22 November, 2024
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Una “missione” Ecmo mobile, con il macchinario per ossigenare il sangue artificialmente, che ha consentito di prestare soccorso e trasportare a Sassari, nella Rianimazione del Santissima Annunziata, un paziente ricoverato all’ospedale di Lanusei con una gravissima forma di polmonite da influenza H1N1. Quindi un’operazione che ha permesso la nascita di due piccoli gemelli da una mamma, ricoverata a Sassari nella Rianimazione di viale San Pietro, con complicanze respiratorie dovute a sindrome influenzale.

Sono i due eventi eccezionali che oggi hanno visto impegnati i medici delle Rianimazioni dell’Aou sassarese.

Gli interventi sono stati presentati questo pomeriggio nella sede della direzione dell’Aou di Sassari in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orru, il direttore della Rianimazione universitaria Pier Paolo Terragni, il responsabile della Rianimazione dell’ospedale SS. Annunziata Luigi Solinas, il direttore di Cardiochirurgia Michele Portoghese, il coordinatore della Rianimazione del SS. Annunziata Alessandro Nasone, il tecnico perfusionista Gianni Faedda, quindi la responsabile dell’Anestesia Rianimazione dell’ospedale di Lanusei Assunta Marongiu e il dirigente medico dello stesso reparto Francesco Loddo.

La missione Ecmo mobile realizzata dall’equipe dell’Aou di Sassari, durata circa nove ore, è la prima effettuata in Sardegna all’esterno di un ospedale dove questa tecnica viene applicata di solito.

L’Ecmo, ‘extracorporeal membrane oxygenation‘ cioè l’ossigenazione extracorporea a membrana, è una tecnica di circolazione artificiale utilizzata in ambito di terapia intesiva per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento convenzionale e ventilatorio.

Le Rianimazioni dell’Aou di Sassari sono centro di riferimento regionale per l’insufficienza respiratoria acuta, Cres, e sono inserite nella rete nazionale “Respira”, specializzata nel trattamento delle insufficienze respiratorie acute severe.

«Questi sono eventi importanti – ha detto il direttore generale Antonio D’Urso – che dimostrano la capacità di dare risposte di grande valore. L’Aou può dimostrare e dimostra di avere grandi professionalità.»

Un intervento, quello svolto con l’Ecmo mobile, che mette in evidenza il concetto di rete e sinergia tra gli ospedali della regione. «Avere un riferimento regionale ci rende felici – ha detto Assunta Marongiu – ed è importante per la messa in rete di professionalità e tecnologie».

Il concetto di rete è stato messo in luce anche da Luigi Solinas che questa mattina ha guidato l’equipe che ha effettuato l’intervento. «Abbiamo messo insieme professionalità che già esistevano ed è stato realizzato un intervento eccezionale. Anche con il coordinamento di personale e di ospedali che sono distanti tra loro 240 km», ha detto.

Di rete tra Terapie intensive ha parlato invece Pierpaolo Terragni, ricorrdando che «Sassari fa parte di una rete di terapie intensive che gestiscono al meglio la complessita della gestione dell’insufficienza respiratoria. La nostra struttura è nelle condizioni di raggiungere i pazienti che non riescono ad essere centralizzati e metterli in Ecmo come è avvenuto oggi».

Ieri pomeriggio i medici dell’Anestesia e rianimazione dell’ospedale “Nostra Signora della Mercede” di Lanusei hanno contattato il centro di Sassari per il progressivo peggioramento di un paziente 50enne, ricoverato con una gravissima forma di polmonite da influenza H1N1.

I medici della Rianimazione di Sassari hanno fornito le prime indicazioni utili a prestare cure immediate e applicare una “rescue therapy”. Il quadro clinico del paziente, nonostante la terapia di salvataggio, ha richiesto l’intervento di ossigenazione artificiale Ecmo.

Da Sassari, intorno alle 19,30, si è messa in moto alla volta dell’ospedale Ogliastrino l’equipe di Sassari, formata da un anestesista, un cardiochirurgo, un perfusionista messo a disposizione della ditta Medical che da anni collabora con l’Aou per le assistenze cardiochirurgiche, e un infermiere specialista in area critica. L’equipe, una volta arrivata sul posto, ha allestito il macchinario composto da una pompa-sangue, un ventilatore meccanico ad alte prestazioni, due bombole di ossigeno per la ventilazione e una serie di monitor per il controllo cardiocircolatorio. Un’operazione necessaria per il trasferimento in sicurezza del malato con l’ambulanza medicalizzata a Sassari: procedura questa che viene definita in gergo tecnico «centralizzazione del paziente». Alle 6.00 di questa mattina il paziente è stato ricoverato nella rianimazione dell’ospedale civile di via De Nicola.

La collaborazione degli anestesisti-rianimatori dell’ospedale di Lanusei, che hanno seguito le indicazioni telefoniche del centro di Sassari, e la loro competenza nel supportare il paziente, nell’attesa dell’arrivo dell’unità Ecmo mobile, hanno permesso l’esito favorevole dell’intera missione.

»Ad oggi – fanno sapere dalla Rianimazione – sono stati ricoverati nelle terapie intensive dell’Aou di Sassari pazienti con diverse complicanze, prevalentemente di tipo respiratorio, dovute alla sindrome influenzale.»

In evidenza tra questi casi quello di una paziente 30enne, in stato di gravidanza alla ventisettesima settimana, che questa mattina ha dato alla luce due gemellini in buona salute. La donna, in condizioni generali critiche, è ricoverata in terapia intensiva dal mese di gennaio ed è seguita da una equipe multidisciplinare formata da ginecologi, ostetriche, neonatologi, anestesisti-rianimatori dell’Aou delle Cliniche di San Pietro.

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Sono state differite al 29 e 30 gennaio quindi al 5 e 7 febbraio le elezioni dei componenti elettivi dei comitati di dipartimento dell’Aou di Sassari. Lo ha deciso questa sera la direzione dell’azienda di viale San Pietro, assieme alla commissione elettorale aziendale, per consentire la massima adesione dei professionisti.

La direzione, in una nota pubblicata anche sul sito web dell’Aou di Sassari, fa sapere che alcune organizzazioni sindacali questa mattina hanno chiesto la «sospensione delle elezioni», «anche per una maggiore definizione dei ruoli di ciascun componente all’interno dei comitati di dipartimento e per permettere ai colleghi interessati il tempo necessario per le candidature».

La direzione aziendale ha optato per il differimento dei termini.

Una scelta quest’ultima dettata anche dal fatto che, precisa la direzione dell’Aou di Sassari, «le elezioni erano già state indette con delibera 703 del 15 dicembre 2017» e quindi «nel rispetto dei termini previsti per lo svolgimento nelle date indicate in precedenza».

«Si tratta di una decisione che va nella direzione di favorire la più ampia partecipazione democratica – aggiunge il direttore generale Antonio D’Urso – e devono essere intese come un’occasione di crescita della nostra comunità aziendale.»

Le elezioni quindi si terranno il 29 e 30 gennaio, il 5 e 7 febbraio nelle stesse sedi, orari e dipartimenti interessati che erano stati già decisi: cioè dalle ore 9.00 alle ore 18.00, al settimo piano del Santissima Annunziata e nell’aula didattica di Malattie infettive.

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L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha definito i fondi contrattuali del comparto. Una cifra che supera di poco i 6 milioni di euro e che rappresenta un risultato storico per l’Aou di Sassari, perché determina e certifica i fondi contrattuali aziendali per l’area del comparto sanità dal 2007 al 2015. Il risultato è stato messo nero su bianco dalla direzione aziendale dall’Azienda ospedaliero universitaria di viale San Pietro, con la delibera numero 754 approvata ieri.

Dalla sua costituzione, e sino a ottobre del 2017, l’Azienda non ha mai avuto un atto aziendale approvato dalla Regione e, pertanto, neppure la conseguente dotazione organica. Questa situazione è stata di ostacolo alla quantificazione dei fondi contrattuali, a causa dell’incertezza sulla base di calcolo. L’incorporazione dell’ospedale civile nel 2016 ha comportato ulteriore problematica che, nel 2017, ha spinto la direzione aziendale e l’assessorato regionale della Sanità a mettere la parola fine all’annosa problematica avviando un percorso condiviso di definizione dei fondi.

Da qui la delibera regionale di luglio scorso, la numero 35/23, che ha dato le «linee di indirizzo per la determinazione dei fondi contrattuali dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari». La Regione ha così chiarito il concetto di dotazione organica di riferimento, ha definito i criteri di incremento dei fondi a seguito di aumento della dotazione organica, quindi ancora la riduzione proporzionale dei fondi in base alla riduzione della dotazione organica ed i limiti di spesa per le aziende interessate da operazioni di incorporazione.

L’azienda di viale San Pietro ha quindi affidato a un soggetto terzo l’incarico per la revisione dei fondi contrattuali del personale delle aree della dirigenza e del comparto che nelle settimane scorse ha consegnato alla direzione lo studio relativo al comparto per gli anni dal 2007 al 2015. Sono ancora in fase di lavorazione, invece, i dati relativi agli anni 2016 e 2017. È in fase di approvazione poi la definizione dei fondi contrattuali della dirigenza sanitaria non medica e amministrativa.

«Con la definizione dei fondi contrattuali del comparto, cioè del personale non dirigente sanitario e amministrativo – afferma il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso -, abbiamo aggiunto un tassello per ristabilire il giusto clima aziendale. Sono convinto che da gennaio si apriranno nuovi percorsi. È stata, così, riordinata una situazione che dal 2007 non sembrava vedere soluzione. Resta, infine, ancora da definire la parte della dirigenza medica – conclude il manager -, dopo un primo incontro svolto a metà dicembre in assessorato regionale che ha dato la sua disponibilità ad affrontare la questione fondi contrattuali.»

La delibera adottata ieri dalla direzione aziendale determina i fondi contrattuali così suddivisi: fondo per il finanziamento delle fasce retributive, delle posizioni organizzative, della parte comune ex indennità di qualificazione professionale e dell’indennità professionale specifica (3.592.427). Quindi ancora il fondo per il compenso del lavoro straordinario (1.780.418) e il fondo della produttività collettiva per il miglioramento dei servizi e per il premio della qualità delle prestazioni individuali (855.223).

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Un incontro per salutare i dipendenti e i direttori delle strutture e dei reparti dell’Aou, un’occasione per porgere gli auguri di buone feste e ricordare che «questa è un’azienda con grande vitalità, capacità di risposta sotto il profilo professionale e non soltanto medico ma di tutte le rappresentanze sanitarie e tecniche». Ecco allora che «vederci assieme testimonia la reale condivisione di intenti per un hub che è invidiato a livello regionale».

Così ieri il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso e il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli si sono rivolti alla numerosa platea di direttori, dirigenti medici, infermieri e personale amministrativo presenti nell’aula Longinotti della palazzina di Malattie infettive. Un incontro, quello dei saluti natalizi, che la direzione aziendale ha voluto proporre anche quest’anno e che vuole far diventare un appuntamento fisso. Alla riunione erano presenti anche il direttore sanitario Nicolò Orrù e il direttore amministrativo Lorenzo Pescini.

«Il nostro obiettivo, assieme a voi – ha aggiunto il manager –, è quello di far crescere questa Azienda, perché la città e il Nord Sardegna ne hanno bisogno. Assieme all’Università siamo l’insediamento produttivo tra i più importanti e credo ci siano tutti gli ingredienti, umani e professionali, tecnologici e strutturali.»

Il direttore generale ha informato la platea che a breve partiranno i lavori per l’accantieramento del nuovo ospedale, ha ricordato l’impegno assunto per gli investimenti e le numerose assunzioni e stabilizzazioni avviate nell’arco del 2017.

Un passaggio quindi sui fondi contrattuali e sul lungo e scrupoloso lavoro portato avanti dagli uffici. «Un lavoro – ha detto ancora Antonio D’Urso – che ci ha consentito di arrivare a conclusione per la parte del comparto e tecnica amministrativa». Resta ancora, invece, da definire la parte della dirigenza medica, con un passaggio tecnico che dovrà essere affrontato con la Regione che ha dato la sua disponibilità.

Il rettore Massimo Carpinelli ha voluto rimarcare la sua particolare attenzione nei riguardi dell’Azienda ospedaliero universitaria. «Dopo una prima fase riorganizzativa – ha detto – adesso vedo un forte interessamento verso l’Aou che è diventata un punto di riferimento. È un hub importante e questo comporta la necessità affrontare alcune problematiche che sono ben presenti. Credo che, alla fine, i migliori giudici del nostro lavoro sono i cittadini che dobbiamo servire».

È tempo di auguri anche oggi. E così il direttore sanitario Nicolò Orrù, quindi il direttore del presidio ospedaliero Bruno Contu con la dirigente della Pediatria Anna Maria Marinaro e la coordinatrice Clara Sabino hanno accolto nel reparto diretto da Roberto Antonucci i campioni della Dinamo Banco di Sardegna, di ritorno dalla trasferta di Oldenbug in Germania.

Alcuni giocatori, accompagnati dal coach Pasquini, hanno donato ai piccoli ricoverati nella struttura del Materno infantile tanti pupazzi di peluche, per allietare la loro permanenza in reparto in questi giorni di feste. Per i giocatori della Dinamo, che hanno fatto visita anche ai bimbi ricoverati in Pediatria infettivi e al day hospital, tante foto, abbracci e gli auguri dei piccoli tifosi.

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La realizzazione del nuovo ospedale di Sassari fa un importante passo in avanti. Ieri, infatti, nella sede della direzione strategica dell’Aou di Sassari è stato firmato il contratto per la realizzazione della struttura che è destinata a dare un nuovo volto all’assistenza ospedaliera della città. La firma del contratto fa seguito all’approvazione del progetto definitivo del nuovo ospedale che l’Aou di Sassari ha approvato martedì scorso, con delibera del direttore generale.

Il progetto definitivo prevede, tra lavori e oneri di progettazione, una spesa di poco superiore ai 71 milioni di euro, che fanno parte del finanziamento di 95 milioni di euro da fondi Fsc a disposizione dell’Azienda di viale San Pietro.

Nella mattinata di ieri, per la firma del contratto, il direttore generale Antonio D’Urso ha incontrato Massimo Peresso rappresentante della Salc, la ditta capogruppo del raggruppamento temporaneo di impresa che si è aggiudicato l’appalto. «Sono soddisfatto per il raggiungimento di questo importante obiettivo – ha detto il manager – che è il frutto di una sinergia e di un gioco di squadra tra tutti i soggetti e gli enti coinvolti. Si tratta di un’opera strategica per la sanità sassarese e del Nord Sardegna che consentirà una ancora più adeguata offerta ricettiva con strutture all’avanguardia, tale da consentire una migliore esperienza del paziente in ospedale».

Da parte del direttore generale quindi un ringraziamento è andato ai professionisti del raggruppamento temporaneo che hanno svolto le verifiche sul progetto del nuovo ospedale (No Gap Controls srl e la Conteco Check srl), consentendo così l’approvazione del progetto defintivo. E ancora un ringraziamento è andato al Servizio tecnico dell’Aou per il lavoro svolto.

Ad aggiudicarsi i lavori, a dicembre del 2015, è stato il raggruppamento temporaneo di imprese, con l’azienda Salc spa nel ruolo di capogruppo quindi la Gemmo spa e l’impresa Giuseppe Angius costruzioni srl e il raggruppamento dei professionisti Mythos Consorzio Stabile Scarl e Geo Engineering srl.

«Abbiamo raggiunto un obiettivo importante in questi mesi di lavoro – ha detto il presidente del Cda Salc Simon Pietro Salini – grazie anche all’impegno dei nostri tecnici che hanno messo a punto il progetto definitivo e permesso di sottoscrivere il contratto per l’appalto della realizzazione di questa eccellenza regionale. Un incarico importante affidatoci proprio per l’esperienza e la professionalità che ci distingue da oltre dieci anni nell’esecuzione di importanti opere pubbliche e infrastrutturali. Ci impegneremo con l’azienda ospedaliero universitaria ma anche con l’intera comunità per realizzare una struttura all’avanguardia con i sistemi più moderni e più efficienti, nel rispetto dell’ambiente e cercando di ridurre al minimo l’impatto dei lavori sull’ospedale e sul territorio.»

L’approvazione del progetto definitivo e la firma del contratto aprono una nuova fase: quella dell’accantieramento, previsto per i primi mesi del 2018, previa redazione del progetto esecutivo da parte del raggruppamento temporaneo.

Le opere prevedono la realizzazione, a monte di viale San Pietro, di un palazzo destinato al Materno infantile. Il nuovo edificio ospiterà i reparti e gli ambulatori di Ginecologia, Ostetricia, Pediatria, Pediatria infettivi, Neuropsichiatria infantile, Neonatologia e terapia intensiva neonatale, le sale parto, le sale operatorie, il pronto soccorso ostetrico e ginecologico e quello pediatrico quindi un asilo nido aziendale e una mensa aziendale, oltre a spazi per attività di formazione e didattica, una sala bar, una cappella cattolica e interconfessionale, locali accessori e di servizi.

Il nuovo edificio sorgerà al posto del “palazzo Rosso” che sarà demolito. Quest’ultima struttura nei mesi scorsi è stata messa in sicurezza con una recinzione che ne delimita l’accesso.

È previsto, inoltre, nell’area degli attuali parcheggi di Malattie infettive, un nuovo edificio che avrà la funzione di accesso principale alle strutture che si trovano a valle di viale San Pietro e che svolgerà la funzione di collegamento con le due stecche bianche esistenti e, attraverso un tunnel, con il Materno infantile. Anche la palazzina di Malattie infettive sarà collegata all’edificio principale con percorsi al coperto.

Nel progetto quindi è incluso un nuovo pronto soccorso che verrà realizzato a valle della seconda stecca bianca. Nel finanziamento dei lavori, inoltre, si prevede la ristrutturazione delle stecche bianche, la realizzazione di sei nuove sale operatorie e il completamento di alcuni spazi già esistenti. Quindi ancora la ristrutturazione di una parte del palazzo Clemente e del collegamento alla stecca bianca.

Nel progetto sono previsti, inoltre, lavori per la viabilità interna, per un parcheggio multipiano con circa 500 posti auto nell’area del complesso didattico e della Biologia, per un altro parcheggio su due livelli, con circa 200 posti auto, su via delle Croci e la cui copertura costituirà una piazza attrezzata a verde e con giochi per i bambini. Altri 150 posti auto saranno realizzati nel parcheggio sotterraneo della palazzina del Materno infantile.

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«Una grande attenzione ai servizi delle strutture, dai servizi di Chirurgia alla Medicina e all’assistenza umana, materiale e spirituale, per fare in modo che la persona trovi qualcuno che porga la mano e lo aiuti a camminare lungo un percorso per superare le stanchezze. La Chiesa, le Istituzioni e la società sono chiamate a dialogare per un nuovo umanesimo dell’incontro.»

Così ieri sera l’arcivescovo di Sassari, Gianfranco Saba, si è rivolto ai tanti fedeli che hanno assiepato la piccola cappella del Palazzo Clemente. L’occasione l’ha offerta la festa dedicata a Santa Lucia, la patrona della Clinica oculistica, che quest’anno è stata festeggiata nella struttura sassarese per il trentottesimo anno. Per l’arcivescovo si è trattato della prima visita alle strutture ospedaliere cittadine.

L’arcivescovo nella sua omelia ha ricordato la figura della santa siracusana, morta martire nella sua città per aver manifestato la sua fede, all’epoca delle persecuzioni cristiane sotto l’imperatore Diocleziano. «Lei, patrona dei luoghi di cura – ha aggiunto l’arcivescovo – è un modello perché l’uomo impari ad apprendere e amare in profondità. E Santa Lucia, protettrice della vista, aiuti a sviluppare gli occhi della mente così da aiutare l’uomo a orientarsi».

Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato i due cappellani delle cliniche, don Antonio Tanca e don Eugenio Pesenti, il cappellano dell’ospedale Santissima Annunziata don Bastianino Pirino ed il rettore del seminario di Sassari don Diego Pinna con alcuni seminaristi. Ad animare la messa, invece, il coro dei volontari e delle volontarie del Vos.

A conclusione della funzione religiosa, il direttore generale Antonio D’Urso, con il direttore amministrativo Lorenzo Pescini e il direttore della Clinica Oculistica Francesco Boscia, ha accompagnato l’arcivescovo per una visita in alcuni reparti della seconda stecca bianca.

Monsignor Saba si è soffermato a dialogare con i pazienti nelle stanze di degenza sia in Oculistica che nei due reparti attigui, Chirurgia pediatrica e Chirurgia maxillofacciale.

Il direttore generale, che ha illustrato all’alto prelato l’organizzazione dell’azienda ospedaliero universitaria sassarese, e il direttore della Clinica oculistica quindi lo hanno ringraziato per la sua presenza e l’attenzione «che è un riconoscimento della nostra attività».

«Sono convinto che una buona sinergia tra le istituzioni sia un beneficio per tutti e, se posso essere d’aiuto, la mia porta è sempre aperta», ha concluso monsignor Gianfranco Saba.

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Sabato mattina, nell’aula A del complesso Biologico della Facoltà di Medicina, in viale San Pietro, a Sassari, si terrà un corso sull’importanza della ricerca in un’azienda ospedaliero universitaria.

L’obiettivo del corso, che si aprirà alle 10,15, organizzato dal dipartimento di Scienze biomediche, dalla scuola di specializzazione di Microbiologia e virologia e dall’unità operativa di Microbiologia dell’Aou di Sassari, è fare il punto sulla ricerca che viene svolta nell’Aou di Sassari e rimarcare il suo ruolo e la sua importanza all’interno di un’azienda ospedaliero universitaria.

L’importanza della ricerca per l’Azienda di viale San Pietro è ben rimarcata nell’atto aziendale di recente approvazione. L’Aou è, infatti, l’Azienda di riferimento per le attività assistenziali delle funzioni istituzionali di didattica e di ricerca della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Sassari.

«Un ospedale di terzo livello che tende all’eccellenza – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – richiede capacità di adattamento e cambiamento nell’ottica di un’innovazione costante. Presume quindi flessibilità, formazione continua e ricerca di sempre nuove e migliori cure, non solo come area di attività ma anche come forma mentis.»

Ecco allora che è possibile realizzare una evoluzione dei processi di cura proprio attraverso la ricerca che consente un’implementazione tecnologica e l’adozione di strumenti normativi e di management più strategici nell’evoluzione gestionale.

La ricerca diventa così uno strumento al servizio della cura e dell’assistenza del paziente. «È anche grazie alla ricerca – aggiunge Salvatore Rubino, direttore dell’unità operativa complessa di Microbiologia dell’Aou di Sassari – che è possibile portare miglioramenti alle infrastrutture della nostra azienda ed all’utilizzo di nuove e più efficienti tecnologie. Quindi ancora correggere, affinare, migliorare i processi di cura, con potenziali ricadute anche in termini di riduzione dei costi dell’assistenza.»

Il corso, inoltre, consentirà di approfondire i temi relativi alla ricerca bibliografica in ambito sanitario e alle tecniche di base di comunicazione scientifica. In programma le relazioni di Salvatore Rubino, docente di Microbiologia e direttore della rivista scientifica internazionale Journal of infection in developing Countries, di Domenico Delogu, tecnico di laboratorio bio-medico dell’Aou e di Daniele Delogu, direttore del master internazionale di Biotecnologie mediche a Hue in Vietnam.

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Il laboratorio analisi di via Tempio non chiuderà e i pazienti affetti da Parkinson potranno contare su un ambulatorio specialistico sul territorio. Due notizie importanti per l’utenza sassarese, e non solo, che potrà fare affidamento sulla continuità dei prelievi e sulle prestazioni laboratoristiche relative alla coagulazione. Questo in estrema sintesi quanto emerso nei giorni scorsi a Palazzo Ducale, durante un incontro al quale hanno partecipato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso e il direttore generale di Ats Sardegna Fulvio Moirano.

Una riunione voluta dal sindaco Nicola Sanna per fare il punto sulla Sanità a Sassari e alla quale hanno preso parte anche gli assessori comunali al completo quindi il direttore dell’Assl Sassari Giuseppe Pintor e il direttore amministrativo dell’Azienda di viale San Pietro Lorenzo Pescini.

«È importante un costante confronto – ha detto il primo cittadino – soprattutto in questa fase di cambiamento che la sanità sassarese e dell’intera regione quella regionale stanno vivendo. Il confronto, allora, aiuta a trasmettere da una parte quel senso di presidio della politica, del sindaco, della giunta e del consiglio, e dall’altra di tranquillità alla cittadinanza.»

E se il direttore dell’Aou di Sassari ai primi di agosto era stato già sentito in audizione in consiglio comunale in merito alle novità contenute nell’atto aziendale, il sindaco Nicola Sanna ha chiesto al direttore generale dell’Ats di fare il punto sulla situazione, «perché – ha detto – in termini di programmazione è importante che si elaborino elementi strategici e operativi condivisi».

Sul piatto la questione dell’integrazione con i servizi sociali, la realizzazione di percorsi condivisi tra Ats e Aou per la presa in carico dei pazienti, le dimissioni protette, l’assistenza domiciliare. E ancora, come sottolineato dall’assessora alle Politiche sociali Monica Spanedda, la realizzazione di punti salute per la medicina di iniziativa previsti negli Interventi territoriali integrati (Iti) e la loro sperimentazione anche in altre zone della città fuori dall’ambito Iti. E poi ancora, la questione del laboratorio analisi di via Tempio e l’assistenza ai pazienti con Parkinson.

Se sulla maggior parte dei punti si renderanno necessari ulteriori incontri operativi, sul laboratorio analisi di via Tempio il manager Ats Fulvio Moirano ha subito rassicurato:«La struttura non chiuderà e, oltre al punto prelievi, garantirà l’assistenza ai pazienti in terapia anticoagulante orale (Tao)». Un’operazione che si realizzerà in stretta collaborazione con l’Aou della quale, al momento, fa parte il laboratorio Tao del Santissima Annunziata. «Tra le nostre azioni – ha spiegato Antonio D’Urso – puntiamo a delocalizzare le attività come quella del laboratorio Tao che viene considerata un’assistenza di tipo territoriale. Questo ci consentirà di avviare la riorganizzazione del day hospital oncologico dell’ospedale civile, lavori per i quali disponiamo del progetto definitivo-esecutivo e dei fondi».

Il presidio ospedaliero dell’Aou quindi potrà puntare maggiormente all’assistenza di alto profilo per acuti. In quest’ottica Ats e Aou stanno lovarando anche per garantire la migliore assistenza ai pazienti con Parkinson. L’obiettivo è quello dell’apertura dell’ambulatorio territoriale di prima accoglienza dedicato a questa patologia, lasciando all’Aou la gestione dei casi più complessi e delle terapie chirurgiche. Una nuova prospettiva di assistenza quindi che i due manager hanno già illustrato al rappresentate provinciale dell’associazione Parkinson, il quale ha manifestato apprezzamento per un progetto che garantisce ai pazienti continuità delle cure e dell’assistenza.

«Un percorso che – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou – dovremo seguire anche per l’Alzheimer.»

Antonio D’Urso e Fulvio Moirano, inoltre, hanno fatto sapere di aver avviato un lavoro sinergico sulle liste d’attesa per le visite specialistiche e ambulatoriali.

Tra le novità annunciate, anche quella del passaggio al patrimonio dell’Aou di Sassari del Palazzo Rosa di via Monte Grappa e la richiesta, già presentata da entrambe le aziende ai vigili del fuoco, per la valutazione del rischio antincendio per i parcheggi dell’edificio. La conclusione positiva della pratica darebbe il via alla disponibilità di circa 300 posti auto e a un decongestionamento del traffico nell’area della cittadella sanitaria.

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Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, Antonio D’Urso, ha incontrato il presidente dell’associazione Alzheimer Sassari, Gian Franco Favini. E’ stata una discussione cordiale, incentrata sulla necessità di una maggiore l’integrazione tra territorio e ospedale per quanto riguarda la cura dell’Alzheimer.

Il manager dell’Azienda ospedaliero universitaria ha fatto presente che, nonostante si tratti di un bisogno assistenziale di tipo territoriale, l’Azienda ha deciso di dare particolare attenzione alla patologia ricordando che l’unità di valutazione Alzheimer Aou deve puntare ad assicurare la cura dei casi più complessi.

È stata rimarcata quindi la scelta dalla direzione strategica di spostare il Centro di valutazione Alzheimer dal secondo piano della palazzina Bompiani al piano terra dell’ospedale civile. Circa 10mila euro la spesa che si è resa necessaria per adeguare le cinque stanze e la sala d’attesa. I nuovi spazi adesso consentono un accesso più agevole ai pazienti con difficoltà deambulatorie, ai loro familiari e accompagnatori.

«Il trasferimento della struttura – ha spiegato Antonio D’Urso – fa parte di un progetto complessivo più ampio di razionalizzazione degli spazi, delle attività e dei percorsi. Al Santissima Annunziata saranno spostate anche la Clinica Medica, la Patologia medica e la Neurologia. Vogliamo creare un dipartimento medico che metta in comunicazione tra loro unità operative complementari. Questo consentirà una migliore organizzazione delle guardie mediche e delle attività del personale infermieristico.»

Il presidente dell’associazione ha ricordato quanto sia ampio e complesso il problema delle cure ai malati di Alzheimer che, in provincia di Sassari, superano le 3.000 unità. «Da qui – ha sottolineato Gian Franco Favini – la necessità di potenziare l’unità di valutazione Alzheimer che oggi si trova nei locali dell’ex pronto soccorso, al Santissima Annunziata». Il manager, in risposta, ha fatto sapere che l’azienda ha avviato le procedure per il potenziamento della struttura.

In chiusura, il direttore generale ha aperto alla possibilità di programmare ulteriori incontri per discutere di nuove strategie di collaborazione con l’associazione.

 

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Un centro unico per la cura delle malattie del fegato, con quattro ambulatori collegati tra loro e che, in un unico ambiente di lavoro, garantiscono prestazioni ambulatoriali, day hospital e consulenze. È l’unità integrata di epatologia (Uniep), il centro ambulatoriale aziendale per la diagnosi e le terapie delle malattie del fegato, che l’Aou di Sassari ha attivato nei giorni scorsi, unificando così l’assistenza epatologica in città.

La creazione del centro nasce dell’esigenza appunto di unificare tutte le competenze di epatologia in un unico percorso assistenziale, in grado di garantire al paziente un accesso unico, chiaro e ben definito.

In precedenza, infatti, l’attività internistica riferita alla patologia epatica si è basata sulle competenza di medici che lavorano in contesti tra loro separati e dislocati in strutture, talvolta, lontane tra loro.

«Si tratta di una novità nel panorama dell’assistenza e delle cure – afferma il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso – una struttura integrata, in grado di trattare tutti i pazienti affetti da patologie del fegato. Si mettono assieme specialisti diversi, si elimina la frammentazione degli ambulatori, così da migliorare l’assistenza e creare un sistema che fa crescere le esperienze specialistiche.»

Un team che vede lavorare gomito a gomito quattro medici dell’unità operativa di Medicina interna del Santissima Annunziata, due medici dell’unità operativa di Gastroenterologia, quattro medici dell’unità operativa di Malattie infettive, e ancora due medici dell’unità operativa di Patologia medica e un medico della clinica Medica.

I medici hanno iniziato l’attività già da alcuni giorni nei locali situati al primo sottopiano della palazzina di Malattie infettive.

«Il nostro obiettivo – spiegano Francesco Bandiera e Sergio Babudieri che assieme a Giuliano Alagna, Salvatore Sassu, Noemi Manzoni, Ivana Maida, Maria Antonietta Seazzu, Alberto Muredda, Salvatore Zaru, Mina Oggiano, Antonello Solinas, Giovanni Garucciu e Gianpaolo Vidili ha costituito l’équipe medica dell’Uniep – è effettuare circa 30 prime visite epatologiche a settimana quindi oltre un centinaio di visite di controllo e circa 30 visite di elastometria epatica, che consentono di valutare le condizioni del fegato in presenza di alcune patologie.»

Quattro gli ambulatori presenti, coordinati da Giovanni Garrucciu, ai quali si può accedere per le prime visite attraverso la prenotazioni a Cup. Le visite successive, invece, vengono fissate direttamente dai medici dell’Uniep, così da inserire il paziente in un percorso unico di assistenza e cura.

Il paziente con patologia epatica, una volta preso in carico, viene così inserito all’interno di percorsi diagnostici e terapeutici appropriati, distinti per diversi quadri clinici: tra questi epatopatia da alcol, epatite da virus, epatite da disordini metabolici, epatite da farmaci, epatopatia da danno vascolare, epatopatia associata a colestasi, epatite autoimmune e tumori epatici. I medici potranno condividere i dati del paziente attraverso un’unica cartella clinica, canalizzare i ricoveri, creare integrazione con i medici radiologi e programmare la presa in carico del paziente epatopatico nel post-ricovero.