22 November, 2024
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Venerdì 15 marzo, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di Carbonia, nell’ambito della rassegna Carbonia Scrive, si terrà la presentazione del libro di Andrea Pubusa “Nel segno di Lussu. Per una Carta costituzionale dei sardi”. Coordinerà Sandro Mantega, giornalista e scrittore. Il libro, presente l’autore, sarà presentato dal professor Fernando Codonesu, scrittore e saggista.

Con questo saggio, che riprende gli studi già pubblicati, Andrea Pubusa si interroga ancora sulla questione dell’autogoverno della Sardegna e, più in particolare, sul modo e sul contenuto di un possibile superamento dello Statuto speciale, non da oggi oggetto di molte critiche, senza però indicazioni su una nuova formulazione. Partendo da questa considerazione, l’autore riprende la riflessione dei grandi pensatori di parte democratica dell’Ottocento, da Angioy ad Asproni, a Tuveri per poi passare a Gramsci e Lussu, tutti federalisti e non separatisti. Questa, che è stata definita “linea federalista sarda, ha poi avuto sviluppo in intellettuali del secondo dopoguerra, quali Umberto Cardia, Giovanni Lilliu, Pietrino Soddu e Antonio Simon Mossa, che oltre che federalista era anche indipendentista. Partendo da questa impostazione, l’autore esamina lo Statuto vigente, mettendo in luce ch’esso assegna allo Stato un potere di decisione che comprime l’autogoverno regionale, e propone un ribaltamento con al centro il potere di decisione della Regione in molte materie, dalla lingua, ai trasporti, all’energia, alla programmazione ed altri ancora. Una lunga cavalcata tra pensatori e idee di riformismo e federalismo, sapientemente indagate dall’occhio attento dello storico.

Senegal, Brasile, Argentina, Portogallo, Italia e Sardegna sono i luoghi premiati dal Fiorenzo Serra Film Festival 2020, il principale concorso sul cinema etnografico europeo con oltre 700 film in concorso da tutto il mondo, che quest’anno ha avuto per tema “La dimensione culturale del cibo” e si è tenuta dal 24 al 28 novembre.
A vincere il Fiorenzo Serra Film Festival 2020, sezione lungometraggi, è Golden Fish, African fish diretto dal francese Thomas Grand e dal senegalese Moussa Diop. Il brasiliano O Babado da Toinha del brasiliano Sergio Bloch si aggiudica il primo premio, invece, tra i cortometraggi. Due film che ben raccontano le anime etnografiche di due distinti Paesi, il Senegal e il Brasile: del Paese africano, senza idealizzazioni estetizzanti, viene illustrata la filiera della pesca come fatto sociale e culturale totale; protagonista del corto vincitore è invece la bahiana Toinha, che si riappropria della sua identità preparando e vendendo piatti tipici della gastronomia brasiliana. Al secondo posto tra i lungometraggi La vuelta al campo di Juan Pablo Lepore, ambientato in Argentina, che configura il ritorno alla campagna come lotta per la giustizia e per la democrazia. Il piazzamento d’onore tra i cortometraggi è per La cena delle anime del nuorese Ignazio Figus. Menzione d’onore al corto El sentido del cacao dello spagnolo Alberto Utrera.
Nella sezione Antonio Simon Mossa – che ha raccolto i film fuori dal tema scelto – tra i lungometraggi vince A place in the world dell’italiano Francesco Ritondale che descrive il dramma del popolo Saharawi. Il biopic La camicia di Basilio di Filippo Biagianti è invece il miglior cortometraggio: un anziano ogliastrino descrive la sua trascorsa miseria con severa semplicità, riavvolgendo il nastro del tempo.
My little drop of honey del portoghese Daniel M. Silva si aggiudica infine il Premio speciale Umanitaria, aggiudicato da tutti i dipendenti dei Centri Servizi Culturali sardi della Società Umanitaria.
La cerimonia di premiazione, così come le quattro masterclass del gastronomo e giornalista Giovanni Fancello e dei registi Antonio Maciocco, Paolo Zucca e Milad Tangshir, è stata trasmessa in live streaming sui canali del Festival e ospitata nei locali dell’Accademia di Belle Arti “Sironi” di Sassari e si è aperta con un omaggio alla popolazione di Bitti, duramente colpita ieri dal maltempo che ha provocato alcune vittime. I registi in gara, connessi online da tutto il mondo, sono stati virtualmente premiati da Simone Ligas e Joseph Pintus del Laboratorio di Antropologia visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria organizzatore dell’evento. Ai vincitori, oltre ai premi in denaro, sono andati il Fiorenzo d’oro ed il Fiorenzo d’argento, due trofei realizzati in stampa 3D con materiali naturali e biodegradabili che rappresentano il logo del festival, creati dal grafico Luca Delogu e realizzate dall’artigiano digitale Carlo Delogu. Alla serata hanno inoltre partecipato da remoto il presidente della Società Umanitaria Sardegna Paolo Serra, la neodirettrice del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione Valeria Panizza, il direttore dell’Accademia di Belle Arti Antonio Bisaccia ed il direttore del Centro servizi culturali della Cineteca sarda Antonello Zanda. La giuria era formata da Maria Alessia Glielmi (antropologa dell’Università di Genova), Valentina Noya (direttrice del festival LiberAzioni), Susanna Paulis (antropologa dell’Università di Cagliari), Antonio Bisaccia (direttore dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari), Rosanna Castangia (titolare della casa di produzione cinematografica Bencast), Paolo Mastino (giornalista RAI), Milad Tangshir (regista e montatore video), Paolo Zucca (regista e sceneggiatore), Antonio Maciocco (regista) e Pietro Simon (figlio dell’intellettuale Antonio Simon Mossa).
Il festival, giunto alla sua quarta edizione, ha visto 708 film in gara da tutto il mondo ed è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Storia e Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari. Patrocinatori dell’iniziativa sono la Regione Autonoma della Sardegna ed il comune di Sassari.

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“How big is the galaxy?”, della regista russa Ksenia Elyan, ha vinto la terza edizione del Fiorenzo Serra Film Festival. Il concorso, organizzato dal Laboratorio di Antropologia visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria di Sassari, si è concluso ieri sera con la cerimonia di premiazione alla Camera di commercio del nord Sardegna. Il tema di quest’anno è stato “Aspetti materiali e simbolici del pastoralismo”. Alla vincitrice, presente in sala, è stata consegnata una targa ricordo insieme al premio di tremila euro.
Il film è la ricerca di una chiave di comprensione della libertà, della conoscenza e della civiltà nei vasti spazi artici della Siberia, a centinaia di miglia da abitazioni umane, attraverso gli occhi di Zakhar, un bambino indigeno di 7 anni.

«Grazie alla regista Ksenia Elyan per aver narrato, attraverso l’originalità del suo sguardo ed una visione poetica di questa realtà, una storia di terre lontane ma prepotentemente vicine nei sentimenti che accomunano e rendono uguali tutti gli esseri umani», si legge nelle motivazioni del premio.
Al secondo posto si è piazzato “Sheep hero”, dell’olandese Ton Van Zantvoort: la storia di un pastore olandese di pecore che, accanto a una concezione idealista e a tratti romantica del suo lavoro, svela le contraddizioni di un’attività tradizionale in un mondo globale, in uno scontro fra le esigenze di un pastore e del suo gregge e quelle di una realtà fondata sulla massimizzazione dei profitti. Chiude la terna dei vincitori In questo mondo, dell’italiana Anna Kauber, che narra con grande delicatezza il lavoro sfiancante di oltre cento donne pastore in Italia, tra i 20 e i 102 anni, simbolo di come si possa sconfiggere qualsiasi cosa, compresi i pregiudizi di occhi annebbiati da secoli di maschilismo, machismo o “meschinismo”. Al secondo e terzo classificato sono stati assegnati, rispettivamente, 2000 e 1000 euro.
Menzione speciale, infine, per “Climbing the universe”, della regista nuorese Monica Dovarch.
La sezione dedicata ad Antonio Simon Mossa, che raccoglie i film incentrati su tematiche sociali, è stata invece vinta dal regista Stalin Kalidas con A tale of bad morning in India, sulla miserrima vita degli spazzini manuali e sulla discriminazione sociale tuttora imperante in quel Paese; al vincitore è andato un premio di 1500 euro. Menzione speciale per l’italiano “Pescamare”, di Andrea Lodovichetti, «per aver saputo trasmettere l’importanza della vita e del duro ed appassionante lavoro del pescatore di professione ricostruendo le memorie, la continuazione e la ripresa attuale di un saper fare che fa parte dell’eredità culturale immateriale del nostro Paese».
Il Fiorenzo Serra Film Festival ha raccolto oltre 860 film provenienti da tutto il mondo. Di questi sono stati selezionati circa trenta lavori per le due sezioni, con un lungo lavoro di scelta e valutazione. Ad assegnare i premi è stata la giuria composta da Fabio Olmi (direttore della fotografia e figlio del regista Ermanno), Alessia Glielmi (antropologa dell’Università di Torino), Sebastiano Mannia (antropologo dell’Università di Palermo), Giannetta Murru Corriga (antropologa esperta di pastoralismo in Sardegna), Antonio Bisaccia (direttore dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari), Rosanna Castangia (titolare della casa di produzione cinematografica Bencast), Giuliano Marongiu (artista sardo ed esperto di etnografia), Simonetta Columbu (attrice e figlia del regista sardo Giovanni Columbu), Lorenzo Hendel (regista televisivo e documentarista, responsabile editoriale della trasmissione DOC3) e Pietro Simon, figlio di Antonio Simon Mossa. La serata è stata presentata da Silvia Busia.
La rassegna è stata realizzata in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il comune di Sassari, l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, la Camera di Commercio di Sassari, il Dipartimento di Storia e scienze dell’uomo dell’Università di Sassari e la Filmoteca Regionale Siciliana.

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Sarà Lorenzo Hendel, regista televisivo e documentarista, il secondo ospite del Fiorenzo Serra Film Festival in corso di svolgimento a Sassari. Dopo lo straordinario incontro di oggi con Luciano Tovoli, Nastro d’argento e direttore della fotografia in capolavori di Antonioni, Comencini, Scola, Argento, gli incontri con i grandi del cinema proseguiranno domani, 21 novembre, alle 9,30, con la masterclass di Lorenzo Hendel “Drammaturgia del cinema documentario” alla Camera di commercio del nord Sardegna, in via Roma 74.
Regista televisivo e documentarista, Hendel è stato responsabile editoriale della trasmissione DOC3 – lo storico spazio di Rai3 dedicato ai documentari -, per la quale selezionava i filmati e seguiva gli autori nella fase realizzativa dei progetti. Ha fatto parte delle giurie dei più importanti festival internazionali dedicati ai documentari (Idfa di Amsterdam, Hot Docs di Toronto, Mipcom di Cannes, Milano Film Festival). È fratello di Paolo, noto attore teatrale e cinematografico.
Proseguono intanto le proiezioni dei film in concorso nella sezione principale e in quella intitolata ad Antonio Simon Mossa. In programma domani dalle 17,30 alle 23,30 al Moderno Cityplex di viale Umberto: Pescamare di Andrea Lodovichetti (Italia, 2019); Poop on poverty di Vijay S. Jodha (India, 2013); Forty keys di Sadegh Ghasemi (Iran, 2018); Oro blanco di G. Carbajal Rodriguez (Argentina, 2018); Wantoks: dance of resilience in Melanesia di Iara Lee (Isole Salomone, 2019); Laba in Buddha di Haroan Cen (Cina, 2019); Beloved di Yaser Talebi (Iran, 2019); How big is the galaxy? di Ksenia Elyan (Russia, 2018); Money marriage di Emeka Chukwuleta (Nigeria, 2019); People of the Wasteland di Heba Khaled (Siria, 2018); In the devil’s garden (di Pavel Borecky (Algeria, 2018); A tale of bad morning in India di Stalin Kalidas (India, 2017); La patente di Giovanni Gaetani Liseo (Italia, 2019).
Tutte le proiezioni sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, così come le masterclass del mattino. Il Fiorenzo Serra Film Festival è realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il comune di Sassari, l’Accademia delle Belle Arti Mario Sironi di Sassari, la Camera di Commercio di Sassari e la Filmoteca Regionale Siciliana.

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Forse non tutti sanno che in Europa il primo autore ad utilizzare i termini “indipendentismo”, “indipendentista” e “nazione senza stato” è stato Antonio Simon Mossa, colui che più di altri ha teorizzato e costruito una prospettiva culturale di libertà per il popolo sardo.
Chi, infatti, vuol conoscere le potenzialità della Sardegna e dei sardi, i loro diritti, la loro vocazione storica, non può non conoscere “Le ragioni dell’indipendentismo”, il testamento politico di Antonio Simon Mossa, che in quest’opera simbolo dell’identità sarda elabora originalmente una visione di indipendentismo progressista e rivoluzionario; un indipendentismo capace di oltrepassare i modelli teorici del modello per trasformarsi in un pensiero propositivo e di radicamento concreto.
Ma cosa significa oggi parlare di indipendenza? E a quale indipendenza la Sardegna odierna può e deve guardare?
Per provare ad elaborare una risposta collettiva, ma soprattutto una risposta che possa trovare un riscontro applicativo nelle complesse dinamiche della politica europea contemporanea, tra il risveglio dei nazionalismi e la crisi dei socialismi moderni, questa sera, alle ore 18.00, negli spazi del Lazzaretto Sant’Elia di Cagliari, in via dei Navigatori 1, inizierà un viaggio esplorativo intorno ai temi e gli autori che animano il dibattito sull’indipendenza.
A inaugurare questo percorso, sarà un appuntamento interamente dedicato alla figura di Antonio Simon Mossa: l’uomo, l’opera e il progetto saranno riletti attraverso il racconto autobiografico di uno degli allievi più vicini a Mossa, Giampiero “Zampa” Marras.
Accanto a lui, nell’eclettico spirito della sua prolusione, si affiancherà l’intervento del professor Marcello Muroni e l’introduzione accademica del professor Aldo Berlinguer.
Coordina l’editrice Maria Marongiu.
L’incontro – organizzato da Azione Sardegna, Alfa Editrice, Laras e Comune di Cagliari – sarà arricchito dalle letture dell’attore Gianluca Medas, in “Simon Mossa e Feltrinelli – la Narrazione”. 
In conclusione lo spazio musicale, “S’Arrempellu”.
Un viaggio polifonico attraverso l’indipendentismo e i suoi orizzonti, ma anche un’occasione per riflettere, capire e piantare i semi di una rivoluzione politica della Sardegna nel segno di un’indipendenza possibile.

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Pinuccio Sciola.

Pinuccio Sciola.

La Giunta regionale ha stanziato 250.000 euro per celebrare i personaggi illustri della Sardegna. Da Antonio Gramsci a Pinuccio Sciola, passando per Grazia Deledda e Francesco Masala ed altri ancora. L’Esecutivo regionale, riunito oggi a Villa Devoto, su proposta di delibera dell’assessore della Cultura Claudia Firino ha approvato il finanziamento di 250mila euro per iniziative nell’isola. 

La Giunta ha istituito, per il 2016, l’anno gramsciano, per celebrare il 125esimo anniversario della nascita e l’ottantesimo della morte dell’intellettuale di Ales, prevedendo un programma coordinato di iniziative, presieduto da un comitato regionale, con 85mila euro da ripartire tra gli enti locali interessati.

Ottantacinquemila euro, dei quali 65 mila al comune di Nuoro e 20mila al comune di Galtelli sono stati stanziati per le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della morte e del novantesimo del Nobel della scrittrice Grazia Deledda.
Per il centenario della nascita di Francesco Masala e Antonio Simon Mossa sono previsti 30mila euro per il comune di Nughedu San Nicolò e 20 mila euro ad Alghero. Con 15mila euro, divisi tra i comuni di Nuoro e Dorgali, saranno organizzate manifestazioni a favore di Salvatore Fancello mentre al comune di San Sperate andranno 15mila euro per le celebrazioni dello scultore, Pinuccio Sciola.
«Le figure che abbiamo deciso di celebrare quest’anno sono tutte fortemente rappresentative della cultura dell’isola. Intellettuali, scrittori e politici che hanno saputo – ha detto l’assessore della Cultura Claudia Firino – ciascuno nella propria area di studio, leggere la realtà del loro tempo con uno sguardo lungimirante verso il futuro e ciò che sarebbe stato.»

L’assessore della Cultura ha voluto inserire, tra i personaggi illustri da celebrare, l’artista Pinuccio Sciola. «La recente scomparsa di Sciola è una perdita enorme per la nostra isola. L’ho ricordato come uno dei grandi visionari sardi al Salone del libro di Torino: un uomo libero e lungimirante, un artista che ha saputo essere ambasciatore della Sardegna e della sua identità e cultura in tutto il mondo. La Regione è impegnata nella tutela del pensiero e dell’opera dei suoi personaggi illustri, tra i quali non poteva mancare appunto Sciola. È questa per noi un’eredità fondamentale, che deve essere diffusa specie tra le nuove generazioni, e portata oltre i confini regionali e nazionali, come si sta facendo ad esempio per la Deledda grazie all’edizione nazionale dell’Opera Omnia».