17 July, 2024
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Via libera anche al Senato alla dichiarazione della Casa Gramsci monumento nazionale. 

«La dichiarazione della Casa Gramsci di Ghilarza come monumento nazionale è un fatto importante sul piano simbolico per quello che ancora oggi rappresenta il pensiero dell’intellettuale e politico sardo nel mondo e per la possibilità che le nuove generazioni possano ancora giovarsi del suo insegnamento.»

Cosi ha dichiarato il senatore Silvio Lai, intervenuto nel dibattito in Senato sulla legge già approvata alla Camera primo firmataria l’on. Caterina Pes. Silvio Lai è intervenuto a nome del Pd con i colleghi Albano e Angioni, che ha fatto la dichiarazione di voto.

«Per noi sardi – ha sottolineato Silvio Lai – Antonio Gramsci è prima di tutto un sardo, parte del nostro modo orgoglioso di essere popolo. Ma sappiamo che Gramsci è un intellettuale nazionale, patrimonio inestimabile della storia del nostro Paese che ha ben chiari i valori della democrazia, della libertà, dell’antifascismo. Il suo “odio verso gli indifferenti” è quanto mai attuale e resta un lucido insegnamento nel momento in cui proviamo a combattere il distacco e la disaffezione, consapevoli delle responsabilità che appartengono alla politica ma coscienti che della buona politica che consente la partecipazione, che spinge alla responsabilità, che stimola la passione si può contrastare l’indifferenza che confina con la rassegnazione.»

«Finite le ideologie del ‘900 – ha concluso Silvio Lai – la politica ha un indifferibile bisogno di rafforzarsi in quelle fondamenta valoriali, di libertà e di democrazia, che sono la premessa per mantenere coesa la comunità nazionale e per assicurarle alle giovani generazioni.»

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Il consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Ecologia Liberà Luca Pizzuto interviene nella vicenda della chiusura del Museo del bisso di Sant’Antioco, per il quale il comune di Sant’Antioco ha imposto lo sfratto per un problema con l’impianto elettrico.

«Torniamo sulla vicenda dello smantellamento del Museo del bisso di Sant’Antioco, in occasione della sua chiusura – scrive in una nota Luca Pizzuto -, per portare la nostra massima solidarietà alla signora Chiara Vigo. Ci siamo attivati a livello regionale per cercare ancora una volta di arrivare ad una soluzione. Chiediamo con forza al sindaco – conclude Luca Pizzuto – di provare altre strade per scongiurare la chiusura di questa una perla della cultura sulcitana, meta ogni anno di numerosissimi visitatori e conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza e specialità.»
Anche il Circolo SEL Antonio Gramsci di Sant’Antioco ha diffuso un comunicato stampa con il quale rivolge un appello all’amministrazione in carica nella figura del primo cittadino Mario Corongiu e del suo vice ed assessore alla cultura Marco Massa, «affinché mettano immediatamente in atto gli strumenti amministrativi che hanno a disposizione atti a bloccare la procedura di sgombero dei locali del Monte Granatico, ci rendiamo disponibili oltremodo a creare un canale con l’amministrazione regionale, se di problemi legati a risorse per la ristrutturazione dei locali si tratta, porti ad un coinvolgimento dell’assessorato competente e dell’assessore Claudia Firino, affinché si recuperino le risorse, ove sia possibile, per mettere a norma gli stabili e si riassegni alla signora Vigo il locale, così che lei possa proseguire nell’opera maestra di promozione territoriale del nostro comune entro e fuori i confini nazionali. Questa è una delle cose che la politica può e deve fare – ha concluso il Circolo SEL Antonio Gramsci di Sant’Antioco – per salvaguardare quel pacchetto di peculiarità che sono parte integrante ed esclusiva della magnifica cittadina in cui risiediamo».

Fino ad oggi tute le azioni messe in atto per opporsi alla decisione del comune di Sant’Antioco ri sono rivelate inutili, ad iniziare dal ricorso al TAR di Chiara Vigo, fino alla petizione online promossa dall’attrice Maria Grazia Cucinotta che il 30 luglio ha visitato il Museo del bisso.

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Pinuccio Sciola.

Pinuccio Sciola.

La Giunta regionale ha stanziato 250.000 euro per celebrare i personaggi illustri della Sardegna. Da Antonio Gramsci a Pinuccio Sciola, passando per Grazia Deledda e Francesco Masala ed altri ancora. L’Esecutivo regionale, riunito oggi a Villa Devoto, su proposta di delibera dell’assessore della Cultura Claudia Firino ha approvato il finanziamento di 250mila euro per iniziative nell’isola. 

La Giunta ha istituito, per il 2016, l’anno gramsciano, per celebrare il 125esimo anniversario della nascita e l’ottantesimo della morte dell’intellettuale di Ales, prevedendo un programma coordinato di iniziative, presieduto da un comitato regionale, con 85mila euro da ripartire tra gli enti locali interessati.

Ottantacinquemila euro, dei quali 65 mila al comune di Nuoro e 20mila al comune di Galtelli sono stati stanziati per le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della morte e del novantesimo del Nobel della scrittrice Grazia Deledda.
Per il centenario della nascita di Francesco Masala e Antonio Simon Mossa sono previsti 30mila euro per il comune di Nughedu San Nicolò e 20 mila euro ad Alghero. Con 15mila euro, divisi tra i comuni di Nuoro e Dorgali, saranno organizzate manifestazioni a favore di Salvatore Fancello mentre al comune di San Sperate andranno 15mila euro per le celebrazioni dello scultore, Pinuccio Sciola.
«Le figure che abbiamo deciso di celebrare quest’anno sono tutte fortemente rappresentative della cultura dell’isola. Intellettuali, scrittori e politici che hanno saputo – ha detto l’assessore della Cultura Claudia Firino – ciascuno nella propria area di studio, leggere la realtà del loro tempo con uno sguardo lungimirante verso il futuro e ciò che sarebbe stato.»

L’assessore della Cultura ha voluto inserire, tra i personaggi illustri da celebrare, l’artista Pinuccio Sciola. «La recente scomparsa di Sciola è una perdita enorme per la nostra isola. L’ho ricordato come uno dei grandi visionari sardi al Salone del libro di Torino: un uomo libero e lungimirante, un artista che ha saputo essere ambasciatore della Sardegna e della sua identità e cultura in tutto il mondo. La Regione è impegnata nella tutela del pensiero e dell’opera dei suoi personaggi illustri, tra i quali non poteva mancare appunto Sciola. È questa per noi un’eredità fondamentale, che deve essere diffusa specie tra le nuove generazioni, e portata oltre i confini regionali e nazionali, come si sta facendo ad esempio per la Deledda grazie all’edizione nazionale dell’Opera Omnia».

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Proseguono a Cagliari le iniziative inserite nel cartellone per le celebrazioni del 71° anniversario della liberazione dal nazifascismo. Per il ciclo “Donne della Resistenza, madri della Costituzione” la partigiana Lidia Menapace (componente del Comitato Nazionale dell’Anpi) sarà protagonista dell’incontro dal tema “1946: le donne al voto. Un appuntamento con la storia”, in programma venerdì 20 maggio alle ore 16.30 al centro culturale “Il Ghetto” di via Santa Croce a Cagliari.

L’iniziativa è organizzata dall’Anpi di Cagliari, in collaborazione con l’associazione Antonio Gramsci di Cagliari, Giustizia e Libertà di Cagliari, Associazione Nilde Iotti di Ussana e Toponomastica Femminile, con il contributo dell’Università di Cagliari.

Lidia Menapace sarà intervistata dalla giornalista de il Manifesto Daniela Preziosi. Il dibattito, che sarà coordinato da Luisa Sassu (Comitato provinciale Anpi di Cagliari), prevede gli interventi di Michela Caria (lAssociazione Antonio Gramsci) e Carlo Dore jr (circolo cittadino di Giustizia e Libertà), mentre l’attrice Monica Zuncheddu leggerà una serie di testimonianze femminili in occasione del primo voto alle donne in Italia.

In occasione dell’incontro, negli spazi del Ghetto sarà visitabile una mostra fotografica sul primo voto alle donne in Italia, allestita dal gruppo Toponomastica Femminile.

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Lunedì 11 aprile 2016, alle 17.30, nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna, in Via San Salvatore da Horta 2, a Cagliari, la Fondazione Enrico Berlinguer, l’Associazione Enrico Berlinguer e la Casa Natale Antonio Gramsci organizzano ‘1946-2016: 70 anni dalla Repubblica, 70 anni dal voto alle donne’.

Il suffragio femminile è arrivato in Italia molto tardi rispetto ad altri Stati europei. La prima occasione di voto furono le amministrative del 1946: le donne risposero in massa con un’affluenza dell’85 per cento. La stessa partecipazione segnò anche il referendum del 2 giugno: su 226 candidate, inoltre, ne furono elette 21, pari al 3,7%. 

Com’è cambiata l’Italia da un punto di vista sociopolitico a 70 anni dal voto delle donne?

Interverranno Romina Mura, sindaca di Sadali e deputata – la candidata più votata alle parlamentarie del PD del dicembre 2012 in cui venne introdotta la doppia preferenza di genere; Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna; Maria Del Zompo, prima Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari donna dopo l’avvicendarsi di 60 uomini; Massimo Zedda, sindaco di Cagliari che, appena insediato nel 2011, nominò la Giunta ‘più rosa d’Italia‘; Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali al Senato.

L’iniziativa si inserisce all’interno del programma della Fondazione Enrico Berlinguer sui 70 anni della Repubblica e del 70esimo anniversario del voto alle donne ed è patrocinata dal comune di Cagliari. Sarà introdotta e coordinata da Francesca Ghirra, presidente della commissione Cultura del comune di Cagliari. Saranno presenti parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali.

70 anni dalla Repubblica, 70 anni dal voto alle donne

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E’ in programma sabato 27 febbraio ad Ales, l’evento di inaugurazione dell’Anno gramsciano, promosso dall’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci di Ales, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Nell’occasione, è prevista la cerimonia di premiazione degli oltre 100 detenuti di 29 istituti di pena di tutta Italia che hanno partecipato al concorso di pittura intitolato alla memoria di Peppinetto Boy “Gramsci visto da dietro le sbarre”.
«L’iniziativa ha un valore simbolico molto forte ed è legata alla vita e ai trascorsi del grande pensatore e intellettuale sardo, grazie al coinvolgimento della popolazione carceraria da sempre a rischio di esclusione sociale, se non inserita in contesti di stimolo culturale – ha detto stamane l’assessore della Cultura e Pubblica Istruzione Claudia Firino, durante la conferenza stampa nel Palazzo di Viale Trieste a Cagliari per la presentazione dell’evento di inaugurazione dell’anno gramsciano, e delle prime iniziative del Programma annuale pensato per celebrare l’intellettuale isolano -. Ecco perché è importante la partecipazione del Guardasigilli Andrea Orlando».
Sarà il ministro della Giustizia Orlando, sabato 27 febbraio alle ore 17.00 ad Ales, a premiare le opere di tre carcerati scelte da una giuria composta dagli artisti Pinuccio Sciola, Alberto Scalas e Massimo Spiga. I vincitori riceveranno un premio in denaro, mentre sarà consegnato a tutti un attestato di partecipazione e una copia de La vita di Antonio Gramsci di Peppino Fiori. Le opere saranno esposte in una mostra allestita nei locali del comune di Ales e resterà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14, e il fine settimana dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00. Il prossimo mese la mostra sarà trasferita a Lecce.
«L’anno gramsciano prevede un programma a tappe, che si snoderà sino al 27 aprile 2017 – ha aggiunto Claudia Firino – nel quale la Regione ha coinvolto enti locali e associazioni, il mondo della scuola e quello accademico e le amministrazioni dei comuni legati alla vita e allo studio delle opere dell’intellettuale. Vogliamo creare nuove iniziative rispetto a quelle già esistenti, come il concorso rivolto agli studenti delle scuole “Immaginando Gramsci”, metterle in rete e connessione tra di loro in maniera coerente e produttiva, con una attenzione particolare soprattutto alle nuove generazioni. Vorrei che il pensiero di Gramsci fosse ripreso, rielaborato e fatto proprio dai ragazzi e dagli studenti. Ancora, molto importante, dobbiamo allargare l’orizzonte del nostro progetto al di là dei confini isolani e nazionali. Sappiamo che la figura di Gramsci è più studiata all’estero che in Sardegna e in Italia. L’istituzione dell’anno gramsciano da parte della Giunta è una scelta legata anche a questa consapevolezza, e alla volontà di riportare l’attenzione e approfondire gli studi sul pensatore sardo. In Sardegna dobbiamo essere i primi studiosi e i primi conoscitori dell’intellettuale, poiché questa terra gli ha dato i natali. Dobbiamo formare generazioni di persone orgogliose di un pensatore riconosciuto a livello mondiale.»
La delibera dell’istituzione dell’anno gramsciano, che si conclude il 27 aprile 2017, è stata approvata dall’Esecutivo il 19 gennaio 2016. «E’ prevista la creazione di un Comitato che – ha concluso la titolare della Cultura – ha lo scopo di mettere attorno a un tavolo associazioni, enti e università che negli ultimi anni si sono occupate di Gramsci, perché lavorino insieme». In questi giorni sarà formalizzata la composizione del Comitato, presieduto dalla Regione, con l’Università di Cagliari e Sassari, i Comuni di Ales, Ghilarza, Santu Lussurgiu, Sorgono, le associazioni come l’Istituto Gramsci della Sardegna, l’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci Ales, l’Associazione Casa Museo Antonio Gramsci Ghilarza e Terra Gramsci, insieme alla Fondazione Sardegna.

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In occasione del 125° anniversario della nascita (22 gennaio 2016) e dell’ottantesimo anniversario dalla sua scomparsa (27 aprile 2017),
la Giunta regionale – su proposta dell’assessore della Cultura Claudia Firino – ha istituito l’Anno Gramsciano. Saranno coinvolte le Università, la Fondazione Istituto Antonio Gramsci, le Associazioni più rappresentative intitolate allo studioso e la Fondazione Banco di Sardegna.
Il progetto rientra nel programma di iniziative culturali in onore di Antonio Gramsci nei comuni della Sardegna, in special modo in quelli nei quali è vissuto l’intellettuale e si è sviluppata la sua attività.
«L’iniziativa nasce dalla volontà di dare un marcato rilievo anche istituzionale – ha detto l’assessore Firino – alla figura di Antonio Gramsci, come politico, giornalista, pensatore e intellettuale riconosciuto e studiato a livello internazionale, e ancora per diffondere quanto più possibile tra le giovani generazioni quella che è l’universalità, la profondità e l’alto valore morale ed educativo del suo pensiero e delle sue riflessioni. La Sardegna ha bisogno di riappropriarsi di questa figura in maniera sostanziale, attivando momenti di approfondimento e di confronto culturale, e queste ricorrenze ci forniscono un’occasione da cogliere per poterlo fare.»
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Giancarlo Maria Brigantini

Mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano, già vescovo di Locri, sarà l’ospite testimone che parteciperà, quest’anno, alla XXIX Marcia della Pace che si svolgerà a Carbonia il 30 dicembre prossimo.

Lo ha annunciato don Angelo Pittau, ideatore e promotore della Marcia della Pace fin dalle sue origini, e direttore della Caritas di Ales-Terralba nel corso della conferenza stampa nella sede della Caritas di Cagliari.

Presente anche don Marco Lai, direttore della delegazione regionale della Caritas, l’incontro con la stampa è servito a presentare i dettagli di una Marcia che, «fin degli anni ’80, (la prima si svolse a Sardara nel 1987 e il testimone fu mons. Antonio Riboldi vescovo di Acerra) ha assunto la caratteristica di “mettere assieme” realtà diverse che magari facevano, e forse ancora oggi, fanno fatica a dialogare fra loro. «Se rafforziamo questo nostro stare insieme – ha precisato don Angelo Pittau costruiremo cultura, lavoro, cittadinanza e pace».

Sono una quarantina le organizzazioni sociali, di categoria, sindacali, istituzionali e di volontariato che hanno aderito alla Marcia e fanno parte del Comitato organizzativo.

Fra questi, vale citare il patrocinio del Consiglio regionale della Sardegna, della Giunta regionale, l’intensa collaborazione attiva del comune di Carbonia, e nei giorni scorsi è pervenuta anche l’adesione della pastora della Chiesa Evangelica Battista di Cagliari, Cristina Arcidiacono, e quella di Carbonia e Sulcis, pastora Elizabeth Green.

Lo slogan della marcia ricalca il tema del messaggio di papa Francesco per la 49.a Giornata mondiale della Pace “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”, del 1 gennaio 2016, messaggio reso pubblico nei giorni scorsi e inviato a tutti i potenti della terra in cui l’incipit è quello che il Santo Padre chiama Globalizzazione dell’indifferenza”, un atteggiamento pericoloso e che mette a rischio la pace nel mondo in particolare per quella che viene definita “una terza guerra mondiale a pezzettini” capace di accentuare la forbice fra nazioni ricche e nazioni povere e dove la ricerca sfrenata del benessere non fa altro che consumare il territorio; quello che il cristiano definisce “il creato”.

La scelta di fare la Marcia a Carbonia non è casuale, come non è casuale l’itinerario che dalla Grande Miniera di Serbariu raggiungerà Piazza Roma percorrendo via Antonio Gramsci, politico intellettuale sardo che nei suoi scritti politici e sociali ha spiegato bene il significato di “indifferenza”.

La città mineraria prima significava “lavoro e benessere” per tantissima gente, oggi, invece, è l’emblema del “non lavoro”, della disoccupazione, della devastazione del territorio, della povertà. E la Marcia, che partirà alle 15.00 da Serbariu vuole essere la speranza per questo territorio, ma speranza anche per tutta la Sardegna e per le zone interne che vivono un disagio sociale che non consente di trovare la pace.

La Marcia si rivolge in modo particolare ai giovani e per loro, già dalla mattina del giorno 30 dicembre, sono previsti tre workshop di confronto, ciascuno dei quali svilupperà uno dei temi fra lavoro, povertà e ambiente, che sono gli argomenti scelti dal comitato promotore per coscientizzare le persone alla necessità di avere la Pace.

«La novità di quest’anno – ha spiegato poi don Marco Lai – è che la Marcia assurge a livello regionale».

Dopo 29 anni di impegno da parte della Caritas di Ales-Terralba, infatti, i promotori hanno considerato che era necessario fare un salto di qualità e coinvolgere tutta la parte sana della società sarda per ridare speranza ad una regione che più delle altre soffre il disagio della mancanza di lavoro, della crisi che ha colpito i nostri territori e che vanta il triste primato della regione più povera d’Italia.

E questa speranza ha come testimone mons. Giancarlo Maria Bregantini, unico prete-operaio d’Italia a diventare vescovo.

Mons. Bregantini, quando guidava la chiesa di Locri comminò la scomunica verso gli uomini della ‘ndrangheta e da questi subì la minaccia di morte perché aveva incentivato e promosso, attraverso il Progetto Policoro voluto dalla Conferenza episcopale italiana a sostegno dell’occupazione nel sud Italia, numerose cooperative di lavoro per giovani, togliendo manovalanza alla criminalità organizzata.

E sarà proprio mons. Bregantini a chiudere, con il suo intervento in Piazza Roma a Carbonia, la XXIX Marcia della Pace.

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Il parco di Villa Sulcis, a Carbonia, ospiterà da giovedì 17 a domenica 20 settembre, la Festa annuale di SEL, organizzata dal Circolo Zorba il Gatto e intitolata “Articolo 3. Superando quegli ostacoli”.

Dopo le ultime due edizioni, dedicate agli articoli 1 e 2, si continuerà a parlare dei diritti e dei doveri dettati dalla nostra Costituzione.

«Le varie tragedie successe nell’anno in corso – si legge nella presentazione della Festa – ci hanno segnato e fatto capire che mai, come in questo momento, c’è bisogno di trovare delle soluzioni ai problemi che ci affliggono in quanto società. Mai come oggi è il momento di capire cosa fare per migliorarci, come comunità e come cittadini. Il nostro circolo rifiuta il fatto che forme di fascismo e razzismo segnino una linea risolutiva ai cambiamenti del nostro tempo, e avendo visto, proprio quest’anno, Carbonia come una città dell’accoglienza e della solidarietà, ha deciso di focalizzare la festa su confini e limiti, e di fare una riflessione su come sia possibile, appunto, superarli.»

Il programma della Festa è molto vario. Sono previsti una mostra, dibattiti, proiezioni, concerti e laboratori per bambini, il tutto con la partecipazione di tanti ospiti. Il 17 settembre, primo giorno della Festa, saranno presenti tra gli altri, alle ore 17,00, a parlare di immigrazione e accoglienza, dopo il saluto del sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, Filippo Miraglia (vicepresidente nazionale ARCI), don Marco Lai (presidente Caritas Sardegna), Michele Piras (deputato SEL). Verrà inoltre inaugurata la mostra fotografica “Kurdistan, un popolo che resiste”, realizzata da Roberto Mulas e resoconto del viaggio istituzionale di rappresentanti della Regione Sardegna nelle regioni Kurdistan turco. Si terrà, inoltre, l’incontro con Ezel Alcu del Movimento delle Donne del Kurdistan. La serata proseguirà con una cena e un concerto curdi, che serviranno a raccogliere fondi per la costruzione della scuola Antonio Gramsci a Kobane. Il giorno successivo, 18 settembre, si parlerà di diritti civili, un tema importante per SEL Sardegna, che ha presentato proprio quest’anno in Consiglio Regionale, una proposta di legge sulle unioni civili. Tra gli altri, saranno nostri ospiti il presidente della Regione Francesco Pigliaru, Barbara Tetti presidentessa del MOS, Riccardo Deiana presidente di ARC Cagliari e Anna Maria Busia (consigliera regionale CD). Nella serata ci sarà lo spettacolo delle Dragqueen Le Bolognesi. Sabato 19 ci sarà il concerto di Giorgio Canali (ex CCCP CSI) e il dibattito delle 17,00 avrà come tema la Sinistra, saranno ospiti Luciana Castellina, Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale SEL, Claudio Grassi (Sinistra e Lavoro), Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e Luciano Uras (senatore SEL). Il giorno successivo, domenica 20 settembre, parleremo di Europa e regionalismi, nostri ospiti saranno Renato Soru, europarlamentare e segretario regionale del Partito Democratico, Franco Uda (Segretario Arci Sardegna, coordinatore nazionale Pace, Solidarietà e Cooperazione Internazionale ARCI), Gavino Sale (IRS), Gesuino Muledda (Rossomori) e Luca Pizzuto (consigliere regionale e coordinatore regionale SEL Sardegna). La Festa verrà chiusa con la proiezione del film Jimmy’s Hall di Ken Loach.

Ci sarà inoltre un’esposizione permanente di hobbisti e artigiani del territorio e ogni giorno, a partire da venerdì 18, alle ore 20,00 sarà possibile cenare al ristorane Festa Articolo 3, dove si potranno degustare i migliori prodotti locali, rigorosamente a km 0. Per i piccoli sono stati riservati spazi particolari, un laboratorio di burattini che, a partire dalle 17,00 di venerd,ì intratterrà i bambini per le tre giornate; con la cooperativa Mediterranea ci sarà un laboratorio sull’epoca romana il primo giorno della festa e, naturalmente, saranno presenti i giochi gonfiabili. Ogni attività culturale e di animazione sarà gratuita e aperta a tutti.

La festa è possibile grazie alla collaborazione col circolo ARCI La Gabbianella Fortunata di Carbonia e il Pitosforo ArtMusicBar.

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Il 2 luglio, alle ore 17.00, la compagnia S’Arza di Sassari propone, nell’ambito della rassegna di Teatro ragazzi organizzata da Il Crogiuolo al parco di Monte Claro di Cagliari (teatrino ragazzi, ingresso euro 3,00), “Parola di Cocorico”, spettacolo di burattini-marionette-attori, scrittura scenica e regia di Romano Foddai, con Maria Paola Dessì, Francesco Petretto, Stefano Petretto.

“Parola di Cocorico” è uno spettacolo di burattini-marionette e attori dove vengono narrate quattro bellissime storie: la prima, “Il topo e la montagna” di Antonio Gramsci, riguarda la devastazione della natura ad opera dell’uomo e le sue nefaste conseguenze; la seconda, “Sangi e il panettiere”, parla dell’avidità di un panettiere e della saggezza dell’oriente; la terza, “La zuppa di sasso” racconta le vicende di un lupo diventato vegetariano, alle prese con gli animali di un villaggio; la quarta, “La strega Denti di Ferro”, è la storia di due bambini pestiferi e di una vecchia strega. Attraverso il linguaggio dei burattini, marionette, musica e l’arte degli attori, lo spettacolo comunica ai bambini valori universali, facendoli divertire.

I libri che narrano queste storie sono protagonisti dello spettacolo e stanno in scena per tutto il tempo. Alla fine della rappresentazione vengono dati ai bambini che divisi in gruppi avranno la possibilità di leggerli anche attraverso le immagini e confrontarli con le scene appena rappresentate. Lo spettacolo č adatto a bambini dai 5 anni e dura 60 minuti.