25 November, 2024
HomePosts Tagged "Antonio Solinas" (Page 16)

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale A

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il presidente della commissione Governo del territorio, Antonio Solinas (Pd) e l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, hanno salutato con soddisfazione il varo della legge forestale, approvata ieri in Consiglio regionale con i voti dei soli rappresentanti del centrosinistra e con i gruppi di minoranza fuori dall’Aula, per protestare contro l’approvazione dell’articolo 48 che ha confermato l’attuale inquadramento contrattuale dei dipendenti dell’ex Ente foreste. Un atteggiamento che il capogruppo dei democratici ha definito “stucchevole” mentre Antonio Solinas non ha mancato di sottolineare come, sull’inquadramento degli operai forestali, dai banchi della minoranza abbia protestato anche chi «nella scorsa legislatura era alla guida dell’assessorato del personale».

«Una buona legge e una norma necessaria che segna un momento storico per la Sardegna – hanno sottolineato – perché allinea l’Isola al resto dell’Europa sul tema chiave della tutela e la valorizzazione del sistema forestale pubblico e privato.»

Il presidente della IV commissione ha ricordato i numeri dell’Ente che con Forestas si è trasformato in agenzia (6.500 dipendenti, 7 dirigenti, circa 400 amministrativi, 300 sedi dislocate in tutta l’Isola e 1.613 stagionali a tempo indeterminato da trasformare in full time) ed ha affermato che l’inquadramento di tutto il personale ex Ente Foreste nel comparto dei regionali con l’applicazione della legge 31 (così come auspicato dalla minoranza consiliare) avrebbe comportato, per il bilancio regionale,  oneri aggiuntivi e “non sostenibili” per oltre 17 milioni di euro e che molte delle assunzioni sono state fatte senza l’espletamento di concorsi pubblici (requisito necessario per l’accesso alla pubblica amministrazione).

«Assunzioni trasparenti» promettono per il futuro l’assessore e gli esponenti del Pd che escludono (così come denunciato dall’opposizione nel dibattito in Consiglio) un ridimensionamento del ruolo degli Enti Locali. «Con l’istituzione del comitato territoriale, di cui faranno parte anche quattro rappresentanti indicati dal Cal, scelti tra i sindaci in carica nei Comuni in cui siano presenti terreni amministrati da Forestas, garantiamo ruolo e funzioni agli Enti locali» hanno assicurato l’assessore Spano e il capogruppo Pietro Cocco, che hanno anche rimarcato la possibilità, per i Comuni, di stipulare convenzioni con Forestas per utilizzare il personale dell’agenzia per le manutenzioni, gli interventi urgenti anche di Protezione civile e a salvaguardia dei siti archeologici.

Ulteriori sottolineature positive hanno riguardato l’istituzione dell’albo delle imprese forestali, la certificazione forestale per i prodotti, la valorizzazione delle filiere di produzioni legnose e di quella del sughero a cui la legge riconosce valore strategico nell’ambito della politica forestale, nonché misure di semplificazione per le autorizzazioni e la cancellazione del consiglio di amministrazione dell’ex Ente foreste.

Pietro Cocco ha escluso inoltre penalizzazioni per le strutture ricettive («le norme previste dalla legge regionale sulle prescrizioni antincendi sono meno severe di quelle nazionali che, senza il provvedimento approvato ieri, avrebbero trovato piena applicazione in Sardegna e quindi le proteste dell’associazione degli albergatori sono parole fuori luogo») ed insieme con l’assessore Spano ed il presidente della commissione, Antonio Solinas, ha rassicurato circa i rischi per i premi Ue destinati al comparto agricolo. «Il rischio (denunciato in Aula da consiglieri del gruppo di maggioranza Sdl che non ha votato l’articolo 4 della legge Forestas) non sussiste – hanno dichiarato assessore, capogruppo e relatore di maggioranza – perché la definizione di bosco (superficie minima di 2mila metri quadrati con copertura del suolo pari ad almeno il 20%, determinata con la proiezione delle chiome sul piano orizzontale) e i criteri con i quali si procede alla determinazione dei premi Ue per il comparto agricolo sono gli stessi che vengono utilizzati dal 2001».

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge forestale della Sardegna.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 48 (Personale dell’Agenzia) del disegno di legge n. 218/A – Giunta regionale – Legge forestale della Sardegna.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sottolineato che «l’articolo merita una attenzione particolare perché rischia di creare nel sistema regionale una evidente disparità di trattamento, in quanto quello dell’ente foreste è l’unico personale cui non si applica la legge 31, mentre nel tempo sono stati regionalizzati un po’ tutti, anche di provenienze molto diverse». Se il problema sono le risorse, ha avvertito, «che si trovino anche per l’Ente foreste come sono state trovate per gli altri lavoratori, è una situazione senza logica che riguarda numerosissimi lavoratori a cominciare dal personale semestrale che, sempre a differenza di altri, non ha ottenuto la stabilizzazione con i casi emblematici della Sardegna centrale e del Sulcis a differenza, per esempio, di quelli operanti nel Nord Sardegna». Quanto al contratto fermo da un anno e mezzo nonostante lo sblocco derivante da norme nazionali, Pittalis ha sottolineato che «nella stessa finanziaria le risorse assegnate sono del tutto insufficienti; noi, con i nostri emendamenti vogliamo superare questi problemi e valorizzare finalmente le risorse umane dell’ente foreste, attendiamo un segnale dalla maggioranza».

Il vice capogruppo Marco Tedde ha manifestato fiducia in una riflessione ulteriore della maggioranza perché, ha ricordato, «l’articolo sembra la fattoria degli animali di Orwell dove tutti erano uguali ma alcuni più degli altri, è la stessa situazione del personale dell’ente foreste su cui grava una sperequazione che bisogna assolutamente superare cosa che la stessa maggioranza aveva provato a fare nel testo originario della legge che poi è stato stravolto». Lo schema della contrattazione privata senza la Regione, ha concluso Tedde, «non è più sostenibile da nessun punto di vista a cominciare da quello giuridico».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha messo l’accento sul fatto che «ci sono voluti 47 articoli per immaginari il maggior numero possibile di vincoli sulla materia forestale, mentre poi in un solo articolo che riguarda le risorse umane dell’Agenzia ci si ritrova nell’impossibilità di andare avanti, dimenticando che non c’è alternativa all’inserimento dei lavoratori nelle previsioni della legge 31 sul personale della Regione». Con questo testo, ha protestato, «6.000 lavoratori dell’ente foreste resteranno in serie B per colpa del percorso normativo offensivo che la maggioranza ha messo in piedi, mentre in altre situazioni si sono seguite strade diverse con criteri diversi per arrivare ad una soluzione e solo in questo caso viene negato l’inquadramento nei ruoli dell’amministrazione regionale».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha osservato che «l’articolo sta creando molte aspettative soprattutto all’esterno, noi potevamo fare finta di niente ed andare avanti ma abbiamo scelto di occuparci del problema e di fare la riforma, però bisogna riconoscere che oggi non ci cono condizioni finanziarie per transito nei ruoli del personale regionale». Poi, ha aggiunto, «ci sono altri problemi nati dopo il trasferimento alla Regione del personale di altre Agenzie, perché dipendenti dell’ente foreste molti non hanno fatto alcun concorso seguendo altri percorsi interni di carriera». Ora, ha proseguito Solinas, «dopo le 312 stabilizzazioni effettuate con risorse dell’ente ne restano più di 1.600 che, peralro, perderebbero diritto alla disoccupazione; noi diciamo quindi che confermiamo lo schema del contratto nazionale, dove comunque la Regione può dire la sua attraverso la conferenza Stato-Regioni più l’integrativo assegnato al Coran che si occupa del personale regionale». Conclusa questa fase, ha terminato, «c’è l’impegno a rimettere mano all’inquadramento complessivo del personale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha detto di capire ma solo in parte la posizione di Solinas aggiungendo però che «c’è un problema a monte, un sistema aziendale che non risponde più alle attuali esigenze della Sardegna e ciò avviene, voglio segnalarlo, mentre qualcuno si sta spartendo posti in una Agenzia che ancora non c’è». L’opposizione non ha fatto barricate, ha sostenuto, «ma credo sia necessario a questo punto che la minoranza lasci l’Aula perchè si stanno facendo cose assurde sulla pelle dei lavoratori dell’ente foreste proteggendo in modo illegittimo alcune posizioni e questa è molto più di una marchetta; se si vuole fare una riforma seria ci siamo, altrimenti i favori interni fateveli da soli, ci sono disparità vergognose che non si possono avallare».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha affermato che «il Consiglio ha il dovere di fare leggi uguali per tutti e in questo caso la Giunta ha fatto meglio della sua maggioranza con il rinvio ad un disegno di legge successivo da emanare entro 180 giorni; dobbiamo tutelare i diritti di tutti come abbiamo già fatto passando alla Regione i dipendenti delle ex Ipab ed è giusto dunque tornare allora all’impostazione della Giunta per fare tutti gli approfondimenti necessari prendendoci il tempo che serve, anche perché i pareri legali ci dicono che stiamo andando incontro a profili di illegittimità costituzionale per violazione di alcune norme del pubblico impiego».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è partito da un dato molto semplice, quello relativi alle superfici boschive «che sono aumentate e dobbiamo andarne orgogliosi riconoscendo il giusto merito dell’ente foreste che ha consegnato alla Sardegna una ricchezza che ha aumentato il suo valore». Anche per questo dobbiamo, a suo avviso, «occorre dare dignità ai lavoratori dell’ente riconoscendo il loro diritto di entrare a far parte del personale della Regione; c’è uno sforzo economico che dobbiamo fare e dobbiamo ragionare anche sulla parte normativa del contratto che richiede altro tempo, però non possiamo chiudere la legge oggi e lasciare senza risposte migliaia di persone».

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha ricordato che l’ente foreste nel suo assetto attuale «è l’esito di lungo percorso derivante dalla fusione fra l’azienda foreste demaniali e ispettorato ripartimentale delle foreste, per cui se facciamo come dice il consigliere Solinas sranno avvantaggiati solo alcuni sindacati che non vogliono perdere iscritti, mentre la Regione avrebbe ben altri vantaggi concerti assumendo il controllo della contrattazione senza subire aumenti incontrollabili di spesa, fermo restano che i dipendenti regionali devono avere un contratto unico».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha messo in luce che, da una parte, «c’è la necessità di tutelare i lavoratori ma, dall’altra, anche quella di non perdere di vista interesse pubblico». Il passaggio alla Regione di 6000 unità, ha ribadito Demontis, «costerebbe circa 18 milioni ed inoltre la mobilità di questo personale nel sistema Regione sarebbe molto complessa perché, nei fatti, molti lavoratori continuerebbero a svolgere le stesse mansioni; questa è la ragione per cui si propone il mantenimento del contratto attuale che non è comunque peggiorativo, anzi è la soluzione più corretta».

A Demontis ha replicato il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «La sua posizione rispecchia quella della Cgil – ha detto Pittalis – è singolare che si parli di interesse pubblico prevalente rispetto al diritto al lavoro, alla giusta retribuzione e a non essere discriminati dei lavoratori. Non esiste un problema di funzioni: i dipendenti dell’Ente Foreste continueranno a fare le stesse cose ma, a loro, deve essere esteso il trattamento economico e giuridico riservato a tutto il personale della Regione».

Pittalis ha poi ricordato il lungo iter seguito dalla legge: «Dopo un lungo confronto con le rappresentanze sindacali e le organizzazioni di categoria non si è riusciti a trovare una soluzione. Oggi certifichiamo il tradimento degli impegni – ha affermato il capogruppo azzurro – sarebbe servito maggior tempo, così si crea un vulnus, la sinistra si è dimenticata dei lavoratori». Messo in votazione, l’emendamento n.63 è stato respinto con 28 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 3 (Zedda e più) per il quale il Presidente della IV Commissione Antonio Solinas ha invitato i presentatori al ritiro.

Il primo firmatario Paolo Zedda (Rossomori) ha dichiarato la disponibilità a ritirarlo ma ha voluto fare alcune precisazioni. «L’emendamento mirava a risolvere una situazione intricata. Ai dipendenti dell’Ente Foreste viene applicato un contratto privatistico pur operando in un comparto pubblico – ha detto Zedda – c’è poi un altro aspetto di natura previdenziale che non va sottovalutato. Attualmente i dipendenti dell’Ente beneficiano delle esenzioni Inps riservate ai lavoratori dell’agricoltura, non è automatico che le agevolazioni vengano riconosciute anche all’Agenzia Forestas che opererà in campo agricolo solo per il 20% delle sue attività. Sarebbe meglio prendersi 6 mesi di tempo per consentire alla Giunta di valutare tutte le problematiche».

Angelo Carta (Psd’Az) ha fatto proprio l’emendamento n.3 e chiesto la votazione a scrutinio segreto. Questo l’esito del voto: 27 contrari, 20 a favore e due astenuti. L’emendamento è stato respinto.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 64. Il Consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ribadito il giudizio negativo sulla norma e invitato la maggioranza a fare un passo indietro: «L’articolo 48 è illegittimo, porterà a una serie di contenziosi oltre ai 400 già aperti – ha detto Cherchi – tutte le altre agenzie regionali hanno reinquadrato il personale non si capisce perché non lo si voglia fare per Forestas. Sospendiamo l’articolo 48 e rimandiamolo eventualmente a un altro provvedimento legislativo».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, si è detto d’accordo con le argomentazioni dell’on. Cherchi. «Abbiamo acquisito l’impegno della Giunta per continuare l’interlocuzione avviata con il Governo perché si trovi una soluzione a un problema quasi insostenibile. L’assessore Demuro può ribadirlo in aula».

L’assessore agli Affari Generali Gianmario Demuro ha confermato che sono in corso una serie di interlocuzioni con il Ministero della Funzione Pubblica sulla contrattazione dei lavoratori forestali, problema che riguarda anche altre Regioni. «Nel momento in cui ci sarà una soluzione nazionale si potrà ridiscutere la norma – ha detto Demuro – c’è l’impegno della Giunta a un ulteriore approfondimento». Posto in votazione, l’emendamento soppressivo parziale n. 64 è stato respinto con 17 sì e 30 no.

Sull’emendamento soppressivo parziale n.65 è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis: «Ho ascoltato l’assessore – ha detto l’esponente della minoranza – è un modo per rinviare sine die la questione.  E’ un problema interno al nostro ordinamento, cosa c’entra il governo nazionale? E’ questo che ci sfugge. Capisco le difficoltà della maggioranza, ci sono i dipendenti che ci ascoltano, evitiamo che il dibattito abbia il sapore di una sonora presa in giro e che al danno segua la beffa».

Gianni Tatti (Udc) ha invitato la maggioranza a rivedere i contenuti dell’articolo 48 e a prevedere il passaggio di tutti i dipendenti dell’Ente Foreste al ruolo unico regionale disciplinato dalla legge 31.

Marco Tedde (Forza Italia) ha ricordato che «il programma di Pigliaru si proponeva di ridimensionare il ruolo dell’Ente Foreste. Questa legge lo fa ma riduce al lumicino le speranze dei dipendenti dell’Ente». Tedde ha poi invitato la Giunta a prendere una decisione: «Lasciate perdere le interlocuzioni e i tavoli, abbiamo bisogno di gente che decida e scelga – ha concluso l’ex sindaco di Alghero – ci sono tantissime sentenze della Cassazione che dicono che i dipendenti dell’Ente Foreste sono dipendenti pubblici».

Mario Floris ha ricordato che l’Ente Foreste ha 400 dipendenti tra dirigenti, funzionari e impiegati a fronte di 5000 operai a tempo determinato e indeterminato. «A loro si applica il contratto collettivo di lavoro. Fatta salva la posizione degli operai, il personale impiegatizio accede all’Ente Foreste con concorso pubblico – ha detto Floris – noi non chiediamo di far transitare tutto il personale nei ruoli unici regionali ma chiediamo di fare un contratto unico. Abbiamo due contratti: uno integrativo regionale e uno collettivo nazionale. Non si può andare avanti così».

Il capogruppo sardista Angelo Carta ha contestato le dichiarazioni dell’assessore Demuro: «Il suo non è un impegno che può essere accolto dai lavoratori, è una posizione che non ha né capo né coda – ha detto Carta – è un problema che riguarda la Sardegna che non ha nulla a che vedere con quello che capiterà fuori».

Antonio Gaia (Upc), rivolgendosi all’assessore Demuro, ha chiesto chiarimenti sulla possibilità di cambiare il profilo giuridico dei contratti senza toccare la parte economica. «Sarebbe la soluzione per 5.000 lavoratori – ha detto Gaia – se la strada è percorribile mi riservo di presentare un emendamento orale al testo dell’articolo 48».

L’emendamento 65 è stato respinto con 27 no e 19 sì.

Il presidente Pittalis ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 48. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha annunciato l’uscita dall’Aula della minoranza. «La forza dei numeri non ci consente di apportare modifiche al testo. C’è una risposta muscolare della maggioranza- ha sottolineato Pittalis – per questo voteremo contro l’articolo 48 e poi lasceremo l’Aula. Non vogliamo essere corresponsabili di questa scelta».

E quindi intervenuto il consigliere Antonio Gaia (Upc) che ha chiesto una sospensione di due minuti accordata dal presidente Ganau.

Alla ripresa dei lavori è stato messo in votazione il testo dell’articolo 48 che è stato approvato con 25 voti a favore e 23 contrari. 

Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 10. Il Capogruppo di Forza  Italia Pietro Pittalis ha confermato la decisione della minoranza di abbandonare l’aula e chiesto al Presidente di considerare l’assenza come assenza politica». Posto in votazione, l’emendamento n. 10 è stato respinto.

Senza i consiglieri della minoranza si è dunque proceduto con l’articolo 49 (Assunzioni) ed il relatore della maggioranza ha dichiarato parere favorevole per gli emendamenti n. 72 e n. 76, si è rimesso all’Aula  sul n. 69 ed ha invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti n. 84 e n. 86. Dopo qualche minuto di riflessione l’assessore Donatella Spano ha dichiarato parere conforme a quello della commissione tranne che per l’emendamento n. 69 per il quale ha espresso parere contrario.

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione dell’emendamento n. 72 che sostituisce la lettera a) del comma 1 e stabilisce, tra l’altro, che le mansioni di operario, sia a tempo determinato che indeterminato, prevedono la richiesta di avviamento presso i centri dei servizi per l’impiego competenti per territorio e le assunzioni devono essere effettuate tra i disoccupati residenti nel comune in cui insistono i cantieri.

Approvato anche l’emendamento n. 76 che alla lettera d) del comma 1 sostituisce le parole “tre anni” con “trentasei mesi”, mentre il consigliere del Pd, Franco Sabatini, ha annunciato il ritiro degli emendamenti 69, 84 e 86 ma ha ribadito “la convinzione che quanto proposto con le modifiche vada nel verso del giusto riconoscimento di un diritto per gli operai impiegati come amministrativi e a cui non sono state riconosciute le mansioni superiori svolte”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Pd, Luigi Lotto, che ha ricordato come la questioni riguardi 25 dipendenti dell’ente foreste che, con qualifica di operaio, hanno superato una selezione pubblica per essere impiegati con mansioni di amministrativi. «Serve una soluzione di giustizia per riconoscere un diritto maturato», ha concluso Lotto, confermando però il ritiro dell’emendamento.

Approvato l’articolo 50 (Svolgimento di attività con specifica qualificazione o specializzazione), il relatore ha dichiarato parere favorevole all’emendamento aggiuntivo n. 77 (Sabatini e più) all’articolo 51 (Risorse per la contrattazione), a cui è seguito parere conforme dalla Giunta.

L’Aula ha quindi approvato l’articolo 51 e l’emendamento aggiuntivo n. 77 che alla fine del comma 1 stabilisce che l’ammontare massimo delle risorse destinate alle contrattazione collettiva possa essere integrato nella misura non superiore al 10% dei ricavi derivanti dalle attività economiche poste in essere dall’agenzia.

Approvato quindi l’articolo 52 (Patrimonio dell’agenzia) e di seguito l’articolo 53 (Norma finanziaria) e previa acquisizione dei pareri favorevoli di relatore e giunta, anche l’emendamento aggiuntivo n. 71 (Antonio Solinas e più) che modifica le parti riguardanti l’UPB e sostituisce il termine “legge finanziaria” con “legge di stabilità regionale”.

Approvato l’articolo 53 bis (Modifiche alla legge regionale 12\94), l’Aula con il parere favorevole di relatore e giunta ha approvato anche l’emendamento aggiuntivo n. 70 (Antonio Solinas e più) contente le disposizioni di prima applicazione della nuova norma. Via libera anche all’articolo 54 (Abrogazione di norme e disposizioni transitorie) e all’emendamento aggiuntivo n. 9 (Antonio Solinas) che aggiorna le norme abrogate con l’entrata in vigore della legge.

Dopo l’approvazione dell’articolo 55 (Entrata in vigore) il Consiglio ha ripreso l’esame degli articoli la cui discussione era stata sospesa nella seduta pomeridiana e così il presidente del Consiglio ha preannunciato la votazione del’articolo 4 (Definizioni di bosco e assimilate) e il consigliere di Sovranità, democrazia e lavoro, Piermario Manca ha contestato il contenuto del comma 2, laddove si precisa che costituisce bosco un’area non inferiore a 2.000 metri quadrati e larghezza maggiore di 20 metri, coperta da vegetazione arborea compresa la macchia mediterranea. Piermario Manca ha lamentato il fatto che la Regione sarda, al contrario di quanto fatto da altre Regione, non abbia legiferato in materia ed ha denunciato pericoli per il comparto agricolo sardo in riferimento al calcolo dei contributi comunitari. 

Il Consiglio ha proceduto con la votazione dell’emendamento n. 17 che non è stato approvato con 29 contrari e successivamente non sono stati approvati gli emendamenti n. 18, n. 22, n. 23, n. 25, n. 26, n. 28 e n. 30. Via libera invece, con parere favorevole di relatore e giunta, all’emendamento n. 78 che sopprime alla fine della lettera b) del comma 6 le parole “Unione Europea”.

Non approvati con successive e distinte votazioni gli emendamenti nn. 21, 4, 20, 19, 24, 27, 31 e 29.

Il consigliere Piermario Manca (Sdl) ha dichiarato voto contrario all’articolo 4 e il consigliere del Pd, Luigi Lotto, non ha nascosto perplessità sui possibili danni per il comparto agricolo ma si è detto fiducioso delle rassicurazione fornite dall’assessore sulle interlocuzioni intercorse con l’assessorato competente. Anche il relatore Antonio Solinas, ha dichiarato voto a favore ed ha affermato che “senza l’approvazione della norma i pericoli per il comparto agricolo sarebbero maggiori”. Concetto ripreso dall’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano che ha confermato le positive interlocuzioni con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha spiegato che “al ministero dell’agricoltura è aperta la discussione sul punto e che un parte del cosiddetto collegato agricoltura è dedicata alla gestione del bosco e sarà dunque sul decreto attuativo che faremo pressione per aggiornare il decreto 227 e ci adegueremo alle novità che concorderemo in sede governativa”.

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha chiesto la votazione elettronica ed ha preannunciato il voto contrario del gruppo. Anche il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia, ha dichiarato voto contrario («Riflettete, e personalmente  non mi fido delle raccomandazioni perché bisogna fare massima attenzioni al rischio del blocco dei finanziamenti comunitari per gli agricoltori»).

Il capogruppo Daniele Cocco (Sel) ha posto l’accento sul rischio di possibili situazioni di disagio per il comparto agricolo ma non ah dichiarato il voto contrario.

Posto in votazione l’articolo 4 è stato quindi approvato con 21 favorevoli e 7 contrari mentre non è stato approvato l’emendamento aggiuntivo n. 5.

Dunque si è passati all’articolo 21 (interventi compensativi) e con parere contrario del relatore e della giunta non sono stati approvati gli emendamenti n. 50 e 51, mentre è stato approvato l’emendamento n. 1 che al comma 3 sopprime il periodo “gli interventi di trasformazione finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico”. Non approvato l’emendamento n. 52, successivamente è stato approvato l’emendamento n. 2 che al comma 4 sostituisce il periodo “In luogo del rimboschimento compensativo” con il seguente “Unicamente quando il rimboschimento compensativo risulti impossibile”.

Posto in votazione il testo dell’articolo 21 è stato approvato e il presidente Ganau ha così potuto dichiarare aperta la votazione finale sul testo della legge forestale che è stata approvata con 31 voti favorevoli (i consiglieri della minoranza non hanno partecipato, per protesta, ai lavori a partire dall’esame dell’articolo 49).

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Prosegue, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge 218/A “Legge forestale della Sardegna”. La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art.1 e, non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’articolo, che il Consiglio ha approvato. A seguire è arrivato anche il voto favorevole dell’Aula sull’art. 2 (finalità), integrato da due emendamenti proposti dalla maggioranza, il n. 67 (Solinas Antonio e più) ed il n. 68 (Solinas Antonio e più). Con il primo si prevede il potenziamento della sentieristica, delle attività di guida e dei punti di ristoro a conduzione pubblica privata o mista nel quadro di una gestione ottimale del patrimonio forestale. Con il secondo viene aggiunto il riferimento alla “ricaduta economica delle attività legate alla valorizzazione ed allo sfruttamento del sistema forestale”.

Successivamente è stato approvato anche l’art. 3 (funzioni).

Sull’art. 4 (definizione di bosco e delle aree assimilate) il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha definito il testo «una delle piccole perle della legge, fuori dal tempo e dallo spazio, con si attribuisce la definizione di bosco anche ad un appezzamento di terreno pari ad una piscina olimpionica di 2.000 metri quadri con relativa tutela; su questo punto una riflessione bisogna farla, noi comunque non possiamo accettare tesi minimaliste come ha fatto notare lo stesso Cal, ricordiamoci che in Sicilia la dimensione minima è di 10000 metri quadri e noi non possiamo definire bosco un campo da calcetto».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, nel condividere le argomentazioni del consigliere Tedde, ha parlato di «misure ridicole per definire un bosco, superfici pari ad un giardino di casa, questo dimostra che la legge è punitiva e penalizzante, fatta non per i sardi ma da qualcuno che ha studiato sui libri ma non conosce la realtà della nostra terra; siamo i primi in Italia per superficie boscata e vogliamo tutelare questo patrimonio ma con misure chiare ed equilibrate».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha invitato i colleghi dell’opposizione e non dimenticare il passato, «quando vennero nominate figure apicali che non distinguevano campagne da boschi, mentre oggi la situazione è molto diversa e ci sono le idee chiare». Tuttavia, ha riferito, «su questo punto ci sono sensibilità diverse sia all’interno della maggioranza che nell’opposizione, per cui è opportuno rinviare l’esame dell’ art. 4 al primo pomeriggio per trovare una sintesi unitaria».

La richiesta è stata accolta. Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli 5 (Pianificazione forestale) e 6 (Piano forestale ambientale regionale).

Sull’art. 7 (Piano forestale territoriale di distretto) il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha presentato, con un emendamento, la proposta di abolire la Consulta istituita dal testo sostituendola con l’organismo di controllo già previsto dalla legge. «Il nostro suggerimento – ha affermato – è di buon senso ed ha un fondamento tecnico, perché immaginare un piano territoriale di 10 anni non esiste, considerato anche che il taglio del sughero si fa ogni 5, periodo che consente sia agli organismi di controllo che ai privati ed alla Regione di intervenire sulla prevenzione; poi sarebbe meglio eliminare i passaggi che riguardano enti ed assessorati che non hanno competenze dirette sulla materia ma appesantiscono iter autorizzazioni».

Messo ai voti, l’emendamento proposto dal consigliere Rubiu è stato respinto. Subito dopo il Consiglio ha approvato sua l’art. 7 che l’art. 7 bis (Viabilità forestale) e gli articoli 8 (Piano forestale particolareggiato), 9 (pianificazione, gestione ed attività dei siti della Rete Natura 2000), mentre l’art. 10 è stato soppresso.

Sull’art. 11 (Documento esecutivo di programmazione forestale) è stato proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) ed approvato un emendamento, il n. 69, che prevede, nell’ambito della programmazione forestale, sia il riferimento alle entrate provenienti da fonti nazionali, regionali e comunitarie, che quello relativo alle entrate proprie dell’Agenzia.

Sull’art. 12 (Consulta regionale per le politiche forestali) il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto fra l’altro che «il compito del Consiglio è quello di fare leggi funzionali, semplici e soprattutto utili alla Sardegna, mentre qui si mette in piedi una consulta regionale pletorica ed esagerata con 10 componenti, quasi una conferenza di servizi; noi proponiamo invece i comitati territoriali già previsti dall’art 44 formati dall’assessore e da 4 sindaci per rappresentare davvero i territori».

Messa ai voti la proposta del consigliere Rubiu è stata respinta. Subito dopo il Consiglio ha approvato gli art. 12, 13 (Sistema informativo forestale) e 14 (Cartografia e inventario forestale della Sardegna).

Annunciata la discussione e la votazione del Titolo III “Gestione del patrimonio forestale”, Capo I, articolo 15 “Definizione di patrimonio forestale pubblico”, il presidente ha proceduto con la votazione che ha avuto il seguente risultato: favorevoli 29 contrari 17. Quindi, il relatore della maggioranza, Antonio Solinas (Pd), ha dichiarato parere contrario per tutti gli emendamenti presentati all’articolo 16 e la Giunta ha espresso parere conforme. Il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 40 ( 17 sì e 27 no); n. 41 (18 sì e 27 no); n. 43 (18 sì e 29 no); n. 42 (18 sì e 29 no) e n. 44 (17 sì e 30 no). Posto in votazione il testo dell’articolo 16 (Patrimonio forestale della Regione) è stato approvato con 30 favorevoli e 17 contrari.

Il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, è intervenuto sulla discussione dell’articolo 17 (Riconsegna dei terreni tenuti in occupazione temporanea) ed ha invitato alla riflessione sulle disposizioni del comma 3 laddove si stabilisce che il personale che presta servizio nei terreni riconsegnati ai privati potrà lavorare in cantieri allestiti in altri comuni. Il consigliere della minoranza ha proposto la soppressione del comma 3 ma l’Aula ha proceduto con l’approvazione del testo dell’articolo 17 (25 favorevoli e 18 contrari).

Antonio Solinas, su invito del presidente Ganau, ha dichiarato il parere contrario all’emendamento n. 16 che propone la parziale sostituzione dell’articolo 18 (Affidamento di beni) a cui è seguito il parere contrario della Giunta. Il Consiglio non ha approvato con 28 contrari e 15 a favore l’emendamento n. 16 ed ha invece dato disco verde al testo dell’articolo 18, con 28 sì e 17 no.

Relatore e Giunta hanno dunque dichiarato parere contrario a tutti gli emendamenti all’articolo 19 (Trasformazione del bosco e interventi selvicolturali) e il Consiglio non ha approvato gli emendamenti n. 45 (17 sì e 29 no) e n. 46 (18 sì e 29 no) e n. 47 (18 sì e 30 no) sul quale il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, era intervenuto per illustrare la richiesta di un coinvolgimento della commissione e del Consiglio per ciò che attiene gli adempimenti posti in capo solo alla Giunta di cui al comma dell’articolo 47. L’Aula, con 29 favorevoli e 19 contrari ha approvato l’articolo 19 e il relatore Antonio Solinas ha dichiarato, seguito dalla Giunta, parere contrario per tutti gli emendamenti presentanti all’articolo 20 (Vincolo idrogeologico) tranne che per l’emendamento aggiuntivo n. 75 (Solinas Antonio, Cocco Pietro) che abroga il comma 2 dell’articolo 61 della legge regionale n. 9\2006 (conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) e stabilisce che le unioni dei comuni trasferiscono al Corpo forestale e di vigilanza ambientale i procedimenti di propria competenza già avviati all’entrata in vigore della legge. Posti in votazione, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 48 (18 sì e 29 no) e n. 49 (18 sì e 29 no) mentre ha approvato il testo dell’articolo 20 (32 favorevoli e 16 contrari) e successivamente l’emendamento aggiuntivo n. 75 (31 favorevoli e 17 contrari).

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi ha dichiarato voto a favore dell’emendamento aggiuntivo n. 7 che però non è stato approvato con 25 contrari e 22 favorevoli. Su proposta del capogruppo dell’Udc, Rubiu, l’esame dell’articolo 21 (Interventi compensativi) è stato invece sospeso e rinviato, così come l’articolo 4, alla seduta pomeridiana e l’Aula ha proceduto con l’approvazione dell’articolo 22 (Prevenzione degli incendi boschivi) con 29 favorevoli e 17 contrari; e dell’articolo 23 (Piano regionale antincendi) con 30 favorevoli e 16 contrari.

Sull’articolo 24 (Prescrizioni antincendi, divieti e sanzioni) il relatore Antonio Solinas ha dichiarato (seguito poi dalla Giunta) parere contrario per tutti gli emendamenti ed ha chiesto al presidente una breve sospensione dei lavori prima della votazione del testo dell’articolo. Il consiglieri, Luigi Crisponi (Riformatori) e Marco Tedde (Forza Italia) hanno auspicato che la sospensione richiesta dal relatore derivi dalla volontà di sopprimere il comma il comma 5 dell’articolo 24 che – a loro giudizio – prevede sanzioni spropositate per le imprese turistiche e agrituristiche in caso di violazione dei precetti antincendio. Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha chiesto la votazione per parti del testo dell’articolo e il presidente ha quindi proceduto con la messa in votazione degli emendamenti n. 53 e n. 54 che non sono stati approvati, il primo con 30 contrari e 17 favorevoli e il secondo con 30 contrari e 17 favorevoli.

Il capogruppo dell’Udc, Rubiu, ha auspicato una valutazione “attenta” del contenuto dell’emendamento n. 55 e il presidente del Consiglio, come da accordi, ha sospeso i lavori dell’Aula. Alla ripresa il relatore Antonio Solinas, ha fatto osservare che le norme statali sono ancor più, in termini di sanzioni ma ha evidenziato che non fanno riferimento alle aziende agrituristiche e pertanto, Solinas, ne ha proposto la cancellazione del testo lasciando solo il riferimento alle imprese turistiche.

I consiglieri Crisponi (Riformatori) e Tedde (Fi) hanno criticato tale proposta ed il presidente Ganau ha proceduto con la messa in votazione dell’emendamento n. 55 che non è stato approvato (25 no e 16 sì) e quindi del testo dell’articolo 24, modificato come proposto dal relatore, che è stato approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

Antonio Solinas ha quindi dichiarato il parere contrario per l’emendamento n. 12, presentato all’articolo 25 (Sistema regionale antincendi) con parere conforme della Giunta e l’Aula, prima non ha approvato l’emendamento n. 12 (30 no e 15 sì) e successivamente ha dato il via libera al testo dell’articolo 25 con 30 voti favorevoli e 18 contrari.

Si è quindi passati all’esame del Titolo V della legge (promozione dell’economia e della ricerca forestale). Il presidente ha messo in discussione l’articolo 26 “Albo delle imprese forestali”. Non essendoci iscritti a parlare si è proceduto alla votazione dell’articolo che è stato approvato con 31 voti a favore e 17 contrari.

L’aula ha quindi approvato, in rapida successione, gli articoli 27 “Forme associative di gestione”, 28 “Promozione delle attività selvicolturali”, 29 “Certificazione forestale” e 30 “Valorizzazione della filiera di produzioni legnose”.

Sull’articolo 31 “Valorizzazione della filiera foresta-sughero il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento sostitutivo parziale n. 82 che proponeva di trasferire il Servizio Ricerca per la tecnologia del sughero e delle materie prime forestali da Agris all’Agenzia Forestas, ferme restando le condizioni contrattuali del personale. La richiesta è stata accolta dal consigliere Giuseppe Meloni (Pd), primo firmatario dell’emendamento. «Mi riservo di riproporre la questione quando si parlerà di personale – ha detto l’esponente della maggioranza – ai dipendenti Agris, che verranno trasferiti all’Agenzia Forestas si applica la legge 31 differentemente al personale dell’Ente Foreste. C’è una disparità di trattamento su cui occorre riflettere».

Il consigliere Meloni, rivolgendosi all’assessore all’Ambiente Donatella Spano, ha poi auspicato che la struttura pubblica di riferimento per la ricerca e l’assistenza tecnica in materia di sughericoltura, da individuare con delibera di Giunta, diventi realmente operativa. «Finora Agris non ha svolto il ruolo che doveva svolgere – ha concluso Meloni – in futuro occorrerà occuparsi concretamente di questo settore trainante per l’economia isolana». Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 31 che è passato con 31 sì e 18 no.

Subito dopo l’Aula ha approvato anche gli articoli 32 “Valorizzazione delle filiere foresta-prodotti non legnosi e delle risorse silvo-pastorali, 33 “Vivaistica forestale”, 34 “Promozione della ricerca forestale, trasferimento tecnologico e assistenza tecnica”.

Si è quindi passati all’esame del Titolo VI della legge “Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna”. Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 35 “Istituzione dell’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna” e dei relativi emendamenti. Approvato il testo dell’articolo con 32 voti a favore e 17 contrari, si è aperta la discussione sull’emendamento aggiuntivo  n. 56 (Tatti e più) che proponeva di portare la sede dell’Agenzia Forestas a Campu Longu, nell’Oristanese.

«Da decenni si parla di trovare una sede idonea per l’Ente Foreste – ha detto il consigliere dell’Udc Gianni Tatti – in passato si sono acquistati terreni a Campu Longu, lì si è costruita una struttura all’avanguardia. Conosciamo tutte le difficoltà che ci sono nella sede attuale dell’ente Foreste dove gli spazi sono insufficienti, ora c’è la possibilità di trasferirla a Campu Longu. Sarebbe una bella risposta per le zone interne della Sardegna e l’oristanese in particolare. La Giunta dice di voler decentrare, questa è un’occasione unica per far sì che questo avvenga. In quel compendio sono stati spesi molti soldi, si valuti seriamente la possibilità di avvicinare la Regione alle popolazioni».

Il presidente della Quarta Commissione Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato di volere considerare l’emendamento come un auspicio e un indirizzo politico. «Mi auguro anch’io che si arrivi ad individuare Campu Longu come sede dell’Agenzia Forestas. Oggi però questa decisione non può essere presa, è necessario fare ulteriori approfondimenti. Ciò non toglie che siamo d’accordo sulla dislocazione degli uffici regionali nel territorio. Oristano è al centro della Sardegna, lì si è deciso di portare la sede di Argea, in futuro potrà essere fatto anche per Forestas».

Oscar Cherchi (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha chiarito che la sua non è una scelta campanilistica. «In passato, quando nacquero le agenzie Argea, Agris e Laore si decise di distribuire le sedi a Oristano, Sassari e Cagliari. Cosa c’è di strano nel dichiarare oggi la volontà di portare a Campu Longu la sede di Forestas? E’ un’operazione a costo zero – ha detto Cherchi – se ci fossero costi capirei, qui si tratta solo di stabilire che la sede sarà Campu Longu. Mi auguro che i consiglieri oristanesi votino compatti a favore dell’emendamento».

Proposta non condivisa dal capogruppo di Sel Daniele Cocco: «La sede dell’Ente Foreste doveva essere istituita a Nuoro, questo non è avvenuto per una serie di motivi – ha ricordato Cocco – per la sede di Forestas ci sono diverse alternative. Una di queste è la struttura di Foresta Burgos che ospita attualmente la scuola di polizia a cavallo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha sottolineato la necessità di definire in modo chiaro ruoli, competenze e strumenti dell’Agenzia Forestas. «Quando si istituisce un nuovo soggetto e si va ad iscriverlo al registro delle imprese si conoscono statuto, patrimonio, competenze, organi, etc. Con il comma 5 di questo articolo  si rinvia invece tutto allo statuto e alle decisioni della Giunta. La sede, che è un requisito fondamentale, non è definita».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, dopo aver giudicato “poco interessante” il dibattito, ha rimarcato l’esigenza di ragionare sulle vere emergenze dell’Isola. «La Sardegna dell’interno continua a spopolarsi e non si presta nessuna attenzione – ha detto Dedoni – l’emendamento che chiede di portare la sede di Forestas nell’oristanese non va contro Nuoro ma mira a trovare una soluzione per tutti. Il Consiglio, pur di non decidere, rimette tutto nelle mani della Giunta. L’Ente continuerà a premiare Cagliari oppure Sassari a discapito delle zone interne».

Il consigliere Antonio Gaia (Ups) ha annunciato il suo voto contrario e definito “irrilevante” il contenuto della proposta. «Se volessimo rispettare criteri perequativi la sede dell’Agenzia Forestas dovrebbe andare a Nuoro. La questione però è di lana caprina – ha detto Gaia – la sede legale di Abbanoa è attualmente a Nuoro ma il capoluogo barbaricino non ne ha beneficiato».

Secondo Salvatore Demontis (Pd) la presenza di diverse alternative impone un ulteriore riflessione. «Non è opportuno individuare oggi la sede di Forestas – ha detto Demontis – meglio farlo con lo statuto dopo discussioni più approfondite».

Mario Tendas (Pd) si è detto d’accordo con la proposta del consigliere Oscar Cherchi di portare la sede di Forestas a Campu Longu. «Chi conosce quei locali sa quanto sono ben strutturati – ha sottolineato Tendas – oggi però occorre capire se ci sono le condizioni ottimali per garantire servizi migliori.  Quando si deciderà la sede sarà doveroso valutare l’opportunità di portare Forestas a Campu Longu».

Il vicepresidente del Pd Roberto Deriu ha respinto le critiche della minoranza sull’impianto della legge. «Non è vero che il Consiglio non decide – ha detto Deriu – la riforma degli enti locali è una legge che dà un orientamento generale. La Sardegna viene divisa in ambiti territoriali strategici. Il decentramento devrà tenere conto delle attitudini e delle vocazioni dei territori». Messo in votazione, l’emendamento n.56 è stato respinto con 28 voti contrari e 19 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 36 “Ambiti di intervento che è stato approvato con 32 sì e 19 no.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 37 (Funzioni dell’Agenzia) integrato dall’emendamento n. 83 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) con cui si consente all’Agenzia di stipulare convenzioni con gli Enti locali per l’utilizzo di proprio personale in attività come manutenzione e pulizia delle strade e manutenzione dei siti di importanza storico-culturale.

A seguire sono stati approvato gli art. 38 (Programma delle attività) e 39 (Sistema contabile), quest’ultimo integrato dall’emendamento n. 80 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio è più) in cui viene inserito il riferimento “ai servizi resi” dall’Agenzia e “delle relative entrate”.

Successivamente è stato approvato l’art. 40 (Indirizzo e controllo).

Sull’art. 41 (Organi dell’Agenzia) il consigliere Gianni Tatti dell’Udc, ha denunciato il fatto che «l’Ente foreste è stato commissariato senza una legge e senza una motivazione, solo con un disegno di legge che non è nemmeno arrivato in Aula, senza rendere conto a nessuno: una cosa gravissima». Ribadisco poi, ha concluso, che «quella dell’amministratore unico affiancato dal direttore generale è una struttura di governo che non esiste in nessun altra Agenzia della Sardegna, mentre occorre dare risposte soprattutto ai Comuni».

Messo ai voti, l’art 41 è stato approvato, come il 42 (Amministratore unico).

Nell’esprimere il parere sugli emendamenti, il presidente della commissione Antonio Solinas ha annunciato il ritiro delle proposte relative al secondo comma perché la sua approvazione, di fatto, consentirebbe al direttore generale di percepire compensi maggiori di quelli dell’amministratore unico.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha ricordato l’atteggiamento «abbastanza disponibile» sulla riforma che «anche per noi è importante pur con molti punti critici; uno di questi è certamente l’emendamento della maggioranza con cui si elimina la procedura selettiva ad evidenza pubblica per l’amministratore, così è una finta riforma in cui si introduce una discrezionalità assoluta, ed allora non c’è differenza rispetto allo schema precedente dove c’era un Cda espresso da vari soggetti, l’emendamento è da ritirare».

L’assessore degli Affari Generali Gianmario Demuro ha precisato che «nessuno vuole eliminare la procedura selettiva perché tale procedura ad evidenza pubblica è comunque prevista nella pubblica amministrazione; c’è però una differenza fra l’amministratore unico ed il direttore che è una figura tecnica».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto che «le osservazioni dell’assessore non sono condivisibili, c’è una dissonanza evidente anche rispetto alla forma giuridica dell’Agenzia, la verità è che si vuole mettere sotto schiaffo l’amministratore unico con una scelta dirigista ed accentratrice, basta ricordare che gli Ersu hanno 5 componenti con un personale pari all’1 o al 2% di Forestas mentre nuova Agenzia ha 6.000 dipendenti».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato la lunga discussione in commissione sul punto, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. 42, integrato dall’emendamento n. 81 proposto dalla maggioranza (Solinas Antonio e più) con cui si introduce fra gli obiettivi assegnati all’amministratore unico anche il riferimento ai “ricavi derivanti dalle attività economiche” dell’Agenzia.

A seguire è stato approvato l’art. Art 43 (Revoca dell’amministratore unico).

Sull’art. 44 (Comitato territoriale) il consigliere Gianfranco Congiu (Sdl) ha proposto un emendamento orale sul primo comma del testo, per introdurre tre modifiche: l’aumento dei componenti del comitato (presieduto dall’assessore dell’Ambiente) a 10 unità, la indicazione di alcuni di questi a cura del Cal, scelti fra i sindaci dei Comuni con maggiori superfici cedute all’Agenzia, ed una quota di tre membri ciascuno assegnati al Consiglio ed alla Giunta: «Un assetto più equilibrato con il giusto rilievo alle amministrazioni locali che hanno interessi prevalenti in materia».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha affermato che potrebbe essere d’accordo «se venisse eliminato il riferimento alle maggiori superfici».

Registrando una posizione contraria, il presidente ha dichiarato la proposta di emendamento orale non accoglibile.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps) ha proposto una breve sospensione della seduta, ritenendo necessario un approfondimento sull’emendamento orale del consigliere Congiu.

Il presidente ha ribadito che la proposta non può essere discussa.

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha detto che, a suo avviso, non è stata manifestata una posizioni contraria alla proposta Congiu.

Il presidente ha confermato ancora che la posizione contraria del gruppo Udc è stata esplicitata.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli nn. 44, 45 (Collegio dei revisori) e 46 (Struttura organizzativa dell’Agenzia).

Sull’art. 47 (Direttore generale) il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha osservato che «sarebbe opportuno consentire alla commissione una maggiore riflessione, perché non viene detto nel testo che chi propone la nomina al presidente della Giunta deve anche definire requisiti speciali del profilo richiesto; anche senza malizia risulta imbarazzante spiegare all’opinione pubblica perché si fanno determinate scelte, se lo fa la struttura amministrativa cui fanno capo due assessori è un conto, altrimenti siamo nell’area della discrezionalità assoluta».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento con cui si sopprimeva il ricorso alla procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del direttore.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. n. 47.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 16.00.

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 218 “Legge forestale della Sardegna”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.218/A – Giunta regionale – Legge forestale della Sardegna. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza della legge, il presidente della quarta commissione (Governo del territorio) Antonio Solinas, del Partito Democratico.

Solinas, dopo aver ricordato il lungo commissione che da circa un anno ha approfondito i vari temi confrontandoli con i portatori di interessi, ha sottolineato che «finalmente si colma un vuoto legislativo unico in Italia nel settore forestale, con una legge che presenta alcuni punti qualificanti: la soppressione del Cda sostituito da un amministratore unico affiancato da direttore generale, la previsione di un comitato territoriale di indirizzo composto da 5 persone (l’assessore dell’Ambiente affiancato da quattro sindaci). Rispetto ad altre agenzie, ha osservato Solinas, «emerge la diversità di Forestas, che ha 6500 dipendenti, 300 sedi in tutta la Sardegna e solo 7 dirigenti ciascuno con 7/800 persone da coordinare, proporzione impossibile rispetto al resto del sistema Regione». Per quanto riguarda il contratto, ha concluso il consigliere del Pd, «che ora si articola su una parte nazionale più un integrativo regionale privatistico, si sono confrontare diverse proposte ma, alla fine, ha prevalso il mantenimento del modello attuale, sia per problemi di bilancio che di inquadramento normativo professionale, come per le categorie degli impiegati e dei lavoratori semestrali».

Per il relatore di minoranza, il consigliere Gianni Tatti (Udc Sardegna) ha evidenziato che il voto di astensione espresso dai consiglieri dell’opposizione significa in realtà «un giudizio ampiamente negativo, fatta eccezione per il riordino della materia forestale in cui la Sardegna aveva effettivamente un vuoto normativo». Non convince, ha affermato Tatti, « il nuovo modello di governance basato sull’Agenzia, che però nell’esperienza regionale è un organismo snello con una missione prevalentemente tecnica, per cui non si comprende perché nel nostro caso ci si voglia affidare ad un tandem formato da amministratore unico e direttore generale». Mi sembra, ha precisato, «una proposta ambigua, poco chiara e non adatta al raggiungimento dei risultati sperati; infatti lo stesso assessore aveva indicato inizialmente la necessità di un organo di indirizzo politico da affiancare al direttore generale salvo poi contraddire questi buoni propositi, dando vita invece ad una Agenzia regionale come ennesimo ente pubblico perciò inutile». Sarebbe stato meglio, secondo il consigliere dell’Udc, «mantenere l’attuale forma giuridica eliminando inutili costi di modifica e cambiando, invece, quello che c’era davvero da cambiare, cioè il contratto, perché ora si vuole perpetuare l’anomalia della legge istitutiva, che consente di non applicare la disciplina del pubblico impiego ma un regime privatistico; in poche parole, una riforma così mal congegnata si traduce in una mera operazione gattopardesca che cambia tutto senza cambiare niente».

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha definito la relazione di maggioranza «molto ambiziosa ma poco aderente alla realtà, perché non si affronta il nodo vero, quello di trasformare l’Ente foreste da uno stipendificio ad un soggetto capace di auto sostenersi e produrre utili, con l’unica foglia di fico dell’eliminazione del Cda peraltro non in linea con la normativa nazionale che ne prevede il mantenimento in considerazione del numero dei dipendenti». Lo stesso Cal, ha ricordato Floris, «ha detto nel suo parere che si tratta di una riforma solo di facciata che senza toccare mentalità, obiettivi e risultati, risulta priva del necessario collegamento con scuola ed università per sviluppare nuova cultura ambientale e col settore turistico per integrare il tradizionale filone estivo». Viene poi totalmente disatteso, ha rilevato Floris, «il vero problema del personale, sottoposto a due contratti di cui uno solo sottoscritto in ambito regionale; in altri termini si sceglie di non scegliere, smentendo i tanti proclami di voler unificare il sistema Regione, e si ignorano le prospettive di un soggetto che dovrebbe diventare il motore economico delle zone interne, lo strumento migliore per difendere il territorio dal rischio idro-geologico per attuare una politica incisiva in materia di protezione civile». La politica, ha auspicato Floris, «deve quindi fare un passo avanti nel senso pubblicistico perchè non si può dire che il contratto di lavoro è prevalentemente agricolo, con tutto ciò che comporta; ora spendiamo 200 milioni ed arriveremo a 300 con un contratto fatto a Roma e pagato in Sardegna a piè di lista, mentre con il rinnovo dello stesso contratto è prevedibile una impennata incontrollata o dei conti o del contenzioso, in conclusione non siamo davanti ad una riforma ma ad un po’ polvere negli occhi, utile magari per trovare il solito docente universitario che non conosce la campagna».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha affermato che la legge contiene «alcuni punti apprezzabili però non mancano i punti critici a cominciare dal piano forestale ambientale in cui si lascia ogni decisione alla Giunta eludendo le competenze del Consiglio, competenze che invece deve mantenere perché già ora decide su tutti gli altri atti di pianificazione territoriale». Quanto all’amministratore unico, a giudizio di Tocco «occorre evitare il pericolo di un eccessivo accentramento, magari su un professore senza esperienza di gestione aziendale né specifica; sulla contrattazione, inoltre, si è persa una buona occasione per incidere positivamente sul contenzioso e su problemi che si trascinano da anni». Questi ed altri punti, ha concluso, «devono essere ulteriormente approfonditi per trovare la soluzione migliore».

Oscar Cherchi, sempre di Forza Italia, ha parlato di «un tentativo di riforma perché in materia di tutela del patrimonio ambientale la legge non propone contenuti innovativi ma si esaurisce nella delega attuativa di molti aspetti alla Giunta, passaggio che indebolisce l’impianto complessivo del provvedimento e rappresenta un modo surrettizio per togliere competenze al Consiglio e portarle nell’ambito della Giunta». La stessa trasformazione in Agenzia lascia molto perplessi, ha detto ancora Cherchi, «perché la gestione successiva si complicherà di molto a cominciare dal personale per il quale tutto rimane come era, senza nemmeno una garanzia di stabilità».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, in apertura, ha fatto i complimenti al relatore di minoranza che ha individuato «i veri nodi irrisolti della legge, ha messo a nudo le crepe da cui rischia di venir fuori l’ennesimo mostro giuridico, a conferma di un iter già iniziato male nel 2014, quando la Giunta approvò un disegno di legge per invitare il Consiglio ad approvare indirizzi generali in vista di nuovo disegno di legge per disciplinare la materia, la classica situazione del serpente che si morde la coda». Poi, ha ricordato Tedde, «una lunga serie di passi indietro fino ad arrivare allo schema attuale, molto simile al punto di partenza; ne è venuto fuori un pasticcio molto diverso dalla riforma vera di cui l’ente ha bisogno anche in campo culturale e sociale, un pasticcio che non cambia nulla, una rinfrescatina della materia che lascia le cose come stanno». Bisogna rivedere in modo radicale, ad avviso di Tedde, «la forma organizzativa e giuridica dell’ente, eliminando il tandem con cui la Giunta vuole mantenere un controllo assoluto sulla struttura con la solita logica accentratrice ed autoritaria, mentre il Governo nazionale dice che ci vuole un Cda in realtà complesse con organici di grandi dimensioni e, quanto alla Regione, basta ricordare i casi degli Ersu che con l’1 o il 2% dei dipendenti dell’ente foreste hanno i Cda di 5 membri ciascuno». Il parere negativo del Cal, ha concluso l’esponente di Forza Italia, «dice le cose come stanno ed auspica senza mezzi termini il ritiro della legge, certificando che soprattutto sul personale è mancato il coraggio di una vera riforma con equiparazione agli altri dipendenti della Regione, rimandando ad una contrattazione agricola cui la Regione non partecipa rinunciando a qualunque scelta».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha segnalato il rischio di un trasferimento di competenze dal Consiglio alla Giunta. «La potestà regolamentare passa, di fatto, dall’organo legislativo a quello esecutivo – ha detto Locci – delegare la materia alla Giunta è una scelta autonoma del Consiglio regionale perché su questo punto non esiste alcun riferimento normativo».

Secondo Locci, il rischio è che si svuoti l’Assemblea di competenze: «A questo punto possiamo decidere di autoregolamentarci e di snellire alcune procedure, evitando di richiedere pareri a organi come il Cal – ha proseguito il consigliere di minoranza – io credo invece che non si deve perdere di vista il quadro normativo generale e occorra difendere la dignità dell’Aula»

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di riforma “pasticciata” che replica quella che portò alla trasformazione dell’Azienda Foreste Demaniali in Ente Foreste.

«Da un prima lettura sembra non si possa parlare nemmeno di riforma – ha detto Crisponi – mancano i riferimenti all’educazione ambientale e all’attività didattica. Non c’è  un raccordo tra le filiere produttive e un collegamento con la parte imprenditoriale». Secondo Crisponi la legge porterà ad un ulteriore appesantimento delle procedure burocratiche per le autorizzazioni: «Fa specie che in molti articoli si chiami in causa il Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale – ha sottolineato il consigliere dei Riformatori – questo ha un ruolo di polizia ambientale, l’Ente Foreste dovrebbe poter decidere in autonomia anche un processo autorizzativo».

Da rivedere, secondo Crisponi, anche la norma che prevede la sospensione delle licenze alle aziende turistiche e agrituristche per il mancato rispetto di alcune prescrizioni antincendio: «E’ una sanzione in eccesso – ha affermato Crisponi – la norma non tiene conto che tutte le attività turistiche sono già sottoposte all’autorizzazione antincendi». Crisponi ha poi fatto notare la difficile attuazione della disposizione che assegna a Forestas il compito di provvedere al decoro degli spazi verdi pubblici. «Mi dite un paese dove l’Ente Foreste ha contribuito ad abbellire e ingentilire i luoghi? Dove si può ammirare un filare di alberi, un prato verde, uno spazio ombreggiato realizzati dall’Ente?».

L’esponente della minoranza ha poi concluso il suo intervento invitando l’assessore a tenere conto dei costi per i nuovi simboli da mettere sui mezzi e sugli equipaggiamenti che passeranno dall’Ente Foreste a Forestas. «Quanto costerà la riproposizione del nuovo logo di Forestas su giubbetti, automezzi e tutta una segnaletica che accompagna attualmente l’Ente Foreste – ha chiesto Crisponi  – ci vorrà tanto denaro, una parte la si destini alla valorizzazione del simbolo della Sardegna che oggi manca totalmente nei mezzi del Corpo forestale e di vigilanza ambientale».

Secondo Gigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, il disegno di legge è “restrittivo, sanzionatorio e punitivo, in altre parole inapplicabile”.

«La soppressione dell’Ente Foreste a favore di Forestas viene fatta in nome della razionalizzazione della spesa e dei principi di efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione – ha detto Rubiu – le vere intenzioni sono invece l’accentramento e il totale controllo degli spazi finora gestiti dagli enti regionali».

Rubiu ha poi criticato la decisione di commissariare l’Ente Foreste: «Sfugge ancora oggi la ragione di quel provvedimento – ha proseguito Rubiu – così come non si capisce la mancanza di investimenti sul personale. L’attuale contratto è inadeguato sia dal punto di vista salariale che da quello normativo».

Bocciata infine la composizione della Consulta regionale per le politiche forestali (art. 12): «E’ costituita da dieci elementi, otto dei quali nominati dalla politica e quindi controllabili – ha concluso Rubiu – questo è il disegno di legge dei buoni propositi che non entra mai nel merito e non indica le risorse finanziare da destinare all’Agenzia».

Conclusi gli interventi, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha difeso l’impianto del provvedimento: «Ho sentito con attenzione la relazione della Commissione e tutti gli interventi – ha esordito Spano – non tutto è stato colto del contenuto e dell’importanza del Dl. Ho notato in alcuni interventi anche momenti di confusione quando si è parlato di Ente Foreste e Corpo Forestale. Sono due entità diverse che il Dl mette insieme sinergicamente. La nuova disciplina per l’Agenzia Forestas crea un ruolo di coesione ed efficienza con le altre strutture della Regione».

Secondo Spano la riforma consentirà di coprire un vuoto legislativo: «La Sardegna si mette al passo delle altre regioni con una legge che si basa sui principi della normativa comunitaria e nazionale – ha detto l’assessore – questo non significa che non si è tenuto conto delle specificità del patrimonio sardo e di ciò che consente di fare lo Statuto di autonomia in materia»

Spano ha poi ricordato che in Sardegna ci sono un  milione e 200mila ettari di foresta, un valore superiore alla media nazionale. «Si tratta di terreni pubblici e privati con un modello di gestione esclusivamente pubblico. Questo modello non è in grado di garantire l’efficacia e l’efficienza delle risorse. Si punta a un mutamento culturale e sociale. L’obiettivo è la tutela del pubblico e la promozione del privato».

L’assessore ha poi evidenziato alcuni aspetti che, a parere della Giunta, introdurranno elementi innovativi come la pianificazione e la programmazione forestale e la semplificazione delle procedure autorizzative a favore dei cittadini.

Altro aspetto positivo riguarderà la lotta agli incendi: «Il Dl – ha concluso l’assessore – chiarisce la composizione del sistema regionale per coordinare meglio le attività di prevenzione e di contrasto degli incendi. La Regione Sardegna, prima in Italia per superfici forestate, punterà sul concetto di multifunzionalità del bosco».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti a favore e 17 contrari.

Il presidente ha dichiarato tolta la seduta ed ha convocato il Consiglio per domani, mercoledì 20 aprile, alle 10.30, mentre la Quarta commissione si riunirà domani alle 9.30 per il parere sugli emendamenti.

 

 

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La settimana di lavoro delle commissioni consiliari regionali inizia domani mattina, alle 10.00, con le comunicazioni urgenti dell’assessore della programmazione Raffaele Paci, in commissione Bilancio.

Audizioni dalle 11.00 in commissione Lavoro e Cultura, presieduta da Gavino Manca. Per esprimere un parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria saranno sentiti: alle 11.00 la  Fondazione Sardegna FILM Commission, Moviementu e le  Scuole Civiche di Musica della Sardegna; alle 12 l’AGIS Sardegna, il COSASS – Federcultura Sardegna, la Federazione bande musicali della Sardegna, il Teatro stabile della Sardegna, C.A.M.P.O.S., ASSO e Artisti-Confesercenti.

Le audizioni proseguiranno alle 15,30. Saranno sentiti, sempre sulla manovra: alle 15,30 l’Associazione Editori Sardi e l’Associazione Stampa Sarda; alle 16,15 la  Fondazione Nivola, la Coop Athena Tempio Pausania, l’ISRE di Nuoro, la Fondazione memoriale Giuseppe Garibaldi, la Biblioteca Gramsciana; alle 17,45 i lavoratori in utilizzo Sulcis Iglesiente, le organizzazioni sindacali del Parco Geominerario (USB-FISMIC), i lavoratori in utilizzo. I lavori della Seconda Commissione proseguiranno mercoledì alle 9,30 con il seguente ordine del giorno: l’audizione dell’assessore del Lavoro sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018 e sulla programmazione del Fondo Sociale Europeo (FSE); l’audizione dell’assessore della pubblica istruzione sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. La commissione, al termine delle audizioni, esprimerà un parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. Occorrendo i lavori proseguiranno nel pomeriggio.

La Commissione Ambiente, presieduta da Antonio Solinas,  è convocata mercoledì alle 17,00. All’ordine del giorno l’elezione di un vicepresidente e l’audizione dell’Assessore regionale dei Lavori pubblici sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. I lavori proseguiranno giovedì alle 10,00 con l’esame del disegno di legge 218 legge forestale della Sardegna.

La  commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto,  è convocata martedì alle 17.00. All’ordine del giorno l’espressione del parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018; l’esame delle proposte di legge. n. 93 (disposizioni in materia di tutela della panificazione e dei pani tipici della Sardegna), e n. 290 (disciplina dell’attività di panificazione e norme per la tutela dei pani tipici della Sardegna); l’espressione del parere sul disegno di legge 254 (norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi). I lavori della Commissione proseguiranno mercoledì, alle 10,00, con le audizioni sulla proposta di legge. 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre) e, alle 15,30, con le audizioni sulla proposta di legge 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre). Giovedì, alle 10,00, proseguono le audizioni sulla proposta di legge 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre).

La commissione Salute e politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra, è convocata mercoledì alle 11.00. Sarà sentito l’assessore regionale del Lavoro sulle parti di competenza della manovra finanziaria.

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Si sono svolte questa mattina le audizioni degli assessori degli Enti locali ed Urbanistica, Cristiano Erriu, e della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, in IV commissione. 

L’assessore degli Enti locali ed Urbanistica Cristiano Erriu illustrando alla commissione Governo del territorio, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) i principali contenuti della finanziaria 2016, per la parte di competenza, ha detto che «entro la fine dell’anno sarà completato il nuovo sistema informativo sui beni paesaggistici che fornirà ai Comuni strumenti operativi moderni ed efficienti per adeguare i Piani urbanistici al Ppr».

Oltre al nuovo sistema informativo, l’assessore si è soffermato sulla legge n.29 per il recupero dei centri storici per la quale sono state presentate 286 istanze, ora in corso di valutazione. «E’un segno di grande interesse da parte dei Comuni e dei privati –  ha spiegato – che ci consentirà di intervenire su parti del territorio destinate ad importanti funzioni pubbliche ma in parte degradate o poco valorizzate; l’obiettivo strategico è quello di intervenire per riordinare il tessuto urbanistico, con una particolare attenzione alle periferie».

«E’ poi iniziata – ha aggiunto Erriu – la fase di ampliamento del Ppr verso le zone interne della Regione con lo studio e l’analisi dei paesaggi rurali storici, un lavoro lungo ed articolato che, una volta concluso, completerà la pianificazione urbanistica del territorio.»

Per quanto riguarda la nuova legge urbanistica, l’assessore ha affermato che «la Giunta ha già predisposto un testo nel quale si stanno inserendo le integrazioni necessarie dopo l’approvazione della riforma delle Autonomie locali; successivamente sarà sottoposto ad una fase di consultazione pubblica al termine della quale sarà approvato dalla Giunta e trasmesso alla commissione ed al Consiglio».

Nel corso della sua audizione, l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha detto che «la parte della finanziaria relativa all’ambiente va inquadrata nel ciclo della programmazione unitaria e la novità più significativa di quest’anno è rappresentata dall’avvio di grandi interventi strutturali di bonifica, attesi da anni, dei siti industriali inquinati del Sulcis, di Porto Torres e La Maddalena, che possono contare su una dotazione finanziaria di oltre 140 milioni di euro che contiamo di integrare con ulteriori risorse provenienti dal Piano nazionale per il Sud.»

«Il capitolo-bonifiche – ha proseguito l’assessore – comprende anche l’amianto e per questi interventi è necessario sia accelerare le procedure di spesa rispetto al 2015, quando le risorse erano state assegnate alle province, che individuare fondi per la sostituzione dell’amianto con materiali eco-compatibili.»

L’assessore si è poi soffermata, fra l’altro, sul Piano dei rifiuti sottolineando «la forte spinata alla tariffa unica grazia alle premialità assegnate ai Comuni virtuosi; stiamo comunque aggiornando il Piano in previsione dell’istituzione di una Autorità unica per la quale c’è già un Disegno di legge della Giunta che va però armonizzato con la riforma degli Enti locali».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola, anche con accenti critici provenienti da Sel soprattutto sulla insufficiente dotazione finanziaria assegnata ai “cantieri verdi”, i consiglieri regionali Eugenio Lai di Sel, Salvatore Demontis del Pd, i capigruppo di Cps Pierfranco Zanchetta e di Sel Daniele Cocco ed Antonello Peru di Forza Italia.

La commissione ha poi avviato insieme all’assessore una riflessione sulla riforma dell’Ente foreste che, in base ad un Disegno della Giunta, dovrebbe essere trasformato nell’Agenzia “Forestas”. Il presidente Antonio Solinas ha sintetizzato i punti sui quali si ritiene necessario un approfondimento. «Il primo riguarda – ha ricordato Solinas – le spese necessarie per la trasformazione, voce passiva senza ricadute sull’attività». Inoltre, «solleva non pochi dubbi il percorso piuttosto farraginoso (anche in considerazione dell’esperienza non positiva delle agenzie agricole) relativo al trasferimento dei beni dell’Ente foreste, che prima dovrebbero essere trasferiti all’assessorato degli Enti locali e poi assegnati alla nuova Agenzia». «Infine – ha concluso Solinas – c’è un problema complessivo di governance nel senso che appare oggettivamente difficile che una realtà complessa come l’Ente foreste, con 150 basi operative in tutta la Sardegna e circa 7000 dipendenti, possa essere ben guidata da un vertice sostanzialmente monocratico, formato da un amministratore unico ed un direttore generale”.

L’assessore Spano, nel dichiarasi disponibile ad ogni ulteriore fase di confronto, ha messo l’accento sul fatto che «la proposta dell’Agenzia non riguarda tanto la governance quanto la funzione, perché col nuovo assetto giuridico l’Ente diventerebbe a tutti gli effetti un braccio operativo della Regione con capacità di operare su tutto il territorio, mentre attualmente la sua attività è circoscritta ad aree ben delimitate».

Sul trasferimento dei beni, la Spano ha ricordato che «si tratta di un passaggio necessario per risolvere questioni ancora aperte riguardanti il periodo in cui esisteva l’Azienda foreste demaniali, ed anche vantaggioso in termini fiscali perché l’Agenzia non pagherebbe più l’Imu agricola, che ora pesa per circa 3/400.000 euro».

La commissione, che ha “in carico” il disegno di legge, si è riservata una ulteriore verifica delle parti del testo ritenute meritevoli di approfondimento.

[bing_translator]

Donatella Spano 6

La Giunta regionale ha stanziato importanti risorse per le bonifiche dall’amianto.

«Vogliamo rendere sicure le scuole e i luoghi di lavoro, proteggere la salute dei cittadini e bonificare il nostro ambiente liberando la Sardegna dall’amianto. Contrastare quest’emergenza è una delle principali strategie della Giunta regionale: abbiamo adottato il Piano regionale nei tempi promessi e previsto importanti risorse nel nuovo bilancio per l’avvio dei primi interventi urgenti, a partire dai 1,2 milioni di euro per il 2016. Ci sono inoltre 9,4 milioni per il 2017 e altrettanti per il 2018, altri 600mila euro l’anno dedicati alla bonifica delle condotte idriche nello stesso biennio e inoltre abbiamo richiesto 15 milioni di euro nel Patto per il Sud.»
Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, ieri a Solarussa, in occasione del convegno incentrato sul Piano regionale per l’amianto, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con quella regionale e con l’associazione ex esposti amianto, presieduta da Giampaolo Lilliu.
L’incontro, moderato dal consigliere regionale Mario Tendas, che ha visto l’intervento anche del presidente della Quarta commissione del Consiglio regionale (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità) Antonio Solinas, costituisce la prima uscita pubblica dopo l’approvazione del “Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dall’Amianto” (PRA). In occasione del convegno l’Associazione regionale ex esposti amianto ha presentato il progetto di censimento degli edifici contenenti il minerale pericoloso nel comune di Solarussa.
«Proseguiremo nella tabella di marcia con grande oculatezza nell’uso efficiente delle risorse per evitare le problematiche registrate in passato nella spendita dei finanziamenti», ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo Pigliaru, che ha sottolineato l’importanza del lavoro intrapreso con grande ascolto del territori e in sinergia con il presidente della Commissione ambiente in Consiglio regionale e lo stesso Parlamento sardo.
L’assessore Spano, che ha citato anche gli ulteriori interventi funzionali in programma legati al progetto Iscol@ e all’efficientamento energetico, ha evidenziato la portata nazionale dell’emergenza e le due tipologie di incentivi per le bonifiche d’amianto previste dal Collegato ambientale approvato lo scorso dicembre. «Un altro strumento a disposizione – ha concluso – che ci aiuterà a combattere una piaga che ha ferito pure la nostra comunità».

[bing_translator] 

Aeroporto Elmas 1 copia

«L’Enac guarda con favore ad una rete unica degli aeroporti sardi sia perché nel settore è sempre più decisivo disporre di una massa critica per stare sul mercato sia perché l’aeroporto rappresenta una delle infrastrutture più importanti del territorio al servizio del turismo.»

Lo ha dichiarato il  nel corso di una audizione davanti alla quarta commissione (Governo del territorio-Trasporti) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Di Giugno ha fatto riferimento fra l’altro alle più significative esperienze nazionali in cui la rete unica è stata costituita, la Puglia e la Toscana. «In queste due realtà – ha sostenuto – sono stati ottenuti risultati molto interessanti, più crescita del sistema secondo le precise vocazioni dei diversi scali, miglioramento dell’efficienza della gestione, ricadute economiche ed occupazionali positive sul territorio».

Soffermandosi poi sulla situazione dei principali aeroporti sardi cominciando da Alghero, che attualmente presenta la situazione più difficile, il direttore dell’Enac ha affermato che «l’Ente osserva gli sviluppi della vicenda dall’esterno ma con preoccupazione, perché il problema è quello della ricostituzione del capitale minimo richiesto per la società di gestione sia dal codice civile che dalla normativa che disciplina le società titolari di concessione aeroportuali; ovviamente non entriamo nel merito delle modalità di ricapitalizazione che può essere anche una parte del processo di privatizzazione, ribadiamo però che è necessaria altrimenti ci si avvia su una strada che non è quella della fine dell’aeroporto ma quella del fallimento della società».

Per quanto riguarda lo scalo di Cagliari-Elmas Di Giugno ha osservato che «risultati economici e bilanci sono molto positivi ma resta aperto il piano di sviluppo della struttura che, essendo dimensionato su un arco di tempo fino al 2013, rischia di essere vecchio prima della sua realizzazione». Ricostruendo i complessi rapporti con Regione e Comune di Elmas, Di Giungo ha ribadito la validità della proposta Enac per l’ampliamento dell’aeroporto: «Abbiamo ridotto le superfici interessate dall’intervento fermo restando che per noi sono essenziali servizi e parcheggi e non nuove cubature e, soprattutto, la disponibilità di aree di rispetto sufficienti per operare in regime di sicurezza; rispetto all’ipotesi di espropriare un’area di 150.000 metri quadri abbiamo proposto al Comune di Elmas di realizzare un parco pubblico ma, nell’ultima conferenza di servizi abbiamo avuto un parere favorevole dell’assessorato dei Trasporti ed uno interlocutorio di quello dell’Urbanistica». «Auspichiamo una decisione – ha concluso – perché se si dovesse prolungare la situazione di stallo alla fine deciderà la presidenza del Consiglio dei ministri, un’ipotesi che non credo interessi alla Regione Sardegna».

Lo scalo di Olbia-Costa Smeralda, infine, è per il direttore dell’Enac «l’esempio di una gestione efficiente capace di produrre utili interessanti anche in un contesto oggettivamente condizionato dalla stagionalità». L’allungamento della pista, ha aggiunto, è il principale obiettivo del piano di sviluppo ed entro breve tempo dovrebbe essere completata la prima fase dell’intervento, cioè il by pass della strada 125, resta il problema dell’allungamento della pista per consentire l’atterraggio di aeromobili di grandi dimensioni che, attualmente, sono soggetti a prescrizioni ed autorizzazioni specifiche che richiedono tempo e causano disagio ai passeggeri”.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni (Pd), Antonello Peru di Forza Italia, il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta e dei Riformatori sardi Attilio Dedoni.

[bing_translator]

Il disegno di legge n. 286 sulla proroga del contratto di servizio di continuità territoriale marittima tra la Sardegna, le isole minori e la Corsica, è stata al centro dell’audizione dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, svoltasi questa mattina in IV commissione.

«Con questo intervento è la terza volta dal 2014 che la Regione interviene sulla Saremar, segno dell’attenzione costante per i lavoratori della compagnie e per il servizio alle comunità interessate», ha detto Massimo Deiana, presentando il disegno di legge con cui il servizio di continuità territoriale svolto dalla Saremar con le isole minori di La Maddalena e Carloforte e con la Corsica viene prorogato fino al 31 marzo del 2016.

«Mentre la gara va avanti – ha detto fra l’altro Deiana nel suo intervento – abbiamo ottenuto dal ministero dell’Economia il 6 novembre scorso, nero su bianco, certezza sulle risorse e sui tempi: lo Stato coprirà il servizio con 13,6 milioni l’anno fino al 2022.»

«Quanto ai passaggi intermedi della gara, sono anch’essi molto ravvicinati. Il 18 novembre –  ha ricordato Deiana – il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, entro il 18 dicembre dovranno essere inviate le manifestazioni di interesse e subito dopo comincerà la selezione per gli inviti.»

«La certezza della disponibilità della risorse – ha proseguito l’assessore – era la condizione indispensabile per poter ottenere dalla direzione generale concorrenza dell’Unione europea in via libera alla proroga fino al 30 marzo dell’anno prossimo; nel frattempo la Camera ha approvato un emendamento alla legge di stabilità che consente una ulteriore proroga fino al 30 giugno, è una notizia molto positiva e se il voto diventasse definitivo potremmo tagliare il traguardo con ulteriore anticipo.»

Dopo l’intervento dell’assessore la commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge n. 286 compreso un emendamento del consigliere di Sel Luca Pizzuto con cui si precisa che, in ogni caso, la proroga del contratto di servizio con la Saremar resterà in vigore fino all’aggiudicazione della gara. Il provvedimento passa ora all’esame della commissione Bilancio e successivamente all’aula del Consiglio.

Traghetto Carloforte 3 copia

[bing_translator]

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, nelle battute iniziali della seduta di questa mattina, ha comunicato all’Assemblea la presa d’atto da parte della Giunta delle elezioni della decisione del Consiglio di Stato che il 13 novembre scorso ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis contro la sentenza del Tar che lo aveva escluso dall’Assemblea sarda.

Il presidente ha poi rivolto un messaggio di solidarietà al popolo francese e un pensiero speciale a Valeria Solesin, la giovane dottoranda veneziana morta nell’attentato al Bataclan.  «Quanto accaduto a Parigi  lo scorso venerdì sconcerta e addolora – ha detto Gianfranco Ganau – i drammatici e sanguinosi attentati compiuti da miliziani dello Stato islamico che hanno sconvolto la capitale francese e con essa l’Europa e l’intero Occidente, lasciano un triste quanto terribile bilancio: 129 morti, oltre 350 feriti. Un attacco senza precedenti da parte del terrorismo fondamentalista islamico, feroce e mirato a distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati».

Il presidente ha poi proseguito auspicando unità, determinazione e impegno costante contro ogni forma di estremismo «perché la pace fra i popoli è un percorso lungo, difficile ma obiettivo primario da raggiungere e alimentare costantemente. Prima la tragedia del 7 gennaio con la strage alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ora gli attacchi del 13 novembre. L’assalto all’Europa continua e la repressione messa in atto finora non è riuscita ad intimorire le cellule dell’Isis – ha detto ancora Ganau – il Califfato è attrattivo e affascina, ma soprattutto continua a reclutare. La violenza e la pericolosità di quanto accaduto impone uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. “Estirpare la capacità di attrazione del terrorismo” – ha dichiarato ieri il ministro Gentiloni alla Camera riferendo in aula dopo la strage di Parigi -, deve essere l’obiettivo dell’Europa unita. “Li combatteremo, non dichiarando guerra all’Islam” – ha detto ancora il ministro degli Affari Esteri -, un principio che mi sento di condividere appieno perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione. Credo che la morte e l’orrore di questi ultimi giorni impongano a noi tutti una seria riflessione su quale siano le strategie da attuare. Ricordiamo che l’Isis colpisce anche  le centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Siria e dall’Iraq, non terroristi ma vittime, ricordiamo Beirut, appena un giorno prima la strage di Parigi,  dove hanno perso la vita  43 persone e 239 sono rimaste ferite». 

Il presidente ha quindi rivolto un pensiero speciale alla giovane dottoranda veneziana Valeria Solesin, morta nel corso degli attentati al Bataclan. «Ai suoi genitori, alla loro dignità e compostezza nel terribile dolore per la morte di una figlia, esprimiamo tutto il nostro cordoglio. Alla Francia e al suo popolo – ha concluso il Ganau – quest’Assemblea esprime tutta la propria vicinanza».

Su invito del presidente, il Consiglio ha quindi osservato un minuti si silenzio in memoria delle vittime degli attentati di Parigi e delle persone morte un anno fa in Sardegna a causa del ciclone Cleopatra.

Successivamente l’Aula ha iniziato la discussione, in base all’art. 102 del Regolamento, della Proposta di legge n. 279 (“Differimento del termine di entrata in vigore della centrale unica di committenza”), firmata da tutti i capigruppo.

Il relatore Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato in apertura l’aggancio alla legge Del Rio operato dal Consiglio con un emendamento che fissava la scadenza a novembre e determinando di fatto, ha ricordato, «una situazione in cui i Comuni non possono più bandire gare d’appalto, fare concorsi ed avviare i cantieri di lavoro, in pratica le amministrazioni sono totalmente bloccate» Il testo, quindi, «è molto urgente, mentre dal prossimo anno è opportuno che la Regione intervenga tenendo conto sia delle necessità dei Comuni che, soprattutto, delle esigenze reali dei cittadini».

Il consigliere Gianmario Tendas, anch’egli del Pd, ha messo in luce l’aspetto riguardante i limiti temporali indicati a suo tempo per le centrali uniche di committenza sottolineando che «tale atto non era in effetti obbligatorio come confermato dall’autorità nazionale anti-corruzione rispondendo ad un quesito della Regione Friuli Venezia Giulia, che esclude dall’applicabilità della norma le Regioni a Statuto speciale». «Va bene quindi la proroga che consente l’utilizzo immediato delle risorse – ha sostenuto – ma per il futuro è opportuna una riflessione più ampia».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che il provvedimento interviene su un problema reale precisando però che «non è vero che i Comuni sono tutti nelle stesse condizioni, in effetti si sta allineando verso il basso la situazione degli Enti locali mentre sarebbe meglio tenere conto dei comportamenti virtuosi anche introducendo meccanismi di premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha detto che, a suo avviso, «il provvedimento è utile ed è stato sollecitato più volte dall’Anci, perché buona parte dei Comuni che non hanno attivato per tempo le procedure previste ed in attesa della riforma degli Enti locali le amministrazioni rischiano il blocco dell’attività e soprattutto il blocco della spesa dei fondi europei». «Piuttosto – ha concluso – bisognava intervenire qualche settimana fa prima della scadenza del termine».

A nome della Giunta l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha espresso parere positivo. Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 53 voti favorevoli.

Subito dopo è iniziato l’esame dell’art. 1.

Il consigliere Walter Piscedda (Pd) ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti ricordando che il suo Comune ha costituito la centrale unica e lamentando il fatto che «ogni volta che i Comuni sono in ritardo si fa una norma tampone; tutti conoscevano la scadenza e sarebbe stato utile un segnale in direzione della premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto contrario alla tesi di Piscedda perché, a suo avviso, «il meccanismo di premialità e penalità non avrebbero trovato spazio; l’Anci ha ricordato con preoccupazione le grandi difficoltà dei Comuni ed introdurlo sarebbe stato un segnale fortemente negativo».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «forse anche la Regione non sa sempre cosa deve fare ed in quali tempi; la chiarezza farà bene anche ai Comuni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il termine del 31 gennaio può andare bene in situazioni di emergenza ma, ha precisato, «proprio gennaio è un mese difficile sia per la Regione che per i Comuni perché è un grande incrocio di complesse questioni finanziarie e contabili, sarebbe dunque meglio il 28 febbraio, sia per la Regione che per i Comuni».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è espresso in modo crtico nei confronti delle dichiarazioni del collega Piscedda «che ha fatto bene a ritirare emendamenti che non sarebbero stati adatti in questi casi; tutti i Sindaci hanno grandissimi problemi per le amministrazioni a causa della confusione legislativa di questo momento e stupisce che proprio un Sindaco abbia fatto una dichiarazione del genere».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha detto, da sindaco, di sentirsi «offeso». «I Comuni sardi –ha aggiunto – stanno aspettando una parola definitiva dalla Regione sulla riforma degli Enti locali e, sul piano amministrativo, le cose non stanno come dice Tendas perché si possono fare acquisti ma non bandire gare d’appalto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha osservato che la questione all’attenzione del Consiglio «è solo quella della proroga al 31 dicembre perché dal primo gennaio cambierà tutto con la legge di stabilità; in questo mese e mezzo dobbiamo intervenire per consentire ai Comuni di operare correttamente nei loro ambiti, sotto questo profilo gennaio è una soglia di sicurezza». «La riforma degli Enti locali – ha concluso – dovrà disciplinare autonomamente anche questo aspetto per dare a tutti certezze per il futuro».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento orale proposto dalla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda sull’allungamento della scadenza alla fine di febbraio. Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la consigliera Zedda a ritirare l’emendamento e la consigliera Zedda ha accolto la richiesta.

Chiarito questo aspetto procedurale, il Consiglio ha esaminato ed approvato i 2 articoli della legge e, con 55 voti favorevoli, il testo finale del provvedimento.

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al relatore della Pl 275 Disposizioni in tema di anticipazioni finanziarie a favore dei Gruppi di azione locale” per illustrarne forma e contenuto. Il consigliere Piero Comandini (Pd) dopo aver rivolto parole di ringraziamento ai colleghi e a tutti i capigruppo per la sottoscrizione della proposta che ha come obiettivo quello di garantire le anticipazioni finanziarie a favore dei Gal, previste dall’articolo 9 della legge finanziaria 2015. «Le anticipazioni ai Gal – ha spiegato l’esponente della maggioranza – non sono state erogate in quanto, in fase attuativa del fondo, l’organismo pagatore Agea ha manifestato l’impossibilità di attivare il flusso dei pagamenti così come indicato al comma 2 della stessa previsione normativa». «Agea – ha proseguito Comandini – ha, infatti, segnalato l’impossibilità per i Gal di rilasciare procura irrevocabile all’incasso del contributo pubblico a favore della Sfirs da notificare alla stessa Agea, in quanto la procura comporta che i benefici dell’agevolazione vengano direttamente o indirettamente trasferiti ad un altro soggetto giuridico diverso dai Gal, che non risulta beneficiario, e pertanto non è rimborsabile da Agea».

Il consigliere dei democratici ha quindi ricordato il ruolo dei Gal per la spendita delle risorse comunitarie della precedente programmazione ed ha sottolineato che l’approvazione del provvedimento non comporterà alcun onere aggiuntivo per l’amministrazione regionale.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha espresso perplessità sulle motivazioni addotte da Agea ed ha dichiarato: «La Sfirs è titolare di una procura irrevocabile». L’esponente della minoranza ha lamentato che la Giunta “sembra inchinarsi alle volontà di Agea” e più in generale “alla burocrazia”. Marco Tedde ha concluso auspicando una riflessione su atteggiamenti e comportamenti dell’Agenzia per l’erogazione in agricoltura.

Il consigliere del gruppo “Sovranità, democrazia, lavoro”, Pier Mario Manca, nell’esprimere favore alla proposta illustrata dal consigliere Comandini ha colto l’occasione per rimarcare l’urgenza della istituzione del soggetto pagatore in Sardegna «così da non dipendere più da Roma e da Agea».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha espresso favore alla Pl 275 e ribadito la necessità di un superamento “del problema delle anticipazioni ai Gal, anche per scongiurare il blocco delle attività di sviluppo locale condotte dai Gal della Sardegna”. Il consigliere della maggioranza ha concluso con l’auspicio che le cifre destinate come anticipazione siamo trasformate “in fondo di rotazione“ e le procedure utilizzate anche con la nuova programmazione.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha dichiarato voto favorevole alla proposta Comandini ed ha sollecitato la presentazione di un documento in Consiglio, anche con le procedure d’urgenza, per dare operatività all’ente pagatore sardo.

A seguito del parere favorevole alla Pl 275 dichiarato dalla Giunta il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, dopo aver riscontrato l’assenza di iscritti a parlare ha posto in votazione l’articolo 1 Modifiche all’articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2015 (Concessione di anticipazioni ai Gruppi di azione locale)” che è stato approvato e così è stato per l’articolo 2 “Entrata in vigore”.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, intervenendo per dichiarazione di voto ha espresso favore per la Pl 275 ed ha manifestato rammarico per l’impossibilità, vista l’assenza dall’Aula, di avere rassicurazione dall’assessore dell’Agricoltura sui tempi per dare piena operatività all’ente pagatore sardo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha sollecitato la riforma di tutti gli enti e delle agenzie del comparto agricolo ed ha auspicato l’intervento “diretto” del presidente della Giunta per accelerare l’istituzione dell’ente pagatore sardo per le agevolazioni in Agricoltura.

Il consigliere Piero Comandini è intervenuto per dichiarare il voto a favore del gruppo del Pd.

Il consigliere dei democratici, Antonio Solinas, ha ricordato, invece, le resistenze manifestate nel corso della precedente legislatura dall’allora direttore Argea per svolgere i compiti di organismo pagatore in Sardegna.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la votazione sul testo finale della legge che è stata approvata all’unanimità con 54 voti. 

L’Aula è quindi passata all’esame dei documenti n. 10 “Richiesta di parere sul disegno di legge costituzionale n. 895 relativo a Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia elettorale e di ordinamento degli enti locali” e n.13 “Richiesta di parere sulla proposta di legge costituzionale n. 3212 recante Modifiche alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna)”.

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha spiegato che i due documenti sono stati esaminati dal parlamentino da lui presieduto contestualmente al Disegno di legge di riordino degli enti locali.

Francesco Agus ha manifestato la necessità di un supplemento di discussione e di un confronto con i relatori delle due proposte di legge di modifica dello Statuto, chiedendo un rinvio in commissione dei due documenti e la convocazione di una serie di audizioni con i presentatori dei testi parlamentari.

 Sulla richiesta di rinvio, è intervenuto il consigliere Tedde che ha espresso perplessità sulla posizione del presidente Agus: «Non capisco il motivo di un rinvio – ha sottolineato Tedde – ci sono tempi che devono essere rispettati. Per uno dei pareri siamo già in ritardo. Non vedo nel merito una motivazione valida».

Marco Tedde ha poi ricordato che l’articolo 43 dello Statuto, così come formulato, blocca le riforme: «I contenuti della proposta di legge costituzionale si possono discutere perché vanno nella direzione di un miglioramento dello Statuto e introducono modifiche di buon senso – ha affermato Tedde – sarebbe stato più utile che i proponenti si fossero confrontati con la Giunta e con il Consiglio».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris  ha definito “singolare” la proposta del presidente della Commissione Autonomia. «E’ necessario aprire la discussione su argomenti di fondamentale importanza – ha rimarcato Floris – siamo di fronte a un atteggiamento contradditorio: prima si dice che le riforme costituzionali si intersecano con la riordino degli Enti Locali e poi si chiede il rinvio in Commissione Autonomia dei documenti. Una Commissione, tra l’altro, che si riunisce da tempo senza la minoranza»

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha invece detto di condividere la richiesta del presidente Agus: «I provvedimenti vanno discussi nel merito – ha detto Cocco – non capisco perché non si debbano sentire i parlamentari. I due provvedimenti saranno all’esame di Camera e Senato, è una questione delicatissima. Arrivare in Aula con un parere più tecnico che di sostanza non va bene. Giusto il rinvio in Commissione».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «il problema non è di poca entità, dobbiamo esprimere un parere su alcune modifiche statutarie che toccano l’autonomia e le istituzioni regionali. La Commissione lavora senza la minoranza, è necessario fare un passo indietro e ragionare con attenzione su questi argomenti».

Attilio Dedoni ha poi ricordato che giace da tempo in Consiglio la proposta di una legge costituzionale sarda. «Accettiamo che il Parlamento nazionale ci tagli un abito su misura – ha detto il consigliere di minoranza – non diamo risposte alle aspettative del popolo sardo. Prima di presentare una legge a livello nazionale occorre confrontarsi con il Consiglio».

Angelo Carta, capogruppo Psd’Az, si è detto sorpreso dalla lettura dei pareri. «La Commissione Autonomia prima esprime parere positivo e poi dice che si tratta di un argomento non più attuale – ha affermato Carta – lo Statuto sardo è figlio di nessuno, il primo che si alza la mattina propone una modifica. C’è l’esigenza di occuparsi della Carta della Sardegna e di discutere la proposta di istituzione dell’Assemblea Costituente, unica strada per evitare incidenti come questo. I parlamentari sardi non sanno quale strada prendere».

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha precisato che è stato dato parere positivo sulla proposta di modifica dell’art. 43 dello Statuto. «Ciò che non è più attuale è la parte che prevede lo svolgimento delle elezioni regionali contestualmente a quelle nazionali ed europee. Il rinvio in Commissione non è una frustrazione ma consentirebbe una discussione più ampia».

Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia ha espresso parere favorevole alla richiesta di rinvio in Commissione dei due provvedimenti: «Le parole di Agus mi convincono della necessità di un allargamento del dibattito. Sarebbe utile sentire tutte le forze politiche anche quelle non rappresentate in quest’aula».

Il presidente ha quindi messo in votazione la proposta di rinvio in Commissione dei documenti n.10 e 13 che è stata accolta dal Consiglio.

Subito dopo l?Assemblea ha iniziato la discussione della mozione n. 200 (Zanchetta e più) “Sulla necessità di ottenere dal Governo nazionale il riconoscimento di La Maddalena quale sede del vertice G7 del 2017, per l’avvio dell’immediato intervento di recupero e riqualificazione delle opere già realizzata per il “Grande Evento” relativo alla Presidenza italiana del G8 del 2009 e procedere alla non più differibile riconversione economica e sociale dell’isola, già sancita dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 2007”.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario, il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, per illustrare il contenuto della mozione.

In apertura il consigliere Zanchetta, pur comprendendo l’irritualità della proposta, ha manifestato la necessità di discutere la mozione alla presenza del presidente della Regione, «per il suo alto contenuto politico – ha sottolineato – ma anche per i significati di riscatto morale, economico e sociale che riguardano l’isola di La Maddalena». «Del resto – ha concluso – il fatto che la mozione sia stata sottoscritta da tutti i capigruppo rafforza l’iniziativa della Regione sul Governo nazionale per tenere il prossimo G7 a La Maddalena».

Il presidente Ganau ha definito la proposta irrituale, anche perché potrebbe costituire un precedente delicato, posto che qualunque consigliere potrebbe chiedere per la discussione di mozioni, interrogazioni od interpellanze, la presenza del presidente della Regione il quale, ovviamente, non può sempre garantire la sua partecipazione ai lavori dell’Aula. E’ preferibile, ha aggiunto, rinviare la discussione della mozione ad altra data ma su questo è necessario che si esprima il Consiglio.

Non essendo state espresse posizioni contrarie, l’Assemblea ha approvato la proposta di rinvio.

Successivamente, il presidente ha ricordato che il punto successivo all’ordine del giorno riguarda l’elezione di tre rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione dell’Ersu di Cagliari, osservando che nella giornata odierna scade il termine per l’esercizio dei poteri sostitutivi. Il presidente ha chiesto quindi all’Aula di verificare la possibilità di procedere la votazione e, in attesa dell’esito dei necessari approfondimenti, ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha chiuso la seduta riconvocando il Consiglio per mercoledì prossimo alle ore 10.00.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia