22 November, 2024
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Ferdinando Pellegrini, Angelo Deidda e Roberto Lallai.

I 28 sindaci dei Comuni che non hanno aderito ad Abbanoa sono stati sentiti in audizione dalla IV commissione del Consiglio regionale.

«Chiediamo che il Consiglio regionale riconosca le buone ragioni di una battaglia che stiamo combattendo da 10 anni, durante i quali abbiamo gestito il servizio idrico con le tariffe più basse della Sardegna, senza chiedere un euro alla Regione – ha detto Angelo Deidda, sindaco di Domusnovas.

«Anche il diritto è dalla nostra parte – ha proseguito Deidda ricordando una sentenza del Consiglio di Stato che ha visto mi Comuni vittoriosi nei confronti dell’Ato, di Abbanoa e della Regione – non è giusto obbligarci a triplicare le tariffe, gravando ancora sui cittadini, solo per finire nel calderone di Abbanoa».

«La nostra non è solo una protesta – ha aggiunto il sindaco di Modolo Omar Hassan – lo abbiamo dimostrato formulando proposte concrete e sostenibili e la dimostrano soprattutto i risultati della nostra gestione; chiediamo perciò al Consiglio regionale un segnale preciso, o nella finanziaria o nel disegno di legge sul servizio idrico».

Il sindaco di Santu Lussurgiu, Emilio Chessa, ha poi sottolineato che «i Comuni non vogliono essere una controparte della Regione; siamo l’esempio virtuoso di una Sardegna dove i Sindaci hanno sulle loro spalle il peso del disagio sociale e della pressione fiscale».

A nome del comune di Ottana, il sindaco Gian Paolo Marras ha messo l’accento sul fatto che «l’autosufficienza dei nostri Comuni è fondata sui conti della gestione che sono perfettamente in ordine, non possiamo dipendere da altri e peggiorare la già difficilissima situazione delle mostre comunità».

Siamo appena usciti dal caos dell’Imu agricola che ci vedeva penalizzati in modo assurdo, ha osservato il sindaco di Paulilatino Giovanni Demartis, «e non possiamo presentarci ai nostri cittadini con l’inasprimento dell’ennesimo tributo, a fronte di un servizio del tutto inefficiente».

Il sindaco di Fluminimaggiore, Ferdinando Pellegrini, infine, ha particolarmente apprezzato la decisione della commissione di ascoltare gli amministratori locali: «E’ la prima volta in tanti anni che troviamo un interlocutore attento ai problemi dei cittadini, quello dell’acqua è un problema cui abbiamo saputo dare una soluzione e non possiamo tornare indietro, soprattutto in questo momento di gravissima crisi dove anche servizi essenziali come diritto allo studio e salute sono a rischio«.

Nel dibattito che è sviluppato al termine degli interventi dei sindaci sono interventi i consiglieri Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd ed Antonello Peru di Forza Italia.

In conclusione, il presidente della commissione Antonio Solinas ha ribadito la volontà unitaria della commissione di concentrare la sua attenzione sulle questioni reali che interessano le comunità. «Il problema non è semplice – ha spiegato – e va approfondito anche dal punto di vista giuridico per poter formulare una proposta solida e sostenibile, soprattutto con riferimento ad alcune parti della normativa nazionale che rendono oggettivamente complessa la separazione netta fra la partecipazione all’ambito ottimale e la gestione del servizio». Il presidente ha comunque assicurato che la commissione formulerà una proposta ed ha invitato i Sindaci a predisporre un documento di dettaglio sull’argomento, anche in previsione di un nuovo incontro.

I Comuni che non hanno aderito ad Abbanoa, in diverse aree della Sardegna, sono 28 per una popolazione complessiva superiore agli 80.000 abitanti. Si tratta di: Aggius, Anela, Arzana, Bessude, Bonarcado, Bottidda, Bultei, Burcei, Burgos, Cheremule, Domusnovas, Esporlatu, Fluminimaggiore, Lotzorai, Modolo, Nuxis, Olzai, Paulilatino, Perfugas, San Vero Milis, Sant’Anna Arresi, Santu Lussurgiu, Serramanna, Seui, Siligo, Sinnai, Teulada e Villagrande Strisaili. Inoltre, sulla base dei dati dell’Autorità per l’energia e di Abbanoa, non ne fanno parte anche i Comuni di Capoterra, Gadoni, Tertenia e Ulassai.

«Il piano delle infrastrutture cui è legato il mutuo da 600 milioni inserito nella finanziaria riguarderà opere di interesse regionale coerenti con gli indirizzi già tracciati nel Piano regionale di sviluppo: rischio idrogeologico, servizio idrico integrato, dighe ed invasi e sistema viario.»

Lo ha dichiarato l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda illustrando davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) i contenuti più significativi della finanziaria 2015 per il settore.

Maninchedda ha però tenuto a precisare che obiettivo della Giunta è quello di utilizzare le risorse del Piano come “leva” finanziaria in modo da ottenere l’inserimento del maggior numero possibile di interventi nella pianificazione nazionale che poi apre la strada all’accesso ai fondi europei. «Per noi – ha affermato – il criterio per la ripartizione delle risorse deve essere ancorato agli indici meteo e di vulnerabilità del territorio e la Sardegna ha l’indice di vulnerabilità più alto d’Italia; se quindi il Governo nazionale ed i fondi europei coprissero come auspichiamo l’80% del costo degli interventi lo scenario cambierebbe completamente, per questo si potrà fare una valutazione più compiuta dopo la finanziaria».

Per quanto riguarda il servizio idrico integrato (ciclo delle acque e rete fognaria), Maninchedda ha confermato la forte criticità costituita dalle elevatissime perdite della rete idrica, cui si sommano i problemi di molti impianti difettosi o sottodimensionati in molte parti del territorio regionale. «Si procederà – ha spiegato – ad una verifica rigorosa di tutte le situazioni, distretto per distretto, in modo da evitare sovrapposizioni». Altrettanto complessa la situazione delle dighe, dove in tante realtà si sovrappongono spesso problemi tecnici ed amministrativi che impediscono la funzionalità degli impianti.

Sul sistema viario, le cui carenze sono concentrate principalmente nella 125 dell’Ogliastra, nella Olbia-Santa Teresa-Palau, nella Orosei-Galtellì, in un tratto della Macomer-Bosa, nel Sulcis e nell’Oristanese, l’assessore dei Lavori Pubblici ha affermato che si seguirà, dove possibile, la strada degli adeguamenti finalizzati soprattutto al miglioramento delle condizioni di sicurezza e transitabilità.

Per venire incontro alle esigenze dei Comuni, ha aggiunto l’assessore, sarà presentato un emendamento alla finanziaria che prevede un fondo annuale per le opere pubbliche da assegnare agli Enti locali ed inoltre, si sta esaminando anche la costituzione, in collaborazione con la Sfirs, di un fondo di rotazione con prestiti “a tasso zero” alimentato in una prima fase dal fondo delle riserve erariali.

Quanto al problema dei “de-finanziamenti”, Maninchedda ha sottolineato che «riguarda esclusivamente interventi precedenti al 2008; faremo comunque un monitoraggio accurato consentendo agli Enti Locali di presentare le loro controdeduzioni entro 90 giorni ma è importante ripulire il bilancio sul quale grava una massa anomala di residui».

Soffermandosi sulla situazione di Abbanoa, l’assessore ha messo l’accento sul fatto che «la ricapitalizzazione sta andando positivamente di pari passo con la ristrutturazione come dimostrato dai buoni risultati di bilancio del 2013 e della semestrale 2014, dal calo del contenzioso e dalla diffusione della conciliazione: si sta rinegoziando con le banche il consolidamento del debito di circa 100 milioni ed il successo di questa operazione sarà legato proprio alla solvibilità complessiva della società». Maninchedda ha inoltre annunciato, a proposito di Area, un disegno di legge per ridefinirne la missione ed una revisione dello statuto che consentirà all’Agenzia di occuparsi anche di progettazione.

Dopo l’esposizione di Maninchedda, si è avviato un dibattito nel quale sono intervenuti i consiglieri regionali Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Modesto Fenu di Sardegna-Zona franca, Ignazio Tatti dell’Udc e Salvatore Demontis del Pd.

In conclusione, il presidente della commissione Antonio Solinas ha rilanciato la proposta, emersa più volte in commissione, di allargare il raggio di azione di Area all’acquisizione di immobili nei centri storici per ristrutturarli e migliorare il tessuto urbanistico delle città sarde. In materia di trasporti, Solinas ha messo l’accento sulla necessità del raddoppio del binario nella tratta Oristano-Cagliari, strategica per il raggiungimento delle prestazioni più elevate dei treni veloci che percorreranno la dorsale Cagliari-Sassari. Il presidente della commissione ha poi sollecitato una maggiore attenzione dell’Esecutivo sul problema della manutenzione delle zone umide che, dopo un consistente stanziamento in passato, è stato penalizzato da una progressiva riduzione delle risorse.

Paolo Maninchedda 22 copia

Cristiano Erriu  11 copia

L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha illustrato oggi davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), i principali contenuti della finanziaria per il settore urbanistico.

«Nonostante il difficile quadro complessivo della finanza regionale – ha detto Erriu – abbiamo voluto dare un segnale preciso ai Comuni prevedendo più risorse per la pianificazione del territorio, dai Piani urbanistici ai centri storici inserendo, per la prima volta, anche la riqualificazione delle periferie.»

«La prima misura concreta – ha aggiunto l’assessore – riguarderà proprio il sostegno ai Comuni che devono definire i propri Piani urbanistici ed i Piani attuativi, non solo con le risorse finanziarie ma anche prolungando una scadenza fissata nella legislatura precedente, il 30 giugno 2015, che non sarebbero riusciti a rispettare: ora avranno tempo fino al 31 dicembre e ci aspettiamo il pieno utilizzo dei fondi disponibili.»

«Altro strumento importante per gli Enti locali – ha detto ancora Erriu – sarà la carta d’uso dei suoli, una serie di dati geografici e territoriali inseriti in un sistema informativo predisposto con la collaborazione delle Università sarde e dell’agenzia regionale Agris che sarà utilissimo per gli studi a corredo dei Puc, per il nuovo Ppr che riguarderà le zone interne, per definire i paesaggi rurali storici e le diverse vocazioni produttive». «Non solo – ha precisato Erriu -, la carta d’uso dei suoli costituirà anche il criterio principale per superare l’annosa questione dell’edificazione nelle aree rurali, perché si passerà dal concetto di lotto minimo basato sulla superficie a quello di lotto funzionale fondato sulle caratteristiche del suolo».

Per quanto riguarda i centri storici, inoltre, sarà rifinanziata la legge n° 29 del 1998 per dare nuovo impulso al miglioramento di contesti urbani fortemente identitari e spesso degradati, anche per evitare tempo i fenomeni di spopolamento.

Ma uno degli aspetti forse più innovativi è quello sulle periferie urbane. «Sosterremo i Comuni negli interventi di programmazione negoziata – ha annunciato l’assessore – attraverso un emendamento della Giunta al Dl 130 sull’edilizia che ha lo scopo di incentivare l’azione dei Comuni nel riordino di quelle zone periferiche disorganiche e molto spesso degradate che raramente trovano spazio nella pianificazione; è un modo per riallacciarci al discorso nazionale molto interessante avviato dal sen. Renzo Piano con il suo gruppo di lavoro costituito da giovani architetti».

Al termine della relazione dell’assessore Erriu hanno preso la parola, per chiarimenti e proposte, i consiglieri regionali Eugenio Lai di Sel, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis del Pd.

Successivamente la seduta è stata aggiornata per l’indisponibilità dell’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, trattenuto da sopravvenuti impegni istituzionali. L’assessore Maninchedda sarà sentito dalla commissione domani mattina alle 11.00 dopo l’audizione dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, che resta confermata per le 10.00.

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L’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, ha illustrato oggi davanti alla 4ª commissione (Governo del territorio-Trasporti), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), i principali contenuti della legge finanziaria per il settore.

«Le risorse disponibili nel 2015 ammontano a 327 milioni, 150 in meno rispetto all’anno precedente – ha detto Deiana -, ma siamo impegnati in una forte razionalizzazione che porterà risultati importanti in termini di risparmio, senza ridurre i servizi.»

Massimo Deiana ha ribadito che quello dei trasporti è un settore strategico per la Regione, “il quarto per capacità di spesa dopo Sanità, Lavori pubblici e Ambiente, che trova copertura al 99% con risorse regionali”.

«Per il 2015 – ha spiegato l’assessore – abbiamo due grandi obiettivi: da un lato recuperare risorse dall’eliminazione delle tante sovrapposizioni che provocano la presenza sulla stessa linea dei treni, dei mezzi dell’Arst e magari di qualche operatore privato, dall’altro quello di trasferire progressivamente quote significative di trasporto sulle ferrovie.»

«Nella prima azione rientra – ha aggiunto Deiana – anche una ricognizione a tutto campo che comprende i 56 operatori privati che, negli anni, hanno avuto in concessione dalla Regione una o più linee e rappresentano un costo di circa 15 milioni l’anno; stiamo incrociando i dati di queste aziende con i nostri per vedere dove e come intervenire.»

La seconda, invece, riguarda il potenziamento delle reti metropolitane di Cagliari e Sassari, l’estensione della sperimentazione del biglietto integrato fra aziende locali di trasporto pubblico ed Arst, l’entrata in servizio, «spero alla fine della primavera – ha detto l’assessore – dei primi treni veloci, la realizzazione di punti interscambio e centri intermodali “in cui gli utenti possano rapidamente cambiare mezzo in orari agevoli sfruttando un sistema strutturato di coincidenze che consenta, fra l’altro, di eliminare vecchie linee a lunga percorrenza con bassissime percentuali di riempimento».

Si tratta, insomma, secondo Deiana «di una nuova visione del  trasporto pubblico locale non solo moderna ed efficiente ma anche attenta alla specificità della Sardegna, soprattutto alle zone interne che non intendiamo affatto escludere dal sistema offrendo anzi a queste aree dell’Isola nuove opportunità».

Al termine della relazione dell’assessore si è sviluppato un lungo ed articolato dibattito nel quale hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Ignazio Tatti dell’Udc ed Eugenio Lai di Sel.

Il presidente della commissione Antonio Solinas, in conclusione, ha richiamato l’attenzione dell’assessore, nell’ambito del miglioramento della mobilità interna, sulla necessità di un intervento (all’interno del Piano infrastrutture predisposto dalla Regione) riguardante la tratta Oristano-San Gavino, il più importante snodo strategico della nuova linea Cagliari-Sassari coperta fra breve dai nuovi treni veloci.

L’assessore Deiana ha condiviso la proposta che, ha comunicato, fa parte delle priorità inserite in un protocollo siglato recentemente fra la Regione e Reti Ferroviarie Italiane.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta per l’esenzione dei terreni agricoli dall’Imu. «Riproponiamo il metodo utilizzato nella scorsa Legislatura per azzerare l’Irap, anche per cancellare l’ingiustizia dell’Imu», ha dichiarato il capogruppo Pietro Pittalis che ha evidenziato come, a seguito del decreto emanato dal ministro dell’Economia, soltanto una cinquantina di Comuni sardi siano esentanti dall’imposta municipale per i terreni agricoli. «Per sopperire alle minori entrate dell’Imu per gli Enti Locali – ha concluso Pittalis – prevediamo uno stanziamento di 20 milioni di euro, da reperire tra i cosiddetti avanzi di amministrazione che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha confermato anche in sede di conferenza dei capigruppo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato la piena e convinta adesione all’iniziativa legislativa del gruppo Forza Italia ed ha aggiunto che «sarebbe auspicabile il sostegno unitario di Giunta e maggioranza». «Chi sta al governo – è l’invito di Dedoni – dimostri di difendere la Sardegna dalla minaccia grave rappresentata da un imposta iniqua che rischia di cancellare il settore agro-pastorale sardo».

Di imposta contro i principi costituzionali ha parlato, invece, l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che ha ricordato il dettato dell’articolo 53 della Carta, laddove afferma che: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. A questo proposito domando cosa c’entra l’altitudine di un Comune con la capacità contributiva degli operatori agricoli». A giudizio di Cappellacci, il presidente Pigliaru dovrebbe immediatamente attivare le procedure stabilite dall’articolo 51 dello Statuto di Autonomia speciale che attribuiscono alla Giunta, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, la possibilità di richiederne la sospensione al Governo della Repubblica.

«L’azione del governo – ha incalzato la consigliera Alessandra Zedda – appare schizofrenica, si parla del rilancio del comparto agricolo e in contemporanea si penalizzano aziende e operatori del settore.»

Oscar Cherchi ha invece ricordato come l’esenzione Imu e il riordino fondiario siano state chieste dalla Giunta Cappellacci al Governo, già dall’ottobre del 2012 e che in materia si era deliberato il 12 giugno 2012, a cui aveva fatto seguito il decreto 62 che impartiva le direttive per la riclassificazione dei terreni che ricadevano in area agricola.

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha definito la proposta di legge per l’esenzione dell’Imu “in continuità” con il principio caro, non solo a Forza Italia, che dice: «Meno tasse, più crescita». «L’agro è un fattore produttivo – ha concluso Peru – e non immobiliare e pertanto sarebbe opportuno evitarne la tassazione, invece, con i proclami e l’Imu il governo canta come una cicala ma ruba le scorte alle formiche».

Giuseppe Fasolino ha posto l’accento sul malessere del mondo agricolo («le campagne sono allo stremo») ed ha criticato il governo nazionale per gli eccessivi livelli di tassazione: «Non sanno più cosa tartassare e la gente scappa dall’Italia».

Ignazio Locci ha invece denunciato «il silenzio dell’assessorato dell’Agricoltura» ed ha rivolto critiche all’indirizzo della forza politica di maggioranza che esprime in Giunta l’assessore Falchi: «Si dicono sovranisti ma subiscono in silenzio le politiche e le decisioni dannose del governo italiano».

«La maggioranza si riunisce su piano casa e finanziaria – ha attaccato Alberto Randazzo – ma non si accorge  di ciò che accade in agricoltura dove 35mila aziende rischiano il crack.» 

«Le nuove regole sull’IMU da applicare sui terreni agricoli – ha detto Edoardo Tocco – rischiano di assestare il colpo mortale alle campagne isolane. La situazione del comparto è ormai drammatica. Si tratta di una prevaricazione del Governo sulle specificità della Sardegna. Con la cancellazione dell’elenco dei centri svantaggiati, con agevolazioni e sgravi fiscali per tantissime aziende agricole sarde il Governo decreta di fatto un ulteriore declassamento del settore rurale, che così si avvia verso un declino inarrestabile.»

I consiglieri regionali di Forza Italia chiedono l’approvazione urgente in Consiglio regionale della legge che stanzia i fondi per le società dello sport dilettantistico. Pietro Pittalis, Ugo Cappellacci, Alessandra Zedda, Edoardo Tocco, Oscar Cherchi, Antonello Peru e Marco Tedde, nel corso dell’incontro con la stampa svoltosi sul tema questa mattina in Consiglio, hanno ribadito l’urgenza di un provvedimento che scongiuri il rischio crack per le numerose associazioni sportive che da tempo denunciano una situazione di vera e propria crisi.

«Gli interventi non sono più rinviabili», ha dichiarato il capogruppo Pittalis che ha poi definito una “buona sintesi” le misure varate in commissione e che superano la proposta di legge n. 41, riconducendo la contribuzione pubblica a favore dello sport sardo nell’alveo della legge 17 del 1999.

L’ex presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, ha puntato il dito contro la revoca dei contributi da parte di “Sardegna Promozione” per gli interventi a sostegno dei professionisti per affermare che: il  centrosinistra continua a fare confusione tra il sostegno alle società dilettantistiche per la promozione della pratica sportiva e le attività di promozione realizzate attraverso testimonial di eccezione. Cappellacci ha citato ad esempio il velista, Andrea Mura, e la squadra di basket della Dinamo.

La consigliera Alessandra Zedda, nel rimarcare l’urgenza del via libera da parte del Consiglio regionale, ha espresso soddisfazione per le norme approvate nel parlamentino presieduto da Mondo Perra (Psi-Sardegna Vera) e si è detta disponibile ad individuare le opportune misure per dare copertura anche la stagione sportiva in corso. Gli stanziamenti, infatti, non “coprono” il campionato 2014-2015. Alessandra Zedda ha quindi ricordato l’importanza dello sport dilettantistico ed in riferimento ad alcune notizie di stampa pubblicate di recente ha definito “illazioni prive di fondamento” quelle che le hanno attribuito ruoli dirigenziali in seno ad una società sportiva.

«Sono un dirigente di una società sportiva e sono qui a testimoniare la drammatica situazione che vivono tante società dilettantistiche della nostra Isola», ha invece dichiarato Edoardo Tocco. Nel riaffermare  la richiesta di un provvedimento urgente, Tocco ha denunciato il rischio che già prima della pausa natalizia molte società potrebbero procedere con il ritiro delle rispettive squadre e degli atleti dalle gare.

I consiglieri Oscar Cherchi e Marco Tedde hanno confermato la disponibilità alla collaborazione in Consiglio «per dare gambe a tutte quelle iniziative che offrono alla Sardegna e ai sardi risposte adeguate alla crisi, ad incominciare dalle soluzioni che impediranno il fallimento delle società dello sport dilettantistico isolano».

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha dichiarato la volontà di procedere speditamente per aiutare la Sardegna e il mondo dello sport sardo e si è detto “fortemente preoccupato” per la revoca dei contributi di “Sardegna Promozione” alla Dinamo basket.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi concluso con l’annuncio di un emendamento  al testo approvato in Sesta commissione, per far sì che il previsto programma della Giunta per l’attribuzione dei contributi alle società dilettantistiche, sia preventivamente oggetto di esame nella competente commissione consiliare.

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Il centrodestra attacca la maggioranza sul Piano casa, in scadenza il 29 novembre. «E’ ritornata l’era Soru e il pregiudizio ideologico contro l’edilizia». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto la conferenza stampa dei gruppi dell’opposizione, convocata questa mattina in Consiglio regionale, per marcare la ferma contrarietà al testo di legge in materia edilizia (DL n. 130 Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”) che, nelle intenzione del centrosinistra, dovrebbe segnare il superamento delle disposizioni contenute nella legge 4\2009 (Piano casa) e che è in queste ore all’esame della Quarta commissione.

Pietro Pittalis, nel ribadire la validità e l’efficacia delle misure stabilite nel “Piano casa” varato nella scorsa legislatura, ha rimarcato come, l’avvicinarsi della scadenza della legge 4 (29 novembre 2014) sia in queste ore motivo di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, per i professionisti, le piccole imprese, gli artigiani e gli amministratori locali. «La decisione della maggioranza di centrosinistra di non prorogare le disposizioni del Piano Casa – ha dichiarato il capogruppo Fi – è una decisione irresponsabile che bloccherà l’edilizia in Sardegna e che ridà fiato a quel fondamentalismo ambientalistico che tanti danni ha causato all’economia sarda».

Il capogruppo di Fi ha definito “vergognosa” la decisione della maggioranza di cancellare quanto disposto dal vecchio piano casa e ha denunciato che il testo che si discute in commissione Urbanistica è totalmente diverso da quello proposto dalla Giunta e dall’assessore Erriu, sui cui contenuti si sono invece svolte le audizioni delle associazioni di categoria e degli amministratori locali.

«Il tutto – ha dichiarato Pittalis – dimostra che il nuovo segretario del Pd, Renato Soru sta dettando l’agenda politica del presidente Pigliaru.»

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato quindi l’assessore all’Urbanistica, Cristiano Erriu, a rassegnare le dimissioni, dopo che il testo da lui proposto (il Dl 130) è stato «sconfessato in maniera così plateale dal suo stesso partito e dagli esponenti della maggioranza in commissione».

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc) ha definito “bipartisan” le preoccupazioni degli amministratori locali per la scadenza del Piano Casa ed ha rimarcato il «distacco tra Giunta e maggioranza in Consiglio» che è dimostrato dallo stravolgimento del testo del Dl 130.

Il consigliere Paolo Truzzu (FdI-Sardegna) ha ricordato, invece, la mozione discussa in Aula su iniziativa delle opposizioni, per la proroga del Piano casa in attesa del varo di nuove norme in materia edilizia, ed ha denunciato una situazione di vero e proprio “caos” che cresce con l’avvicinarsi della scadenza della legge 4|2009.

Antonello Peru (Fi), componente della sottocommissione del parlamentino dell’Urbanistica, ha invece sintetizzato le ragioni della contrarietà del centrodestra alle proposte avanzate dalla maggioranza in materia edilizia. «Rispetto alla legge 4/2009 – ha spiegato il vice presidente del Consiglio – spariscono le premialità per le demolizioni e le ricostruzioni (“chi demolisce vede ridotti del 15% i volumi in sede di ricostruzione”); l’ampliamento volumetrico massimo consentito rende, di fatto, inutile l’intervento («massimo 90 metri cubi qualunque sia la superficie  dell’abitazione»); è stata esclusa la possibilità di ricorrerre al piano casa per gli edifici in Agro.

«Ma non basta – ha concluso Peru – il centrosinistra nel testo all’esame della commissione propone l’abolizione della cosiddetta legge sul golf (n. 19/2011).»

Il consigliere, Giuseppe Fasolino (Fi), ha definito “una buona base di partenza” l’originaria proposta avanzata dall’assessore Cristiano Erriu ma le successive modifiche in sede di sottocommissione, a giudizio dell’esponente della minoranza consiliare, «hanno stravolto in peggio il Dl approvato dalla Giunta». «Nel centrosinistra – ha dichiarato il primo cittadino di Golfo Aranci – la mano che ha cancellato il testo di Erriu è lo stesso della “salva coste”». «Siamo ritornati ai tempi della “salvacoste” – ha concluso Fasolino – che ha anticipato la crisi in Sardegna e ha rappresentato il periodo più buio dell’edilizia nell’Isola».

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha quindi posto l’accento sulla scadenza fissata per il 31 dicembre 2014 di un’altra norma in materia Urbanistica: la legge che proroga i tempi per l’approvazione dei Puc. Considerato che solo 8 Comuni sardi su 377 hanno approvato il Piano Urbanistico, la consigliera ha posto il quesito su che cosa intenderà fare la Giunta regionale per scongiurare un ulteriore caos, dopo quella che si registra in queste ore nelle amministrazioni locali per la mancata proroga del Piano Casa.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi concluso l’incontro con i giornalisti preannunciando una mobilitazione nei territori e la richiesta alla commissione consiliare dell’Urbanistica di unificazione del testo della Giunta con la proposta di legge del centrodestra per la proroga delle misure del Piano Casa (legge 4/2009).   

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L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha illustrato alla 4ª commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) le linee principali del disegno di legge della Giunta in materia urbanistica ed edilizia.

E’un provvedimento molto articolato, ha affermato l’assessore, «che risponde ad una esigenza, particolarmente sentita da cittadini ed operatori, di un riordino complessivo della materia ed ha due obiettivi di fondo: da un lato portare a regime e migliorare alcuni elementi positivi della legge 4 del 2009 (“Piano casa”) e, dall’altro, introdurre significative misure di semplificazione, anche attraverso l’abrogazione di norme precedenti».

Soffermandosi poi su alcuni aspetti generali del disegno di legge, Erriu ha sottolineato che «la finalità della legge è quella di rinnovare e riqualificare il patrimonio edilizio della Regione, riducendo il consumo del suolo e favorendo interventi di recupero edilizio ed ambientale finalizzati ad una migliore qualità architettonica ed all’incremento dell’efficienza energetica dei fabbricati».

«In questa ottica – ha proseguito l’assessore – vanno inquadrati gli incrementi volumetrici per i quali viene fissato un limite massimo di cubatura, i limiti più stringenti previsti per le zone fino ai 300 dalla costa, nei centri storici e nelle zone agricole, il trasferimento di volumi (con premialità) da aree a rischio idrogeologico ad altre più sicure, la definizione di norme più puntuali per l’utilizzo dei sottotetti, l’ampio pacchetto di semplificazioni a partire dallo sportello unico per l’edilizia».

Il presidente Antonio Solinas ha osservato che «la commissione ha di fronte un lavoro molto complesso da portare a termine in tempi brevi, sia per ridurre al minimo le possibilità di un vuoto normativo, sia per non alimentare la corsa alla presentazione dei progetti entro il 29 di novembre, scadenza della legge 4 del 2009». A questo proposito i funzionari dell’assessorato, presenti all’incontro, hanno precisato, rispondendo ad una domanda dell’on. Giuseppe Meloni (Pd), che le istanze presentate entro il 29 novembre saranno trattate secondo le disposizioni vigenti a quel momento, cioè quelle della legge 4 del 2009.

Successivamente l’on. Antonello Peru (Forza italia) ha chiesto di rinviare l’esame del disegno di legge, «per la sua importanza e per la sua complessità», ad una seduta successiva. Il presidente Solinas, non essendo state espresse posizioni contrarie, ha accolto la proposta individuando in linea di massima per martedì 18 novembre la prima giornata utile, lavori del Consiglio permettendo. Per quella data si sono resi disponibili sia l’assessore Erriu che i dirigenti dell’assessorato.

La prima parte della seduta è stata dedicata all’esame del disegno di legge n. 100 – Giunta regionale – Norme di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo.

Ai lavori è intervenuto il vice direttore dell’Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna, Marco Melis, che ha spiegato la situazione che ha reso necessario un intervento legislativo. «L’Agenzia – ha affermato – ha attualmente un arretrato di 8/900 pratiche relative ad opere di piccola entità alla quali si deve far fronte con un organico di appena 15 unità per tutto il territorio regionale ma, nello stesso tempo, occorre dare risposte in tempi brevi a tante altre istanze, tecnicamente e giuridicamente più complesse, riguardanti fra l’altro la pianificazione idrogeologica e gli studi di settore collegati ai Piani urbanistici dei Comuni». «Di qui – ha aggiunto – la necessità di trasferire ai Comuni la competenze sulle opere minori».

Il presidente della commissione, Antonio Solinas, ha condiviso l’esigenza di una accelerazione dell’iter delle opere di scarsa entità, precisando però che gli Enti Locali non dispongono di risorse adeguate (300.000 euro per l’anno in corso, 200.000 per il 2015) e di figure professionali idonee. Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Ignazio Tatti (Udc), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Eugenio Lai (Sel), Giuseppe Meloni e Piero Comandini (Pd) ed Antonello Peru (Forza italia).

Foto Forza Italia
Un incontro con il presidente Silvio Berlusconi, si è tenuto questa mattina a Roma, a Palazzo Grazioli, per tentare di rilanciare il partito. Presenti i consiglieri regionali di Forza Italia, che hanno avuto un vertice con il leader del partito. C’erano Edoardo Tocco, il capogruppo Pietro Pittalis, gli ex assessori Alessandra Zedda e Oscar Cherchi, ad Antonello Peru, l’ex governatore Ugo Cappellacci e Alberto Randazzo. L’incontro è servito per disegnare le prossime strategie del partito, chiamato a dare un’azione propulsiva all’opposizione verso la giunta Pigliaru e atteso dalle amministrative della prossima primavera e potrebbe essere l’inizio per una nuova stagione del partito.

«In questo senso – ha commentato il consigliere Edoardo Tocco – l’incontro con il presidente Berlusconi ci ha spinto a porre in primo piano la vera emergenza della Sardegna, ovvero il lavoro, con un piano straordinario per la nostra isola. Per questo occorre una vera mobilitazione in tutta la Sardegna. La parola d’ordine è stata unità. Solo ritrovando una condivisione d’intenti potremmo tornare alla guida della Regione.»

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 1 della proposta di legge 71/A (Cocco Pietro e più) “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, modificato dall’emendamento 385 della Giunta.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il primo degli iscritti a parlare, è stato il consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia.

Nel suo intervento, il consigliere ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti presentati, «perché non si tratta di una riforma vera e propria che deve essere invece più articolata e rispondente alla realtà; è importante, inoltre, precisare la natura del provvedimento».

Il consigliere Marco Tedde (Forza italia) ha condiviso le argomentazioni della Zedda, osservando che «lo stesso titolo della legge è “intruso” rispetto al contenuto del testo e parlare di riforma è un affronto al diritto e alla tecnica legislativa».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza italia) ha apprezzato il contenuto degli emendamenti presentati, posto che «tutte le forze politiche hanno convenuto sul fatto che il provvedimento in esame è cosa diversa dalla riforma, fermo restando che è sbagliata la stessa definizione di norme urgenti, dopo che ci si è lavorato per ben 5 mesi».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato che «sarebbe il caso che l’Aula prestasse più attenzione a questa fase del dibattito e la stessa maggioranza e la Giunta avrebbero dovuto presentare emendamenti in proposito, dato che nella sua formulazione il testo è privo di ogni requisito di urgenza».

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo “Sardegna”) ha dichiarato parere favorevole all’emendamento del gruppo Udc per la modifica del titolo della legge con la seguente dicitura “disposizioni urgenti in tema di centrale regionale di committenza, di emergenza e urgenza, di funzionamento dei distretti socio-sanitari, case della salute e ospedali di comunità”. L’esponente della minoranza ha sottolineato che non solo i consiglieri della maggioranza ma anche quelli dell’opposizione hanno affermato in sede di discussione generale che la Pl 71 non rappresenti un testo di riforma. «Soltanto il capogruppo del Pd – ha concluso Truzzu – ha definito la Pl 71 una vera riforma del sistema sanitario regionale».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, primo firmatario dell’altro emendamento per la sostituzione totale del titolo della Pl 71 con la dicitura “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa sanitaria regionale” ha definito “altisonante” il titolo scelto dai presentatori della proposta di legge ed ha invitato la maggioranza a favorirne una dicitura più pertinente.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di condividere le dichiarazioni dei colleghi della minoranza ed ha evidenziato come gli emendamenti presentati dalla giunta e dalla maggioranza di fatto stravolgono il testo originario della Pl 71. «La maggioranza – ha dichiarato il capogruppo dell’opposizione – dovrebbe presentare una modifica al titolo della legge che calzi con le novità che tentano di introdurre nel provvedimento in discussione in Aula». «Non si pensi però – ha ammonito Pittalis – di introdurre norme che riguardano l’organizzazione degli enti». L’esponente del centrodestra ha parlato di “furia commissariale” da parte della maggioranza ed ha stigmatizzato la decisione della giunta di procedere col commissariamento dell’Ente foreste proprio mentre il Consiglio si apprestava ad approvare il relativo disegno di legge. Pietro Pittalis ha quindi definito “una fuga in avanti inaccettabile” gli emendamenti della maggioranza tesi a commissariare l’Istituto zooprofilatico. «Attendo di conoscere in proposito – ha concluso il capogruppo FI – il giudizio sull’ammissibilità regolamentare di simili iniziative».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru, per il parere della Giunta che è stato dichiarato “contrario”. 

Sugli emendamenti al titolo sono intervenuti per dichiarazione di voto: Michele Cossa (Riformatori sardi), Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna), Angelo Carta (Psd’Az), Gigi Ruggeri (Pd), Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna), Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna), Edoardo Tocco (Forza Italia Sardegna), Marco Tedde (Forza Italia Sardegna), Paolo Truzzu (Sardegna), Marcello Orrù (Psd’Az), Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giorgio Oppi (Udc), Anna Maria Busia (Centro Democratico Sardegna), Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna).

Gli emendamenti presentati al titolo sono stati bocciati. Approvato il titolo della legge.

Il presidente Ganau ha, quindi, aperto la discussione sull’articolo 1 “Principi generali” e sugli emendamenti. La Commissione e la Giunta hanno dato parere favorevole soltanto all’emendamento sostitutivo totale n. 365 della Giunta. Il testo prevede: “La Regione, con la presente legge, avvia il processo di riforma del sistema sanitario regionale, mediante disposizioni urgenti finalizzate a : a) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; b) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera; c) adeguare l’assetto istituzionale e organizzativo, prevedendo una riduzione del numero delle aziende sanitarie locali, rispetto all’attuale, in coerenza con le norme di riordino del sistema degli enti locali; d) garantire il miglioramento della qualità e dell’adeguatezza dei servizi sanitari e sociosanitari, di prevenzione e promozione della salute in ogni territorio, attraverso il rafforzamento di quelli esistenti, l’efficientamento delle strutture organizzative e la realizzazione di nuove pratiche di partecipazione democratica nella distribuzione dei servizi; e) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell’attività motoria, della pratica sportiva e dell’educazione alimentare e ambientale; f) rafforzare il governo del servizio sanitario regionale, anche mediante la riassunzione nell’assessorato dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza sociale delle funzioni già assegnate all’Agenzia regionale della Sanità; g) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard; h) riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza e della rete territoriale di assistenza, della medicina del territorio”.

Il presidente ha dato la parola al consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il quale ha chiarito che i principi generali, elencati nell’emendamento 365 della Giunta,  sono condivisibili. Il problema, secondo l’esponente dell’opposizione, è che da un lato viene annunciato il taglio delle Asl e dall’altro la legge crea un’altra azienda sanitaria.  Cossa ha poi riproposto il mantenimento di un’unica Asl e ha invitato la Giunta e la maggioranza a rivedere il modello organizzativo. In conclusione Cossa ha espresso parere favorevole sulla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità. Rossella Pinna (Pd) ha affermato che «questa legge è figlia di un lavoro di concertazione tra Esecutivo e maggioranza consiliare. L’articolo 1 e  l’emendamento chiariscono, se ce ne fosse bisogno, il titolo, ossia che si tratta dell’avvio del progetto della riforma, che va fatta con urgenza». Per il consigliere «c’è un paziente gravemente malato: la sanità sarda», che ha aumentato dal 2009 il disavanzo di 110 milioni di euro e ha aggiunto che «i 379 milioni destinati al ripianamento alle spese della sanità sono state sottratti agli investimenti per lo sviluppo economico». La legge, secondo l’esponente di maggioranza, consentirà un risparmio sicuro, ma allo stesso tempo ha l’obiettivo di migliorare i servizi sanitari con un’attenzione particolare ai territori, soprattutto a quelli più deboli. Per il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, l’emendamento della Giunta è condivisibile come principio generale (nella parte in cui parla di prevenzione e promozione di uno stile di vita sano) che potrebbe essere il cardine della prossima riforma della sanità sarda. Per Tedde, però, si tratta di principi astratti perché poi non trovano rispondenza nei contenuti della proposta. Critico anche sul metodo adottato dalla maggioranza su un argomento tanto importante: «Stiamo procedendo a tentoni – ha detto – stiamo lavorando al buio».

La presidenza è stata assunta dal vice presidente, Antonello Peru (FI), il quale ha dato la parola al collega, Ignazio Locci (FI). L’esponente dell’opposizione ha condiviso l’intervento del collega Tedde e ha sottolineato che, nell’articolo 1 e nell’emendamento 365, c’è soltanto un elenco freddo di principi generali che non si trovano poi nella norma. Locci ha esortato l’Aula a  ricordare l’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e ha sottolineato che avrebbe voluto trovare nella legge contenuti etici e democratici.

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha evidenziato che «finalmente si prevede una riduzione del numero delle aziende che andrà inserita nel contesto più ampio delle riforma degli enti locali, un contesto in cui è bene sottolineare che i territori manterranno la loro autonomia». Per Cozzolino, inoltre, «è importante dare valore strategico alla prevenzione che, in prospettiva, assicurerà una riduzione dell’incidenza delle malattie». Quanto alla nuova agenzia di emergenza-urgenza Areu, Cozzolino ha precisato che «nascerà solo contestualmente alla riduzione delle aziende sanitarie sul territorio».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza italia) ha affermato che «dagli interventi precedenti si deduce che nel provvedimento in esame non c’è logica; la stessa elencazione dei principi generali di governo della sanità pubblica è condivisibile, però lascia perplessi il richiamo all’urgenza e la generica volontà di razionalizzare la spesa, dato che non ci sono numeri a supporto ed anzi l’unica certezza è un aumento di spesa».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna) si è detto convinto che «la legge rischia di essere figlia di nessuno perché è stata condivisa fra maggioranza e Giunta in una intesa poi smentita dalle molte correzioni in corsa, frutto della pressione delle parti sociali, degli operatori e della stessa opposizione». Il consigliere ha poi apprezzato la decisione di sopprimere l’Agenzia regionale della salute, «proposta peraltro presentata dall’opposizione e bocciata più volte». Truzzu ha poi ribadito le critiche sulla natura del provvedimento, «una finta riforma che nasconde la volontà di commissariare le aziende sanitarie».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha sostenuto che «la proposta ha avuto l’attenzione che merita e costituisce un passaggio irrinunciabile per arrivare ad una riforma organica, da tutti avvertita». Meloni ha poi respinto con fermezza «le ricostruzioni giornalistiche relative al nuovo assetto territoriale della sanità sarda, del tutto slegate da decisioni che la maggioranza non ha assunto». Il consigliere del Pd, inoltre, ha contestato l’equivalenza “riduzione delle aziende e risparmi di spesa”, dichiarandosi contrario a «fusioni a freddo in contrasto con la cultura, la lingua e le tradizioni dei territori».

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, ha affermato che dal dibattito emerge una «sostanziale condivisione sulle azioni descritte nei principi generali» contenute nell’articolo 1 della Pl 71 e nell’emendamento 365 presentato dalla giunta. «Nei principi – ha spiegato il relatore di maggioranza – riassumiamo misure concrete e diciamo quali azioni facciamo e verso quali obiettivi».

Ruggeri ha sottolineato come nelle modifiche proposte al testo esitato dalla competente commissione consiliare «non si sia trascurato l’apporto della minoranza». L’esponente dei democratici ha citato ad esempio i costi standard e la previsione di istituire l’Areu in costanza del riassetto e della riduzione delle Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Alberto Randazzo, ha replicato ad alcune dichiarazioni rese dal consigliere Busia ed ha affermato che il significato della legge in discussione è quello che emerge dall’emendamento 368, dove si fa esplicito riferimento ai commissariamenti. L’esponente della minoranza si è quindi riferito alle dichiarazioni del consigliere Giuseppe Meloni (Pd) a proposito delle anticipazioni di stampa riguardo all’accorpamento delle Asl e all’istituzione dei maxidistretti. Randazzo ha quindi ribadito l’esigenza di disporre dei dati relativi al sistema sanitario ed ha criticato le modifiche proposte dalla giunta in riferimento al tentativo di commissariare anche l’Izs: «Sono norme intruse che devono essere espunte». Il consigliere di Fi ha quindi domandato alla giunta e alla maggioranza di esplicitare in quali atti si traducono le affermazioni di principio per la riduzione del disavanzo e la riduzione della spesa sanitaria.

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato come con i due emendamenti della giunta e della maggioranza (365 e 385) si sia arrivati alla quarta riscrittura dell’articolo 1 della Pl 71. L’esponente della minoranza ha definito condivisibili i principi dichiarati nel testo ma ha sottolineato che «il provvedimento pone in capo alla giunta la riforma della sanità in Sardegna». Carta ha insistito nel domandare quali siano i modi nei quali si concretizzano i principi enunciati nell’articolo 1. «Servono norme chiare – ha concluso il consigliere Psd’Az – trasparenti e comprensibili dai cittadini e dagli operatori».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi,  ha accusato il centrosinistra di non voler indicare in legge il numero delle Asl «per problemi di “campanile” all’interno della maggioranza». L’esponente della minoranza ha quindi ammonito: «E’ opportuno che si sappia che il buco in sanità nel 2014 sarà più grande di quello registrato nel 2013». Oppi ha quindi elencato e specificato le voci di costi in aumento che faranno lievitare il “rosso” della sanità sarda ed ha dichiarato piena condivisione sull’istituenda centrale unica di committenza. «Un’iniziativa già intrapresa nel passato – ha spiegato l’ex assessore della Sanità – ma che è stata contrastata dai primari ospedalieri».

Giorgio Oppi ha quindi auspicato azioni di contenimento per la spesa dell’”Adi” e anche per la farmaceutica ed ha concluso ricordando che «dal 2015 bisognerà conteggiare i 53 milioni di euro in più per l’ospedale del Qatar». 

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ribadito l’urgenza di questo intervento per «la gravità della situazione in cui versa il sistema sanitario regionale». «L’obiettivo della legge – ha chiarito Cocco – non è commissariare le aziende sanitarie», «faremo anche quello», spiegando che lo avrebbero potuto decidere anche senza bisogno di questa proposta di legge. Cocco ha ribadito l’importanza dell’istituzione dell’Areu, che porterà un risparmio consistente e un servizio efficiente. Il capogruppo del Pd ha anche sottolineato che probabilmente il disavanzo potrà crescere, ma non per colpa dell’attuale maggioranza, ma a causa della situazione ereditata. Rispondendo all’on. Oppi, ha spiegato che tra i fondi stanziati nell’assestamento di bilancio 35 milioni di euro sono stati destinati agli interinali che dal 2013 lavorano nelle aziende sanitarie e 20 milioni di euro per il funzionamento del cup, che è stato dato in gestione all’esterno. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha annunciato che aspetteranno fiduciosi la fine del 2015 per capire  la capacità della maggioranza di gestire il sistema sanitario e di controllare i conti. «La responsabilità sarà tutta vostra», ha affermato Pittalis ricordando che, nella scorsa legislatura, la maggioranza aveva approvato una norma che riportava il tetto per gli interinali al 2 per cento. «Chi ha sforato questo tetto ne risponderà. Ci dia, assessore, questi dati. Siamo ansiosi anche noi di sapere». Pittalis ha aggiunto che il richiamo, nei principi generali,  al diritto alla salute dei cittadini, è scontato visto che si tratta di un diritto già sancito dalla Costituzione.

Il presidente Ganau ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione gli emendamenti e l’articolo. (eln)

Sull’articolo 1 e sugli emendamenti sono intervenuti i consiglieri: Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) e Pietro Cocco (Pd). Il Consiglio ha approvato l’emendamento 385 all’emendamento n. 365, sostitutivo totale dell’articolo 1,  su cui c’era il parere favorevole della giunta e della commissione. Questo emendamento prevede “La Regione, con la presente legge, avvia il processo di riforma del sistema sanitario regionale, mediante disposizioni urgenti finalizzate a : a) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; b) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera; c) adeguare l’assetto istituzionale e organizzativo, prevedendo una riduzione del numero delle aziende sanitarie locali, rispetto all’attuale, in coerenza con le norme di riordino del sistema degli enti locali; d) garantire il miglioramento della qualità e dell’adeguatezza dei servizi sanitari e sociosanitari in ogni territorio, attraverso il rafforzamento di quell esistenti, l’efficientamento delle strutture organizzative, garantendo forme di partecipazione democratica e mantenendo autonomia dei territori periferici nelle politiche socio-sanitarie; e) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell’attività motoria, della pratica sportiva e dell’educazione alimentare e ambientale; f) rafforzare il governo del servizio sanitario regionale, anche mediante la riassunzione nell’assessorato alla Salute delle funzioni già assegnate all’Agenzia regionale della Sanità; g) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard; h) riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza e della rete territoriale di assistenza, della medicina del territorio”.

Tutti gli altri emendamenti all’articolo 1, su cui c’era il parere contrario di giunta e commissione sono stati bocciati.

I lavori si sono conclusi. Riprenderanno martedì 4 novembre, alle ore 16.00.