Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL: «L’ok alla procedura di Eurallumina dimostra che industria e ambiente possono convivere».
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Si alza il sipario sulla Stagione di Prosa e Danza 2017-18 organizzata dal CeDAC al Teatro Centrale di Carbonia, incastonata nel ricco programma delle manifestazioni in occasione degli 80 anni della fondazione della città – 1938-2018 – e realizzata con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. Otto spettacoli in cartellone da gennaio ad aprile – con suggestivi intrecci fra letteratura e teatro, danza e poesia: focus sulla drammaturgia contemporanea con autori come il britannico Anders Lustgarten e lo statunitense John Patrick, il cantautore Gianmaria Testa e gli scrittori Sergio Atzeni e Marcello Fois accanto all’attore e regista Andrea Tedde, oltre ad affascinanti racconti a passo di danza, tra classici balletti e inedite coreografie.
Soddisfazione è stata espressa stamane, nel corso della conferenza stampa di presentazione, dall’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu “per una nuova stagione teatrale che si annuncia di altissimo livello, con il massimo coinvolgimento delle compagnie locali e la presenza di attori di fama nazionale. Abbiamo organizzato la rassegna nei minimi dettagli, con l’obiettivo di festeggiare nel migliore dei modi la nostra città che, nel 2018, taglierà un traguardo importante: il compimento dei suoi primi 80 anni. E proprio l’ottantesimo compleanno di Carbonia ha ispirato il nome che abbiamo dato alla nuova stagione di prosa, Carbonia 80 (1938-2018), la quale ripercorre tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra città in questi decenni”.
Sotto i riflettori nomi di punta della scena nazionale e non solo, da attori del calibro di Giuseppe Cederna, Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano alla scrittrice Michela Murgia – che interpreta Grazia Deledda nella pièce di Marcello Fois, accanto ad un’intensa Lia Careddu e a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias, all’étoile Emanuela Bianchini con la Mvula Sungani Physical Dance Company e ai danzatori del Balletto di Roma. Tra i protagonisti anche Marta Proietti Orzella e Andrea Tedde di Batanea Teatro, Andrea Rosas de La Cernita Teatro e la compagnia de La Clessidra Teatro per una stagione che affronta temi cruciali del presente – dalle migrazioni alle inquietudini esistenziali, agli equilibri della vita di coppia, dall’eterno conflitto tra il bene e il male al sottile confine tra ragione e follia.
L’inaugurazione sarà nel segno di Grazia Deledda – domenica 7 gennaio alle 20.45 – con “Quasi Grazia” – la pièce firmata da Marcello Fois, nella mise en scène di Sardegna Teatro con la regia di Veronica Cruciani: sul palco nel ruolo della scrittrice nuorese una convincente Michela Murgia, in un raffinato gioco di specchi tra due donne e artiste, autrici di successo note e apprezzate anche all’estero, e il loro legame con l’Isola e le proprie radici. Una straordinaria Lia Careddu interpreta la madre della futura vincitrice del Premio Nobel, accanto a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias in uno spettacolo dalla cifra contemporanea e immaginifica da cui emerge, tra segni e simboli di una cultura ancestrale, il ritratto di una figura di grande modernità.
La magia di una fiaba sulle punte – sabato 13 gennaio alle 20.45 – con “Lo Schiaccianoci” nell’originale rilettura del coreografo Massimiliano Volpini per il Balletto di Roma, che trasporta la vicenda nelle periferie metropolitane, dove il sogno di Clara e dei suoi amici riflette il desiderio di sfuggire a un destino già scritto, per trasferirsi al di là del muro che separa ricchezza e povertà. Sulle note evocative di Pëtr Il’ič Čajkovskij, l’atmosfera delle feste natalizie si diffonde anche nei quartieri più degradati, tra i senzatetto e gli “invisibili”, dove il dono di un misterioso benefattore, uno strano pupazzo, si trasforma nel simbolo del riscatto. Il finale ripropone un viaggio tra le danze del mondo, quasi una visione onirica e poetica che riaccende la speranza di un futuro migliore.
La tragedia dei migranti rivive sulla scena – martedì 23 gennaio alle 20.45 – in “Lampedusa” di Anders Lustgarten con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano, protagonisti sotto le insegne di BAM Teatro per la regia di Gian Piero Borgia. La pièce affronta un tema drammatico e attuale attraverso il duplice sguardo di un pescatore che si guardagna il pane recuperando i corpi dei profughi annegati in mare e di una studentessa di origine marocchina, immigrata di seconda generazione, esattrice per una società di prestiti. Visioni contrastanti, per «un racconto sulla sopravvivenza della speranza. Dietro il disastro sistematico della politica e delle nazioni, ci sono ancora e fortunatamente le persone, la gentilezza individuale, la sorpresa dei singoli».
S’intitola “Quotidianamente insieme” la commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, in scena con Marta Proietti Orzella (produzione Batanea Teatro) – sabato 3 febbraio alle 20.45 – per un’indagine tra i fragili equilibri della vita di coppia. Dopo cinque anni di matrimonio, Massimo e Claudia (lui fa l’avvocato, lei è un’insegnante d’aerobica) cercano di risolvere i problemi che minano il loro rapporto rivolgendosi ad un analista, che suggerisce loro di sperimentare il cosiddetto “metodo del terzo”. I due si ritrovano così a discutere parlando di sé in terza persona, con effetti grotteschi e surreali, in un confronto nel quale mettono a nudo tutti gli aspetti critici della loro relazione, «giocandosi tutto come in una partita a tennis, a suon di battute e di risposte».
Una “storia d’amore mediterranea” – martedì 27 febbraio alle 20.45 – con “Odyssey Ballet” del coreografo italo-africano Mvula Sungani, che rilegge il poema omerico in chiave femminile, come il diario di una donna in attesa del ritorno dello sposo, quindi intenta a fantasticare su strani incontri e innumerevoli peripezie di quel lungo viaggio. Sotto i riflettori l’étoile Emanuela Bianchini e i danzatori della Mvula Sungani Physical Dance danno vita ad un intrigante e coinvolgente racconto per quadri sulla suggestiva colonna sonora ispirata alle culture e ai popoli che si affacciano sulle sponde del “mare nostrum”. Tra musiche tradizionali ed elettronica, una performance avvincente in cui si fondono danza classica e contemporanea, acrobazie circensi e arti marziali.
Viaggio tra storie e canzoni con “Da questa parte del mare” – giovedì 8 marzo alle 20.45: Giuseppe Cederna (volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Marrakech Express” a “1993”) dà voce alle parole di Gianmaria Testa, per una riflessione sulle migrazioni, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano” sulla falsariga del libro del cantautore piemontese e delle sue poesie in musica. Una performance emozionante, impreziosita dai testi di Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, per la regia di Giorgio Gallione, una narrazione incentrata sulle questioni cruciali del presente, attraverso lo sguardo ironico e disincantato ma soprattutto l’estrema sensibilità e la generosità di un’artista che ha saputo interpretare le piccole e grandi tragedie dell’esistenza.
“Nulla succede per caso”, ovvero “Una storia cagliaritana sul bene e sul male” nel segno di Sergio Atzeni – venerdì 23 marzo alle 20.45: La Cernita Teatro porta in scena un racconto dello scrittore cagliaritano, “Il vento soffia, dai bastioni”, con Andrea Rosas nel ruolo del protagonista, per la regia di Monica Porcedda. Una vicenda dal sapore vagamente noir, in cui la scomparsa del capopesca Antonio Melis, uomo stimato e apprezzato da tutti, e in primis dai suoi dipendenti, che lo considerano un padre più che un padrone, costringe il figlio, ancora ragazzo, a fare i conti con la realtà. Egli vede cose che altri non vedono (o non vogliono vedere), finché dopo vent’anni di assordante silenzio troverà il coraggio di “urlare” che «su questa terra… nulla succede per caso».
Suggellerà la Stagione di Prosa e Danza a Carbonia – sabato 7 aprile alle 20.45 – “La signora Savage” di John Patrick nella versione de La Clessidra Teatro, con la regia di Anna Pina Buttiglieri e un numeroso cast, formato da Valentina Aru, Omar Soddu, Davide Maringiò, Francesca Puddu, Giusy Tartaglione, Rita Garau, Simona Lisci, Stefania Altea, Marco Marras e Eleonora Aru. La divertente commedia affronta il tema delicato della follia attraverso la vicenda paradossale della protagonista, che i figliastri hanno fatto rinchiudere in una casa di cura per malati di mente per impedirle di “sperperare” il patrimonio paterno in beneficenza. La donna un po’ stravagante, ma generosa e ben decisa a farsi valere, scoprirà inaspettatamente dentro quelle mura – tra episodi esilaranti e involontarie gags – il vero senso della vita.
La Stagione di Prosa e Danza 2017-18 a Carbonia è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Sardegna e del comune di Carbonia, con il contributo della Fondazione di Sardegna e con l’importante supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per l’Isola.
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I capigruppo del Consiglio regionale hanno incontrato i rappresentanti sindacali della Portovesme Srl.
«La politica sta seguendo con attenzione ed impegno le vicende della Portovesme Srl anche per quanto riguarda la tempistica delle autorizzazioni per la nuova discarica che, in un clima di collaborazione istituzionale, si cercherà di restringere al massimo» ha assicurato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau concludendo l’incontro fra i capigruppo ed una delegazione dei lavoratori della Portovesme srl guidata dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil Francesco Garau, Antonino d’Orso e Antonio Melis.
I sindacalisti hanno manifestato delusione e preoccupazione per l’esito della recente conferenza di servizi che sembrava potesse portare alla conclusione dell’iter autorizzativo del nuovo stabilimento mentre, a loro giudizio, ha fatto registrare una battuta d’arresto. A completare il verbale della conferenza, infatti, mancano i pareri del Genio civile che si è riservato di formalizzarlo, e del Ministro dei Beni culturali, che non ha partecipato all’incontro.
«Chiediamo che le istituzioni siano al nostro fianco – ha sottolineato Francesco Garau della Cgil – perché il rispetto dei tempi è fondamentale per la continuità produttiva e, soprattutto, occorre evitare che l’azienda programmi una fermata progressiva degli impianti che aprirebbe una fase di gravissima incertezza.»
«Siamo in una fase critica – ha affermato Antonino d’Orso della Cisl – e riteniamo, pur senza fare sconti a nessuno, che una azienda che sta investendo 30 milioni di euro per la realizzazione di progetto industriale sia messa nelle condizioni di operare in un quadro di certezze e in tempi compatibili con quelli del mercato.»
«La nostra è una partita in cui si gioca il futuro di 1.200 lavoratori – ha osservato Antonio Melis della Uil – per questo chiediamo che il confronto fra tutti i soggetti interessati vada avanti in un clima costruttivo in modo da creare le migliori condizioni per un risultato finale positivo.»
Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, che proprio ieri ha tenuto una audizione con l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano sui problemi della Portovesme Srl, ha garantito che la commissione seguirà la vicenda con l’urgenza che il caso richiede, adoperandosi in particolare per abbreviare i tempi burocratici ed amministrativi.
Preoccupazione per i tempi lunghi che sembrano profilarsi è stata invece espressa dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, secondo il quale è mancata quella “concertazione istituzionale” che avrebbe permesso di arrivare prima ad un esito migliore. Il confronto, ha detto, deve proseguire in modo serrato “anche fuori dagli schemi burocratici”.
Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, ha dichiarato che «siamo tutti d’accordo nel sostenere le richieste dei lavoratori e faremo fino in fondo la nostra parte, sollecitando le altre istituzioni interessate a formalizzare gli atti di loro competenza in anticipo rispetto alle scadenze programmate; è un obiettivo possibile che contiamo di raggiungere».
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La Cernita Teatro, ospite della Rassegna Antas Apertas Vol. 2, organizzata dalla Compagnia Antas Teatro di San Sperate, presenta sabato 3 dicembre, dalle ore 21.00, presso lo Spazio Antas di San Sperate la sua nuova produzione “Nulla succede per caso”, una storia cagliaritana sul bene e sul male, un lavoro scritto e interpretato da Andrea Rosas con la regia di Monica Porcedda. Lo spettacolo è una riscrittura teatrale di un racconto del noto scrittore Sergio Atzeni.
«… e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo».
A Cagliari, quartiere Marina, chi non conosce il capopesca Antonio Melis? Tutti sanno chi è, tutti lo stimano e i suoi pescatori per primi gli vogliono un bene dell’anima. Perché Antonio Melis è un uomo onesto e un padrone buono, più un padre che un padrone. Anche ora che in mare non esce più e la sera ne sta seduto lì sul bastione, a controllare i suoi uomini e le sue barche dall’alto. Ma un giorno passa un “vento” maledetto che lo travolge e in un niente se lo porta via: il volo di Antonio Melis dal bastione è stata una disgrazia, lo dicono tutti. E ci credono tutti. Tutti tranne il figlio, un ragazzo che passa vent’anni a cercare un perché. Vent’anni di buio, di vuoto e di tempo sospeso. E, intanto, il ragazzo si fa uomo. Finché una sera dentro la sua testa una luce si accende, un’altra si spegne e tutto il resto che viene gli viene così, naturale: e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo.
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«… e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo.»
A Cagliari, quartiere Marina, chi non conosce il capopesca Antonio Melis? Tutti sanno chi è, tutti lo stimano e i suoi pescatori per primi gli vogliono un bene dell’anima. Perché Antonio Melis è un uomo onesto e un padrone buono, più un padre che un padrone. Anche ora che in mare non esce più e la sera ne sta seduto lì sul bastione, a controllare i suoi uomini e le sue barche dall’alto. Ma un giorno passa un “vento” maledetto che lo travolge e in un niente se lo porta via: il volo di Antonio Melis dal bastione è stata una disgrazia, lo dicono tutti. E ci credono tutti. Tutti tranne il figlio, un ragazzo che passa vent’anni a cercare un perché. Vent’anni di buio, di vuoto e di tempo sospeso. E intanto il ragazzo si fa uomo. Finché una sera dentro la sua testa una luce si accende, un’altra si spegne e tutto il resto che viene gli viene così, naturale: e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo (testo di Andrea Rosas).
Sergio Atzeni (1952-1995), giornalista e scrittore, è semplicemente uno di quelli che non smetterà mai di mancarci. Lo spettacolo è liberamente tratto da un racconto contenuto nella raccolta “I sogni della città bianca” Ed. Il Maestrale, (2009).
Andrea Rosas – Laureato in Lettere all’Università di Cagliari, è un insegnante di scuola secondaria: qui, oltre alle attività professionali di base, cura anche progetti educativi di avviamento alla lettura espressiva, alla narrazione e al teatro, attraverso laboratori rivolti agli allievi, finalizzati principalmente alla Didattica della Storia tramite il recupero del valore dell’oralità e delle micro-biografie. Autore di poesie, reading (“Ovunque tu sia, Storia di un uomo che divideva il pane”, dicembre 2011), racconti brevi (“Mozzicone”, Pettirosso Editore, 2012) ri-scritture e incursioni narrative in ambiti musicali (dal 2012 collabora con il gruppo “Zirichiltaggia” – Tributo a De André), segue diversi laboratori intensivi di formazione teatrale (a cura di Lucilla Giagnoni, Laura Curino e Pierapaolo Piludu) dopo i quali si avvicina sempre di più al teatro di narrazione e, in qualità di attore e autore, inizia a collaborare con “La Cernita” di Carbonia (con sede teatrale a Bacu Abis), diretta dall’attrice e regista Monica Porcedda, compagnia per la quale mette in scena: – “Confessioni di un’anima dannata” per una rilettura della figura del conte Ugolino della Gherardesca nell’Inferno di Dante con le musiche live di Gianluca Pitzalis. Da L. Sciascia, “Il lungo viaggio”: il racconto dell’emigrazione alla Merica con il commento musicale di Gerardo Ferrara. Nel 2015 “La hora della verdad: Andata e ritorno dalla guerra di Spagna”, liberamente ispirato a “L’antimonio” di L. Sciascia. Regia di Monica Porcedda. Musiche originali di Gianluca Pitzalis. Nel 2016 “Nulla succede per caso” – una storia cagliaritana sul bene e sul male, Liberamente ispirato al racconto “Il vento soffia, dai bastioni” di Sergio Atzeni, con la regia di Monica Porcedda.
Il medesimo spettacolo verrà replicato il 10 settembre, alle ore 21.15, a Portoscuso, presso la Tonnara Su Pranu. La rassegna si concluderà a Cagliari, il 15 ottobre, con lo spettacolo “Ventuno” di e con Monica Porcedda, voce e percussioni di Gerardo Ferrara, in collaborazione con l’Anpi di Cagliari.
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Combattere il disagio e la dispersione scolastica attraverso delle borse di studio da assegnare ad alunni le cui famiglie sono in un disagio economico tale da non poter loro garantire il proseguo degli studi all’Università. Con questo obbiettivo la Caritas diocesana, organismo pastorale della diocesi di Iglesias, ha promosso il progetto “Iscola de Maduridàde”. Consentirà di istituire 60 borse di studio, dell’importo di 500,00 euro ciascuna, suddivise in 20 borse per anno per tre anni consecutivi. Saranno destinate in favore dei ragazzi più meritevoli delle quinte classi delle scuole secondarie di secondo grado del territorio che, privi di un supporto famigliare a causa di condizioni economiche avverse, corrano il rischio di non poter avere accesso all’Università nel prossimo triennio. Il progetto è stato presentato ieri mattina con una conferenza stampa presso il seminario vescovile “Maria Immacolata” ad Iglesias. L’idea progettuale, nata dalla lettura costante delle fragilità del territorio da parte della Caritas, si avvale della collaborazione di altri Uffici pastorali della Diocesi tra cui l’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro e la Pastorale Giovanile già attivi, insieme alla Caritas diocesana, nell’ambito del “Progetto Policoro”.
Ad illustrare il progetto sono stati il vescovo di Iglesias monsignor Giovanni Paolo Zedda, il direttore della Caritas diocesana, Raffaele Callia e il gruppo degli animatori che si avvale di un’equipe formata da Isabella Rosas, Antonio Melis, Francesco Manca, Federico Cocco, Elena Sanna Carla Lai e Simone Cabitza che lavoreranno nelle scuole e appartengono alle diverse pastorali diocesane.
«Iniziative della Caritas sono occasione per tutta la comunità cristiana – ha detto il vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda – occasione per capire quello che abbiamo e anche per migliorare le possibilità di intervento e sensibilizzare le persone a non chiudersi ma ad aprirsi a venire incontro alle difficoltà che si presentano.»
Il progetto è finanziato dal “Fondo CEI 8xmille Italia” e si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera d’Italia. L’obiettivo è combattere il disagio e la dispersione scolastica, sia attraverso un’azione di mentoring scolastico sia con l’istituzione di borse di studio.
«I giovani sono il presente e hanno bisogno oggi, non domani, di essere accompagnati offrendo delle opportunità che passano attraverso un tema che è cardine che è quello dell’istruzione – ha spiegato Raffaele Callia – direttore della Caritas della diocesi di Iglesias -. Se vogliamo cambiare questo territorio dobbiamo cercare chiaramente di favorire le condizioni di occupazione e di lavoro ma dobbiamo anche creare una generazione adeguata a questo cambiamento e la cultura e l’istruzione sono ingredienti irrinunciabili.»
Il risultato che si propone il progetto è duplice. Da un lato tutelare il diritto allo studio per almeno 60 giovani maturandi del territorio sostenendo le rispettive famiglie nella spese dell’immatricolazione universitaria e dell’acquisto dei testi accademici, ma anche favorire la formazione di sei giovani impegnati nelle realtà ecclesiali ed accompagnarli nella costituzione di un’associazione di promozione sociale che si occupi di erogare servizi nel campo dell’educazione inclusiva.
Tito Siddi
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E’ stato sottoscritto ieri pomeriggio, presso l’assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, il verbale d’accordo istituzionale per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale per i 291 lavoratori Eurallumina, per la durata totale di 36 mesi a partire dal 1° gennaio 2016, tra Azienda, Confindustria, Segreterie Fulc e RSU di fabbrica.
All’incontro erano presenti, per le parti:
• Eurallumina Spa – Vincenzo Rosino, Mauro Simone Angius, Sonia Vivarelli
• Confindustria Sardegna Meridionale – Andrea Porcu
• Filctem CGIL – Francesco Garau
• Femca CISL – Nino D’Orso
• Uiltec UIL – Antonio Melis
• Ugl – Piert Giorgio Piu, Marco Spiga
• RSA/RSU – Antonello Pirotto, Gian Marco Mocci, Corrado Marongiu, Enrico Pulisci, Davide Boi, Marcello Salis.
La riunione è stata presieduta dal direttore del Servizio Lavoro Rodolfo Conù.
Un risultato importante che offre ai lavoratori certezze sul percorso della ripresa produttiva, perché vincolato agli investimenti da parte dell’Azienda che ne richiede la concessione, ma la RSU e la segreteria dei Chimici lo ritengono non ancora definitivo.
Il 31 dicembre sarebbero scaduti gli ultimi quattro mesi di cassa integrazione in deroga e la nuova riforma degli ammortizzatori sociali prevede solo la mobilità o la riorganizzazione aziendale, che sostituisce il precedente strumento della ristrutturazione aziendale. La durata massima della cassa integrazione per riorganizzazione è di 24 mesi ma per il caso Eurallumina, essendo tra le dieci situazioni di crisi attenzionate a livello nazionale considerate strategiche dal ministero dello Sviluppo economico per il sistema industriale del Paese, può godere di ulteriori 12 mesi, il tempo necessario per accompagnare, come misura transitoria, i lavoratori nel periodo in ci verranno realizzate le opere per la ripresa delle produzioni. Si tratta del secondo accordo siglato con questo strumento dopo quello di Ottana Polimeri (per 24 mesi) dall’entrata in vigore del Job-Act, ma che per la durata di 36 mesi è il primo in assoluto stipulato in Sardegna.
Qualora gli ultimi passaggi non avessero esito positivo, la cassa integrazione per ristrutturazione verrebbe tra qualche mese sospesa e la possibilità di vedere i lavoratori reinseriti nelle liste di mobilità potrebbe ripresentarsi in maniera ancora più disastrosa, perché accompagnata dal definitivo accantonamento del progetto.
«Si tratta di un’eventualità che non vogliamo prendere in considerazione – commentano i delegati della RSU – perché dopo i risultati ottenuti, non è possibile che il progetto di ripartenza della fabbrica possa non trovare sviluppo e vanificarsi sul filo del traguardo, dopo anni di sacrifici e lotta mai interrotta. Per il Sulcis Iglesiente e la Sardegna tutta, è ormai chiaro a tutti che, esaurito il percorso autorizzativo in capo agli Enti preposti, dovrà partire immediatamente la fase degli investimenti (185 milioni di euro, 270 addetti degli appalti alla punta massima, 357 lavoratori diretti, oltre ai servizi, alle mense, ai trasporti, fornitori e indotto complessivo) e fare così da apripista per un rilancio complessivo del comparto industriale e produttivo in altri settori.
Siamo consapevoli di esserci conquistati con sacrificio i minuti di recupero dei tempi supplementari che erano ormai quasi scaduti – concludono i delegati della RSU Eurallumina – e li utilizzeremo per raggiungere, con ancora maggiore determinazione, l’unico risultato che possiamo accettare: la ripresa del lavoro.»