddoppiati rispetto ai partecipanti nella prima edizione. Un evento in crescita che punta ad eguagliare il livello di simili manifestazioni che si svolgono in giro per l’Europa e che raggiungono il numero anche di 500 iscritti.

Nello spirito di Mirtò, lo stand ospiterà aziende del territorio che si sono distinte per produzioni di qualità e gli artigiani specializzati nel settore hobbistico, rappresentati da Giusi Pasella. Nel Villaggio Sardegna, che ospiterà 20 produttori, saranno presenti marchi importanti, a partire da Surrau, sponsor della manifestazione. Ci saranno poi Mintou, di Armando Columbano; il mirto Mannena di Antonello Orecchioni, importante imprenditore di Arzachena e l’azienda Cool Porto Cervo. Si segnala poi la presenza della Tenuta agricola Coda di Lupo, di Diego Di Niglio. Un’azienda specializzata nella coltivazione biologica, con prodotti come il grano duro Senatore Cappelli e l’orzo di fermentazione dal quale viene poi prodotta la birra artigianale col marchio Scalì.

«Saremo presenti negli stand di Mirtò a Porto Cervo con la nostra pasta trafilata al bronzo, il pane carasau e proprio la birra artigianale – sottolinea Di Niglio -. Si tratta della nostra seconda partecipazione dopo il Rally Terra Sarda e siamo entusiasti per quella che per noi rappresenta una grande opportunità. Lo spirito di Mirtò è quello di promuovere il territorio, le aziende e gli artigiani non possono che condividere questo approccio partecipato. Il Rally Storico è un evento bellissimo che permette di promuovere tutto il territorio.»

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Il mondo produttivo che ruota intorno al mirto e alle altre piante aromatiche. Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, ha ottenuto una visibilità internazionale, ha allargato l’orizzonte geografico e merceologico della sua offerta, ma non dimentica i produttori del mirto. Il Dna di Mirtò, quel mondo produttivo che ruota intorno a un liquore, che è diventato sinonimo di Sardegna, rappresenta la prima vocazione di una rassegna nata sulla spinta del successo nazionale del Vinitaly. Partendo da un piccolo paese della Gallura, Nicola Mancini, l’ideatore di Mirtò, insieme all’allora giovane assessore Giuseppe Pinna, hanno trasformato una saga dal forte richiamo popolare in una macchina di promozione di tutto il territorio e le eccellenze della Sardegna. Insieme a loro il presidente della Pro Loco dell’epoca, Giuseppe Fancellu, con lo staff e il direttivo dell’associazione Mirtò, che sono rimasti invariati nel tempo. Poi la decisione nel 2016 di trasferirsi ad Olbia, la città di Nicola Mancini, grazie ad un accordo sottoscritto e fortemente voluto dal Comune, con l’assessore al Turismo, Marco Balata e dalla Confcommercio Gallura, grazie al presidente Pasquale Ambrosio.

Il grande attore e regista George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese ad Olbia della serie “Catch-22”, andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del mirto dei produttori nel catering del set che era stato allestito dallo stesso Nicola Mancini, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina e da tutto lo staff di Mirtò. George Clooney è un amico di Mirtò ed è diventato anche un ottimo testimonial delle bellezze della Sardegna. A partire proprio dalla sua passione per il mirto. In un’intervista al settimanale Oggi, lo stesso George Clooney aveva raccontato il suo amore per la Sardegna, dove ha girato parte della sua serie Catch-22. «Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi… Guardami: non mi ha fatto ringiovanire?», ha scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione di Mirtò il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati al centro di Olbia, lungo il Corso Umberto. Unendo le forze, usufruendo dell’esperienza di Mirtò, questa quinta edizione appena conclusa si è rivelata un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti.

Tra queste c’era Mintou, di Armando Columbano. «Siamo di Arzachena e produciamo mirto tradizionale e barricato – spiega Armando Columbano -. Soprattutto quest’ultimo è piaciuto molto ai visitatori. Considero Mirtò una vetrina fondamentale per le aziende, una manifestazione bellissima e una tappa imprescindibile che permette di farci conoscere ed esporre le eccellenze della Sardegna. E’ stato molto interessante anche scambiare le reciproche esperienze con gli altri produttori». Tra i produttori anche l’azienda Galù Liquori, di Anna Piccinnu. «Abbiamo partecipato a Mirtò fin dall’inizio, partendo dallo stesso paese gallurese, possiamo dire di essere nati insieme – sottolinea la Piccinnu -. Produciamo il mirto tradizionale e la crema di mirto. Siamo gli unici a produrla poi direttamente dalle foglie del mirto. La nostra clientela è di un livello alto, crediamo di poter garantire un prodotto di fasci alta per clienti che abbiano capacità di spendere».

Direttamente da Ilbono, in Ogliastra, arriva l’azienda agricola Tarè, di Nando Piroddi. Produttori di liquori da tutte le materie prime: mirto, ovviamente, ma anche corbezzoli e fichi d’India. «Abbiamo una produzione variegata e vendiamo anche fuori dalla Sardegna: ci avvaliamo di punti vendita a Milano, Torino e Roma – conferma Nando Piroddi -. Il mercato va bene, quest’anno abbiamo aumentato le vendite del 30%».

Tra i partecipanti anche Fragus e Saboris de Sardigna, azienda di Sadali specializzata nella coltivazione di piante aromatiche da cui ricava, oltre i liquori tra cui il mirto, olii essenziali, idrolati, oleoliti, unguenti e saponi. «Per noi è sempre un piacere partecipare a Mirtò, vorremmo tornare anche l’anno prossimo», dice Frediano Mura. Tra i tanti turisti c’è stata per loro anche una visita inaspettata: un ricercatore del Cnr che visiterà l’azienda per studiare i metodi di produzione e i macchinari brevettati per la produzione degli olii essenziali. Una grande convinta partecipazione di aziende produttrici di mirto che hanno creduto nel progetto e hanno aderito convintamente alla quinta edizione di Mirtò: il mirto Mannena di Antonello Orecchioni, importante imprenditore di Arzachena; come il mirto Marchese di Gallura, di Valentina Marchese, che dopo aver ottenuto la laurea specialistica in Scienze Agroambientali, scelse di tornare a Sant’Antonio di Gallura per curare la sua azienda. C’è poi Sapori Santoni, di Pasqua Santoni, un laboratorio artigianale dove i prodotti vengono lavorati a mano, senza conservanti e coloranti, con verdura e frutta a chilometro zero della fertile Valle del Coghinas. O La Neula, azienda gallurese che è nata nel settembre del 2008 e si dedica alla produzione di olio, olive e vino. A questi prodotti ha affiancato anche il miele e il liquore di mirto, uno dei simboli più tipici dell’enogastronomia sarda, realizzato secondo la ricetta tradizionale. Infine, la Liquoreria Collu di Villasor, che interpreta con passione e sapienza l’antica tradizione che sa trasformare la ricca varietà di piante tipiche sarde in mirto rosso, distillato di vinacce più conosciuto come filu ‘e ferru, poi il liquore di agrumi, di carruba, di foglie di Maria Luisa e di buccia di limone (il celebre limoncello).