23 December, 2024
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Il Consiglio regionale, riunitosi dopo la conclusione della manifestazione di agricoltori, allevatori e pescatori sotto il Palazzo di via Roma, si è riunito ed ha approvato la risoluzione della Quinta Commissione sulla crisi del comparto ovicaprino nella sua versione originaria.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con l’elezione di tre segretari dell’Assemblea.

Prima dell’inizio delle operazioni elettorali, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione dell’assessore dell’Industria sulla mobilitazione dei lavoratori Eurallumina perché, ha affermato, «un boiardo di Stato rappresentante dei Beni Culturali, ha bloccato l’iter di una conferenza di servizi che si auspicava positiva per la ripresa dell’attività dello stabilimento». Non si può subire un ennesimo rinvio, ha sostenuto, «con motivazioni incredibili, per cui sollecito l’assessore ad intervenire in tempi rapidi per la soluzione della vertenza». Pittalis, rivolgendosi poi all’assessore del Lavoro, ha ricordato la complessa vicenda dei lavoratori Ati-Ifras, «per i quali c’è il problema di non aver ancora ricevuto le spettanze di dicembre e gennaio; un incontro si può anche rinviare di qualche giorno ma queste due mensilità del 2016 devono essere saldate, anche perché mi risulta che l’azienda abbia provveduto agli adempimenti di propria competenza».

Successivamente, il presidente del Consiglio ha insediato il seggio elettorale per l’elezione di tre segretari dando inizio alle operazioni di voto. Al termine dello scrutinio sono risultati eletti i consiglieri per il gruppo Cps Antonio Gaia (33 voti), per i Riformatori Michele Cossa (19) e per il Psd’Az Marcello Orrù (13).

Subito dopo il presidente ha insediato il seggio per l’elezione di una componente della commissione Pari opportunità, in sostituzione di una dimissionaria. Al termine dello scrutinio è risultata eletta Erika Floris, con 31 voti.

Il presidente del Consiglio ha quindi chiesto all’on. Satta (Upc) se la mozione sulla crisi del settore lattiero caseario a sua firma sia da intendersi ritirata. L’on. Satta ha replicato dicendo che la sua «mozione aveva l’obiettivo di anticipare i problemi ai quali si dovrà dare comunque risposta. E per questo, siccome l’obiettivo di discutere di questi temi è stato raggiunto come testimoniano i lavori di oggi dell’Aula, ritiro la mozione».

Il Consiglio regionale ha poi affrontato la risoluzione 20 sulla grave situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario ovicaprino regionale. La risoluzione è stata votata nei giorni scorsi dalla commissione Agricoltura e illustrata dal suo presidente, on. Luigi Lotto (Pd).

Per l’oratore «era necessario elaborare il tema, anche con audizioni, e per questo la commissione ha lavorato in queste settimane, sentendo tutte le parti sociali. Il latte è il comparto che da solo rappresenta il 40 per cento del settore agricolo e rappresenta il maggior export agricolo della Sardegna. Peraltro la pastorizia è praticata in quasi tutta l’Isola con la speranza di un reddito adeguato, anche grazie alla redditizia produzione del pecorino romano».

L’on. Lotto ha aggiunto che «per uscire da questa crisi ciclica, che si ripete da anni, abbiamo bisogno che il Consorzio del pecorino romani operi al servizio dell’intero comparto. Abbiamo anche bisogno di dati certi sulla produzione, per monitorare i flussi del mercato. Nella risoluzione affrontiamo anche il tema del pegno rotativo per migliorare le condizioni di accesso al credito per i produttori: dobbiamo rimettere i pastori in condizione di tornare in banca e di avere il prestito di campagna. C’è anche un accordo con le banche, nella risoluzione che abbiamo votato, per consentire l’intervento di anticipazione dell’intero importo. L’altro tema è accelerare le procedure di pagamento del “benessere animale” anticipando a febbraio una gran parte del pagamento. Questo significa mettere liquidità nelle casse delle imprese agricole. Insieme, dobbiamo attivare con il ministero la filiera del settore ovicaprino, del quale ancora non conosciamo i dati reali».

L’on. Lotto ha poi suggerito la necessità di «utilizzare tutti i fondi comunitari e attivare con il ministero gli interventi per la vendita del pecorino romano in emergenza».   

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto che «sia distribuito a tutti i consiglieri il documento che ci è stato consegnato dalla delegazione della Coldiretti e dei sindaci nell’incontro che abbiamo avuto insieme agli altri capigruppo». Il presidente Ganau ha concordato.

Per l’on. Cherchi (Forza Italia) «il vero problema è che l’assessora non solo non c’è ora ma non era presente nemmeno quando c’era. E questi sono i risultati. La risoluzione della commissione Agricoltura la condivido ma non è altro che un elenco di programmi e azioni che dovranno essere messi in campo nel tempo.  In realtà tutto questo la Regione avrebbe dovuto metterlo in piedi tre anni e mezzo fa, non oggi. E oggi per questo è sceso in piazza il mondo agricolo insieme ai sindaci. Compreso il sindaco di Cagliari che sta dalla parte degli allevatori e critica dunque questa vostra maggioranza. Ora tocca al Consiglio regionale dare la risposta e dare un aiuto diretto, 30 milioni di euro, che devono andare direttamente alle aziende sulla base del numero di capi posseduto». L’on. Cherchi, che era stato assessore all’Agricoltura della precedente giunta Cappellacci, ha ricordato come l’attuale esecutivo «abbia operato per porre nel nulla i risultati raggiunti dal precedente assessore».

Ha poi preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), secondo cui «è davvero comprensibile lo sfogo del collega Cherchi, che è stato assessore all’Agricoltura. Non dobbiamo inventarci nulla. Dobbiamo solo far voltare la politica dalla parte delle imprese, con l’umiltà necessaria per ascoltare cosa ci dicono le imprese e i lavoratori. E la vostra risposta è rappresentata emblematicamente dal fatto che da due mesi siamo senza assessore dell’Agricoltura e voi non lo nominate perché non vi accordate».

Per la Base ha preso la parola l’on. Ledda, che ha detto: «Io sono per i pastori e per chi munge: non sono di nessuna impresa agricola e di nessuna organizzazione, nonostante quello che si dice ad arte. E dunque posso parlare liberamente di questi problemi partendo dal prezzo del latte, che è il primo problema: mezzo euro in cooperative; 0,60 nelle industrie. Abbiamo un’urgenza in un settore primario: ci sono circa 50 mila quintali di pecorino romano in eccesso, che valgono circa 30 milioni di euro. Si ritira se i produttori si impegnano contestualmente a pagare il latte 0.80 euro al litro. Ma se la risoluzione rimane così io non la voto, lo dico ora: il primo punto per salvare il comparto è sollevare il prezzo del latte».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha ricordato che «non è da un giorno che si parla di questa crisi e in questi mesi il governo regionale non ha mosso un dito. Giusto due giorni fa, fuori tempo massimo, il ministro Martina ha garantito a parole un intervento ma il risultato è che la manifestazione di oggi è stata ulteriormente potenziata. Se poi aggiungiamo che da due mesi il comparto agricolo sardo è comunque del tutto senza un governo si comprende la portata del disastro che viviamo».

Per l’on. Tendas (Pd) «mancano dati univoci sulla produzione del comparto e questo certo non aiuta, come non aiuta la mancanza di un osservatorio del comparto. Non è possibile pianificare il futuro senza numeri, al di là dell’attuale emergenza. Piuttosto che riprendere i 13 punti della risoluzione, mi limito a dire che l’Organizzazione interprofessionale va sostenuta da tutto il Consiglio perché funzioni e nasca così la filiera, in un modo definito e organizzato».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Luigi Crisponi: «La discussione dellac commissione Agricoltura ha partorito il topolino perché non diversamente può definirsi il testo della risoluzione. E’ uno schiaffo alle aspettative del mondo produttivo agricolo e fa solo sorridere che chiediate la nascita di una nuova direzione generale quando ancora manca pure l’assessore all’Agricoltura. Da nessuna parte c’è traccia di un vostro intervento per fermare la caduta libera del prezzo del latte. Avete il dovere della serietà e non sulla spinta della piazza».

Il capogruppo Fabrizio Anedda (Misto) ha ricordato quanto emerso nelle audizioni in commissione Agricoltura circa le emergenze del prezzo del latte e la sovra produzione di formaggio tipo pecorino romano (una domanda da 240mila di quintali contro un’offerta di 350mila quintali). L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato le altre penalizzazioni che affliggono il comparto soprattutto in  riferimento alla mancanza di liquidità per industriali e allevatori.

Anedda ha definito “apprezzabile” la risoluzione ed ha reclamato maggiore attenzione al comparto ovino evidenziandone le trasformazioni e i cambiamenti intervenuti nel corso degli anni.

Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha posto l’accento sul fattore “tempo” per affermare che “l’emergenza del mondo delle campagne non concede alla politica neppure un giorno in più”. L’esponete della minoranza ha affermato, rivolgendosi ai banchi della Giunta: «La vostra presenza o la vostra assenza è indifferente per la risoluzione dei problemi ed è questo che caratterizza l’attuale situazione».

Tunis ha lamentato la mancata programmazione degli interventi ed ha sottolineato come gli allevatori siano schiacciati dai produttori e da chi commercializza i formaggi. «I pastori – ha affermato il consigliere Fi – sono i responsabili della nostra tradizione produttiva e del nostro patrimonio ovicaprino ed è per questo che non possiamo chiedergli di diventare manager, perché spetta alla politica correggere e colmare lo svantaggio che provoca il mercato ai nostri pastori».

Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, ha affermato di condividere la risoluzione e il cosiddetto pegno rotativo ma lo ha definito “non sufficiente perché serve contingentare la produzione 2017 di pecorino romano a 220.000 quintali”. L’esponete della maggioranza ha auspicato un maggior impegno contro i falsi nelle produzioni tipiche e nelle azioni per incentivare la diversificazione produttiva.

Piermario Manca ha quindi riaffermato l’esigenza di istituire l’organismo pagatore sardo ed ha proposto che sia la Regione ad anticipare i soldi dovuti agli agricoltori, insieme con il riordino di Argea e Laore e con la semplificazione burocratica, la revisione del Psr e il riordino fondiario.

L’ulteriore richiesta formulata dal consigliere Pds è stata il finanziamento immediato della continuità territoriale delle merci.

Il consigliere regionale di Fi, Ugo Cappellacci, ha fatto riferimento alla richiesta di collaborazione formulato dalla maggioranza per confermare la disponibilità della minoranza ma ha invitato la giunta e gli esponenti del centrosinistra ad un cambio di approccio e atteggiamento: «Basta con l’atteggiamento sbnob da parte di chi si sente in cattedra,  perché c’è sempre da impare se si ha la capacità di ascoltare».

L’esponente della minoranza ha quindi ribadito il senso di responsabilità delle forze di opposizione e ha ricordato gli allarmi gridati da Coldiretti un anno fa «e rimasti inascoltati da chi invece doveva intervenire». «Siamo a un punto di non ritorno – ha dichiarato l’ex governatore del centrodestra – l’agricoltura è alla fame e rischia di perdere anche la dignità, per questo affermo che servono sostegno al reddito e non è un problema di di assistenzialismo ma l’esigenza di trovare soluzioni».

Cappellacci ha quindi affermato che come minimo sono necessari 30 milioni in finanziaria ed ha concluso con un invito alla Giunta: «Scendete in piazza con la gente perché oggi ha vinto il mondo delle campagne che era in piazza».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dapprima fatto i complimenti alla Coldiretti per la manifestazione e poi ha duramente polemizzato con lo stesso Cappellacci e l’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi («Il problema non è iniziato oggi né otto anni fa è un problema che da sempre ci riguarda e credo che in questi mesi qualche passo in vanti si sia fatto»).

«La commissione agricoltura ha fatto un buon lavoro – ha affermato l’esponente della maggioranza – ma forse serve invertire le priorità perché il punto centrale è la diversificazione del prodotto, è inutile, infatti, continuare produzione in esubero di pecorino romano».

Antonio Solinas ha dunque proposto di condizionare gli interventi della Regione alla diversificazione del prodotto.

Emilio Usula (Rossomori-Misto) ha definito la risoluzione una presa d’atto della crisi del comparto lattiero caseario ed ha affermato che i contenuti della risoluzione sono in linea con gli impegni e i programmi avviati dall’ex assessore Elisabetta Falchi.

Il consigliere passato all’opposizione dopo le dimissioni dell’assessore Falchi non ha nascosto amarezza “per gli ostacoli frapposti da chi invece doveva agire in sintonia con l’assessore allora in quota Rossomori, anziché in contrasto”.

Usula ha invitato tutti all’impegno e alla chiarezza ed ha ricordato le criticità del comparto, dalla cronica assenza di programmazione delle produzioni casearie, alla conflittualità tra industria e allevatori e dalla dipendenza da un unico prodotto e da un unico mercato dell’intera filiera del latte.

«Le buone politiche hanno bisogno di adeguate risorse in finanziaria – ha concluso Emilio Usula – e questo impegno è ancora insufficiente e manca anche nella legge di stabilità in discussione nelle commissioni del Consiglio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta ha auspicato l’unanimità del Consiglio per ricercare le migliori soluzioni per il comparto agricolo. «Perché gli agricoltori hanno manifestato sotto il Consiglio? – ha dichiarato l’esponente della minoranze – mancano forse leggi o strumenti per consentire alla giunta di operare?». «La risposta – ha spiegato il capogruppo – è nella risoluzione che di fatto boccia la giunta, perché  ben undici punti riportano leggi e provvedimenti che la giunta doveva rendere operativi ed attuare».

«Non manca l’assessore all’Agricoltura – ha incalzato Carta – manca la Giunta ed ecco perché gli agricoltori sono qui in Consiglio».

Il capogruppo Psd’Az ha quindi differenziato le responsabilità che stanno in capo alla maggioranza e alla minoranza ma ha confermato disponibilità nella ricerca di soluzioni efficaci.

Carta ha proposto alla centrosinistra di “cancellare le marchette dalla legge di stabilità e di mettere mettiamo 40 milioni di euro per il comparto agricolo”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ricordata la discussione della mozione Satta e più per evidenziare che a distanza di dieci giorni nulla è cambiato se non che è stata proposta una risoluzione della commissione che però “non soddisfa le attese del mondo delle campagne”.

Dedoni ha ricordato le penalizzazioni del comparto ed ha invitato il Consiglio a “dare al mondo delle campagne la possibilità di salvarsi”.

L’esponente della minoranza si è detto favorevole alla soluzione de minimis e alla programmazione delle produzioni del pecorino.

«Dobbiamo ricreare il sistema agricolo sardo – ha concluso Dedoni – e dico a Paci che non è vero ciò che afferma quando dice che 40 milioni di euro per il comparto agricolo sardo sono troppi».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha rimarcato l’esigenza di risposte ai problemi drammatici del mondo delle campagne ed ha ringraziato Coldiretti per “essere venuta qui a ricordarci le nostre responsabilità”. Daniele Cocco ha riconosciuto ritardi nelle risposte all’agricoltura ma ha escluso colpe per chi ha governato in questi ultimi anni.

«Dobbiamo essere seri – ha affermato il capogruppo Sel – e dire quali sono le risorse che mettiamo a disposizione con la finanziaria regionale e chiedo la convocazione immediata delle commissioni Agricoltura e Bilancio per aprire il confronto con il sistema bancario».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che, in apertura del suo intervento, ha chiesto alla politica di essere conseguente rispetto alle considerazioni fatte nei dibattiti precedenti: «Se è vero che l’agropastorizia è il settore trainante dell’economia sarda si  individuino gli interventi da fare – ha detto Rubiu – mi sembra invece che oggi si stia perdendo tempo. Stiamo assistendo a una lezione di filosofia, la paura è che non si produca nulla o si partorisca un topolino». Secondo Rubiu, la risoluzione approvata dalla Quinta Commissione non basta: «Forse non abbiamo capito la gravità della situazione. Serve una Commissione d’Inchiesta regionale che controlli l’andamento del mercato. Si verifichi se le quantità del latte prodotto e del formaggio venduto sono reali».

Rubiu ha quindi indicato una soluzione: «Basta stanziare l’un per cento del bilancio regionale per aiutare il settore. Non sono d’accordo nel dare 2000 euro ad azienda. Oggi Coldiretti non è venuta a chiedere l’elemosina ma a chiedere dignità per il settore. Si decida di stanziare l’1% che potrebbe soddisfare sia le misure de minimis che il ritiro delle giacenze di pecorino romano dal mercato».

Rubiu si è infine soffermato sulle lentezze dei bandi del Psr 2014-2020 in particolare quello per il primo inserimento in agricoltura. «I ritardi hanno di fatto escluso dai bandi i giovani che avevano investito su un progetto tre anni fa e che oggi hanno superato i 40 anni di età».

Anche Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi, ha ricordato che già alcuni mesi fa, nel settembre del 2016, erano state presentate mozioni e proposte per mettere ordine nel settore agropastorale. «Siamo stati i primi a portare nel dibattito pubblico il tema del refresh – ha detto Congiu – allora qualcuno guardava con dileggio queste iniziative e oggi si accorge dell’importanza del problema. Da tempo abbiamo segnalato i ritardi dei bandi ma non è il momento dei processi. Tutto questo ha origine da una struttura inadeguata. Il primo intervento strutturale è quello di implementare le strutture dell’assessorato. Uno dei problemi è non avere interlocutori. Occorre separare il settore ittico da quello zootecnico creando due diverse direzioni».

Secondo l’esponente del Pds, la risoluzione non può affrontare e risolvere il problema. «La Quinta Commissione ha fatto un lavoro serio e onesto, ma il dibattito non può essere anestetizzato con una risoluzione ben fatta. Occorre tener viva l’attenzione, bisogna tutelare il comparto attraverso la tutela dei prodotti, combattendo i tentativi di contraffazione (caso pecorino romano del Lazio). Così difendo il mercato e metto in pratica buone politiche che generano un buon prezzo del latte. Una delle proposte da seguire è quella dell’anticipazione bancaria dei premi comunitari».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco non serve oggi fare polemica ma lavorare a soluzioni serie, concrete e immediate. «Oggi c’è stata una grande manifestazione di popolo, è stata portata in piazza una protesta che abbiamo il dovere di ascoltare. Occorre intervenire rapidamente, ho ascoltato molto bene le rivendicazioni dei pastori e dei sindaci. Il comparto ovicaprino è un settore strategico, la risoluzione propone alcuni punti come il pegno rotativo, il rispetto dell’accordo con Abi per le anticipazioni, il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi – ha detto Cocco – bene anche la proposta di un’anticipazione bancaria dei premi del Psr con la Regione che garantisce sui fondi da trasferire agli allevatori». 

Cocco, dopo aver ringraziato la Commissione per il buon lavoro svolto, ha posto l’accento sulla richiesta di Coldiretti di un aiuto per garantire liquidità alle aziende agropastorali. «L’associazione di categoria propone il de minimis come misura immediata. Non so se questa sia la soluzione, ma sono pronto a discuterla – ha affermato il capogruppo del Pd – giudico più percorribile la proposta dell’on. Ledda per il ritiro dal mercato delle giacenze di pecorino romano condizionata dalla stipula di un patto tra trasformatori e pastori. Su questo fronte potrebbero essere messi in campo 20 milioni di euro per un’operazione che mira a far risalire il prezzo del latte».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  ha definito il dibattito surreale. «Si fa la ricognizione dei problemi passati ma, a parte l’intervento di Cocco che propone una misura residuale e inadeguata. non ho sentito dalla maggioranza un’indicazione sul da farsi. E’ un elenco di ovvietà su cose che la Giunta avrebbe dovuto fare da tempo. Ci vuole la pazienza del mondo agropastorale per sopportare la chiacchiera».

Pittalis ha quindi annunciato che la minoranza non voterà la risoluzione. «Vi pare che un’opposizione seria debba sottoscrivere un documento che anziché impegnare la Giunta invita ad accelerare gli interventi già attivati. Ci sono adempimenti di carattere amministrativo che hanno necessità della politica. Ai funzionari e agli impiegati qualcuno deve dire di fare in fretta. Non si può parlare di cose future senza considerare le inadempienze pregresse come i premi degli anni scorsi ancora da pagare. Questo è il modo di dare risposte a chi oggi si è messo in marcia verso Cagliari?».

L’esponente della minoranza si è detto infine d’accordo su alcuni provvedimenti di carattere finanziario come il pegno rotativo «ma – ha concluso – ci sono altre azioni che può fare il Consiglio ma sulle quali la Giunta si deve impegnare oggi. Sulla compensazione del reddito dei pastori prevista dalla legge 15 c’è l’impegno a stanziare 30 o 40 milioni di euro? Siete d’accordo a stanziare le risorse per dare serenità al comparto? Questi sono i fatti che contano e non la chiacchiera».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci per la replica.

«Abbiamo parlato altre volte di questo tema importante, oggi siamo davanti alla proposta di una risoluzione nelle quale si trovano misure immediate e altre strutturali che non risolvono il problema in modo definitivo – ha detto Paci – dobbiamo esserne consapevoli. Per questo è importante dare risposte concrete a chi sta attraversando una grave crisi. Se il tema è l’assenza di un assessore all’agricoltura lo si potrebbe risolvere immediatamente nominandone un altro, ma non è così».

Raffaele Paci ha poi invitato l’Aula a riflettere sui temi veri: «Siamo di fronte a un settore in cui la quantità di pecorino romano prodotta determina il prezzo. Se se ne produce troppo il prezzo crolla. Per uscire dalle crisi periodiche che colpiscono l’anello più debole della catena occorre stabilizzare le produzioni. Come? I cartelli non funzionano esiste l’organizzazione interprofessionale che finalmente è stato costituita dopo due anni. Questo è il soggetto che può legittimamente stabilire le quantità di pecorino romano da produrre. Quella è la soluzione del problema. Servono interventi strutturali per non doverci trovare tra qualche anno a parlare della stessa cosa. Questa è la strada maestra. Lavoriamoci tutti insieme – ha proseguito Paci – la Regione è pronta a dare supporto all’Oilos. Occorre fissare la quantità dei dop e delle produzioni primarie in modo che l’intera filiera abbia un’equa remunerazione».

Secondo il vicepresidente della Giunta un altro elemento importante è rappresentato dalla necessità di avere dati certi sulla produzione. «Ogni organizzazione dà i suoi numeri. E’ una cosa incredibile. E’ possibile gestire il più importante settore dell’economia sarda senza avere certezza sui dati? Ci deve essere l’obbligo di conoscere tutti i numeri del settore – ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo – occorre poi ricostruire un clima di fiducia nella filiera e accompagnare questo con gli strumenti indicati per favorire la diversificazione della produzione e la modernizzazione del settore».

Paci ha poi difeso l’operato della Giunta:  «Non si parte da zero, sarebbe ingeneroso nei confronti del precedente assessore. Sono stati pagati 138 milioni di premi Pac e Psr, entro marzo saranno pagati altri 100 milioni (26 dell’indennità compensativa, 30 del benessere animale, 6,4 di liquidazioni pregresse, 38 del premio unico). Ci sono poi altri strumenti creditizi operativi: il pegno rotativo porterà liquidità alle aziende di trasformazione e darà benefici anche ai pastori. C’è l’accordo con le banche per le anticipazioni dei premi Psr e il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi. Tutto questo non basta, servono anche interventi per affrontare le emergenze. Questi però non sono nella disponibilità dell’assessore. C’è una Finanziaria “aperta”, le misure possono essere discusse e individuate dalla Commissione Bilancio».

Sulle parole del vicepresidente Paci è intervenuto con toni polemici il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che è stato richiamato formalmente dal presidente Ganau.

Paci ha quindi concluso il suo intervento ribadendo che la Regione è disponibile ad ascoltare tutte le proposte: «Una in particolare riguarda il ritiro del prodotto invenduto per incidere sul prezzo del latte. Può essere una buona idea a patto che abbia ricadute sulla produzione primaria. Non siamo interessati a dare garanzie alle imprese di trasformazione. Ogni intervento deve andare a vantaggio di tutta la filiera della filiera con un prezzo del latte remunerativo per i pastori – ha detto Paci – riguardo al de minimis non ritengo che sia ciò che serve per aiutare il settore ma, se la maggioranza ritiene che questa sia la strada giusta, non sarà la Giunta ad opporsi. Non credo però che risolva il problema dello stock invenduto, il prezzo del latte rimarrà basso. Servono interventi per rialzare il prezzo e dare garanzia ai pastori per lo sviluppo delle aziende».

Dopo l’assessore Paci, in replica, è intervenuto  Luigi Lotto (Pd) che ha ricordato che proprio dalle audizioni sono scaturite le proposte contenute nella Risoluzione. «Nel documento  – ha detto – abbiamo tenuto conto di tutto quello che ci ha chiesto il mondo agro pastorale. In commissione è emersa la consapevolezza di valutare bene la situazione.  Serve una rivoluzione – ha concluso –nel mondo della trasformazione del latte. Il presidente della Quinta commissione ha  fatto un appello  a tutti i protagonisti della filiera: basta con le divisioni, dobbiamo raggiungere i risultati uniti. Nella filiera devono entrare tutti .  Il clima in aula è diventato molto teso e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto al presidente Ganau in base a quale  articolo del Regolamento le Risoluzioni vengono trattate come le mozioni».

Oscar Cherchi, per dichiarazione di voto, ha detto che riportare la calma dopo aver sentito l’assessore Paci è difficile. «Oggi – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia rivolgendosi al vicepresidente della Giunta – l’ho vista in imbarazzo perché i dati che le hanno dato non erano esaurienti».

Per Gianluigi Rubiu (Udc) questa Risoluzione è un elenco di buoni propositi.  Però – ha aggiunto ironicamente – l’assessore Paci ci rassicura perché ci dice che nel documento che andiamo a votare c’è il “pegno rotativo” o il “pecorino bond”. Rubiu chiede interventi concreti: deve essere la Regione a quantificare quanti soldi intende  destinare al settore

Giovanni Satta (Misto) ha rimarcato il ritardo con cui si affronta l’argomento. Siamo davanti all’eccezionalità – ha sottolineato –  bisogna trovare misure eccezionali. Per Satta è necessario nominare al più presto  l’assessore all’agricoltura.

Per Daniele Secondo Cocco (Sel) attaccarsi così in aula  è stucchevole. Questa Risoluzione non è un libro dei buoni propositi. La Giunta si deve impegnare a dare  risposte all’emergenza.

Luigi Lotto, presidente della Quinta commissione, è intervenuto per chiarire che nella Finanziaria si metteranno 18 milioni di fondi regionali per il comparto. Con i fondi statali si può arrivare a 22 milioni, e forse anche a  26 milioni.

Marco Tedde (Forza Italia) ha definito imbarazzante l’intervento dell’assessore Paci che è partito dal 2011 facendo la cronistoria di quello che è successo in passato. Per Tedde la Giunta deve risolvere i problemi attuali non fare una politica da Ponzio Pilato.

Daniela Forma (Pd) ha detto che l’iniziativa della Coldiretti di questa mattina è stata molto utile, ora spetta al Consiglio accogliere positivamente gli imput che arrivano dal mondo produttivo. Per la consigliera Pd senza l’agricoltura e l’allevamento la Sardegna non si salva.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che la base può essere la risoluzione ma che il documento deve essere emendato con le richieste che arrivano dai lavoratori del comparto. Per Fasolino sarebbe opportuno ritirare il documento  e lavorarci per raggiungere un testo condiviso. 

Gaetano Ledda (Misto) ha aggiunto di essere deluso dall’intervento del capogruppo Pittalis. Io non sono d’accordo sul de minimis, si tratta di un’elemosina ridicola. Abbiamo bisogno di 30 milioni di euro. La politica, che deve rispondere all’emergenza, li deve trovare.

Per Angelo Carta (Psd’Az) nessuno vuol dare elemosine, ma quando si parla di diversificazione bisogna essere chiari. Se i soldi ci sono, Lotto ne ha già trovato 26 milioni, scriviamoli nella Risoluzione. Stasera dobbiamo andarcene non con un invito generico al presidente della giunta ma con l’impegno scritto di trovare i 30 milioni di euro.

Luigi Crisponi (Riformatori)  ha sottolineato la necessità di emendare la Risoluzione con le richieste del mondo agro pastorale. Oggi – ha concluso – dovevamo sancire l’apertura di un  tavolo di pacificazione tra il Consiglio e il mondo delle campagne. Così non è stato.

Attilio Dedoni (Riformatori )  ha detto che tutti sono d’accordo a voler risolvere il problema ma dobbiamo trovare una soluzione urgente. Il capogruppo dei Riformatori ha ribadito che non voterà  una Risoluzione che non dice nulla.

Fabrizio Anedda (Misto) voterà a favore della Risoluzione e ha detto che a volte della “de minimis” si parla a sproposito.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha ribadito che la Risoluzione deve essere integrata con le proposte fatte dalla Coldiretti e, soprattutto, va scritto quanti soldi vanno destinati al settore.

Pietro Cocco (PD) è intervenuto ancora una volta chiarendo le integrazioni da inserire nella Risoluzione. Prima di tutto cambiando la parola “invita” con “impegna” e poi integrando il punto 2 e il punto 4b. Inoltre, nella Risoluzione  si introdurrà un nuovo punto che prevede di inserire a favore del comparto (con un emendamento in Finanziaria) la somma di 14 milioni di euro.  

Per Pittalis la proposta di Pietro Cocco è un passo avanti  ma non risolve  il problema. «Vogliamo – ha concluso – un impegno chiaro che venga dalla giunta».

Dopo una breve sospensione, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto che ha illustrato le modifiche introdotte al testo della risoluzione: l’invito al presidente diventa “impegno al presidente” e al punto 2 si aggiunge dopo benessere animale “anche con apposite convenzioni del sistema del credito”; il punto 4b è sostituito parzialmente dalla dicitura “attivare un intervento con fondi regionali per facilitarne la ripresa del prezzo del latte”; è inserito un nuovo punto con la dicitura “ci si impegna presentare emendamenti per 14 milioni di euro per raggiungere gli obiettivi indicati nella risoluzione”.

Il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha dichiarato favore alle modifiche introdotte ed ha proposto a nome della minoranza l’inserimento della seguente dicitura: «Tutti gli  interventi sono finalizzati a far sì che prezzo del latte non sia inferiore agli 80 centesimi di euro al litro».

Luigi Lotto (Pd) si è detto favorevole ad introdurre ulteriori precisazioni e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha affermato di essere d’accordo nell’inserire la dicitura proposta dal capogruppo Pittalis ma ha riportato perplessità manifestate dagli uffici: «Nel caso sia possibile inserire l’indicazione degli 80 centesimi sono pronto a scriverla perché sono stato il primo a proporla».

E’ quindi intervenuto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci: «Ritengo opportuno aggiungere nuovi punti alla risoluzione – ha detto Paci – stanziare 14 milioni di euro è un impegno importante. Vorrei dire però che il prezzo del latte non lo stabiliamo noi. Possiamo dire che le misure sono finalizzate all’aumento del latte ma non ha senso indicare un prezzo. La Regione stanzia le risorse, il latte in futuro potrà essere pagato 80, 90 o un euro a litro. Questo non lo possiamo dire noi altrimenti prendiamo in giro la gente».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni ha chiarito le ragioni della minoranza: «Non si vuole stabilire un prezzo ma dire che tutte le misure sono finalizzate esclusivamente all’aumento del prezzo del latte ad almeno a 80 centesimi a litro. Altrimenti non votiamo la risoluzione».

Gaetano Ledda (La Base) ha invece ribadito che la somma necessaria per venire incontro ai pastori e riportare il prezzo del latte a un livello accettabile è di 30 milioni di euro. «Solo così si riesce a togliere il tappo della sovraproduzione – ha detto Ledda – non è vero che non possiamo scrivere il prezzo. L’Oilos lo può fare. La Regione stanzia i soldi a condizione che si paghi il latte a 80 centesimi a litro. In questo modo i soldi vanno direttamente ai pastori. Sono loro che stanno morendo».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha invitato l’Aula a procedere: «Ci sono due proposte in campo: una del presidente della Quinta Commissione Lotto e una della minoranza che chiede di scrivere in modo che tutti gli interventi devono essere finalizzati ad avere il prezzo del latte almeno a 0,80 centesimi a litro. Altrimenti non voteremo la risoluzione».

Luigi Lotto (Pd) ha chiarito che le integrazioni alla risoluzione puntano a garantire la  ripresa del prezzo del latte.

Il presidente Ganau ha sollecitato l’Aula ha dare una risposta agli emendamenti orali proposti da Lotto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito che la minoranza voterà una risoluzione con le integrazioni richieste.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece chiesto di avere chiarimenti sulle posizioni diverse assunte dal presidente della Commissione Agricoltura Luigi Lotto e dal capogruppo del Pd Pietro Cocco.

E’ quindi nuovamente intervenuto il presidente Ganau: «Le posizioni sono chiare se non c’è accoglimento degli emendamenti orali la risoluzione rimane quella originaria».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la maggioranza a fare uno sforzo arrivare a una posizione unitaria e scrivere che il prezzo deve aumentare. «Troviamo il modo di dire che troviamo congruo il prezzo di 0,80, ci stiamo avvitando sul tetto. Non vanifichiamo lo sforzo fatto finora. Altrimenti la responsabilità ricadrà su tutti. Non possiamo fissare il prezzo ma dire che l’obiettivo minimo è portare il prezzo a 0,80 centesimi a litro».

Giorgio Oppi (Udc) ha invitato tutti a essere chiari: «Noi diciamo di scrivere 0,80 centesimi, se questo non c’è non votiamo».

Su richiesta della maggioranza il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo Pietro Cocco (Pd) ha proposto l’inserimento della dicitura degli 80 centesimi di euro quale prezzo minimo del latte nelle premesse della risoluzione.

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato: «La dicitura degli 80 centesimi di euro inserita nelle premesse della risoluzione non serve ma va inserita negli impegni della Giunta».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, preso atto della contrarietà agli emendamenti orali proposti da Lotto e Pietro Cocco ha posto in votazione la risoluzione nella sua versione originaria. L’Aula con 26 favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti ha approvato la risoluzione e il presidente Ganau ha annunciato la convocazione dell’Assemblea per oggi, giovedì 2 febbraio, alle 10.30.

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 La commissione Trasporti e Governo del territorio, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna (Udc) ha approvato con 6 voti favorevoli, 4 astensioni ed un voto contrario, la delibera di Giunta relativa allo schema della nuova continuità territoriale aerea (CT1). Nel documento, a seguito di una proposta dell’on. Salvatore Demontis (Pd), è stata inserita una integrazione in 4 punti che dovrà essere sottoposta alla verifica della Giunta nel più breve tempo possibile. L’integrazione riguarda: 1) la possibilità di differenziare la tariffa fra residenti e non residenti estendendo all’intero anno il regime di continuità per i mesi di luglio e agosto; 2) la ulteriore riduzione delle tariffe per i residenti; 3) l’utilizzo delle economie a sostegno della cosiddetta Ct2 con aumento delle destinazioni e degli incentivi del trasporto low cost con particolare riferimento alle principali città europee; 4) lo studio di agevolazioni tariffarie per studenti residenti, sia per il trasporto aereo che per il Tpl (trasporto pubblico locale).

Nel lungo ed articolato dibattito che ha preceduto il voto hanno preso la parola i consiglieri regionali Angelo Carta (Psd’Az), Antonio Solinas, Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni ed Alessandro Collu del Pd, Piermario Manca del Pds, Giuseppe Fasolino ed Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai di Sel, Giovanni Satta del Misto e Pierfranco Zanchetta di Cps. Il confronto, in sintesi, ha evidenziato la volontà comune di agire in tempi brevi ed individuare nuove risorse per abbassare ulteriormente le tariffe estendendole ai 12 mesi dell’anno, ed alcune differenze sul regime della tariffa “unica” per residenti e non residenti. Secondo alcuni, in particolare, sarebbe necessario privilegiare concretamente i residenti mentre altri ritengono che tale scelta finirebbe per danneggiare il settore turistico.

L’assessore Massimo Deiana, dopo aver ricordato che la scelta della Regione rappresenta «la sintesi di tanti interessi in gioco spesso divergenti e nello stesso tempo esprime il valore strategico di una Sardegna sempre connessa con il mondo esterno attraverso uno strumento che consente concretamente di superare il gap dell’insularità».

A causa del protrarsi del dibattito, la commissione ha deciso di rinviare alla prossima settimana l’audizione dello stesso assessore Deiana sulle parti di competenza della Legge di Stabilità 2017.

 

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Più disponibilità di posti, aeromobili più grandi, certezze dei collegamenti, tariffe basse, clausola di salvaguardia nei contratti per intervenire fare fronte ai picchi eccezionali di traffico.

Sono gli elementi principali del nuovo modello di continuità territoriale area (Ct1) che l’assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana ha illustrato alla competente commissione del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna (Udc Sardegna).

«Rispetto al sistema precedente – ha dichiarato l’assessore Deiana – si tratta di innovazioni importanti che tengono conto dei risultati dello scorso anno, delle valutazioni degli esperti del settore e, soprattutto, del confronto con tutti i portatori di interesse». «In sintesi – ha aggiunto l’assessore – abbiamo messo a punto uno schema che prevede, per 10 mesi l’anno, una tariffa di 37 euro per Roma e  46 per Milano, mentre nei 2 mesi estivi di maggior traffico si volerà con un costo rispettivamente di 70 e 80 euro, al netto delle tasse aeroportuali che sono libere e di altri oneri (spesso piuttosto significativi) che compongono il prezzo finale del biglietto».

Un aspetto particolarmente interessante del nuovo modello di continuità riguarda, secondo Deiana, il numero dei posti disponibili. «Rispetto ai 2.4 milioni di posti del 2016 che abbiamo portato a più di 3 con interventi in situazioni di emergenza – ha spiegato Deiana – con il nuovo modello arriveremo a 4 milioni già nel primo anno con una progressione a salire che ci porterà fino ai 5 milioni; una proiezione realistica fondata anche sul grande aumento di traffico del 2016, che ha fatto registrare una crescita a due cifre vicina al 30%, sostenuta quasi per intero dai non residenti e dal mercato internazionale».

Per quanto riguarda le risorse, l’assessore le ha stimate fra i 50 ed i 51.5 milioni di euro, provenienti dal bilancio regionale e da fondi dello Stato (i 120 milioni in 4 anni previsti dal Patto per la Sardegna, di cui è materialmente disponibile solo la prima annualità). Infine, la tempistica. La commissione dovrebbe esprimere il parere preliminare sulla delibera della Giunta martedì prossimo; il provvedimento tornerà poi all’attenzione dell’esecutivo per l’approvazione definitiva per essere successivamente inserito in un decreto del Governo. A quel punto, la Regione potrà bandire la gara ed i vettori avranno 6 mesi di tempo per presentare le offerte. Il traguardo finale è quindi quello, già annunciato, dell’ottobre 2017.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Roberto Deriu, Piero Comandini, Antonio Solinas ed Alessandro Collu (Pd), i capigruppo di Cps Piefranco Zanchetta e del Psd’Az Angelo Carta.

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Il Consiglio regionale questo pomeriggio ha approvato il Rendiconto generale della Regione e il Rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2015; ha dato il via libera all’assestamento di bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018; ha approvato all’unanimità la proposta di legge per il superamento del precariato nel sistema regione,; ha approvato il disegno di legge sulla vigilanza, monitoraggio e controllo delle attività di servizio pubblico di cabotaggio marittimo con le isole minori; e, infine, la mozione n. 272 sul licenziamento di infermieri in servizio presso le carceri di Badu ‘e Carros e Mamone.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 387 – Giunta regionale – “Approvazione del Rendiconto generale della Regione Sardegna per l’esercizio finanziario 2015 e del Rendiconto consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio finanziario 2015”. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini, nel suo intervento, ha annunciato di volersi rimettere alla relazione depositata agli atti del Consiglio, chiedendo però alla Giunta chiarimenti sui problemi segnalati nella mattinata fra Agea e Banca d’Italia relativi ad una serie di pratiche agricole.

Il relatore di minoranza Christian Solinas (Psd’Az) ha affermato che «sotto il profilo della forma il provvedimento è coerente con la recente delibera della Corte dei Conti e certifica che la Regione entra per prima in Italia nell’area del bilancio armonizzato con i ritardi connessi a questo adempimento, perché le obbligazioni sono registrate nel momento in cui vengono assunte ma imputate all’esercizio in cui scadono, di qui la necessità di una complessa azione di accertamento residui». Nel merito, ha proseguito Solinas, «la Corte ha messo in evidenza un aumento dei costi delle partecipate per 92 milioni all’esercizio precedente, riferito in parte a società in liquidazione che continuano ad assumere e ciò impone una profonda riflessione sul contenimento di spesa che non c’è, e che dovrebbe essere realizzato prima di avviare ogni progetto di stabilizzazione». Poi, ha aggiunto, «c’è il grande problema della sanità con un disavanzo 2015 pari a 344 milioni, costi di produzione in costante crescita e spesa farmaceutica a più 14%, a conferma delle forti criticità del settore in ordine al piano di rientro». Per questi motivi, ha concluso, «la minoranza si asterrà».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che «parifica in ritardo della Corte dei Conti non giustifica i ritardi nell’azione di programmazione della Giunta pur comprendendo le difficoltà connesse al pareggio di bilancio». In particolare, ha sottolineato la Zedda, «anche nel rendiconto emergono alcuni fallimenti della Giunta, dall’aumento dei residui passivi al calo nel recupero delle entrate; dalle partecipate con incremento di personale come Sotacarbo ad altre società in liquidazione che hanno visto spese in crescita; dalla sanità dove nessuna azienda ha conseguito risparmi dopo due riforme di settore e la qualità del servizio resta insoddisfacente, alla gestione interna dei flussi finanziari caratterizzata da un preoccupante ritardo generale nei pagamenti». Se poi è vero che ci sono più risorse, ha sintetizzato, «bisogna spenderle in tempi molto più rapidi».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha parlato di «rendiconto come passaggio tecnico che consente però di fare importanti riflessioni politiche e non è vero, nel merito, che la Corte dei Conti ha certificato i successi della Giunta, anzi al netto dei ritardi per l’entrata in vigore del nuovo sistema non sono migliorate nè l’efficienza della macchina amministrativa né la capacità di assicurare buoni obiettivi di bilancio, tanto è vero che siamo molto indietro sia con assestamento che con legge di stabilità». Il risultato di amministrazione, ha poi osservato Truzzu, «è peggiorato per circa 100 milioni e poi, altro dato preoccupante, emerge una capacità di programmazione e di spesa delle risorse ferma al 26% che fra l’altro si proietta negativamente sugli esercizi futuri». La stessa legge approvata stamattina, ha lamentato Truzzu, «prevede una procedura censurata dalla Corte dei Conti in materia di razionalizzazione delle partecipate; occorre poi fare piena luce sulle risorse destinate alle fondazioni che, nel 2015, hanno ottenuto 11 milioni dalla Regione senza che nessuno sappia come e perché».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, ricordando di aver partecipato all’udienza di parifica della Corte dei Conti, ha affermato che «il regime del bilancio armonizzato determinerà in prospettiva un maggior ordine nei conti della Regione ed una quota di programmazione di competenza del Consiglio che acquisterà una rilevanza più ampia». I richiami sulle entrate dove c’è molto da incassare attraverso specifici decreti attuativi, ha concluso Locci, «ed i problemi di tracciabilità della spesa dei fondi comunitari rappresentano indicazioni coerenti con la necessità di assegnare più spazi al Consiglio nella sessione di bilancio».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha detto che, a suo avviso, «il rendiconto è documento politico perché, fra l’altro, consentirà di vedere come si comportano alcune forze della maggioranza, che prima prendono le distanze e poi votano tutto; un punto sul quale bisogna fare una grande operazione verità». Secondo Pittalis si prosegue nell’ambiguità con cui, «da una parte si annuncia una stagione nuova di gestione oculata delle risorse e poi si continua nella logica dei peggiori sprechi». Citando un articolo comparso sul quotidiano on-line Sardiniapost, Pittalis ha rilanciato la notizia di un contratto del 7 dicembre, una settimana fa, stipulato da un addetto del gabinetto dell’assessore Falchi (dimissionaria) col Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale per 16.000 euro relative al lavoro di appena un mese». La mia, ha continuato il capogruppo di Forza Italia, «è la formale denuncia politica di un sistema che deve assolutamente finire; andremo fino in fondo chiedendo conto di tutte le consulenze del sistema Regione e dico fin da ora che, se per la finanziaria non avremo questi dati, faremo le barricate».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che dal dibattito del Consiglio sono emersi spunti interessanti su tre temi principali: cambiamenti introdotti dal principio del bilancio armonizzato, situazione delle partecipate e sanità. Per quanto riguarda i tempi, ha sostenuto l’assessore, «c’erano dei ritardi nell’approvazione dei documenti contabili in parte recuperati con un grande sforzo, riconosciuto anche dalla Corte dei Conti, sul piano organizzativo ed informatico, uno scotto che non si dovrebbe ripetere comunque non in queste dimensioni». Ora, ha spiegato Paci, «la Regione ha ottenuto il risultato di bilancio richiesto con un surplus positivo per 80 milioni, i residui passivi sono ancora parecchi ma il loro volume è stato di molto intaccato, come dimostra l’indice smaltimento passato dal 40% del 2013 al 79% del 2015, la spesa del 2015 infine ha potuto contare su 400 milioni in più per effetto del superamento vincoli del patto di stabilità». Soffermandosi sui problemi della sanità, l’assessore ha riconosciuto che si tratta di «un grande problema strutturale con tante cose ancora da fare come sistema Sardegna» mentre, in materia di spesa del personale, «siamo dentro i parametri ma resta una attenzione molto alto». Sulle partecipate, infine, secondo Paci «è un tema storico che va affrontato anche se sono state risolte molte questioni importanti e sono convinto che il lavoro comune porterà a risultati molto migliori».

Rispondendo in conclusione alla richiesta di chiarimenti del consigliere Sabatini, l’assessore ha comunicato che il presidente della Regione Pigliaru ha inviato una lettera alla Banca d’Italia per sbloccare pagamenti destinati al sistema agricolo regionale, dopo chiusura della tesoreria dell’istituto il 12 dicembre scorso. Sulle consulenze, argomento sollevato dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, l’assessore ha garantito che saranno forniti al Consiglio i dati completi, fermo restando che il caso segnalato era già da questa mattina all’attenzione del presidente Pigliaru.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge e, a seguire, gli articoli e gli allegati del provvedimento.

Prima del voto finale del testo, il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha contestato le dichiarazioni del collega Pittalis in materia di consulenze, ricordando che «il commissario di quell’ente dice di essere vittima di falsità verificabili per tabulas e di un inquinamento mediatico che rende necessaria una immediata rettifica». Per quello che so, ha concluso, «non c’è niente di vero e si farebbe meglio a tacere».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rimproverato a Ruggeri «di fare il Torquemada per quello che gli pare salvo poi fare appelli alla trasparenza; ho detto che riprendevo una notizia di cui ho chiesto conto all’assessore ed anzi vorrei capire come mai conosce così bene questa vicenda». Non ci faremo mettere bavagli, ha concluso, «vogliamo la verità della Giunta»

Sull’ordine dei lavori, l’assessore Paci è tornato al testo in votazione proponendo, con un emendamento orale, di inserire un articolo 9 sull’immediata entrata in vigore del provvedimento.

L’emendamento orale è stato approvato e, subito dopo, il Consiglio, ha espresso il voto finale sulla legge con 30 voti favorevoli, 4  e 12 astenuti.

Dopo il Rendiconto l’Aula ha esaminato il disegno di legge 388/A, ossia l’assestamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018 ai sensi dell’articolo 50 del decreto legislativo n. 118 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni.

Il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, ha preso la parola per illustrarlo, riportando il parere favorevole della commissione III, sollecitando “la rapida approvazione da parte dell’Aula”.

Nessun iscritto alla discussione generale: il Consiglio ha votato l’articolo 1 e a seguire il 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 e a seguire gli allegati 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10/A, 10/B, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17.

La legge di assestamento del bilancio è stata così approvata.

L’Aula ha poi esaminato la proposta di legge 390 “Norme per il superamento del precariato nella Regione”. L’on. Gavino Manca (Pd) l’ha illustrata dicendo che “il testo è frutto del lavoro della Seconda e della Terza commissione” e ha aggiunto che “stiamo parlando di circa 200 persone da stabilizzare e di una norma che una volta per tutte deve tracciare una linea di discontinuità con il passato ponendo le condizioni perché non venga creato nuovo precariato nella Regione”. L’esponente di maggioranza ha illustrato rapidamente le modalità del piano di stabilizzazione.

Per l’on. Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, “questo è un obiettivo di legislatura di tutto il Consiglio regionale. Abbiamo lavorato in questi anni per individuare le cause del precariato e le possibili soluzioni, evitando false illusioni e conoscendo i limiti della legislazione regionale rispetto alla legislazione statale. Si è fatto ricorso in questi anni a lavoro precario dentro i servizi regionali e per questo all’inizio della legislatura abbiamo inteso tracciare una linea, una volta per tutte”. Per il relatore “l’applicazione delle norme statali e della legge regionale in discussione darà certezza giuridica alla Regione. Oggi il Consiglio c’è un testo in grado di tracciare una strada per l’amministrazione anche se sarebbe stato meglio chiudere questa situazione qualche mese fa ma non avremmo  avuto un testo così elaborato ed efficace”.

Per l’on Mario Floris “se non consideriamo in modo prioritario tutti i temi del lavoro e dell’economia non possiamo affrontare in maniera organica il tema del personale della Regione. Per questo rinnovo l’invito perché si apra una sessione speciale sullo Statuto di autonomia e di confronto con lo Stato”.

Per l’on. Roberto Deriu (Pd) “la giornata è importante e da ricordare perché queste norme sono attese con speranza da tanti sardi. Anche da quelli che sperano in futuro di entrare a far parte dell’amministrazione regionale e degli enti locali. Questo testo è una legge, peraltro: non un provvedimento amministrativo mascherato da legge”.

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) “è importante il lavoro di sintesi che è stato fatto dalle commissioni ed è importante che contenga una linea di demarcazione per il futuro”. Anche l’on. Rubiu (Udc) si è associato e ha ricordato: “Anche noi siamo firmatari della legge e oggi si rende giustizia a chi lavora in Regione con un ruolo di precario. Ma non possiamo ora dimenticare i precari delle Asl, delle società in house e delle aziende regionali”.

Per il riformatore Attilio Dedoni, firmatario del provvedimento, “il problema del precariato nella nostra Regione sembra proprio che non abbia fine. Questa è una norma di partenza, l’inizio di un percorso”.

Anche il capogruppo di Forza Italia, on. Pittalis, ha ricordato di aver firmato il testo: “Su questi temi si misura la capacità e la credibilità di una classe politica. Questo è un primo tentativo di soluzione di un problema. Finalmente andiamo verso qualche traguardo ma è soltanto l’inizio, anche se abbiamo cercato di dare la risposta adeguata nell’articolo 7 per evitare disparità di trattamento tra casi simili. Confidiamo sul fatto che sia accolto il nostro emendamento 2 e che dopo le vacanze si possa lavorare tutti assieme per affrontare il resto della materia”.

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci che ha rivolto un plauso all’iniziativa assunta dal Consiglio con la presentazione di una legge per il superamento del precariato e sulla quale – ha detto – “c’è il pieno consenso della Giunta”. «Condividiamo l’impostazione complessiva del provvedimento finalizzato a dare una risposta a un problema di grande importanza per tutte le amministrazione pubbliche – ha detto Paci – non è un provvedimento amministrativo ma una legge con caratteristiche importanti di generalità che dà risposte precise. Con le risorse messe a disposizione ci sono gli spazi per intervenire anche su altri fronti: le progressioni interne del personale e i concorsi per nuove assunzioni. Bisogna pensare anche alle migliaia di giovani laureati che aspettano un concorso pubblico. Nella legge c’è il giusto equilibrio tra esigenze diverse. Questa legge non riuscirà a dare una soluzione per tutto ma va nella giusta direzione».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Oggetto e finalità. Integrazioni alla legge regionale n. 31 del 1998”. Il presidente della Terza Commissione Franco Sabatini (Pd) ha invitato l’Aula a riflettere sull’appello rivolto dall’ex presidente della Regione Mario Floris che nel suo intervento aveva sollecitato l’impegno del Consiglio per la riscrittura dello Statuto. «Non vorrei che questo appello cadesse nel nulla – ha detto Sabatini – con il provvedimento di oggi si interviene su un problema rilevante ma non  sull’organizzazione generale della Regione e del personale che passa attraverso la riscrittura dello Statuto. L’auspicio è che dopo le feste e la discussione della Finanziaria si affronti il tema. Ritardi e disfunzioni sono evidenti, ne subiamo le conseguenze tutti i giorni. La macchina va riorganizzata, anche la legge sul personale ha subito tante modificazioni, è necessario riscriverla. Ci sono servizi degli assessorati sovradimensionati e altri sottodimensionati, non si riesce ad attrezzarli per dare risposte ai cittadini. Occorre porre fine al precariato esistente e non crearne del nuovo. Il precariato nasce quando con le leggi ordinarie non si riesce a dare risposte alle esigenze della macchina amministrativa».

Posto in votazione l’articolo 1 è stato approvato all’unanimità (42 voti favorevoli su 42 votanti).

Si è quindi passati alla discussione dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 31 del 1998 (Gestione delle risorse umane)” e degli emendamenti. Il presidente della Seconda Commissione Gavino Manca ha chiesto il ritiro dell’emendamento aggiuntivo e degli altri presentati su due temi specifici come la formazione professionale e il personale della Regione. «Propongo il ritiro di questi emendamenti e propongo la presentazione di due ordini del giorno che impegnino le commissioni ad affrontare entro i primi 30 giorni di gennaio i due argomenti in modo complessivo». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci che ha invitato i presentatori a ritirare tutti gli emendamenti tranne il 3, il 6 e il 7.

L’emendamento aggiuntivo n.4, presentato dal consigliere Walter Piscedda è stato ritirato. Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità (41 voti su 41 votanti). 

All’’articolo 3 “Reclutamento speciale” sono stati presentati gli emendamenti 3, 6 e 7. Il  6 è stato ritirato.

L’articolo 3 è stato approvato all’unanimità. Anche l’emendamento 3, su cui c’era parere favorevole di giunta e commissione, è stato approvato  all’unanimità. Questo emendamento con l’aggiunta del comma 4 bis prevede lo stanziamento di 500.000 euro per il fondo di reclutamento del personale a tempo indeterminato dipendente e dirigente dell’amministrazione regionale  a decorrere dal 2017. Anche l’emendamento 7 è stato approvato all’unanimità. L’emendamento prevede al comma 8 dell’articolo 3 dopo la parola “espletamento” l’aggiunta delle parole “per una durata prevalente attestata dal responsabile della struttura”.

L’articolo 4 “Proroga dei contratti” è stato approvato all’unanimità. All’articolo 5 “Reclutamento ordinario” sono stati presentati gli emendamenti 1, 2 e 5 . il presidente Manca ha chiesto però il ritiro di tutti gli emendamenti. L’assessore regionale al lavoro Virginia  Mura  ha detto all’Aula che la legge sulla formazione professionale è quasi pronta e sarà portata all’esame della commissione entro i primi dieci giorni di gennaio. Gli emendamenti 1, 5 e 2 sono stati ritirati. La dichiarazione dell’assessore – ha detto il capogruppo di FI Pietro Pittalis – è importante . Aspettiamo il provvedimento sulla formazione professionale,  promesso dall’assessore,  entro i primi 10 giorni di gennaio. Messo in votazione l’articolo 5 è stato approvato. Stesso consenso anche per gli articoli 6 “Mobilità del personale del soppresso ESAF” e 7 “Modifiche all’articolo 37 della legge regionale n.9 del 2016 (Personale)”. Sull’articolo 8  il presidente della Commissione Lavoro Gavino Manca ha chiesto il voto negativo  perché l’argomento sarà l’oggetto di un provvedimento separato. L’articolo 8 “Ispettori fitosanitari” è stato bocciato (votanti 30, sì 2, contrari 28). Approvato senza discussione anche l’ articolo  9 “Modifiche alla legge regionale n. 32 del 2016”. Sull’articolo 10 “Monitoraggio del personale
delle società partecipate” è intervenuto il presidente della Prima commissione Francesco Agus che ha chiesto di introdurre  un emendamento orale per inserire in questo articolo anche il monitoraggio del personale delle aziende sanitarie. L’emendamento è stato accolto e l’articolo 10, così emendato,  è stato approvato. Via libera anche all’articolo 11 “Norma finanziaria” e all’articolo 12 “Entrata in vigore”.  Il presidente ha messo poi in votazione un ordine del giorno sull’organizzazione del personale delle amministrazioni del sistema Regione che è stato approvato all’unanimità.  Questo ordine del giorno impegna la Giunta, entro 30 giorni, ad effettuare un monitoraggio che individui le criticità relative agli inquadramenti  del personale delle Amministrazioni del sistema Regione e a individuare le strade percorribili che risolvano in via definitiva le criticità. Approvato anche un ordine del giorno sulla riforma del sistema della formazione professionale, con l’astensione di Mario Floris (misto). Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’intero provvedimento che è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio ha quindi preso in esame del Dl n. 375 – Giunta regionale – “Vigilanza, monitoraggio e controllo sulle attività di servizio pubblico di cabotaggio marittimo con le isole minori”

Assente l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, trattenuto a Roma da impegni istituzionali, il provvedimento è stato illustrato dal consigliere Antonio Solinas (Pd), che ha sottolineato la necessità «di recuperare quelle aliquote di personale non inserite a seguito del bando di gara; per quanto riguarda le risorse, per il 2016 arriveranno dalla continuità territoriale marittima mentre per la spesa pluriennale fino al 2022 si troverà copertura dai fondi del Trasporto pubblico locale regionale». C’è l’urgenza, ha concluso Solinas, «di approvare in tempi rapidi la legge per evitare di perdere risorse preziose».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto in apertura ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione «su un pezzo della complicata vicenda Saremar che ancora non vede la luce mentre, nella gran parte, i lavoratori ex Saremar ora dipendenti Delcomar vivono un precariato molto grave e si registra un arretramento complessivo su salvaguardia dei posti di lavoro e di recupero dell’indotto, segno che al momento la privatizzazione non ha determinato miglioramenti». Al termine dell’esame della legge, ha concluso Pizzuto, «auspico l’approvazione di un ordine del giorno che prevede premialità per alcune figure professionali provenienti dall’ex indotto Saremar; colgo l’occasione per invitare la Giunta ad un monitoraggio molto puntuale sull’attuazione del contratto».

Esprimendo il parere della Giunta, favorevole, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha confermato l’attenzione dell’Esecutivo sull’attuazione degli impegni politici assunti a suo tempo ed annunciato che una delibera dell’assessore del Lavoro sarà presto sottoposta all’attenzione della Giunta.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge ed i 3 articoli che la compongono. Voto favorevole dell’Aula anche ad un ordine del giorno unitario che impegna il presidente della Regione e l’assessore dei Trasporti “a prevedere adeguate garanzie per assicurare, nell’ambito delle selezione pubbliche, adeguate premialità ai lavoratori precedentemente occupati nell’espletamento dei servizi accessori al cabotaggio, con particolare riferimento al servizio di biglietteria”. Subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale alle legge con 35 voti favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’ultimo punto all’ordine del giorno: la mozione n. 272 sul licenziamento degli infermieri in servizio presso il carcere di Badu ‘e Carros e Mamone.

«Un atto di barbarie appena consumato – ha detto il primo firmatario del documento Daniele Cocco (Sel) – un provvedimento che riguarda 15 infermieri professionali che prestavano servizio negli istituti penitenziari di Nuoro e Mamone da oltre 13 anni. So che l’assessore ha studiato il problema e sta cercando soluzioni. Auspico che oggi ci sia una risposta soddisfacente. Stiamo parlando di persone con famiglie a carico che vedono mettere in discussione il loro percorso esistenziale».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con la mozione e ha chiesto di poter aggiungere anche la sua firma al documento. «Stiamo discutendo di problema serio, di rilevanza non inferiore rispetto alle situazioni di altri lavoratori. E’ una questione che l’assessore Arru conosce bene. Parliamo di 15 infermieri specializzati che operano in un settore sensibile come quello delle carceri. Credo che sia necessario trovare una soluzione magari favorendo una proroga dei contratti in attesa che si espletino le procedure concorsuali. Questi infermieri hanno lavorato senza soluzione di continuità per oltre 13 anni, l’amministrazione potrebbe essere esposta a contenziosi con un aggravio dei costi».

Antonio Solinas (Pd) si è detto d’accordo con il contenuto della mozione invitando però i presentatori a non limitarla ai soli istituti penitenziari del nuorese. «E’ un problema che riguarda tutte le carceri dell’Isola – ha detto Solinas – va affrontato e risolto in modo complessivo».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha riconosciuto la gravità della situazione: «Ci siamo fatti carico del dramma dei lavoratori e abbiamo approfondito la situazione degli infermieri che lavorano a Badu ‘e Carros e Mamone ma, come dice Solinas, è necessario fare un ragionamento complessivo. Una norma nazionale trasferiva alle Regioni il compito di risolvere alcune situazioni del personale sanitario delle carceri. La Regione Sardegna non ha purtroppo mai predisposto un disegno di legge per bandire concorsi e selezioni per il reclutamento di infermieri e medici. Si è fatto ricorso alle proroghe che alla fine ci hanno portato a questa situazione. Ora serve una legge del Consiglio per valorizzare questo personale e il loro percorso formativo. E’ questa l’unica soluzione possibile».

Daniele Cocco, nella replica come primo firmatario della mozione, ha espresso soddisfazione per le parole dell’assessore: «Auspico in tempi rapidi una proposta della Giunta per ri-selezionare il personale, solleciterò l’assessore perché ciò avvenga altrimenti se ne farà carico il Consiglio. Questa situazione è intollerabile».

Messa ai voti la mozione è stata approvata all’unanimità (32 sì su 32 votanti).

Successivamente il presidente Ganau ha comunicato all’Aula l’inammissibilità, secondo le disposizioni del Regolamento,  dell’ordine del giorno sui tagli ai servizi di Poste Italiane presentato dal consigliere Eugenio Lai.

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga dei termini del Piano Casa. Il presidente Ganau ha aperto la seduta mettendo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: l’elezione del nuovo Ufficio di Presidenza prevista dall’art 11 del Regolamento interno.

Sull’ordine dei lavori, è intervenuto il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno ponendo al primo punto la proroga del Piano Casa.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato di non potersi opporre alla richiesta ma, allo stesso tempo, ha stigmatizzato l’atteggiamento della maggioranza: «Non è usuale che un Ufficio di Presidenza, scaduto da mesi, non venga rinnovato. Sulla richiesta della maggioranza probabilmente incide il risultato del voto referendario – ha detto Carta – prendiamo atto di una difficoltà interna al centrosinistra che non permette di discutere gli argomenti iscritti all’ordine del giorno. Mi auguro che il voto di domenica scorsa non provochi altre scosse di assestamento e che queste non si riversino sull’Aula e sul popolo sardo».

Anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato il suo assenso alla richiesta presentata dal capogruppo del Pd manifestando però forti perplessità sulla decisione  di rimandare ancora una volta l’elezione del nuovo Ufficio di Presidenza. «Si tratta di un organo importante per il governo dell’Aula – ha affermato Dedoni – il Consiglio rimane monco, con tutte le aggravanti». Dedoni ha poi invitato la maggioranza a superare i problemi determinati dal voto referendario: «Comprendiamo la situazione, non sarebbe stato così se qualche rappresentante della Giunta non si fosse apertamente schierato per il Sì. Ciò che chiediamo è che questo non condizioni i lavori del Consiglio. Occorre andare avanti perché ci sono importanti provvedimenti di legge da esitare».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur riconoscendo che la richiesta di inversione dell’ordine del giorno rientra nella normale dialettica tra maggioranza e opposizione, ha rimarcato il fatto che il cambio di programma arrivi in un momento particolare. «Apprendiamo dalla stampa delle dimissioni dell’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro e di quelle imminenti dell’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi – ha sottolineato Pittalis – c’è una crisi politica in atto, una crisi del governo della Regione che rischia di passare in secondo piano. Noi diciamo sì alla richiesta di inversione dell’ordine del giorno ma allo stesso tempo chiediamo che Pigliaru riferisca in Aula sulla situazione. Il presidente della Regione è il principale sconfitto del voto referendario per aver appoggiato il centralismo e l’autoritarismo di Renzi».

Il capogruppo azzurro ha poi rimarcato le difficoltà economiche e il malessere sociale della Sardegna: «E’ urgente una convocazione ad hoc del Consiglio – ha concluso Pittalis – nel pieno di una crisi politica la cosa più naturale sarebbe bloccare i lavori. Noi, invece, vogliamo approvare la proroga del Piano Casa perché lo chiedono le associazioni di categoria, gli imprenditori e quella fetta di popolazione disperata. Diciamo sì per senso di responsabilità. L’elezione dell’Ufficio di Presidenza non può però andare oltre il prossimo martedì. Spero nella sensibilità istituzionale del Presidente Ganau, altrimenti l’opposizione non starà a guardare».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha invitato i colleghi di maggioranza a non strumentalizzare il risultato del voto di domenica scorsa. «Ero dentro i Comitati per il No, sono felice per la vittoria al referendum costituzionale – ha detto Cocco – non era però un giudizio su questa maggioranza della quale faccio parte con orgoglio. Con il presidente Pigliaru e la e Giunta abbiamo condiviso un programma che stiamo cercando di attuare, ora si tratta di accelerare. Non si può dire che noi non vogliamo risolvere i problemi. A questo gioco non ci stiamo. Siamo in grado come maggioranza di poter rilanciare l’azione di governo. C’è disponibilità da parte del Presidente sul quale nutriamo la massima fiducia».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di ritenere urgente l’approvazione della proroga del Piano Casa pur ritenendola insufficiente. «Questo non è il nostro Piano Casa – ha detto Rubiu – la questione va approfondita. Una semplice proroga non basta. Il testo deve essere migliorato, è evidente che la maggioranza ha fallito gli obiettivi». Anche l’esponente dell’Udc è tornato sul risultato della consultazione referendaria di domenica scorsa: «Non vogliamo strumentalizzare ma i sardi hanno voluto dire a questa Giunta di andare a casa. Per una volta siamo campioni d’Italia: abbiamo prima bocciato Renzi e poi Pigliaru».

Gianluigi Rubiu, infine, ha lamentato una scarsa tutela dei diritti della minoranza: «Lei, presidente Ganau, dovrebbe essere il nostro garante, in alcuni momenti questo non avviene. Chiediamo il rispetto delle regole. Vogliamo risposte a interrogazioni ed interpellanze che invece non vengono discusse. E’ normale che vengano ripetutamente disattese?».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha respinto le critiche e invitato l’opposizione a tenere un atteggiamento diverso: «Ogni occasione è buona per discutere di argomenti che nulla hanno a che vedere con i lavori dell’Aula – ha detto Cocco – se ci saranno dimissioni in Giunta,  Pigliaru non mancherà di venire in Consiglio a riferire. Quanto al referendum, si è votato su un quesito che riguarda la Costituzione e non sul governo della Regione, sulla possibilità di riformare il Paese e non per il Consiglio regionale. Dire che si è votato su Pigliaru non è vero. In maggioranza, Pd a parte, quasi tutti si sono espressi per il No. Anche Pigliaru aveva il diritto di esprimere la sua opinione. C’è libertà di pensiero».

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris, ha invece puntato l’attenzione sulla richiesta di proroga del Piano Casa. «La Giunta aveva promesso una nuova legge urbanistica invece si rinvia ancora di un anno – ha detto Floris – questo non è il modo di lavorare. Il voto dato dai sardi al referendum dice che la gente vuole contare di più. Non vuole più saperne delle prese in giro».

Il capogruppo di Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha voluto ribadire che la richiesta di votare al più presto per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza mira ad assicurare uno strumento importante per il governo dell’Aula e non a riempire caselle o occupare sedie.

Terminati gli interventi, il presidente Ganau ha messo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno che è stata approvata dal Consiglio. 

Il relatore della legge Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che «in occasione dell’approvazione della legge 8 del 2015 sull’edilizia erano stati indicati i tempi per il varo della nuova legge urbanistica ma, rispetto a queste scadenze, siamo andati oltre pur essendo quasi completato il disegno di legge della giunta, per cui con questo provvedimenti ci limitiamo ad evitare un vuoto legislativo prorogando la legge 8 fino al 31 dicembre del 2017». «Non abbiamo introdotto emendamenti sostanziali, al testo – ha concluso – fatta eccezione per uno che anch’esso prolunga i termini di scadenza della disposizioni contenute nell’art.17».

Il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha sottolineato il senso di responsabilità dell’opposizione che «ha accolto la richiesta di invertire l’ordine del giorno solo per esaminare una legge che la Sardegna aspetta da almeno un anno e mezzo, perché i ritardi della maggioranza sono fino troppo evidenti, rallentano ed ostacolano l’attività del Consiglio a causa di una serie di fibrillazioni che attraversano le diverse componenti del centro sinistra». «Per noi – ha sostenuto – la legge sull’edilizia deve essere prorogata nonostante i suoi modestissimi incentivi volumetrici che possono comunque dare stimolo ad una economia che stenta ed è in grandissima difficoltà anche perché trascurata dal governo regionale». «Un gravissimo ritardo – ha aggiunto Tedde – pesa sulla nuova legge urbanistica che ancora non si vede e non è arrivata nemmeno in commissione e, in tema di interventi sociali, vogliamo segnalare che la mancata approvazione del regolamento determinerà l’impossibilità di spendere entro il 31 dicembre i 33 milioni del reddito di inclusione sociale, un altro grave ritardo che la maggioranza sta scaricando sulle famiglie sarde più deboli».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha riconosciuto che il capogruppo del Pd ha fatto considerazioni politiche importanti, «dimenticando però di dire che il risultato del referendum ha determinato la paralisi del Consiglio regionale; in altre parole se non fosse stato per il senso di responsabilità della minoranza non si sarebbe prorogato il Piano-casa facendo precipitare in una situazione gravissima il settore dell’edilizia». «Questo – ha ribadito Fasolino – non è il nostro Piano-casa ma una legge viziata dal solito pregiudizio ideologico che limita la crescita e lo sviluppo dell’economia regionale, come è accaduto in altre circostanze è una mezza risposta che non risolve il problema; anzi è emblematica di come sta amministrando il centro sinistra che evita di fare scelte chiare e finisce sempre per piegarsi a compromessi al ribasso». «Noi però vogliamo guardare – ha concluso – ed auspichiamo una buona legge urbanistica davvero utile ai sardi».

Sempre per Forza Italia, la vice capogruppo Alessandra Zedda ha parlato di «ennesima rappresentazione del brutto spettacolo della Giunta e della maggioranza, ora l’uomo è nudo o con un vestitino fuori moda che non piace ai sardi, perché sta emergendo l’incapacità del centro sinistra di guidare la Regione, perché privo di una strategia di sviluppo economico e di una idea di come fronteggiare la crisi». «La proroga della legge edilizia – ha aggiunto – è un esempio di tale incapacità, dopo tanti annunci e proclami ma la legge urbanistica ancora non c’è e solo perché lo ha consentito la minoranza questo provvedimento arriva in Aula in zona Cesarini, ennesimo provvedimento su cui bisognerà intervenire ancora». Quello dell’edilizia, secondo la Zedda, «è un argomento serio che muove davvero l’economia di molti settori produttivi, migliora il patrimonio edilizio ed accresce la sicurezza e l’efficienza dei nostri fabbricati, perciò è auspicabile un intervento di qualità sull’urbanistica senza stravolgere il testo in Consiglio come è accaduto un anno e mezzo fa». Soffermandosi sulla situazione politica, la Zedda ha concluso dichiarando che «le dimissioni dell’assessore Demuro sono legate alla riforma costituzionale come ha detto lui stesso, non certo per strumentalizzate dell’opposizione».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha premesso di essere poco appassionato dal dibattito sul dopo referendum ma molto più interessato al Piano-casa «di cui la Sardegna ha molto bisogno anche se ho paura che l’attesa di una nuova legge urbanistica sarà ancora molto lunga, visto che la maggioranza non è riuscita a portarla dopo un anno e mezzo nemmeno all’attenzione della commissione». I dati, a giudizio di Crisponi, «sono molto chiari: il Piano-casa del centro destra ha prodotto ottimi risultati mentre la legge edilizia del centro sinistra ha completamente fallito e non poteva essere altrimenti perché si è fatto un pasticcio come hanno detto tutte le associazioni di categoria ed anziché dare una mano alle imprese le avete spinte verso il fondo a differenza di quanto accade in altre regioni d’Italia dove davvero si sostiene il mondo produttivo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni,ha affermato che «Crisponi ha centrato il problema perché è vero che la conferma del Piano-casa a suo tempo avrebbe fatto molto bene all’economia della Sardegna mentre ora, invece, i cittadini sono alle prese con una legge che non funzione i cittadini e ha costi burocratici di gran lunga superiori rispetto al passato, insomma risultati non ce ne sono e l’edilizia non riesce a sviluppare le sue potenzialità positive».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Replicando a nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha precisato che «i documenti sulla nuova legge urbanistica sono stati portati all’attenzione delle associazioni di categoria che hanno dato un contributo molto utile; è vero che si sono allungati i tempi più lunghi ma auspichiamo che ciò sia servito ad avere un testo migliore». «E’precisa volontà della Giunta – ha concluso – portare in Aula il nuovo testo in tempi brevi così come è necessario in questa fase dare certezza e sicurezza ai cittadini prorogando il Piano-casa».

Subito dopo il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge con 52 voti favorevoli.

Successivamente è cominciata la discussione dell’art. 1 e degli emendamenti, sui quali hanno espresso il parere il relatore e la Giunta.

Il presidente della commissione Urbanistica Peppino Pinna (Udc) ha criticato la decisione del centro sinistra di non prorogare a suo tempo il Piano-casa approvato nella legislatura precedente, «determinando a cascata ulteriori ritardi che hanno trasformato l’urbanistica regionale in una telenovela di cui non si vede la fine».

Per il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde «l’articolo è norma secca di proroga che noi chiediamo da oltre un anno mentre, con i nostri emendamenti, intendiamo colmare lacune di legge edilizia con particolare riferimento alla riqualificazione delle strutture alberghiere dove il fabbricato principale si trova entro i 300 metri dalla battigia ed censurabile divieto esteso ai Comuni non costieri». Si tratta, ha concluso, «di una lacuna già evidenziata in sede di legge edilizia che ora evidenziamo nuovamente, anche per la necessità di semplificare l’azione delle amministrazioni locali».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha chiesto chiarimenti sull’emendamento della maggioranza che «di fatto trasforma il testo in un articolo 1/bis che introduce una proroga fino al 2018 e che sembra riferito a litorali urbani e strutture amovibili, argomenti sui quali da diversi mesi in commissione Governo del territorio c’è una mia proposta di legge non ancora esaminata»

Il relatore Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato la presenza di numerose proposte di legge ferme in commissione, ha chiarito che «si sta prorogando solo il primo comma dell’art. 43, tuttavia l’argomento merita attenzione e sarà certamente inserito nella legge urbanistica»

Non essendoci altri iscritti a parlare l’art. 1 è stato messo in votazione ed approvato con 49 sì; approvato anche l’emendamento del relatore Antonio Solinas. Respinti, invece, i 2 emendamenti presentati dall’opposizione.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 2 e il testo finale della legge, sempre con 50 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il presidente ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo 13 dicembre alle 16.00.

Cagliari vista da Monte Urpinu

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Dopo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dimessosi a caldo (dimissioni poi congelate per qualche giorno, fino all’approvazione definitiva della legge di bilancio), il travolgente successo del NO al referendum costituzionale di domenica, ha fatto una prima vittima anche in Sardegna, nella Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru. L’assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione, Gianmario Demuro (Partito Democratico), si è dimesso pochi minuti fa. Le sue dimissioni erano nell’aria da ieri, unitamente a quelle dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi (Rossomori).

I malumori in seno alla maggioranza sono emersi anche stamane, nel corso delle votazioni per il rinnovo degli uffici di presidenza delle commissioni. Il Partito dei Sardi, come ha annunciato Roberto Desini, non ha partecipato alle votazioni in segno di aperta contestazione del metodo usato dalla maggioranza e, al momento del voto, la maggioranza ha perso la presidenza della IV commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità”, a vantaggio del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna che, a parità di voti con il presidente uscente Antonio Solinas (Pd), è stato eletto in quanto consigliere più anziano. Sono stati confermati gli altri quattro presidenti: Francesco Agus, Sel (I commissione “Autonomia e ordinamento regionale”), Gavino Manca, Pd (II commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale”), Franco Sabatini, Pd (III commissione “Programmazione, bilancio e politiche europee”), Luigi Lotto, Pd (V Commissione “Attività produttive”), Raimondo Perra, Psi (VI commissione “Salute e politiche sociali”).

Gianmario Demuro 2 copia

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Le sei commissioni permanenti del Consiglio regionale hanno rinnovato questa mattina i rispettivi Uffici di presidenza secondo quanto previsto dall’art.29 del Regolamento interno.

Tre presidenze sono andate a consiglieri del Pd, una a testa a Sel, Psi e Udc.

Questa la nuova composizione.

I commissione “Autonomia e ordinamento regionale”

Presidente: Francesco Agus (Sel).

Vicepresidente: Alberto Randazzo (Forza Italia).

Segretari: Giuseppe Meloni (Pd) e Marcello Orrù (Psd’Az).

II commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale”

Presidente: Gavino Manca (Pd).

Vicepresidente: Ignazio Locci (Forza Italia).

Segretario: Paolo Zedda (Rossomori) e Alfonso Marras (Udc). 

III commissione “Programmazione, bilancio e politiche europee”

Presidente: Franco Sabatini (Pd).

Vicepresidente: Christian Solinas (Psd’Az).

Segretari: Gianfranco Congiu (Pds) e Paolo Truzzu (FdI).

IV commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità”

Presidente: Giuseppino Pinna (Udc).

Vicepresidente: Antonio Solinas (Pd).

Segretari: Pierfranco Zanchetta (Upc) e Giuseppe Fasolino (Forza Italia).

V commissione “Attività produttive”

Presidente: Luigi Lotto (Pd).

Vicepresidente: Luigi Crisponi (Riformatori).

Segretari: Gaetano Ledda (La Base) e Marco Tedde (Forza Italia).

VI commissione “Salute e politiche sociali”

Presidente: Raimondo Perra (Psi).

Vicepresidente: Edoardo Tocco (Forza Italia).

Segretari: Luigi Ruggeri (Pd) e Giorgio Oppi (Udc).

Consiglio regionale 90

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolato delle Variazioni di bilancio. Domani il voto finale al disegno di legge. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art.1 del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

La prima votazione ha riguardato gli emendamenti 41, 160 e 298 soppressivi del riconoscimento dei debiti fuori bilancio rinviata questa mattina a causa della mancanza del numero legale. Gli emendamenti sono stati respinti.

Successivamente l’Aula ha respinto una lunga serie di emendamenti proposti dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n.88 presentato dalla Giunta. Prevede per l’anno 2016 la spesa complessiva di 120 milioni di euro di cui 95 milioni assegnati al ripiano del disavanzo 2015 del sistema sanitario regionale e 25 per coprire il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dei farmaci innovativi.

Contraria l’opposizione che, attraverso il consigliere Ignazio Locci di Forza Italia, ha sottolineato che, da un lato, «il disavanzo 2015 presenta ancora partite aperte e, per quanto riguarda i farmaci innovativi che la Sardegna paga a differenza di tutte le altre regioni d’Italia, la Regione deve sollecitare l’intervento dello Stato, perché i farmaci innovativi rientrano nei Lea (livelli essenziali di assistenza)».

L’Aula con successive e distinte votazioni ha respinto gli emendamenti n. 231, 233 e 190. Ritirato l’emendamento 103 non è stato approvato il 237, dichiarato inammissibile il 203, non sono stati approvati gli emendamenti 239 e 204. Inammissibile il 110 non sono stati approvati il 247 e il 195. Approvato l’emendamento 355 (Sabatini e più) che modifica l’autorizzazione di spesa e emenda il 97, approvato, (Sabatini e più) che sostituisce il comma 18 dell’articolo 1 con la seguente dicitura: «E’ autorizzata, a favore della Cìttà metropolitana di Cagliari, la somma pari a euro 1.500.000 per I’anno 2017, euro 1.000.000 per l’anno 2018 ed euro 500.000 per l’anno 2019, al fine di incentivare I’acquisizione a tempo indeterminato o a tempo determinato, con le modalità previste dall’articolo 36, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di personale dotato di idonea esperienza necessario a garantire la continuità delle funzioni e dei servizi trasferiti dalla provincia di Cagliari, ai sensi della legge regionale n. 2 del 2016, attraverso concorsi pubblici per titoli ed esami che prevedano la valorizzazione delle competenze ed esperienze maturate presso le amministrazioni provinciali (Missione 18, Programma O1, titolo 1, scoi 1059)».

Non sono stati approvati, invece, gli emendamenti 253, 258, 260, 264, 266 e 268.

Sull’emendamento 187 (Pittalis e più) è intervenuta a sostegno la vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha auspicato l’approvazione della proposta di integrazione in sede di rinnovo contrattuale dei dipendenti dell’amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.

Posto in votazione l’emendamento 187 non è stato approvato, così come hanno avuto disco rosso dall’Aula il n. 270, 331, 284, 287, 287, 288, 292, 294 e 297.

Approvato l’emendamento sostituivo parziale n. 90 (giunta regionale) che modifica gli importi indicati al comma 37 dell’articolo 1 e così recita: «1. Al primo capoverso l’importo di euro 13.542.190,24 è sostituito con l’importo euro “14.656.274,06”: 2. Alla lettera c) l’importo di 8.384.836, 18 è sostituito con il seguente “9.498.920,00».

Non approvati il 208, e il 316, l’Aula ha approvato il testo dell’articolo 1 ed ha di seguito respinto l’emendamento aggiuntivo n. 212.

Approvato l’emendamento n. 100 (Giunta regionale) che dopo il comma 4 dell’articolo 1 aggiunge la seguente dicitura: «4bis: Il comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dall’articolo 6 della legge regionale n. 17 del 2016, è sostituito dal seguente: “3. Il collegio sindacale delle aziende ospedaliero-universitarie dura in carica tre anni ed è composto da tre membri, di cui uno designato dal presidente della Regione, d’intesa con l’università, uno dal ministro dell’economia e delle finanze e uno dal ministro della salute.” 4ter: Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i componenti dei collegi sindacali in carica presso le aziende ospedaliero-universitarie cessano dalle funzioni e il nuovo collegio è ricostituito secondo le disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dalla presente legge».

Non approvato l’emendamento n. 226, sul contenuto dell’emendamento n. 105 (Sabatini e più) che, con un’aggiunta all’articolo 1 dopo il comma 5, autorizza per l’anno 2016 la spesa di 500.000 euro alla Casa Serena di Iglesias, quale contributo per il suo funzionamento, si è acceso un vivace scambio tra la maggioranza e le opposizioni.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proposta avanzata dal centrosinistra «una marchetta» ed ha dichiarato il voto contrario. L’esponente centrista ha quindi ricordato che in Sardegna operano tre Case Serena (Iglesias, Sassari e Alghero) ed «è dunque profondamente ingiusto stanziare contributi solo ad una di esse».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, condividendo le preoccupazioni del suo collega Oppi, ha invitato l’assessore Paci a riflettere sulla proposta «che discrimina Sassari e Alghero».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha esplicitato l’invito all’assessore perché fosse assunto l’impegno ad inserire nella legge finanziaria contributi anche per le casa serena di Sassari e Alghero.

L’assessore Paci ha quindi riconosciuto la fondatezza delle perplessità mostrate dai consiglieri intervenuti ma ha precisato che l’intervento rappresenta «l’approdo di un processo di chiusura della funzione attuale della casa serena di Iglesias e i contributi servono per coprire debiti pregressi». «Così mi è stato illustrato – ha precisato il vice presidente della Regione – e personalmente sono contrario a interventi una tantum che non siano inseriti in una razionalizzazione, offro dunque massima disponibilità a garantire interventi analoghi per le altre strutture operanti nell’Isola».

Il consigliere del Pds, Roberto Desini, ha chiesto una sospensione dei lavori ma il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha ripercorso le difficoltà in cui versa il comune di Iglesias nella gestione della Casa Serena che incide sul bilancio per circa tre milioni di euro. «La spesa maggiore – ha aggiunto il consigliere dei democratici – è rappresentata dal costo del personale, ci sono 60 dipendenti per 60 ospiti ed è questa la ragione per la quale il Comune ha trasmesso alla commissione Bilancio una relazione nella quale si avanzava la richiesta di un contributo per il funzionamento della Casa Serena che a breve sarà chiusa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha però incalzato assessore e maggioranza affermando che il comune di Iglesias avrebbe approvato (ieri, mercoledì 30 novembre) una variazione di bilancio appostando la cifra che è in discussione in Aula.

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato di accogliere le intenzioni positive espresse dall’assessore Paci ed ha dichiarato voto favorevole considerando il contributo alla sola Casa Serena di Iglesias “un caso particolare”. Su esplicita richiesta di chiarimento formulata dal consigliere Fi, Alberto Randazzo, il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato di ritirare la richiesta di sospensione avanzata in precedenza. Lo stesso Roberto Desini ha quindi riaffermato che Giunta e maggioranza sono impegnati a porre rimedio alle pesanti situazioni create nel passato e si è detto fiducioso perché in futuro possano essere soddisfate anche le eventuali esigenze delle Case Serena di Sassari e Alghero. Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha fornito alcune precisazioni sul reclutamento del personale precisando che le Case Serena erano strutture Enaoli e che in passato la struttura di Iglesias aveva usufruito di un contributo di 2.5 miliardi di lire da parte della Regione. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha contestato il riferimento “al passato” fatto da chi “è tre anni al governo della Regione” ed ha rimarcato la disparità di trattamento di Iglesias, rispetto a Sassari e Alghero. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha aggiunto che è «evidente che solo chi ha qualche santo in Paradiso riesce a restare sotto la coperta corta delle finanze regionali” mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha affermato che nel recente passato anche la struttura di Sassari ha potuto contare sui contributi della Regione e che, pertanto, “non c’è da scandalizzarsi per l’intervento ad Iglesias».

Concluse le dichiarazioni di voto l’emendamento 105 è stato approvato ed il relatore di maggioranza, Franco Sabatini (Pd) è intervenuto nel merito dell’emendamento n. 82 (Forma, Pd)  che proponeva lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore del bonus famiglie numerose. Sabatini ha rassicurato la collega Forma sulle iniziative che a tal proposito la Giunta avrebbe posto in essere e che si concretizzeranno nel 2017, concludendo il suo intervento con l’invito al ritiro della proposta modificativa.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha quindi chiesto l’intervento dell’assessore Paci al fine di ottenere rassicurazione circa la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato sostegno all’emendamento Forma ed ha evidenziato la drammatica situazione in cui versano migliaia di famiglie sarde mentre il consigliere di Fd’I, Paolo Truzzu, ha definito “vergognoso” considerare gli interventi di politica per le famiglie nel contesto delle povertà.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha quindi evidenziato la massima attenzione al problema posto dalla consigliera Forma ed ha preannunciato un pacchetto di interventi a sostegno delle famiglie e l’attivazione di una serie di investimenti a partire dal 2017.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha salutato polemicamente la presenza dei diversi assessori in Aula («ben trovati ma eravate assenti quando sarebbe stata utile un’interlocuzione in Consiglio») ed ha fatto un appello perché tutta l’Aula sostenesse l’emendamento della Forma. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Attilio Dedoni (Riformatori) e Angelo Carta (Psd’Az).

Il presidente del Consiglio ha dunque domandato alla consigliera Daniela Forma lumi sul ritiro dell’emendamento n. 82 e la presentatrice ha quindi formalizzato il ritiro. L’emendamento è stato fatto proprio dalla minoranza (così ha annunciato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni) e il suo omologo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha rimarcato l’assenza di garanzie per la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Posto in votazione l’emendamento 82 non è stato approvato dall’Aula.

L’emendamento 101 è stato messo in discussione ed approvato.

L’emendamento 192 (che riguarda la clausola sociale a favore del personale in servizio nel sistema archeologico, museale e bibliotecario) a firma del consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) è stato respinto nonostante l’invito al voto del sardista Carta.

Lunga discussione sull’emendamento 84 (Pittalis), per il quale si è speso l’on. Locci (Forza Italia), a sostegno dei Comuni per un maggiore finanziamento destinato alle manutenzioni dei musei e dei siti archeologici. «E’ possibile sostenere con  questo voto il lavoro delle coop, proprio nel giorno in cui viene il ministro Franceschini a raccontare storielle sulla cultura».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto: «Questo problema è già nella testa della maggioranza e il Pd ha presentato per primo l’emendamento a tutela del settore. Esiste certo un problema di finanziamenti ma ci siamo già impegnati a intervenire in maniera strutturale in questo settore».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che «ci sarebbe una proposta di legge. Bene, vediamola perché ad aprile i Comuni non avranno in tasca i soldi della finanziaria. Ci sono 850 persone tra biblioteche e musei che devono essere tutelate dal Consiglio regionale». 

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) «non possiamo fare a meno di evidenziare che è necessario rivedere gli strumenti normativi sui beni culturali. Biblioteche e beni archeologici sono diversi tra loro e spesso consentono agli enti locali di incamerare risorse attraverso i biglietti».

L’emendamento 84 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’emendamento 107 (con un ulteriore emendamento n. 333), che prevede un contributo a favore dell’attività didattica dei Comuni.

Respinto l’emendamento 243 mentre sul 109 (a firma Truzzu e più) relativo alla diaria di missione per il personale di Argea l’assessore Paci ha dato parere favorevole e l’emendamento è stato poi approvato.

Sui contributi addebitati ai consorziati dei Consorzi di bonifica l’on. Angelo Carta (Psd’az) ha chiesto che «i 5 milioni vadano per legge, in modo vincolante, ad abbassare le quote a carico degli agricoltori. Questo è lo spirito della mia norma». Il riformatore Attilio Dedoni si è detto a favore e così anche l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia), che ha chiesto: «Perché il comma 15 non lo abbiamo inserito nella legge che abbiamo approvato qualche giorno fa? Abbiamo necessità di capire dall’assessore Paci se davvero questi 5 milioni saneranno le vecchie cartelle pazze degli agricoltori».

Respinti gli emendamenti 193, 111, 255, 275, 278, 279, 281, 285 e 289.

Approvati gli emendamenti 83 (provincia di Oristano), 98 (piani forestali) e 89 (lavoratori Tossilo), sul quale ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd) e prima l’on. Locci (FI). Anche l’assessore Paci ha voluto contribuire al dibattito spiegando che “ci sono strumenti di ingegneria finanziaria sui progetti per Tossilo, stiamo soltanto dando copertura ai lavoratori nelle more del progetto nuovo. Analogo intervento stiamo usando in altri contesti sardi”. Favorevole anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Sosterremo ogni intervento a tutela dei lavoratori ma la Giunta si ricordi di definire una volta per tutte la partita deei lavoratori in utilizzo».

L’Aula ha, dunque, approvato l’emendamento 89 e 108 (Lai e più) sulla piattaforma Sardegna Turismo, 81 (spese dell’Istituto ciechi), 91 (messa in sicurezza dello svincolo di Ossi), 92 (contributi alle organizzazioni di impresa), sul quale gli onorevoli Ignazio Locci, Attilio Dedoni e Marco Tedde hanno mostrato perplessità. «Possibile che il Consiglio regionale si debba occupare durante la variazione di bilancio di un contributo di 200mila euro a Confindustria?», ha detto l’on. Tedde. «Siamo alla inciviltà legislativa con queste marchettine».  Della stessa opinione il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Questi sono soldi che saranno spesi in consulenze e noi lo denunceremo in ogni sede». Il sardista Carta ha detto: «Questo emendamento maschera una convenzione ed è contro un principio che voi stessi avete enunciato».

Sempre per Forza Italia è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha aggiunto: «Questo contributo  è in competenza 2016 e non è chiaro quali sarebbero le attività che in pochi giorni Confindustria dovrebbe svolgere. State prendendo in giro la Sardegna senza manco eleganza: se proprio glieli volete dare, dateglieli con la prossima manovra. Ma dove pensate che noi abitiamo?». Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha chiesto all’assessore Paci una parola di chiarimento: «Stasera c’erano dei poveracci qua sotto e noi qui stiamo dando 200 mila euro per fare cosa poi? Questa roba fa tornare la vista a un cieco».

L’on. Pittalis (FI) ha rinnovato alla Giunta l’invito al ritiro e ha chiesto che la somma stanziata sia destinata al sistema delle autonomie locali: «Qual è l’urgenza di fare una convenzione la prossima settimana con Confindustria?».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) «se vogliamo dare un sostegno impieghiamo le risorse nella direzione degli enti locali». Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non è la prima volta che vengono finanziate le organizzazioni di categoria e non c’è scritto da nessuna parte che i soldi andranno a Confindustria». Per l’on. Piero Comandini (Pd) «il finanziamento è a favore delle imprese e delle loro organizzazioni, che hanno costi crescenti”.

Secondo l’on. Paolo Truzzu (Fli) «lo scandalo non è dare soldi alle imprese ma dare mancette sotto Natale». Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «gli enti locali si trovano in difficoltà e bisognerebbe che la Giunta li aiutasse».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «si tratta di un regalo di Natale e comunque 200 mila euro non fanno nulla».

Per l’assessore Raffaele Paci «i contributi per tutte le associazioni sono presenti in legge, per i sindacati come per le coop, per gli artigiani e le industrie. Dobbiamo riorganizzare il settore dei contributi in generale perché è assurdo che noi diamo questi contributi indipendentemente da un progetto e l’impegno che provo a prendere  è questo: risorse in cambio di servizi. Prendo proprio questo impegno per il 2017».

Sull’ordine dei lavori l’on. Pittalis ha detto: «Questo è un capitolo di nuova istituzione, non è un capitolo dell’Industria da rimpinguare. A cosa servono questi soldi da qui al 31 dicembre? Colleghi, vi propongo una cosa seria: un emendamento orale perché vi sia il parere della commissione consiliare competente sul progetto che chiedete al Consiglio regionale di finanziare».

L’assessore Raffaele Paci ha detto: «I soldi saranno dati con rendicontazioni a fronte di un programma che dovrà essere approvato dalla Giunta. Non facciamo in tempo ad acquisire il parere della  commissione».

L’emendamento orale Pietro Pittalis è stato accolto e l’emendamento 92 è stato approvato.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 99=102 (Pizzuto e più) che introduce alcune modifiche all’art. 3 della legge 18 del 2016 “Reddito di inclusione sociale”. La correzione porta da 60 a 40 mesi il periodo di residenza in Sardegna richiesto per poter accedere al Reis. La proposta è stata approvata.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 85 (Pittalis e più). Sul punto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia): «Proponiamo di rifinanziare con un milione di euro la manutenzione del canale navigabile dell’arcipelago del Sulcis – ha detto Ignazio Locci – l’opera è stata definanziata per destinare le risorse alla Provincia. E’ corretto porvi rimedio». L’emendamento, votato con procedura elettronica, è stato respinto (22 no e 16 sì).

Successivamente sono stati approvati gli emendamenti n.93 (proroga dell’utilizzo dei lavoratori della Società Bonifiche Sarde da parte dell’Agenzia Forestas); 94 (autorizzazione spesa di 646mila euro per l’integrazione del fondo rischi di Fidicoop) 106 (incremento di 100mila euro per un capitolo di spesa della Pubblica Istruzione). Respinto invece l’emendamento 205.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome della minoranza, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti: «Abbiamo capito che non c’è disponibilità al dialogo e ad accogliere suggerimenti e proposte. Non siamo avvezzi ai bracci di ferro – ha affermato Pittalis – ciò non significa che vogliamo tirare i remi in barca. Ci riserviamo domani di fare le dichiarazioni di voto alla legge».

Si è quindi passati alla votazione dei restanti tre articoli che sono stati approvati in rapida successione. Via libera anche agli allegati A, B , C e D.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.

Consiglio regionale 403

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge 366/A contenente norme in materia di agricoltura e modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto all’Aula la modifica dell’ordine del giorno per passare alla discussione del DL n. 366/A – Giunta regionale – Norme varie in materia di agricoltura-Modifiche alla legge regionale 6/2008 (legge quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 5/2015 (Legge finanziaria 2015). Il Consiglio ha approvato la proposta e successivamente il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) per l’illustrazione dei contenuti della legge.

Nel suo intervento, Lotto ha affermato che «si tratta di un disegno di legge che interviene su diverse materie ma in particolare dei consorzi di bonifica, dai piani di riordino fondiario di competenza degli stessi consorzi che poi dovranno essere inseriti nel piano regionale, ai problemi legati alla predisposizione dei bilanci stralciando la posizione dei consorzi dall’applicazione del bilancio armonizzato ad una serie di agevolazioni nel processo di risanamento finanziario, attraverso la dilazione trentennale delle perdite ed il recupero dei ruoli non riscossi in dieci anni». La legge, in sintesi, inizia secondo Lotto «ad affrontare alcune problematiche centrali dei consorzi, non tutte, perché poi dovrà intervenire il Consiglio in modo organico».

Il capogruppo Gianluigi Rubiu dell’Udc, relatore di minoranza, ha ricordato in apertura che «il tessuto dell’economia agricola è estremamente fragile anche per le incertezze dei piano regionali di sviluppo nonostante le potenzialità; un contesto che modifica questa situazione solo in minima parte, nonostante i consorzi offrano servizi fondamentali nel campo delle infrastrutture idrauliche ed irrigue e della difesa del territorio». Va bene quindi, ha proseguito Rubiu, «sollevare i consorzi dagli obblighi pesanti del bilancio armonizzato più aderente alla loro natura di enti pubblici economici e indicare nuove prospettive per la gestione di residui e ruoli che rappresenteranno per i consorzi una vera e propria vertenza entrate ma non si può tacere della grande lacuna di questa legge che, alla fine, si riduce ad un provvedimento-tampone, non risolve i problemi, elude responsabilità e non crea le condizioni per il superamento definitivo dell’inefficienza di queste strutture».

Aprendo la discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso alcuni passaggi della relazione di minoranza osservando che «nel complesso la legge è una occasione persa perché sarebbe stata più opportuna una analisi approfondita della situazione mentre si è preferito ancora e per l’ennesima volta tappare qualche falla». «A titolo personale – ha precisato Tedde – occorre chiedersi se i consorzi hanno ancora un senso o se sia meglio trasferire le loro funzioni; resta il fatto che comunque ossatura normativa di questi organismi risale al 1933 ed è obsoleta perché il mondo è cambiato, i consorzi hanno avuto un grande ruolo ma negli ultimi anni si è registrata una fase involutiva che va invertita». «E’vero – ha ricordato Tedde – che la competenza su questa materia è dello Stato ed esistono iniziative per trasferire le loro funzioni agli Enti locali anche in forma associata, però resta il fatto che con questa legge il problema si affronta comunque poco e solo in superficie, lasciando inalterato il problema generale di sostenibilità non solo economica». Se non interveniamo ora in modo organico, ha avvertito Tedde, «dovremmo comunque farlo nei prossimi mesi, riprendendo fra l’altro l’intesa Stato Regioni che non è stata attuata e prevedeva compiti più ampi in materia di sicurezza ambientale».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la legge regionale 6/2008 che fu una prima riforma importante anche se ora «quella legge va aggiornata, perché oggi c’è una situazione drammatica e in qualche modo la proposta attuale è l’unica percorribile in questo momento di grave crisi per l’agricoltura sarda». «Ci sono consorzi – ha segnalato Solinas – che hanno diversificato la loro attività in direzione della protezione civile e della realizzazione di dighe per la gestione della risorsa idro- elettrica e poi si sono ritrovati con enormi buchi di bilancio». La strada maestra, ad avviso di Solinas, «resta quella della riforma organica ed il Consiglio ha il dovere di intervenire, ma in questa fase è importante impegnarsi su cose concrete e fattibili come la ma dilazione dei debiti, per la quale nella categoria c’è grande attesa per la massa degli interessi passivi; il Consiglio deve insomma dare un segnale senza dimenticare che bisogna continuare sulla strada delle riforme organiche».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha affermato che «è sbagliato rinviare per l’ennesima volta una legge organica sui consorzi che meritano alcune opportunità e, sotto questo profilo, è interessante il riferimento alla situazione nazionale dove i consorzi sono sostenuti non solo dai consorziati ma dal sistema pubblico, perché gli interventi di sistemazione idraulica sono di interesse generale, certamente funzionali alle buone colture ma utilissimi anche alle amministrazioni locali per i piani di protezione civile». «I conti dei consorzi hanno una situazione debitoria pesante e gli enti sono di fatto bloccati – ha concluso Dedoni – e proprio per questo bisogna andare fino in fondo sulla via del rinnovamento, della semplificazione, dell’efficienza, al contrario di come fa la maggioranza che in sede di assestamento prevede comunque una tantum oltre 30 milioni di interventi per i consorzi, lasciando per l’ennesima volta lasciare le cose a metà».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha rimarcato l’assenza di una completa revisione delle norme che regolano la gestione dei consorzi di bonifica ed ha sottolineato come l’urgenza del provvedimento derivi dalla situazione in cui versa il consorzio di Oristano «commissariato da più di 20 anni e con 17 milioni di passivo».

Gianluigi Rubiu ha contestato in particolare le disposizioni contenute nell’articolo 2 del Dl 366 laddove si prevede un indebitamento trentennale per fare fronte alle passività dei consorzi («il debito appesantirà i conti dell’intero comparto agricolo») ed ha affermato che i costi degli impianti irrigui dovrebbero pesare sull’intera comunità e non già soltanto su consorziati. «Serve dunque una riforma vera – ha concluso l’esponente della minoranza – che porti al rilancio del settore agricolo».

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha ricordato il confronto tenuto in sede di commissione e pur riconoscendo l’esigenza di una profonda revisione della legge 6 del 2008, ha posto in evidenza  l’esigenza di disporre nell’immediato di una visione chiara e organica delle gestioni consortili. «Le strutture consortili – ha dichiarato l’assessore – non sono al momento in grado di fornire dati utili alla conoscenza del sistema delle manutenzioni delle reti ed il quadro appare disomogeneo e diseguale soprattutto in riferimento alla tenuta contabile». Per tali ragioni, a giudizio della Falchi, è opportuno introdurre le disposizioni contenute nel provvedimento in discussione perché consentono di fare chiarezza e permettono di ottenere utili elementi per realizzare la riforma dei consorzi di bonifica.

«Chiarezza – ha spiegato l’assessore – soprattutto sui bilanci perché al momento non c’è un sistema unico e omogeneo per la tenuta dei conti che sarà invece approvato con un’apposita delibera di giunta.»

La componente l’esecutivo ha quindi posto l’accento sull’accertamento dei residui al fine di garantire un costo sostenibile dell’acqua e della gestione degli impianti. L’assessore dell’Agricoltura ha quindi dichiarato che è obiettivo della Giunta “restituire i consorzi ai consorziati”, cioè porre fine alla lunga stagione dei commissari nominati dalla Regione.

Conclusa la discussione generale l’Aula con 33 favorevoli su 34 votanti ha approvato il passaggio all’esame degli articoli e il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha preso la parola una volta aperta la discussione sull’articolo 1 (Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 6 del 2008. Piano regionale di bonifica e riordino fondiario).

L’esponente della minoranza ha prima replicato al suo collega del Pd, Antonio Solinas («non è vero che nella passata legislatura la legge 6 non è stata modificata perché il Consiglio l’ha fatto per ben sei volte») e poi ha ricordato che se la priorità è l’omogeneizzazione dei bilanci «non serve approvare una legge ma basta una delibera della Giunta».

Oscar Cherchi ha quindi preannunciato il voto di astensione ed ha ricordato polemicamente all’assessore Falchi che in veste di presidente della Confagricoltura lamentava l’assenza di certezza sul costo dell’acqua per i consorziati dell’oristanese: «Ora domando, a distanza di tre anni dalla nomina ad assessore dell’Agricoltura vi è la certezza del costo dell’acqua nei consorzi di bonifica della Sardegna?».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto- Fd’I) ha ricordato la recente approvazione della legge per la semplificazione per affermare che le norme contenute nel Dl 366 all’articolo 1 introducono nuove lungaggini: «Il riferimento al regio decreto è improprio e non serve la delibera di giunta ma basta un decreto dell’assessorato per approvare il riordino fondiario».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto (Pd), ha riconosciuto l’opportunità di una revisione più profonda della legge 6 del 2008 ma ha evidenziato la necessità di procedere con l’approvazione delle norme in discussione («aiutano i consorzi di bonifica ad avere una gestione più oculata». Lotto ha quindi replicato al capogruppo Udc, Rubiu («non possiamo affermare che i costi dei consorzi possano essere scaricati su tutti i cittadini») ed ha auspicato che si smetta di considerare i consorzi come “enti su cui scaricare problematiche sociali del territorio” e si lavori invece al rilancio dell’agricoltura.

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha manifestato contrarietà a qualsiasi forma di intervento finanziario da parte della Regione: «E’ sbagliato ripianare i debiti della cattiva gestione con le risorse pubbliche».

Posto in votazione, l’articolo 1 è stato approvato con 33 favorevoli e un contrario e l’Aula ha dato il via libera anche all’articolo 2 (Modifiche all’articolo 17
della legge regionale n. 6 del 2008. Contabilità dei consorzi di bonifica) con 34 favorevoli e un solo voto contrario.

Sull’articolo 3 è intervenuto,  Gianluigi Rubiu (Udc) che ha preannunciato il voto di astensione, contestando la norma che consente l’ indebitamento dei consorziati per 30 anni. «Cinque anni fa – ha dichiarato il capogruppo dell’opposizione – l’attuale assessore quando assessore non lo era definiva una porcheria la legge 6 del 2008 e sosteneva che i debiti sarebbero dovuti essere ripianati con fondi regionali e non con esborsi dei consorziati». Rubiu ha quindi concluso il suo intervento replicando al suo collega Anedda (Misto): «La Regione, al contrario di quanto sostiene Anedda, non mette un euro per ripianare le passività dei consorzi di bonifica».

Il presidente della commissione Agricoltura e relatore di maggioranza, Luigi Lotto (Pd) è intervenuto per ribadire che è corretto prevedere che «chi è rimasto indietro nel pagamento dei canoni debba farsene carico». Lotto ha concluso il suo breve intervento ricordando lo stanziamo di tre milioni in favore della Sfirs per consentire ai consorzi la dilazione dei pagamenti delle passività.

Ha quindi chiesto la parola l’assessore all’agricoltura Elisabetta Falchi per un chiarimento sull’art. 3. «Con questa norma si offre agli agricoltori la possibilità di pagare i debiti pregressi in più annualità. E’ un provvedimento di sostegno al comparto – ha detto l’assessore – purtroppo per anni il costo dell’acqua non è stato comunicato agli agricoltori, questo è il vero dramma. Con l’approvazione del Disegno di legge si potrà pagare in modo graduale. I Consorzi, inoltre, potranno attivare un fondo di garanzia per consentire agli agricoltori di ottenere dei prestiti».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 3 che è passato con  28 voti favorevoli e uno contrario.

Successivamente l’Aula ha approvato in rapida successione anche gli articoli 4 “Istituzione di fondi di garanzia per il comparto della pesca e dell’acquacoltura e per i consorzi di bonifica della Sardegna”; 5 “Finanziamento della quota regionale di concorso interessi”; 6 “Modifica dell’articolo 13 della legge regionale n. 5 del 2015 (Interventi a favore del settore vitivinicolo)” e 7 “Abrogazioni”. Tutti gli articoli hanno ottenuto 32 voti a favore e uno contrario.

Sull’articolo 8 “Norma finanziaria” l’assessore al Bilancio Raffaele Paci ha proposto una modifica nella dicitura del capitolo sulla copertura finanziaria. La proposta ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio. Via libera anche all’articolo 8 con 32 sì e un no e all’articolo 9 “Entrata in vigore” con lo stesso risultato nella votazione.

Si è quindi passati al voto finale: la legge è stata approvata con 32 voti favorevoli e 2 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata. Il presidente Ganau ha poi convocato la Conferenza dei Capigruppo. Al termine dell’incontro il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio riprenderà i lavori domani mattina alle 10.30.

Consiglio regionale 90

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Autobus Arst 1 copia

La commissione Trasporti, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato in audizione i rappresentanti delle organizzazioni studentesche sarde che hanno formulato una proposta articolata per l’abbattimento dei costi di trasporto urbano ed extraurbano, a seguito del nuovo tariffario introdotto dall’Arst.

Antonio Pala, dell’Udu (Unione studenti universitari) di Sassari, ha ricordato i principali dati negativi del sistema regionale dell’istruzione (dispersione scolastica al 24% contro il 15% della media nazionale, laureati al 17% rispetto al 27% del dato nazionale, 34% di giovani Neet, cioè che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro) per affermare che «il problema dei trasporti ha una forte incidenza sul diritto allo studio».

Carlo Sanna, a nome di Unica 2.0, ha lamentato che «la recente riforma del piano tariffario introdotta dalla Regione ha determinato un aumento generalizzato dei costi per la popolazione studentesca che colloca la Sardegna al di sotto dei livelli minimi fissati dalla normativa nazionale per le prestazioni legate al diritto allo studio».

Francesco Pittirra, componente del Cda dell’Arsu di Cagliari, ha messo l’accento sul costo del pendolarismo «che è molto pesante soprattutto per gli studenti svantaggiati» e sottolineato che «affrontare il nodo dei trasporti significa avere più possibilità di successo nella lotta alla dispersione scolastica ed all’abbandono precoce degli studi».

Roberto Vacca, anch’egli di Unica 2.0, ha poi analizzato gli effetti del nuovo piano tariffario della Regione rispetto alle disposizioni nazionali che assicurano uno sconto del 50% agli studenti con un Isee fino a 25.000 euro. «Di fatto – ha spiegato – col nuovo piano che differenzia il trasporto pubblico locale da quello extraurbano lo sconto si è ridotto al 25-30%».

Lisa Ferreli infine, sempre di Unica 2.0, si è soffermata sul rapporto qualità-prezzo del sistema di trasporto regionale, soprattutto in molte zone interne, ì«in cui il problema dell’aumento di costi si sovrappone a quello dell’organizzazione del servizio, degli orari e delle coincidenze, e crea agli studenti un disagio tale da scoraggiare l’uso del mezzo pubblico».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Gaia(Cps), Roberto Deriu (Pd), Alberto Randazzo (Forza Italia), Giovanni Satta (Misto) e Pierfranco Zanchetta (Cps), che ha sollecitato attenzione «anche per il pendolarismo degli studenti residenti nelle isole minori che viaggiano sui traghetti».

Nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha ricordato che, nel quadro della difficile situazione economica della Sardegna, «la commissione è intervenuta più volte sul tema del trasporto pubblico locale, le cui criticità sono attribuibili sia alle poche risorse disponibili che a questioni più generali del sistema a cominciare dal parco mezzi non adeguato alla domanda attuale di trasporto». «Tuttavia – ha aggiunto – la gravità del problema della dispersione scolastica e la crisi che ancora colpisce tante famiglie sarde ci devono spingere ad interventi mirati e scelte coraggiose, che contiamo di mettere in campo prima della pausa natalizia a partire dalla legge di stabilità». «Su questi punti sentiremo al più presto l’assessore – ha concluso Solinas – ma credo che da parte di tutta la commissione ci sia la precisa volontà di intervenire in modo significativo per sostenere la mobilità degli studenti sardi».