27 December, 2024
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«Il Pronto soccorso del Cto di Iglesias riaprirà il 13 agosto con l’impiego dei “medici in affitto”, ma se i numeri dei medici lo consentiranno l’apertura potrà essere anticipata.»

Lo ha assicurato la direttrice generale della Asl Sulcis, Giuliana Campus, al termine del lungo incontro, promosso dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, dalla Commissione Salute, presieduta da Antonio Mundula (FdI) e dai capigruppo, con i 23 sindaci del Sulcis Iglesiente e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.

La dottoressa Giuliana Campus ha anche richiesto l’invio di un ordine di servizio a cinque medici del reparto di Chirurgia, affinché dall’8 agosto si mettano a disposizione della direttrice del Pronto soccorso della Asl 7, Viviana Lantini.

Al termine della riunione è stato assunto l’impegno di organizzare per martedì un altro incontro con i sindaci, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, i vertici della Asl Sulcis e dell’Assessorato, per definire le modalità della riapertura del Pronto soccorso di Iglesias. Questo risultato è arrivato dopo ore di discussioni, grazie alla mediazione del presidente del Consiglio, del presidente della Commissione e dei consiglieri regionali, in particolare Michele Ennas (Lega), Piero Comandini (Pd), Francesco Agus (Progressisti) e Carla Cuccu (Misto – Idea Sardegna).

«Quando ho saputo della manifestazione, non ho avuto alcun dubbio sulla necessità di audire i sindaci», ha detto Michele Pais che ha auspicato una rapida soluzione della grave situazione in cui si trovano oltre al Sulcis, anche altri territori della Sardegna per la carenza dei medici.

Il presidente della Commissione Salute, Antonio Mundula, ha ricordato che l’assessore Mario Nieddu ha formulato esplicite richieste al ministero della Salute per poter affrontare con misure straordinarie il grave stato di emergenza sanitaria in cui versa tutta la Sardegna.

La consigliera regionale Carla Cuccu ha affermato, in una nota diffusa questa sera, che la riapertura dell’ospedale Cto di Iglesias è frutto della mobilitazione del territorio.

 

 

La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo) ha dedicato una seduta alle audizioni dell’assessore Mario Nieddu e dei vertici dell’Ats su una serie di problemi più volte all’attenzione del Consiglio regionale, per iniziativa di diversi gruppi consiliari.
Il primo argomento affrontato è stato quello delle strutture residenziali (o comunità) integrate, nelle quali possono essere accolte persone non autosufficienti o con esigenze educative e relazionali di carattere intensivo (disabilità gravi, disturbi mentali, disagio minorile)
Si tratta quindi di strutture che, al di là dei requisiti minimi fissati dalla legge, devono possedere caratteristiche specifiche il più possibile adatte alle differenti tipologie degli ospiti.
In attesa della definizione dei nuovi requisiti, che saranno oggetto di una specifica delibera della Giunta regionale previo parere della commissione, le strutture residenziali integrate hanno dovuto superare una fase difficile a causa dell’emergenza Covid che ha reso necessario il reclutamento straordinario di personale medico ed infermieristico e l’incremento della presenza degli Oss.
E’ stata poi affrontata, su richiesta del capogruppo del M5S Michele Ciusa, la questione dei supporti ai pazienti diabetici. L’assessore Mario Nieddu, dopo aver premesso che le risorse messe a disposizione dalla Regione sono sufficienti, ha annunciato la prossima pubblicazione di un bando di gara che permetterà l’accesso agli strumenti tecnologici più avanzati, compresi i sensori non “freestyle”.
Successivamente, la commissione si è occupata su richiesta del vice presidente Daniele Cocco (Leu) della parziale stabilizzazione dei medici veterinari “dirigenti”, che ha interessato solo 10 professionisti a fronte di un fabbisogno complessivo di 31 unità. Sul punto hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali (Antonello Peru e Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo, Gianfranco Ganau del Pd, Piero Maieli del Psd’Az, Francesco Agus dei Progressisti, Desirè Manca del M5S, Giovanni Antonio Satta (Misto), Giuseppe Talanas di Fi e Antonio Mundula di Fdi.
Il vice presidente Daniele Cocco, in particolare, ha lamentato con forza le tante anomalie di una procedura che, a suo giudizio, è andata avanti per troppo tempo per poi concludersi negativamente, pur partendo da una base documentale chiara e completa e da indirizzi comuni della commissione e del Consiglio.
A nome dell’Ats, il dottor Carlo Murru ha affermato che il dato del fabbisogno di personale è sempre in evoluzione ed ha assicurato che l’estensione della “platea” degli eventi diritto ai possessori dei requisiti fino alla data del prossimo 30 giugno, consentirà l’aumento delle stabilizzazioni attraverso la revisione del piano di fabbisogno ed un bando. La commissione ha ottenuto la verifica a breve scadenza di tale impegno entro (come ha precisato il presidente Domenico Gallus) i prossimi 7/10 giorni.
Inoltre, ancora su richiesta del capogruppo del M5S Michele Ciusa, si è parlato delle indennità infrasettimanali da corrispondere ai dipendenti dell’azienda Brotzu. Il direttore dell’assessorato Marcello Tidore ha risposto che è in corso una verifica tecnico-giuridica con lo scopo di arrivare ad un intervento stabile, anche alla luce di alcune sentenze in materia della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia.
Desirè Manca, sempre del M5S, ha portato all’attenzione della commissione la carenza dei pediatri di libera scelta nel Sassarese. Nella conferenza Stato-Regioni, ha replicato il dg dell’assessorato Marcello Tidore ricordando che si tratta di un problema molto presente nei territori, si stanno valutando soluzioni alternative temporanee come l’affidamento di incarichi ed il prolungamento dei “massimali” per la fascia da 0 a 6 anni.

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La Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), si è riunita questa mattina e ha espresso quattro pareri favorevoli su altrettanti provvedimenti, predisposti dall’assessorato regionale della Sanità. Il Parlamentino, sentito in audizione l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, ha approvato, a maggioranza, il Parere 15, “Integrazione delle risorse destinate alle borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione di area sanitaria non medica. Modifica della delibera della Giunta regionale n. 39/16 del 9.8.2017. Capitolo SC02.1118”. Il testo prevede di destinare 350mila euro alle borse di studio per le specializzazioni non mediche per il triennio 2019-2021. Si tratta di risorse risparmiate per le borse di studio delle specializzazioni mediche, «dovute alle rinunce dei beneficiari o alla recente riduzione della durata di alcune scuole di specializzazione». Le borse di studio da assegnare, si legge nel testo della delibera della Giunta regionale, saranno 30 da ripartire tra gli Atenei di Cagliari e Sassari. I commissari dell’opposizione hanno chiesto di estendere il beneficio agli studenti che hanno già iniziato il corso di studi e a quelli che si iscriveranno nei prossimi anni, per evitare una disparità di trattamento. Sono intervenuti il presidente Domenico Gallus, il vice presidente Daniele Cocco (capogruppo Leu) e Antonio Mundula (FdI).

La Commissione ha approvato all’unanimità il parere 17 Legge regionale 2 agosto 2016, n. 18 recante ”Reddito di inclusione sociale – Fondo regionale per il reddito di inclusione sociale – “Agiudu torrau”. Atto interpretativo ed applicativo ai sensi dell’art. 8 della L.R. n. 31/1998. “Linee guida per il biennio 2019-2020 concernenti le modalità di attuazione. Approvazione preliminare. Missione 12 – Programma – 04 – Cap. SC05.0680”. Francesca Piras, direttore generale della Direzione generale delle politiche sociali dell’assessorato della Sanità, ha spiegato che la richiesta dell’Anci Sardegna di attribuire le risorse del Reis direttamente ai Comuni per quest’anno non è possibile, perché non ci sono i tempi tecnici necessari. Sarà possibile, ha affermato Piras, dal 2020. La dirigente dell’assessorato ha anche sottolineato che ci sono limiti normativi nel destinare eventuali economie del Reis per i cantieri comunali. Sul tema sono intervenuti il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, vicepresidente della Commissione, e la consigliera della Lega, Annalisa Mele.

La Commissione ha, poi, approvato all’unanimità il Parere 18 (Sistema regionale dei servizi per la tutela della salute mentale dedicati a persone con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Modifica alla delibera della Giunta regionale n. 53/8 del 29.12.2014. Approvazione della programmazione, del sistema tariffario, dei requisiti minimi autorizzativi delle strutture residenziali e semiresidenziali. Approvazione preliminare dei requisiti ulteriori di accreditamento istituzionale). Il problema dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è in costante aumento, ha spiegato l’assessore Mario Nieddu, e molti pazienti sono seguiti in centri che si trovano in altre regioni. Il testo ha l’obiettivo di regolamentare una problematica emergente in Sardegna: attualmente, ha spiegato Marcello Tidore, direttore generale della Direzione generale della Sanità dell’assessorato regionale della Sanità, la Regione spende per i pazienti seguiti fuori dall’Isola circa 400mila euro, a fronte di 166mila euro che si spendono per le cure in Sardegna. «Ci sono due strutture – ha spiegato Marcello Tidore – pronte ad entrare in attività nel Sulcis e nella Marmilla, ma ce ne potrebbero essere anche altre». La Commissione ha, infine, approvato all’unanimità il Parere 22 (Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli. Linee guida. Approvazione preliminare).

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Il Consiglio regionale ha approvato la relazione d’inchiesta n° 1 sul perdurare dello stato di insolvenza dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sulla mancata presentazione del Piano regionale di sviluppo per il quale sono recentemente scaduti i termini di legge.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Giovanni Satta ha lamentato che in occasione di una precedente riunione dei capigruppo sull’Aias, alla quale ha presenziato in sostituzione del suo capogruppo, è stato ingiustamente criticato per aver chiesto quanti erano gli iscritti ad una sigla, solo perché occorreva sapere se le decisioni potevano essere approvate dai lavoratori all’unanimità.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha osservato sul piano procedurale che la discussione sulla relazione della Commissione speciale sull’Aias, come tale, si può solo approvare o respingere.

Il presidente ha chiarito che viene applicato l’art. 78 del regolamento che riguarda, sul piano della tempistica, tutti gli atti del Consiglio.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione del documento n. 4/16/A sull’Aias ed il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione d’inchiesta Gianfranco Ganau, del Pd.

Gianfranco Ganau, in apertura, ha ringraziato i componenti della commissione che – ha detto – ha lavorato in modo molto proficuo sia al suo interno che in occasione dell’articolato ciclo di audizioni, una azione incisiva che inoltre ha consentito l’acquisizione degli atti del tavolo tecnico costituito all’interno dell’assessorato che ha messo ordine in una problematica molto complessa. Gianfranco Ganau ha poi sottolineato la gravità del mancato pagamento di 11 stipendi ai lavoratori, fatto da cui deriva a suo giudizio la richiesta di valutare la sostenibilità della convenzione e di vincolare ogni atto successivo al pagamento delle retribuzioni, fermo restando il mandato all’assessore per il superamento dello “status quo” privilegiando la continuità del servizio ed il recupero delle retribuzioni arretrate.

Il consigliere Michele Ciusa del M5S ha messo l’accento sul buon lavoro della commissione che ha operato con scrupolo e rigore fornendo al Consiglio la più ampia disponibilità di dati certi ed attendibili. L’assessore Mario Nieddu – ha proseguito – deve continuare con il tavolo tecnico anche per il passato e riferire alla commissione Sanità, tenendo presente l’emergenza che deriva dal mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori, un problema gravissimo che la politica finora non è riuscita a risolvere. Ora la situazione è molto più chiara, ha concluso, ed ora le istituzioni regionali devono agire con urgenza dando finalmente un esempio di buona politica.

Il consigliere Giorgio Oppi dell’Udc ha affermato che l’assessorato finalmente ha attivato un tavolo dal quale è emersa con chiarezza la vera situazione dei rapporti fra Aias e Regione che ruota attorno ad un contenzioso complessivo di circa 10 milioni, buona parte del quale fortemente contestato. I problemi che abbiamo di fronte, ha detto ancora Oppi, sono due: da una parte bisogna definire una partita vecchia difficile da ricostruire se non con contenzioso e su questo non siamo entrati nel merito, e dall’altra individuare una soluzione definitiva per dare riposte ad utenti e lavoratori. Il tavolo tecnico, ha dichiarato infine, deve perciò continuare con lo stesso senso di responsabilità verificando anche il passato ed avendo come riferimento d’ora in poi la commissione sanità.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, dopo aver criticato l’assenza del presidente della Regione su un dibattito così importante per la Sardegna, ha ricordato che quando fu presentata la richiesta di una commissione speciale il centro sinistra venne accusato di volersi sostituire alla magistratura, accuse poi rivelatesi del tutto infondate. Ma oggi – ha aggiunto – il Consiglio ha tutti gli elementi per decidere, sulla base di dati inconfutabili che testimoniano la buona gestione del centro sinistra nella passata legislatura con pagamenti regolari, mentre Aias ha fatto crescere il volume degli stipendi arretrati. In altre parole – secondo Lai – si rende necessario il superamento dell’Aias anche perché la stessa convenzione con Ats (ancora in vigore) prevede che il mancato pagamento delle retribuzioni sia una giusta causa di risoluzione. Piuttosto, ha terminato, preoccupano i ritardi ed il ripensamento rispetto ad una soluzione che era stata già trovata con l’istituzione di Sas Domos e su questo la maggioranza deve dire cosa vuole fare da domani.

Il presidente della commissione Sanità Domenico Gallus dell’Udc ha respinto la ricostruzione del collega Lai, sostenendo che ora c’è una grandissima novità nel senso che c’è un debito riconosciuto anche da Aias sia pure per un periodo circoscritto. La storia di Aias – ha sostenuto – è stata anche positiva per la riabilitazione sarda e non può essere cancellata anche se in questa fase occorre pensare in primo luogo a pazienti e lavoratori con una soluzione urgente perché undici mesi arretrati sono oggettivamente insostenibili, mentre sul pregresso come commissione Sanità assicuriamo tutto il nostro impegno e speriamo di essere altrettanto efficaci.

Dopo l’on. Domenico Gallus ha preso la parola l’on. Massimo Zedda (Progressisti) che ha detto: “Saluto i lavoratori dell’Aias, ai quali rivolgo la solidarietà mia e credo di tutta l’Aula perché non percepiscono lo stipendio da più di un anno. La commissione è stata celere ma ci ritroviamo di lunedì a discutere di Aias perché domani ne discuteranno altri, in altri palazzi e sedi. A questo punto, anche le nostre conclusioni saranno inficiate dalle decisioni della magistratura. Ci sono privati disponibili ad investire per ripristinare il servizio che faceva Aias. Non lo so, ma è necessaria comunque l’evidenza pubblica e questo va spiegato bene ai lavoratori. Sono curioso di sapere quali siano i vostri intendimenti per far funzionare la macchina dell’assistenza e dare sollievo economico a 1.200 lavoratori con gli ammortizzatori sociali».

E’ intervenuto l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20 Venti), secondo cui “è capitato che le premesse degli atti di indirizzo del passato fossero infondate. Non possiamo dire ai lavoratori che diventeranno dipendenti della Regione ma è sempre stato comodo per la Regione non vedere come stanno le cose e delegare tutti i problemi all’Aias. Questo va detto”. L’on. Stefano Tunis ha parlato poi “della necessità di far funzionare il servizio e della necessità di salvare la professionalità dei lavoratori. Tutti siamo chiamati allo sforzo in questa occasione”.

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha ripercorso i momenti di costituzione di Sas domos e ha aggiunto: «Noi ricordiamo anche altre vertenze della scorsa legislatura e sappiamo che i lavoratori non possono transitare nella pubblica amministrazione se non c’è un concorso. Non possiamo permetterci proclami che non siano giusti ma dobbiamo tutelare tutte le parti in causa: i cittadini sardi, i lavoratori e i pazienti. Sarà importante sentire la proposta dell’assessore Mario Nieddu».

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) «è arrivato il momento del buon senso e ci vuole un ordine del girono di tutta l’Aula, che dia all’assessore alla Sanità la più ampia copertura politica. Non sono accettabili speculazioni sulla vicenda: non ha senso cercare colpevoli ma è più giusto destinare il nostro tempo ad una soluzione stabile e seria. Chi lavora da 11 mesi senza una busta paga non se ne fa nulla della nostra solidarietà ma pretende soluzioni».

A seguire l’on. Michele Cossa (Riformatori sardi), che ha detto: «Per cinquant’anni l’Aias ha fatto comodo alla Regione e ai Comuni, ha svolto un servizio di supplenza che altri non hanno voluto o saputo svolgere. Questo va tenuto a mente e bisogna rifiutare le strumentalizzazioni e le semplificazioni: intanto sappiamo qual è l’esatta condizione debitoria della Regione. Non mi sembra un risultato da poco, finalmente abbiamo certezze. Ora dobbiamo puntare a erogare servizi sociali con standard elevati, più elevati della sanità pubblica. Noi rifiutiamo il clientelismo dell’approccio pubblico alla gestione dei servizi e di certo non sarà questa la strada da seguire nella soluzione del caso Aias. Vedremo quale soluzione proporrà l’esecutivo».

Al termine, per il Movimento Cinque Stelle ha preso la parola la capogruppo Desirè Manca, che ha detto rivolta al centrodestra ed al centrosinistra: «Sono curiosa di ascoltare la soluzione che sarà proposta dall’assessore. Ma 1.200 lavoratori senza stipendio da mesi non possono non interessarci: sapete cosa vuol dire arrivare a fine mese senza soldi? Io vorrei sapere di chi è colpa. Vorrei sapere se non è colpa della politica di chi è la colpa. Chi doveva controllare le clausole contrattuali se non la Regione? Cosa ci stiamo a fare qua se non siamo capaci di dare soluzioni? Perché non è stato rescisso il contratto?».

Dai banchi del Psd’Az l’on. Franco Mula ha esordito dicendo: «Questo non è un tribunale di inquisizione ma un’Aula parlamentare, dico rivolto all’on. Desirè Manca. E non va bene nemmeno che mischiamo le nostre competenze con quelle della magistratura ordinaria. Se siamo qui e mostriamo attenzione è perché intendiamo davvero ricercare una soluzione».

Per l’on. Michele Ennas (Lega) «per la prima volta grazie al lavoro del tavolo tecnico siamo arrivati a conclusioni sicure ed abbiamo dati incontrovertibili. E stiamo lavorando seriamente per risolvere un problema obiettivamente complesso. Sas Domos si è rivelata una soluzione ponte e di carattere elettorale e non è in cinque minuti che nascono le soluzioni, quelle vere. Dobbiamo essere tutti responsabili e dare mandato all’assessorato per una soluzione».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, dopo aver ringraziato la Commissione d’inchiesta per il lavoro svolto ha lamentato l’assenza in aula del presidente della Regione: «Oggi sarebbe stata opportuna la sua presenza, primo perché avrebbe rafforzato l’azione della Giunta, secondo perché è stato lui ad apporre la firma nell’atto che annulla le selezioni per Sas Domos. La domanda è: perché il principale soggetto privato convenzionato con la Regione con oltre 3.000 dipendenti e 3.000 assistiti, con oltre 100 milioni di euro ricevuti dalle casse regionali, non paga gli stipendi?».

Francesco Agus ha ricordato che il lavoro della Commissione ha consentito di fare finalmente chiarezza: «Fino a tre mesi fa c’era chi pensava che il problema riguardasse i ritardi dei trasferimenti della Regione, oggi quella fase è chiusa, la situazione di emergenza non può essere imputabile ai ritardi della Regione, non spetta all’Aula capire cosa ci fosse a monte. Questo si vedrà in altre aule. La Commissione aveva l’obiettivo di verificare il perdurare dello stato di insolvenza di Aias. Oggi finisce il balletto delle cifre».

Il capogruppo dei progressisti ha quindi puntato l’indice sui ritardi della Giunta: «La Commissione ha ricevuto pieno mandato e, in tre mesi, ha concluso i lavori. Purtroppo, si sono persi 6 mesi dopo l’atto del presidente Christian Solinas che ha fermato il progetto Sas Domos. Il problema va risolto, parliamo di un servizio talmente sensibile che non può essere interrotto nemmeno per un secondo. Abbiamo parlato dei dipendenti, della proprietà ma nel dibattito non sono intervenute le famiglie degli assistiti. I familiari sono terrorizzati perché temono l’interruzione del servizio. Io credo che affidarlo a un soggetto pubblico non sia una bestemmia. Non si può fare di peggio. Credo che non esistano soluzioni perfette, la soluzione di una società consortile con capitale pubblico privato era una proposta. Non si può stare fermi, serve una soluzione rapida. Spero che l’assessore sia coraggioso e non guardi le tessere di partito o il pregresso ma che individui una soluzione urgente e i consiglieri vadano via da qui avendo chiaro cosa succederà in futuro».

Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola all’assessore della Sanità Mario Nieddu.

«All’inizio non ero favorevole alla commissione d’inchiesta e non sono convinto neanche oggi della sua indispensabilitàha detto Mario Nieddu – il tavolo tecnico non ha avuto impulso dal lavoro della Commissione, è accaduto invece il contrario.»

Mario Nieddu ha espresso apprezzamento per l’andamento del dibattito e invocato una soluzione condivisa da tutta la politica: «Per risolvere questa situazione servono soluzioni complesse. Ho apprezzato l’intervento di Massimo Zedda che rispetto alla soluzione evocata dal Consiglio, Sas Domos, ha ricordato che si tratterebbe di una sperimentazione gestionale. Questo progetto è stato bloccato dal presidente Solinas perché ha bisogno di una normativa regionale di riferimento che non c’è. Le sperimentazioni gestionali fanno riferimento a una legge nazionale che impone la sostenibilità economica, condizione che il progetto Sas Domos non garantisce. Quel progetto comunque non è stato cancellato ma sospeso. Non è pensabile che Sas Domos possano assorbire i 1.200 dipendenti di Aias».

L’assessore ha poi difeso l’operato della Giunta: «Non sono stati persi 7 mesi. Senza il tavolo tecnico non si sarebbe potuta fare chiarezza e accertare la situazione debitoria di Aias. Grazie a quel lavoro oggi sappiamo cosa fare».

Sulla sentenza del Tribunale attesa per domani l’assessore ha chiarito: «Io non sono fiducioso sul commissariamento. Aias è una onlus, non ha l’obbligo di presentare i bilanci a nessuno. Non è stato semplice farseli consegnare. In una delle sedute ho chiuso il tavolo perché Aias si è presentata senza bilanci. Come onlus non è sottoposta neanche al regime fallimentare ordinario. O si dimostra che Aias ha agito come società commerciale o non si può far nulla. Altra ipotesi è un commissario nominato dal Ministero».

Mario Nieddu ha quindi assicurato che una soluzione arriverà in tempi rapidi: «Stiamo pensando a risolvere il problema fuori da schemi ideologici. Non si tratta di distinguere tra pubblico e privato. Lavoriamo a una soluzione definitiva. Non è questa la sede per chiarire il percorso che abbiamo in mente. Sarà una soluzione che garantirà la continuità dell’assistenza e i livelli occupazionali dei lavoratori. Una cosa non faremo: la revoca della convenzione non ci sarà».

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Eugenio Lai: «La Giunta non reputa il Consiglio un degno interlocutore – ha detto – l’assessore non ci dice quale sia la soluzione. Che cosa si vuole fare? Ho sentito inesattezze: dire che il progetto Sas Domos non garantiva continuità assistenziale è sbagliato. Solinas ha bloccato le selezioni».

Massimo Zedda (Progressisti) ha invitato alla prudenza. «La situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore. L’assessore non indica una soluzione perché una soluzione non può esserci prima delle decisioni del Tribunale. Suggerisco, a partire da domani, di avviare un tavolo specifico per individuare un soggetto che possa prendersi in carico Aias. Per far questo occorre riunire prefetto, procuratore della Repubblica, presidente della Corte dei Conti e cercare il supporto di Anac.»

Secondo Francesco Agus (Progressisti) l’assessore si prende una grande responsabilità: «Non dice nulla su cosa avverrà domani. Noi approviamo un documento che vincola la Giunta a una prova di forza. Dovrà valutare la sostenibilità della convenzione con Aias ed eventualmente avviare il superamento della stessa. Al suo posto avrei approfittato di questo clima di unità per iniziare a discutere di un mandato più ampio per capire come superare la situazione. Andiamo via senza nessuna certezza ma con più dubbi. Anche la soluzione Sas Domos è ancora in campo. Potrebbe essere migliorata. Non vorrei che dietro le sue parole elusive l’assessore nascondesse la volontà di gestire la questione in proprio senza cercare la condivisione del Consiglio. Voto a favore ma non sono soddisfatto delle sue risposte».

Il capogruppo del Psd’AZ, Franco Mula, ha annunciato voto favorevole. «Non tirate fuori la Nerina Dirindin o altri personaggi che hanno combinato gravi danni per la sanità. Risparmiateci queste cose».

Voto favorevole ha annunciato anche Desirè Manca (M5S), mentre Giovanni Satta (Psd’Az) ha ricordato che il pronunciamento del giudice vincolerà la Giunta. Replicando ad Eugenio Lai, ha poi aggiunto. «Le selezioni per Sas Domos erano aperte a tutti, lo ha detto Fulvio Moirano. Non ci sarebbe stato nessun canale preferenziale per i dipendenti Aias».

Anche Giorgio Oppi ha annunciato il voto favorevole dell’Udc. «Bisogna rimanere nella correttezza e nella verità. Il piano sanitario non è stato approvato d Nerina Dirindin e nemmeno la rete ospedaliera nonostante la nostra disponibilità. Non addentriamoci in questi meandri».

Antonio Mundula, annunciando il voto favorevole di Fratelli d’Italia ha detto: «Ho fatto parte della Commissione e ne ho sentito la responsabilità. Non abbiamo cercato colpevoli ma verificato i fatti che sono inconfutabili. Fratelli d’Italia voterà in modo favorevole. Stiamo votando una relazione ma sappiamo che non ci possono essere in questo momento risposte immediate. Ho fiducia nell’assessore che farà un ottimo lavoro».

Stefano Tunis, a nome del gruppo Misto, si è detto favorevole alla relazione della Commissione. «Non so cosa farà la magistratura, voto questo documento tenendo conto dello stato dell’arte. Non so cosa succederà domani, oggi sottolineiamo il buon lavoro della commissione.»

Il presidente della Commissione d’inchiesta Gianfranco Ganau ha ringraziato il Consiglio per l’andamento del dibattito. «La Commissione ha verificato gli atti: 107 milioni sono stati dati a Aias, ci sono 11 mensilità in arretrato per i lavoratori. Questi elementi mettono l’assessorato in condizioni di intervenire. Oltre a Sas Domos c’è un’altra soluzione: la revoca della convenzione e la messa a bando della stessa garantendo una transizione in cui Aias dovrà assicurare il servizio fino al subentro di un altro soggetto. Ci sono le condizioni perché l’assessorato possa prendere queste decisioni.»

Voto favorevole hanno annunciato anche il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, e quello di Leu Daniele Cocco, secondo il quale l’unica soluzione «è la revoca della convenzione Aias».

Messa in votazione, la relazione della Commissione d’Inchiesta è stata approvata all’unanimità (47 voti favorevoli su 47 votanti).

Il Consiglio regionale si riunirà giovedì prossimo alle 10.30 per l’esame del Dl n. 51 “Disposizioni in materia di enti locali”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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La commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta da Domenico Gallus (Udc) ha approvato all’unanimità la risoluzione che impegna l’assessore regionale della Sanità «a valutare, nel più breve tempo possibile, l’opportunità di impartire indirizzi conformi alla volontà espressa dal Consiglio regionale e coerenti con la normativa vigente, finalizzati a salvaguardare i 38 operatori sociosanitari inseriti nelle graduatorie approvate dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2013 che attualmente prestano servizio (a tempo determinato o con contratti di lavoro flessibile) presso le Aziende sanitarie sarde e coloro che, pur non prestando più servizio, erano inseriti nella predetta graduatorie. A vigilare affinché le aziende sanitarie si conformino in maniera uniforme ai predetti indirizzi e individuino le soluzioni organizzative più adeguate per coprire il fabbisogno delle strutture ospedaliere, procedendo allo scorrimento delle graduatorie».

Nella risoluzione si chiede all’assessore, inoltre, di effettuare un monitoraggio relativo ai contratti di lavoro diversi da quelli a tempo indeterminato (compresi quelli di somministrazione), stipulati dalle Aziende sanitarie sarde. Il voto favorevole della Commissione, che ha l’obiettivo di salvaguardare un diritto acquisito dai lavoratori, è arrivato ieri mattina dopo che il Parlamentino ha sentito in audizione l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, il quale ha ricostruito, carte alla mano, la situazione in cui si trovano gli Oss delle graduatorie 2010-2013. L’esponente dell’Esecutivo ha manifestato la sua disponibilità a trovare una soluzione concreta per sbloccare la situazione degli operatori socio sanitari. La risoluzione era stata proposta dal vice presidente della Commissione, Daniele Cocco (Leu), durante l’audizione degli Oss appartenenti alle graduatorie 2010-2013 ed era stata condivisa da tutti i commissari.

Al dibattito sono intervenuti il vice presidente della Commissione, Daniele Cocco (Leu) Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (FI), Antonio Mundula (FdI), Francesco Agus (Progressisti), Gianfranco Ganau (Pd).

La Commissione ha sentito in audizione il presidente della Cooperativa sociale Approdi, Giovanna Murgia. La Comunità Terapeutica riabilitativa e residenziale ad alta intensitàApprodo” opera dal 1996, a Dorgali, e può accogliere otto ospiti, sofferenti psichici. Al suo interno lavora un’equipe multidisciplinare composta da 15 figure professionali tra psicologi, infermieri, oss, educatori e collaboratori, che si occupa di assistere i pazienti, a volte con riconosciuta pericolosità sociale, attraverso programmi di riabilitazione psichiatrica, mirati al miglior recupero psichico, fisico e relazionale per ottenere un reinserimento nella vita familiare e sociale.

«Con la Dgr del 28 dicembre 2018 e successiva deliberazione del Direttore generale dell’Ats del 28 marzo 2019 è stato definito il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni di assistenza alle persone con disturbo mentale per il triennio 2018/2020 per complessivi 11.686.800 euro. Tale importo – ha spiegato Giovanna Murgia – si è rivelato insufficiente a coprire le reali necessità dei pazienti in carico presso i vari Dipartimenti di Salute mentale e Dipendenze (DSMD) dell’Ats. Tale insufficienza è ulteriormente aggravata per l’anno 2019 dall’aumento delle tariffe delle prestazioni per adulti e minori. Nella stessa delibera la Giunta regionale precisa che le strutture psichiatriche debbono assicurare un minimo di 10 posti letto al fine di garantire un equilibrio economico e finanziario.»

Giovanna Murgia ha spiegato che l’accreditamento per la Comunità approdo è di 8 pazienti, ma che gli ospiti che potrebbe prendere in carico in base al tetto di spesa assegnato per il 2019 è di 6 pazienti. Attualmente tra gli ospiti della Comunità «sono presenti 3 pazienti in misura di sicurezza, uno in misura alternativa alla detenzione, oltre a due pazienti con grave disabilità motoria».

Per Giovanna Murgia «i requisiti richiesti non rispondono alla reale necessità del servizio e, allo stato attuale, lo stesso non sia sostenibile economicamente» ed ha ricordato che «nonostante la grave crisi economica dello scorso anno dovuta al blocco degli inserimenti e che, in seguito a una mobilitazione di amministratori locali e regionali, famiglie e cittadini, la Comunità a continuato a garantire il servizio con professionalità e serietà e alla determinazione dei soci lavoratori e dipendenti che hanno tutt’oggi diversi stipendi arretrati». 

Il presidente della Cooperativa ha poi concluso: «Chiediamo interventi concreti che ci consentano di proseguire il nostro lavoro con le risorse necessarie e visto che abbiamo firmato un contratto con Ats, una maggiore regolarità nel pagamento dei servizi erogati, che dovrebbero essere corrisposti entro i 60 giorni e che invece raggiungono i 70-80 giorni. Per una struttura che già è in difficoltà, anche questi ritardi creano ulteriore difficoltà».

Il presidente Domenico Gallus ha manifestato, a nome di tutta la commissione, la disponibilità sostenere le richieste della Cooperativa con l’assessore regionale della Sanità, affinché sia garantita con atti concreti la piena operatività e sostegno a una Comunità che svolge un lavoro importantissimo per il territorio e per tante famiglie.

Nel dibattito sono intervenuti il vice presidente della Commissione Daniele Cocco (Leu), Giorgio Oppi (Udc), Carla Cuccu (M5S) ed Antonio Mundula (FdI).

La Commissione ha sentito in audizione anche il presidente della Federazione regionale Toelettatori Sardi, Fabiana Perra, sui problemi della categoria e, in particolare, sulla necessità di una normativa che regolamenti la professione.

 

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La grave situazione in cui vivono i lavoratori ex Secur, da oltre un anno sono senza lavoro perché non riassorbiti dopo il cambio di appalto dei servizi di vigilanza all’Aou di Sassari e all’Ats, è stata al centro delle audizioni che hanno impegnato, in seduta congiunta, la Commissione Lavoro, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), e la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc).

Sono stati sentiti, in particolare, l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, il direttore generale della Direzione generale della Centrale regionale di Committenza (Crs Ras), Cinzia Lilliu, il direttore generale facente funzioni della Aou di Sassari, Nicola Orrù, una delegazione dei lavoratori ex Secur senza occupazione, e Gavino Satta, direttore responsabile Sardegna della Coop Service, capofila della Ati che ha fatto il cambio appalto con la Secur.

I commissari hanno cercato di capire perché i circa 40 lavoratori ex Secur non sono stati riassorbiti nel cambio appalto e, soprattutto, in che modo intervenire per far sì che la situazione venga risolta.

«I numeri emersi dalle audizioni sono stati contraddittori e diversi: siamo passati dal dato fornito dall’assessore Mario Nieddu, e confermato dalla dottoressa Cinzia Lilliu, dei 90 lavoratori ex Secur, di cui 41 non assorbiti nel cambio appalto, ai 56 senza lavoro di cui ha parlato la delegazione dei lavoratori, per arrivare infine al direttore della Coop Service che ha dichiarato di avere assunto, invece,123 persone dalle liste fornite dalla società Secur – ha affermato Domenico Gallus, presidente della Sesta commissione -. In seguito a questi dati contrastanti, non avendo capito cosa abbia portato alla non assunzione dei lavoratori, abbiamo deciso di sentire, mercoledì prossimo, i sindacati, che oggi senza preavviso non si sono presentati, e i vertici sardi della Secur per far definitivamente chiarezza sulla vicenda. Entrambe le commissioni hanno a cuore il futuro dei lavoratori ex Secur e delle loro famiglie. Bisogna – ha concluso Domenico Gallus – tenere anche a mente che tra loro ci sono ultracinquantenni che hanno perso l’occupazione.»

«A noi interessa che i lavoratori – ha detto Desiré Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle – vengano riassorbiti e rioccupati. Da parte di entrambe le commissioni c’è la massima attenzione per cercare di capire bene la vicenda e trovare gli strumenti per risolvere la situazione, che vede circa 40 persone senza lavoro e che, da più di un anno, vivono in una tenda nella piazza principale di Sassari, la seconda città più grande della Sardegna. E’ dispiaciuto – ha concluso Desirè Manca – che oggi i sindacati non si siano presentati. Saranno nuovamente convocati in audizione la settimana prossima insieme ai vertici dell’azienda uscente dall’appalto.»

Nel corso delle audizioni sono intervenuti Alfonso Marras, presidente della Seconda commissione, Laura Caddeo (Progressisti), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Piero Comandini (Pd), Carla Cuccu (M5S), Gianfranco Ganau (capogruppo Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Antonio Mundula (FdI), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (FI), Filippo Secchi (capogruppo Udc) e Francesco Stara (Progressisti).

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Giornata di audizioni per la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Misto): sono stati sentiti i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, le delegazioni degli Operatori socio sanitari (OSS) e dei medici specialisti ambulatoriali veterinari, il Comitato per il censimento dei fibromialgici e i rappresentanti dei Giovani medici Sardegna (MÈIGOS). Una serie di audizioni per acquisire informazioni aggiornate sulla situazione attuale in cui si trovano le diverse categorie e capire quali siano gli interventi più urgenti da portare avanti.

La Commissione, su proposta del vice presidente Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), ha deciso di presentare una risoluzione che impegni l’assessore regionale della Sanità e i Direttori generali delle Aziende sanitarie a procedere all’assunzione dei circa 150 operatori socio sanitari, ancora presenti nelle graduatorie 2009-2013 degli idonei delle province di Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano, per coprire il fabbisogno delle strutture ospedaliere. Soltanto dopo le Aziende potranno attingere dalle graduatorie più recenti, partendo comunque dalle più vecchie. I commissari ed il presidente si sono trovati d’accordo anche sul fatto che l’Ats debba attivare i corsi di aggiornamento necessari per l’assunzione degli operatori delle vecchie graduatorie, come previsto dalle legge regionale.

I rappresentanti degli Oss hanno, infatti, lamentato anomalie nello scorrimento delle graduatorie. Gli operatori hanno affermato che l’Ats non avrebbe i fondi (5-10mila euro) per organizzare il corso di aggiornamento professionale per gli operatori delle graduatorie 2019-2013, necessari ai fini dell’assunzione. Gli Oss hanno sottolineato che la loro graduatoria ha validità fino al 30 settembre 2019 e che nel nuovo Piano del Fabbisogno del Personale-annualità 2019, pubblicato con delibera del 7 maggio scorso, sono previste le assunzioni di 225 operatori, oltre alla previsione delle cessazioni di rapporti di 129 Oss, tra tempo determinato e tempo indeterminato. Il presidente Gallus, come i colleghi Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (Forza Italia) e Francesco Agus (Progressisti) hanno garantito la massima celerità nella risoluzione di una situazione definita grave e ingiusta.

La Sesta commissione ha sentito anche i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna (Sass). Carlo Taccori, presidente della Onlus iscritta nel registro generale del Volontariato, ha illustrato la situazione. Si tratta di una realtà che collabora attivamente con l’Areus e con le Forze armate e Capitaneria di porto per i soccorsi in ambiente montano, sotterraneo e impervio. E’ un’associazione composta da 230 operatori che, negli ultimi 10 anni, hanno soccorso 560 persone in 550 interventi e sono in attività 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Carlo Taccori ha, inoltre, spiegato che un alpino o speleologo è sempre presente sull’elisoccorso per garantire la sicurezza degli operatori sanitari nel corso degli interventi di soccorso. La Onlus ha chiesto alla Commissione di riprendere in mano la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura, di definire e puntualizzare i principi di collaborazione con il Sistema sanitario regionale, e quindi di inquadrare e istituzionalizzare l’attività dell’associazione, prevedendo garanzie e il sostegno economico necessario. Il presidente Domenico Gallus ha confermato che la Commissione si occuperà nel più breve tempo possibile della situazione, ma che bisognerà prevedere un nuovo testo di legge.

La situazione dei medici specialisti ambulatoriali veterinari è stata illustrata dalla dottoressa Patrizia Uras, nel corso dell’audizione in Sesta Commissione. I medici hanno spiegato che negli ultimi anni hanno subito «una pesante penalizzazione a causa di una opinabile interpretazione negativa del contratto nazionale Acn. Pur operando nella Sanità animale da 10 anni ancora non esiste una concreta definizione della nostra figura e delle nostre competenze, principalmente, a causa del fatto che non è mai stato concluso l’Accordo integrativo regionale per la nostra specifica figura».

La dottoressa Patrizia Uras ha anche sottolineato come il blocco della pubblicazione delle ore per la specialistica ambulatoriale ha portato a una situazione di lavoro precario, “essendo quasi tutti, dopo dieci anni, pagati per 18 ore settimanali”. I medici veterinari hanno chiesto lo sblocco delle ore per la medicina specialistica e l’aumento del contratto a 30 ore come hanno già fatto in alcune Aziende e la sottoscrizione dell’Accordo integrativo. La Commissione, presieduta da Domenico Gallus, si è detta assolutamente vicina alla categoria e pronta a sostenere le loro giuste rivendicazioni, visto anche l’importante contributo che hanno dato alla soluzione del problema della peste suina e alle emergenze che si verificano nel territorio. Sono interventi i commissari Gianfranco Ganau (Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), il vice presidente della Commissione, Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), Carla Cuccu (M5S), Giorgio Oppi (Udc) e Giovanni Antonio Satta (Riformatori). I commissari, riconoscendo la professionalità dei medici, hanno definito il loro trattamento da parte dell’Ats non dignitoso e inaccettabile. Il Presidente Gallus ha concluso l’audizione ringraziando i commissari perché anche in questa seduta hanno collaborato, senza contrapposizioni politiche, per risolvere i problemi dei sardi.

I rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione l’attuazione della legge approvata il 18 gennaio 2019 “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromi algia”. Il presidente Domenico Gallus ha confermato la volontà di Più borse di studio regionali per le scuole di specializzazione dei giovani medici sardi e criteri di accesso ben definiti. Lo ha chiesto alla Commissione sanità Giovanni Marco Ruggiu, in rappresentanza dei colleghi di MÈIGOS (Giovani medici Sardegna), che lamentano pochi posti disponibili per la «formazione post laurea in Medicina in Sardegna, un imbuto formativo e carenze del turn over nel Sistema sanitario regionale». I rappresentati di MÈIGOS hanno, poi, evidenziato i dati dell’Anaao Assomed che parlano di un vuoto in organico in Sardegna di 1.54 specialisti entro il 2025, mentre nell’Isola, nel 2018, 339 medici abilitati sardi non ammessi alle Scuole di specializzazione in Medicina.

Secondo i dati forniti dai medici in audizione la Regione Sardegna investe troppo poco sulle borse di studio regionali, che si devono aggiungere a quelle nazionali. In un grafico, Giovanni Marco Ruggiu ha fatto vedere ai commissari che tra le Regioni autonome italiane la Sardegna è quella che ha investito meno sulla formazione dei propri medici e ha esortato la Commissione ha prendere spunto dalla provincia di Bolzano, dalla Valle D’Aosta e dalla Toscana. Il presidente Domenico Gallus e tutti i consiglieri hanno assicurato che il parlamentino si occuperà della situazione. In particolare Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Pd) e Carla Cuccu (M5S) si sono detti d’accordo sulla necessità di trovare i fondi per aumentare il numero delle borse di studio regionali.