22 November, 2024
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Questa mattina Antonello Repetto è tornato al presidio dei lavoratori Aias, a Cortoghiana, dopo alcuni giorni di convalescenza seguiti al malore di cui era rimasto vittima lo scorso 5 aprile, mentre manifestava con lo sciopero della fame nell’ambito della vertenza aperta con l’azienda per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori ed il pagamento degli stipendi arretrati.

Oggi, intanto, anche Carletto Piga inizia i suoi 10 giorni di sospensione, in quanto l’azienda non ha revocato le sospensioni, dopo gli inviti ricevuti in tal senso, anche dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, dopo che il caso Aias è stato affrontato dal Consiglio regionale che ha approvato l’ordine del giorno che impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la Giunta e lo stesso assessore regionale della Sanità e dell’Assistenza sociale Luigi Arru:

  1. a sollecitare l’Aias ad effettuare una certificazione dei propri bilanci, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati nei confronto delle Uussll, delle Asl e ora dell’Ats;
  2. a prevedere che nei contratti stipulati dall’Ats con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori, che – se disattese – potranno essere sanzionate anche con la revoca dell’accreditamento;
  3. ad adottare un atto di indirizzo in base al quale: a) il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga tramite il ricorso alla procedura di cui all’articolo 1676 del codice civile; b) il contenzioso in essere, laddove possibile, venga risolto in via transattiva;
  4. ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari, in grado di superare il monopolio in atto.

 

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Impegnati ormai da diversi giorni insieme ai loro colleghi in una difficile vertenza con l’azienda per il pagamento degli stipendi arretrati e per il riconoscimento dei loro diritti, questa mattina 6 lavoratori dell’Aias hanno compiuto un gesto di grande solidarietà verso chi è ancora meno fortunato di loro, perché ha problemi di salute, recandosi per una donazione di sangue al Centro Trasfusionale del presidio ospedaliero Sirai ASSL di Carbonia.

I lavoratori, intanto, proseguono il presidio, in attesa che finalmente la situazione si sblocchi. La vertenza Aias martedì 11 aprile, a partire dalle ore 16.00, verrà esaminata dal Consiglio regionale, convocato ieri dalla conferenza dei capigruppo. Poco fa, nel presidio al Centro di Cortoghiana, un lavoratore, Antonello Repetto, si è sentito male, è stato soccorso dall’ambulanza dell’associazione di volontariato Soccorso Sant’Andrea (SO.S.A.GO.) di Gonnesa ed è stato trasferito all’ospedale Sirai di Carbonia.

 

 

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E’ riesplosa stamane, davanti alla sede di Cortoghiana, la protesta dei lavoratori AIAS, con l’inizio di un nuovo sciopero della fame, dopo quello attuato due settimane fa davanti alla sede centrale di viale Poetto, a Cagliari, tesa a rivendicare il pagamento delle nove mensilità arretrate ed il rispetto dei loro diritti.

A fine mattinata ci siamo recati sul luogo della protesta, dove abbiamo realizzato un’intervista con Mauro Puddu, uno dei lavoratori in sciopero della fame, già protagonista dello sciopero della fame di Cagliari con il collega Antonello Repetto.

           

 

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La vertenza AIAS non si sblocca e uno dei dipendenti, Antonello Repetto, rappresentante sindacale della Cisal, oggi ha iniziato lo sciopero della fame, in viale Poetto, a Cagliari, davanti alla sede centrale AIAS, in segno di nuova clamorosa protesta per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati.

«Sono 8 mesi che non pagano! Ogni tanto ci danno acconti da fame! Come se non bastasse, a 27 colleghi, fra i quali ci sono anch’io, hanno comminato una sanzione disciplinare di 10 giorni di sospensione dal lavoro e dalle retribuzione. Tutto questo, per aver richiesto alla ASL di Carbonia alcuni diritti tramite l’articolo 1676 del codice civile. Talvolta richiedere i propri diritti di questi tempi peggiora la situazione», ha detto Antonello Repetto, che è seguito dal suo medico di famiglia.

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Domani, venerdi 22 gennaio, si svolgerà un sit-in antimilitarista, alle ore 10.00, all’aeroporto di Elmas, nella zona partenze. Il sit-in è stato organizzato in segno di protesta contro la fabbrica di bombe di Domusnovas, la RWM Italia Spa, e contro il trasporto delle bombe dall’aeroporto civile di Elmas. Bombe che ricordiamo vengono usate per bombardare civili inermi in Yemen.

«Le armi prodotte nella fabbrica di Domusnovas – dice Antonello Repetto, uno dei promotori della manifestazione – percorrono le strade dell’isola in grandi container che hanno come destinazione principale per lo più l’Arabia Saudita e altri mercati internazionali, tra i quali il Regno Unito.»

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Antonello Repetto, 61 anni, il pacifista di Carloforte aderente all’associazione Pax Christi che la scorsa settimana si è autodenunciato con due lettere inviate al prefetto e al questore di Cagliari, Giuliana Perrotta e Danilo Gagliardi, nelle quali informava che, «per quanto riguarda la fabbrica di bombe di Domusnovas, potrei attuare delle azioni di sabotaggio nonviolente», «considerato che il Governo italiano sta violando la legge n. 185 del 1990, infatti in base a quella norma non si possono vendere armi alle nazioni in guerra!» e «l’Arabia usa queste bombe, ci sono le prove, anche e, soprattutto, contro civili inermi! La mia coscienza di Cristiano mi impone di farlo! In pratica mi autodenuncio», ha inviato una lettera agli operai della RWM di Domusnovas.

«Mi permetto di scrivervi per invitarvi a riflettere su quello che, purtroppo, contribuite a fabbricare. Come ben saprete gli ordigni da voi prodotti vengono usati dall’Arabia Saudita contro lo Yemen. I raid aerei dell’Arabia Saudita contro lo Yemen hanno causato la morte di migliaia di civili. Amnesty International afferma che sono stati compiuti veri crimini di guerra! Sono stati infatti distrutti scuole e addirittura ospedali!», scrive Antonello Repetto.

«Capisco cosa vuol dire oggi come oggi avere la fortuna di lavorare, e il posto di lavoro va indubbiamente salvaguardato, soprattutto quando si ha famiglia! Però, non me ne vorrete se vi voglio rammentare che anche in Yemen hanno la famiglia! Quanti civili inermi dovranno ancora morire a causa di questi micidiali ordigni che provengono, purtroppo, anche dalla Sardegna», aggiunge Antonello Repetto.

«Vorrei, se mi permettete, farvi una proposta, perché tramite i vostri rappresentanti non chiedete una riconversione della fabbrica? So benissimo che non è un discorso facile da affrontare. Vorrei che, in occasione del Santo Natale, prendeste in considerazione la mia proposta. Approfitto dell’occasione per augurare a voi e alle vostre famiglie, i più sinceri auguri di Buon Natale – conclude Antonello Repetto – e mi permetto di inviarvi, anche per me che sono cattolico è importante, la preghiera semplice di San Francesco d’Assisi.»

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Un pacifista di Carloforte, Antonello Repetto, 61 anni, aderente all’associazione Pax Christi, si è autodenunciato con due lettere inviate al prefetto e al questore di Cagliari, Giuliana Perrotta e Danilo Gagliardi, nelle quali informa che, «per quanto riguarda la fabbrica di bombe di Domusnovas, potrei attuare delle azioni di sabotaggio nonviolente».

«Considerato che il Governo italiano – aggiunge Antonello Repetto – sta violando la legge n. 185 del 1990, infatti in base a quella norma non si possono vendere armi alle nazioni in guerra!»

«L’Arabia usa queste bombe, ci sono le prove, anche e soprattutto contro civili inermi! La mia coscienza di Cristiano – conclude Antonello Repetto – mi impone di farlo! In pratica mi autodenuncio.»