24 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Riprendono a pieno ritmo i lavori delle commissioni permanenti del #Consiglio regionale.

La #Prima commissione (Autonomia e ordinamento regionale) presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà martedì 9 settembre alle 10.30. All’ordine del giorno, l’elezione di un segretario e l’esame del D.L n.72 (Misure urgenti in materia di organizzazione della Regione) con l’audizione dell’assessore agli Affari generali, Gian Mario Demuro.

La Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd), è convocata per martedì 9 settembre alle 10.30 per l’esame del P/19 (TAR Sardegna – sentenze n.692/2014 e n.693/2014, delibera Giunta regionale n.5/51 dell’11/2/2014 sul piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, la ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno 2014/2015.

La Terza commissione (Bilancio e programmazione), presieduta da Franco Sabatini (Pd), si riunirà mercoledì 10 settembre alle 10,00. All’ordine del giorno alcuni pareri finanziari e la presentazione del portale di reportistica direzionale sul bilancio regionale per i consiglieri regionali.

La Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità) presieduta da Antonio Solinas (Pd), è convocata martedì 9 settembre alle 11.00 per la programmazione dei lavori.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd) si riunirà giovedì 11 settembre alle ore 10.30.

Tre i punti all’ordine del giorno:

1) P.L. 60 (norme per il funzionamento dei consorzi industriali)

2) P.L. 58 (classificazione delle aziende agrituristiche)

3) P.L. 79 (modifiche alle norme in vigore sull’agriturismo)

La Sesta commissione (Salute e politiche sociali) presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà giovedì 11 settembre alle ore 10.30 per l’esame del P.L. 71 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale). I lavori proseguiranno nel pomeriggio e il giorno seguente.

La programmazione bimestrale dei lavori, infine, sarà definita dalla Conferenza dei presidenti delle commissioni convocata dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau per mercoledì 10 settembre alle 15.00.

Un piano di profilassi contro la “Visna Maedi”, malattia infettiva che colpisce gli ovini. E’ quanto chiedono i consiglieri regionali Mario Tendas e Antonio Solinas. I due esponenti del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Giunta regionale.

La “#Visna Maedi”, ricordano Tendas e Solinas, è arrivata alcuni anni fa in Sardegna attraverso ovini importati dalla Germania e si è diffusa in diversi territori dell’Isola, in particolare nell’alto oristanese dove la percentuale dei capi malati si aggira intorno al 30%. Il virus, per il quale non esiste ancora un vaccino, ha provocato ingenti danni al patrimonio zootecnico sardo: «Numerosi allevatori – sottolineano i presentatori dell’interrogazione – hanno perso l’intero capitale». 

Nell’interrogazione, depositata in Consiglio regionale, Tendas e Solinas chiedono al presidente della Regione e agli assessori alla Sanità e all’Agricoltura se siano a conoscenza della situazione sanitaria del comparto ovino a seguito della diffusione della malattia e, allo stesso tempo, sollecitano un intervento della Giunta per evitare che l’epizozia, se trascurata, diventi un serio problema.

«La stragrande maggioranza degli allevatori, a detta dei veterinari, ignora di avere nel gregge la malattia e il virus continua a propagarsi rapidamente, per questo – concludono Tendas e Solinas – è urgente predisporre, senza allarmismi,  un piano di profilassi.» 

Morandi - Maninchedda 1 copia 

«Gli interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sono stati pianificati secondo due criteri principali: l’individuazione dei siti più pericolosi e la vicinanza di tali siti ai centri abitati.»

Lo ha dichiarato l’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda riferendo alla Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta da Antonio Solinas (Pd) i contenuti di un piano di intervento di circa 40 milioni di euro previsto dalle leggi regionali nn. 7 e 9 di quest’anno. «Per quanto riguarda l’individuazione dei punti pericolosi – ha spiegato Maninchedda – si tratta di una scelta squisitamente tecnica, che tende ad eliminare l’accumulo di fango e detriti dagli alvei dei fiumi, le aree più sensibili del territorio in occasione di ondate di piena».

Altre risorse, provenienti da un accordo quadro col Ministero dell’Ambiente, sono destinate alle zone più colpite dalle recenti alluvioni: «5 milioni ad Olbia – ha aggiunto Maninchedda – 3 milioni a Bitti dove i canali minacciano alcuni edifici del centro abitato, la Romangia di Sorso-Sennori recentemente colpita da una bomba d’acqua, il lungomare di Alghero, i territori di Lula e Palmas Arborea e la Barbagia di Seulo dove era particolarmente urgente intervenire per evitare l’isolamento di alcuni centri abitati. Sono fondi chiaramente insufficienti rispetto alle necessità, con i quali però sarà possibile realizzare opere utili».

«Infine – ha continuato l’assessore – altri 11milioni e 750 mila euro saranno disponibili a breve con un bando destinato ai Comuni ed anche in questo caso si cercherà di concentrare le risorse verso i centri più colpiti dalle alluvioni.»

Al termine della relazione dell’assessore Maninchedda hanno preso la parola i consiglieri Giuseppe Meloni del Pd, Giuseppe Fasolino e Antonello Peru di Forza Italia ed Ignazio Tatti dell’Udc. Tutti, con accenti diversi, hanno rilanciato le forti preoccupazioni delle amministrazioni e delle comunità locali sollecitando interventi rapidi e mirati.

In relazione alle recenti problematiche che hanno interessato l’azienda Area, di cui a luglio la Giunta regionale ha avviato la procedura di sostituzione del Consiglio di amministrazione, l’assessore Maninchedda ha ribadito che, a suo giudizio, sussistono le condizioni di “disordine amministrativo e difficoltà di azione” previste dalla legge per attivare tutti gli strumenti obbligatori del “controllo analogo” assegnati alla Regione.

Paolo Maninchedda, in particolare, si è riferito ai «ritardi strutturali nell’approvazione dei consuntivi dal 2011 in poi ed alle perdite di esercizio del 2012».

Su questa parte dell’audizione sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo ed Antonello Peru di Forza Italia, Piero Comandini del Pd ed il Presidente della Commissione Antonio Solinas.

01- Ph Tirrenia© (1)
Questa mattina nel corso di una conferenza stampa l’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, e l’amministratore delegato della #Compagnia italiana di navigazione, Ettore Morace, hanno siglato il protocollo d’intesa con dieci nuove attività promozionali a favore dell’Isola. All’incontro ha partecipato il presidente della #commissione Trasporti del Consiglio regionale, Antonio Solinas. L’accordo prevede un pacchetto di agevolazioni per i sardi, gli emigrati, le merci, ma anche per i non residenti in partenza per la Sardegna.
«Abbiamo raggiunto un primo obiettivo che in fase sperimentale consentirà ai sardi e non solo di avere tariffe scontate e altri vantaggi, comprese le maggiori entrate derivanti dal trasferimento della sede legale di CIN in Sardegna – ha detto l’assessore Deiana -, dopodiché seguirà l’apertura di una vertenza col Governo nazionale per giungere a luglio 2015, cioè alla fine del primo periodo regolatorio, a una profonda rivisitazione della convenzione perché riteniamo il contratto di servizio fortemente carente, fondato su parametri di traffico non corretti e complessivamente non rispettoso delle reali esigenze di collegamento della Sardegna.»
L’accordo raggiunto con la compagnia di navigazione fa seguito alla razionalizzazione delle tratte Civitavecchia-Cagliari e #Genova-Olbia-Arbatax da ottobre ad aprile.
«La necessità di limitare le corse a trisettimanali nel periodo invernale su Civitavecchia da Cagliari, per esempio, è dettata da circostanze obiettive puntualmente esaminate – ha continuato l’assessore – preso atto che il coefficiente di riempimento dei traghetti in quello stesso periodo è stato prossimo allo zero. Non è concepibile che una nave con 2700 posti viaggi vuota o quasi, non è conveniente prima di tutto per i sardi che vedono così dissipate risorse da impegnare più proficuamente in altri servizi.»
Il coefficiente di riempimento della tratta #Cagliari-Civitavecchia e ritorno tra gennaio e aprile dello scorso anno è stato di poco superiore al 3 per cento, riguardo ai passeggeri, e intorno al 2 per cento, per le auto, con cali sino all’uno per cento, ad esempio il 30 marzo, quando la nave è salpata dal porto laziale con 50 passeggeri, 14 auto e 15 rimorchi. Confermando dunque un trend consolidato, da giugno 2013 a maggio 2014 la media di occupazione passeggeri è stata del 7,07 per cento, quella delle auto del 5,98 per cento e quella dei camion pari al 20,61 per cento.
Le novità più rilevanti dell’intesa riguardano le tariffe che saranno ridotte del 50 per cento rispetto a quelle “residenti” sulla linea Cagliari-Civitavecchia nel periodo invernale in cui si effettueranno tre viaggi settimanali, mentre non aumenteranno i costi per le merci sulle tratte principali per Genova, Livorno, Napoli e sempre per Civitavecchia. Il biglietto residenti sarà applicato agli emigrati sardi su tutte le rotte per la Sardegna e nel periodo estivo anche su Genova/Porto Torres e su Civitavecchia/Olbia, linee non in convenzione dove pertanto non esiste alcun obbligo di riduzioni. La tariffa promozionale da 123 euro per due passeggeri più auto, cabina e cena andata e ritorno, sarà applicata ai non residenti in partenza dal Continente verso l’Isola in occasione di eventi importanti da definire con l’assessorato del Turismo, in media e bassa stagione.L’accordo tra Regione e CIN contiene anche una serie di correttivi sulla frequenza delle tratte gestite dalla #Tirrenia. Aumenteranno da cinque a sei alla settimana le partenze su Livorno a seguito di richieste da parte della Regione o degli autotrasportatori. La società di navigazione a fronte di circostanze rilevanti, come per esempio manifestazioni sindacali o gare sportive e comunque su indicazione dell’amministrazione regionale, potrà effettuare corse straordinarie sulla tratta per Civitavecchia nel periodo invernale con cadenza trisettimanale. La frequenza giornaliera su questa linea sarà comunque ripristinata qualora l’occupazione media di passeggeri e merci dovesse superare stabilmente il 20 per cento. La CIN garantirà inoltre l’assunzione di almeno trenta marittimi durante la stagione estiva attinti dal turno generale della #Capitaneria di Porto di Cagliari. Non ultimo, in termini di ricadute economiche a favore della Sardegna è il decimo punto del protocollo che prevede il trasferimento della sede legale della compagnia di navigazione nell’Isola. 
Proprio nel giorno della firma del protocollo d’intesa tra Regione e #Cin-Tirrenia, otto deputati del Partito democratico, primo firmatario Francesco Sanna, hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta orale in commissione, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ed al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, sulla convenzione stipulata con la #Compagnia Italiana di Navigazione spa in data 18 luglio 2012, che regola l’esercizio di collegamenti marittimi in regime di servizio pubblico sovvenzionato tra la penisola italiana e le isole maggiori e minori. L’interrogazione chiede, tra l’altro, «il contenuto analitico delle richieste della società ai sensi dell’articolo 9 della Convenzione volte al riequilibrio economico-finanziario; il contenuto analitico della ipotesi di ridimensionamento della prestazione sovvenzionata di servizio pubblico su cui concorderebbero il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il ministero dell’Economia e delle Finanze; il contenuto analitico di eventuali controproposte elaborate dai ministeri vigilanti o dalla Regione Sardegna nel corso del procedimento di verifica per rendere meno impattante il riequilibrio economico finanziario sui servizi di trasporto; la previsione degli effetti prodotti dal prospettato ridimensionamento dei servizi sui flussi commerciali, assetti portuali, circolazione di persone e merci sulle infrastrutture di trasporto delle regioni interessate.»

I consiglieri regionali del PD Antonio Solinas e Mario Tendas hanno presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Cultura per far ripristinare i fondi necessari a sostenere le attività culturali dell’I.S.T.A.R. – Istituto Storico Arborense per la ricerca e la documentazione sul Giudicato di Arborea.

L’Istituto, con sede a Oristano, fondato in osservanza delle legge 142/90, dal 1996 fa ricerca scientifica e cura la divulgazione, in ambito regionale, nazionale e internazionale, della storia e della civiltà del Giudicato d’Arborea e del Marchesato di Oristano.

La precedente Giunta regionale, in base ad una direttiva dell’assessore della Cultura aveva, già dal 2013, cancellato dalla legge finanziaria lo stanziamento dei fondi necessari per le attività del’I.S.T.A.R..

Solinas e Tendas ritengono fondamentale salvaguardare l’esistenza dell’I.S.T.A.R. perché, oltre ad essere una tra le più importanti istituzioni culturali isolane, è l’unica organizzazione che si occupa del recupero, della valorizzazione e della divulgazione di una delle pagine più rilevanti della storia della nostra Isola.

Consiglio regionale 1 copia

Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno sul #patto di stabilità, sono ripresi questo pomeriggio i lavori del Consiglio regionale. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 49 (Arbau e più) in materia di “inquadramento dei lavoratori Aras”, illustrata nella precedente riunione ma non discussa a causa dell’assenza dell’assessore dell’Agricoltura.

Il presidente ha, quindi, dichiarato aperta la discussione generale.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che non è la prima volta che l’Aula si occupa del problema, sollecitando la Giunta ad adeguarsi agli indirizzi del Consiglio, «ma è un fatto: nei precedenti cinque anni non si è fatto nulla». Qui, ha precisato, «non si sta parlando di stabilizzare personale precario ma di procedere al riordino di attività importanti del settore agricolo, ora affidate all’Aras, società finanziata da fondi nazionali e regionali, questi ultimi sempre in aumento nel corso degli anni». In questa fase, dunque, per Solinas «è opportuno e urgente darsi una migliore organizzazione nell’assistenza tecnica in agricoltura, per utilizzare al meglio sia le risorse umane che le infrastrutture della Regione cominciando dai laboratori dello zoo profilattico, per evitare situazioni come quella dei vaccini contro la lingua blu di cui si sono occupati a lungo i mezzi di informazione: è auspicabile perciò che la Giunta individui risposte definitive lungamente attese dal settore agricolo».

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha affermato che «forse tutti siamo d’accordo nel merito, ma la proposta del collega Arbau non è la strada ideale per trovare una soluzione, e lo dico da vecchio dipendente di Aras». Negli anni, ha ricordato Manca, «l’attività della società ha avuto una evoluzione molto positiva, con punte di eccellenza come il centro di controllo del latte di Nuraxi Nieddu ma ora, dopo cinque anni stiamo ripercorrendo le stesse strade ed incontrando le stesse difficoltà, figuriamoci se una mozione riesce a sbloccare la situazione». «I problemi – ha aggiunto Manca – sono iniziati dal 2009 e hanno in qualche modo attraversato gli anni successi fra leggi, atti di indirizzo del Consiglio, mozioni e scambio di corrispondenza fra assessorati, agenzie e uffici, ma nessuno è riuscito ad arrivare ad una soluzione vera».

Il consigliere Oscar Cherchi, di Forza Italia, ha parlato di «fase 4, con il Consiglio più volte impegnato su questo problema, anche se va ricordato che nella precedente legislatura è stato fatto molto come dimostrano gli stessi dati citati da Manca, a cominciare dalla mozione del 2012 che ottenne 59 voti su 59». Poi seguirono, ha continuato Cherchi, «una delibera della Giunta con un atto di indirizzo rivolto a Laore, che rispose negativamente come ebbero esito negativo in primo e in secondo grado i ricorsi presentati dai lavoratori».  Oggi, ha sintetizzato, «siamo allo stesso punto e la stessa Giunta conosce perfettamente la questione; il problema deve essere risolto definitivamente dagli uffici, i due assessori interessati sono presenti in Aula e ora tocca a loro».

Il consigliere Gianmario Tendas (gruppo Pd) ha evidenziato come, sulla base delle leggi e dei provvedimenti adottati nel corso degli ultimi cinque anni, emerga con chiarezza la volontà politica del Consiglio regionale: «definire la questione dell’inquadramento dei lavoratori dell’Aras». L’esponente della maggioranza ha ricordato “il ruolo strategico e le funzioni irrinunciabili” svolto dai circa 300 professionisti dell’agenzia regionale che ha nel centro per la qualità del latte di Nuraxi Figus il suo fiore all’occhiello per le attività svolte a supporto e nell’interesse dell’intero comparto agro zootecnico della Sardegna. «Ma l’Aras – ha aggiunto Tendas – svolge una funzione fondamentale anche per il comparto lattiero caseario, insieme con quelle irrinunciabili per le politiche del benessere animale e per le attività rivolte alla certificazione della qualità contenute nel nuovo Prs». Il consigliere del Partito democratico ha quindi proposto al primo firmatario della mozione n. 49, l’onorevole Efisio Arbau, di procedere con il ritiro della mozione in discussione, al fine di procedere con la predisposizione di un ordine del giorno unitario che impegni la Giunta regionale a definire l’annosa questione relativa all’inquadramento del personale dell’Aras.

Il consigliere del gruppo Sel, Eugenio Lai, ha ringraziato il collega Efisio Arbau, per aver assunto un’iniziativa consiliare che ha avuto il merito di riportare all’attenzione del Consiglio e dell’esecutivo la questione irrisolta del personale dell’Aras. Il vice presidente del Consiglio ha ricordato il lungo iter legislativo e amministrativo che riguarda l’inquadramento dei circa 300 professionisti che prestano servizio nell’agenzia regionale per affermare che «a distanza di anni e dopo l’approvazione di opportune leggi la situazione è rimasta senza una soluzione». Lai ha anche ricordato che «i lavoratori precari, sono circa 12mila in Regione, hanno di fatto colmato i deficit dell’amministrazione regionale» e quanto i dipendenti dell’Aras siano fondamentali per l’assistenza tecnica all’intero comparto agro zootecnico. «Serve una soluzione – ha insistito Eugenio Lai – anche perché l’inquadramento dei lavoratori Aras in Laore non comporterebbe costi aggiuntivi per la Regione sarda e le professionalità che in essa vi sono potrebbero essere impegnate in altri compiti strategici, ad incominciare da quelli che riguardano la lotta alla peste suina». L’esponente di Sel ha quindi dichiarato favore per il dispositivo della mozione ed ha affermato di essere pronto a sostenere un eventuale ordine del giorno condiviso dall’intero Consiglio regionale.

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo Sardegna-Fdi) ha ringraziato il collega Efisio Arbau per l’iniziativa consiliare e ha ricordato un’interpellanza presentata lo scorso 9 giugno proprio sul mancato inquadramento del personale Aras. L’esponente della minoranza ha evidenziato che i dipendenti Aras non sono precari ma professionisti che prestano la loro opera per offrire servizi irrinunciabile per l’intero comparto agro zootecnico sardo. «Serve che si applichino le leggi approvate in Consiglio, la cui volontà politica a proposito dell’Aras è fin troppo chiara», ha insistito Paolo Truzzu che ha concluso dichiarando la disponibilità a una iniziativa unitaria nell’Assemblea sarda.

Dell’urgenza di trovare una soluzione in tempi rapidi ha parlato anche il consigliere del Pd Luigi Lotto. «Siamo davanti a un gruppo di lavoratori che da oltre tre decenni svolge la funzione di assistenza tecnica nel settore zootecnico, il resto dell’agricoltura viene assistita dall’agenzia Laore. Gran parte dei tecnici Aras – ha affermato Lotto – è stata assunta nello stesso periodo in cui sono stati assunti quelli di Laore, hanno svolto lo stesso lavoro, con garanzie e retribuzioni diverse, ma responsabilità identiche. Il problema è politico e politicamente va risolto».

Lotto ha poi ricordato i pronunciamenti unanimi del Consiglio che, a più riprese, in passato, ha sollecitato il rispetto delle leggi adottate. «E’ il momento di agire – ha detto l’esponente del Pd – qualora non andasse in porto questa richiesta dei lavoratori si farebbe loro un grande torto. Noi non abbiamo diritto di mortificare una categoria che ha maturato un diritto. Abbiamo il dovere di riconoscere questo diritto. Compito del Consiglio – ha concluso Lotto – è quello di trovare una soluzione, altrimenti si fa un’ingiustizia».

Per Modesto Fenu, capogruppo di “Sardegna”, non si può che essere favorevoli di fronte all’esigenza di dare risposte ai lavoratori e alle loro famiglie. «La vicenda dell’Aras è una vicenda lunga – ha evidenziato Fenu – non possiamo fare più errori, è necessario individuare un percorso che porti a una soluzione definitiva. Altrimenti si rischia di continuare a creare illusioni». Secondo Fenu, prima di procedere a un inquadramento del personale Aras occorre però definire la riorganizzazione degli uffici regionali, allo studio della Giunta. «Impensabile – secondo il consigliere del Movimento Zona Franca – individuare un percorso senza prima avere un quadro definito». Fenu ha poi segnalato l’esigenza di far entrare nella partita anche i disoccupati e liberi professionisti che non sono attualmente ricompresi negli organici dell’Ara. «Occorre evitare il rischio che un concorso ad hoc venga respinto o possa incorrere nella procedura di infrazione europea. La soluzione prospettata potrebbe essere lesiva del principio delle pari opportunità. Chi attende nelle graduatorie – ha detto Fenu – potrebbe fare ricorso. Stesso trattamento dovrebbe essere inoltre riservato ai dipendenti dell’APA, anche loro hanno diritto ad avere lo stipendio garantito mese per mese».

Il consigliere della minoranza ha infine chiesto di verificare preventivamente la disponibilità dei dipendenti Aras ad essere inseriti negli organici dell’Agenzia «chi svolge la libera professione potrebbe non essere interessato» e di definire le piante organiche degli enti agricoli. «Attualmente i dipendenti dell’Aras svolgono un ruolo importante – ha concluso Fenu – il loro lavoro è soprattutto in campo sanitario. Forse sarebbe meglio pensare ad un percorso che li porti verso l’assessorato alla Sanità».

Anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha evidenziato la necessità di procedere in tempi rapidi. «E’ una vicenda antica, datata, rispetto alla quale la politica tutta è responsabile». Il capogruppo di Forza Italia si è poi rivolto direttamente alla Giunta: «Le leggi del Consiglio si attuano e si rispettano. Fate entrare questo principio nella testa di qualche funzionario riottoso. Nella scorsa legislatura abbiamo creato una commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. Chiedo al presidente Ganau  che il risultato di quel lavoro venga messo a disposizione di tutti. Ne viene fuori un quadro chiaro: ogni volta che le norme riguardano i diritti dei lavoratori e dei precari non vengono rispettate. C’è un blocco negli uffici dell’Assessorato degli Affari generali o di qualche altro assessorato che ha competenze in materia, in questo caso l’agricoltura».

Pietro Pittalis, al termine del suo intervento, si è detto disponibile ad aggiungere le firme del centrodestra alla mozione n. 49. «Non ci sono valutazioni di parte in vicende come queste – ha concluso l’esponente della minoranza – serve un atto di coraggio per sbloccare la situazione e porre rimedio alle storture del sistema burocratico che va riformato nella cultura di chi si è arrogato il potere di dare interpretazioni che non competono».

Il presidente del Consiglio ha dichiarato chiusa la discussione generale e ha dato la parola alla Giunta. Ha preso, quindi, la parola l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, la quale ha ricordato che si tratta di un problema che arriva da lontano, ossia dal 2006. Una questione, ha spiegato, che ha vissuto momenti difficili e momenti in cui poteva essere risolta e ha ricordato il ruolo fondamentale svolto dai dipendenti dell’Aras. «Li ho incontrati diverse volte e ritengo che l’attività da loro svolta sia fondamentale e ha contribuito alla crescita del comparto agro zootecnico sardo». L’assessore ha ricordato però che il problema si è creato nel 2010 con gli atti di indirizzo nazionale sul contenimento della spesa che hanno messo paletti rigidi per le assunzioni nella pubblica amministrazione. «Sicuramente – ha ribadito l’assessore – è necessario procedere alla riforma delle agenzie agricole nell’ambito della più ampia riforma della pubblica amministrazione, per razionalizzare i servizi e rendere più efficace l’azione di agenzie ed enti». Falchi ha affermato che una volta realizzato questo importante intervento si potrà capire meglio come intervenire per risolvere il problema dei dipendenti dell’Ara, che non potranno però essere assorbiti da Laore.

L’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro ha annunciato in apertura che «rispetto al quadro di vincoli molto rigido del recente passato la situazione sta cambiando grazie a un decreto legge ora in fase di conversione alla Camera che apre una speranza, dopo anni di blocco delle assunzioni, individuando una procedura di sblocco del turn over su base pluriennale». Anche la Regione sarda, dunque, potrà intervenire su tante situazioni aperte con soluzioni strutturali. «Bisogna guardare ai complessi problemi del personale – ha osservato Demuro – con una visione di sistema, pensando a quelli che sono dentro la pubblica amministrazione ma anche a quelli che sono fuori e potrebbero dare molto; insomma, avviamo un percorso razionale e condiviso in grado di dare prospettive a chi lavora ed ai giovani, ricomprendendo tutti nella ripartenza del settore pubblico». Senza dimenticare, ha avvertito, «che i vincoli della spesa comunque ci sono e da sempre sotto la lente di ingrandimento del controllo della Corte dei conti; la Giunta comunque si occuperà di garantire questa proporzionalità in modo equilibrato, riorganizzando e risparmiando».

Il capogruppo di Sardegna vera  Efisio Arbau ha rivolto all’Aula un appello a «concentrarsi sui problemi concreti, sulle soluzioni, su un metodo di lavoro in cui ci si parla con sincerità, anche limando certe incomprensioni fra maggioranza e minoranza che possono essere superate». Prendendo spunto da alcuni interventi precedenti, Arbau ha condiviso le argomentazioni del collega Lotto del Pd, «che ha centrato il tema parlando di questione politica», e del capogruppo di Forza Italia Pittalis, «che con onestà ha riconosciuto che nella legislatura precedente il problema non è stato risolto». Aver riportato in Consiglio la questione Aras, per il capogruppo di Sardegna Vera, «non è stato un peccato, altrimenti le questioni volano, è il difetto peggiore di una certa politica». Citando un esempio di politica economica nazionale, Arbau ha infine ricordato che «Renzi ha affrontato i problemi anche con il parere contrario dell’ufficio studi del Senato, perché il bonus di 80 euro è arrivato anche superando certe difficoltà. Anche in Sardegna la politica deve prendere un impegno e almeno confermare le decisioni assunte precedente mandato». Ha proposto in conclusione un ordine del giorno unitario, da votare nella seduta in corso o in quelle successive.

Il presidente Ganau, a norma di regolamento, ha messo ai voti la proposta del consigliere Arbau, invitando l’Aula a pronunciarsi con un intervento a favore e uno contro.

Il consigliere del Pd Roberto Deriu, pronunciandosi a favore della proposta di Arbau, ha sottolineato «la volontà molto diffusa di affrontare il tema con soluzioni auspicate da tutti; occorre perciò vedersi per un testo congiunto anche alla luce delle novità citate dalla Giunta». Ha proposto la sospensione del punto all’ordine del giorno, per poi riprenderlo in una seduta successiva.

Il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas, sull’ordine dei lavori, ha chiesto invece una riunione della conferenza dei capigruppo, «perché non si può interrompere e riprendere continuamente l’esame dell’ordine del giorno, questo impedisce alla minoranza di programmare in modo ordinato la sua attività». Il presidente Ganau ha accolto la proposta del capogruppo sardista ed ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha illustrato all’Aula l’esito della Conferenza dei Capigruppo che ha deciso di sospendere la discussione della mozione n. 49 in attesa della predisposizione di un ordine del giorno unitario che dovrà essere presentato all’Aula entro le 13 di domani.

Si è quindi passati al secondo punto all’ordine del giorno: l’esame del Testo Unificato  n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al primo relatore, il presidente della Quinta Commissione Luigi Lotto (Pd). «Inizia oggi l’esame di una legge – ha esordito Lotto – che ha come obiettivo il rilancio del settore agricolo in Sardegna. Tre i temi fondamentali: la salvaguardia e la valorizzazione dell’agrobiodiversità isolana; la tutela dei prodotti di qualità con la creazione di marchi collettivi; il rafforzamento e lo sviluppo del tessuto economico locale». Il presidente della Commissione Attività Produttive ha poi ricordato l’iter affrontato in commissione cha ha permesso di unificare cinque diverse proposte di legge e una di iniziativa popolare. «Si puntava al varo di una norma organica – ha spiegato Lotto – nell’arco di due mesi, con il contributo di tutti, si è arrivati al Testo Unificato».

La legge in discussione, approvata lo scorso 9 luglio, è suddivisa in tre capi. Il primo è dedicato all’agrobiodiversità. «Nella discussione in Commissione – ha rimarcato Lotto – è emersa l’opportunità di uno strumento normativo che tuteli e valorizzi la biodiversità regionale in considerazione dell’avvento di nuove tecnologie che della diffusione di modelli agricoli vincolati a varietà con una base genetica molto stretta. Elementi che rappresentano una potenziale minaccia di contaminazione e di erosione genetica. Vista l’importanza riconosciuta dalla Regione all’agricoltura e alle produzioni tipiche e di qualità, la perdita o la riduzione delle biodiversità non equivarrebbe semplicemente a un depauperamento dell’ambiente ma metterebbe a rischio risorse naturali fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di molti territori dell’Isola».

Il presidente della Quinta Commissione ha poi auspicato che in futuro venga affrontato con un’apposita legge anche il tema della biodiversità della fauna selvatica e della flora spontanea. «Il testo in discussione – ha detto – comincia a mettere dei paletti sull’agrobiodiversità la cui tutela e valorizzazione è indispensabile, paradossalmente, per la sopravvivenza dell’agricoltura moderna, basata su varietà altamente produttive ma fragili in termini di variabilità genetica e capacità di adattamento al clima e all’ambiente. Queste produzioni possono trovare elementi per il loro rinnovamento solo nella ricchezza dell’agrobiodiversità. Non è un caso che le multinazionali vadano alla ricerca costante di un nuovo patrimonio genetico da utilizzare per brevettare nuove varietà da immettere sul mercato mondiale».

Tre, i pilastri su cui si fonda il Testo Unificato: l’istituzione dei repertori regionali dell’agrobiodiversità, dove saranno iscritte le risorse genetiche locali con la creazione della Banca regionale del germoplasma; la rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche di interesse agrario, zootecnico e forestale; il riconoscimento del ruolo di “agricoltore custode” a coloro che si occupano della conservazione delle razze e varietà locali a rischio estinzione. «Obiettivo della legge – ha concluso Lotto – è creare le condizioni per il rilancio dell’economia delle aree rurali della Sardegna e dell’agricoltura in particolare, attraverso la creazione di distretti dell’agroalimentare, della pesca e acquacoltura di qualità e delle produzioni biologiche».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque concesso la parola al consigliere del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu, per svolgere la relazione di minoranza al testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”. L’esponente della minoranza ha ricordato in premessa l’iniziativa promossa nel 2010 e sottoscritta da oltre 22mila elettori a favore del consumo dei beni dell’agroalimentare prodotti in Sardegna ed accolta con favore – così ha dichiarato il consigliere dell’opposizione – dall’allora presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, e dall’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi. Modesto Fenu ha dunque dato lettura integrale della relazione di minoranza allegata al testo unificato n. 3 (Plip) 13-14-16-22-49/A “norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro biodiversità, marchio collettivo, distretti”, approvato dalla Quinta commissione nella seduta del 9 luglio 2014.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori. Il Consiglio è convocato domani alle 10.oo per la discussione al testo unificato in materia di Agricoltura.

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 Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina l’ordine del giorno della maggioranza sull’intesa Regione-Governo sul #patto di stabilità.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, per l’intervento di replica a conclusione del dibattito sull’accordo fra Stato e Regione relativo al Patto di stabilità.

Il capogruppo di forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha osservato che «anche per rispetto dell’assessore, non credo si possa procedere in un’Aula semivuota» ed ha proposto una sospensione.

Il presidente Ganau ha accolto positivamente la richiesta disponendo una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, ha preso la parola l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che, in apertura, ha affermato che «si è discusso molto, in Aula e fuori, di un accordo importante di cui abbiamo costantemente informato il Consiglio; io personalmente, dopo il pre-accordo politico ho chiamato da Roma l’ex presidente Cappellacci, l’ho fatto perché crediamo anche nella continuità istituzionale della nostra Regione che chiunque governi cerca di rappresentare al meglio con serietà e rispetto istituzionale». Però, ha continuato l’assessore, «nel dibattito di ieri si sono sentite contrapposizioni aprioristiche e demagogiche, falsità: si è detto che l’accordo che coinvolge gli Enti locali ma non è vero, che si è ceduta l’autonomia di accertamento delle entrate ma su questo non c’è una sola parola, che si è rinunziato a 3 o 4 miliardi di euro, ma dove stanno?»

Come in tutte le cose, anche  quelle molto tecniche, è necessario secondo l’assessore della Programmazione «analizzare con attenzione le singole questioni e valutare i pro e i contro con rigore e pragmatismo». Soffermandosi sul raffronto fra la situazione della finanza pubblica regionale “prima” e “dopo” l’accordo, Paci ha spiegato che «la situazione di partenza era di entrate non definite con precisione perché mancavano le norme di attuazione che la Giunta precedente aveva cercato di fare senza però riuscire a trasformarle in legge; oggi questo accertamento lo fa la ragioneria dello Stato, al di là della volontà di chi governava prima». Per quanto riguarda il cosiddetto sforamento del Patto, Paci ha affermato che ammontava a circa 300 ml a prescindere dalla nettizzazione del fondo unico «e questo avrebbe comportato una sanzione; arrivati al governo, dopo appena una settimana abbiamo certificato  questa situazione e non potevamo fare altro, ma è chiaro che questi dati avrebbero comportato restrizioni, blocco della spesa corrente e degli investimenti, sanzioni pecuniarie, saremmo andati davanti alla Corte Costituzionali e, anche tenuto conto della sua giurisprudenza costante, si sarebbe perso senza ombra di dubbio, tutti i pareri legali sono concordi sul punto».

In prospettiva inoltre, a giudizio dell’esponente della Giunta «non ci sarebbe stato nessun incremento del patto nel 2014 e negli anni seguenti, l’anomalia c’è ed stata riconosciuta  dalla Corte Costituzionale ma poi nasce il vero contenzioso perché non è possibile quantificare quanto riconosciuto senza un forte accordo politico».

Passando ad esaminare la situazione concretamente scaturita dall’accordo col Governo l’assessore ha sottolineato che «vengono cancellate le sanzioni per il 2013, per il 2014 la Regione ha 364 milioni in più, vengono tolti i vincoli del Patto di stabilità dal 2015 e questo è un grande risultato, più di quello che ci saremmo aspettati, si è ottenuto il 100% e questo lo capisce anche zia Peppina di Sennori, spero che si smetta di fare mistificazione anche in quest’Aula».

Quanto alla chiusura dei contenziosi precedenti si tratta, per l’assessore, di un passaggio necessario senza il quale è impossibile arrivare ad un accordo. «Ci sono ancora tante cose da fare – ha detto avviandosi alla conclusione – ma abbiamo uno strumento importate per sviluppare buone politiche per il lavoro, gli Enti Locali, l’industria agricoltura e le imprese, con margini di autonomia più ampi che cercheremo di ampliare ancora con l’agenzia sarda delle entrate…»

Il presidente Ganau, con una brevissima interruzione, ha invitato l’assessore ad «astenersi dal fare valutazioni ed a concludere l’intervento». L’assessore Paci ha concluso il suo intervento affermando che «si è iniziato un percorso sul quale continueremo a lavorare per il popolo sardo».

Il presidente Ganau, successivamente, ha invitato l’Assemblea a proseguire nei suoi lavori, con la discussione generale sulla mozione n°49 (Arbau e più) “sull’inquadramento del personale Aras”.

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto una breve sospensione della seduta per poter presentare un ordine del giorno a conclusione del dibattito sul Patto di stabilità.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta ed ha sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, uno dell’opposizione (Truzzu e più) e  uno della maggioranza (Cocco e più). Dopo aver chiarito che su entrambi gli ordini del giorno non si sarebbe aperta una discussione ma sarebbero stati possibili solo interventi per dichiarazioni di voto, ha dato il via al confronto sul primo documento presentato dalla minoranza che impegna la giunta a rinegoziare l’accordo sottoscritto dalla Regione con il Governo lo scorso 21 luglio in materia di finanza pubblica.

Il primo ad intervenire per dichiarazioni di voto è stato il consigliere dell’UDS, Mario Floris, che ha invitato la Giunta a non stupirsi per ciò che è accaduto ieri in aula. «Siete maggioranza ma dovete fare i conti anche con la minoranza – ha detto Floris – in una società dove c’è una crisi devastante non vi dovete meravigliare se l’opposizione ricorre a strumenti democratici per far sentire la propria voce». L’esponente della minoranza si è detto poi “vicino al presidente Pigliaru” per le difficoltà affrontate nel confronto con lo Stato, ricordando precedenti battaglie portate avanti con i governi Andreotti, Craxi e De Mita, ma ha contestato il metodo adottato. «Questo è un accordo privato tra Pigliaru e Renzi – ha concluso Floris – che cosa ci sta a fare il Consiglio regionale? L’Assemblea deve avere una funzione o il suo ruolo deve essere quello di “passacarte”? Non si può andare avanti così»

 Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Truzzu (FdI) che dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha stigmatizzato l’azione di di Giunta e maggioranza.

«Si procede in modo celere ed avventato – ha detto Truzzu – nonostante le osservazioni e i suggerimenti che arrivano da diversi settori della società sarda. Contro questo accordo non si è pronunciato solo il centrodestra, critiche sono state avanzate anche dall’assessore Paolo Maninchedda, dal presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, dal segretario generale della Cgil, Michele Carrus e dal deputato del centrosinistra Roberto Capelli. Se ci sono tutti questi dubbi anche a sinistra – ha concluso Truzzu – non era il caso di affrontare la questione in modo diverso coinvolgendo anche il centrodestra?»

Il presidente Ganau ha dato la parola al vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha annunciato il suo voto favorevole. «Credo che ci siano cose da sanare, visto che, in barba a questo Consiglio, lei è andato a Roma a chiudere un accordo così importante da solo, senza il Consiglio e senza coinvolgere la sua stessa maggioranza». Secondo Zedda i dati positivi forniti dall’assesore Paci non sono corretti ed ha chiesto alla Giunta: «Se questo accordo si può rivedere, perché non farlo? Visto anche che mancano le norme di attuazione». L’esponente dell’opposizione ha chiesto alla maggioranza se ci siano i margini per rivedere l’accordo.

Stefano Tunis (Fi), annunciado il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha esortato il presidente Pigliaru e la sua maggioranza ad avere il coraggio ed il buonsenso di riconoscere che quell’accordo è perfettibile. Per il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, la Regione dovrebbe aprire un tavolo con lo Stato in cui tutti i problemi della Sardegna vengano discussi nella loro complessità e non dovrebbe trattarli separatamente. Per Carta la rinuncia dei fondi attribuiti alla Sardegna dalla sentenza della Corte costituzionale è l’esito delle stesse martellate che Renzi sta dando alla Costituzione e all’autonomia. «Stiamo rinunciando – ha detto – perché ci hanno ricattato».

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al presidente della Giunta per lo spazio di replica riservato alla Giunta. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso soddisfazione per i toni utilizzati nel corso della discussione in Aula («sono toni adeguati all’importanza del momento») ed ha dichiarato il parere negativo dell’esecutivo regionale per l’ordine del giorno presentato dai gruppi delle opposizioni. «Gli accordi – ha affermato il presidente della Giunta – sono conditi da ciò che è scritto e da ciò che non è scritto». Con tale affermazione l’onorevole Pigliaru ha introdotto il tema della cosiddetta “leale collaborazione” con lo Stato, per confermare che la Giunta regionale ha fiducia che i rapporti tra la Regione sarda e lo Stato siano caratterizzati proprio da una reciproca e leale collaborazione istituzionale.

Il presidente Pigliaru ha quindi ribadito, in sintesi, i vantaggi dell’accordo siglato a Roma: «L’accordo fa correre nell’economia sarda soldi veri in tempi rapidissimi in un momento di profonda crisi ed in più consente alla Regione di dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale laddove riconosce che i limiti di spesa non possano essere slegati dalle entrate». «L’accordo sul pareggio di bilancio – ha spiegato il presidente – risponde proprio a questa esigenza ed è un risultato straordinario ottenuto in soli cinque mesi di governo». Il governatore ha quindi ribadito la cifra di 364 milioni di euro quale disponibilità ulteriore per la Sardegna nel 2014.

«La Giunta si è assunta la responsabilità delle decisioni – ha sottolineato il Capo dell’esecutivo – e lavoriamo per dare risposte ai bisogni dei sardi». Francesco Pigliaru ha ricordato che alla fine «saranno i sardi a giudicare» ma ha aggiunto: «E’ certo che non avremo ottenuto un solo euro in tempi rapidi se fossimo rimasti sul fronte dei contenziosi con lo Stato». Il presidente Pigliaru pur ribadendo fiducia nella leale collaborazione con lo Stato ha concluso assicurando che «qualora ciò non si verificasse, saremo i primi a denunciarlo e saremo pronti ad intraprendere insieme tutte le opportune iniziative».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha annunciato il voto a favore dell’ordine del giorno e si è detto “dispiaciuto” per l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza e dall’esecutivo che di fatto «ha sancito una spaccatura nella massima Assemblea sarda». L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le affermazioni dell’onorevole Mario Floris, in riferimento al grande numero di accordi fatti e disattesi dallo Stato Italiano ed ha ribadito che «l’accordo sul patto di stabilità è solo un accordo tra Renzi e Pigliaru». Oscar Cherchi ha replicato polemicamente alla maggioranza ed ha dichiarato: «Ieri, non abbiamo offeso la bandiera sarda, l’abbiamo soltanto sventolata perché voi con l’accordo sul patto di stabilità l’avete ammainata». Cherchi ha concluso citando l’assessore Paolo Maninchedda: «Ha ragione lui, questo accordo è una truffa contabile».

Il consigliere del Partito Democratico, Franco Sabatini, ha riconosciuto le ragioni espresse dal consigliere Mario Floris a proposito dei poteri e del ruolo di Giunta e Consiglio regionale. Sabatini ha auspicato che presto possa avviarsi la discussione della legge Statutaria per affrontare l’importante tema. Il presidente della Terza commissione ha inoltre ricordato polemicamente all’opposizione l’atteggiamento tenuto nella scorsa Legislatura dall’allora presidente Cappellacci («non ha mai informato l’assemblea sull’iter delle trattative con il governo e non era disponibile neppure la necessaria documentazione») in ordine alle informazioni rese al Consiglio sulle vertenze aperte con lo Stato. Sabatini nel dichiarare il voto contrario per l’ordine del giorno in discussione, ha evidenziato come elementi positivi i contenuti dell’accordo sottoscritto a Roma, primo tra tutti, l’eliminazione a partire dal 2015 dei vincoli di spesa del patto di stabilità («quello che tutti abbiamo sempre definito un blocco inaccettabile per la nostra economia»). L’esponente della maggioranza ha espresso apprezzamento per la rinuncia ai contenziosi aperti con lo Stato («lo hanno fatto tutte le Regioni tranne il Friuli perché vanta un dispositivo attuativo sul pronunciamento della Corte Costituzionale in relazione alla proporzione tra spese e entrate») e ha evidenziato come il tetto di spesa del bilancio del 2014, per la Regione sarda, sia il medesimo di quello stabilito per il 2013. Sabatini ha concluso definendo “storico” l’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru sul patto di stabilità ed il pareggio di bilancio.

Il consigliere Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha preso spunto da alcune vicende nazionali per evidenziare, da un lato, le lacune della maggioranza e dall’altro la slealtà dello Stato nei confronti della Regione «che produrrà una Sardegna povera, come quella delle calamità naturali, ancora più impoverita nel suo percorso di sviluppo, per prima agnello sacrificale rispetto a logiche del governo, apripista nel panorama regionale per porgere la testa sotto la ghigliottina». La democrazia, ha poi osservato, prevede anche la protesta legittima e democratica, «come quella che abbiamo fatto ieri, perché crediamo che la nostra specialità va mantenuta».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, nel proclamarsi contrario all’ordine del giorno del consigliere Truzzu, ha dichiarato che «siamo di fronte ad un accordo importante che consentirà alla Sardegna di uscire dalla secche in cui il centro destra ha contribuito a infilarla; stiamo cercando di imboccare strade nuove consapevoli del fatto che non abbiamo la verità in tasca». Ricordando alcune vicende della precedente legislatura in materia di entrate e finanza pubblica, Cocco ha sottolineato che «alla fine il prodotto è negativo, mentre questa strada consentirà alla Sardegna di poter contare su risorse immediate e spendibili».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca), citando alcuni passaggi delle dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru che sottolineavano l’importanza della collaborazione con l’opposizione per un fronte comune nei difficili rapporti con lo Stato, ha detto che questo appello la minoranza lo ha accolto concretamente, come dimostrano gli atti del Consiglio. Ma allora, si è chiesto, «perché, percorrendo una strada innovativa come dice il collega Cocco che coinvolge il futuro della Sardegna, il Consiglio non è stato coinvolto nelle decisioni, perché ha rifiutato un mandato pieno che gli avrebbe dato più forza?»

«Non stiamo parlando di un contributo qualunque – ha aggiunto Fenu – ma di un patrimonio enorme di risorse della Sardegna; era doveroso e giuridicamente corretto che Pigliaru andasse a Roma solo con un mandato pieno del Consiglio, senza il quale la posizione della Regione è risultata sicuramente più debole».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel ha ricordato all’Aula l’ordine del giorno votato in Consiglio qualche settimana fa con il quale si dava mandato al presidente Pigliaru di andare a trattare con il governo nazionale sul patto di stabilità. «Oggi – ha detto Cocco – si discute di un argomento vecchio. Pigliaru ci convince ancora di più della bontà del lavoro fatto quando dice che lo Sato sarà obbligato ad essere leale e a rispettare i patti e se questo non avverrà non ci saranno tentennamenti. Quella firmata dalla Regione con lo Stato è una buona intesa».

Ugo Cappellacci, dopo aver annunciato il suo voto a favore dell’ordine del giorno, ha espresso un giudizio negativo sull’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica. «E’ un accordo che lede la nostra autonomia – ha attaccato l’ex Governatore – la Sardegna diventa la prima Regione speciale che rinuncia a disciplinare il suo bilancio con una propria legge di contabilità». Cappellacci ha poi evidenziato le difficoltà a confrontarsi in un clima di forte tensione che vede maggioranza e opposizione su fronti contrapposti. «Faccio una proposta al presidente Pigliaru – ha concluso l’esponente di Forza Italia – se alla fine del 2015 i numeri dovessero darle ragione la ringrazierò pubblicamente, ma le chiedo di avere il coraggio e l’umiltà di fare altrettanto. Nel 2013 la Sardegna ha riscosso 7,4 miliardi di euro e pagato altrettanto. Se questi numeri non dovessero essere rispettati ammetta il suo errore e di scenda dal suo piedistallo».

Per Annamaria Busia (Centro Democratico), le questioni poste dalla minoranza sono strumentali e in malafede. Busia ha quindi ricordato i passaggi della “vertenza entrate” fatti nella scorsa legislatura. «Cappellacci si è occupato dalla vertenza subito dopo il suo insediamento ma è stato subito stoppato dal governo amico – ha detto il consigliere del Centro Democratico – poi si è passati alla fase della norme di attuazione affidate alla commissione paritetica. Anche in questo caso non si è ottenuto nulla. Solo alla fine – ha concluso Busia – si è deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale. Questa è la vera storia, la documentazione è agli atti e si può reperire sul sito del Ministero degli Affari regionali».

Voto favorevole all’ordine del giorno è stato annunciato anche dal consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa: «Non posso non rilevare – ha affermato – che da un clima di trionfalismo siamo passati a un clima di dubbio come è emerso dall’intervento del presidente Pigliaru». Cossa si è detto perplesso per questa “transazione” che ha visto la rinuncia unilaterale da parte della Regione ai ricorsi e a eventuali esiti positivi delle sentenze senza ottenere niente dal governo. «Annuncio il mio voto favorevole – ha affermato il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino – per le troppe lacune che ha l’accordo siglato dal presidente. Penso, assessore Paci, che voi con questo accordo non abbiate mancato di rispetto alla bandiera come non lo abbiamo fatto noi con la nostra protesta. A qualche collega della maggioranza dico  che non siamo stati neanche dei pagliacci». Fasolino ha poi aggiunto: «Vorrei capire dalla Busia dove vedete la malafede. Il nostro obiettivo era quello di farvi guardare bene dentro questo accordo». Secondo Fasolino la Giunta ha un atteggiamento di chi deve finire la legislatura quest’anno. «Avrei voluto sentire i commenti dei sovranisti se un accordo così l’avessimo fatto noi con il Primo ministro». Immediata la risposta da parte dei sovranisti con l’intervento del consigliere Emilio Usula (capogruppo di Soberania e Indipendentzia-Rossomori) che ha ribadito la piena fiducia nell’operato della Giunta e nel presidente Pigliaru e ha invece ricordato che i cittadini, che stanno fuori dal Consiglio, vedono un atteggiamento incomprensibili e inutili perdite di tempo.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha domandato polemicamente ai rappresentanti della maggioranza «quale mandato abbia ricevuto il presidente della Giunta per siglare l’accordo con il governo sul patto di stabilità». Rubiu ha definito l’accordo «un vero attentato all’Autonomia» ed ha sottolineato che «il presidente della Regione non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio». L’esponente dell’Udc si è quindi rivolto all’assessore dei Trasporti per lamentare lo scarso coinvolgimento del Consiglio nella ormai imminente formulazione di nuovi accordi in materia di trasporti con le compagnie e lo Stato. Rubiu ha concluso il suo intervento dichiarando il voto a favore dell’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più).

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il voto a favore dell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni ed ha argomentato in premessa come «il vero problema della discussione sul patto di stabilità sia rappresentato dall’assenza della politica». «Il Consiglio regionale è stato esautorato – ha spiegato l’esponente della minoranza – e non si era mai visto un presidente della Giunta che impegna la Regione con lo Stato senza munirsi del sostegno e del parere del Consiglio». Pietro Pittalis, rivolgendosi direttamente all’assessore della Programmazione, ha citato Aldo Moro per riferirsi alla “democrazia difficile”. «Alla politica – ha aggiunto il capogruppo Fi – non si chiedono solo doti di buona amministrazione ma si chiede di più, di adeguare l’azione alla realtà». L’errore commesso dall’esecutivo – a giudizio di Pittalis – è rappresentato dal non aver fatto prevalere la “realtà” e cioè gli interessi e i bisogni dei sardi. Pittalis ha quindi domandato all’esecutivo come potrà dare risposte a partire dal prossimo settembre agli Enti Locali, a chi perde gli ammortizzatori sociali, o alle richieste di nuovi investimenti. «Le risposte sono quelle di quest’accordo?», è stata la conclusione del capogruppo che ha insistito: «Con quest’accordo si alimenta la crisi che pervade il sistema economico sardo».

Non essendoci altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque posto in votazione, con procedura elettronica palese,  l’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più). Concluse le operazioni di voto, il presidente dell’Assemblea ha proclamato l’esito della votazione: «Presenti 54; votanti 53; favorevoli 19; contrari 34; astenuti 1. Il Consiglio non approva».

Si è quindi passati alla votazione dell’ordine del giorno n. 2 (Cocco Pietro e più) sull’accordo Stato-Regione sul patto di stabilità. Nel documento, sottoscritto da tutti i capigruppo della maggioranza, è espressa condivisione del percorso seguito nell’affrontare la vicenda e si manifesta «pieno sostegno all’azione del Governo regionale anche per la volontà di avviare il percorso per l’attuazione dell’autonomia fiscale della Sardegna».

Il presidente del Consiglio Ganau ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, illustrando il parere favorevole della Giunta, ha assicurato che l’Esecutivo metterà in campo tutte le iniziative necessarie «per mettere in sicurezza l’accordo di fronte a possibili comportamenti di non leale collaborazione dello Stato a partire dalla scrittura delle norme di attuazione». Pigliaru ha poi raccolto la sfida del consigliere Capellacci e riconoscere gli errori nel caso si verificassero: «Metto la faccia in tutto quello che faccio – ha affermato il presidente della Regione – sono prontissimo ad ammettere eventuali errori ma sono certo che non sarà così, la faccia la mettiamo tutti fino in fondo ed primo passo sarà proprio quello di definire norme di attuazione che diano a tutti regole chiare sulle entrate della Regione».

Il consigliere Alessandra Zedda, annunciando il voto contrario all’ordine del giorno, ha evidenziato che i contenuti dell’accordo Stato-Regione somigliamo ad «una cambiale in bianco ad uno Stato che non sta certamente trattando bene la Sardegna». Perché, ha chiesto, «lo Stato chiede l’abrogazione di una legge regionale che davvero ha aperto un percorso di autonomia finanziaria, con modifica dell’art. 10 dello Statuto e dell’Irap, perché la chiede dopo la sanatoria di 2013, l’accordo sul 2014 ed il nuovo corso previsto per il 2015? Riconosciamo l’onestà intellettuale del presidente  Pigliaru ma cambiali in bianco non ne firmiamo a nessuno».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia, ha invitato l’Aula a «dare un percorso logico a quello che si sta facendo, nell’accordo c’è scritto che c’è una contropartita, la rinuncia ai ricorsi e soprattutto agli strumenti per affermare in futuro le vere ragioni dell’autonomia regionale». «Anche alcuni della maggioranza se ne rendono conto – ha aggiunto – ma non sembrano consapevoli del fatto che con queste premesse spazio per ulteriori risultati non c’è n’è più, perché è stata azzerata ogni leva». Forse l’alternativa potrebbe essere quella del recupero di una forte unità dei sardi, «ma la maggioranza non la vuole ricercare, nonostante importanti pagine della precedente legislatura scritte da tutti, come la mobilitazione contro la chiusura del craking di Porto Torres».

Voto favorevole all’ordine del giorno ha annunciato Annamaria Busia. «Questo risultato è importantissimo – ha detto il consigliere del Cd – perché consente l’adeguamento del Patto, la definizione delle norme di attuazione e, soprattutto, afferma la volontà di arrivare all’autonomia fiscale della Sardegna attraverso l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate».

Paolo Truzzu (FdI), dopo aver ribadito la sua stima nei confronti del presidente Pigliaru «che conosco da quando frequentavo la facoltà di Scienze politiche dove ho avuto l’opportunità di apprezzare la sua onestà intellettuale e la sua competenza») ha espresso dubbi sul mancato coinvolgimento del Consiglio. «Quelle che avanziamo oggi – ha detto Truzzu – non sono osservazioni fatte in malafede. Siamo in difficoltà, come sono in difficoltà le altre forze politiche. Chiedo a Sel quando inizierà a raccogliere le firma contro il pareggio di bilancio regionale visto che le sta raccogliendo per quattro referendum sul pareggio di bilancio statale».

Paolo Zedda (Rossomori), intervento come di consueto in lingua sarda, ha chiarito il perché del voto a favore dell’ordine del giorno. «Votiamo sì per due ragioni. La prima: i sardi con questo accordo staranno meglio, abbiamo ottenuto la possibilità di spendere 320 milioni in più, forse è poco, forse si poteva ottenere di più, sicuramente si poteva ottenere di meno. La seconda ragione – ha proseguito Zedda – è che siamo riusciti a mettere in piedi un progetto sovranista: l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. E’ lo strumento che consentirà di fare bene i conti ed essere sicuri che l’accordo sia vantaggioso per la Sardegna. Stiamo imparando ad essere padroni in casa nostra, ad avere coscienza di poter ottenere l’autonomia fiscale. Oggi votiamo a favore, è una bella giornata».

Intervento in limba anche da parte del consigliere del Psd-Az Angelo Carta. «Per un attimo ho pensato di votare a favore di questo ordine del giorno – ha  detto Carta – perché  mi sembrava ci fosse un segnale di autonomia. Ho pensato: questo odg non è stato scritto il Pd ma dai partiti autonomisti, perché esprime il desiderio di arrivare a un livello più alto di autonomia. Poi però mi sono accorto che in questo documento c’è  di tutto e di più. Del progetto dell’Agenzia sarda delle entrate si parla da tempo, qui invece non c’è un progetto sovranista, c’è tutto il contrario di quello che noi pensiamo». Il Consiglio, secondo Carta, deve osare di più «deve agire in modo unitario per parlare di autonomia e sovranismo. Siamo fermi a quanto accaduto nei passati 60 anni. Bisogna muoversi meglio, altrimenti lo Stato ci sovrasterà (nos mandigat sos macarrones in conca)».

Ha, poi, preso la parola Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, il quale ha annunciato il voto contrario dei sardisti «perché non condividiamo le tre premesse». Solinas ha ricordato che la storia racconta di delegazioni ristrette che sono andate a trattare con il Piemonte per gli interessi della Sardegna con risultati non certo positivi. Solinas ha anche rilevato che la maggioranza tende a fare annunci, ma non ha ancora avviato alcuna riforma. Il vice presidente Eugenio Lai, sostituendo il presidente Ganau, ha dato la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, il quale ha evidenziato che il presidente Pigliaru ha sconfitto “quel mostro” rappresentato dal #Patto di Stabilità, ricordando che da parte della maggioranza c’è la volontà di collaborare con l’opposizione. Voto favorevole è stato annunciato anche da Augusto Cherchi (Soberania e Indipendentzia-PdS) il quale ha sottolineato come sia importante, da oggi in poi, con il risultato ottenuto costruire il futuro della Sardegna. Secondo Cherchi «l’accordo stabilisce che la ricchezza prodotta in Sardegna deve restare in sardegna, e con questo accordo lo Stato ha aperto la porta alla nostra sovranità tributaria».

Voto favorevole all’ordine del giorno n. 2 è stato dichiarato dal consigliere di Sel, Luca Pizzuto che ha sottolineato le differenze tra il pareggio di bilancio statale e quello regionale. «Il pareggio di bilancio al livello statale – ha spiegato Pizzuto – significa azzerare al debito pubblico che come è noto sostiene la spesa pubblica mentre il pareggio di bilancio per la nostra Regione, con quest’accordo, aumenta gli spazi di spesa facendo venir meno i vincoli del patto di stabilità». «Sel è favorevole all’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru, perché cancella i tetti di spesa imposti dal patto di stabilità e le sue conseguenze negative che ben conosciamo».

Ha dichiarato il voto contrario, invece, il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha definito il modello del pareggio di bilancio «una vera e propria fregatura di Stato che la maggioranza difende strenuamente». Crisponi ha ricordato la «voracità» con cui lo Stato si è rapportato con la Sardegna e ha lamentato la continua «disattenzione verso i bisogni dell’Isola». L’esponente della minoranza ha concluso sottolineando che «l’Aula, in occasione dell’accordo sul patto di stabilità, si deve limitare ad ossequiare un mandato che arriva direttamente dal governo Renzi».

Il consigliere del gruppo Pd, Antonio Solinas, ha dichiarato voto favorevole e ha polemicamente ricordato all’opposizione che il centrosinistra è al governo della Regione da soli cinque mesi. Il presidente della Quarta commissione si è detto sorpreso «nel sentir parlare di difesa dell’Autonomia da chi, quando era al governo, ne ha fatto carta straccia». Solinas ha ribadito che l’attuale esecutivo «è impegnato a mettere rimedio ai disastri lasciati dal governo precedente» ed ha ricordato l’occupazione dell’Aula da parte del centrosinistra nella passata Legislatura «per convincere l’allora presidente Cappellacci ad aprire la vertenza entrate con governo nazionale». L’esponente del Pd ha poi affermato che l’esecutivo ha agito nel confronto con il governo Renzi nel rispetto dei pronunciamenti del Consiglio regionale e ha replicato al capogruppo dell’Udc in merito agli accordi in materia di trasporti: «Niente è stato ancora firmato e l’assessore ha il conforto della competente commissione consiliare».

Il capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver affermato che «non c’è bisogno di insistere per convincere chi è già convinto», ha ribadito il pieno sostegno al presidente della Regione nella vertenza entrate «anche per ciò che questa rappresenta per il futuro della Sardegna e per la sua capacità di voltare pagina». Nell’ordine del giorno, ha ricordato il capogruppo del Pd, «c’è un riferimento particolarmente significativo alla piena autonomia fiscale della Sardegna; non è un dettaglio, è un nostro obiettivo preciso, una strada nuova che vogliamo percorrere, chiediamo anche su questo un voto del Consiglio esteso alla minoranza che, secondo noi, potrebbe votare almeno questa parte»

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente dell’Assemblea ha invitato l’Aula a procedere alla votazione dell’ordine del giorno.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Ganau ha precisato, sulla base del regolamento, che la verifica è contestuale alla procedura di voto col sistema elettronico. Successivamente, ha comunicato l’esito dello scrutinio relativo all’ordine del giorno n. 2: favorevoli 33, contrari 18, il Consiglio approva. Subito dopo ha sospeso la seduta; i lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00.

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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

Nave Tirrenia Janas

Trasferimento della sede legale della #Cin-Tirrenia in Sardegna; condizioni agevolate per le merci, tariffe agevolate per i residenti ed i “nativi” (cioè sardi di nascita ma residenti altrove) nell’intero anno solare; tariffe promozionali per i non residenti finalizzate ad incentivare i flussi turistici verso l’Isola.

Sono i punti qualificanti di una risoluzione approvata dalla 4ª Commissione (Governo del territorio, mobilità) del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), nella quale, in premessa, è stato ribadito che la Regione non ritiene “adeguato” il servizio di collegamento svolto da Cin-Tirrenia Spa da e per la Sardegna e che si condivide l’azione fin qui svolta dalla Giunta regionale nel settore del trasporto marittimo.

La risoluzione non è solo un atto di natura politica o parlamentare ma impegna la Giunta regionale ad avviare con Cin-Tirrenia Spa un vero e proprio negoziato all’interno del quale la Sardegna punta ad ottenere alcuni risultati concreti di particolare significato.

Attraverso l’azione della Giunta, infatti, sarà possibile modificare la convenzione che regola i rapporti fra lo Stato e Cin-Tirrenia Spa sottoscritta nel marzo del 2010, con la Regione inserita a pieno titolo nel rapporto bilaterale fra i due contraenti per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale in cui si è stabilito che qualsiasi modifica della stessa convenzione potrà essere introdotta solo con il parere favorevole della #Regione Sarda.

Il contesto in cui sono maturate le condizioni per cambiare la convenzione è strettamente legato all’andamento del mercato del trasporto marittimo. L’art. 9, infatti, prevede che in presenza di scostamenti strutturali dei ricavi superiori al 3% ciascuna delle parti possa chiedere interventi in grado di ristabilire il miglior equilibrio possibile dal punto di vista economico-finanziario. Cin-Tirrenia Spa ha sottoposto recentemente alla Regione una serie di dati di mercato che richiedono interventi correttivi su «tipologie e frequenze delle tratte da e per la Sardegna» e la Regione, con la risoluzione della 4ª Commissione e con la conseguente azione della Giunta regionale, ha indicato qual è, a suo avviso, il quadro in cui dovranno essere inseriti gli interventi finalizzati al raggiungimento del nuovo equilibrio economico-finanziario. Ora la parola passa al confronto fra le parti.

Scuola di via Mazzini copia

«Le modalità con cui il governo nazionale ha ripartito i contributi per l’edilizia scolastica sono poco chiare e non tengono conto delle effettive esigenze dei comuni della Sardegna».

Lo sostengono otto consiglieri regionali del Partito Democratico che questa mattina hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Pubblica Istruzione Claudia Firino.

Il documento, firmato da Mario Tendas, Alessandro Collu, Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu, Gavino Manca, Cesare Moriconi, Rossella Pinna e Antonio Solinas, contesta le procedure adottate dall’esecutivo Renzi nella ripartizione dei fondi. “Il piano del Governo, pubblicato il 5 luglio scorso, prevede la realizzazione di nuovi edifici scolastici in realtà dove ci sono pochissimi studenti – afferma il primo firmatario dell’interrogazione Mario Tendas – in altre casi, invece, non si è tenuto conto delle richieste presentate dalle amministrazioni comunali e dalle stesse istituzioni scolastiche”. Per il Pd si rende dunque urgente avviare un’immediata interlocuzione con il Governo nazionale per capire quali criteri abbiano determinato queste scelte.

«Il piano del Consiglio dei ministri ha creato malumori e confusioni – prosegue Tendas – per questo occorre adesso stabilire criteri oggettivi, chiari e precisi, per una ripartizione equilibrata delle risorse recentemente stanziate dalla Giunta regionale per l’edilizia scolastica. Con questa interrogazione chiediamo che vengano evitate sovrapposizioni e che gli interventi vengano pianificati attraverso un bando pubblico, previa concertazione con le amministrazioni comunali e con il mondo della scuola.»

Nell’interrogazione, infine, i consiglieri del Pd, chiedono alla Giunta di stabilire un canale preferenziale per i comuni colpiti dall’alluvione del 18 novembre scorso. «I danni causati dagli eventi calamitosi in questi centri sono ingenti – conclude Tendas – è giusto che la Regione risolva prima di tutto queste emergenze.»