21 November, 2024
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E’ stato eseguito venerdì 11 ottobre, nell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, il primo prelievo multiorgano in Sardegna da donatore a cuore fermo controllato. La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del CNT – Istituto Superiore di Sanità – già adottato in diverse Regioni del nostro Paese ed avviato quest’anno anche nella nostra Regione dal Centro regionale trapianti con il supporto dell’assessorato della Sanità della Regione. «Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei trapianti: questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale»

Così l’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, promotore della delibera che ha dato recentemente il via libera all’istituzione del protocollo operativo sul Programma di donazione organi a cuore fermo (DCD).

«La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore. La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’ARNAS Brotzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà». E’ stata la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto ad introdurre per la prima volta in Sardegna il Programma di donazione e prelievo di organi a cuore fermo, con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la direzione generale della Sanità.

La donazione a cuore fermo è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death – DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l’accertamento di morte viene effettuata con criteri neurologici (Donor after Brain Death – DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della c.d. ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

Il lavoro che è stato svolto nel corso della donazione presso l’AOU di Sassari è stato particolarmente impegnativo, in quanto si è trattato di un processo clinico-chirurgico di alta complessità, che ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse presidiate dal coordinamento Locale e tramite la Centrale operativa regionale, dal Centro regionale trapianti.

«Il programma regionale a cuore fermospiega il dott. Lorenzo D’Antonio, coordinatore regionale trapianti – consentirà un sensibile aumento in Sardegna della disponibilità di organi, in particolare fegato e reni, che permetterà di eseguire un numero maggiore di trapianti con conseguente riduzione dei tempi di attesa per i pazienti iscritti in lista affetti da gravissima insufficienza d’organo. Siamo impegnati a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di rendere il nostro sistema regionale di donazione e trapianto sempre più efficiente ed efficace, consapevoli che per ottenere risultati concreti ed importanti sia necessario dotare le nostre strutture dedicate di risorse adeguate indispensabili per poter svolgere un lavoro così complesso ed articolato. La donazione a cuore fermo che ha avuto luogo a Sassari ha concluso Lorenzo D’Antonioè stato il risultato di un bellissimo lavoro di equipe, un esempio di grande impegno e di condivisione, per il quale mi sento di ringraziare in particolare il dott. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, la dott.ssa Paola Murgia ed il dott. Leonardo Bianciardi rispettivamente coordinatrice locale e direttore della Terapia intensiva dell’AOU di Sassari, ma anche tutti i singoli professionisti che hanno partecipato attivamente al processo.»

«Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra aziendaafferma il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano -. Un ringraziamento particolare va al donatore e alla sua famiglia che hanno permesso la realizzazione di questa donazione che salverà la vita ad altri pazienti in lista d’attesa. Sono stati prelevati reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare nel rinnovo della carta d’identità”

Oltre al dott. Leonardo Bianciardi e alla dottoressa Paola Murgia, la direzione generale dell’AOU di Sassari ha esteso i suoi ringraziamenti agli specialisti Ecmo con la dottoressa Stefania Milia medico intensivista, ai cardiochirurghi e perfusionisti guidati da Michele Portoghese, ai cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, agli infermieri di sala operatoria, al team della Clinica urologica diretta dal professor Massimo Madonia, agli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, alla Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, al Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, alla Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, agli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e all’Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu.

 

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Si è costituito nei giorni scorsi il Comitato Promotore Sebadas di Sardegna Igp. Composto da dieci imprese artigiane del settore della pasta fresca, sparse in tutto il territorio regionale, l’organismo ha già inoltrato la richiesta di Indicazione Geografica Protetta al ministero delle Politiche Agricole e alla Assessorato Agricoltura Regione Sardegna. Tra i promotori figurano i maggiori produttori isolani di Sebadas: la pasticceria La casa della nonna di Bolotana, il Laboratorio di pasta fresca e pasticceria di Richard Marci di Cardedu, il pastificio Contini srl di Santa Giusta, il pastificio Calitai di Cagliari, Il pastificio Antonio Cossu srl di Iglesias, la ditta I Sapori d’Ogliastra di Vito Arra, il panificio La fornarina di Marco Orrù di Cagliari, il Biscottificio Demelas di Stintino e La Sfoglia d’Oro di Sassari.

Il disciplinare. Pur essendo realizzate a base di pasta fresca ripiena, le Sebadas – come è noto – si servono e si consumano come dolce. Il disciplinare, che richiama rigorosamente la ricetta classica, prevede varianti minime che si rifanno alla tradizione locale talvolta diversa da comune a comune e sono prevalentemente relative alla tipologia di formaggio utilizzato, agli aromi, alla dimensione e al peso. La ricchezza del patrimonio gastronomico sardo, infatti, non sta solo nella peculiarità di prodotti che non esistono fuori dall’isola, ma anche nelle leggere difformità da zona a zona, a sottolineare l’artigianalità del prodotto e il suo stretto legame con il territorio.

«Da anni lavoriamo a questo progetto e ora, anche grazie al prezioso supporto della CNA Alimentare Sardegna, siamo riusciti a fare quadrato tra imprese e avviare un processo di tutela e valorizzazione di uno dei più caratteristici prodotti sardi, che il resto del mondo ci invidia – dichiara Franco Calisai, presidente del Comitato Promotore Sebadas di Sardegna IGP e titolare del pastificio La Sfoglia d’Oro di Sassari -. Puntiamo a far entrare le Sebadas nell’Olimpo delle eccellenze gastronomiche mondiali, con l’acquisizione di una denominazione che è innanzitutto una tutela per il consumatore, ma anche un modo per sottrarre il prodotto a tentativi di usurpazione del nomeCi dobbiamo ritenere fortunati se al momento ancora nessun pastificio industriale nel resto d’Italia o all’estero ha iniziato a produrre Sebadas, utilizzando la denominazione in maniera impropria, magari per un prodotto di qualità scadente o semplicemente molto diverso».

La produzione di Sebadas in Sardegna. Non ci sono dati ufficiali sulla reale produzione di Sebadas in Sardegna. Sono oltre 250 i pastifici nell’isola e molti di questi producono questa specialità. Ma la regina dei dessert isolani viene spesso realizzata anche nei panifici, nei ristoranti, nelle aziende agrituristiche e nelle pasticcerie, non è quindi facilissimo fare delle stime esatte. La CNA Alimentare Sardegna ipotizza però una produzione complessiva media di 1.625.000 pezzi prodotti annualmente nell’isola, pari a circa 1.300 quintali e oltre 1.300.000 euro di fatturato. Il numero di dipendenti sarebbe invece di circa 150 e quello degli addetti, che comprende oltre ai dipendenti, anche titolari, soci e coadiuvanti, di 250.

«Si tratta di un settore importante che non solo rappresenta un’economia di assoluto rilievo, ma che ha anche enormi potenzialità di ulteriore sviluppo – evidenzia Maria Antonietta Dessì, responsabile CNA Alimentare Sardegna -. Le Sebadas rappresentano l’incontro di tre filiere che da sole reggono l’economia regionale: quella ovina, quella suinicola e quella cerealicola e sono un piatto, unico nel suo genere, che della nostra isola, esprime il meglio della cultura gastronomica locale, tanto più che si sposa con gli aromi degli agrumi e con il miele, anch’esso prodotto d’eccellenza. Puntiamo, dunque, a tutelare il nome di questa straordinaria specialità, ma anche a legarla il più possibile al territorio, valorizzando la materia prima locale e soprattutto il saper fare dei nostri produttori pastai che con sapienza e impegno, rinnovano il patto con la tradizione culinaria regionale che è anche espressione della nostra cultura e della nostra identità

Le Sebadas di Sardegna diverrebbero così il sesto prodotto di pasta alimentare ad acquisire la denominazione europea, dopo la Pasta di Gragnano Igp, i Maccheroncini di Campofilone Igp, i Cappellacci di Zucca Igp, i Culurgionis d’Ogliastra Igp e i Pizzoccheri della Valtellina Igp”.

La certezza è che l’indicazione Geografica Protetta possa aprire la porta ai mercati extraregionali, essere volano per un’economia oggi in forte sofferenza e dare una garanzia di qualità al consumatore.

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In Sardegna stanno diventando sempre più frequenti i casi di malattia da melanoma. Sono circa duecento i nuovi casi registrati annualmente, distribuiti in maniera omogenea su uomini e donne e, nella maggioranza dei casi, si tratta di giovani. Il melanoma rappresenta la seconda neoplasia più diffusa tra gli uomini sotto i 50 anni e la terza tra le donne nella stessa fascia d’età. Multidisciplinarietà, terapia personalizzata, pazienti più consapevoli sono le tre grandi sfide che gli esperti e operatori della salute che si occupano di melanoma si trovano a fronteggiare oggi per offrire ai pazienti colpiti il massimo dei benefici dalle terapie disponibili.

Sarà questo il tema portante del corso “Il paziente con melanoma: individuazione, diagnosi e trattamento precoce di malattia” organizzato dall’Aou di Sassari e che, lunedì 16 dicembre a partire dalle ore 12, si svolgerà nell’aula magna del complesso biomedico di viale San Pietro.

Suddiviso in due sessioni, il corso consentirà di analizzare il modello di governance clinico organizzativa del percorso paziente e la logica di rete. È questo, infatti, il modello organizzativo che raffigura la capacità delle strutture sanitarie di collaborare in modo coordinato per offrire in tempi certi e ragionevoli un’assistenza sanitaria equa e di elevata qualità. Ma un ruolo importante è anche quello svolto dalle associazioni dei pazienti che nel corso in programma lunedì troverà ampio spazio, così come quella relativa alle linee guida predisposte dall’associazione italiana di Oncologia medica (Aiom).

L’inquadramento, la complessità e gli aspetti distintivi della patologia saranno analizzati con attenzione, perché «oggi la medicina – afferma Giuseppe Palmieri, responsabile dell’unità di genetica dei tumori del Cnr di Sassari – si trova davanti ad una vera e propria rivoluzione legata alla migliore classificazione dei diversi tipi di melanoma che possono differenziarsi per le caratteristiche biologiche e cliniche delle lesioni nonché per la risposta alle terapie».

Il corso metterà in luce il fatto che, parallelamente al continuo aggiornamento dell’offerta clinica, il sistema sanitario è chiamato a ripensare i propri modelli di presa in carico per garantire una completa offerta clinico-assistenziale. Un tema che riguarda anche la Sardegna. E Sassari ha messo in campo un approccio multidisciplinare nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente con melanoma.

«Si tratta del percorso diagnostico terapeutico ed assistenziale (Pdta) per la presa in carico del paziente con melanoma o sospetto melanoma – afferma il professore Antonio Cossu, direttore della struttura di Anatomia patologica – che ha permesso la costituzione di un centro di riferimento nell’Aou di Sassari, finalizzato al miglioramento continuo dell’accoglienza e dell’assistenza, con riduzione dei tempi di diagnosi, stadiazione, trattamento e follow-up, basato sull’applicazione nel nostro territorio delle linee guida nazionali sul melanoma dell’associazione italiana di Oncologia medica (Aiom).»

A chiudere l’incontro, sarà una tavola rotonda che affronterà le problematiche cliniche attuali e consentirà di fare un focus sulla diagnosi precoce del melanoma.

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La Scuderia Porto Cervo Racing tra bilanci e progetti. Intervista al presidente Mauro Atzei.

«Nella stagione dedicata ai festeggiamenti per i vent’anni di attività, la Scuderia Porto Cervo Racing continua nella promozione del motorsport a 360° con l’organizzazione di eventi, campagne di educazione stradale, corsi e, non ultimo, supporto ai suoi equipaggi, piloti, udg e soci. Il 2019 sarà un anno ricco di impegni su più fronti, nell’Isola e non solo. Forti dell’esperienza acquisita dal 1999, la Porto Cervo Racing organizzerà una serie di eventi che interesseranno tutte le figure che sono parte attiva della Scuderia. Con Mauro Atzei, confermato per il quarto mandato presidente della Porto Cervo Racing, tracciamo un bilancio e anticipiamo qualche novità di una stagione iniziata sotto i migliori auspici. Il presidente co-pilota tiene ben strette le redini della Scuderia che festeggia i vent’anni di attività tra eventi sportivi, campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, settimana dello sport, giornata del Pilota e Co-pilota e l’attesa 8ª edizione del Rally Terra Sarda in programma in Gallura il 5 e 6 ottobre.»

Possiamo tracciare un bilancio della stagione appena trascorsa?

«E’ stato un anno molto importante, interessante, sia a livello sportivo con i grandissimi risultati dei nostri ragazzi, che dal punto di vista organizzativo con il 7° Rally Terra Sarda-Rally d’Ogliastra nel quale abbiamo avuto una conferma da parte della Federazione, con una valutazione molto alta della manifestazione. Questo significa che tutto ha funzionato alla perfezione, la gara era al massimo sia per quanto riguarda la sicurezza, che dal punto di vista logistico-organizzativo.»

Quest’anno organizzerete l’ottava edizione.

«Il Terra Sarda è un brand importante che porteremo avanti. E’ una gara che manterrà la sua grande rilevanza. L’ottava edizione è prevista per il 5 e 6 ottobre 2019, sarà un rally, come abbiamo deciso, itinerante, e tornerà nella Gallura. Dal nostro punto di vista non ci sono le condizioni per organizzare tanti rally. Negli ultimi dieci anni siamo stati impegnati nell’organizzazione e co-organizzazione di ben diciotto rally, nei quali abbiamo vissuto bellissime esperienze, ma nella situazione attuale, di crisi generale dove i piloti trovano difficoltà a raggiungere i budget per gareggiare, è preferibile organizzare un rally all’anno, ‘ben fatto possibilmente con tanti iscritti’, anziché farne tanti.»

Può anticiparci qualcosa sulla gara?

«Il polo 2019 sarà Arzachena, Tempio, Calangianus, Aglientu, quindi la Gallura, in particolare quella centrale. Le idee ci sono, i percorsi non mancano, quindi faremo un bel rally concentrato, in uno-due giorni, senza lunghi trasferimenti e, soprattutto, con delle belle prove speciali. La gara rimane all’interno di un circuito molto importante, infatti sarà valida sempre come prova di Coppa Italia che ha cambiato nome in Coppa Rally ACI Sport 2019, per il Sardegna Rally Cup, per il Trofeo Italia Clio R3 e per il Trofeo Corri con Clio, sono confermati il Trofeo Marcello Orecchioni e il Trofeo Costa Smeralda. Gara in cui potranno correre anche le WRC.»

Come diceva inizialmente, a livello agonistico, è stato un anno ricco di successi per la vostra Scuderia, ad iniziare dal pilota Maurizio Diomedi.

«Il 2018 è stato ottimo perché i nostri piloti hanno ottenuto due grandi vittorie a livello nazionale quelle di Maurizio Diomedi che con Mauro Turati si sono aggiudicati la Coppa Italia terza zona, e quella di un grande amico Ennio Donato vincitore del Trofeo Italiano Velocità Montagna Sud Gruppo E1 Italia. Ennio è una persona veramente speciale. Maurizio Diomedi, vincitore della Coppa Italia anche nel 2017, è un grande campione in tutto e per tutto, sia all’interno della macchina che all’esterno. E’ vent’anni, ossia da subito, con il Team, è cresciuto come pilota insieme a noi, a parte l’esordio nel lontano 1996 ha fatto tutte le altre gare con la Porto Cervo Racing. E’ un onore per noi avere Maurizio al nostro fianco, persona leale e corretta, nessuno in Sardegna ha vinto quanto lui nel mondo del Rally.

Non sono mancati poi altri grandissimi risultati, come quello di Francesco Tali, la new entry della Porto Cervo Racing, che ha vinto il Trofeo Yokohama. Per essere stato l’anno del debutto come rallista, per lui è un grande riconoscimento a livello nazionale. Sempre nel rally, ci sono state le grandi prove di Michele Liceri navigato da Tore Mendola che hanno affrontato un campionato impegnativo come il Campionato Italiano Rally Terra ben comportandosi tra gli Under 25. Non dimentichiamo Ronnie Caragliu, che ha fatto poche gare, ma nel rally di Frosinone ha confermato il suo valore vincendo la classe, il terzo posto mio e del mio amico Dino Caragliu al Rally Costa Smeralda Storico.

Purtroppo non è stato un anno particolarmente fortunato per Vittorio Musselli, ma saprà sicuramente rifarsi nel 2019. Vorrei citare e meritano tanto spazio che vorremo dedicare nel 2019 per il grande lustro che hanno dato nel 2018 al team Vanni Pileri, Sandro Locci, Alessandro Murgia, Gian Battista Conti, Marco Canu con Carlotta Piras, Gianni Coda, Roberto Cocco con Sergio Deiana, Gianni Deriu con Simona Pileri, Santino Ruzittu con Tomaso Degosciu, Giovanni Ferreri con Paolo Bacciu, Gianluca Leoni, Marco Murranca, Antonio Pirina con Fabio Atzeni, Fabrizio Pittorru, Fabio Salis, Salvatore Musselli, Tonino Mulas con Piergiorgio Ladu, Giuliano Tilocca, Nicola e Giovanni Sanna, i fratelli Frau, Paolo Manconi con Danilo Mereu che, alcuni hanno fatto delle belle gare vincendo la classe, altri non proprio fortunati sono sicuro che si rifaranno nel 2019. Un plauso nella velocità in salita oltre a Ennio Donato va a Mario Murgia che ha disputato sola una gara nel 2018, ma in questa stagione riprenderà a correre con una certa frequenza. Negli auto slalom Gianfranco Ladu portacolori del Team ha conquistato grandi risultati, importante presenza anche quella di Andrea Sedda. Infine, e non da meno è stato il grande supporto di chi non ha corso ma ha dato una grande mano al team nell’organizzazione degli eventi come Gabriele Angius, Fernando Buscarino, Giuseppe Casu, Giorgio Cellino, Gerolamo Deiana, Antonio Digosciu, Walter Ferrero, Francesco Frau, Marco Pirredda, Roberto Pisano, Aline Primiterra, Alessandro Spezzigu, Sebastiano Sotgiu, Francesco Tessuti e Tonino Uscidda.»

Fra i vostri portacolori ci sono dei giovani che meritano grande attenzione.

«Sicuramente Michele Liceri navigato da Tore Mendola, ha dimostrato di essere tra i migliori giovani in Italia nel campionato italiano rally terra. Non era facile affrontare un campionato così importante come quello su terra, Michele ha dimostrato di avere le basi per fare qualcosa di veramente importante. Abbiamo puntato tantissimo sui giovani, anche Gianni Deriu ha partecipato a diverse gare con non molta fortuna, potrà comunque dimostrare nel 2019 il suo talento. Poi ci sono gli altri giovani che, seppur non facendo parte direttamente della Porto Cervo Racing, sono stati ‘adottati’ dal Team come Tommaso Ciuffi e Nicolò Gonella. Secondo il mio punto di vista, saranno dei futuri campioni a livello nazionale. Tra i nostri portacolori, non possiamo non parlare di Fabio Salis che ha fatto un anno al top. E’ un navigatore con un’esperienza notevole, ha letto le note in diverse gare nel campionato del mondo rally, e anche lui ha dimostrato di essere un giovane con delle capacità proiettate al futuro molto importanti. Nonostante la sua giovane età, ha un’esperienza importante e lo considero tra i migliori navigatori in Sardegna, molto promettente a livello nazionale. Tra i giovani vorrei citare anche Tonino Mulas, sempre presente in tutti gli eventi motoristici, si è dimostrata una persona veramente speciale.»

In tema di premi e riconoscimenti, sono stati diversi i vostri portacolori che hanno ricevuto i benemeriti da parte del CONI.

«Abbiamo ricevuto dei riconoscimenti in tutta la Sardegna: Maurizio Diomedi per quanto riguarda la provincia di Sassari, Gianluigi Coda e Sergio Deiana in Ogliastra per il grande lavoro svolto all’interno della Scuderia, il comune di Porto Torres ci ha consegnato una targa per il grande lavoro svolto dal Team e devo ringraziare Gianluca Leoni che ha fatto bene in una gara molto importante come il Rally Italia Sardegna valido per il Campionato Mondiale, Gianluca è una persona con dei valori molto importanti, non solo sportivi.»

Fra i soci della vostra scuderia ci sono numerosi UDG, sia in Gallura che in Ogliastra.

«Tra i tanti portacolori della Scuderia, volevo fare un plauso ad Alessandro Murgia, pilota di Urzulei. Alessandro rappresenta un’ala importante della Porto Cervo Racing che sono gli ufficiali di gara, un bel gruppo, perché nella Porto Cervo Racing non ci sono solo piloti e navigatori, ma c’è anche il gruppo degli ufficiali di gara della Gallura e dell’Ogliastra nel quale Alessandro Murgia è uno dei leader insieme a Giuseppe Albai, da evidenziare che fra gli udg si è formato il gruppo dei verificatori (tecnici e sportivi), tra questi Elena Demartis, Ivan Lupo, Gian Pietro Piredda, Fabiola Floris e Roberta Pitturru. Poi c’è anche il gruppo degli allestitori da Luca Aisoni, Antonio Cossu, Fabio Gentile a Marcello Coda e Alessandro Pompei che ci consente di organizzare delle belle gare, la segreteria da Sandra Medda, Paolo Fiori, Federica Marras, Silvia Matzedda a Anna Rita Deiana e Daniela Usai che oltre ad aver curato in modo molto professionale in questi anni l’ufficio stampa rappresenta una persona importante per il team, così come Marzia Tornatore, persona veramente speciale, attenta e precisa esperta del mondo dei motori, rappresenterà il punto di riferimento nel 2019 dei piloti e co-piloti, spetterà a lei curare l’ufficio stampa. Ringrazio tutti gli associati e i ragazzi che fanno grande il Team, con lo spirito giusto di chi vuole partecipare e divertirsi.»

A proposito di divertimento e soddisfazioni, in veste di navigatore ha condiviso il terzo gradino del podio del Rally Internazionale storico Costa Smeralda con il vicepresidente Dino Caragliu.

«Sì, ricordo con piacere il podio conquistato con Dino. Siamo stati i primi piloti sardi all’arrivo. Non era facile, sono contento per me, ma soprattutto per Dino che dopo nove anni ha ripreso a correre e ha dimostrato di avere un grande piede sull’asfalto, mentre sappiamo che la terra è il fondo a lui più congeniale.»

Dall’agonismo parliamo di sociale. L’attività occupa sempre un ruolo molto importante nella Porto Cervo Racing.

«E’ stata una stagione importantissima anche per l’attività sociale, per la campagna sulla sicurezza stradale curata da Sandra Medda. Abbiamo lavorato tantissimo con i giovani, nelle varie scuole, cercando di trasmettere quei valori importanti di crescita per i nostri ragazzi. Tutti questi elementi verranno ripresentati nel 2019.»

Qualche anticipazione sugli eventi che organizzerete per il ventennale?

«Per festeggiare il ventennio sono previsti diversi eventi ad iniziare dal 4 al 5 maggio con la manifestazione “Centro Sardegna Minikart” da svolgersi a Bono, in provincia di Sassari, rivolta ai giovanissimi che potranno approcciarsi a questa specialità. A fine settembre è prevista, da parte del comune di Arzachena, la realizzazione della Settimana dello Sport rivolta a tutte le Associazioni nella quale la Porto Cervo Racing proporrà la 5ª Campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. Sono previste altre due iniziative importanti, la Giornata del Pilota e Co-pilota, un incontro per migliorare la stesura note e guida sportiva, e un evento dedicato alle associazioni di diversamente abili che da anni collaborano con il Team. Non mancherà l’attesissima 8ª edizione del Rally Terra Sarda in programma il 5 e 6 ottobre dove sono previsti tutta una serie di eventi collaterali.»

Ripercorrendo la storia del vostro Team, cosa vede?

«Nella nostra scuderia, sono transitati quasi tutti i piloti e i navigatori che orbitano nel settore automobilistico della Sardegna. Dalla Porto Cervo Racing sono nate tantissime altre realtà, molto belle, importanti, e la festa che organizzeremo quest’anno vuole essere la ‘festa di tutti’, perché i vent’anni vanno festeggiati con chi ha fatto un percorso importante con noi in tutti questi anni. Tutte le persone che hanno contribuito a far crescere la Porto Cervo Racing saranno invitate alla festa per onorare questo grande Team.»

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C’è anche l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari tra le aziende che, grazie ai fondi resi disponibili dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) con il 5 per mille, parteciperanno ai sei progetti speciali dedicati allo studio delle metastasi. L’Aou di viale San Pietro, assieme all’unità di Genetica dei tumori dell’Icb-Cnr di Sassari, fa parte di un’unità di lavoro che vede capofila l’Azienda ospedaliera universitaria senese. Il progetto, che avrà la durata di sette anni, destina per le attività da svolgere a Sassari circa 2,2 milioni di euro.

Lo studio parte dal dato che, come spiegato nei giorni scorsi da Airc, «numerosi pazienti colpiti da melanoma, mesotelioma o glioblastoma in forma avanzata non rispondono all’immunoterapia, ovvero alle cure che stimolano le nostre difese ad attaccare il cancro». Il programma, ha illustrato nei giorni scorsi Michele Maio, direttore del centro di immuno-oncologia dell’Aou senese, «punta a potenziare l’effetto dell’immunoterapia con l’utilizzo di farmaci che aumentino il riconoscimento delle cellule tumorali da parte del sistema immunitario». Si studierà quindi il ruolo di specifiche alterazioni del Dna che favoriscono il fenomeno delle metastasi, mentre il sistema immunitario non rileva le cellule tumorali e diminuisce l’efficacia clinica dell’immunoterapia.

«La nostra azienda – ha detto Antonio Cossu, dirigente dell’unità operativa complessa di Anatomia Patologia diretta da Francesco Tanda – sarà coinvolta nella classificazione patologica dei prelievi di tessuti da sottoporre ad analisi molecolare. I tessuti potranno essere sottoposti anche a micro-dissezioni che consentiranno l’analisi molecolare anche di singole cellule neoplastiche. Per questo studio arriveranno a Sassari circa 2,2 milioni di euro.»

Questa attività si inserirà in quella più ampia che sarà svolta in stretta collaborazione con l’unità di Genetica dei tumori del Cnr di Sassari diretta da Giuseppe Palmieri. Un lavoro che, attraverso lo studio genetico, punterà a sviluppare i marcatori di risposta e resistenza all’immunoterapia. Si rinnova, così, la forte collaborazione tra Aou e Cnr che da anni, con i loro professionisti, collaborano in attività di studio e ricerca.

A livello nazionale il nuovo ‘Programma Speciale 5 x 1.000 dedicato allo studio delle metastasi‘, promosso dall’Airc, mette in campo sei studi inediti. Vengono previsti oltre 14 milioni di euro di investimento all’anno per 7 anni e saranno impegnati oltre 200 scienziati in tutta Italia. Un investimento importante considerato il fatto che il 90 per cento delle morti per cancro – fa sapere l’Airc – è provocato dalle metastasi, uno dei maggiori problemi a oggi irrisolti per la cura della malattia.

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La SLS (SOTZIEDADE PRO SA LIMBA SARDA), fondata a Cagliari nel 1987, ha svolto negli anni diverse attività in favore della lingua sarda e della sua ufficializzazione: seminari, conferenze, dibattiti, con la collaborazione di illustrissimi studiosi, dai compianti E. Blasco Ferrer e H.J. Wolf ai tuttora prolifici studiosi M. Pittau, M. Contini, P. Fernandez Rei ed altri.

L’attuale presidente della SOTZIEDADE PRO SA LIMBA SARDA, di cui sono stati presidenti anche il prof. Massimo Pittau e lo scrittore Antonio Cossu, è Diegu Corràine, studioso di lingua sarda, traduttore e editore.

La SLS ha al suo attivo, negli anni, con conferenze e campagne mediatiche, la promozione di:

– una norma scritta unitaria e ufficiale per la lingua sarda;

– l’uso del sardo in ogni ambito comunicativo, nella società e nel territorio;

– una rete di attivisti per il sardo riuniti in GAL (Gruppi di Azione Linguistica), piccoli gruppi o individui che si impegnano a diffondere e promuovere l’uso del sardo in ogni realtà locale o di lavoro;

– un dizionario generale del sardo normativo e delle varietà locali, la cui compilazione è in corso.

Una delle ultime iniziative è il Premio Max Leopold Wagner per la lingua sarda, che già da tre edizioni ha premiato tesi di laurea in lingua sarda. Sono da segnalare anche la pagina Facebook “Amigos de sa Limba Sarda Comuna” che ha raccolto più di 1500 adesioni e decine di testimonianze di appassionati ed esperti di lingua sarda.

Di particolare importanza il MANIFESTU DE SA LIMBA SARDA, in 10 punti di sintesi sul presente e futuro del sardo, tradotti in decine di lingue, internazionali e nazionali minoritarie, pubblicato in Internet sempre dalla SLS.

Presso l’Università a Nuoro, la SLS ha un suo Ufìtziu de sa Limba Sarda, al servizio di professori e studenti.

Al fine di fare il punto sull’attuale situazione linguistica (e sociolinguistica) in Sardegna e lanciare la campagna di adesioni per il 2018, è convocata una conferenza stampa per mercoledì 15 novembre 2017, alle ore 11.00, presso il Palace Hotel Mariano IV di Oristano.

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Il bilancio sui 29 punti monitorati da Goletta Verde lungo le coste della Sardegna dal 15 al 18 giugno è molto positivo. I risultati sono stati presentati questa mattina ad Alghero. Su un totale di ventinove punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde cinque presentavano valori di contaminazione elevata: nel mirino finiscono ancora una volta le foci di alcuni fiumi e corsi d’acqua. Punti critici che in alcuni casi Legambiente segnala da anni sui quali è necessario una immediata verifica da parte delle autorità preposte.

È questo il bilancio del monitoraggio svolto in Sardegna dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al sostegno del CONOU – Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici Aquafil, Novamont, Nau. L’istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa ad Alghero da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde; Luciano Deriu, Direttivo Legambiente Sardegna e Roberto Barbieri, Responsabile Mare di Legambiente Sardegna e presidente di Legambiente Alghero, alla presenza di Raniero Selva, Assessore all’Ambiente del comune di Alghero ed Antonio Cossu, segretario regionale sindacato medici italiani.

Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente tra 15 e il 18 giugno 2017) prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. I punti che sono stati giudicati “fortemente inquinati” o inquinanti rientrano proprio in questa casistica. Si tratta dei campionamenti effettuati alla foce del ruscello Modolo in località Turas di Bosa e alla foce del corso d’acqua presso via Garibaldi a San Giovanni di Alghero (punto quest’ultimo che riceve lo stesso giudizio per il terzo anno consecutivo). Stesse criticità riscontrate per i monitoraggi effettuati in prossimità della foce del Rio Fodeddu a Tortolì (Og) e alla foce del Riu Mannu a Portixeddu di Fluminimaggiore (che lo scorso anno fu giudicato “inquinato”). Ricevono il giudizio di “inquinato” anche le acque prelevate alla foce del Rio Cuggiani a San Pietro a Mare, nel comune di Valledoria.

Molto da fare, invece, sul fronte dell’informazione ai bagnanti. La cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, nonostante da tre anni sia scattato l’obbligo per i Comuni costieri di apporre pannelli informativi circa la qualità delle acque. Rispetto ai 29 punti monitorati dai tecnici, soltanto in tre i tecnici hanno potuto riscontrare la presenza di questi cartelli che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi quattro anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa.

«Il nostro è un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni – spiega Serena Carpentieri, Portavoce di Goletta Verde -. Il nostro obiettivo non è fermarsi alla semplice denuncia, ma avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Il mare della Sardegna conferma un buono stato di salute, con tutti i prelievi eseguiti in corrispondenza delle spiagge che rientrano nei limiti previsti dalla legge. Diversa però la situazione per quanto riguarda fiumi e canali che arrivano in mare. Si tratta di criticità già segnalate da anni sulle quali occorre intervenire subito.»

La salute dei nostri mari è sempre più a rischio a causa della maladepurazione, dei rifiuti galleggianti e spiaggiati e delle continue illegalità ambientali, che seguitano a sfregiare coste e territori italiani. Un assalto che non si ferma, come dimostrano i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente sul mare illegale basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto: la Sardegna con 910 infrazioni accertate (il 5,8% a livello nazionale) 1367 persone denunciate e arrestate e 162 sequestri effettuati si piazza all’ottavo posto nella classifica italiana del mare illegale e in coda alla classifica per km di costa con 0,5 infrazioni/km. Un dato in leggero calo rispetto allo scorso anno. Una riduzione generalizzata a livello nazionale dovuta soprattutto alla forza deterrente della nuova legge sugli ecoreati che colpisce soprattutto inquinamento e disastro ambientale.

«Il primato della Sardegna deve continuare ad essere quello del mare pulito – dichiara Marta Battaglia, Direttore Legambiente Sardegna –. Per questo motivo, insieme a Goletta Verde, vigiliamo sui casi di insufficiente depurazione dei reflui anche in collaborazione, da qualche anno, con Abbanoa e vogliamo spronare le amministrazioni a fare di più, anche per individuare scarichi illegali in mare e lungo i fiumi. Chiediamo ai Comuni interessati di cogliere questa occasione per aprire un tavolo di confronto su questo tema, studiando e pianificando durante tutto l’anno proposte di miglioramento e la messa in campo di strumenti efficaci per contrastare questi fenomeni che, anche se isolati, continuano a minacciare la salute del mare. Appello che ovviamente estendiamo alla Giunta Regionale affinché venga ulteriormente migliorato il sistema della depurazione.»

«I risultati di Goletta Verde ci lasciano sicuramente soddisfatti, ma se negli stessi punti si riscontra da anni una criticità è evidente che c’è qualche problema che va approfondito e risolto al più presto, coinvolgendo nella ricerca delle responsabilità sia i comuni costieri che dell’entroterra – dichiara Roberto Barbieri, Responsabile mare di Legambiente Sardegna e presidente di Legambiente Alghero -. Non è, inoltre, più tollerabile l’assenza di cartelli informativi sulla qualità delle acque. L’accesso all’informazione è un diritto di cittadini e turisti e un dovere per le autorità competenti e per tutti i comuni costieri, cosi come previsto dalla normativa sulla balneazione. Ad di là dei cartelli sulle spiagge, ai tanti turisti che arrivano in Sardegna è opportuno dare maggiori informazioni sullo stato della balneazione locale, ruolo che potrebbero svolgere con facilità gli info-point turistici già esistenti.»

Tornando ai dati del dossier Mare Monstrum, tra le tipologie di reato in Sardegna spiccano quelli legati all’insufficiente depurazione e agli scarichi inquinanti: 290 le infrazioni accertate con 419 denunce e 77 sequestri. A seguire i reati legati al ciclo del cemento lungo la costa (237 quelli accertati nell’ultimo anno, con 501 persone denunciate e 56 sequestri effettuati) e quelli i legati alle violazioni al codice della navigazione (228 accertati, 242 persone persone denunciate) e infine la pesca di frodo con 155 infrazioni accertate, 205 persone denunciate e 24 sequestri (24.604 kg i prodotti ittici finiti sotto sequestro).

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo, anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 33 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 95% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. In Sardegna, nel 2016, il Consorzio ha raccolto 3.460 tonnellate di oli usati. «La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese».

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN SARDEGNA*

*prelievi effettuati tra il 15 e il 18 giugno 2017 PV

COMUNE

LOCALITÀ

PUNTO

GIUDIZIO

CARTELLI INFORMATIVI**

SS

Sassari

Argentiera

Spiaggia Argentiera

Entro i Limiti

No

SS

Castelsardo

Lu Bagnu

Spiaggia Lu Bagnu

Entro i Limiti

Si

SS

Valledoria

San Pietro a mare

Foce Rio Cuggiani

Inquinato

No

OT

Trinità d’Agultu

Isola Rossa

Spiaggia Isola Rossa

Entro i Limiti

No

OT

Santa Teresa di Gallura

Rena Bianca

Spiaggia Rena Bianca

Entro i Limiti

No

OT

Arzachena

Cannigione

Spiaggia Cannigione fronte foce canale

Entro i Limiti

No

NU

Budoni

Marina di Porto Ottiolu

Spiaggia a destra del porto

Entro i Limiti

No

NU

Siniscola

Foce Rio Siniscola

Entro i Limiti

No

OT

S. Teodoro

Cala d’Ambra

Spiaggia Cala d’Ambra fronte foce

Entro i Limiti

No

NU

Posada

S. Giovanni

Spiaggia S. Giovanni

Entro i Limiti

No

NU

Dorgali

Cala Gonone

Spiaggia Cala Gonone

Entro i Limiti

No

OR

Oristano

Marina di Torre Grande

Foce canale di stagni di Cabras

Entro i Limiti

Si

OR

Cuglieri

Borgata S’Archittu

Spiaggia Borgata S’Archittu

Entro i Limiti

No

OR

Tresnuraghes

Porto Alabe

Spiaggia fronte rio Jana

Entro i Limiti

No

OR

Bosa

Bosa Marina

Foce fiume Temo

Entro i Limiti

No

OR

Bosa

Turas

Foce ruscello Modolo

Fortemente Inquinato

No

SS

Alghero

Maria Pia

Spiaggia Maria Pia

Entro i Limiti

No

SS

Alghero

San Giovanni

Foce corso d’acqua presso via Garibaldi

Fortemente Inquinato

No

OG

Tortolì

Foce Rio Foddeddu

Fortemente Inquinato

No

OG

Lotzorai

Iscrixedda

Spiaggia fronte Rio Girasole

Entro i Limiti

No

OG

Baunei

Santa Maria Navarrese

Spiaggia centrale S.M.Navarrese

Entro i Limiti

No

SU

Fluminimaggiore

Portixeddu

Foce Riu Mannu

Fortemente Inquinato

No

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La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito oggi il ciclo di audizioni sulla riforma delle rete ospedaliera ascoltando i rappresentanti sindacali dei medici e degli infermieri.

A nome dell’associazione di categoria dei primari, Enrico Giua ha affermato che «la nuova rete è indispensabile ma dalla proposta manca il piano sanitario ed è una lacuna significativa perché le strutture non sono altro che gli strumenti con i quali si garantisce il diritto alla salute». «La rete – ha poi osservato – prevede il ridimensionamento di alcune realtà che non appare supportato da una puntuale ricognizione dei bisogni».

Per gli anestesisti rianimatori, Cesare Ghisu ha messo l’accento sulla centralità della medicina d’urgenza, «l’unica che può garantire equilibrio ed efficienza al sistema ma, su questo punto, c’è ancora incertezza sul dimensionamento della nuova Agenzia Areus».

Luigi Maxia, rappresentante della Cimo, ha sottolineato la necessità di definire al più preso il protocollo d’intesa fra Regione ed Università, anche perché «il precedente risale al 2004 ed è rimasto in larga parte inapplicato; la situazione attuale, inoltre, presenta molte contraddizioni perché da un lato si punta alla riduzione delle strutture complesse e dall’altro si moltiplicano le assegnazioni di incarichi di facente funzioni». «Chiediamo di essere coinvolti in questi processi – ha aggiunto Maxia – perché riteniamo che ci sia da correggere uno spostamento dalla sanità pubblica a quella privata mentre, nel vuoto di programmazione, molti commissari stanno bypassando le selezioni assegnando numerosi incarichi ad interim».

L’accesso di autonomia dei commissari nell’attuale fase di transizione è stato al centro anche dell’intervento di Maria Laura Boi della Uil-Sanità, secondo la quale «l’accesso di discrezionalità di percepisce soprattutto nella gestione delle risorse umane».

Per Antonio Cossu, del sindacato dirigenti medici, «la ratio della riforma è condivisibile ma ci sono alcuni aspetti da migliorare a partire dalla capacita dei due hub, Cagliari e Sassari, di assicurare lo stesso livello di prestazioni; sotto questo profilo Sassari è troppo al di sotto degli standard minimi, anche rispetto al dato nazionale». Inoltre, va fatta una riflessione anche sul dimensionamento del Mater Olbia, «dove originariamente erano state ricollocate alcune specialità pediatriche per la presenza del Bambin Gesù di Roma; ora che questa presenza è venuta meno, occorre riesaminare il problema, tenendo presente che la sede naturale di queste specialità è l’Azienda universitario-ospedaliera di Sassari».

Presentando la posizione dell’Anaoo, Susanna Montaldo ha dichiarato che «la riorganizzazione funziona solo se ben programmata con chi conosce il territorio». La Montaldo ha poi criticato la proposta di riforma perché, a suo giudizio, «prevede tagli nei posti letto per gli acuti nel pubblico a favore del privato e, in assenza di atti aziendali, nelle Asl si assiste alla moltiplicazione di incarichi e strutture».

L’esponente sindacale ha richiamato inoltre l’attenzione della commissione sull’impatto che potrebbe avere sul sistema sanitario sardo il nuovo programma nazionale H16 (con cui si introducono sinergie fra le varie componenti dell’assistenza sanitaria 16 ore al giorno su 24 per ridurre gli accessi impropri nelle strutture di pronto soccorso).

«Quando partirà questo programma – ha osservato – molti pazienti andranno all’ospedale nelle ore coperte dal servizio ed allora sarà necessaria una presenza forte dell’Areus, che ancora non c’è.»

Per quanto riguarda gli infermieri, il segretario regionale dell’Ipasvi, Graziano Lebiu, ha detto fra l’altro che «la riforma è condivi bile ma è assolutamente urgente lo sblocco del turn-over del personale perché in tutte le Asl c’è una situazione di emergenza e gli operatori non riescono più a coprire i turni di servizio».

Infine gli psicologi. La presidente dell’ordine regionale Angela Quaquero ha ricordato che «tutto gli studi scientifici dimostrano l’importanza crescente della psicologia ospedaliera, come strumento di miglior gestione del sistema e di risparmio di risorse; chiediamo quindi il riconoscimento della nostra presenza in ogni presidio sanitario».

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

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Sabato 10 ottobre nella sede dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, si è svolta l’Assemblea annuale che ha visto anche quest’anno numerosi ospiti, tra i quali il presidente regionale Agnese Delogu, che ha presieduto la riunione. Ad animare l’incontro, sono intervenuti, esprimendo parole di compiacimento per il lavoro svolto dal presidente cavalier Modesto Melis e dai soci della sezione di Carbonia: il commissario di Pubblica Sicurezza e vice-questore di Carbonia, dott.ssa Maria Gabriella Comi; il colonnello Orazio Sechi, vice comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada; il vice sindaco ed assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, prof.ssa Maria Marongiu; il presidente della sezione A.N.P.S. di Carbonia, dott. Luciano Arus; il presidente dell’A.N.P.d’I. sezione Carbonia Iglesias, Antonio Cossu; il vice presidente dell’A.N.C. sezione di Iglesias, Guglielmo Vivona; il vice presidente della sezione A.N.M.I.G. di Cagliari, Maria Luisa Boi; il generale Angelo Mura del 151° Reggimento Brigata Sassari. Il presidente Modesto Melis nella sua relazione ha raccontato quella che è stata l’attività della Sezione, elogia il lavoro dei nuovi soci nel rappresentare l’A.N.M.I.G. nella manifestazione “Monumenti Aperti” e nelle varie cerimonie. Ha narrato della sua storia nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen descritta nel libro “L’animo degli offesi” che da quasi tre anni viene divulgato in numerose scuole di tutta la Sardegna, con grande partecipazione degli studenti.

Durante l’Assemblea, i presidenti dell’A.N.M.I.G. Modesto Melis e dell’A.N.P.d’I. Antonio Cossu hanno scambiato le medaglie in segno di fratellanza tra le due sezioni, in quanto il presidente dell’A.N.M.I.G Modesto Melis, essendo stato paracadutista nel periodo della guerra, è iscritto anche alla sezione A.N.P.d’I. Antonio Cossu, con grande commozione, ha consegnato a Modesto Melis anche il distintivo dei parà con il grido “parà” e risposta “Folgore” fatta da tutti i numerosi partecipanti. Il presidente regionale dell’A.N.M.I.G Agnese Delogu ha consegnato una pergamena a tutti coloro che hanno contribuito a divulgare direttamente o indirettamente la storia dei soci dell’A.N.M.I.G. in occasione della manifestazione Monumenti Aperti, svoltasi a Carbonia il 2 e 3 maggio 2015: Giada Marrone, Gabriella Leone, Federico Cocco, Gabriella Cadoni, Elvira Todde, Terezia Csendes e, infine, Elisabetta Pisu, vedova Delogu, per la sua costante partecipazione e… per i dolci che prepara in occasione di ogni assemblea.

Il presidente Modesto Melis, infine, ha consegnato una targa al cavaliere Casimiro Fois, socio storico sempre presente ed impegnato nell’attività della sezione, per i suoi 98 anni appena compiuti. Sono state consegnate inoltre le medaglie dell’A.N.M.I.G. all’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Iglesias nella persona del vice presidente Guglielmo Vivona, all’Associazione Nazionale Polizia di Stato Sezione di Carbonia al presidente Luciano Arus.

Al termine, l’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2014 e quello di previsione 2016.

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