25 November, 2024
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Martedì 22 ottobre in occasione del centenario della nascita dello psichiatra Franco Basaglia. È andato in scena al Teatro Centrale di Carbonia lo spettacolo “Memoria dal reparto n° 6”, tratto dal racconto di Anton Cechov.

L’evento è stato organizzato dall’associazione di volontariato Albeschida, con il patrocinio del comune di Carbonia, nell’ambito della XIV edizione de “Il ponte sulla scena”, appuntamento annuale dedicato alle ultime classi degli istituti superiori di Carbonia.

Lo spettacolo si è svolto durante la mattinata e la platea gremita di studenti e professori ha seguito silenziosamente e con attenzione il monologo dell’attore di teatro Daniele Giuliani.

Gli spettatori sono stati accolti dai componenti dell’associazione Albeschida che hanno impersonato i malati di un manicomio legati con delle corde invisibili ma che li immobilizzavano nel corpo e nell’anima.

Una breve introduzione del dottor Antonio Cesare Gerini, presidente di Albeschida, anche egli calato nella parte di un ricoverato in manicomio. E poi, al centro del palco, l’attore Daniele Giuliani, con un monologo toccante ideato dopo aver letto “Memoria dal reparto n 6”.

Anton Cechov scrisse questo libro-inchiesta nel 1892, al suo ritorno di Sachalin, un’isola russa che ospitava una colonia penale con al suo interno un padiglione dedicato al reparto n° 6, un capannone abbandonato dove, in pessime condizioni igieniche, erano ricoverati dei pazienti psichiatrici. Questi, di fatto, non sono mai stati visitati dal medico dell’ospedale, né potevano uscire dall’ospedale, diventando dei prigionieri da tutti ignorati ma anche temuti.

Un monologo toccante, per sensibilizzare verso una maggiore consapevolezza ed umanità nel trattamento delle fragilità psichiche. Fortunatamente. la riforma della psichiatria ha restituito dignità e diritti alle persone, consentendo loro di ricevere un’assistenza orientata all’integrazione nella società. Oggi i manicomi sono stati sostituiti da centri di salute mentale e strutture residenziali psichiatriche.

La strada è ancora lunga, c’è ancora da “lavorare” sull’accoglienza a livello sociale.

Alda Merini scrisse “Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo, coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.

Nadia Pische

           

Una carrellata di personaggi e situazioni surreali. Antonio Cesare Gerini, medico in pensione, nel suo nuovo libro, “L’alba tra le brume”, edizioni Albatros, racconta episodi vissuti in prima persona, guardando al passato con dolcezza e ironia, ripescando nella memoria incontri e dialoghi che al pari di uno scalpello hanno scolpito e levigato il suo carattere, la sua persona.
Da giovane medico nel reparto di Ostetricia e Ginecologia a responsabile di un centro di salute mentale, il dottor Gerini ha condotto una lunga carriera ma a ben vedere ha sempre avuto a che fare con la vita nuova: aiutare una donna a dare alla luce un figlio non è tanto diverso dall’aiutare una madre, una sorella o una moglie a credere che un figlio, un fratello o un marito possano rinascere… che l’alba tra le brume possa sorgere e che la luce possa vincere le tenebre che avvolgono la mente di un uomo.
Una lettura che infonde speranza, suscita profonda commozione e simpatia e induce a riflettere sulla malattia mentale, sulla possibilità di riabilitare i pazienti e sulla necessità di sostenere le loro famiglie.

Antonio Cesare Gerini, medico in pensione, è stato psichiatra al Servizio di Diagnosi e Cura dell’ospedale di Carbonia, co-fondatore del centro di accoglienza “Don Vito Sguotti” a Carbonia, responsabile della comunità protetta pubblico-privata Usl-Aias di Cortoghiana, del Centro di salute mentale e del Dipartimento di salute mentale di Carbonia-Iglesias; attualmente è il presidente dell’organizzazione Albèschida per l’aiuto e il supporto alle attività risocializzanti dei pazienti psichiatrici.

Sue pubblicazioni sono apparse nella rivista trimestrale “Appunti Sparsi” e nella quadrimestrale “Oltre”.

Un murale dedicato a Don Giovanni Diaz, nella piazza Santa Rita di Medadeddu, frazione di Carbonia. Così l’associazione Senso Comune di Carbonia, insieme agli artisti Ielmo Cara e Stefano Masili, ha voluto omaggiare una figura tra le più amate della città di Carbonia per il suo costante ed irreprensibile impegno verso gli altri.

Ricordiamo Don Giovanni Diaz, con l’articolo dell’indimenticabile Don Amilcare Gambella, ed il ricordo dell’Amministrazione comunale di Carbonia, pubblicati nel n° 222 de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Don Diaz ci ha “lasciato”… una grande eredità

La notizia della morte di don Giovanni Diaz è arrivata improvvisa e con grande velocità!

Con il tam tam discreto ed efficace che risuona nel mondo della carità, si è diffusa, portando il dolore del vuoto in quei molti cuori che hanno sempre avuto da Lui sostegno e cura.

Le opere da Lui realizzate dal 1965, data del suo arrivo in città e nel territorio, sono sotto gli occhi di tutti e testimoniano la sua creatività, il suo coraggio, la sua caparbietà nella solitudine, sostenuta dalla Grazia di Dio che non fa vacillare la Speranza, che fa maturare e raggiungere gli obiettivi del cuore.

Sono anche testimonianza di come, dietro quel suo aspetto a prima vista “distaccatamente serio e quasi severo”, brillava una capacità abile e efficace nel coinvolgere le persone avvicinate, tanto da farle diventare protagoniste nei progetti che a macchia d’olio, in una benefica reazione a catena, producono quei frutti di bontà solidale, in quel mondo di povertà ed emarginazione che circonda, ma non riesce a interpellare il perbenismo di tanti.

Il compianto Paolo VI in più di un’occasione ha affermato che il mondo di oggi non ha bisogno di maestri, ma di testimoni, ebbene don Diaz ha saputo incarnare la duplice identità del maestro e del testimone, con quella discrezionalità, spesso silenziosa, ma efficacemente trainante, di chi si rimbocca le maniche, senza paura di contaminazione e di sporcarsi, in modo da essere e rimanere sacerdote oltre il velo del tempio.

Una bella Pastorale che non si apprende solo sui libri, ma si verifica sul campo d’azione, quella Pastorale dell’accoglienza incondizionata, che punta sulla condivisione, la sola capace di costruire la comunità.

«Non si può restare passivi e tanto meno impassibili di fronte alle sofferenze degli altri» (ag) affermano e ribadiscono a piena voce le iniziative da tutti conosciute, tanto da renderne superfluo, anche se doveroso un elenco, l’hanno visto promotore, nuovo “re Mida” nella carità locale, in quanto trasformava in oro il deserto che tutti rileviamo, riscattando i diseredati dall’abbruttimento in cui la vita talora spinge togliendo dignità.

Credo possa far piacere conoscere l’espressione di quel giovane padre che di fronte al sacerdote chiede al figlio “Lo sai chi è questo signore?” «è don Diaz!» dice subito il ragazzo felice di rispondere esattamente alla domanda…«No, Lui è mio babbo, perché devo tutto solo a lui!»

Portare qualcuno ad essere riconoscente indica di per sé l’intenso e profondo lavorio che si può fare in una persona. Non è forse riconoscenza spontanea ciò a cui abbiamo assistito durante il funerale e nelle lunghe ore seguenti in cui, giovani e adulti, hanno cantato, pregato, applaudito…? Può essere altro esempio illuminante quel giovane “maturo e tottu mali cumbinau” che, durante l’omelia del Vescovo, imperterrito e in maniera goffa davanti agli occhi di tutti, si è fatto il segno di croce dopo aver toccato e baciato teneramente la bara…

Amare per primo, amare i più poveri, amare i più deboli, amare i ragazzi… come in una gara di generosità, con uno stile povero e austero, per dare una risposta e un sostegno ai bisogni di tanti, con l’entusiasmo e un coraggio adolescenziale, accompagnato dalla prudenza della maturità.

Per questo non pochi lo sentono parte della loro vita, e riconoscendo la qualità di come abbia speso la sua esistenza, lo indicano non solo come testimone modello, ma anche modello di maestro, perché quelle “maniche di camicia” gli hanno permesso di agire senza paura di sporcarsi, dando lezioni di vita facilmente comprensibili a tutti.

Amilcare Gambella

 

L’Amministrazione comunale di Carbonia lo ricorda e lo ringrazia: «Ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in grave difficoltà»

Il sindaco e l’Amministrazione comunale di Carbonia ricordano con grande riconoscenza Don Giovanni Diaz con una breve nota diffusa subito dopo la prematura scomparsa, nella quale è definito «uomo giusto che ha dedicato la sua vita al servizio delle persone bisognose».

La figura di Don Diaz è in particolar modo legata al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti, istituito nel 1984 (i soci fondatori sono stati nove: Don Giovanni Diaz, Pina Deiana Lai, Antonio Cesare Gerini, Salvatore Marsala, Antonino Favrin, Rita Crisponi, Luigi Uselli, Chiarella Defraia e Rita Maria Grazia Sechi) e da allora orientato all’ospitalità temporanea, all’assistenza morale e materiale, all’aiuto domestico e alla consulenza medico generica e specialistica delle fasce deboli.

Lo spessore morale e umano di Don Diaz è stato apprezzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia, «in particolar modo, nel rapporto di collaborazione con la comunità alloggio di via Mazzini e con il Centro di pronto intervento di Medadeddu, che fanno capo al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti».

Don Diaz è ricordato con affetto dagli studenti dei quali è stato docente, ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in difficoltà: madri nubili, donne in stato di necessità e i loro bambini, uomini e donne prive di sostentamento e di alloggio, che hanno sempre trovato una parola amica, un piatto caldo e un tetto per ripararsi.

«L’Amministrazioneconclude la notasaluta e ringrazia Don Diaz per il suo instancabile operato e per quanto ha fatto per la Città, che lo ricorda come esempio concreto di altruismo e impegno solidale.»

Alcuni anni fa, pur mantenendo tutti gli altri impegni, Don Diaz ha accettato l’invito a prendere il posto di Nico Grillo nella gestione e amministrazione di Casa Emmaus, a Iglesias.

Anche in questa nuova esperienza, si è fatto subito apprezzare per il suo apporto in una realtà tanto delicata ed importante per l’intero territorio e la sua presenza è sempre stata discreta e riservata, di grande rispetto per le figure educative che operano all’interno della comunità terapeutica.

Il suo è stato un sostegno vicino ed affettuoso.

 

Proseguono gli appuntamenti di Spazi di Frontiera, stagione teatrale organizzata tra Sulcis e Medio Campidano da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida, in collaborazione con i Centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias.

Sabato 3 luglio, a Bacu Abis, negli spazi dell’ex scuola elementare di via Gavorrano, alle 19.30, Monica Porcedda de La Cernita presenta lo spettacolo “Albeschida e dintorni” tratto da “Il racconto e la vita” dello psicologo e psicoterapeuta Antonio Cesare Gerini. A seguire l’anteprima di “Rimedius”, che vedrà in scena il gruppo Albeschida, con utenti, volontari ed operatori dei Centri di Salute Mentale di Carbonia e Iglesias, con la regia della compagnia teatrale “Fueddu e Gestu”, per uno spettacolo attorno al tema della cura.

“Rimedius” sarà replicato il 16 luglio. a Fluminimaggiore, poi a Portoscuso, Sanluri, Guasila, San Gavino Monreale, Iglesias e Curcuris.

L’ingresso è gratuito su prenotazione tramite messaggio whatsapp al numero 389 7673106.

Spettacoli, laboratori e incontri animeranno la stagione primaverile ed estiva di Spazi di Frontiera, organizzata da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida  in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias. Il calendario, parte in streaming e parte in presenza, prevede venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche tra aprile e agosto nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, e il Medio Campidano.

Venerdì 11 giugno la Casa del Popolo di Carbonia ospiterà l’appuntamento con “Il racconto e la vita”, libro dello psicologo e psicoterapeuta Antonio Cesare Gerini. «Nel periodo di chiusura per misure anticovid fu messa una catena al cancello da cui passavamo per coltivare i campi limitrofi al Centro di Salute Mentale di Carbonia-Iglesiassottolinea l’autorecampi che coltivavamo da vent’anni dopo aver bonificato il territorio. Da qui è nata una polemica con la USSL e col Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, e in questo momento ho ripensato al mio percorso professionale per trasformarlo in un libro con una serie di episodi di vita.»

Gerini è oggi presidente dell’associazione di Volontariato Albeschida. Medico in pensione, è stato psichiatra al Servizio di Diagnosi e Cura dell’ospedale di Carbonia, co-fondatore del centro di accoglienza Don Vito Sguoti a Carbonia, responsabile della comunità protetta pubblico-privata Usl-Aias di Cortoghiana, del Centro di salute mentale e del Dipartimento di salute mentale di Carbonia-Iglesias. La presentazione del libro, a cura del giornalista Marco Corrias, sarà accompagnata dalle letture di Monica Porcedda.

Fino a settembre proseguiranno per Spazi di Frontiera i Cantieri creativi con Marco Nateri, costumista e scenografo, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta di Sant’Antioco e Monica Porcedda, e andranno in scena spettacoli e incontri.

Il progetto è realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e in collaborazione con I Giardini della Biodiversità di Iglesias, Coordinamento Associazioni di Bacu Abis, Anpi Carbonia, Circuito Cedac, Csc della Società umanitaria Carbonia Iglesias e Fabbrica del Cinema, Libreria Lilith, Asce Sardegna, Casa del Popolo Carbonia, Arte e salute onlus di Bologna, Coop. Sociale Seriana 2000 di Taranto.

Spettacoli, laboratori e incontri animeranno la stagione primaverile ed estiva di Spazi di Frontiera, organizzata da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias. Il calendario, parte in streaming e parte in presenza, prevede venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche tra aprile e agosto nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, ed il Medio Campidano.

Dopo il primo appuntamento dello scorso 24 aprile con “Riccino e Riccetta”, fiabe di Antonio Gramsci per bambini della compagnia Il Crogiuolo, venerdì 30 aprile, alle 19.00, on line dalla pagina Facebook della compagnia La Cernita andrà in scena in diretta da La Fabbrica del Cinema di Carbonia “Le madri”, un omaggio alle Madri costituenti di e con Monica Porcedda e musiche dal vivo di Francesco Manca. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il CSC della Società umanitaria di Carbonia, il Circuito SBIS, l’Anpi Carbonia.

Tra maggio e agosto via ai Cantieri creativi con Marco Nateri, costumista e scenografo, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta di Sant’Antioco e Monica Porcedda, e andranno in scena spettacoli, presentazioni di libri, incontri. Tra questi la presentazione di libro di Luca Mirarchi che racconta il grande lavoro di Casa Emmaus di Iglesias (venerdì 7 maggio a Bacu Abis), lo spettacolo di Albeschida “Rimedius” sul tema della cura nella malattia mentale e a seguire “Il racconto e la vita” di Antonio Cesare Gerini, psicoterapeuta e medico psichiatra a Carbonia, con Monica Porcedda, (venerdì 11 giugno a Sanluri e poi in replica a Portoscuso, Curcuris, Guasila, Fluminimaggiore).

Il cuore di Spazi di Frontiera è Bacu Abis, piccolo centro del Sulcis in una zona ad alto rischio di marginalità per crisi economica, bassa scolarità, disoccupazione e povertà: è qui che La Cernita ha avviato da anni progetti di Teatro sociale per promuovere esperienze artistiche ed educative destinate prevalentemente a bambini, anziani, persone in condizioni di difficoltà. Accanto a La Cernita c’è il lavoro di Albeschida, gruppo nato dentro il Centro di Salute Mentale di Carbonia con l’obiettivo di creare percorsi di inclusione e abbattere lo stigma legato al disturbo mentale.

Il progetto è realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e in collaborazione con I Giardini della Biodiversità di Iglesias, Coordinamento Associazioni di Bacu Abis, Anpi Carbonia, Circuito Cedac, Csc della Società umanitaria Carbonia Iglesias e Fabbrica del Cinema, Libreria Lilith, Asce Sardegna, Casa del Popolo Carbonia, Arte e salute onlus di Bologna, Coop. Sociale Seriana 2000 di Taranto.

Spettacoli, laboratori e incontri animeranno la stagione primaverile ed estiva di “Spazi di Frontiera”, organizzata da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias. Il calendario, parte in streaming e parte in presenza, prevede venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche tra aprile e agosto nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, e il Medio Campidano,

Il primo appuntamento è in programma sabato 24 aprile in streaming dalle 18.00 sulla pagina Facebook La Cernita Teatro: “Riccino e Riccetta”, fiabe di Antonio Gramsci per bambini di e con Rita Atzeri della compagnia Il Crogiuolo e con Marta Gessa e Antonio Luciano; interventi di Riccardo Cardia, presidente dell’Anpi Carbonia, e Laura Pilloni per la libreria Lilith di Carbonia.

Ancora in streaming, in attesa degli appuntamenti dal vivo, venerdì 30 aprile La Cernità presenterà “Le madri”, un omaggio alle Madri costituenti di e con Monica Porcedda e musiche dal vivo di Francesco Manca.

Tra maggio e agosto via ai Cantieri creativi con Marco Nateri, costumista e scenografo, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta di Sant’Antioco e Monica Porcedda, e andranno in scena spettacoli, presentazioni di libri, incontri. Tra questi la presentazione di “Nessun destino è segnato”, libro di Luca Mirarchi che racconta il grande lavoro di Casa Emmaus di Iglesias (venerdì 7 maggio a Bacu Abis), lo spettacolo di Albeschida “Rimedius” sul tema della cura nella malattia mentale e a seguire “Il racconto e la vita” di Antonio Cesare Gerini, psicoterapeuta e medico psichiatra a Carbonia, con Monica Porcedda, (venerdì 11 giugno a Sanluri e poi in replica a Portoscuso, Curcuris, Guasila, Fluminimaggiore).

Il cuore di Spazi di Frontiera è Bacu Abis, piccolo centro del Sulcis in una zona ad alto rischio di marginalità per crisi economica, bassa scolarità, disoccupazione e povertà: è qui che La Cernita ha avviato da anni progetti di Teatro sociale per promuovere  esperienze artistiche ed educative destinate prevalentemente a bambini, anziani, persone in condizioni di difficoltà. Accanto a La Cernita c’è il lavoro di Albeschida, gruppo nato dentro il Centro di Salute Mentale di Carbonia con l’obiettivo di creare percorsi di inclusione e abbattere lo stigma legato al disturbo mentale.

Spettacoli, laboratori e incontri in presenza e in streaming animeranno la stagione primaverile ed estiva di Spazi di Frontiera, organizzata da La Cernita Teatro insieme al gruppo teatro Albeschida. Il calendario è stato pensato con incontri in presenza che potranno eventualmente essere fruibili in streaming: venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche che si svilupperanno tra aprile e luglio nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, ed il Medio Campidano, in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias.

Spazi di frontiera sarà presentato al pubblico sabato 17 aprile: appuntamento alle 18.00, per la diretta streaming sulla pagina Facebook La Cernita teatro, saranno presenti Monica Porcedda, pedagogista e direttrice artistica della stagione, Giovanna Angela Nocco, educatrice del CSM di San Gavino, Sanluri, Carbonia e coordinatrice del Gruppo Teatro Albeschida, Alessandro Montisci, direttore del CSM di Sanluri e San Gavino, Silvia Floris e Jeanne Terese Sanna psichiatre del CSM di San Gavino, Cinzia Crobu, giornalista, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta, Andrea Meloni del Teatro Alkestis, Ivonne Donegani, ex direttrice del dipartimento Salute Mentale di Bologna e socia di Arte e Salute Onlus di Bologna, Antonio Cesare Gerini, presidente e fondatore di Albeschida ed ex responsabile del CSM di Carbonia.

Il cuore di Spazi di Frontiera è Bacu Abis, piccolo centro del Sulcis in una zona ad alto rischio di marginalità per crisi economica, bassa scolarità, disoccupazione e povertà: è qui che La Cernita ha avviato da anni progetti di Teatro sociale per promuovere  esperienze artistiche ed educative destinate prevalentemente a bambini, anziani, persone in condizioni di difficoltà. Accanto a La Cernita c’è il lavoro di Albeschida, gruppo nato dentro il Centro di Salute Mentale di Carbonia con l’obiettivo di creare percorsi di inclusione ed abbattere lo stigma legato al disturbo mentale.

Spettacoli, laboratori e incontri in presenza e in streaming animeranno la stagione primaverile ed estiva di Spazi di Frontiera, organizzata da La Cernita Teatro insieme al Gruppo Teatro Albeschida. Il calendario è stato pensato con incontri in presenza che potranno eventualmente essere fruibili in streaming: venticinque appuntamenti tra spettacoli, performance, letture, presentazioni di libri, laboratori e residenze artistiche che si svilupperanno tra aprile e luglio nel Sulcis, tra Bacu Abis, Carbonia e Sant’Antioco, e il Medio Campidano, in collaborazione con i centri di salute mentale di Sanluri e San Gavino, Carbonia, Iglesias.

Il cuore di “Spazi di Frontiera”, diretto da Monica Porcedda di La Cernita Teatro, è Bacu Abis, piccolo centro del Sulcis in una zona ad alto rischio di marginalità per crisi economica, bassa scolarità, disoccupazione e povertà: è qui che La Cernita ha avviato da anni progetti di Teatro sociale per promuovere  esperienze artistiche ed educative destinate prevalentemente a bambini, anziani, persone in condizioni di difficoltà. Accanto a La Cernita c’è il lavoro di Albeschida, gruppo nato dentro il Centro di Salute Mentale di Carbonia con l’obiettivo di creare percorsi di inclusione e abbattere lo stigma legato al disturbo mentale.

La stagione prenderà il via nel mese di aprile con i primi laboratori dei Cantieri creativi: il 13 aprile a Carbonia con Giampietro Orrù della Compagnia Fueddu e Gestu di Villasor ed il 15 a San Gavino Monreale con Andrea Meloni del Teatro Alkestis. Sabato 17 aprile ci sarà una diretta streaming per la presentazione dei lavori con la direttrice artistica Monica Porcedda.

Venerdì 23 aprile il primo degli spettacoli in calendario: Il Crogiuolo porterà a Bacu Abis, ex scuola elementare, “Riccino e Riccetta, fiabe di Antonio Gramsci per bambini di e con Rita Atzeri. Ancora a Bacu Abis venerdì 30 aprile La Cernità presenterà “Le madri, un omaggio alle Madri costituenti di e con Monica Porcedda con musiche dal vivo di Francesco Manca.

Tra maggio e luglio proseguiranno i Cantieri creativi con Marco Nateri, costumista e scenografo, Maria Giulia Cirronis, psicologa e psicoterapeuta di Sant’Antioco e Monica Porcedda, e andranno in scena spettacoli, presentazioni di libri, incontri. Tra questi la presentazione di “Nessun destino è segnato”, libro di Luca Mirarchi che racconta il grande lavoro di Casa Emmaus di Iglesias (venerdì 7 maggio a Bacu Abis), lo spettacolo di Albeschida “Rimedius sul tema della cura nella malattia mentale e a seguire “Il racconto e la vita” di Antonio Cesare Gerini, psicoterapeuta e medico psichiatra a Carbonia, con Monica Porcedda, (venerdì 11 giugno a Sanluri e poi in replica a Portoscuso, Curcuris, Guasila, Fluminimaggiore).

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Eccomi qui a casa mentre mi esercito… A una certa età, bisogna scoprire se la memoria ti funziona ancora…
Allora ricordiamo…
Quando lavoravo ancora in Asl…circa 9 anni fa…ebbene cosa ti ricordi?
Mi ricordo…mi ricordo…ecco…che ogni anno la dirigenza ci obbligava a fare corsi obbligatori di prevenzione ai possibili incidenti che potevano verificarsi nei luoghi di lavoro…
Questioni elettriche o prevenzione incendi o uscite di sicurezza…Uscite di sicurezza!
Ecco che allora mi sorge la domanda: «I dirigenti attuali li fanno ancora questi corsi? Oppure la direzione sanitaria è esentata dai corsi?»
Ora non ditemi che siccome sono anziano il pensiero mi torna sempre lì…la catena…
Io chiedo…lo chiedo alla direzione sanitaria e siccome è facile che qui non mi legga…
E visto che i dirigenti del dipartimento sono un po’ anchilosati per domandarlo loro…
E visto che di stampa nel nostro territorio poco ne abbiamo, altrimenti l’avrebbero chiesto loro…
Insomma facciamola breve…
Perché secondo lei, direzione sanitaria, lì in quel posto, c’è un cancellone così grande?
L’hanno messo così tanto per dire…facciamo un cancello più grande che ci faccia spendere qualche soldo in più?
No! Quel cancello segna una via di fuga…
Quel cancello è messo apposta perché laddove succedesse un incidente all’interno del cortile dell’ex casa famiglia, un’ambulanza potesse entrare ed accompagnare al pronto soccorso…
Quel cancello permette l’ingresso a mezzi pesanti utili a trasportare materiale che potrebbe servire in determinate situazioni…
Ma quando mai abbiamo visto bloccare un’uscita di emergenza?
Quando mai abbiamo visto bloccare vie di fuga!!!
In realtà lo abbiamo visto nei telegiornali, quando mostravano incidenti e la via di fuga era bloccata e la magistratura acquisiva gli atti…ecco allora l’abbiamo visto!
E lei direzione sanitaria, non ha visto questo?
Ai miei tempi, le direzioni sanitarie andavano a ispezionare i luoghi…oppure avevano collaboratori che segnalassero…
Va bene…avrebbe dovuto segnalarlo la direzione dipartimento salute mentale…
Ma la catena invece doveva impedire altri pericoli…pericoli ben più gravi…
Quello che in quel posto ci potessimo entrare noi…

Antonio Cesare Gerini

Allegate, alcune fotografie risalenti al periodo in cui la “Casa famiglia” operava a pieno regime con eccellenti risultati