21 November, 2024
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Matteo Sestu, 38 anni, è il nuovo amministratore unico di Area, l’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa. Lo ha nominato oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Antonio Piu.

Nato a Cagliari il 23 febbraio 1986, diplomato al Liceo Scientifico “E. Analdi” di Carbonia con la votazione massima di 100/100, ha conseguito prima la laurea triennale in Chimica con la votazione di 110/110 e lode, poi quella in Scienze Chimiche con la votazione di 110/110 e lode con la tesi “Aspetti controversi nella struttura della ferrihydrite”.

Dopo un breve periodo trascorso alla University of Kent di Canterbury, in Gran Bretagna, nel 2015 ha completato a Cagliari il dottorato di ricerca in Scienze e Tecnologie Chimiche, con la tesi “The structure of nano sized poorly crystalline iron oxy-hydroxides”. Insegna matematica e scienze presso la scuola media di primo grado n° 1 Deledda-Pascoli di via Balilla a Carbonia e collabora con l’Università di Cagliari per alcuni corsi di laurea.

Impegnato da tempo in politica, è capogruppo di Sinistra Futura in Consiglio comunale a Carbonia.

La foto di copertina di Matteo Sestu è stata scattata questo pomeriggio, poco dopo l’ufficializzazione della nomina, deliberata dalla Giunta regionale.

 

Le delibere approvate oggi dalla Giunta regionale presieduta da Alessandra Todde.

Su proposta dell’assessora del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Desirè Manca, la giunta ha approvato l’avvio della misura “F.I.L.O. Sardegna – Filiere Innovazione Lavoro Occupazione” che introduce un nuovo modello di integrazione tra imprese ed enti di formazione, al fine di rilevare tempestivamente il fabbisogno nelle imprese di figure professionali necessarie al loro sviluppo e di formare le stesse in tempo utile al loro inserimento nel mercato del lavoro. Per questa prima attuazione della misura verranno interessati undici settori strategici dell’economia regionale: agrifood, vino e beverage, costruzioni, ricettività turistica e servizi dell’accoglienza, ristorazione, servizi di cura alle persone, cantieristica nautica da diporto, ambiente e energia, innovazione digitale e new media, cultura e spettacolo, artigianato tradizionale.

Sempre su proposta dell’assessora Desirè Manca, l’Esecutivo ha approvato la riprogrammazione delle risorse finanziarie per i percorsi di istruzione e formazione professionale IeFP per gli anni formativi 2024/2027 e 2025/2028. In particolare per le annualità 2024/2027 verranno finanziati 44 percorsi formativi grazie a un incremento delle risorse per complessivi 20 milioni di euro.

Ancora su proposta dell’assessora Desirè Manca, la giunta ha approvato la modifica della Programmazione finanziaria annualità 2023 del Piano Piano attuativo regionale (PAR) del Programma Nazionale per la Garanzia di occupabilità dei Lavoratori (GOL). Una delle modifiche più importanti prevede l’estensione della misura del tirocinio in favore di tutti i beneficiari del programma.

L’assessora Ilaria Portas, d’intesa con l’assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni, ha ricordato che, a partire dal 2014, attraverso il Progetto Iscol@, sono state attuate misure volte a sviluppare nuovi ambienti scolastici che, ispirandosi ai più avanzati modelli didattici, contribuiscono a soddisfare in modo efficiente i bisogni formativi e culturali del territorio regionale. Su proposta dell’assessora Portas, in accordo con l’assessore Meloni, la giunta ha approvato l’atto aggiuntivo del mutuo della Cassa Depositi e Prestiti a favore del progetto Iscol@ per l’edilizia scolastica che proroga l’utilizzo all’ottobre del 2025.

Ancora su proposta dell’assessora della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, Ilaria Portas, la giunta ha deliberato gli interventi per un totale di 120.000 euro relativi alla Mostra del libro di Macomer e le fiere diffuse nel territorio regionale per la promozione dell’editoria sarda. Quest’anno, al fine di valorizzare anche le azioni di standardizzazione delle lingue minoritarie gallurese, tabarchino e sassarese, sono stati scelti come luoghi per lo svolgimento delle fiere i comuni di Luogosanto, Carloforte e Sassari. Con questa delibera si sottolinea la necessità di proseguire il percorso congiunto di promozione dell’editoria sarda in parallelo con la promozione del patrimonio storico, culturale e linguistico. Sempre su proposta dell’assessora Ilaria Portas, l’Esecutivo ha approvato in via definitiva la delibera relativa al regolamento di funzionamento della biblioteca regionale.

Sempre su proposta dell’assessora Portas la giunta ha approvato il finanziamento dei laboratori extracurriculari del polo territoriale scolastico della Planargia-Montiferru. Approvata, inoltre, la proroga agli ITS (Istruzione Tecnologica Superiore) della Sardegna per avviare i corsi dal 30 settembre 2024 e non dal 30 giugno.

Su proposta dell’assessore dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Armando Bartolazzi, la giunta ha deliberato la programmazione dei contratti di formazione specialistica tra discipline mediche e non mediche. L’Esecutivo individuerà le discipline per cui si registra una maggiore sofferenza (anestesia, cardiologia, medicina d’urgenza, eccetera) e focalizzerà l’attenzione sulla scelta di specializzazioni non mediche che possano costituire un patrimonio per il rilancio della sanità territoriale.

Sempre su proposta dell’assessore Armando Bartolazzi la giunta ha approvato la riprogrammazione economie REIS (Reddito di Inclusione Sociale). La delibera consentirà di trasferire ai Comuni le risorse per il pagamento del REIS entro il primo semestre dell’anno, per la prima volta, quindi, i Comuni saranno messi nelle condizioni di erogare in tempi certi e rapidi ai beneficiari le somme spettanti.

Ancora su proposta dell’assessore Armando Bartolazzi l’Esecutivo ha approvato il Programma Regionale Sardegna FESR 2021-2027. Priorità 5 – Sardegna più Sociale e Inclusiva. Azione 5.3.2 “Potenziamento di servizi sociosanitari e di assistenza a lungo termine”. In un’ottica di programmazione unitaria delle risorse destinate al servizio di accoglienza in emergenza, al fine di realizzare un servizio coordinato, stabile e uniforme che costituisca un punto di riferimento per l’intero territorio regionale, predisposto per accogliere le richieste provenienti dai diversi territori dell’isola, la giunta intende programmare risorse pari a 3 milioni di euro, a valere sul Programma Regionale Sardegna FESR 2021-2027, per interventi di ristrutturazione, adattamento e dotazione di arredi e attrezzature di immobili per i Centri di accoglienza in emergenza.

La giunta, sempre su proposta di Armando Bartolazzi, ha deliberato la concessione di un contributo straordinario a favore delle associazioni sarde per i malati di Alzheimer. Assegnazione risorse agli enti gestori degli ambiti PLUS. La programmazione sociale regionale promuove la partecipazione degli ambiti territoriali locali alla realizzazione degli interventi a favore delle persone non autosufficienti e con disabilità grave, sottolinea l’opportunità di assegnare le risorse previste dall’art. 5, comma 40 L.R 19 n. 17/2023 agli enti gestori degli ambiti territoriali locali che manifestino il proprio interesse a partecipare alla realizzazione del programma. Gli enti gestori degli ambiti territoriali locali potranno così finanziare ulteriori interventi delle organizzazioni di volontariato (ODV) e delle associazioni di promozione sociale (APS) territoriali, regolarmente iscritte nel registro del terzo settore, che operano a favore delle persone malate di Alzheimer e dei loro familiari.

Per tali finalità la delibera adottata, oggi, dall’Esecutivo, programma la spesa di 1milione di euro per la concessione di un contributo straordinario da destinare alle associazioni sarde per i malati di Alzheimer per lo svolgimento delle attività di assistenza ai pazienti e loro familiari. L’erogazione del contributo – ha precisato l’assessore Armando Bartolazzi – consentirà alle associazioni sarde per i malati di Alzheimer di assicurare un sostegno concreto alle persone malate di Alzheimer e alle loro famiglie, attraverso lo svolgimento di attività a titolo gratuito da svolgersi nel domicilio delle persone afflitte dalla malattia. Tali attività dovranno essere svolte da volontari, adeguatamente formati, e dovranno consistere in attività di stimolazione cognitiva e ricreativa, e potranno consistere in forme di conversazione attiva con ascolto e interazione, lettura, attività manuali, ascolto della musica e condivisione delle emozioni, passeggiate all’aria aperta e similari.

Su proposta dell’assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni, sono state approvate dalla Giunta alcune delibere di variazioni di bilancio.

Su proposta dell’assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Francesco Spanedda, la giunta ha approvato i criteri e le modalità per l’erogazione e il trasferimento di 200.000 euro a favore dell’Associazione Focus Europe, per l’attuazione dell’intervento denominato “Realizzazione del progetto Young, work, city and territory in Sardinia”. Il progetto ha l’obiettivo di offrire assistenza tecnica alla rete degli enti locali della Sardegna affinché vengano attuati interventi in grado di sopperire alla mancanza di professionalità specializzate nella conoscenza dell’Europa. Gli enti locali dell’isola saranno i beneficiari delle attività del progetto potendo coinvolgere giovani professionalità del proprio territorio, un valore aggiunto da reinvestire nelle attività dell’ente, qualificandolo in chiave europea grazie alla conoscenza e alla capacità di applicazione degli strumenti europei a finanziamento diretto della Commissione europea.

Su proposta dell’assessora della difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, la Giunta ha approvato gli standard e i contenuti minimi per la formazione degli operatori antincendio boschivo del sistema regionale di protezione civile. Sempre su proposta dell’assessora Rosanna Laconi, l’Esecutivo ha approvato alcune procedure di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e alla valutazione ambientale strategica (VAS).

Sempre su proposta dell’assessora Rosanna Laconi, la giunta ha approvato la revoca delle funzioni di direttore esecutivo dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna e la revoca delle funzioni di direzione generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS).

Su proposta dell’assessore del turismo, artigianato e commercio, Franco Cuccureddu, la Giunta ha approvato i progetti di qualità nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale. I progetti si propongono come comune obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della Sardegna. L’iniziativa progettuale e operativa è stata originariamente affidata a reti di Comuni uniti da una preordinata e condivisa finalità pubblica, di crescita e adeguata fruizione delle proprie risorse naturali e culturali. I presupposti pubblicistici dell’iniziativa traggono fondamento nella delibera CIPE n. 20 del 29/09/2004 e nella conseguente delibera di giunta adottata nel 2005 che, collocando l’apporto finanziario statale nel più stretto contesto territoriale, ne individua i principi ed i requisiti di massima.

Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu, la Giunta ha approvato la nuova articolazione del finanziamento di 1.263.000 euro – già concesso alla provincia del Sud Sardegna con la delibera adottata nel febbraio scorso – per consentire al comune di Villaputzu, in qualità di soggetto attuatore, la realizzazione di interventi per l’attraversamento in guado dell’alveo del Flumendosa. In questo modo si consente, fra l’altro, il raggiungimento dei presidi di sicurezza e soccorso presenti nel comune di Muravera senza il considerevole aggravio dei tempi dovuto alla temporanea chiusura del ponte sulla ex SS125.

Nell’ottica di una riduzione dei tempi di realizzazione delle opere provvisorie ed emergenziali e del conseguente miglioramento dell’efficienza ed efficacia amministrativa, l’articolazione del finanziamento prevede 1.063.000 di euro destinato alla realizzazione della viabilità complementare nell’ambito dell’intervento “Messa in sicurezza ponte ex SS125 Muravera-Villaputzu”, in attuazione alla Provincia del Sud Sardegna e di destinare 200.000 euro, con soggetto attuatore il comune di Villaputzu, per gli interventi dell’attraversamento in guado dell’alveo del Flumendosa.

Ha preso il via oggi la XVII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna. La seduta è stata presieduta dal consigliere anziano Lorenzo Cozzolino che ha chiamato i consiglieri Alessandro Solinas, Umberto Ticca, Michele Ciusa e Alessandro Pilurzu, quali consiglieri più giovani, ad esercitare le funzioni di segretari provvisori. Dopo il giuramento dei 60 consiglieri regionali eletti, la presidente Alessandra Todde ha comunicato i 12 componenti della Giunta che risulta così composta:

Maria Elena Motzo (Affari generali, Personale e Riforma della Regione)
Giuseppe Meloni (Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio) e vice presidente
Francesco Spanedda (Enti locali, Finanze e Urbanistica)
Rosanna Laconi (Difesa dell’ambiente)
Gianfranco Satta (Agricoltura e Riforma agropastorale)
Franco Cuccureddu (Turismo, Artigianato e Commercio)
Antonio Piu (Lavori pubblici)
Emanuele Cani (Industria)
Desirè Alma Manca (Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale)
Ilaria Portas (Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport)
Armando Bartolazzi (Igiene, Sanità e Assistenza sociale)
Barbara Manca (Trasporti).

E’ seguito il giuramento degli assessori non consiglieri regionali.
Il presidente provvisorio, Lorenzo Cozzolino, ha svolto il suo intervento di apertura della legislatura, al termine del quale sono iniziate le votazioni per l’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea.
Il primo scrutinio ha registrato il seguente risultato: presenti, 60, astenuti 33, votanti 27, schede bianche 21, nulle 1, Comandini, 3 e Peru, 2.
Non essendo stato raggiunto il quorum (40 voti validi) si è proceduto con la seconda votazione che ha registrato il seguente risultato: presenti 53, astenuti 32, votanti 21, bianche 14, Peru, 6, Cozzolino, 1.
Si è quindi proceduto con la terza votazione (quorum: maggioranza assoluta).
Risultato: presenti 60, votanti 60, schede bianche 16, nulle 1, Comandini 42, Peru 1; e ha dunque proclamato eletto presidente del Consiglio regionale della Sardegna, l’onorevole Piero Comandini (Pd).
L’on. Piero Comandini ha preso posto alla presidenza e ha esordito così:
«E’ difficile iniziare questo ruolo dopo aver la prova di questo affetto da colleghi di maggioranza e anche dell’opposizione.
Noi oggi qua siamo dei privilegiati e abbiamo la grande responsabilità di scrivere pagine belle per i sardi, se saremo uniti e se avremo gli stessi obiettivi.
Grazie a chi mi ha dato questa responsabilità di svolgere un ruolo istituzionale in quest’aula e fuori da qui. Vi ringrazio tutti nello stesso modo, per quello che insieme faremo in quest’aula portando avanti leggi importanti: è questo l’obiettivo che ci ha animati quando abbiamo deciso di candidarci. Dobbiamo voltare alto e spogliarci anche delle nostre appartenenze politiche senza rinnegare la propria cultura politica e la propria storia.
Dobbiamo avere davanti soltanto i problemi dei sardi, aiutare le donne sarde che sono in condizione di estrema difficoltà soprattutto quando lavorano. Dobbiamo trovare in questa istituzione le soluzioni ai problemi, soluzioni che i sardi attendono. E cominciamo oggi questo cammino con una donna presidente della Regione, una grande novità. Ma ringrazio anche Paolo Truzzu per come ha condotto la campagna elettorale e per le parole di apprezzamento che ha avuto il giorno dopo. Paolo Truzzu ha confermato di essere un vero uomo delle istituzioni. Sono sicuro che la minoranza lavorerà insieme con noi in questa che ritengo essere una fase costituente per la Sardegna. Voliamo alto, ci sarà un tempo per i confronti fuori da quest’aula ma qui mettiamoci la maglietta dei sardi e dimostriamo di avere un cuore che batte per i sardi.
Non possiamo non guardare fuori dalla Sardegna, alla guerra e al Mediterraneo, ai tanti che cercano miglior fortuna varcando. Sarò il presidente di tutti e cercherò di essere il presidente del sardi. Grazie».
Il presidente ha dichiarato conclusi i lavori e preannunciato i nuovi impegni dell’assemblea, ad incominciare dalla formazione dell’ufficio di presidenza e la costituzione dei gruppi e delle commissioni consiliari.

Allegate le interviste ai due neo assessori Ilaria Portas ed Emanuele Cani e i consiglieri regionali Alessandro Pilurzu (Pd), Luca Pizzuto (Sinistra Futura) e Gianluigi Rubiu (Fratelli d’Italia).

 

Domani, martedì 9 aprile, alle 10.30, si insedia il Consiglio regionale della Sardegna eletto il 25 febbraio scorso per la XVII legislatura, con il seguente ordine del giorno:

  1. costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio;
  2. comunicazioni del Presidente provvisorio del Consiglio regionale;
  3. giuramento dei Consiglieri regionali, ai sensi dell’art. 23 dello Statuto Speciale per la Sardegna e dell’art. 3 del D.P.R. 19 maggio 1949, n. 250;
  4. comunicazioni del Presidente della Regione e giuramento degli Assessori regionali;
  5. elezione del Presidente del Consiglio regionale.

In serata verranno sciolti gli ultimi dubbi sulla composizione della nuova Giunta, che riguardano l’assegnazione della delega degli Affari generali, Personale e Riforma della Regione.

Le altre undici deleghe dovrebbero essere le seguenti:

  • Programmazione, Bilancio, Credito e assetto del territorio e vicepresidenza della Regione: Giuseppe Meloni (PD);
  • Enti locali, Finanze e Urbanistica: Francesco Spanedda (indicato dalla presidente Todde);
  • Difesa dell’ambiente: Rosanna Laconi (PD);
  • Agricoltura e Riforma agro-pastorale: Gianfranco Satta (Progressisti);
  • Turismo, Artigianato e Commercio: Franco Cuccureddu (Orizzonte Comune);
  • Lavori pubblici: Antonio Piu (Alleanza Verdi Sinistra);
  • Industria: Emanuele Cani (PD);
  • Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale: Desirè Manca (M5S);
  • Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport: Ilaria Portas (Sinistra Futura);
  • Igiene e Sanità e dell’assistenza sociale: Armando Bartolazzi (M5S);
  • Trasporti: Barbara Manca (indicata dalla presidente Todde).

Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 23 e 24 della riforma dell’assetto territoriale della Regione.

La seduta pomeridiana n. 116 si è aperta sotto la presidenza del presidente del Consiglio, Michele Pais, che dopo le formalità di rito ed una breve sospensione dei lavori in Aula, ha concesso la parola al capogruppo Pd Gianfranco Ganau che rivolgendosi all’assessore Mario Nieddu ha chiesto lumi sull’andamento della campagna vaccinale Covid-19 ed ha denunciato una serie di disfunzioni riguardanti la chiamata degli psicologi («non sono stati convocati a Cagliari, Carbonia e Olbia») ed i ritardi con i quali si procede con gli “over 80”. Sullo stesso argomento è intervenuto anche il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha chiesto la convocazione della commissione Salute per l’audizione del commissario Ats, mentre la sua collega di gruppo, Maria Laura Orrù ha auspicato la tempestiva convocazione della commissione Urbanistica per un confronto in seguito all’impugnazione da parte del Governo della cosiddetta legge “piano casa”.

A conclusione degli interventi sull’ordine dei lavori dell’Aula, è intervenuto il consigliere Antonello Peru (Udc-Cambiamo) che, in qualità di relatore della maggioranza della proposta di legge per la riforma dell’assetto territoriale della Regione (T.U. nn. 6-20-155-176), ha dichiarato il parere agli emendamenti. Conforme con quello del relatore il parere della Giunta. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, accogliendo l’invito formulato in tal senso dall’onorevole Antonello Peru, ha comunicato il ritiro delle proposte di modifica n. 12-13-14-15-16, seguito dal capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 22, mentre il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha comunicato la rinuncia agli emendamenti n. 30 e 31 solo dopo l’invito al ritiro formulato dall’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna (il relatore di maggioranza si era rimesso alla volontà dell’Aula). Il capogruppo di Leu, Eugenio Lai, ha fatto propri gli emendamenti 30 e 31 e il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, insieme con il suo omologo dell’Udc, Giorgio Oppi, ha invitato gli uffici a verificarne l’ammissibilità del contenuto.

Aperta la discussione sull’articolo 23 “Modifica dell’articolo 29 della legge regionale n. 2 del 2016 (Funzioni)” e sugli emendamenti è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato in tono critico le finalità delle proposte emendative, tendenti a «far passare le competenze sul demanio marittimo dai Comuni alla Regione». «Sapete – ha domandato in tono polemico l’esponente della minoranza – che se gli emendamenti del centrodestra saranno approvati – si crea un automatismo sulla decadenza delle concessioni demaniali marittime, perché si deve andare a gara?». «L’avete spiegato – ha concluso Zedda – ai balneari che dite di voler salvare?».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha rivolto critiche alle proposte avanzate dalla maggioranza per accentrare in capo alla Regione le funzioni dei Comuni sul demanio marittimo ed ha affermato: «Siete sicuri che i funzionari regionali firmino le proroghe fino al 2033 che alcuni funzionari comunali si rifiutano di avvallare?». La consigliera del centrosinistra ha parlato di “ulteriori complicazioni del quadro normativo” ed ha sottolineato pesanti penalizzazioni per i concessionari. «Evitate di prendere in giro gli operatori balneari – ha tuonato Maria Laura Orrù – e l’assessore dell’Urbanistica dovrebbe smettere di racconta cose poco realistiche come ha fatto in occasione della discussione sul piano casa, poi pesantemente impugnato dal governo»

Anche Salvatore Corrias (Pd) ha concentrato il suo intervento sugli emendamenti presentati all’articolo 23 per il passaggio delle competenze, dai Comuni alla Regione, in materia di demanio marittimo. «Modifiche tecnicamente ammissibili – ha affermato l’esponente della minoranza – ma politicamente inopportune, non fosse altro perché inserite in un provvedimento che punta a restituire ruolo e competenze agli Enti locali». Corrias ha parlato di “mortificazione delle competenze dei Comuni” ed ha posto in guardia la maggioranza «dai danni che le nuove norme comporterebbero alle imprese che operano nel demanio marittimo». «Ci opponiamo con tutte le forze a questo tentativo», ha concluso il consigliere dei democratici.

Posto in votazione, l’articolo 23 è stato approvato. Sull’emendamento 3, uguale al 24, a firma dell’on. Giovanni Satta,  l’aula si è pronunciata con il voto segreto: 28 favorevoli e 22 contrari. La competenza in materia di concessioni demaniali (ai sensi dell’articolo 34 della legge 11 del 3 luglio 2017) torna nelle mani della Regione.

Sull’emendamento 4 (demanio marittimo e funzioni della Regione) hanno preso la parola sia il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che l’esponente Pd Giuseppe Meloni, che ha detto: “Tutti i concessionari devono sapere che con le vostre norme non risolveranno nulla e non avranno proroghe che nessun funzionario regionale vorrà firmare. Vi state mettendo contro l’autonomia e i diritti dei Comuni”.

Di autonomia e di autodeterminazione dei cittadini ha parlato Eugenio Lai (LeU): “O sfiduciate il sindaco di Olbia che sta andando a dire che non è corretto quel che state mettendo in questa legge. Oppure è vero che cercate di aggirare quel che non riuscita a fare nelle amministrazioni n cui siete al comando. Diamo anche atto che nessuno come l’assessore Sanna era riuscito a farsi impugnare dal governo 29 articoli su 31”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha parlato di “neocentralismo regionale” mentre Antonio Piu, dello stesso gruppo, ha chiesto all’assessore Sanna perché “in un testo dove parlate di decentramento a favore dei Comuni vi mettere ad accentrare le competenze a favore della Regione. E’ del tutto incomprensibile”.

Per replica l’assessore Quirico Sanna  ha detto: “Confermo che questa riforma andrà a sgravare la Regione. Non c’è presa in giro ma la ricerca di dare certezze e uguaglianza su tutto il territorio regionale. Alle province daremo poteri, non vogliamo che siano scatole vuote”.

Sull’emendamento 4 (Giovanni Satta) a voto palese l’Aula si è espressa con favore: 30 favorevoli e 17 contrari. L’emendamento prevede che siano “di competenza della Regione gli atti di indirizzo dei Piani di utilizzo dei litorali” e “il rilascio di tutte le concessioni sui beni del demanio della navigazione interna, del mare territoriale e del demanio marittimo non attribuite allo Stato”.

E’ stato poi discusso l’emendamento 5, che prevede che siano “attribuite ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzo dei litorali”. Per Massimo Zedda (Progressisti) “siamo davanti a norme che generano soltanto confusione”.

Il presidente Michele Pais, sull’emendamento n. 5, ha dato la parola al capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, il quale ha espresso il suo voto contrario a “un emendamento che ingenera equivoci”. Secondo l’esponente dell’opposizione la maggioranza sta “facendo questa schifezza” perché non è in grado di far rispettare le proprie direttive ai comuni che non sono d’accordo.  Giuseppe Meloni (Pd), annunciando il voto contrario, ha evidenziato che la novità di oggi è che queste deleghe vengono tolte ai Comuni e date alle Province. Giuseppe Meloni si è augurato che questo passaggio di deleghe, che dovrebbe essere introdotto da un’altra legge, non si realizzi in questa legislatura. Il consigliere ha sostenuto che i concessionari hanno il diritto di sapere quello che sta accadendo e di conoscere “le vostre bugie”. Per Giuseppe Meloni non è questo il modo di legiferare e ha invitato la maggioranza a ritirare questi emendamenti.

Il vice presidente della commissione Autonomia e riforme, Diego Loi (Progressisti) ha espresso il voto contrario e si è detto sgomento perché da una parte si parla di strenua difesa delle individualità, dell’autonomia e dell’orgoglio della Sardegna e poi, sistematicamente, si tolgono pezzetti dopo pezzetti al senso dell’identità e dell’autonomia che è insito nell’organizzazione della nostra regione. Da un lato si dice che le autonomie locali costituiscono l’ossatura della nostra regione e dall’altro si tolgono le deleghe. Per Diego Loi si tratta di un’ingiustizia. Avrei voluto, come più volte ha sostenuto in commissione, che il provvedimento avesse alla base una visione organicistica dell’ordinamento degli enti locali in Sardegna. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha risposto alle critiche dell’opposizione, affermando che è paradossale, ma non è una novità, che oggi i Comuni approvino un Piano di utilizzo del litorale e chi decide però è la Regione. Mula ha affermato che sarebbe più utile fare una battaglia, come ha fatto la Sicilia, che ha competenza primaria sul demanio e incassa direttamente le concessioni demaniali. Mula ha sottolineato che la Sardegna oggi perde 30 milioni di euro circa per le concessioni demaniali, che vengono pagate dai nostri concessionari allo Stato. «Ragioniamo su questo», ha detto.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha ribadito che questo emendamento lascia ai Comuni solo l’onere di redigere il Pul e tutto il resto verrà dettato dalla Regione. Abbiamo appreso, ha detto, dall’assessore che questo atto sarà transitorio perché saranno le nuove Province a gestire le competenze. Per Francesco Agus si sta legiferando senza aver potuto approfondire il testo di legge in commissione. Per il consigliere della minoranza è un rischio approvare questa norma ad aprile, perché, se fra due mesi arriveranno rilievi sul testo, si potrebbero mettere in crisi i concessionari a stagione balneare iniziata, lasciandoli nell’incertezza totale. Per Francesco Agus sarebbe meglio rimandare la decisione a settembre o ad ottobre e gestire il periodo transitorio con proroghe limitate nel tempo. Salvatore Corrias (Pd) ha sottolineato che il Comune che amministra, Baunei, e i comuni di Tortolì, Dorgali, Orosei e Siniscola stanno sottoscrivendo il cosiddetto “Patto del golfo”, per ragionare insieme e far lavorare bene le imprese titolari delle concessioni. Nel momento in cui con questo testo togliete ai Comuni la funzione delle concessioni su beni del demanio marittimo e della navigazione interna per finalità turistico ricreative, ha detto, state facendo un danno al Golfo di Orosei. Per Salvatore Corrias è una scelta deleteria.

D’accordo con il collega Corrias anche la consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti), che ha sottolineato come si stiano penalizzando tutti i comuni a causa di poche Amministrazioni che non sono riuscite a risolvere il problema. Maria Laura Orrù si è detta favorevole alla proposta di un commissario ad acta per risolvere quei problemi ed evitare di scrivere delle leggi di carattere generale che complicano poi gli scenari e che hanno solo l’obiettivo di risolvere alcuni casi particolari, mettendo in crisi tutto il territorio regionale. Orrù infine si è detta d’accordo con la proroga fino a settembre.

Il presidente Pais ha, quindi, messo in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5  (Giovanni Satta e più) “Art. 23 bis . Modifiche all’articolo 41 della legge regionale n. 9 del 2006)” che attribuisce ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzazione dei litorali. L’emendamento è stato approvato con 31 voti a favore, 18 contrari e 1 astenuto.

Il presidente ha quindi aperto la discussione generale sull’articolo 24 “Successione e fase transitoria”, dopo aver dato la parola al relatore di maggioranza e alla Giunta per il parere sugli emendamenti.

Per Eugenio Lai (Leu) non è comprensibile perché il sindaco metropolitano non possa stabilizzare i precari della Città metropolitana, visto che basterebbe applicare l’art. 20 del decreto legislativo 24 maggio 2017 n. 75. Per Eugenio Lai è un problema politico. Ci sono precari storici di quell’ente, ha detto, che hanno diritto di avere un futuro certo vista la professionalità acquisita. Critico anche sul tema della polizia provinciale: non capisco, ha detto, perché nelle altre regioni d’Italia i compiti vengono svolti dal Corpo forestale e qui invece sono in capo alle Province e Città metropolitane. Per Eugenio Lai si sta approvando “un accordicchio” che è costato tre settimane di ritardo a questo Consiglio, nominando due commissari, il sindaco metropolitano e il commissario. Chi approverà il bilancio? Per Eugenio Lai si sta gettando il territorio nel caos per accontentare qualcuno.

Massimo Zedda (Progressisti) ha sottolineato che è chiaro l’obiettivo della maggioranza: commissariare tutto, utilizzando, tra l’altro, norme diverse per la Città metropolitana di Cagliari e per quella di Sassari. Secondo Zedda anche questa legge è a rischio di impugnazione, visto è in contrasto con la legge Delrio, in cui c’è scritto che il sindaco della città capoluogo diventa di diritto sindaco della Città metropolitana. Per il consigliere la maggioranza sta creando un grave danno ai dipendenti delle Città metropolitane, che con la nomina dei commissari non avranno certezza di continuità lavorativa. Non può esserci una Regione che commissaria tutto, ha detto, con una persona sola che, attraverso nomine, governa tutti gli enti sardi.

Per Piero Comandini (Pd) questa legge sembra una matrioska in cui si scopre sempre qualcosa di nuovo e di fantasioso, non per migliorare, ma per soddisfare parti della maggioranza. Per il consigliere del Pd le criticità di questa legge sono note: risorse e personale per garantire il funzionamento di questi Enti. Per Piero Comandini è fondamentale andare nella direzione della semplificazione e della chiarezza. In relazione all’emendamento 41 ha sollevato il problema dei lavoratori precari della Città metropolitano e di quale sia il loro futuro, visto che l’opposizione ha difeso lo stanziamento di 1,4 milioni di euro, risorse destinate ai lavoratori precari che dal 2016 stanno aspettando le procedure di stabilizzazione, “che più volte abbiamo sollecitato”, come previsto anche dalla legge Madia. Non si capisce – ha detto – perché ancora non siano stati stabilizzati questi lavoratori che hanno funzioni fondamentali nella Città metropolitana. Il timore, ha concluso, è che in questa riorganizzazione qualche commissario dimentichi le parti più deboli, ossia questi lavoratori precari.

E’ intervenuto il capogruppo di FdI, Francesco Mura, dopo la polemica sulle due figure decise per il governo della Città metropolitana di Cagliari. Per Francesco Mura molti dell’opposizione sono cresciuti in un contesto politico malato, visto che parlano solo di commissariamenti e poltrone. Chi ha commissariato le Province non siamo stati noi, ha detto, e ci sono ancora i vostri commissari. Francesco Mura ha difeso la scelta della soluzione del sindaco metropolitano e del commissario e ha accusato l’opposizione di speculare sulla condizione dei lavoratori precari, che hanno lavorato per tre anni sotto la loro amministrazione.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha voluto puntualizzare che il primo commissariamento è stato fatto dalla Giunta Cappellacci e che la scorsa Giunta si è limitata a sostituire i commissari e non rappresentanti eletti dal popolo. Per Francesco Agus la fase transitoria sarà più lunga di quanto previsto e c’è il rischio che nella Città metropolitana ci siano conflitti di competenze e che alla fine non comandi nessuno. Il consigliere ha ribadito che la legge Delrio non è positiva, ma senza un disegno organico a livello nazionale ogni riforma regionale è destinata a scontrarsi contro un muro.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 42 all’emendamento n. 34 che sopprime le parole “Città Metropolitane di Cagliari e Sassari”. Massimo Zedda (Progressisti) ha messo in evidenza le problematiche relative al personale. «In passato i posti di lavoro dei dipendenti delle province sono stati messi in sicurezza in attesa dell’espletamento dei concorsi. Oggi questo non avviene – ha detto Zedda – i commissariamenti delle Città Metropolitane potrebbero ostacolare le procedure di stabilizzazione previste dalla legge Madia». Posto in votazione l’emendamento n. 42 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n.39 che, per l’emergenza Covid, rinvia le elezioni comunali previste per la prossima primavera. Si faranno in una data compresa tra  il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.

Sull’emendamento n.37 è intervenuto il consigliere del gruppo Udc-Cambiamo Antonello Peru: «E’ un  emendamento tecnico – ha detto – serve a trasferire alla Città metropolitana di Sassari le risorse oggi assegnate alla Rete metropolitana». A favore dell’emendamento si è pronunciato il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta: «Ho sollecitato più volte un intervento per garantire l’attuazione dei progetti della programmazione territoriale. Non è solo un problema della Rete Metropolitana ma anche delle Unioni dei Comuni. Mi auguro che i progetti avviati da questi enti  vengano portati a termine perché, con  l’istituzione della Città Metropolitana di Sassari, le Unioni non avranno più voce in capitolo». Giudizio condiviso da Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato un rischio concreto per la programmazione territoriale. L’emendamento è stato approvato.

Disco verde, senza dibattito, anche per l’emendamento n. 34 che affida al presidente della Regione la nomina dei nuovi commissari delle Città Metropolitane di Cagliari e Sassari e delle province di Nuoro, Oristano, Gallura, Ogliastra, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano entro 30 giorni dall’approvazione della legge. Resteranno in carica fino all’insediamento degli organi di governo la cui elezione dovrà svolgersi entro il 31 dicembre 2021.

Subito dopo, l’aula ha approvato il testo dell’articolo 24 “Successione e fase transitoria”.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa il presidente ha dichiarato chiusa la sedutasospeso la seduta e aggiornato i lavori a domani alle ore 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato i primi 4 articoli del testo unificato per la riforma dell’asseto territoriale della Regione. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l‘esame dell’ordine del giorno con gli articoli e gli emendamenti del Testo unico sulla riforma delle Autonomie locali.

Prima dell’avvio della discussione, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha espresso apprezzamento per la decisione dei capigruppo di concedere al Consiglio qualche giorno in più per l’esame del testo. Inoltre, ha sollecitato la presidenza ad intervenire presso la commissione Sanità per una seduta dedicata alla campagna vaccinale, con la presenza dell’assessore e dei vertici delle aziende sanitarie.

Il presidente ha assicurato l’intervento della commissione.

Intervenendo sull’art. 1 del Testo unico sulle Autonomie locali, il consigliere deiProgressisti Massimo Zedda ha ricordato che diversi emendamenti discussi in  commissione hanno fatto emergere questioni molto rilevanti: riduzione delle competenze dei Comuni sul Pul (Piano urbano dei litorali) che vengono trasferito alla Regione, Autorità d’Ambito dove si ripropone la sovrapposizione delle figure di “controllore e controllato”, il taglio del percorso formativo dei segretari generali dei Comuni che ora potranno accedere alle strutture di grandi dimensioni solo dopo aver ricoperto il ruolo di funzionario o il vice segretario, “mettendo nei guai i Sindaci”.

Ancora una volta, ha concluso, al di là dei nobili principi, si fa una legge che moltiplica gli assetti e indica risorse solo per gli organi di governo prendendole dal fondo unico, mentre resta sullo sfondo la riforma della Regione, vero “cuore” del problema.

Subito dopo il Consiglio ha approvato l’art. 1 (Finalità).

E’iniziata poi la discussione dell’art. 2 al quale è collegato un emendamento sul quale relatore e Giunta si sono rimessi all’Aula. La proposta, formulata dal consigliere Giovanni Antonio Satta (Misto), cambia la denominazione della provincia Gallura in “Provincia Nord Est Sardegna”

Prima di procedere, il presidente ha sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori, è ripresa la discussione dell’art. 2.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul punto che riguarda la Città metropolitana di Sassari, mentre la questione centrale è quella della mancata spesa delle risorse assegnate alla Rete metropolitana, istituita nel 2016 ma priva di strutture amministrative. Ciò, a suo giudizio, dipende solo dal prolungato commissariamento della Provincia di Sassari, al pari di tutte le altre. Sulle Unioni dei Comuni, ha aggiunto, la legge non distingue fra quelle che hanno fatto bene e quelle che non hanno funzionato.

Sempre per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus, tornando sulla Città metropolitana di Sassari, ha sottolineato che questo organismo rappresenta oggettivamente uno dei più grandi “flop” della storia repubblicana perché non funziona la “governance” con le elezioni di secondo livello, si avvantaggiano le realtà più forti, si provocano squilibri nella distribuzione delle risorse. Solo in Sardegna, come Regione autonoma, la Cm viene definita qualcosa di utile ma utilizzando proprio il modello nazionale che non ha dato risultati positivi.

Ancora per i Progressisti, il consigliere Antonio Piu ha ribadito che a suo giudizio l’istituzione della Cm di Sassari è un grande passo avanti ma, ha avvertito, la battaglia inizia ora perché, per esempio, la metropolitana di superficie di Sassari è  ferma pur essendo partita prima di quella di Cagliari. Questo significa, ha spiegato, che il problema delle competenze non può essere aggirato e nello specifico devono essere decentrate a livello locale. Senza questo cambio di rotta, ha avvertito, non sarà possibile fermare lo spopolamento.

Il consigliere Diego Loi, anch’egli dei Progressisti, ha evidenziato che mettendo a confronto la volontà dichiarata ed il contenuto della legge, restano inalterati i motivi di dissenso del suo gruppo. In gioco, ha aggiunto, c’è l’esercizio concreto della democrazia nei territori i quali finora non hanno avuto risposte al loro bisogno di spazi più larghi di quelli locali. La legge non dà risposta a questa domanda, ha precisato, e ciò depotenzia le stesse finalità del provvedimento.

Intervenendo sull’emendamento presentato il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha osservato che il nome dovrebbe identificare, più che la geografia, coloro che vivono in quel territorio e perciò forse sarebbero preferibili toponimi legati ad una storia comune.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni, firmatario dell’emendamento, ha chiarito che il nome Nord Est era quello di una proposta di legge precedente, poi respinta. Ed inoltre, è importante lasciare aperta la porta di quanti vorranno aderire in seguito al nuovo ente.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver premesso di voler apporre la firma all’emendamento, si è detto soddisfatto per la visione lungimirante che consente l’adesione di altri Comuni.

Anche il consigliere sardista Giovanni Satta ha chiesto di sottoscrivere la proposta, definita di “buon senso”.

Il consigliere Giovanni Antonio Satta, primo firmatario, ha ricordato che la volontà di attribuire alla nuova Provincia il nome di Nord Est appartiene ad un intero territorio, che per ora comprende 26 Comuni, del quale fa parte una realtà importante come il Monte Acuto. Forse, ha osservato, anche le discussioni passate sul nome hanno fatto perdere tempo.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha annunciato voto favorevole.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’emendamento e, a seguire, l’art. 2 (Riforma dell’assetto territoriale complessivo).

Dopo è iniziata la discussione dell’art. 3 (Città metropolitana di Sassari). Desirè Manca, del M5S, si è espressa favorevolmente sull’istituzione della Città metropolitana di Sassari, che potrà ripartire con quella dignità che negli anni si era perduta, anche a causa di una pesante crisi economica e sociale. Desirè Manca ha quindi annunciato il voto favorevole, pur ribadendo la posizione contraria del suo gruppo nei confronti degli altri contenuti della legge.

Dopo l’on. Desirè Manca ha preso la parola l’on. Massimo Zedda (Progressisti) che ha chiesto all’Aula: “Che differenza c’è tra la città metropolitana e la provincia se i Comuni della prima sono gli stessi della seconda? Sarebbe il caso che riflettessimo su questo. E dovremmo anche ricordarci che possiamo realizzare nuovi enti ma i poteri restano sempre in capo alla Regione, che tiene per sé risorse e personale».

Per l’on. Antonio Piu (Progressisti) «è necessario introdurre in legge il concetto del decentramento amministrativo, se vogliamo che i servizi siano erogati a tutti i cittadini e non soltanto a chi vive a Cagliari. Se la politica non ha idee chiare e non ha una visione chiara sulla funzione degli enti locali le riforme non servono e non si capisce nemmeno di chi è l’errore».

Per l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) «questa norma è comunque un riconoscimento per il nord Sardegna e io voto a favore della istituzione della città metropolitana di Sassari. Avevo presentato un’altra proposta nei mesi scorsi ma comunque voterò a favore. Siamo però ancora in tempo per rivedere alcune questioni dirimenti, specie nel campo dei servizi».

Dai banchi dell’Udc l’on. Antonello Peru ha detto: «Certo che se a un ente non dai risorse e non dai energia non potrà funzionare. Ma noi dobbiamo impegnarci a dare quel che serve perché i territori più distanti possano unirsi. Questo è l’obiettivo della nuova città metropolitana, questa è la visione organica della riforma».

Approvato l‘articolo 3, l’Aula è passata all’esame degli emendamenti dell’articolo 4.

L’on. Dario Giagoni (Lega) ha illustrato l’emendamento 8 e gli ha replicato l’on. Massimo Zedda: «Dal punto di vista finanziario state creando le premesse di un fallimento per questi enti».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto, citando l’ex presidente Pietrino Soddu: «Sedersi in  quest’Aula significa svestirsi del ruolo avuto in qualche ente locale e vestirsi da legislatore, perché qui si governano tempi ben più ampi di un Comune o di una provincia. Dobbiamo oggi allargare lo sguardo e dare dignità politica ai Comuni attualmente esclusi dalla città metropolitana. Come si fa a bloccare lo spopolamento se si concentra tutta l’attività politica su Cagliari e Sassari?»

Anche l’on. Eugenio Lai (LeU) si è associato al discorso dell’oratore precedente e ha aggiunto: «Non è giusto che due città decidano tutto per tutti. La Sardegna non ha città metropolitana ma  città medie e grossi paesi. Non serve a nulla istituire scatole se non darete servizi ai territori».

Per l’on. Fausto Piga (FdI) «la città metropolitana di Cagliari è una forzatura tutta sarda, perché non ha mantenuto il perimetro storico di tutta la Provincia e non c’è giustificazione per questa scelta, politica e forzata. Rinnovo la proposta di scongiurare il commissariamento della città metropolitana di Cagliari». Sempre dai banchi dei Fratelli d’Italia il capogruppo Francesco Mura ha detto: «Certo Cagliari non è Città del Messico con 20 milioni di abitanti ma la città metropolitana per Cagliari ha certamente un senso. Dopo Monastir c’è un mondo e anche i territori più periferici devono trovare identità dentro la città metropolitana».

Per i Progressisti l’on. Maria Laura Orrù ha detto: «Uscire da quest’aula senza un percorso comune il risultato sarà che i cittadini non avranno fiducia in noi. Il rischio è l’astensionismo crescente e la tenuta democratica». Per il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, «le province che un referendum ha abolito non erano il male assoluto e noi allora lo abbiamo detto. Sicuramente non erano apprezzate dai cittadini né percepite positivamente, nonostante lavorassero».

L’articolo 4 (Modifica della circoscrizione territoriale della Città metropolitana di Cagliari) è stato approvato e i lavori dell’Aula sono sospesi.

Riprenderanno martedì prossimo alle 16.00.

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«Il ritardo dei mesi scorsi nell’organizzazione dei presidi Covid-19 per far fronte all’emergenza non sia causa di scelte che, anziché aiutare ad alleviare lo stress degli ospedali cagliaritani, potrebbero aumentare le difficoltà. Il presidente della Regione ha annunciato ieri l’apertura di nuovi reparti anti-Covid in città. Da mesi, già al termine della prima ondata, lo chiedevamo come opposizioni in Consiglio regionale e da mesi lo chiedevano sindacati, associazioni, medici e personale sanitario, cittadini che nelle ultime settimane hanno dovuto affrontare quelli che lo stesso presidente ha definito, in modo banale, come dei semplici “disagi”: file di ambulanze interminabili fuori dai pronto soccorso con pazienti a bordo, ore in attesa di un posto letto e di un ricovero, medici costretti a intervenire nei piazzali delle strutture, volontari del soccorso abbandonati a se stessi.»
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali del gruppo dei Progressisti, Francesco Agus, Laura Caddeo, Diego Loi, Maria Laura Orrù, Antonio Piu, Gianfranco Satta, Franco Stara e Massimo Zedda.

«La scelta, che dovrebbe essere ufficializzata oggi con una delibera di Giunta, sembra essere indirizzata verso il Binaghi che ospita attualmente il Centro regionale Trapianti, il Centro sclerosi multipla, un reparto di genetica medica ed uno di Pneumologia territoriale: una struttura dove non si riscontrano focolai di contagio, che offre assistenza a centinaia di pazienti per le loro terapie ordinarie aggiungono i consiglieri regionali Progressisti -. Il presidente e la Giunta valutino la possibilità di individuare strutture e spazi da destinare ai posti destinati ai ricoveri ordinari e alla terapia intensiva per i pazienti positivi al Covid, alleggerendo il Brotzu, il Policlinico ed il Marino che potranno riprendere anche le attività ordinarie per i pazienti non covid. Questa valutazione deve tener conto della compatibilità delle strutture, in modo tale da non determinare il blocco delle cure ordinarie e garantire la sicurezza dei pazienti.»

«Ricordiamo che nel mese di marzo, quando fu valutata in commissione Sanità la possibilità di destinare alla cura dei pazienti Covid altri presidi cittadini alternativi al Santissima Trinità, l’ospedale Binaghi, così come il Marino, non fu considerato idoneo per via dell’impossibilità di differenziare i percorsi dei pazienti positivi con quelli in cura per altre patologie. Per altri pazienti positivi che non possono rimanere nelle loro abitazioni o che potrebbero essere dimessi, ma non hanno un luogo dove poter trascorrere il periodo di malattia in sicurezza per se stessi e per gli altri, vengano attivate le convenzioni annunciate per strutture ricettive che possano accogliere i malati liberando posti letto negli ospedaliconcludono i consiglieri regionali Progressisti -. Probabilmente il Binaghi potrebbe svolgere una funzione di supporto per alleggerire le altre strutture circa l’attività ordinaria.»

 

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Il Consiglio regionale ha proseguito l’esame della riforma sanitaria (articolo 3) ed approvato un ordine del giorno sulla possibile apertura delle discoteche e dei locali da ballo.

Nella discussione generale dell’articolo 3 sono intervenuti: Francesco Agus (Progressisti) che ha parlato di rischio di frammentazione e di possibilità per ogni Asl di comportarsi come una Repubblica indipendente. «Ancora una voltaha detto –  presi dalle riforme si rischia di trascurare le emergenze»; Cesare Moriconi (Pd) che ha affermato di non avere nessun pregiudizio rispetto a questa iniziativa legislativa della maggioranza, ma che con questa legge di riforma si sta ripristinando un sistema che in passato non ha funzionato. La soppressione dell’articolo 3 potrebbe migliorare la legge. Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che in Sardegna l’aspettativa di vita è di 82,5 anni. La nostra isola è seconda nel mondo  solo al Giappone dove l’aspettativa di vita è di 83 anni. Quindi questo vuol dire che si dovrebbe  programmare il nostro sistema sanitario in base a queste specificità. Nulla di tutto questo è contenuto in questa riforma che si basa solo su  criteri tecnico amministrativi e non in base alle esigenze reali della popolazione. Per Antonio  Piu (Progressisti) questa riforma non crea nessuna novità rispetto al passato: l’Ares ha le stesse finalità e la stessa base di lavoro dell’ATS. Per Antonio Piu, inoltre, non si può pretendere che una riorganizzazione come questa parta dal 1 gennaio 2021. Perché ancora oggi stiamo vivendo il periodo di transizione della riforma precedente del 2016.  Piero Comandini (Pd) ha detto che l’ articolo 3 è uno degli articoli principali della riforma. «Qual è la necessità – ha chiestodi sopprimere l’Ats e istituire l’Ares, se hanno le stesse funzioni? La nostra riforma era stata varata dopo una larga compartecipazione nella  quale i cittadini erano stati chiamati ad esprimersi. Invece questa riforma è frettolosa ed è accecata da una furia elettorale. Per il vicepresidente del Consiglio regionale quello che manca è l’analisi tecnico- finanziaria- politica-economica sull’ATS. Solo sulla base di tale analisi si poteva capire quali sono state le gravi carenze per cui l’Ats viene cancellata ed introdotta l’Ares che è una sua fotocopia. Inoltre, in questa riforma viene esautorato il ruolo del Consiglio regionale e si accentra tutto nelle mani dell’assessorato alla sanità.»

Sugli emendamenti 75, 146 e 569, soppressivi totali dell’articolo 3, sono intervenuti i consiglieri: Laura Caddeo (Progressisti), Michele Ciusa (M5S), Francesco Agus (Progressisti), Massimo Zedda (Progressisti), Maria Laura Orrù  (Progressisti),  Gianfranco Ganau (PD), Piero Comandini (PD), Salvatore Corrias (Pd), Diego Loi (Progressisti), Cesare Moriconi (PD), Rossella Pinna (Pd), Desirè Manca (M5S), Valter Piscedda (PD), Giuseppe Meloni (Pd). I consiglieri dell’opposizione hanno lamentato la mancanza di dialogo con la maggioranza.

Ha preso allora  la parola il presidente della commissione sanità Domenico Gallus che, rispondendo alle accuse che questa riforma non era frutto di concertazione, ha ricordato che la commissione ha fatto il giro di tutti gli ospedali per capire che cosa non andava nella sanità sarda. «Da ogni parteha detto Domenico Gallusci hanno chiesto di togliere l’ATS e di rimettere le unità sanitarie locali» Ha ribattuto Giuseppe Meloni (Pd) che ha affermato  che nei territori non hanno chiesto l’istituzione delle otto Asl ma una sanità più vicina al cittadino. E’ poi intervenuto Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo!) che ha ribadito che l’Ats non ha funzionato e che i poltronifici li ha inventati l’opposizione che continua a gestire la sanità. Molto critico anche Pierluigi Saiu (Lega) che ha detto che l’opposizione quando era al governo ha creato l’Ats che ha distrutto la sanità sarda.

Gli emendamenti 75, 146 e 569 sono stati bocciati.

Sugli emendamenti 185 e 571 (soppressivi del comma 1 dell’articolo 3) sono intervenuti, per dichiarazione di voto: Massimo Zedda (Progressisti); Laura Caddeo (Progressisti);  Gianfranco Ganau (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Valter Piscedda (PD); Rossella Pinna (Pd); Desirè Manca (M5S) che ha detto che non c’è nessun tentativo di rallentare la riforma sanitaria. Noi non siamo quelli del “no a prescindere”. Nel progetto di 5 stelle si evince la nostra azione propositiva. I 5 stelle vogliono l’istituzione di 4 Asl indipendenti e autonome; Michele Ciusa (M5S); Piero Comandini (Pd) che  ha affermato di non rinnegare la precedente riforma sanitaria. E’ stata una scelta intelligente e necessaria che ha permesso alla Sardegna di non essere commissariata.

Gli emendamenti 185 e 571 sono stati bocciati.

Sugli emendamenti 186 e 572, soppressivi del comma 2 dell’articolo 3, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti); Valter Piscedda (Pd) che ha detto che è umiliante per il Consiglio perdere una delle ultime potestà rimaste. La sede dell’Ares, infatti, secondo l’articolo 3 è individuata con deliberazione della Giunta. Antonello Peru (Udc Cambiamo!) che ha detto alla opposizione di non aver letto bene l’articolo 3 sulle funzioni di Ares. L’ATS svolge le sue funzioni sanitarie attraverso i presidi, l’Ares svolge esclusivamente funzioni amministrative, non sanitarie. C’è una differenza sostanziale. Piero Comandini (Pd) ha ribadito che con questa riforma c’è un ritorno al passato. La sanità deve essere garantita a tutti. Daniele Secondo Cocco (Leu) ha affermato di essere poco interessato alla sede dell’Ares ma vuole sapere se la sanità sarà garantita a tutti in maniera uguale. Per Francesco Agus, (Progressisti) il tema della sede è marginale. Per Roberto Deriu (Leu) è necessario che la maggioranza si confronti. In questo modo non si va da nessuna parte. Sono sbagliate sia l’Ats che l’Ares. Anche a Rossella Pinna (Pd) l’argomento dell’ubicazione della sede dell’Ares è poco appassionante. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto perché questa maggioranza non abroga direttamente  la riforma del 2016. Stefano Tunis (misto) ha detto che questa riforma è il rimedio alla vecchia riforma. L’elemento che contraddistingue questa controriforma è che la politica torna a gestire la sanità e che questa maggioranza sta operando secondo studi scientifici e sulla base di dati. Per Maria Laura Orrù (Progressisti) è allucinante che in questa aula si guardi solo al passato e che non si continui a dare risposte alle persone che soffrono.

Gli emendamenti 186 e 572 sono stati bocciati.

Sugli emendamenti 187 e 573, soppressivi del comma 3 dell’articolo 3, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti); Francesco Agus (Progressisti) che ha ribadito che intervenire in questo periodo sulla sanità è un errore epocale. Desirè Manca (M5S) che ha ricordato che oggi in Sardegna si sono registrati 20 nuovi casi di Covid. Valter Piscedda (Pd) che ha detto che sarebbe utile confrontarsi sul merito. Per Piero Comandini (Pd) è il momento sbagliato per intervenire sulla sanità; mentre Giorgio Oppi (Udc cambiamo!) ha accusato  l’opposizione di non avere nessuna proposta alternativa. Sono intervenuti ancora Michele Ciusa (M5S), Laura Caddeo (Progressisti), Domenico Gallus (Udc Cambiamo!).

Gli emendamenti 187 e 573 sono stati bocciati.

Sull’emendamento 16, che  prevede di eliminare le parole “l’Areus” nel comma 3 dell’articolo 3, è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti). L’emendamento 16 è stato bocciato.

Sull’emendamento 191, soppressivo della lettera a) del comma 3 dell’articolo 3, è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti) . Durante l’intervento si è acceso un dibattito tra Massimo Zedda e Michele Ennas (Lega). Sono state usate espressioni inappropriate ed il presidente Michele Pais ha chiesto a Massimo Zedda di chiedere scusa al collega della Lega. Non avendolo fatto, Massimo Zedda è stato allontanato dall’aula ed i lavori sono stati sospesi.

I lavori sono rimasti sospesi per circa un’ora. Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha auspicato che simili comportamenti non si ripetano mai più e ha chiesto al consigliere Massimo Zedda di riprendere il suo posto in aula.

Massimo Zedda si è detto dispiaciuto per quanto accaduto e ha detto che aveva solo risposto ad una provocazione.

Michele Ennas (Lega) ha affermato che gli insulti chiamano altri insulti e che aveva fatto l’errore di intervenire mentre il consigliere Massimo Zedda parlava.

In chiusura di seduta è stato approvato un ordine del giorno (primo firmatario Franco Mula) che impegna la Giunta regionale, sentito il comitato scientifico, a valutare l’opportunità di adottare atti idonei a rendere possibile l’apertura di discoteche e locali da ballo, nel rispetto, qualora fosse possibile, di norme che garantiscano la sicurezza ed il distanziamento.

I lavori sono stati interrotti. Il Consiglio si riunirà domani alle 10.00.

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Al via, in Consiglio regionale, l’esame degli articoli e degli emendamenti sulla riforma sanitaria sul Testo unificato della “Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia. Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2006, della legge regionale n. 23 del 2014 e della legge regionale n. 17 del 2016 e di ulteriori norme di settore”. I lavori si sono aperti sotto la presidenza del presidente Michele Pais. Dopo gli adempimenti di rito e la comunicazione all’aula che la consigliera Rossella Pinna ha aderito al gruppo “Partito Democratico”,  il Consiglio è stato sospeso per un’ora, fino alle 12.00. Alla ripresa dei lavori, il Presidente ha sospeso i lavori fino alle 12,45 per consentire alla commissione Sanità di ultimare l’esame degli emendamenti presentati al Testo unico. I lavori della Commissione si sono conclusi alle 13.30. Il presidente Michele Pais ha quindi aggiornato la seduta alle 16.00 per consentire agli uffici di ordinare gli emendamenti.

Alla ripresa pomeridiana, il presidente Michele Pais, constatata la presenza molto ridotta in aula dei consiglieri, ha rinviato la seduta alle 17.00. E’ quindi cominciata la discussione dell’art. 1 e dei relativi emendamenti. Sull’ordine dei lavori è intervenuto Massimo Zedda che ha chiesto di sapere perché non era stata firmata la relazione tecnica e chi ne fosse l’autore. Il presidente Michele Pais ha risposto che era stata firmata dalla  direzione generale della presidenza della Regione.

Rossella Pinna, sempre sull’ordine dei lavori, ha detto di aver bisogno di alcune delucidazioni dall’assessore: «Essendo entrata in Consiglio da pochi giorni, non volendo fare ostruzionismo e quindi non chiedendo i 5 giorni previsti per poter studiare gli atti, vorrei fare all’assessore alcune domande».  

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus ha dato parere contrario su tutti gli emendamenti fuorché sul 765. La Giunta ha dato parere conforme.

Nel dibattito generale, all’articolo 1 è intervenuta Rossella Pinna (Pd) che ha detto che questa riforma è un bluff.  Per la consigliera Pd l’articolo 1 è condivisibile ma c’è qualcosa che non convince. C’è una incongruenza tra le finalità ed i mezzi scelti per realizzarli. La consigliera ha affermato di non voler pensare che con questa riforma si tenda solo a fare 48 nuove nomine. Ma i dubbi sono tanti: il sistema delle 8 Asl non ha già nel passato dato risposte ai sardi. Perché allora buttare via il sistema di governance attuale? Perché ripristinare le vecchie ASL?

Massimo Zedda (Progressisti), facendo rilevare la presenza in aula del presidente della Regione, ha sottolineato che quando si tratta di poltrone Christian Solinas c’è sempre. Per Massimo Zedda, leggendo questo testo, si capisce qual è lo scopo della legge: creare nuove poltrone ad un prezzo elevatissimo. Per benefici, cure e per il personale zero. Inoltre, in un periodo di emergenza come questo, nonostante il ritorno del Covid, anziché rafforzare il nostro sistema sanitario, lo rendiamo più debole mettendo mano al sistema sanitario. Insomma, unici nel pianeta, smantelliamo il sistema anziché rafforzarlo. L’unica grande strategia di questa riforma, per il consigliere progressista, è arrivare poco prima delle elezioni comunali ed alle suppletive con la possibilità di promettere incarichi.

Per Daniele Secondo Cocco (Leu) questa riforma è sbagliata nel merito e per tempistica. La gente – ha detto – non vi chiede di fare 8 ASL ma vuole risposte, servizi, cure all’avanguardia ed assistenza. L’esponente di Leu ha parlato dell’ospedale di Ozieri che ha avuto la possibilità di mantenere i servizi esistenti ed ha avuto anche qualche servizio in più.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha ricordato che sul piano normativo spetta allo Stato definire principi e finalità, alla Regione spetta di dare attuazione ai principi. Per Gian Franco Satta l’articolo 1 è un articolo “intruso” che deve essere abolito. Per l’esponente dei Progressisti, con questa riforma si ritorna al passato con l’aggravante che si prepara il terreno per una ulteriore offerta da parte dei privati per gestire il sistema sanitario pubblico. Inoltre,  i costi saranno fuori controllo ed aumenterà il tempo di ospedalizzazione.

Per Gianfranco Ganau (PD), con questo testo unificato la scelta che si fa è riproporre un modello che in passato ha dimostrato di essere inefficiente ed inadeguato. Si vuole smantellare un’altra riforma che era ancora in essere. Se è vero che l’ATS ha creato delle difficoltà – ha detto – bastava modificare e dare autonomia gestionale a livello territoriale. L’unico effetto di questa riforma è moltiplicare le poltrone. Ci saranno 48 nuove nomine che costeranno ai sardi circa 3,5 milioni.

Francesco Agus (Progressisti) ha sottolineato che l’articolo 1 contiene dei principi che nulla hanno a che vedere con la legge. Inoltre c’è poca chiarezza. L’invito fatto da Francesco Agus alla maggioranza è quello di fermarsi, perché nella sanità se si sbaglia è difficile tornare indietro senza creare disastri.

Sull’emendamento 738, soppressivo dell’articolo 1, sono intervenuti: Piero Comandini (Pd) che ha detto all’assessore che questa non è una riforma ma l’elencazione di promesse elettorali e ha illustrato la situazione all’Oncologico di Cagliari, dove anche stamattina i pazienti erano costretti a sostare al sole, con 39 gradi, per aspettare di entrare in ospedale per fare le visite; Alessandro Solinas (M5S) che ha affermato che si sta tornando indietro e che si sta scombinando la sanità sarda in un momento in cui potrebbe tornare il Covid. Per Laura Caddeo (Progressisti) l’articolo 1 è condivisibile ma è pleonastico. Una riforma di tale importanza doveva essere condivisa; Massimo Zedda (Progressisti) ha espresso voto favorevole all’emendamento 738 e ha esaminato comma per comma l’articolo 1, dicendo che è un articolo ridondante e che non serve a nulla. Di nuovo non c’è niente, solo poltrone; Michele Ciusa (M5S) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. I principi dell’articolo 1 sono condivisibili ma qui dobbiamo ragionare sulla carenza di medici, di infermieri, di oss, delle liste di attesa infinite; Francesco Agus (Progressisti) ha parlato ancora di moltiplicazione di poltrone e della grande confusione che si creerà negli ospedali; Antonio Piu (Progressisti) ha sollevato il problema anche dell’opportunità politica. E’ opportuno in questo momento così grave – ha chiesto – riformare la nostra sanità? C’è il virus che certo non è sconfitto; Giuseppe Meloni (PD) ha espresso voto favorevole all’emendamento; Desirè Manca (M5S) ha posto l’accento sull’inutilità di una riforma che serve solo a creare 48 nuove poltrone; anche Maria Laura Orrù (Progressisti) voterà a favore dell’emendamento, perché l’articolo 1 è condivisibile ma poi non viene messo in pratica; Eugenio Lai (Leu) ha detto che questa riforma non avvicina per niente la sanità ai cittadini.

L’emendamento 738 è stato bocciato.

Sull’emendamento 144 (uguale all’articolo 565), soppressivo dell’articolo 1, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti), secondo il quale dal 15 agosto il virus andrà in crescendo e poi a settembre esploderà. Ed è un paradosso che in Aula si discuta di riforma sanitaria con una situazione così grave; Laura Caddeo (Progressisti) ha fatto rilevare che nella Riforma mancano la profilassi, l’educazione alla salute, la ricerca. Una buona riforma dovrebbe tener presente questo. Una governance che non si occupa dei bisogni non ci serve; Desirè Manca (M5S) si è soffermata sulla lettera B dell’articolo 1; per Francesco Agus (Progressisti) questo modo di legiferare non è produttivo né chiaro. Rossella Pinna (Pd) ha ricordato il caso dell’ospedale di San Gavino; Piero  Comandini (PD) ha dichiarato di votare a favore dell’emendamento 144; Alessandro Solinas (M5S) ha espresso la convinzione che l’articolo 1 vada cassato, perché contiene promesse che poi il testo non mantiene: «Si scrive governance si legge poltrone». Eugenio Lai (Leu), secondo il quale anche la lettera G (prevenzione ed attività sportiva) dell’articolo 1, non lascia presagire nulla di buono.

L’aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 343, sostitutivo totale dell’art. 1, presentato dai consiglieri di Leu Eugenio Lai e Daniele Cocco. A favore si sono espressi i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus, Massimo Zedda, Maria Laura Orrù e Gianfranco Satta, del PD Giuseppe Meloni ed il capogruppo di Leu Daniele Cocco. Messo in votazione, l’emendamento n. 343 è stato respinto con 32 voti contrari e 18 a favore.

Stessa sorte per gli emendamenti soppressivi parziali nn. 170 e 564. A favore sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus, Laura Caddeo, Gian Franco Satta, Massimo Zedda, del M5S Desirè Manca, Michele Ciusa e del PD Rossella Pinna.

Sull’ordine dei lavori ha preso la parola il consigliere del PD Roberto Deriu: «Per ragioni tattiche, la maggioranza non si esprime. Il popolo sardo merita un dibattito più esplicito. La maggioranza faccia un calcolo per capire quanti giorni occorreranno, procedendo in questo modo, per approvare la legge. Se si ordinasse un dibattito più composto e complesso, potremmo avere una discussione più interessante per il popolo sardo. Il dibattito rischia di essere unilaterale. Rivolgo quindi un appello alla maggioranza anche se credo che cadrà nel vuoto.»

A Roberto Deriu ha replicato il consigliere di Sardegna 20Venti Stefano Tunis: «Non si scorge l’ambito all’interno del quale questo dibattito si dovrebbe articolare. Sentiamo parlare di poltrone e subiamo accuse sul tema della riorganizzazione. Diteci qual è l’ambito di discussione. Vediamo per il momento solo un atteggiamento ostruzionistico. Noi siamo disponibili ad accogliere proposte».

Si è poi passati all’esame degli emendamenti nn. 171 e 563, soppressivi parziali dell’art 1. Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato all’aula la scadenza dell’ordinanza n. 35 sul distanziamento nei luoghi di lavoro, sollecitando un nuovo intervento chiarificatore da parte della Giunta. Gli emendamenti sono stati respinti con 29 voti contrari e 18 a favore.

Bocciati anche i soppressivi parziali nn. 172 e 562. Massimo Zedda ha ricordato la scadenza dei termini dell’ordinanza sulle sale da ballo: «Un intero settore tra poche ore non saprà cosa fare. E’ dovere di chi governa assumersi, ogni tanto, un briciolo di responsabilità». A favore degli emendamenti soppressivi sono intervenuti i consiglieri del M5S Alessandro Solinas, dei Progressisti Laura Caddeo, Gianfranco Satta e Francesco Agus.

Ha quindi preso la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere dei progressisti Massimo Zedda che ha chiesto un chiarimento sulla programmazione della seduta e il rispetto degli orari concordati (10-20). L’ex sindaco di Cagliari, si è poi espresso a favore degli emendamenti soppressivi nn. 173 e 561. «Vi occupate di governance anziché preoccuparvi di migliorare i servizi ai cittadini – ha detto Massimo Zedda – oggi si può prenotare una visita intra moenia in pochi giorni mentre non è ancora ripartita l’attivintà ambulatoriale ordinaria». Favorevole agli emendamenti anche la capogruppo del M5S Desirè Manca. Messi in votazione gli emendamenti sono stati respinti con 33 no e 21 sì.

Disco rosso anche per i soppressivi parziali nn. 174 e 560. A favore sono intervenuti Desirè Manca ed Alessandro Solinas del M5S, Francesco Agus, Gianfranco Satta dei Progressisti e Giuseppe Meloni del Pd. Per la maggioranza ha preso la parola il consigliere di Udc-Cambiamo Antonello Peru: «Mi dispiace che l’appello degli onorevoli Deriu e Tunis non sia stato accolto. Il dibattito è strano. In campagna elettorale i candidati del centrosinistra e del M5S si erano espressi contro la Asl unica. Zedda disse che la Asl unica avrebbe lasciato il posto alle aziende nel territorio. Mentre il candidato dei Cinque Stelle Desogus affermò “l’Asl unica è stata un fallimento”. Il centrosinistra era contrario alla sua stessa riforma. Noi stiamo realizzando ciò che avete detto in campagna elettorale. I casi sono due: o il centrosinistra rinnega il passato oppure l’assessore Mario Nieddu ha scritto il testo della riforma su suggerimento dell’opposizione». Ad Antonello Peru ha replicato Zedda: «Peru cita un articolo dell’Unione Sarda durante la campagna elettorale. Ma nel 2016 sulla riforma del centrosinistra dissi: “Si pensa alla sede dell’Ats e non alla salute dei cittadini”. In campagna elettorale affermai che dovevano essere fatte delle verifiche sull’Ats. Qualcuno della sua parte politica mi chiese di far fuori l’assessore Luigi  Arru dalle liste elettorali. Non accettai».

Anche il consigliere del M5S ha respinto le considerazioni di Antonello Peru: «Evidentemente ha letto male. Noi volevamo affrontare i problemi della sanità. Voi invece vi occupate solo di poltrone, questa è la verità».

L’Aula ha poi esaminato gli emendamenti nn. 175 e 559, soppressivi della lettera e) del comma 1 dell’art. 1. A sostegno delle due proposte si sono espressi Massimo Zedda, Francesco Agus, Maria Laura Orrù e Laura Caddeo dei Progressisti, il capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere Alessandro Solina dello stesso M5S. Contro invece si è pronunciato il consigliere Stefano Tunis (Sardegna20Venti). Il consigliere Giorgio Oppi (udc-Cambiamo) è intervenuto sull’ordine dei lavori, ricordando l’impegno a chiudere la seduta entro le 21.00.

Messi in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 175 e 559 sono stati respinti con voti 33 contrari e 18 favorevoli.

Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed aggiornato i lavori dell’Aula a domani mattina alle 9.00.

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«La maggioranza preferisce spendere tempo con provvedimenti inspiegabili invece che discutere immediatamente degli aiuti al sistema produttivo sardo. Nonostante le rassicurazioni della Ministra De Micheli sullo sblocco della Sassari-Alghero in Consiglio dei Ministri, la maggioranza vuole andare avanti con l’interpretazione autentica del PPR. A questo punto è evidente che la vera ragione non è la realizzazione della strada, ma la volontà di scardinare la tutela sulla fascia costiera, le zone agricole e i beni identitari.»
Sono le parole pronunciate dalla consigliera regionale dei Progressisti, Maria Laura Orrù, a margine delle dichiarazioni della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, sullo sblocco dei lavori per il completamento della strada Sassari-Alghero.
«Abbiamo chiesto una sospensione dei lavori del Consiglio regionale per esaminare questa nuova situazione in Commissione, ma la maggioranza non ci ha voluto ascoltare . ha aggiunto il consigliere Antonio Piu -. Evidentemente il nuovo cemento sulle coste prevale sulla volontà di dare risposta al tessuto economico imprenditoriale, messo in ginocchio dall’emergenza sanitaria. Continueremo a oltranza a difendere il territorio della Sardegna.»
Antonio Caria