21 November, 2024
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In Sardegna erano 136.795 i POS, lettori di moneta elettronica, attivi alla fine del 2016 presenti presso le imprese, i professionisti e gli esercenti di commercio. 1 ogni 31 abitanti, le “macchinette” in 6 anni sono cresciute di 41.486 unità.

Sono questi i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPMI, su dati della Banca D’Italia, in vista del prossimo 1° gennaio, data dalla quale, per qualsiasi transazione commerciale, artigiani, liberi professionisti, imprese ed esercenti del commercio avranno l’obbligo di a munirsi di POS per i pagamenti tramite bancomat.

Fra pochi giorni, infatti, a partire dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018, entrerà anche in vigore la norma sulle sanzioni per chi viola l’obbligo di dotarsi di “lettori di moneta elettronica”: sarà infatti obbligatorio accettare pagamenti anche con bancomat e per importi anche inferiori ai 5 euro.

«Un vantaggio per i consumatori – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma uno svantaggio per artigiani e commercianti i quali dovranno sostenere i costi di gestione del POS delle banche, che possono raggiungere cifre non indifferenti se si tiene conto che spesso ad essere coinvolte sono piccole e medie imprese con fatturati annui spesso contenuti

Il provvedimento mira ad accelerare ulteriormente la diffusione e utilizzo della moneta elettronica, cresciuto in modo apprezzabile nell’ultimo triennio, dopo l’entrata in vigore dal 30 giugno 2014 della legge n. 221/2012 che prevede l’accettazione da parte di imprese e professionisti di pagamenti effettuati attraverso carte di debito.

In Italia nel 2006 furono 1.132.129 i POS, che effettuarono oltre 770 milioni di operazioni per un controvalore di oltre 71miliardi e una spesa media di 93 euro; nel 2016 i POS sono diventati 2.093.959, hanno elaborato 1miliardo e 800mila operazioni per un controvalore di oltre 115 miliardi e una spesa media di 63 euro.

Il Consiglio dei ministri, nella riunione dello scorso 11 dicembre, con un decreto legislativo sui servizi di pagamento nel mercato interno, ha anche disposto che «per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa; per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione».

Nello stesso decreto anche un buona notizia per i consumatori: viene abbassata, passando da 150 euro a 50 euro, la franchigia massima a carico degli utenti nel caso di pagamenti non autorizzati.

Analizzando il trend delle installazioni dei POS in Italia è emerso che tra il 2013 – anno precedente all’introduzione dell’obbligo – il numero dei POS è cresciuto del 37,6% pari a 572.396 unità in più. Inoltre si è osservato un tasso medio annuo di crescita dell’11,2% dal 2013 al 2016 rispetto al più contenuto +0,8% del triennio precedente; di conseguenza tra il 2013 e il 2016 il numero di abitanti per POS passa da 39 a 29 abitanti per POS.

In parallelo tra il 2013 e il 2016 è cresciuto del 49,8% il numero delle transazioni con carta di debito tramite POS con un ritmo medio annuo del 14,4% rispetto al 10,2% osservato nel periodo precedente. L’ammontare delle transazioni dal 2013 al 2016 è aumentato del 46,5%, con un trend maggiormente accentuato rispetto alla spesa per consumi finali delle famiglie che dal 2013 è aumentata del 4,3%, evidenziando un crescente utilizzo da parte di imprese e consumatori.

A livello provinciale, 19.413 POS si trovano a Cagliari, cresciuta di 3.370 “lettori” in 3 anni. Seguono Sassari con 12.753 (+3.207 nell’ultimo triennio), Nuoro con 5.494 (+1.968 tra il 2013 e 2016) e Oristano con 3.588 (+835).

«Non siamo mai stati contrari ad accettare i pagamenti elettronici e a combattere il nero – sottolinea Matzutzi – però il problema principale restano le commissioni bancarie. Per alcuni settori i ricarichi sono talmente bassi che l’incidenza di uno o due punti percentuali sul transato significa rinunciare al profitto. Non vogliamo che a subire siano sempre imprese e consumatori.» 

«Ricordiamo che già 2 anni fa – continua il presidente Matzutzi – la legge di stabilità stabilì che sarebbero stati fissati i tetti delle commissioni da applicare ai pagamenti elettronici, commisurandoli ai servizi effettivamente erogati. Nulla ci pare sia stato fatto.»

L’associazione artigiana sottolinea come esistano anche alcuni sistemi che oggi consentono di avere il POS a costi quasi zero come quelli per i quali non ci si appoggia ad una banca per il servizio, ma si opera grazie all’utilizzo degli smartphone.

Confartigianato Imprese Sardegna, in ogni caso, tutelerà imprese e consumatori contro ulteriori aggravi di spesa, vigilando sulla corretta applicazione del provvedimento e sulle commissioni bancarie, e denunciando ogni situazione anomala o poco chiara.

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Le imprese artigiane sarde dell’agroalimentare e della cosmesi incontrano i buyer di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Egitto e Qatar durante la “V Borsa Internazionale delle imprese Italo Arabe”, in programma oggi e domani a Cagliari.

Confartigianato Imprese Sardegna è presente con 7 imprese, le cui lavorazioni rispettano i precetti della legge islamica, produttrici di formaggi, di riso e pasta, e di cosmetici derivati da prodotti naturali. Per questo, il Caseificio Formaggi Sardi Mario Piras di Ozieri (SS), la Fattoria Su Grabiolu di Siamanna (OR), l’Azienda Falchi di Oristano, il Pastificio Porta1918 di Gonnosfanadiga (VS), il Caseificio Silvio Boi di Cardedu (OG), insieme ai produttori di cosmetici Herbsardinia e Fitomediterranea, entrambi di Cagliari, saranno impegnati, durante le 10 ore di contrattazione, in circa 50 incontri “business to business”.

Nell’ambito dei vari workshop proposti dall’iniziativa, il segretario regionale Stefano Mameli, interverrà nel seminario “Internazionalizzazione e incentivi per le imprese” sabato 16, alle ore 9.15.

Per Confartigianato Sardegna, continuare a portare nel mondo l’eccellenza sarda, insieme agli ideatori della Borsa Italo Araba, è uno degli obiettivi principali dei prossimi anni; l’Associazione proseguirà ad aiutare le proprie imprese nei processi di internazionalizzazione, affiancandole in tutte le varie fasi e offrendo loro concrete opportunità di crescita.

«Le imprese hanno ormai capito che il “mercato domestico” non è più sufficiente e che quello globale offre molteplici opportunità da cogliere – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo le aziende artigiane stanno partecipando, in maniera sempre più crescente alla Borsa Italo Araba, importante evento organizzato per far cogliere le opportunità al sistema produttivo isolanoIl mercato degli Stati Arabi è una realtà fondamentale per lo sviluppo delle imprese sarde e per la Sardegna intera – conclude Antonio Matzutzi – l’export che cresce in questi Paesi significa che le nostre aziende stanno riuscendo a unire tradizione e maestria a ricerca e perfezione, per soddisfare le esigenze di clienti che pretendono innovazione e prodotti qualitativamente perfetti

Alcuni dati tratti dal dossier 2016 sull’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi, elaborato dell’Osservatorio per le MPMI di Confartigianato Imprese Sardegna.

E’ di oltre 96milioni di euro il bilancio 2016 dell’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi. Di questi, oltre 50milioni di euro sono rappresentati dalle esportazioni delle imprese artigiane e dalle Micro e Piccole imprese. La vendita verso la sponda sud del Mediterraneo di alimentari, articoli in pelle e tessili, abbigliamento, prodotti in metallo e altre produzioni manifatturiere, nell’anno appena concluso ha registrato una crescita del +2,7% rispetto all’anno precedente.

Sono questi i dati 2016 sull’export della Sardegna verso Arabia Saudita, Libia, Libano, Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Bahrein, Iraq, Giordania, Siria e altri paesi appartenenti alla Lega degli Stati Arabi, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati ISTAT.

47,9 milioni di euro di prodotti sardi del manifatturiero sono volati in Arabia Saudita (+45,2% rispetto al 2015), 15,2 verso gli Emirati (-33,1%), 14,9 verso il Bahrein (+ 161,1%), 4,8 verso la Tunisia (+28%), 4,5 verso il Marocco (+90,3%), 2,9 verso l’Egitto (-56,3%) e 2milioni verso la Libia (+187,6%).

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Sono 1.182 le autovetture elettriche o ibride che circolano sulle strade della Sardegna. Ben 364 sono state immatricolate nel solo 2016, l’1,3% sul totale delle 29.113 registrazioni dell’anno scorso fra le quali spiccano l’alimentazione a gasolio (16.693) e a benzina (11.814). Una goccia nel mare, il settore dell’ibrido ed elettrico, rispetto ai più comuni sistemi di propulsione che, però, ha registrato una crescita del 57,6% rispetto al 2015 contro il +16,9% del totale. In ogni caso, le immatricolazioni dell’ibrido ed elettrico hanno superato quelle del GPL-Benzina, che si ferma a 236 auto.

Sono questi i dati del dossier sul trend delle “Auto ibride/elettriche in Sardegna”, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna su fonte ISPRA e ACI nel 2016.

A livello nazionale, il boom d’immatricolazioni ibride ed elettriche è stato registrato in Lombardia con 10.527 autovetture vendute (+3,3%), seguita dal Lazio (7.308 e 3,2%) ed Emilia Romagna (4.456 con +2,9%).

«Stiamo assistendo a una crescita significativa di questo tipo di autovetture – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche se, per ora, rappresentano una percentuale minima rispetto a quelle più comuniDobbiamo sempre ricordarci come, fino a pochi mesi fa, l’isola fosse completamente priva di “carburanti” alternativi alla benzina, al gasolio e al gpl ed è quindi facile spiegare come il mercato delle auto a basso impatto ambientale fosse sconosciuto

Antonio Matzutzi ricorda come, solo pochi giorni fa, la commissione europea abbia adottato il pacchetto mobilità pulita che pone un target di riduzione del 30% delle emissioni medie di CO2 dei nuovi veicoli tra il 2021 e il 2030, comportando anche la crescita del meccatronico, la figura professionale che sta sostituendo il meccanico e l’elettrauto. In Sardegna, la modifica delle matrici tecnologiche delle auto, interesserà 2.513 imprese artigiane e circa 6.000 addetti nel comparto della Manutenzione e riparazione di autoveicoli.

Il parco delle autovetture regionale è costituito da 1.023.462 unità per il 40,58% alimentate a benzina, per il 57,34% a gasolio, per il 5,8% è costituito da autovetture a benzina e gas liquido, per lo 0,81% da benzina e GPL mentre lo 0,8% si riferisce alle 1.182 autovetture in circolazione ibride ed elettriche.

Distinguendo lo stock esistente di autovetture secondo la classe euro, la classe più rappresentata è la Euro 4 (31,1%) seguita da Euro 5 e 6 (27,4% di cui 18,9% Euro 5 e 8,5% Euro 6). In Euro 3 e inferiori rimane il 41,5% del parco autovetture, quota che sale al 53,7% per le vetture benzina mentre si riduce al 31,4% per le vetture alimentate a gasolio.

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In Sardegna sono 1.545 le imprese che si occupano della cura e manutenzione del verde e della coltivazione, riproduzione e commercio di piante e fiori, e che danno lavoro a 1.343 addetti. Di queste realtà produttive il 28,5%, pari a 440 aziende, sono artigiane.

Sono questi i dati del dossier sulle attività florovivaistiche, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna su fonte UnionCamere-Infocamere dal 2015 al primo semestre 2017

A livello provinciale 608 attività (di cui 256 artigiane) si trovano a Sassari e in Gallura, 574 (112 artigiane) sono registrate a Cagliari e nel sud Sardegna, 250 a Nuoro (51 artigiane) e 113 a Oristano (21 artigiane).

«E’ un settore molto dinamico – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che però vede, come sempre più spesso accade, una crescita esponenziale di soggetti abusivi e irregolari che fanno della concorrenza sleale, quindi del lavoro nero, il loro modus operandi, eludendo le norme fiscali e quelle sulla sicurezza sul lavoro·»

Nel dettaglio la quota più elevata d’imprese che svolgono questa attività viene rilevata nel settore Cura e manutenzione del paesaggio (48,2%), seguita dal Commercio al dettaglio di fiori e piante (30,7%), dalla Coltivazione di fiori in piena aria (9,7%), dalla Riproduzione delle piante (4,5%), dalla Coltivazione di fiori in colture protette (3,6%) e dal Commercio all’ingrosso di fiori e piante (3,4%).

Le attività artigiane si concentrano principalmente nel settore della Cura e manutenzione del paesaggio (98,9%), mentre quelle non artigiane si concentrano maggiormente nel Commercio al dettaglio di fiori e piante (42,6%). A livello provinciale le imprese delle attività florovivaistiche si concentrano principalmente a Sassari (39,4%) e a Cagliari (37,2%).

«Proprio per mettere fuori gioco chi lavora abusivamente e premiare chi, utente privato o pubblico, esigerà lavori fatturati e a regola d’arte – sottolinea il presidente di Confartigianato Sardegna – il Governo ha inserito nella Finanziaria 2018, il “bonus verde”, un incentivo fiscale che, come accaduto per altri settori come l’edilizia, potrà sostenere le imprese in difficoltà e venire incontro alle esigenze di recupero delle spese degli utenti finali. Inoltre, consentirà anche di migliorare qualitativamente le nostre città non solo per quanto riguarda le abitazioni ma anche per il verde privato

Il cosiddetto “bonus verde” per giardini e terrazzi è una agevolazione che entrerà in vigore al primo gennaio del 2018 e sarà detraibile per una cifra pari al 36% delle spese documentate relative al verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare. Il nuovo sconto sarà dedicato alla sistemazione a verde “di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni”. Quindi, soprattutto terrazzi, balconi, giardini condominiali ma anche giardini pensili e coperture, messa a dimora di piante e arbusti e realizzazione dei pozzi. Tra le spese agevolabili indicate sono comprese quelle di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi indicati. La detrazione spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni ed è ripartita in 10 quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi. La detrazione spetterà non solo per le singole unità ma anche per le spese condominiali.

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Oggi, a Cagliari, si tengono gli “stati generali” delle imprese della moda della Sardegna. 1.700 realtà produttive a confronto con Istituzioni, “firme” della moda, operatori e giornalisti per ragionare di sviluppo, valorizzazione e prospettive e offrire risposte alle domande del settore sardo.

Le imprese, artigiane e non, della Moda della Sardegna si incontreranno, per ragionare di sviluppo, valorizzazione, prospettive ed export.

Stilisti, sarti, produttori e designer di abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori d’abbigliamento, circa 1.700 realtà in tutta l’Isola, insieme alle Istituzioni, all’Associazione Artigiana, agli esperti e ai giornalisti di settore, per la prima volta potranno ragionare unitamente sul futuro e sulle opportunità di un settore che nel Mondo rappresenta il genio e la creatività italiana e in Sardegna ha importanti margini di crescita.

“Moda e artigianato sono ancora una chiave di successo?” “Quali i fondi e le misure per stimolare il comparto e promuovere un rinnovamento?” “Quali i legami con il turismo?” “Qual è l’evoluzione della moda in Sardegna e quali le opportunità?” “Quali i punti di forza ma anche le criticità delle piccole imprese del settore nell’ottica dell’internazionalizzazione?” “Quali le difficoltà del passaggio generazionale in un’azienda della moda?”, sono solo alcuni degli interrogativi ai quali gli esperti tenteranno di rispondere durante tutto l’arco dell’evento dal titolo “Il settore moda in Sardegna: opportunità e prospettive”, iniziativa gratuita previa iscrizione al sito www.modasardegna.it , si svolgerà presso i locali dell’Ex Manifattura Tabacchi, in Viale Regina Margherita 33.

Alle 9.30 l’inizio della registrazione dei partecipanti, mentre l’avvio dei lavori è previsto alle 10.00, con l’introduzione di Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e la relazione sui numeri del settore in Sardegna, di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato.

A seguire gli interventi di Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria, con “I programmi regionali sull’internazionalizzazione delle imprese”, di Giuseppe Mazzarella, delegato all’internazionalizzazione di Confartigianato Imprese e consigliere di Agenzia ICE, con “Il mercato della moda in Italia e all’estero. Il ruolo dell’ICE nell’export”, Damiano Pietri, delegato al digitale e presidente giovani imprenditori di Confartigianato Imprese, con “La manifattura 4.0. Opportunità per il settore” e Lia Serreli, amministratore delegato PBM e direttore generale L’Unione Sarda – Progetto Sardinia eCommerce, con “Il commercio elettronico per le eccellenze sarde: il nuovo portale Sardinia eCommerce”.

Dopo la pausa pranzo, dalle 14.00 i lavori riprenderanno con la tavola rotonda “Le tendenze della moda e le opportunità per gli artigiani del settore”, alla quale parteciperanno Fabio Pietrella, presidente nazionale Confartigianato Moda, Francesca Delogu, direttrice Cosmopolitan Italia, Efisio Marras, Stilista, Michela Zio, talent scout e giornalista moda e Barbara Argiolas, assessore regionale Turismo, Artigianato e Commercio, moderati da Giuseppe Deiana, giornalista de L’Unione Sarda.

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Le imprese, artigiane e non, della Moda della Sardegna si incontreranno, durante gli “stati generali” del settore, sabato 18 novembre a Cagliari per ragionare di sviluppo, valorizzazione, prospettive ed export.

Stilisti, sarti, produttori e designer di abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori d’abbigliamento, circa 1.700 realtà in tutta l’Isola, insieme alle Istituzioni, all’associazione artigiana, agli esperti e ai giornalisti di settore, per la prima volta potranno ragionare unitamente sul futuro e sulle opportunità di un settore che nel mondo rappresenta il genio e la creatività italiana e in Sardegna ha importanti margini di crescita.

“Moda e artigianato sono ancora una chiave di successo?” “Quali i fondi e le misure per stimolare il comparto e promuovere un rinnovamento?” “Quali i legami con il turismo?” “Qual è l’evoluzione della moda in Sardegna e quali le opportunità?” “Quali i punti di forza ma anche le criticità delle piccole imprese del settore nell’ottica dell’internazionalizzazione?” “Quali le difficoltà del passaggio generazionale in un’azienda della moda?”: sono solo alcuni degli interrogativi ai quali gli esperti tenteranno di rispondere durante tutto l’arco dell’evento dal titolo “Il settore moda in Sardegna: opportunità e prospettive”, iniziativa gratuita previa iscrizione al sito www.modasardegna.it , si svolgerà presso i locali dell’Ex Manifattura Tabacchi in Viale Regina Margherita 33.

Alle 9.30 l’inizio della registrazione dei partecipanti, mentre l’avvio dei lavori è previsto alle 10.00, con l’introduzione di Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e la relazione sui numeri del settore in Sardegna, di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato.

A seguire gli interventi di Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria, con “I programmi regionali sull’internazionalizzazione delle imprese”, di Giuseppe Mazzarella, delegato all’internazionalizzazione di Confartigianato Imprese e consigliere di Agenzia ICE, con “Il mercato della moda in Italia e all’estero. Il ruolo dell’ICE nell’export”, Damiano Pietri, delegato al digitale e presidente giovani imprenditori di Confartigianato Imprese, con “La manifattura 4.0. Opportunità per il settore” e Lia Serreli, amministratore delegato PBM e direttore generale de L’Unione Sarda – Progetto Sardinia eCommerce, con “Il commercio elettronico per le eccellenze sarde: il nuovo portale Sardinia eCommerce”.

Dopo la pausa pranzo, dalle 14.00 i lavori riprenderanno con la tavola rotonda “Le tendenze della moda e le opportunità per gli artigiani del settore”, alla quale parteciperanno Fabio Pietrella, Presidente nazionale Confartigianato Moda, Francesca Delogu, Direttrice Cosmopolitan Italia, Efisio Marras, stilista, Michela Zio, talent scout e giornalista moda e Barbara Argiolas, assessore regionale Turismo, Artigianato e Commercio, moderati da Giuseppe Deiana, giornalista de L’Unione Sarda.

«Alle attività produttive che operano in questo importante comparto, abbiamo voluto dedicare un’intera giornata di riflessioni, spunti e aggiornamenti – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – con l’obiettivo di fornire loro una maggiore consapevolezza dello stato dell’arte del settore nell’Isola e delle prospettive di sviluppo che possono venire anche con il sostegno delle Istituzioni e della Confartigianato

«Un settore, quello della moda, di grande eccellenza e tradizione, anche nella nostra regione – sottolinea Antonio Matzutzi – fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti uniciI sarti, i designer, i produttori di accessori, insieme a tutti gli operatori, nonostante la crisi, rappresentano un settore ancora vivace professioni riscoperte da giovani e meno giovani che vogliono distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionaleLa ricetta vincente – conclude il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – è, dunque, presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è

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Le imprese e gli artigiani della Moda della Sardegna si incontreranno, durante gli “stati generali” del settore, sabato 18 novembre a Cagliari per ragionare di sviluppo, valorizzazione, prospettive ed export.

Stilisti, sarti, produttori e designer di abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori d’abbigliamento, insieme alle Istituzioni, all’Associazione Artigiana, agli esperti e ai giornalisti di settore, per la prima volta nell’Isola, ragioneranno unitamente sul futuro e sulle opportunità di un settore che nel Mondo rappresenta il genio e la creatività italiana e in Sardegna ha importanti margini di crescita.

«Alle attività produttive che operano in questo importante comparto, abbiamo voluto dedicare un’intera giornata di riflessioni, spunti e aggiornamenti – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – con l’obiettivo di fornire loro una maggiore consapevolezza dello stato dell’arte del settore nell’Isola e delle prospettive di sviluppo che possono venire anche con il sostegno delle Istituzioni e della Confartigianato

Il settore moda in Sardegna: opportunità e prospettive”, iniziativa gratuita previa iscrizione al sito www.modasardegna.it, si svolgerà presso i locali dell’Ex Manifattura Tabacchi in Viale Regina Margherita 33. Alle 9.30 l’inizio della registrazione dei partecipanti, mentre l’avvio dei lavori è previsto alle 10.00 con l’introduzione di Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e la relazione sui numeri del settore in Sardegna, di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato.

A seguire gli interventi di Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria, con “I programmi regionali sull’internazionalizzazione delle imprese”, di Giuseppe Mazzarella, Delegato all’internazionalizzazione di Confartigianato Imprese e consigliere di Agenzia ICE, con “Il mercato della moda in Italia e all’estero. Il ruolo dell’ICE nell’export”, Damiano Pietri, delegato al digitale e presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese, con “La manifattura 4.0. Opportunità per il settore” e Lia Serreli, Amministratore delegato PBM e Direttore Generale L’Unione Sarda – Progetto Sardinia eCommerce, con “Il commercio elettronico per le eccellenze sarde: il nuovo portale Sardinia eCommerce”.

Dopo la pausa pranzo, dalle 14.00 i lavori riprenderanno con la Tavola Rotonda “Le tendenze della moda e le opportunità per gli artigiani del settore” alla quale parteciperanno Fabio Pietrella, Presidente nazionale Confartigianato Moda, Francesca Delogu, Direttrice Cosmopolitan Italia, Efisio Marras, Stilista, Michela Zio, Talent scout e giornalista moda e Barbara Argiolas, assessore regionale Turismo, Artigianato e Commercio, moderati da Giuseppe Deiana, Giornalista de L’Unione Sarda.

I dati del Settore della Moda in Sardegna, al I trimestre 2017, raccontano di 1.688 imprese registrate. Oltre la metà (71,8%) delle imprese del settore, pari a 1.212 unità, sono artigiane, quota più che tripla rispetto al 21,3% del totale artigianato sul totale delle imprese. Oltre i due quinti (43,0%) delle imprese del settore è rappresentato dalle 725 imprese del Tessile, abbigliamento e calzature (TAC): sono 398 imprese (23,6% del Settore Moda) dell’Abbigliamento, 233 imprese (13,8%) del Tessile e 94 imprese (5,6%) degli Articoli in pelle. E’ un settore in crescita, fatto da imprese giovani, che conta dati positivi anche sull’export.

«Un settore, quello della moda, di grande eccellenza e tradizione, anche nella nostra regione – sottolinea Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti unic”. I sarti, i designer, i produttori di accessori, insieme a tutti gli operatori, nonostante la crisi, rappresentano un settore ancora vivace – precisa il segretario Stefano Mameli – professioni riscoperte da giovani e meno giovani che vogliono distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionaleLa ricetta vincente – conclude il presidente Antonio Matzutzi – è, dunque, presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è

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Ancora poco credito alle piccole imprese artigiane manifatturiere della Sardegna: l’economia isolana ha ancora il fiato cortissimo.

I flussi finanziari, infatti, finiscono nella maggior parte dei casi agli altri settori. Con un conseguente rallentamento della ripresa e dell’occupazione isolana.

Nell’ultimo anno (marzo 2016-marzo 2017) il totale dei finanziamenti erogati alle imprese (di tutte le tipologie) dell’Isola è stato di 11miliardi e 815 milioni di euro, in calo del 5,1%. Il credito alle sole imprese artigiane (il 7,1% del totale dell’erogato a tutte le attività produttive) è stato di 844 milioni di euro con un calo di 15 milioni rispetto al 2016 (-1,7%). Da ricordare che le imprese artigiane rappresentano il 21,7% del totale delle attività imprenditoriali sarde.

È una tendenza in chiaroscuro, e ancora lontana dalle dinamiche indispensabili a stabilizzare i segnali di rilancio, per quanto riguarda le aziende di piccole o piccolissime dimensioni, quella che emerge dall’ultima analisi dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI, “Trend del credito alle imprese artigiane 2017”, su dati di Artigiancassa e Banca d’Italia, che ha analizzato i numeri da marzo 2016 a marzo 2017.

«La prima spiegazione per questo, inarrestabile calo – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – è che le imprese continuano a diminuire: sia in Sardegna, sia nel resto dell’Italia. La seconda è che le banche seguono procedure standard tarate sulle grandi realtà e questo aspetto non è d’aiuto

«La contrazione del credito bancario – aggiunge il presidente – colpisce negativamente le micro e piccole imprese, spingendole su forme alternative di finanziamento (se esistenti e possibili) o addirittura facendole desistere tout court, con conseguente azzeramento delle opportunità di crescita, effetti negativi sulla redistribuzione delle risorse e relativa sofferenza dei livelli occupazionaliIn ogni caso, purtroppo – sottolinea ancora Matzutzi – il finanziamento alle piccole aziende resta, ancora legato alla percezione di alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata. Invece, spesso, l’impresa artigiana necessita di finanziamenti molto ridotti e quindi poco appetibili dal sistema bancario che lavora più sulle grosse somme. Alla luce di questi dati, è inevitabile chiedersi come le imprese riescano a sostenere gli investimenti. La risposta è evidente: meno credito, più risorse interne (autofinanziamento e capitale proprio.»

Preoccupante anche la situazione del costo del denaro: l’isola è quarta, dopo la Calabria, il Molise e la Sicilia, con un tasso medio del 6,37%, ovvero gli imprenditori sardi pagano il 1,8% in più rispetto alla media nazionale (4,57%). Il gap della nostra regione rispetto alla media Italia è di +180 punti base anche se in calo di 54 punti base rispetto al 2016.

Allarme anche dai territori: la continua contrazione dei prestiti (Nuoro e Carbonia Iglesias sono quelle che hanno subìto di più (-4,5% per la prima, e -3,8% per la seconda) e l’aumento costo del denaro (il tasso maggiore lo si ha a Carbonia Iglesias con il 9,72% contro il 5,51% di Cagliari), ne stanno compromettendo il rilancio.

A livello provinciale, come detto, si registra una flessione generalizzata delle erogazioni. Come anticipato, netto il calo a Nuoro con -4,5% rispetto al 2016 e affidamenti per 99 milioni di euro. Secondo posto per Carbonia Iglesias con -3,8% e 44 milioni di affidamenti. Seguono Medio Campidano con -3,5% e 42 milioni e tutte le altre.

Tra le province, nelle prime 13 posizioni nazionali ne troviamo 4 sarde: al primo posto assoluto Carbonia Iglesias con il 9,72% e un gap di +515 punti base rispetto alla media nazionale. Al secondo posto l’Ogliastra con l’8,37% (gap di +380 p.b), all’ottavo posto Olbia Tempio con un tasso del 7,54% (gap +297 p.b.) e tredicesimo posto Sassari con un tasso del 7,19% (gap.+262 p.b.). Le condizioni migliori a Cagliari con un tasso del 5,51% e + 94 punti base in più rispetto alla media nazionale. A Parma le condizioni migliori: 3,65 e -92 p.b.) con una media italiana del 4,57% e -27 p.b. rispetto al 2016

Nella nostra regione il peso del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogati al totale delle imprese, supera la media nazionale: 7,1% contro il 4,9% italiano. Focalizzando i dati sulle province, si rileva che ai primi due posti della classifica troviamo l’Ogliastra con il 12,8% e Carbonia Iglesias con il 11,8%. Seguono Oristano con il 9,5% e Nuoro con l’9,2%.

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Sono 3.023 le imprese dell’autoriparazione che, in Sardegna, aggiustano e manutengono 1.023.462 veicoli civili. L’82,2% delle aziende registrate alle Camere di Commercio, ben 2.513 realtà, sono artigiane.

Sono questi i dati del dossier sull’Autoriparazione, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna su fonte UnionCamere-Infocamere e Annuario Statistico ACI 2017.

L’analisi sottolinea la crisi che nell’Isola attanaglia il settore artigiano delle manutenzioni e riparazioni di autoveicoli. Per l’ottavo anno consecutivo, infatti, il bilancio tra aperture e chiusure (2017 su 2016) è risultato negativo con un saldo finale di -11 imprese attive e una percentuale del -0,8%, in calo rispetto allo scorso anno che si chiuse con -1,37%.

Una situazione critica si registra anche nei territori: nell’ultimo anno la provincia di Oristano ha perso il 2.8% delle imprese artigiane (-6 aziende), seguita da Sassari con -1,3% (-11), da Nuoro con -0,4% (-2) e da Cagliari con –0,2% (-2). A livello nazionale il decremento registrato è stato dell’1,0 % (-733).

All’abusivismo e alla concorrenza sleale, mali cronici del settore, a incidere negativamente è anche la persistente situazione economica congiunturale e mancanza di liquidità delle famiglie. Infatti, i sardi fiaccati dalla crisi decidono di risparmiare sulla manutenzione della propria auto esponendo così il veicolo, e loro stessi, a gravi rischi per la sicurezza.

«Dai nostri artigiani riceviamo, sempre più spesso, segnalazioni di autovetture in condizioni critiche causa la scarsa manutenzione – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche se sono formalmente in regola grazie alle revisioni, il loro stato d’uso è preoccupante

Inoltre, gli autoriparatori, sempre più frequentemente, ricevono richieste di riparazioni al ribasso da clienti che forniscono loro anche i pezzi di ricambio, alterando, in maniera significativa, il tradizionale rapporto tra automobilista e autofficina.

Ma gli autoriparatori di Confartigianato, anche per non andare in contro a problemi di natura legale, non ci stanno e danno l’allarme su quanto sta accadendo.

«I veri professionisti dell’autoriparazione non stanno accettando queste condizioni – aggiunge Antonio Matzutzi – e si rifiutano di eseguire riparazioni contrarie alle specifiche prescrizioni tecniche di settore o che compromettano le condizioni minime di sicurezza attiva del veicolo.»

Gli esperti del mestiere, infatti, hanno l’obbligo di informare i propri clienti circa i rischi in cui potrebbero incorrere e sono chiamati a svolgere il proprio lavoro a regola d’arte utilizzando i pezzi di ricambio più idonei e applicando le regole professionali.

Per dare risposte agli interrogativi che sempre più spesso vengono posti in un’autofficina, quando si parla con il cliente di garanzia sui lavori eseguiti o sui pezzi sostituiti, il comparto dell’Autoriparazione di Confartigianato in Sardegna organizzerà seminari territoriali dedicati ai professionisti sui temi delle responsabilità e delle garanzie del mondo delle riparazioni. Con il contributo di esperti legali e assicurativi, si farà chiarezza sulla complessità che investe la filiera degli operatori del mondo dell’automotive.

«Per sostenere il settore a livello nazionale abbiamo proposto che gli utenti possano detrarre sia il costo dei tagliandi di manutenzione programmati, sia le riparazioni di meccanica e carrozzeria di una certa entità”. “Se andasse in porto tale iniziativa – conclude il presidente di Confartigianato Sardegna – costituirebbe un importante incentivo all’economia del comparto e garantirebbe il mantenimento dell’efficienza del parco auto, con evidenti, conseguenti vantaggi sulla sicurezza stradale e sull’ambiente”, conclude l’associazione di categoria.»

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Si riducono i tempi di pagamento delle fatture per le imprese e i professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione della Sardegna. Queste, infatti, vengono saldate con una media di 65 giorni ovvero ne servono 42 ai Comuni, 98 agli Enti sanitari e 39 ad altri Enti. In ogni caso si registra ancora uno sforamento medio di 35 giorni.

I dati sulla velocità, pongono la nostra regione al 14° posto in Italia (media 58 giorni): al primo posto la provincia Autonoma di Bolzano con 36 mentre l’ultimo è il Molise con 107.

Nei territori delle ex province, gli Enti pubblici più veloci a saldare le fatture sono quelli di Oristano con 37 giorni, seguiti dal Medio Campidano con 44 e da quelli di Nuoro con 53.

Nonostante il 57,4% delle Pubbliche Amministrazioni sarde paghi entro i termini di legge (30 giorni per i Comuni e 60 per le Amministrazioni sanitarie), il restante 42,6% salda i propri debiti ancora con un considerevole ritardo.

A certificare questi risultati è la rilevazione dall’Osservatorio per le Micro e piccole imprese di Confartigianato Imprese Sardegna dal titolo “Tempi di pagamento della P.A.”, su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze al 22 settembre scorso.

Tornando indietro di 18 mesi (al 31 dicembre 2015) i dati raccontavano di come nell’Isola occorressero, in media, 103 giorni per saldare le fatture alle imprese mentre per i pagamenti sanitari si arrivava a una media i 133 ovvero si “sforava” di 73 giorni con le fatture ordinarie e di 43 nella sanità.

«Già un anno fa, rilevammo un sostanziale accorciamento dei tempi di pagamento dagli Enti Locali e Pubblici verso le attività produttive – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche considerato questo netto miglioramento, non saremo totalmente soddisfatti finché tutte le imprese non pagheranno e non verranno pagate entro i termini di legge. La soluzione contro i ritardi e per rispettare il diritto delle imprese ad essere pagate in tempi certi sarebbe quella di applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori nei confronti dello Stato. Capiamo come ci siano ancora tante difficoltà finanziarie e organizzative ma non capiamo perché debbano farne le spese i professionisti e le impreseNegli anni passati – sottolinea il presidente Matzutzi – come associazione datoriale abbiamo condotto delle battaglie importanti contro la burocrazia amministrativa e, dopo anni di lotte, un minimo di risultato lo abbiamo ottenuto. L’unico rammarico è quello di non essere riusciti a salvare molte imprese che hanno dovuto arrendersi a pagamenti che non arrivavano mai

Ma è ancora lontano il termine ordinario di 30 giorni stabilito dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192; termine derogabile in alcuni casi non oltre i 60 giorni come per acquisti del Servizio sanitario nazionale.

«E’ necessario impegnarsi affinché ci sia la chiusura di tutte le partite di pagamento entro i 30 giorni – aggiunge Antonio Matzutzi – anzi, è necessario che i pagamenti avvengano con ancora più celerità rispetto a quanto imposto dai termini di legge. Abbiamo tanti esempi virtuosi di Comuni che saldano tutto anche entro 23 giorni: quindi si può fare

«Purtroppo, ancora tante piccole imprese, troppe, rinunciamo a partecipare ai bandi pubblici per paura dei tempi di pagamento e dei contenziosi – precisa Antonio Matzutzi – in questo periodo, dove si parla tanto di un più facile accesso delle microimprese agli appalti di opere pubbliche il cui avvio potrebbe servire a immettere nel mercato importanti risorse economiche, a creare lavoro e a salvare imprese e posti il problema è che se poi i pagamenti vengono effettuati in maniera tardiva, le imprese soffrono enormemente.»

A livello nazionale, nella classifica generale di tutti gli Enti più celeri, al settimo posto assoluto troviamo quelli della provincia di Oristano (37 giorni), lista aperta dai 25 giorni Mantova e Sondrio e chiusa dai 111 di Catanzaro.

Focalizzando l’attenzione sui Comuni pagatori più veloci, a livello nazionale troviamo l’Ogliastra seconda con 26 giorni, Carbonia Iglesias terza con 27, Medio Campidano quarta con 28, Sassari decima con 30. Prima Sondrio con 25 mentre all’ultimo posto c’è Campobasso con 114.

Tra gli Enti Sanitari, il peggiore a livello nazionale è Sassari che salda con 138 giorni di media mentre il migliore, sempre a livello nazionale, è Oristano (17 giorni). Tra questi da segnalare i 144 giorni dell’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari ed i 135 dell’Azienda per la tutela della Salute di Sassari.

«Non dimentichiamoci che i ritardi dei pagamenti – conclude il presidente Matzutzi – costringono le aziende a rivolgersi in maniera sempre più massiccia al mercato del credito, sempre più asfittico e sempre meno accessibile agli artigiani e alle piccole e medie imprese. E’ necessario continuare a lavorare per spezzare questa spirale pericolosa per le aziende.»