19 November, 2024
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E’ stato presentato ieri in Consiglio regionale il 14° volume degli Acta Curiarum sugli atti dei Parlamenti sardi.

«Un lavoro imponente e prezioso condotto con grande rigore scientifico – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau – che ricostruisce una parte importante della nostra storia e rappresenta un contributo essenziale alla consapevolezza comune della identità del popolo sardo. Si tratta di un’opera che le istituzioni regionali mettono a disposizione non solo degli studiosi ma di tutti i cittadini ed il nostro impegno è quello di completare la collana entro la legislatura.»

Il presidente del comitato scientifico, Michele Cossa, ha ricordato che l’iniziativa, avviata nel 1984, «non ha mai avuto alcun intento auto celebrativo ma solo lo scopo di mettere in luce il significato delle istituzioni parlamentari nella storia della comunità regionale, significato che resta di attualità anche nel momento di grandi cambiamenti che stiamo attraversando».

Il prof. Diego Quaglioni dell’Università di Trento, uno degli autori del volume riguardante la storia del parlamento del vicerè Antonio Colona Conte di Elda 81602-1603), ha inquadrato l’azione del parlamento nel contesto storico internazionale. «Siamo in un momento cruciale della storia europea a cavallo fra il ‘500 ed il ‘600 in cui la Spagna si trova ad affrontare uno straordinario sforzo bellico contro l’Inghilterra ma, nonostante questa situazione, il parlamento sardo del tempo svolge una funzione importantissima sotto i profili giuridico e politico».

«E’ di questo periodo – ha aggiunto – la richiesta unanime per l’istituzione di una università in Sardegna, che vedrà la luce più tardi, prima a Cagliari e poi a Sassari; l’aspetto più interessante, però, è che dagli atti parlamentari emerge la capacità dell’istituzione di proporre un modello costituzionale a cavallo fra sovranità ed autonomia, capace di riflettere una società sarda molto viva anche se in un quadro competitivo, non al vertice ma alla base, fra le città ed i corpi sociali intermedi.»

Il prof. Giulio Fenicia dell’Università di Bari, si è soffermato invece sulla impronta moderna del parlamento sardo rispetto ad istituzioni analoghe come quella del Regno di Napoli od altre dell’area mediterranea. «Una modernità che consiste – ha sostenuto – non tanto nel ruolo della Sardegna dell’epoca sul piano militare, piuttosto marginale a causa della scarsità della popolazione e delle risorse finanziarie, quanto per la sua originalità politica, come luogo di confronto e di composizione degli interessi fra le diverse articolazioni della società».

Il curatore del volume, il prof. Giuseppe Doneddu dell’università di Sassari, ha messo l’accento sulla produzione legislativa del parlamento sardo, sia sul piano politico e culturale che, soprattutto economico. «In questa fase storica – ha ricordato – prende corpo una riforma molto innovativa dell’agricoltura con l’alternanza nell’uso dei terreni fra pascolo e cultura dei cereali che andrà avanti fino al ‘900, si inizia la pesca del tonno su scala industriale e si propone al Sovrano la costituzione di una flotta sarda, con il contributo delle altre grandi marinerie del Mediterraneo, proposta che non sarà accolta perché ritenuta attuabile dalla Corona solo a condizione che i costi (allora elevatissimi) venissero sostenuti dalla Sardegna”.

«E’ poi interessante notare – ha concluso – che sullo sfondo emerge una costante competizione fra Cagliari e Sassari, l’università è solo uno degli esempi ma riguarda anche l’individuazione del primato arcivescovile, che attraversa tutto il periodo e si ripresenta ciclicamente sotto forme diverse.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia