18 July, 2024
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Li ha lasciati all’ingresso del museo della Tonnara, forse colto da un senso di rimorso ma, probabilmente, con l’intenzione di restituire al paese un pezzo della sua storia più antica. Un’anfora di epoca romana, alcuni piatti, tazze, una brocca di epoca post medioevale sono gli oggetti che un anonimo ha lasciato nei giorni scorsi davanti all’ingresso del museo di via Lepanto.

Erano avvolti in stracci, alcuni erano adagiati in cassette di plastica mentre il pezzo più grande, l’anfora vinaria, lasciava intravedere soltanto il lungo piede. Sopra alcuni reperti un foglio bianco, un post-it con scritto sopra “reperti Pelosa”, per far sapere dove – chissà quando – fossero stati trovati. Su tutti le tracce inconfondibili del mare che ha lasciato segni di stratificazione.

Così, davanti all’ingresso del Mut li ha ritrovati il personale del museo che ha subito presentato una denuncia sia alla Soprintendenza archeologica e delle belle arti, paesaggio della provincia di Sassari e Nuoro sia al comune di Stintino.

Un totale di dodici pezzi. Un’anfora romana, dalle prime stime, presumibilmente del periodo compreso tra il primo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo, quindi, sempre dalle prime ipotesi degli esperti del Mut, piatti e vasellame tipici di mense e di cambuse di navi di epoca post medioevale.

La notizia di questo ritrovamento è stata data al Museo sabato scorso, in occasione della conferenza “Mar Tirreno, incontri tra sponde opposte e storie diverse” che ha visto la partecipazione del soprintendente della provincia di Sassari e Nuoro Francesco Di Gennaro.

E così, a due anni dalla prima “donazione” quando, sempre all’ingresso del museo, erano stati fatti ritrovare numerosi resti archeologici, tra i quali spiccavano un’ancora in piombo del periodo romano e un pezzo, presumibilmente, di un sarcofago che portava in rilievo l’immagine di una Vittoria alata, adesso nuovi reperti vengono restituiti al patrimonio pubblico.

«Il museo di Stintino è anche questo – ha commentato il sindaco Antonio Diana – ci sta facendo riscoprire la storia antica di questo territorio. E ancora, muove le coscienze e fa restituire al patrimonio comune questi oggetti.»

Questo tipo di gesti, quindi, «possono servire a far capire che portare via dai luoghi questi reperti è sbagliato – ha detto il soprintendente Francesco Di Gennaro – si tratta di mezzi di conoscenza che devono essere raccolti con metodi scientifici e contestualizzati nell’ambito del loro ritrovamento».

Il museo della Tonnara, così, si caratterizza per essere un presidio istituzionale in grado di svolgere un ruolo educativo. «È la seconda volta che portano reperti archeologici al museo – ha aggiunto la direttrice Esmeralda Ughi – le persone si rendono conto che il museo è un’istituzione pubblica e assumono la consapevolezza che questi oggetti sono beni pubblici e devono essere restituiti alla collettività».

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«Oggi abbiamo compiuto un gesto importante, siamo usciti dalle nostra case, dalle nostre parrocchie, dai nostri Comuni per andare in un luogo che segna e trasmette il senso dell’unità e dell’appartenenza reciproca. Qui davvero Maria, che ci sta accanto ricordandoci il cammino, è la Vergine della difesa. Il mio invito è che possiamo cooperare reciprocamente, perché il territorio viva un cammino interiore rinnovato». Così l’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba si è rivolto ai tanti fedeli, stintinesi e non solo, che ieri si sono ritrovati nella piccola chiesa di Cala d’Oliva, sull’isola dell’Asinara, in occasione del pellegrinaggio organizzato dalla Confraternita della Beata Vergine della Difesa, con il priore Gavino Assaretti, che ha portato con sé il simulacro della Madonna.

Quello stesso simulacro che, 133 anni fa, con l’esodo forzato per la realizzazione di un lazzareto e di una colonia penale, aveva lasciato l’isola trasportato e custodito dai confratelli del sodalizio “asinarese”. La Confraternita era nata proprio sull’isola dell’Asinara il 24 dicembre 1864, quando la piccola statua della Vergine era stata portata per la prima volta nella chiesa di Cala d’Oliva. Da quel momento divenne la Protettrice dell’isola e dei pescatori. Una storia che l’amministrazione comunale di Stintino ha riconosciuto, realizzando a proprie spese, la sede che a Stintino da dieci anni ospita il sodalizio.

E ieri, lunedì 11 giugno, sulla motonave Delphinus il simulacro ha raggiunto Cala d’Oliva mentre in mare la scortavano le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza di Porto Torres. Nel viaggio di andata e ritorno a rappresentare l’amministrazione è stata l’assessore della Cultura Francesca Demontis. Antonio Diana, in qualità di presidente del Parco nazionale, ha atteso sulla banchina di Cala d’Oliva l’arrivo della motonave.

Per molti quello di ieri è stato un viaggio alle scoperta delle proprie radici, nel ricordo del proprio passato e della propria storia. La piccola chiesa dell’Immacolata Concezione di Cala d’Oliva ha ospitato tanti pellegrini, riuniti per rendere omaggio alla Madonna.

«Un pellegrinaggio che porta alle sorgenti di una comunità ma anche alle origini di una fede che l’ha sostenuta – ha detto l’arcivescovo di Sassari, Gianfranco Saba -. Trovo bello che si siano ritrovate qui le due comunità di Porto Torres e Stintino. Questo ritrovarci assieme ci inviata a riflettere sul bisogno dell’uomo di interrogarsi sul proprio passato perché sia fonte di vita nuova.»

Le due comunità erano rappresentate dal sindaco di Stintino Antonio Diana, dal primo cittadino di Porto Torres Sean Wheeler quindi ancora dal parroco stintinese don Andrea Piras e della parrocchiale di San Gavino, all’interno della quale ricade anche la chiesetta di Cala d’Oliva, don Mario Tanca. A concelebrare con l’arcivescovo ed i due parroci, c’era anche don Ambrogio Lecca, cappellano sull’Asinara. Ad accompagnare la funzione religiosa, con i loro canti gregoriani, in sardo e in latino, ci hanno pensato i componenti della confraternita della Santa Croce di Castelsardo. Numerose poi le autorità militari che hanno partecipato all’evento, Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Capitaneria di porto e Guardia costiera. Ad accompagnare la processione anche i rappresentati dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Marco Cantori e Leonardo Tilocca.

«Una bellissima occasione di incontro – ha commentato il sindaco Antonio Diana – che conferma la forte amicizia tra Stintino e Porto Torres e le comuni radici. Tanti abitanti dell’Asinara si distribuirono nella Nurra e tanti andarono anche a Porto Torres. La presenza del sindaco Wheeler, in veste ufficiale con la fascia tricolore, riconosce allora il legame storico tra Stintino e l’Asinara.»

Toccanti, infine, le parole del presidente della confraternita, Giuseppe Benenati, che nel ricordo del nonno e di quanti dovettero abbandonare l’isola, ha sottolineato che quel viaggio vuole «rappresentare una sorta di esodo in senso inverso, volto a rimarginare quella ferita, con una fondamentale costante, rappresentata dal tesoro più prezioso che i nostri avi portarono con sé: la Madonna che, allora come oggi, ci regala la confortante percezioni di non essere mai soli».

Dopo la messa, il corteo si è recato al cimitero di Cala d’Oliva per rendere omaggio ai defunti che riposano ancora sull’isola. Quindi sulla banchina del porticciolo di Cala d’Oliva, non è mancato il classico rinfresco alla “stintinese” per tutti i partecipanti.

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A sei anni dall’ultimo pellegrinaggio, la Confraternita della Beata Vergine della Difesa torna a Cala d’Oliva, sull’isola dell’Asinara, con il piccolo simulacro della Madonna, patrona di Stintino. Lunedì 11 giugno saranno tanti gli stintinesi che si recheranno sull’isola “madre” per rendere omaggio agli antenati che ancora riposano nel piccolo cimitero di Cala d’Oliva.

In occasione del terzo pellegrinaggio nella storia del sodalizio stintinese, a portare la bandiera della Confraternita sarà il priore Gavino Assaretti, il cui incarico scadrà a metà settembre prossimo. Prima di lui, nel 2012, era stato Eleuterio Demontis a guidare i confratelli a Cala d’Oliva e, ancora prima, nel 1999 Giuseppe Benenati che quest’anno, come nel 2012, in veste di presidente della Confraternita, si è impegnato perché l’evento potesse ripetersi.

L’evento, organizzato dal sodalizio stintinese, in collaborazione con la parrocchia stintinese dell’Immacolata Concezione con il parroco don Andrea Piras, quindi l’archidiocesi di Sassari, ha ottenuto il patrocinio dal comune di Stintino.

Prima della partenza, il sindaco Antonio Diana con assessori e consiglieri comunali, quindi autorità civili e militari e cittadini si ritroveranno alle 15.00, nella chiesa parrocchiale di Stintino. Alle 15,30 si salperà dal porto Mannu alla volta di Cala d’Oliva.

Alle 17.00 circa è previsto l’approdo a Cala d’Oliva dove, nella chiesa dell’Immacolata Concezione, sarà celebrata la messa presieduta dall’arcivescovo di Sassari monsignor Gianfranco Saba.

«Sotto la sapiente guida dell’arcivescovo – si legge nell’invito realizzato dalla Confraternita – vivremo una straordinaria giornata, ripercorrendo insieme i luoghi in cui tutto ebbe fine e nuovo inizio.»

Al termine della funzione religiosa i “pellegrini” faranno visita al cimitero di Cala d’Oliva, per deporre una corona di fiori in suffragio degli asinaresi, tra questi anche alcuni che furono membri della Confraternita, e che riposano in terra di Asinara. Nel piazzale del porto, al termine della cerimonia, si terrà un rinfresco “alla stintinese”. Alle 18,30 circa si lascerà l’isola per far rientro a Stintino.

Il viaggio sarà quindi un ritorno al passato, un tuffo nei ricordi e nei racconti degli anziani. Un “pellegrinaggio” denso di significato per gli stintinesi che su quell’isola desiderano tornare ogni anno, anche per rendere omaggio a quei parenti che ancora riposano nel cimitero dell’Asinara. Isola che nel 1885 furono costretti a lasciare per fare spazio a un lazzaretto e a una colonia penale.

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«Siamo qui, anche con questa mostra, per ricordare i momenti della storia che uniscono le nostre due nazioni. Vi ringrazio per il lavoro e l’impegno nella salvaguardia della memoria che è fondamentale per ricordare il passato e costruire in nostro futuro». Così ieri l’ambasciatore slovacco in Italia, Jàn Soth, ha chiuso la mostra “Centenario della Prima Guerra Mondiale 1914-1918” che, dal 15 maggio scorso, ha trovato ospitalità nelle sale del museo della Tonnara di Stintino.

Una mostra che, in quindici pannelli fotografici, ha ripercorso la storia di una Nazione, la Cecoslovacchia, e ha mostrato i soldati cechi e slovacchi al fronte e in Italia durante il primo conflitto mondiale. La mostra è stata curata da Gabriela Dudeková dell’Istituto di storia dell’Accademia slovacca delle Scienze, in collaborazione con l’Archivio del Club di storia militare “Beskydy”, ed ha ottenuto l’alto patronato del ministero degli Affari esteri della Repubblica Slovacca.

«Il mio paese – ha detto ancora l’ambasciatore – in occasione delle commemorazioni della Grande Guerra, vuole sottolineare l’importanza storica della Ue, l’unica formazione postbellica che ha saputo riportare nel nostro Continente la garanzia della pace.»

Il comune di Stintino ha voluto inserire l’esposizione nel lungo programma di eventi che hanno preso il via nel 2013, con il progetto “Commemorazioni di pace: i profughi ed i prigionieri nell’isola dell’Asinara”.

Perché sull’Asinara, in quei tristi anni del primo conflitto mondiale, assieme ai prigionieri austro-ungarici, furono deportati anche cechi e slovacchi e di questi, ha ricordato lo stesso ambasciatore slovacco, circa 3.200 sono sopravvissuti.

«Sull’isola dell’Asinara si ritrovarono 23mila persone – ha ricordato il primo cittadino di Stintino Antonio Diana – che dovevano essere approvvigionate ogni giorno. Fu un vero e proprio sforzo per la Sardegna. Seguì quindi un grande lavoro dell’esercito italiano che, con cura e pietà, per i tanti che morirono sull’isola, trasferirono i resti dei defunti dalle fosse comuni all’ossario. Con questo progetto – ha concluso Antonio Diana – che ci vede comune capofila, abbiamo voluto ricordare quei tragici eventi, fare in modo che la memoria non venisse persa ma anche sottolineare come l’Italia e le nostre comunità si adoperarono in un’operazione, forse la prima, di tipo umanitario.»

Un messaggio di pace quindi un invito a mantenere viva la memoria e a rafforzare i rapporti tra i popoli sono stati espressi dal prefetto Giuseppe Marani, dal generale Giovanni Domenico Pintus comandante del Comando militare Esercito Sardegna, dal delegato del rettore dell’Università di Sassari Luciano Gutierrez. L’assessora comunale alla Cultura Francesca Demontis, inoltre, ha letto una lettera di saluti inviata dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco di Sassari Nicola Sanna e il sindaco di Porto Torres Sean Wheeler.

Prima della chiusura della mostra l’ambasciatore, accompagnato dalla curatrice del Mut Esmeralda Ughi, ha fatto visito al museo.

Quindi nel pomeriggio, accompagnato dal sindaco di Stintino e dal sindaco di Porto Torres che ha fatto gli onori di casa, l’ambasciatore ha fatto visita all’Asinara e tappa all’Ossario di Campo Perdu. Qui, alla presenza dell’arcivescovo di Sassari, monsignor Gianfranco Saba, le autorità civili e militari hanno deposto una corona di fiori in memoria delle oltre seimila persone che tra il 1915-1918 morirono nei campi allestiti sull’isola dell’Asinara.

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È la storia a unire slovacchi e isola dell’Asinara. Qui, cent’anni fa, furono numerosi i soldati cecoslovacchi che, assieme ai circa 22.000 soldati dell’esercito austro-ungarico, vennero deportati come prigionieri. A loro renderà omaggio il 6 giugno l’ambasciatore slovacco a Roma Jàn Soth che, prima, parteciperà al Mut di Stintino alla chiusura della mostra “Centenario della Prima Guerra Mondiale 1914-1918”, e poi sarà sull’isola dell’Asinara.

Una visita quella dell’ambasciatore che, con la mostra dei pannelli fotografici che ripercorrono la storia di una Nazione, la Cecoslovacchia, e ritraggono i soldati cecoslovacchi al fronte e in Italia durante il primo conflitto mondiale, si inserisce nel lungo programma di eventi organizzato dall’amministrazione comunale di Stintino. Una serie di appuntamenti che hanno preso il via nel 2013, con il progetto “Commemorazioni di pace: i profughi e i prigionieri nell’isola dell’Asinara”.

L’arrivo dell’ambasciatore Jàn Soth è previsto per le 10,50 del 6 giugno al Mut, dove ad attenderlo ci saranno il sindaco di Stintino Antonio Diana, il prefetto Giuseppe Marani ed il comandante della Regione militare autonoma della Sardegna, il generale Giovanni Domenico Pintus.

Dopo i saluti delle autorità civili e militari è prevista la visita alla mostra curata da Gabriela Dudeková dell’Istituto di storia dell’Accademia slovacca delle Scienze, in collaborazione con l’Archivio del Club di storia militare “Beskydy”. L’esposizione ha ottenuto l’alto patronato del ministero degli Affari Esteri della Repubblica Slovacca. All’incontro parteciperanno anche Luciano Gutierrez, delegato del rettore dell’Università di Sassari, e Salvatore Rubino, rappresentante del Comitato di indirizzo della Fondazione di Sardegna.

Alle 14.00, invece, le autorità si sposteranno sull’isola dell’Asinara dove è prevista una cerimonia di commemorazione all’ossario di Campo Perdu, alla presenza dell’ambasciatore slovacco e dell’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba. Dopo una visita a Cala Reale, il rientro a Stintino è previsto per le ore 16,30.

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«E’ questa un’occasione che da diversi anni abbiamo voluto trasformare in appuntamento costante. Non soltanto per celebrare la festa della Repubblica e i suoi valori, ma anche per ricordare i nostri concittadini che, con il loro sacrificio hanno contribuito a consegnarci questo lungo periodo di pace». Con queste parole, questa mattina, il sindaco di Stintino Antonio Diana si è rivolto ai cittadini che si sono ritrovati nel piazzale davanti al monumento ai caduti.

Nella piazza del Municipio erano in tanti, oltre agli amministratori comunali e alle autorità militari, i comandanti della Stazione dei Carabinieri di Stintino, Pierpaolo Carta, e del Porto, Gianluca Cirillo, il parroco don Andrea Piras, c’erano tanti cittadini e, soprattutto, un nutrito gruppo di bambini e ragazzi delle scuole di Stintino.

E sono stati proprio questi ultimi i veri protagonisti della cerimonia del 2 giugno. A loro l’amministrazione comunale ha voluto lasciare il compito dell’alza bandiera, quindi quello di intonare l’inno di Mameli.

A scandire i vari passaggi della manifestazione, infine, è stata la piccola Federica che, da vera speaker professionale, ha prima dato il benvenuto alle autorità e ai cittadini, quindi ha introdotto i suoi compagnetti ed invitato i presenti a cantare l’inno nazionale e, poi, ha salutato il pubblico ringraziandoli a nome dell’amministrazione per la partecipazione.

Il primo cittadino quindi, accompagnato dalle autorità militari e dai barracelli con il comandante Depalmas, ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento, mentre il parroco di Stintino ha benedetto la scultura e i presenti.

E, sempre il sindaco, ha letto i 28 nomi dei caduti in armi stintinesi, ricordando così il loro sacrificio per la patria.

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Per la cittadinanza stintinese la Festa del 2 giugno prossimo sarà ancora una volta occasione di riflessione e di festeggiamento. La ricorrenza nazionale della festa della Repubblica vedrà ancora una volta protagonisti i ragazzi delle scuole del paese. Quest’anno, oltre all’appuntamento istituzionale della mattina, sono stati previsti una serie di eventi pomeridiani che coinvolgeranno la cittadinanza.

La festa della Repubblica rappresenta un momento di condivisione che dal 2007 l’amministrazione stintinese celebra con il coinvolgimento delle nuove generazioni. Attraverso questa Festa, infatti, è convinzione dell’amministrazione guidata da Antonio Diana, è possibile far riscoprire ai giovani i valori della democrazia, lo spirito, l’amore e la passione per la Patria.

Il programma prevede, alle ore 10.00, l’incontro degli ospiti, autorità civili e militari, e cittadini, nella piazza del Municipio. Davanti al monumento ai caduti in armi, agli alunni delle scuole del paese sarà affidato l’alzabandiera.

Sarà quindi il parroco di Stintino, don Andrea Piras a benedire la corona che l’amministrazione deporrà in memoria dei caduti. Il primo cittadino Antonio Diana quindi, dopo i saluti alle autorità, terrà un breve discorso.

A partire dalle 17, il paese si animerà con una serie di appuntamenti inseriti all’interno del programma “Notte di inizio estate”. La manifestazione, voluta dall’amministrazione comunale, assessorati della Cultura e del Turismo, in collaborazione con La Mirò New Events e Event Sardinia, si svolgerà in largo Cala d’Oliva.

Dalle 17.00 alle 20.00, a cura dell’associazione “Atuttotondo”, divertimento per tutti con attrezzi della giocoleria circense, giochi e attività di gruppo.

Dalle 18.00 alle 24.00 si apriranno gli stand di degustazione di focacce sarde con carni di maiale e pollo cotte alla brace, quindi fritture miste di calamari, gamberetti, sardine e merluzzo. E ancora portate di chips di patate sarde fritte, a spirale, seadas, ricottelle, panadas e dolci sardi. Il tutto accompagnato da boccali di birra artigianale alla spina. Ad esporre saranno l’associazione Ajò di Sassari, Da Gianfra di Santa Giusta, Ajo Chips di Capoterra, Andarinos di Usini e Birrificio Nord Ovest di Thiesi,

Dalle 20.00 alle 24.00 tanta musica con il tributo a Fabrizio De Andrè che vedrà esibirsi i Creuza de Ma: voce e basso Daniele Pistis, chitarra Gavino Fonnesu, batteria e cori Luca Manca, violino Andrea Pinna. Ospite speciale sarà Fabrizio Sulliotti alla chitarra. A seguire ancora musica con un Dj set.

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Saranno presentati sabato 26 maggio, alle 11.00, nei locali del Museo della Tonnara di Stintino, i progetti che hanno partecipato al concorso indetto dal comune di Stintino per l’acquisizione di proposte ideative relative alla realizzazione dei lavori di riqualificazione del porto di Stintino e della ridefinizione del water-front del borgo storico.

L’obiettivo del concorso era quello di raccogliere idee per la realizzazione del progetto di riqualificazione del porto di Stintino. Un’area completamente rinnovata che comporterà la riorganizzazione di spazi e funzioni con ricadute anche sul centro storico. Il bando, pubblicato a dicembre, sino al 15 febbraio ha consentito di raccogliere 20 proposte: 16 quelle che, poi, un’apposita commissione ha valutato idonee.

Tutti i progetti saranno parte di una mostra che sarà visitabile al Mut il 26 (dalle 10.00 alle 18.00) e 27 maggio negli orari di apertura del museo.

Sabato 26 maggio, inoltre, saranno presentati i primi tre progetti classificati. I lavori, con inizio alle 11.00, saranno introdotti dall’assessore dei Lavori pubblici Antonella Mariani. Seguiranno gli interventi di Paolo Greco, responsabile del Servizio tecnico 1 del comune di Stintino, quindi di Giuseppe Mundula, responsabile del Servizio tecnico 2 del comune di Stintino e presidente della commissione giudicatrice.

Le conclusioni saranno affidate al sindaco Antonio Diana.

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Sono iniziati nei giorni scorsi, a Stintino, i lavori che daranno un nuovo look alla torre di Capo Falcone. L’impresa Serf Costruzioni srl, che ad aprile si è giudicata la gara per le opere di restauro conservativo, consolidamento statico e messa in sicurezza della costruzione cinquecentesca, mercoledì ha iniziato la pulizia e l’allargamento della strada per consentire ai mezzi di raggiungere la torre. A disposizione per terminare i lavori ci sono 120 giorni, dal momento dell’apertura del cantiere, mentre i fondi per rimetterla in sesto ammontano a circa 79mila euro.

Gli interventi sulla torre che guarda sul golfo dell’Asinara serviranno a mitigare i processi di degrado e dissesto avvenuti negli anni, che hanno portato in questi tempi a distacchi e crolli, anche importanti, di molte parti della struttura originaria.

In inverno è crollata la garitta costruita sul tetto della torre e il brutto tempo dei mesi scorsi ha provocato la caduta dell’architrave della porta d’ingresso, oltreché della muratura sovrastante.

«La ristrutturazione della torre – afferma l’assessore dei Lavori pubblici Antonella Mariani – per noi è importante. La costruzione ci guarda da lì da sempre, ci rappresenta e custodisce la nostra storia. Abbiamo a cuore il recupero delle memorie che i nostri avi ci hanno lasciato. In questi anni la torre ha subito una serie di vicissitudini e vorremmo che riprendesse il suo splendore. E con l’aiuto della Soprintendenza potremo renderla di nuovo visitabile.»

I lavori quindi consentiranno di rimettere a posto la copertura, chiudere il buco lasciato dal crollo e ripristinare l’ingresso. Importanti anche gli interventi di muratura all’esterno della torre per reintegrare la parti cadute al suolo.

L’obiettivo generale dell’Amministrazione comunale guidata da Antonio Diana è la riqualificazione dell’intera area di Capo Falcone come attrattiva turistica, come centro studi per la salvaguardia e il recupero degli habitat naturali della fauna e della flora locali e come punto di osservazione naturalistico-faunistica per il “Santuario dei Cetacei”.

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Con i suoi 100 anni compiuti ieri, 18 maggio, rappresenta la memoria storica di Stintino. È la signora Gavina Barabino che nel giorno del suo compleanno è stata festeggiata dai familiari nella casa di via Sassari. A circondarla d’affetto le figlie e i tanti nipoti, ben 12, accompagnati da un piccolo esercito di pronipoti, 10, con l’ultima nata il 7 maggio scorso. Ieri sindaco ed assessori hanno voluto festeggiare con lei questo importante traguardo.

La sua famiglia discende dai pescatori e operai di Camogli che nel 1800 avevano abitato l’isola dell’Asinara. Il nonno della signora Gavina, Nicolò Barabino, partecipò alla costruzione della scalinata del faro dell’isola parco.

Ha vissuto con la famiglia per tanti anni alla Pedraia, vicino Palmadula. Il marito, Gavino Satta, lavorava in miniera, prima all’Argentiera e poi, appunto, alla Pedraia, ma la sua Stintino e le sue origini le hanno sempre fatto volgere lo sguardo verso il mare.

Nel paese di pescatori è ritornata 50 anni fa dove, adesso, vive con le figlie. In lei i ricordi sono vivissimi e, nonostante una frattura al femore rimediata nei mesi scorsi, la signora Gavina ha già ripreso a camminare.

Ieri il sindaco Antonio Diana con le assessore Francesca Demontis ed Antonella Mariani hanno festeggiato con la signora Gavina il traguardo del secolo, portandole in dono un mazzo di fiori, un piatto in ceramica sarda e una raccolta di libri su Stintino.

«Gli anziani – ha detto il primo cittadino – sono la nostra memoria storica, sono l’identità del nostro paese. Dal rispetto nei loro riguardi deriva il futuro della nostra comunità.»