21 November, 2024
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La nona edizione della Fiera del Libro di Iglesias è giunta al giro di boa. Il programma della Fiera si snoda nel corso di quattro giorni, dalle colazioni d’autore fino a sera. In cartellone si alternano presentazioni, masterclass di formazione gratuita, laboratori di lettura per gli alunni di ogni ordine e grado e tavoli tematici. Grande spazio è riservato alla dimensione fieristica, con la partecipazione di editori partner della media e piccola editoria indipendente. Tra gli ospiti più autorevoli in programma, risaltano Antonio Manzini, Carmen Lasorella, Piergiorgio Pulixi, Michela Marzano, Lucio Luca, Rocco Pinto, i rappresentanti della Rete Pym, Alosha il danzastorie di Sicilia, le libraie delle Librerie Italiane di Barcellona, Parigi, Lisbona Cecilia Ricciarelli, Flores Raut, Sara Cappai; i rappresentanti Biblioteche Civiche Torinesi con Alessio Pavarallo; i rappresentanti del collettivo Sicilia Niura con Rosario Russo; Massimo Battista, Riccardo Cavallero, Giorgio Lupo, Letizia Vicidomini, Ciro Auriemma, Livio Milanesio, Susanna Trossero, Matteo Giusti, Annamaria Petolicchio da Il Collegio.
Ieri sera abbiamo intervistato Eleonora Carta, presidente dell’associazione culturale Argonautilus, organizzatrice della Fiera.

                                              

Il concetto di attenzione sarà il filo rosso della nona edizione della Fiera del Libro di Iglesias, da lunedì 22 a giovedì 25 aprile, un progetto dal respiro internazionale che parte dalla volontà di rivalutare culturalmente il territorio sardo. In quasi un decennio lo staff di Argonautilus ha ampliato il festival attraverso collaborazioni e partnership con le Librerie Italiane a Barcellona, Parigi e Lisbona, con il Salone Internazionale del Libro di Torino, nonché con partner storici come la Fondazione di Sardegna, la Regione, i Comuni di Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Quartu Sant’Elena, l’Arma dei Carabinieri, il Cepell – Centro per il Libro e la Lettura del Mic, la Fondazione “Cammino Minerario” di Santa Barbara, il Premio “Morrione” per il giornalismo investigativo.

«Ormai conosciuto è il cosiddetto “effetto fiera” esordisce il direttore artistico Maurizio Cristella e cioè la capacità intrinseca della nostra manifestazione di fungere da catalizzatore nella creazione di connessioni e sinergie che perdurino nel tempo e nello spazio, generando impatti successivi e imprevedibili. Il tema di quest’anno è comune a tutta la Rete Pym e rappresenta una sfida, una provocazione, un auspicio per attraversare il contemporaneo.»

L’attenzione è un processo cognitivo da allenare affinché si impari a selezionare i tanti stimoli che arrivano in ogni momento, ma soprattutto a ignorarne altri.

«Perseverare a parlare di libri, di storia, di geopolitica e di attualità significa per noi insistere sull’attenzione alla cultura, alla società, al territorio e alle nostre radici – aggiunge la scrittrice Eleonora CartaUn’attenzione che nasce per essere reciproca, che mette in relazione e in dialogo ambienti e civiltà diverse, che crea ponti di narrazioni, che rianima il silenzio lasciato dal lungo periodo del Covid. La letteratura, l’arte in generale è ciò che rimane dopo ogni catastrofe, dopo ogni paura collettiva, dopo la malattia e, proprio attraverso la malattia della società, si fa storia di un popolo. Nonostante i conflitti mondiali in corso, proprio l’arte continua a essere una fondamentale funzione dell’umanità che proprio nello spazio neutro e vitalistico dell’espressione artistica si riappropria della sua indivisibilità.»

Il programma della Fiera si snoda nel corso di quattro giorni, dalle colazioni d’autore fino a sera. In cartellone si alternano  presentazioni, masterclass di formazione gratuita, laboratori di lettura per gli alunni di ogni ordine e grado e tavoli tematici. Grande spazio avrà la dimensione fieristica, con la partecipazione di editori partner della media e piccola editoria indipendente. Tra gli ospiti più autorevoli in programma, risaltano Michela Marzano, Carmen Lasorella, Antonio Manzini, Piergiorgio Pulixi, Stefano Lamorgese, Lucio Luca, Riccardo Cavallero, Rocco Pinto, i rappresentanti della Rete Pym, Alosha il danzastorie di Sicilia, le libraie delle Librerie Italiane di Barcellona, Parigi, Lisbona Cecilia Ricciarelli, Flores Raut, Sara Cappai; i rappresentanti Biblioteche Civiche Torinesi con Alessio Pavarallo; i rappresentanti del collettivo Sicilia Niura con Rosario Russo; Massimo Battista, Giorgio Lupo, Letizia Vicidomini, Ciro Auriemma, Livio Milanesio, Susanna Trossero, Matteo Giusti, Andrea Maggi e Annamaria Petolicchio da Il Collegio.

Per concludere, il 25 aprile la Fiera del Libro di Iglesias celebrerà l’universo letterario di Harry Potter con una giornata eccezionale. Allestimento di scenografie spettacolari nel centro cittadino, una riproduzione di Diagon Alley, giochi di magia, laboratori di pozioni, la cerimonia di smistamento, l’assegnazione del patronus, sfilate di animali fantastici e di figuranti travestiti da personaggi della celebre saga.

Tra le attività previste, la partecipazione del più grande collezionista di libri di Harry Potter, Massimo Battista, che arricchirà l’occasione con letture direttamente dai romanzi e condividerà la sua passione per la magia del mondo creato da J.K. Rowling. Il gran finale sarà curato dal Circolo Musicale Verdi con un concerto dedicato alla celebre colonna sonora dei film del mago più famoso della letteratura.

 

Il concetto di attenzione sarà il filo rosso della nona edizione della Fiera del Libro di Iglesias, da lunedì 22 a giovedì 25 aprile, un progetto dal respiro internazionale che parte dalla volontà di rivalutare culturalmente il territorio sardo. In quasi un decennio lo staff di Argonautilus ha ampliato il festival attraverso collaborazioni e partnership con le Librerie Italiane a Barcellona, Parigi e Lisbona, con il Salone Internazionale del Libro di Torino, nonché con partner storici come la Fondazione di Sardegna, la Regione, i comuni di Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Quartu Sant’Elena, l’Arma dei Carabinieri, il Cepell – Centro per il Libro e la Lettura del Mic, la Fondazione “Cammino Minerario” di Santa Barbara, il Premio “Morrione” per il giornalismo investigativo.
«Ormai conosciuto è il cosiddetto “effetto fiera”esordisce il direttore artistico Maurizio Cristellae cioè la capacità intrinseca della nostra manifestazione di fungere da catalizzatore nella creazione di connessioni e sinergie che perdurino nel tempo e nello spazio, generando impatti successivi e imprevedibili. Il tema di quest’anno è comune a tutta la Rete Pym e rappresenta una sfida, una provocazione, un auspicio per attraversare il contemporaneo.»
Una Fiera per tutti
L’attenzione è un processo cognitivo da allenare affinché si impari a selezionare i tanti stimoli che arrivano in ogni momento, ma soprattutto a ignorarne altri.
«Perseverare a parlare di libri, di storia, di geopolitica e di attualità significa per noi insistere sull’attenzione alla cultura, alla società, al territorio e alle nostre radiciaggiunge la scrittrice Eleonora Carta -. Un’attenzione che nasce per essere reciproca, che mette in relazione e in dialogo ambienti e civiltà diverse, che crea ponti di narrazioni, che rianima il silenzio lasciato dal lungo periodo del Covid. La letteratura, l’arte in generale è ciò che rimane dopo ogni catastrofe, dopo ogni paura collettiva, dopo la malattia e, proprio attraverso la malattia della società, si fa storia di un popolo. Nonostante i conflitti mondiali in corso, proprio l’arte continua a essere una fondamentale funzione dell’umanità che proprio nello spazio neutro e vitalistico dell’espressione artistica si riappropria della sua indivisibilità.»
Gli ospiti in programma
Il programma della Fiera si snoda nel corso di quattro giorni, dalle colazioni d’autore fino a sera. In cartellone si alternano presentazioni, masterclass di formazione gratuita, laboratori di lettura per gli alunni di ogni ordine e grado e tavoli tematici. Grande spazio avrà la dimensione fieristica, con la partecipazione di editori partner della media e piccola editoria indipendente. Tra gli ospiti più autorevoli in programma, risaltano Antonio Manzini, Carmen Lasorella, Piergiorgio Pulixi, Michela Marzano, Lucio Luca, Rocco Pinto, i rappresentanti della Rete Pym, Alosha il danzastorie di Sicilia, le libraie delle Librerie Italiane di Barcellona, Parigi, Lisbona Cecilia Ricciarelli, Flores Raut, Sara Cappai; i rappresentanti Biblioteche Civiche Torinesi con Alessio Pavarallo; i rappresentanti del collettivo Sicilia Niura con Rosario Russo; Massimo Battista, Riccardo Cavallero, Giorgio Lupo, Letizia Vicidomini, Ciro Auriemma, Livio Milanesio, Susanna Trossero, Matteo Giusti, Annamaria Petolicchio da Il Collegio.
Letteratura e magia
Per concludere, il 25 aprile la Fiera del Libro di Iglesias celebrerà l’universo letterario di Harry Potter con una giornata eccezionale. Allestimento di scenografie spettacolari nel centro cittadino, una riproduzione di Diagon Alley, giochi di magia, laboratori di pozioni, la cerimonia di smistamento, l’assegnazione del patronus, sfilate di animali fantastici e di figuranti travestiti da personaggi della celebre saga.
Tra le attività previste, la partecipazione del più grande collezionista di libri di Harry Potter, Massimo Battista, che arricchirà l’occasione con letture direttamente dai romanzi e condividerà la sua passione per la magia del mondo creato da J.K. Rowling. Il gran finale sarà curato dal Circolo Musicale Verdi con un concerto dedicato alla celebre colonna sonora dei film del mago più famoso della letteratura.

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Dal 1° al 4 ottobre con tre giorni di PreFiera (28-29-30 settembre) torna la Fiera del Libro di Iglesias, giunta alla sua quinta edizione, eccezionalmente in autunno e non nelle canoniche date di aprile, a causa dell’emergenza sanitaria.
In parte ridisegnata nel rispetto rigoroso delle normative in materia anti-contagio, sarà una settimina (tre + quattro) dedicata al libro e alla promozione della lettura, diffusa nel centro storico di Iglesias (piazza Municipio, Pichi e La Marmora) con un ricco programma di incontri, masterclass di formazione professionale, mostre, dibattiti, tavoli tecnici, che si succederanno nel corso delle giornate, e saranno incentrati sul tema della Fiera che quest’anno è “La Parola crea Mondi”: il potere della Parola di creare, plasmare e distruggere la realtà.
Quest’anno saranno cinque i comuni partner della Fiera: Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Santadi, Zeddiani, ospiti nella giornata inaugurale, insieme a rappresentanti dell’assessorato della Cultura della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna, e della Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias. Molte le associazioni di rilevanza nazionale, tra cui la FASI Federazione Associazioni Sarde in Italia, Circolo Sardo Sant’Efisio di Torino, Associazione Le Nuvole Barcellona, Fidapa sezione di Iglesias, Casa Emmaus e l’Associazione Elda Mazzocchi Scarzella con un progetto di raccolta libri a favore delle biblioteche dei  Giardini Possibili, i Musei di Monte Arci, Museo Aquilegia, e il Parc dei Cavallini della Giara; e il Consorzio turistico per l’Iglesiente.
Gli ospiti. Si parte il 1 ottobre a Iglesias con Antonio Manzini (Sellerio) che dialogherà con Piergiorgio Pulixi, il 2 ci sarà Andrea Marcolongo con il nuovo libro in anteprima (“La Lezione di Enea” Laterza), Giuseppe Civati (People) il 3 e Gianluca Ales (Round Robin/SkyTg24) domenica 4.
Tra i molti altri autori: Gianmichele Lisai (NewtonCompton), Roberta Balestrucci (Gallucci), ed alcuni autori del libro dell’estate, la raccolta di racconti “Giallosardo” (PIEMME) tra cui Ciro Auriemma e Francesco Abate protagonista dell’incontro di Radiofiera del 2 ottobre. Annarita Briganti (Cairo editore, Repubblica) con la sua ultima opera Alda Merini l’Eroina del caos sarà protagonista dell’incontro che si terrà il 30 settembre all’Antica Tonnara Su Pranu di
Portoscuso.
Particolare attenzione sarà dedicata alla formazione, con quattro masterclass – una per giornata – tenuti da grandi professionisti: Piergiorgio Pulixi, Luigi Sanciu, Daniela Aretino e Stefano Lamorgese.

Spazio particolare sarà dedicato al giornalismo d’inchiesta, con l’inaugurazione della prestigiosa partnership con il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo under 30, per la prima volta in Sardegna, rappresentato dal vice-presidente, giornalista e redattore di Report Stefano Lamorgese.
L’area tematica Graphic Novel, diretta da Daniele Mocci, vedrà la partecipazione delle Chine Vaganti e una mostra a cura dell’artista Daniele Serra.
Torna inoltre La Casa degli Autori in Fiera, uno spazio libero e aperto al pubblico, di interazione, incontro e scambio per tutti coloro che abbiano pubblicato un’opera e vogliano farla conoscere.
E torna AltaVoce (seconda edizione) con un cast di lettori che si esibiranno sul palco del teatro Electra.
Grande spazio sarà dedicato all’interazione con i lettori dell’ArgoCircolo Letterario In Libro Veritas che dalla sezione di Iglesias ha già aperto una seconda sezione a Gonnesa e si appresta ad arrivare anche a Portoscuso; e dell’ArgoCircolo Letterario Fantadìa (per i più piccoli) a cura di Erika Carta e Sara Porru con eventi web e dirette nei giorni della Fiera.
Incontri professionali di rilievo, dedicati all’editoria in Sardegna con la partecipazione degli editori Condaghes e S’Alvure, e al “Fare RETE” con la partecipazione di Marco Belli per Elba Book Festival, Aldo dalla Vecchia per GialloGarda (fondatori e partner nella RetePYM di fiere e festival che ha visto la luce proprio nel corso della terza edizione della Fiera del Libro di Iglesias); e Francesca Spanu per il Festival del Monreale.
Evento di chiusura la Favola Sinfonica “Pinocchio” eseguita dalla Banda Verdi di Iglesias.
La vera novità dell’anno saranno i mezzi di diffusione degli eventi: vecchi e nuovi.
Dalle dirette web sui canali social dell’Associazione Argonautilus, a RADIOFIERA (con due appuntamenti quotidiani in diretta dalle frequenze di Radio Arcobaleno Iglesias), alla filodiffusione per le vie della città. Molti modi diversi per restare sempre in contatto con quanto succede alla Fiera del Libro di Iglesias.
La Fiera del Libro di Iglesias® è un progetto dell’Associazione ArgoNautilus.
È parte del Maggio dei Libri (iniziativa di promozione della lettura del Cepell secondo gli auspici del ministero per i Beni e le Attività Culturali) ed è valsa a Iglesias il titolo di Città che Legge.

Dighero_apocalisse_3Dighero_apocalisse_2Teatro Electra esterno 1

Si alza il sipario sull’“Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, pièce originale tratta dai racconti di Niccolò Ammaniti, con il contributo di Antonio Manzini, che vede protagonista un funambolico Ugo Dighero, per la regia di Giorgio Gallione, in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo (con lo slogan “Giù la Maschera!”, che rimanda al potere svelante delle atti della scena). Visioni e storie della “fine del mondo” con lo spettacolo, un autentico one-man-show (impreziosito da scene e costumi di Lorenza Gioberti e dal disegno luci di Aldo Mantovani) che debutterà in prima regionale martedì 21 aprile alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias.

Lo spirito profetico delle antiche rivelazioni s’incarna nel protagonista, afflitto da un misterioso e terribile morbo che rende faticoso e doloroso ogni suo gesto, perfino sorridere o respirare, figurarsi fare all’amore: rinchiusosi volontariamente in una sorta di bunker, egli racconta il declino della civiltà attraverso le immagini di un’umanità irrimediabilmente perduta, tra zombies laureati e folli chirurghi plastici, feroci poliziotti-giustizieri e ultras demenziali – senza risparmiare il luccicante mondo dello spettacolo, in cui trionfano sedicenti cabarettisti e stelline senza talento. L’“Apocalisse” dell’Archivolto (in cui si fondano e si intrecciano le trame e i personaggi de “Lo zoologo” (tratto da “Fango”) e “Sei il mio tesoro”, pubblicato nel volume “Crimini”) è quindi «una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma… le favole sono cambiate e “nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile”».

I racconti di Niccolò Ammaniti sono commedie grottesche, al limite dell’inverosimile, che utilizzano spesso un linguaggio senza ipocrisie, duro, spudorato e vorace; vicende paradossali dove il delirio comico e l’immaginario sfrenato convivono ed esplodono sulla pagina. Apocalisse monta e incrocia in palcoscenico due racconti scritti in tempi molto diversi: Lo zoologo (tratto da “Fango”) e Sei il mio tesoro (pubblicato nel volume “Crimini”). Queste due storie si innestano nella vicenda di un uomo colpito da un morbo misterioso contratto con l’avvicinarsi di una sorta di Apocalisse globale, arrivata senza trombe del giudizio ad annunciarla. Ma ormai per lui e – teme – per tutti, qualsiasi processo biologico provoca disagio, dolore: dal camminare alla crescita della barba, dal sorridere al fare all’amore. Allora, barricato in una devastata casa / hangar, con le ultime forze scrive e racconta storie simbolo di questo progressivo disfacimento dell’umanità e del mondo. Vengono così evocati sulla scena zombie che prendono la laurea e folli chirurghi plastici, poliziotti antidroga dal grilletto facile, ultras demenziali e violenti, cabarettisti cialtroni e starlette formose dal dubbio talento. Ne viene fuori uno spettacolo che è una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e «nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile».

Sbarca ad Iglesias  – sotto le insegne del CeDAC – “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” di José Sanchis Sinisterra, nella mise en scène di Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione, con traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli: l’avvincente pièce incentrata sul rapporto tra arte e vita, e sugli orrori della dittatura – e interpretata da Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo – sarà in scena domenica 8 febbraio alle 18.30 al Teatro Electra di Iglesias per il secondo appuntamento con la Stagione di Prosa 2014-15.

La versione italiana di “¡Ay Carmela!” – testo cult del grande drammaturgo spagnolo, da cui Carlos Saura ha tratto l’omonimo film con una splendida Carmen Maura – è ambientata nell’Italia del 1944, durante il secondo conflitto mondiale, in uno sperduto paesino del Centro-Sud, posto sotto occupazione dalle armate tedesche; dal villaggio spagnolo di Belchite, simbolo della crudeltà della guerra civile spagnola (le cui rovine sono considerate oggi un monumento nazionale, testimonianza di una pagina tragica della storia iberica) la vicenda si trasferisce nella Penisola, conservando il suo significato emblematico di manifesto in difesa della libertà e dei diritti dei popoli.

Lo spettacolo firmato Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione, vede in scena Edy Angiolillo, eclettica attrice e cantante veneziana, volto noto del grande e del piccolo schermo, attualmente dedita soprattutto al teatro e Gennaro Cannavacciuolo, geniale fantasista, che ha saputo far rivivere i fasti del teatro d’arte varia nato a Napoli a fine Ottocento, su imitazione del café-chantant francese e dello spirito della Belle Epoque.

Raffinato gioco metateatrale per i due artisti, che interpretano due sconosciuti attori di varietà costretti, per il divertimento degli ufficiali nazisti, ad allietare le ultime ore dei condannati a morte con canzonette e monologhi del loro repertorio: “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” trasferisce in un paesino dell’Italia del Centro Sud sotto l’occupazione tedesca, nel 1944, in pieno secondo conflitto mondiale, la vicenda originariamente immaginata da Sinisterra nel 1938 a Belchite, villaggio simbolo della distruzione portata dalla guerra civile spagnola (le cui rovine sono considerate alla stregua di un  monumento nazionale, in ricordo di una delle pagine più tragiche della storia recente del paese iberico).

La verità sugli orrori della guerra – e sulla dittatura – viene svelata attraverso un episodio emblematico, ancorché inventato, almeno in parte, in cui emerge il senso sociale e politico dell’arte, e il ruolo e la condizione degli artisti, costretti sotto un regime autoritario a scendere a patti con il potere ovvero a prendere posizione contro le ingiustizie, in un difficile equilibrio in cui la libertà di espressione, e perfino la possibilità di raccontare il presente, vengono soffocate dal peso della censura. La dialettica fra l’arte – e in particolare il teatro, come rappresentazione della realtà e dell’umano – e il potere, è stata complessa e articolata fin dalle origini della tragedia e della commedia nell’antica Grecia: l’oligarchia dominante – fossero arconti o principi, come nell’Italia fra Umanesimo e Rinascimento, imperatori romani o sovrani d’Inghilterra, Francia e Spagna, fino al Novecento con l’avvento dei fascismi – ha sempre cercato di imporre confini, evitare le critiche e vietare la satira, cercando semmai di ampliare il consenso promuovendo forme di intrattenimento più innocue – ancorché feroci come i ludi circensi – e meno capaci di risvegliare le coscienze.

“Carmela e Paolino – varietà sopraffino” suggerisce un viaggio nella memoria, e nella storia (del Belpaese e dell’Europa) rievocando lo stile e l’eleganza di quegli spettacoli d’arte varia in cui fecero il loro debutto in palcoscenico artisti come Raffaele Viviani e Nino Taranto, Ettore Petrolini, il principe della risata Antonio De Curtis in arte Totò, l’attrice e futura (anti)diva Anna Magnani, Erminio Macario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Renato Rascel e tanti altri. Una forma di divertimento popolare in cui l’ironia, e quindi la satira, sia pure tra le righe, mascherata d’ingenuità, faceva la sua comparsa beffarda a schernire e mettere alla berlina vizi e vezzi del potere: l’allegria e una certa malizia attiravano un pubblico variegato, che ritrovava sulla scena, narrati con brio, frammenti della propria vita, riferimenti velati alla realtà, note dissonanti e spunti critici pur dietro la maschera di una schietta comicità, di un carattere brillante e perfino spensierato o di un sottile umorismo. Si possono soffocare le parole, spegnere (perfino nel sangue) il dissenso, ma non impedire alla gente (e in particolare agli intellettuali e agli artisti, siano essi attori e drammaturghi, poeti e scrittori, architetti e pittori) di pensare: la fortunata pièce di Sinisterra affronta il tema scottante della libertà di parola e di pensiero, e dei diritti fondamentali dei popoli. L’instaurazione del regime militare in Spagna, come l’avvento del fascismo in Italia, costruito intorno al mito dell’uomo forte al potere, quasi una forma di risposta  reazionaria  al diffondersi dei movimenti operai e solidaristici, e alle rivolte contadine, ha avuto come inevitabile effetto collaterale l’inasprirsi della censura contro le voci fuori dal coro, rispetto alla propaganda, le menti avverse alla politica governativa, o anche solo lontane dall’idea di un’apologia del potere.

La Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias proseguirà  mercoledì 25 marzo alle 20.30 con “La vita è un viaggio”, inedita pièce – scritta e interpretata dal giornalista e scrittore  Beppe Severgnini, editorialista  del Corriere della Sera e opinionista cult, in scena con l’attrice Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada per la regia di Francesco Brandi. Infine – martedì 21 aprile alle 20.30 – spazio all’originale “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, dai racconti di Niccolò Ammaniti (con il contributo di Antonio Manzini) con la regia di Giorgio Gallione: sotto i riflettori Ugo Dighero, convincente e coinvolgente interprete delle avventure di un personaggio, vittima di uno strano morbo che contiene in sé (almeno a suo modo di vedere) il germe della futura catastrofe, della fine dell’umanità.

Teatro Electra esterno 1

Il graffiante umorismo di Alan Bennett e l’intreccio fra arte e vita del teatro di José Sanchis Sinisterra, tra un incontro che cambia il destino e il surreale annuncio della fine del mondo: si apre il sipario sulla Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias, organizzata dal CeDAC nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, che sceglie come slogan un provocatorio “Giù la Maschera!”, e realizzata con il patrocinio e il sostegno del comune di Iglesias. Quattro spettacoli in cartellone – dal 27 gennaio al 21 aprile 2015 – e riflettori puntati sulla drammaturgia contemporanea, dall’ironia di “Doris e Irene parlano da sole” all’incubo della dittatura in “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” (versione italiana del celeberrimo “¡Ay Carmela!”, da cui Carlos Saura ha tratto l’omonimo film con un’intensa Carmen Maura), dalle riflessioni sull’esistenza ne “La vita è un viaggio” alle stravaganti cronache dell’ “Apocalisse”.

Una rosa di titoli – tra classici del Novecento e trasposizioni letterarie – per un itinerario nell’animo umano e un vivido affresco della società, di oggi e di ieri, all’insegna del pirandelliano slogan “Giù la Maschera!”, provocatorio invito a confrontarsi con le proprie emozioni e i pensieri più segreti, che rimanda alla capacità del teatro di mettere a nudo la verità attraverso l’arte della finzione.

Tra i protagonisti artisti come Ugo Dighero, funambolico protagonista dell’ “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto – attore dalla spiccata vis comica, fondatore dei Broncoviz con Maurizio Crozza, e volto noto del piccolo schermo, da trasmissioni cult come “Avanzi” alla serie “R.I.S.” a fiction come “Un medico in famiglia”; e Edy Angelillo – eclettica attrice e cantante, dall’intensa carriera in cui alterna teatro, cinema e televisione (dal debutto a Domenica In al Festival di Sanremo con Pippo Baudo; i films con Maurizio Nichetti, Alberto Sordi e Francesco Nuti; e le fiction, da “Un medico in famiglia” a “Madri” e “Amanti e Segreti”, fino alla serie “Cugino & Cugino”) in coppia con il poliedrico Gennaro Cannavacciuolo, attore e cantante, cabarettista e fantasista (dagli esordi con Eduardo De Filippo, alla collaborazione con la Compagnia della Rancia, e poi la partecipazione alle operette, e il lavoro in teatro e al cinema, oltre alle numerose apparizioni televisive in cui si fondono talento e eleganza) in “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” di Sinisterra.

Riflettori puntati anche su Beppe Severgnini – noto giornalista e scrittore, editorialista del Corriere della Sera e opinionista “cult”, nell’inedita veste di attore, oltre che autore, de “La vita è un viaggio” mentre saranno Maria Grazia Bodio e Lia Careddu del Teatro Stabile della Sardegna a dar vita alle protagoniste di “Doris e Irene parlano da sole”, in due vividi ritratti al femminile con la cifra pungente e ironica di Alan Bennett.

Il sipario della Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias si aprirà martedì 27 gennaio alle 20.30 su “Doris e Irene parlano da sole”, intrigante spettacolo del Teatro Stabile della Sardegna che accosta due monologhi di uno dei più interessanti drammaturghi inglesi, Alan Bennett (autore del pluripremiato “The History Boys” e de “La pazzia di Re Giorgio”): “Una donna di lettere” nell’interpretazione di Maria Grazia Bodio per la regia di Guido De Monticelli e “Un biscotto sotto il sofà” con Lia Careddu, diretta da Veronica Cruciani.

Due atti unici – impreziositi da video e scenografie di Luca Brinchi e Daniele Spanò, con i costumi di Adriana Geraldo e il disegno luci di Stefano Damasco e Loïc François Hamelin – per un viaggio ai confini della follia, o quanto meno della stravaganza: la prima, come suggerisce il titolo, è “Una donna di lettere”, ovvero una grafomane infaticabile che spia il mondo dalla sua finestra per trarne spunto per vibranti lettere di protesta, fino a suscitare l’intervento degli assistenti sociali e delle forze dell’ordine; mentre l’eroina in negativo di “Un biscotto sotto il sofà” vive la sua solitudine, popolata dai fantasmi e dai ricordi del passato, cercando di sottrarsi alle regole del sistema, per mantenere la propria individualità pur tra piccole manie ed eccentricità.

Le pièces – scritte originariamente per la televisione, poi rappresentate successo sul palcoscenico, e pubblicate in “Talking  Heads” – sono caratterizzate da «una struttura a flash, con piccole sequenze che si sviluppano come in un rapido montaggio cinematografico, in cui sono ritratte porzioni di vita quotidiana, lampi di ossessione. Quadri ritagliati nel nero per “Una donna di lettere”, immagini proiettate sul bianco per “Un biscotto sotto il sofà”».

Sarà poi la volta – domenica 8 febbraio alle 18.30 – di “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” traduzione italiana di “¡Ay Carmela!” di José Sanchis Sinisterra (da cui Carlos Saura ha tratto lo splendido film con Carmen Maura), con traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli: Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo sono i protagonisti della pièce che mescola sapientemente, in un gioco di contrasti, la leggerezza dell’avanspettacolo e la tragedia della dittatura, con un finale a sorpresa nel segno della libertà d’espressione. Una coppia di artisti – costretti a rappresentare il loro spettacolo davanti ai condannati a morte, in un atto di finta clemenza che ha più il sapore della beffa – diventa il simbolo della dialettica fra arte e potere: la ferocia del regime non concede alternative, la disubbidienza ha il prezzo altissimo della vita. La comicità e il brio dei numeri di un varietà stonano con la condizione dei prigionieri, e per i due sconosciuti attori diventa facile, quasi spontaneo simpatizzare con le vittime invece che con i carnefici: un tratto d’umanità molto pericoloso, di fronte al brutale e cieco esercizio del potere.

La mise en scène di Pupi e Fresedde/ Teatro di Rifredi – Teatro Stabile d’Innovazione, con  le musiche originali di Mario Pagano (eseguite dal vivo da Marco Bucci al pianoforte, Ruben Chaviano al violino e Simone Ermini al sassofono e clarinetto) e scene e costumi di Tobia Ercolino, restituisce le atmosfere di un’epoca, e lo specchio di una società in cui il teatro e il varietà rappresentavano uno spazio privilegiato di divertimento anche per le classi popolari e, entro certi limiti, di libertà.

S’intitola “La vita è un viaggio” la pièce – scritta e interpretata da Beppe Severgnini, in scena con l’attrice Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada (che firma le musiche originali con il nome d’arte Kiss & Drive) e prodotta da Sosia & Pistoia per la regia di Francesco Brandi – in cartellone mercoledì 25 marzo alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias: storia di un casuale incontro di destini, durante un’attesa all’aeroporto, che mette a confronto diverse generazioni e visioni del mondo. Un uomo e una donna – imprigionati in quella sorta di non-luogo, anonimo ed estraneo,  per una lunga notte, mentre attendono che venga annunciato il loro volo – iniziano una conversazione che, vinta l’iniziale diffidenza, li porta ad approfondire  temi importanti se non cruciali: così, i due «ragionano di talento e tenacia, tempismo e tenerezza; scoprono che aver paura – nella vita, nel lavoro – è inevitabile: e forse è giusto». Il dialogo riguarda la necessità  di trovare punti di riferimento, per orientarsi nella confusione, e il piacere della semplicità.

Il senso del viaggio come metafora dell’esistenza, e il paragone tra l’entità del bagaglio che si porta con sé e il rimpianto per ciò che si è deciso di abbandonare al momento della partenza, offrono lo spunto per una riflessione sulla complessità e le contraddizioni dell’animo umano, in bilico tra  il bisogno di sicurezza e l’ansia di conoscenza.

«Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva l’alba, l’aeroporto riapre. È il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, forse diversa da quella che aveva immaginato. Una notte cambia molte cose, a tutte le età.»

Suggellerà la Stagione di Prosa del CeDAC a Iglesias – martedì 21 aprile alle 20.30 – l’originale “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, dai racconti di Niccolò Ammaniti (con il contributo di Antonio Manzini) con la regia di Giorgio Gallione: sotto i riflettori Ugo Dighero, convincente e coinvolgente interprete delle avventure di un personaggio, vittima di uno strano morbo che contiene in sé (almeno a suo modo di vedere) il germe della futura catastrofe, della fine dell’umanità.

La scrittura evocativa e insieme surreale e grottesca di Ammaniti ispira la mise en scène in cui le trame de “Lo zoologo” (tratto da “Fango”) e “Sei il mio tesoro” (pubblicato nel volume “Crimini”) s’intrecciano alla vicenda del protagonista, un uomo a cui ogni atto , dal sorridere al far l’amore, provoca un’insopportabile sofferenza: al sicuro nella sua casa/ hangar egli narra di zombies laureati e folli chirurghi plastici, di poliziotti violenti e demenziali ultras, di comici e stelline di dubbio talento. Fotografia di una società in declino, irrimediabilmente degradata, che assomiglia fin troppo a un bestiario metropolitano, in cui esseri improbabili combattono per la sopravvivenza quotidiana tra edonismo e desolazione.

Lo spettacolo «è una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e “nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile”».

La Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias promossa dal CeDAC (nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con lo slogan “Giù la maschera!”) con il patrocinio dell’amministrazione comunale, è patrocinata e sostenuta dal MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, con il supporto della Fondazione Banco di Sardegna e di sponsor come la Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per la Sardegna.

Teatro Electra esterno 1