Desirè Manca (M5S): «100 docenti di lingua sarda hanno perso il lavoro per l’incuria della Giunta».
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«Cento docenti di lingua sarda che lavoravano in orario curricolare sono rimasti senza lavoro. Cento professionalità rimaste a casa. Parliamo di cento partite IVA che non solo sono rimaste senza un impiego ma che rischiano sia la chiusura delle partite Iva sia la perdita di professionalità, dato che requisito fondamentale dell’insegnamento di qualsiasi lingua – e qua parliamo di quella sarda – necessita di continuità. Una vicenda incresciosa e gravissima, una vergogna inaudita dovuta all’inerzia, all’inoperosità, e all’incuria di questa Giunta è venuta alla luce oggi in commissione Lavoro: la Giunta nei mesi precedenti l’inizio dell’anno scolastico non ha presentato un piano linguistico regionale né provveduto ad emanare i necessari decreti attuativi. Una mancanza enorme che ha fatto perdere il lavoro a cento insegnanti di lingua sarda. La lingua sarda tanto sbandierata dal presidente Christian Solinas in campagna elettorale è caduta nel dimenticatoio in modo ignobile.»
La capogruppo del M5S Desirè Manca ha denunciato questa sera quanto accaduto oggi durante i lavori della commissione Lavoro di cui è vice presidente; Commissione oggi riunitasi su richiesta dell’operatore linguistico della lingua sarda Antonio Flore, proprio per discutere i problemi della categoria da anni impegnata in un faticoso percorso di sensibilizzazione sul valore della lingua sarda come fattore primario di edificazione della consapevolezza comunitaria.
«Sono intervenuta facendo presente che questa situazione assurda è avvenuta per la mancanza della presentazione di un piano linguistico regionale, e a questo punto un componente della Commissione non solo ha tentato di interrompere il mio intervento ma di fatto di mettermi un vero e proprio bavaglio dichiarando che in Commissione non potevo esprimere le mie opinioni e considerazioni – ha aggiunto Desirè Manca -. Dopo tutto ciò, tutti i componenti della maggioranza hanno fatto mancare il numero legale abbandonando la Commissione e costringendo di fatto le persone chiamate in audizione ad andare via. Quello che si è verificato oggi è un tentativo di bloccare il diritto sacrosanto di tutti i commissari, nonché mio in qualità di vicepresidente, di poter esercitare il mio ruolo di amministratore della Sardegna. Un atto che mina pesantemente non solo la democrazia ma il diritto di tutti i sardi di poter esprimere un proprio pensiero di qualsiasi natura esso sia.»
«Questa è la democrazia del partito di cui fa parte il governatore della Sardegna. Il partito sardo d’azione che impedisce ai componenti della Commissione di esprimersi – ha concluso la capogruppo del M5S -. Avete tentato di mettermi il bavaglio ma non ci riuscirete né oggi né mai. Vergogna.»