24 November, 2024
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E’ andato in archivio col segno più un altro ricco week end ciclistico in Sardegna. Le attenzioni degli appassionati erano tutte a Tertenia, dove, con l’organizzazione della locale Bike and Fitness, è andato in scena il 3° Trofeo Officine Formaensa Autronica, gara valida per l’assegnazione dei titoli regionali Medio Fondo. Il più veloce a tagliare il traguardo, dopo 104 km nei territori di Jerzu, Ulassai e Perdasdefogu, col tempo di 2h52’, è stato Eros Piras. Il portacolori della Donori Bike Team ha superato la concorrenza di Paolo Morbiato (Ciclo Club Acido Lattico La Maddalena, secondo) e Andrea Pisanu (Ciclo Club Antonio Manca, terzo). Si sono aggiudicati i titoli di campioni regionali per categoria Matteo Rosa (Elmt), Paolo Morbiato (M1), Eros Piras (M2), Fabrizio Farci (M3), Massimo Pintori (M4), Giacomo Orrù (M5), Christophe Nicolas Masserey (M6), Mario Giuseppe Fundoni (M7) e Giovanni Antonio Podda (M8)

I Master appassionati del bici fuoristrada si sono invece ritrovati domenica a Guspini. Nel Trofeo cittadino intitolato alle Miniere di Montevecchio, in ricordo di Francesco Fanari, organizzato dalla locale Unione Ciclistica Guspini, la vittoria è andata al partacolori di casa Nicola Saba, che ha chiuso la point to point di 40 km in 2h3’45’’ davanti a Enrico Onidi (Arkitano MTB) e Giovanni Puggioni (Ciclobottega Factory Team).

Per Esordienti, Allievi e Juniores, invece, i fari erano tutti puntati a Osidda. Qui, nella 2ª Coppa Comune di Osidda organizzata dalla SC Pattada la giornata da incorniciare è stata quella di Antonio Muredda. Il corridore del Mepak Junior Team chiuso per primo tra gli Juniores (2 giri da 28 km per 56 km complessivi) davanti a Federico Pileri (SC Terranova Fancello cicli) e Sergio Melis (SC Monteponi). Tra gli Allievi, il più veloce è stato Luca Biancu (SC Terranova) davanti al compagno di squadra Mattia Rossi e a Carlo d’Ambra (Ciclobottega). Successo gallurese (sui 28 km) anche nella categoria esordienti 1° anno, con Ismail Ben Yasin. Riccardo Vinci (Fabio Aru Academy) ha vinto tra gli Esordienti di 2° anno. Nel femminile vittorie dell’allieva Giorgia Melis (SC Monteponi) e dell’esordiente Soraya Cancedda (Veloclub Sarroch).

La sezione Anmig di Carbonia (l’Associazione dei mutilati e invalidi di guerra) ha consegnato una targa alla socia Maria Vacca, neo centenaria, compleanno festeggiato lo scorso 16 agosto.

Il socio dell’Anmig era il marito di Maria Vacca, Luigino Manca, rimasto invalido durante la guerra in Spagna. Alla sua morte, avvenuta nel 1979, rimanendo vedova, è diventata socia. Sono soci dell’Anmig anche il figlio Antonio Manca e il nipote Massimiliano, figlio di Antonio.

La targa è stata consegnata a Maria Vacca dalla presidente Agnese Delogu, la vicepresidente Claretta Vacca e la segretaria Gabriella Cadoni.

 

 

Il fiume di appassionati della bicicletta è pronto a risalire in sella sulle strade dell’isola, nelle quattro gare che animano il ricco week end ciclistico.
OLBIA – Campionato Regionale a Cronometro Individuale. Allievi, Juniores, Master ed Esordienti Maschili e Femminili saranno protagonisti sabato 1 maggio nella gara nuovamente organizzata dalla SC Terranova, dopo lo stop di un anno per Covid. La splendida location dei vigneti Zanatta, in via dello Spirito Santo, farà da cornice a una competizione che, ad oggi, ha fatto registrare ben 168 partenti. Ritrovo alle 14 e partenza alle 15,30, poi start scaglionati ogni minuto lungo i 10 km di tracciato corto per gli Allievi (dalle cantine strada per Trudda e inversione di marcia alla rotonda) e lungo (12,5 km) per Juniores e Master, con l’integrazione del tratto di statale 125. Tra i favoriti, lo junior portacolori di casa Mauro De Vita, fresco vincitore domenica scorsa a Sassari e il bergamasco Michael Testa (GS Massì Supermercati).
Tra gli allievi fari puntati su Gabriele Pili e Alessandro Prato (SC Ozierese), mentre tra i master occhio a Pietro Mureddu (SC Terranova), Emiliano Murtas (Donori Bike) e Andrea Pisano (ASD Antonio Manca Ittiri). La giornata sarà documentata da Directasport.it, con uno speciale che sarà trasmesso in settimana anche sui canali social della FCI Sardegna.
OZIERI – Trofeo SC Ozierese – Angelo e Giuseppe Angotzi – C’è attesa, nel Logudoro, per la gara regionale su strada organizzata domenica dalla Società Ciclistica Ozierese del presidente Piermario Tedde. La conferma arriva dal numero di iscrizioni, che si attesta attorno alle 60, con nomi importanti anche dalla penisola. Da oltre Tirreno ci saranno, infatti, due società, la toscana Fosco Bessi e la lombarda GS Massì Supermercati. Tra gli atleti isolani, a insaporire la competizione potrebbe essere il braccio di ferro tra gli allievi di casa Alessandro Prato e Paolo Cherchi e i forti pari età del Veloclub di Sarroch. La competizione si snoda su 63 km complessivi che da piazza Garibaldi (sede di ritrovo, partenza e arrivo) si snoda lungo un tracciato di 21 km da ripetere tre volte. Appena usciti dal paese lungo la via Roma e la via stazione, tutti in direzione SS 128 Bis, SP 3 km, Chilivani e rientro a Ozieri da via De Gasperi e via Vittorio Veneto. Partenza alle ore 10.00. Anche in questo caso saranno presenti le telecamere di Directasport per dare giusta dignità a una competizione che si attende ricca di sorprese.
ALGHERO – 1° Gran Fondo del Timidone. La Mountain bike torna protagonista domenica con una nuova tappa della Sardinia Cup MTB. Organizza la Alghero Bike di Luciano Catogno.
Numeri da record, con bene 220 iscritti e 15 donne, ottimo numero dopo le 24 di Donori. Il percorso si sviluppa all’;interno del Parco di Porto Conte. Saranno 43 km che dopo la prima breve lingua d’asfalto di 870 metri regalerà l’imboccatura alla single track per la prima vera fatica, la salita del monte Timidone, alla cui sommità verrà posizionato il Gran Premio della Montagna. Da qui discesa verso la strada principale e lungo tratto su ghiaia battuta. Ancora strade bianche fino alla “Cala del Vino”, giro di boa della contesa al km 21. Ritorno ricco di scenari mozzafiato lungo la costa catalana per poi rientrare all’interno della zona protetta fino al traguardo. Tra i favoriti, fari puntati su Denis Fumarola a caccia del tris dopo le due uscite vittoriose a Sassari e Donori. Outsider potrebbe essere il portacolori di casa e ideatore del tracciato Stefano Piras, leader sardo in classifica della Sardinia Cup. Con lui occhio ai i soliti Luca Dessì (Karel Sport) e Andrea Lovicu (Cicli Demurtas Nuoro). Tra le donne, manco a dirlo, solita attesa al traguardo per Raffaella Saravo (Ciclisti Turritani), anche lei a caccia di conferme come Denis Fumarola.
IGLESIAS – 14° Trofeo MG Tuning. La gara organizzata dalla SC Monteponi di Gigi Mascia chiude il ricco week end. I partenti saranno gli esordienti di 1° – 2° anno maschili e femminili e le donne allieve, ritrovo alle 8,30, nei pressi dell’officina MG Tuning, in località Sa Stoia,
Partenza alle 10.00 in punto, dalla zona industriale di via Andromeda, lungo un circuito di 26,4 km, completamente chiuso al traffico.

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«E’ arrivata in gravi condizioni – con codice rosso per sospetto ictus – al Pronto soccorso dell’Aou di Sassari trasportata dal 118 e asintomatica per patologia respiratoria e febbre. Non c’erano cioè sintomi che la facessero rientrare nei criteri di caso sospetto così come previsto dalla “check list triage”, in uso al Pronto Soccorso. È per questo motivo che è stato seguito il percorso “non infetti”. La donna, dopo la consulenza del medico della Stroke Unit, è stata sottoposta a Tc e ad angioTc Tsa in Radiologia, per poi essere ricoverata nel reparto Stroke Unit. Ma durante tutto questo percorso assistenziale sono state adottate le misure precauzionali e l’utilizzo di protezioni individuali da parte di tutto il personale. Inoltre la paziente, già dall’arrivo, indossava una mascherina chirurgica; è stata attuata la sanificazione in Pronto soccorso e in Radiologia, così come avviene, più volte al giorno, quotidianamente. Il pronto soccorso non ha mai interrotto l’attività.»

A dirlo è il direttore del Pronto soccorso Mario Oppes che fornisce alcune delucidazioni sull’episodio avvenuto ieri e che ha visto arrivare in ospedale un’anziana donna ultraottantenne con Ictus e che, successivamente a un primo tampone, è risultata positiva al Covid-19. Ieri, invece, il secondo tampone ha dato esito negativo.

A dare informazioni ulteriori su quanto avvenuto ieri è il direttore della Stroke Unit, Antonio Manca, il quale fa sapere che «all’ingresso in reparto la paziente, sempre sulla barella del Pronto soccorso, è stata fatta entrare nella sala posta immediatamente subito dopo la porta di ingresso, adibita ai pazienti provenienti da percorso “pulito” ma con tampone naso-faringeo in corso. La signora non è mai entrata nell’open space, dove ci sono gli altri ricoverati. È stata sottoposta a tampone naso-faringeo e contemporaneamente a esami doppler transcranico e a trattamento fibrinolitico endovena».

Anche il direttore della Stroke Unit precisa che la paziente ha sempre tenuto la mascherina e che gli operatori indossavano guanti, mascherina e sovra-camice come prevede la procedura.

La paziente quindi è stata sottoposta a doppler transcranico che ha mostrato l’esito positivo della terapia prontamente prestata dai sanitari dell’Aou di Sassari. L’Ictus, infatti, è una patologia tempo dipendente che richiede una rapidità di intervento.

Nel pomeriggio di ieri, quando è stata comunicata la positività del primo tampone naso faringeo è stata trasferita nel reparto Covid+ della clinica di Malattie infettive, dove si trova attualmente. «Le sue condizioni restano gravi per la gravissima malattia cerebrale da cui è stata colpita ieri», fa sapere il direttore di Malattie infettive professor Sergio Babudieri.

Ieri sera, l’esito del secondo tampone analizzato dal laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari ha dato esito negativo, oggi verrà ripetuto ancora insieme agli esami sierologici.

Intanto, il medico competente dell’Aou, Antonello Serra, hacome previsto in caso di accesso di un paziente risultato poi positivo – effettuato un sopralluogo in Pronto soccorso e in Radiologia. Qui «non sono state riferite manovre cagionevoli di dispersione di aerosol respiratori», ha fatto sapere, e ha avuto conferma che «la dotazione individuale degli operatori sanitari era conforme a quella prevista da disposizioni aziendali. Complessivamenteha concluso Antonello Serra l’assetto e l’atteggiamento di protezione, pur in una situazione di emergenza legata ai tempi ristretti da rispettare in casi del genere, è apparso adeguato».

Sono stati acquisiti i nomi degli operatori sanitari intervenuti da sottoporre a test Pcr.

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.

 

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Il Giro delle Miniere ha ormai trovato il suo padrone: battendo in volata Andrea Pisanu (Ciclo Club Antonio Manca), Roberto Cesaro ha fatto sua anche la terza tappa della corsa organizzata dalla SC Monteponi. Il corridore del Team Falasca ha completato per primo gli 86 chilometri di mediofondo che hanno caratterizzato la 10ima Coppa Città di Gonnesa – Giro del Nuraghe, mettendo così ulteriormente al sicuro la sua leadership nella classifica generale della Fascia A.

Un centinaio i ciclisti al via della terza frazione del Giro delle Miniere. Tra questi anche il “Diablo” Claudio Chiappucci, accompagnato dal figlio Samuele. Nonostante il gran caldo, fin dai primi chilometri il Team Cesaro Falasca impone al gruppo delle medie orarie particolarmente sostenute. All’altezza della salita di Terras Collu la squadra campana promuove una fuga che coinvolge Roberto Cesaro, Marco Larossa, Pietro Cappuccilli, Fabio Orcame ed Andrea Pisanu. I fuggitivi guadagnano presto un vantaggio che diventa sempre più ampio nonostante gli sforzi di un secondo gruppetto di corridori guidati da Alessandro Nannetti (Team Bike Ballero). Sul rettilineo d’arrivo in leggera ascesa allestito in viale Iglesias a Gonnesa, Roberto Cesaro riesce a far suo il successo in volata nonostante gli sforzi di un ottimo Andrea Pisanu. Terzo posto per Marco Larossa, mentre al quarto si classifica Felice Giangregorio (Apice Tre Colli).

Le quattro maglie rossoblù del Giro delle Miniere non cambiano padrone: Roberto Cesaro intravede già il successo finale nella Fascia A, così come Pietro Cappuccilli in Fascia B, Alessandro Freschi in Fascia C e Michela Gorini tra le donne.

Sarà la IV Coppa Città di Pabillonis – Trofeo della Terracotta a far calare il sipario sull’edizione 2019 del Giro delle Miniere. I ciclisti si cimenteranno in un percorso di medio fondo di 22,5 chilometri da ripetere per quattro volte. Partenza e arrivo previsti in via Ugo Foscolo a Pabillonis. All’ultima tappa del Giro delle Miniere non prenderà parte l’atleta Marco Larossa. Come da comunicazione ufficiale FCI, la Prima Sezione del TNA, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare il ciclista del Team Cesaro Falasca, risultato positivo alla sostanza Clostebol Metabolita a seguito di un controllo disposto al termine della “Granfondo del Comino”, disputata ad Atina il 12 maggio scorso.

ORDINE D’ARRIVO 3/A TAPPA

1 – Roberto Cesaro (Team Cesaro Falasca) 2h6m31s
2 – Andrea Pisanu (Ciclo Club Antonio Manca Ittiri) 2h6m31s
3 – Marco Larossa (Team Cesaro Falasca) 2h6m31s
4 – Felice Giangregorio (Apice Tre Colli) 2h6m34s
5 – Pietro Cappuccilli (Team Cesaro Falasca) 2h8m22s

I LEADER DEL GIRO

FASCIA A – Roberto Cesaro (Team Cesaro Falasca) 5h54m02s
FASCIA B – Pietro Cappuccilli (Team Cesaro Falasca) 5h59m00s
FASCIA C – Alessandro Freschi (Team Bike Ballero) 6h4m18s
DONNE – Michela Gorini (Fausto Coppi Fermignano) 6h22m49s

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E’ scattata questa mattina dalla miniera di Monteponi a Iglesias la 20ª edizione del Giro delle Miniere di ciclismo. Centoquaranta gli iscritti al via della prima tappa, la “Gran Fondo delle Miniere Trofeo Parco Geominerario – Memorial Roberto Saurra”, scelta anche quest’anno dalla Federazione Ciclistica Italiana per l’assegnazione dei campionati italiani Master di specialità.

La gara si è svolta sull’ormai collaudato percorso di 137 Km, con due Gran Premi della Montagna previsti: il primo nel territorio di Arbus, in corrispondenza del Passo Genna Frongia e il secondo sul Passo Genna Bogai, poco oltre il centro abitato di Fluminimaggiore.

A trionfare, al termine di una gara durissima, è stato il napoletano Roberto Cesaro (3h 22m 17s), giunto al traguardo davanti al compagno di squadra Marco Larossa, staccato di 23 secondi. Al terzo posto l’ittirese Andrea Pisanu.

La frazione più ostica del Giro delle Miniere è stata resa ancor più complicata dal vento contrario e dal gran caldo. Fino al 35esimo chilometro il gruppo è andato avanti compatto. Successivamente, in corrispondenza della salita di Genne Frongia, è arrivata una prima scrematura, con dieci atleti che sono riusciti a guadagnare un vantaggio sul resto della corsa. Una caduta all’altezza del Passo Bidderdi ha coinvolto il due volte vincitore della Granfondo Matteo Mascia (SC Monteponi), che, di fatto, è stato messo fuori dai giochi per il successo finale. La vittoria di tappa è diventata dunque affare esclusivo del quartetto composto da Andrea Pisanu (Antonio Manca Ittiri), Andrea Lovicu (Demurtas Nuoro), Marco Larossa e Roberto Cesaro (entrambi del team campano Cesaro Falasca). Nell’ultimo chilometro di salita quest’ultimo ha prodotto uno scatto irresistibile per i compagni di fuga, e ha scritto così il suo nome nell’albo d’oro della Granfondo. La volata per il secondo posto se l’è aggiudicata Larossa, mentre sul gradino più basso del podio c’è Andrea Pisanu, primo tra i sardi. Tra le donne il successo è andato invece a Michela Gorini (Fausto Coppi Fermignano) davanti a Sara Serrau (SC Cagliari).

«E’ stata una bella gara – ha affermato Roberto Cesaro, già professionista tra il 2005 e il 2012 – il lavoro di squadra ha fatto la differenza nei momenti più duri della gara. E’ stato bello venire tornare in Sardegna, dove ero già stato da professionista. Correre in questi splendidi scenari ha reso la fatica molto più sopportabile.»

Ordine d’arrivo

1 – Roberto CESARO (Team Cesaro Falasca) 3h22m17s
2 – Marco LAROSSA (Team Cesaro Falasca) 3h22m40s
3 – Andrea PISANU (Ciclo Club Antonio Manca) 3h22m42s
4 – Andrea LOVICU (Bike Team Demurtas Nuoro) 3h22m54s
5 – Giovanni Battista MURETTI (Cycling Team Gallura) 3h23m48s

Queste, invece, le maglie tricolori assegnate sul podio di Iglesias:

ELMT – Marco LAROSSA (Team Cesaro Falasca)
M1 – Roberto CESARO (Team Cesaro Falasca)
M2 – Andrea LOVICU (Bike Team Demurtas Nuoro)
M3 – Paolo VECCHIONE (Pit Stop Racing Team)
M4 – Giovanni Battista MURETTI (Cycling Team Gallura)
M5 – Christophe MASSEREY (SC L’Oleandro Budoni)
M6 – Giancarlo MELONI (Arkitano Mtb Club)
M7 – Davide CORTESI (Città di Treviglio)
W1/W2 – Michela GORINI (Fausto Coppi Fermignano)

Questi, infine, i leader della classifica generale

Roberto CESARO (Fascia A)
Pietro CAPUCCILLI (Fascia B)
Alessandro FRESCHI (Fascia C)
Michela Gorini (Donne)

Il Giro delle Miniere riparte lunedì 17 giugno con la seconda frazione: la IV Coppa Città di Villamassargia – Cronometro del Cixerri. Una tappa di 19 chilometri, prevalentemente pianeggiante, con partenza nel centro storico di Villamassargia e arrivo a Siliqua. I leader delle quattro classifiche generali saranno già chiamati a un grande sforzo per difendere la loro maglia.

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Un intervento di trombectomia su un paziente di 98 anni, realizzato per rimuovere meccanicamente un trombo che occludeva un vaso sanguigno cerebrale. È quanto realizzato nei giorni scorsi dall’unità operativa Stroke Unit dell’Aou di Sassari, in collaborazione con l’Angiografia interventistica.

Un intervento delicato che, di solito, viene effettuato su pazienti che non superano i 90 anni. L’anziano è stato già dimesso, pressoché asintomatico, dal reparto diretto dal dottor Antonio Manca.

L’uomo era stato portato nella Stroke Unit del Santissima Annunziata con una severa paresi e incapacità a parlare. «Lo abbiamo subito trattato con trombolisi endovena – afferma il direttore dell’unità operativa al secondo piano dell’ospedale sassarese, Antonio Manca – e, successivamente, con trombectomia meccanica, con il supporto dei colleghi della angiografia interventistica. L’intervento ha consentito di arrivare a una pressoché completa guarigione clinica del paziente».

La trombectomia è un intervento che consente di “ripulire” le arterie e, al tempo stesso, di ridurre le possibilità della disabilità che scaturisce dall’ictus. Nell’arteria femorale, dall’inguine, viene inserito un catetere che viene fatto poi scivolare sino al punto in cui è situato il trombo che occlude il vaso sanguigno cerebrale. Una volta raggiunto, il trombo viene rimosso meccanicamente. «La trombectomia è indicata su pazienti che hanno l’occlusione nell’arteria cerebrale media ospiega ancora Antonio Manca nella carotide interna, cioè i più gravi in assoluto, destinati, quando sopravvivono, a gravi disabilità».

«Esistono dati in letteratura sull’efficacia e sicurezza della trombectomia meccanica per i novantenniprosegue anche se i trial clinici principali avevano arruolato pazienti fino a un massimo di 85 anni. La trombectomia meccanica, associata alla somministrazione della molecola trombolitica alteplase per via endovenosa, migliora i risultati funzionali, senza aumentare la mortalità nei pazienti con ischemia cerebrale acuta. La trombolisi per via endovenosa (Ivt) per il trattamento dell’ictus ischemico acuto è efficace per tutti i pazienti senza limiti di età.»

L’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, e la prima causa di disabilità negli anziani. L’ictus ischemico, il principale sottotipo di ictus (80 per cento dei casi), è causato dall’occlusione acuta di un vaso arterioso cerebrale. È una patologia tempo-dipendente per cui più è precoce l’intervento migliori sono i risultati clinici e minore la disabilità residua. La trombolisi, punta a sciogliere chimicamente il trombo causa dell’ictus.

La Stroke Unit dell’Aou di Sassari, unica struttura di questo genere nel Nord Sardegna, ha sei posti letto, registra circa 300 ricoveri annui, tratta circa 120 pazienti all’anno con trombolisi endovena e oltre 40 con trombectomia meccanica.

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Coinvolgimento nelle decisioni che portano a modifiche nell’atto aziendale dell’Aou quindi ricerca condivisa delle soluzioni per salvaguardare l’esistenza della scuola di specializzazione in Cardiologia. Quindi ancora, l’attivazione delle procedure concorsuali per la nomina del nuovo direttore della struttura complessa di Cardiologia. Sono le richieste che i direttori delle strutture complesse del Santissima Annunziata, attraverso una lettera inviata per mail, presentano al direttore generale dell’Aou di Sassari.

A firmare la missiva sono i direttori delle strutture complesse di Medicina interna Franco Bandiera, di Ortopedia e Traumatologia Franco Cudoni, di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Luigi Cugia, Nefrologia e dialisi Maria Cossu, di Psicologia Fabrizio De Maria, di Malattie della coagulazione Luciana Mameli, della Stroke unit Antonio Manca, di Recupero e Riabilitazione Funzionale Gildo Motroni, di Chirurgia d’Urgenza Pietro Niolu, di Pronto soccorso e medicina d‘urgenza Mario Oppes, di Oncologia medica Antonio Pazzola, di Medicina d’urgenza Paolo Pinna Parpaglia, del Centro ustioni Alma Posadinu, della Radiologia Stefano Profili, della Geriatria Patrizia Tilocca, della Lungodegenza e post acuti Antonio Uneddu.

Da parte loro arriva anche una possibile soluzione alternativa «a quelle ipotizzate finora per salvare la Scuola di Cardiologia. Una di queste è affidare un programma specifico, così come previsto dalla legge 517/99, a un docente di Cardiologia che verrebbe equiparato a un direttore di struttura complessa».

«Si tratta, in linea di massima, di richieste condivisibili – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – e che discuterò con il rettore dell’Università di Sassari con il quale ho condiviso l’assetto organizzativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari già dall’approvazione dell’atto aziendale. Con lui abbiamo iniziato ad occuparci della questione relativa alle scuole di specializzazione e quindi anche di quella di Cardiologia.»

La modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l’atto aziendale all’articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene infatti «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell’Aou di Sassari, d’intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione autonoma della Sardegna».

«Nelle nostre strutture, universitarie e ospedaliere – riprende Antonio D’Urso – si preparano i giovani che saranno i professionisti di domani. Per questo siamo tutti interessati a mantenere sia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia tutte le scuole di specializzazione, compresa quella di Cardiologia. Facciamo parte tutti di un’unica azienda che mira all’assistenza dei cittadini e coniuga questa attività con quelle della ricerca e della formazione. Lavoriamo, allora, assieme per un obiettivo comune.»

Visione che appare condivisa dagli stessi firmatari della lettera, i quali ricordano che «i medici ospedalieri della Aou Sassari, che per inciso costituiscono il 90 per cento dell’organico complessivo, hanno un interesse primario nel mantenere aperte ed efficienti le scuole di specializzazione perché i nuovi specialisti presto diventeranno i colleghi con cui affrontare le difficoltà quotidiane che la professione impone. I medici ospedalieri ogni giorno sostengono concretamente gli specializzandi facendo i tutor, insegnando nei corsi, contribuendo alla ricerca e alla raccolta dei dati per redigere le tesi».

La massima apertura da parte del direttore generale quindi che sottolinea il fatto che «siamo pronti ad ascoltare le esigenze, le istanze e a valutare i suggerimenti che ci vengono proposti, affinché possano continuare a operare quelle scuole di specializzazione che, da tutti, sono considerate di prestigio e punto di eccellenza del Nord Sardegna».

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Viaggi tra geografie umane ma anche terrestri, follia e santità, bellezza e «meravigliosa mostruosità», in bilico tra reale e surreale. Dall’EXMA allo IED le opere e l’immaginario di Matteo Basilé, fotografo onnivoro e sperimentatore di fama internazionale tra i più affermati della sua generazione, raccontate dall’autore nell’appassionante open lesson tenutasi il 18 maggio a Villa Satta. L’artista romano che dipinge con la luce lo spirito del nostro tempo ha portato ai giovani studenti dell’Istituto Europeo di Design e agli appassionati d’arte contemporanea la sua storia ed il suo lavoro, anticipando il suo punto di vista su alcune delle sue opere (appartenenti alle serie THISHUMANITY e THISORIENTED), sviluppato successivamente durante la visita all’EXMA all’interno di “Sguardi sul mondo attuale – #3 Geografie Umane”. Il progetto espositivo, nato attraverso una rete di partnership promossa dal Consorzio Camù, curato da Simona Campus – direttrice artistica dell’EXMA – ha ospitato fino al 20 maggio parte della collezione privata d’arte contemporanea internazionale di Antonio Manca. All’incontro in viale Trento n. 39, sede IED, hanno partecipato con Matteo Basilè, Simona Campus, Igor Zanti, direttore IED Venezia e curatore e Monica Scanu, direttrice IED Cagliari. Un doppio evento organizzato da IED Cagliari e EXMA che ha inaugurato ufficialmente la prima di una serie di iniziative tra le due prestigiose istituzioni culturali cagliaritane, per portare l’attenzione dei giovani futuri designer e di tutti gli interessati nel vivo del mondo dell’arte contemporanea e per sviluppare insieme idee e progetti culturali.