2 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale A

La Seconda commissione del Consiglio regionale, con le audizioni dei rappresentati le organizzazioni sindacali, ha concluso questa mattina il ciclo audizioni sulla proposta di legge n. 315 (Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro) la cui approvazione, nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd), è prevista nella seduta in programma domani, così da poter essere esaminata dall’Aula già nella prossima tornata dei lavori del Consiglio regionale. «Auspichiamo – ha dichiarato Gavino Manca – che le nuove norme che riscrivono il sistema delle politiche attive e dei servizi per il lavoro possano essere inscritte all’ordine del giorno dell’Assemblea già per il prossimo 19 aprile, così da poter essere discusse al termine dell’approvazione del disegno di legge sull’Ente Foreste»

Il rispetto dei tempi con i quali si procede per l’approvazione della proposta di legge 315 (l’impegno assunto dalla commissione era stato quello di arrivare all’esame dell’Aula immediatamente dopo la sessione di bilancio) è stata la sottolineatura positiva dei rappresentanti della Cisl, della Uil, della Cgil, dell’Ugl, di Sadirs e Fedro.

Davide Paderi (Cils), Giampaolo Spano (Uil) e Giovanni Piras (Cgil) hanno quindi espresso soddisfazione per l’impianto normativo e per la trattazione organica dei temi e degli strumenti per la disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. La richiesta avanzata dai confederali è stata quella di introdurre una clausola di salvaguardia tendente alla proroga dei contratti in scadenza ad agosto per gli operatori di Csl e Cesil, in vista della piena attuazione delle norme contenute nel testo di legge. Cgil, Cisl e Uil hanno inoltre dichiarato  favore per le norme che tendono al superamento del precariato nei centri servizi inserimento lavorativo e nei centri servizi lavoro. L’articolo 37 comma 3 della Pl 315 prevede, infatti, che la Regione possa procedere con la stabilizzazione del personale impiegato nel sistema dei servizi e delle politiche del lavoro “a condizione che il personale sia stato assunto con procedure selettive a evidenza pubblica e che abbia maturato almeno 36 mesi di lavoro nei servizi”.

Sul punto hanno mostrato, invece, perplessità Luciano Melis (Sadirs e a nome Ugl) e Antonello Troffa (Fedro) i quali hanno chiesto la riaffermazione dei principi secondo i quali “l’accesso nelle pubbliche amministrazioni può avvenire solo dopo il superamento di un pubblico concorso”. I rappresentanti dei sindacati dei dipendenti regionali hanno inoltre chiesto l’introduzione di una “riserva di posti all’interno della istituenda Aspal (agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) per i dipendenti dell’amministrazione regionale”.

I consiglieri Ignazio Locci (Fi), Roberto Desini (Sdl), Paolo Zedda (SeInd) e Gianmario Tendas (Pd) hanno ribadito la condivisione delle forze della maggioranza e della minoranza, presenti in commissione, per le norme contenute nella proposta di legge 315 ed hanno confermato pieno sostegno alla riforma dei servizi per il lavoro e per tutte le misure tendenti al superamento del precariato nella pubblica amministrazione. 

Francesco Agus

Audizione dei sindacati, in commissione “Autonomia”, questa mattina, sulla proposta di riforma della macchina amministrativa regionale presentata dalla Giunta. Per oltre due ore, i rappresentanti dei dipendenti regionali hanno presentato osservazioni e proposte di modifica al DL n.72 della Giunta “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”. 

Diverse le valutazioni: positive, con qualche richiesta di integrazione e approfondimento, quelle di Cgil, Cisl e Uil; caute, quelle di Sdirs; critiche quelle di Sadirs, Saf, Fendres e Fedro.

Per Antonio Cois (Cgil), «la riforma inizia a porre dei paletti per arrivare ad un quadro d’insieme del sistema regione». Giudizio positivo anche sull’affidamento di maggiori responsabilità alla dirigenza: «In questo modo – ha detto Cois – si spera di smuovere finalmente la grande macchina regionale che finora non ha funzionato a pieni giri». 

Davide Paderi (Cisl) ha rimarcato l’importanza del provvedimento che, finalmente, si pone l’obiettivo del superamento della legge 31/98, norma ormai vecchia e inadeguata. «E un pezzettino di riforma – ha sottolineato Paderi – ma va nella direzione giusta». Per il rappresentante della Cisl, occorre però prevedere un ruolo più partecipativo dei sindacati nella riorganizzazione dei servizi degli assessorati. Paderi ha inoltre auspicato la riduzione del numero delle direzioni generali e la costituzione di un fondo per la razionalizzazione, l’innovazione  l’efficientamento della macchina amministrativa.

Giampaolo Spanu (Uil), dopo aver lamentato il mancato coinvolgimento dei sindacati da parte della Giunta, ha espresso apprezzamento per i contenuti del Dl 72: «C’è finalmente la volontà di intervenire toccando interessi chi finora non sono mai stati messi in discussione. Sono adesso necessari alcuni correttivi per razionalizzare il sistema. L’obiettivo deve essere quello di una Regione efficiente, per questo occorre eliminare sovrapposizioni e doppioni». Dalla Uil, infine, è arrivata la proposta di modifica dell’art. 2 che affida ai direttori generali la decisione di istituire, modificare o sopprimere i servizi degli assessorati. «Questa competenza – ha detto Spanu – deve essere lasciata in capo alla politica».  

Scelta invece condivisa da Cristina Malavasi (Sdirs): «Bene l’affidamento delle decisioni organizzative ai dirigenti – ha detto – bisogna adesso valorizzare il personale interno che dovrà sostituire i dirigenti». Positivo anche il giudizio sul rafforzamento della mobilità interna ma, secondo lo Sdirs, «c’è bisogno di un riordino complessivo degli assessorati e delle loro competenze per evitare anche casi come quello di “Sardegna Promozione”. Solo così può essere garantita maggiore efficienza dei servizi e, allo stesso tempo minori costi per le casse pubbliche. Urgente da questo punto di vista una modifica della legge n. 1 del 1977».

Fortemente critica la posizione di Luciano Melis (Sadirs): «Quello varato dalla Giunta è provvedimento tampone, carente in molti punti – ha detto Melis – non ci sono grandi novità, serve un testo più incisivo».

Marcello Cucca (Saf) ha lamentato l’assenza di riferimenti nel disegno di legge alla situazione del Corpo Forestale. «Manca una proposta di riorganizzazione – ha detto Cucca – eppure il Corpo Forestale necessità di un intervento urgente. L’età media è troppo alta (il 70% dei rangers ha oltre 54 anni), servono forze fresche per garantire servizi più efficienti nei territori». Dal Saf, infine, la richiesta alla Regione di una legge che chiarisca, una volta per tutte, il confine delle competenze tra Corpo Forestale dello Stato e Corpo Forestale della Regione.

Giudizio negativo anche da parte di Ignazio Masala (Fendres): «Eravamo fiduciosi, la proposta di modifica della legge 31 è invece poco incisiva, la Regione rimane sostanzialmente invariata».

Antonello Troffa (Fedro) ha infine lamentato la mancanza di concertazione: «La Giunta non ci ha coinvolto, il Dl è nato male, manca un progetto complessivo per uniformare il sistema regionale. In questi anni abbiamo assistito alla proliferazione di enti e agenzie. Emblematico il caso di Sardegna Promozione». 

Al termine dell’audizione, è intervenuto il consigliere del Pd Roberto Deriu, che ha rivolto alcune domande ai sindacati sulla necessità di garantire i servizi degli uffici periferici e sulla necessità di iniziare un percorso per rendere più omogeneo il sistema. «Impensabile proporre oggi, viste le poche risorse a disposizione, un contratto unico per tutti i dipendenti pubblici: sarebbe finanziariamente insostenibile. Utile, invece, cominciare a pensare per il futuro alla figura del Funzionario pubblico sardo da utilizzare in tutte le articolazioni della macchina amministrativa regionale».

Il presidente della Commissione, Francesco Agus, dopo aver ringraziato i sindacati, ha annunciato che il disegno di legge sarà esaminato dalla Commissione tra la fine di agosto ed i primi giorni di settembre. «Il testo ha necessità di modifiche – ha detto Agus – a partire dalla norma per la copertura finanziaria. Ciò che emerge è la necessità di intervenire su una macchina ormai fuori controllo. Rigidità e inefficienze hanno fornito un alibi per la crescita incontrollata della stessa. Il male sta alla radice,  in passato – ha aggiunto il presidente facendo riferimento al caso Sardegna Promozione – sono state create scatole e scatolette che non hanno risolto i problemi e hanno invece dato vita a gestioni “quantomeno discutibili”. Con questa legge, alla quale saranno apportate le necessarie integrazioni, si comincia ad intervenire per rendere meno rigido l’apparato regionale e – ha concluso Agus – renderlo più efficiente e vicino ai cittadini».

Gavino Manca.

Gavino Manca, presidente della 2ª commissione..

Definire in tempi certi le procedure per la stabilizzazione degli oltre trecento operatori dei Csl, Cesil e Consorzio delle due Giare, e valutare l’ipotesi di una proroga della scadenza (30 settembre 2014) dei contratti a tempo determinato per i lavoratori dei servizi per l’impiego: è questo l’invito rivolto dal presidente della Seconda commissione, Gavino Manca, agli assessori regionali del Lavoro e del Personale, a conclusione delle audizioni dei due componenti l’esecutivo e dei cinque rappresentanti delle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Sadirs e Fedro).

Il “caso” è quello noto e che, nel corso dell’ultimo decennio, ha registrato ben otto interventi legislativi da parte del Consiglio regionale (leggi 20/2005; 13/2012; 17/2012; 25/2012; 3/2013; 10/2013; 38/2013 e 40/2013): riguarda il personale assunto con contratto a tempo determinato  negli Enti Locali e poi trasferito (nelle more del riordino istituzionale degli enti territoriali e del sistema dei servizi per il lavoro e lo sviluppo) per effetto della legge regionale n.10 del 29 aprile 2013, all’Agenzia regionale per il lavoro. La legge n.38, approvata dal Consiglio regionale il 20 dicembre 2013 ha quindi disposto l’autorizzazione per l’Agenzia regionale del lavoro ad indire i concorsi pubblici per l’assunzione del personale a tempo indeterminato per i servizi per il lavoro, fissando al 31 dicembre 2014 la scadenza delle procedure selettive. Successivamente, il 30 dicembre 2013, il Consiglio ha approvato la legge n.40 che fissa al 30 settembre 2014 la scadenza dei contratti a termine dell’Agenzia regionale del lavoro. Riguardo a tale data, nel corso delle rispettive audizioni, Giampaolo Spano (Uil), Antonio Cois (Cgil) e Davide Paderi (Cisl) hanno espressamente invitato la Giunta, la commissione e il Consiglio regionale a procedere con una proroga dei contratti, evidenziando le lungaggini e la complessità della selezione pubblica. Al contrario, i rappresentanti di Sadirs, Luciano Melis, e Fedro, Antonello Troffa, hanno manifestato perplessità sull’ipotesi di una proroga della scadenza  dei contratti a tempo determinato, ribadendo l’opportunità di procedere con i concorsi, pur nelle difficoltà che derivano dai limiti di spesa e di finanza pubblica, ad incominciare dal vincolo del 3% di nuovi assunti sul totale del personale regionale cessato.

L’assessore del Lavoro, Virginia Mura, nel suo intervento, ha ribadito l’impegno per un miglioramento dei servizi per l’impiego («devono fare incontrare per davvero domanda e offerta di lavoro») e l’avvio delle attività  di formazione rivolte agli operatori dei Csl (sia quelli ex ministeriali che quelli con contratto a tempo determinato). L’assessore ha annunciato la predisposizione della bozza dello statuto dell’Agenzia regionale del lavoro e la definizione della pianta organica, assicurando che entrambi i documenti saranno tempestivamente trasmessi in commissione per il parere di competenza e portati all’attenzione della Giunta per la necessaria approvazione.

L’assessore del Personale, Gianmario Demuro, ha rimarcato il contesto nel quale si colloca il “caso” del personale Cesil e Csl («una legislazione parzialmente dichiarata incostituzionale ma è in vigore la disciplina regionale, legge n. 38 del 20 dicembre 2013, che stabilisce l’indizione dei concorsi pubblici») ricordando i vincoli della spesa pubblica, unitamente ai limiti fissati per le assunzioni e all’obbligatorietà dei concorsi per l’accesso alla pubblica amministrazione.