22 November, 2024
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Riprendono domani mattina i lavori delle commissioni permanenti del Consiglio regionale. Alle 10.00 si riunisce la commissione “Ambiente”, presieduta da Antonio Solinas. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore regionale dei Trasporti, Carlo Careddu, e dell’advisor TBRIDGE S.p.a. sulle problematiche del trasporto pubblico locale. Alle 10,30 è stata convocata la “Attività produttive” presieduta da Luigi Lotto che, dopo aver esaminato la PL 508 “Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo)” e la PL 495 “Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda”, sentirà in audizione l’assessore regionale dell’Agricoltura sullo stato delle procedure di rimodulazione del PSR e le organizzazioni sindacali sulla situazione degli ex dipendenti Vesuvius.

Sempre domani, alle 13.00,  si riunisce la Commissione speciale sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio al dettaglio, e sulle politiche commerciali nella grande distribuzione, presieduta da Roberto Deriu. E’ prevista l’audizione dell’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio sulla situazione generale dell’artigianato, del commercio e della grande distribuzione sul territorio regionale. La commissione “Sanità”, presieduta da Raimondo Perra, è convocata mercoledì alle 10,30  per sentire in audizione assessore della Sanità e del Direttore Generale ATS Sardegna sulla Riorganizzazione della Rete ospedaliera e sulla Vertenza AIAS. La commissione esaminerà anche la P/197 (Legge regionale 2 agosto 2016, n. 18 recante “Reddito di inclusione sociale – Fondo regionale per il reddito di inclusione sociale – “Aggiudu torrau””. Atto interpretativo ed applicativo ai sensi dell’art. 8 della L.R. n.31/1998. Linee guida per il triennio 2018-2020 concernenti le modalità di attuazione. Approvazione preliminare. Missione 12 – Programma 04 – Cap. SC05.0680).

La commissione “Bilancio”, presieduta da Franco Sabatini, è stata convocata mercoledì alle 11.00. Primo punto all’ordine del giorno l’elezione del vice presidente del parlamentino seguirà l’esame della PL n. 343 (disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali) e della proposta di legge nazionale n. 17 (Modifica del titolo III, art. 14, c. 1, della L. cost. 3/1948 (Statuto speciale per la Sardegna). Al termine sarà sentito l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sullo stato di attuazione delle politiche sociali con particolare riferimento al reddito di inclusione sociale (REIS) e al fondo per la non autosufficienza.

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La commissione Urbanistica presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha proseguito le audizioni sul DL 409 in materia di governo del territorio acquisendo i pareri ed i contributi delle associazioni rappresentativi delle professioni tecniche.

Ingegneri, Architetti e Rete delle professioni, che hanno avviato una consultazione fra gli iscritti ed hanno annunciato un documento unitario con analisi puntuali e proposte emendative (entro il 20 giugno, ha raccomandato il presidente Solinas) hanno espresso una serie di riserve sul disegno di legge.

E’una struttura normativa di lettura non facilissima, è stata la prima osservazione, che in alcune parti appare fin troppo dettagliata ed in altre piuttosto generica, che si inserisce in un quadro normativo precedente in alcuni casi datato come le linee-guida del Ppr che risalgono al 2007.

Sull’art. 43, punto particolarmente controverso della legge, i professionisti non hanno escluso a priori la sua validità, precisando però che trattandosi di interventi “fuori scala” occorre lavorare a fondo su elementi come qualità architettonica, armonia con il paesaggio e sostenibilità da certificare secondo i più avanzati protocolli nazionali ed internazionali.

Inoltre, a giudizio dei tecnici, il principio condivisibile di ridurre il consumo del suolo e riqualificare il patrimonio esistente, non è concretamente realizzabile, soprattutto nei Comuni (molti dei quali costieri) dove i Piani urbanistici non sono stati ancora adeguati al Ppr e sono consentiti solo interventi conservativi.

Per quanto riguarda lo sviluppo turistico, i professionisti hanno affermato di non condividere l’impostazione prevalentemente quantitativa della legge, contenuta negli allegati, che prevede una offerta insediativa non collegata ad una analisi della domanda, con modelli omogenei che non si adattano alle diverse realtà.

Sul piano complessivo dell’applicabilità della nuova normativa, i tecnici hanno espresso apprezzamento per l’introduzione di un regolamento edilizio unico valido in tutta la Regione, raccomandando poi di unificare i pareri dei diversi uffici (almeno quelli riconducibili alle varie articolazioni della Regione) in modo da abbreviare l’iter amministrativo delle progettazioni.

Il prof. Giuseppe Pulina, coordinatore del gruppo ha dichiarato in apertura che «finalmente si discute di campagna come parte del consorzio civile, un fatto storico». Entrando nel merito ha ricordato che in Sardegna esiste un tessuto edilizio molto povero (e in buona parte degradato, da recuperare) spesso sganciato dai territori, espressione di visioni diverse del rapporto fra zone urbane e campagna radicate nelle quattro aree principali dell’Isola. Per quanto riguarda la definizione di “superficie minima” (che ha sostituito quella di “lotto”) Giuseppe Pulina ha sostenuto che vada agganciata ad alcuni parametri europei come la capacità di produrre reddito, le unità lavorative impiegate, le colture prescelte.

Il Collegio dei Geometri della Sardegna, in particolare, ha osservato che la dizione “trasformabili” contenuta nell’art. 46, alla lettera “n” (trovate tutto nel sito) e riferita agli ambiti territoriali, risulta troppo generica aprendo la strada alle interpretazioni degli uffici tecnici e/o al contenzioso amministrativo. I Geometri hanno inoltre auspicato la forte semplificazione delle procedure per l’approvazione dei Piani urbanistici comunali concentrando le valutazioni dei diversi uffici in una unica sede decisionaleLa valutazione del testo è positiva soprattutto perché si inverte la tendenza precedente secondo la quale il territorio agricolo restava ai margini (se non al di fuori) della pianificazione urbanistica, determinando fra l’altro l’incremento del consumo di suolo, spesso il migliore dal punto di vista agricolo (dato con una particolare incidenza in Sardegna, dove il 90% dei Comuni è classificato come rurale). La valorizzazione del territorio rurale, inoltre, può essere un valido strumento contro l’abbandono delle campagne, a condizione di introdurre norme più semplici e, nei Comuni, figure professionali specializzate nella valutazione delle progettazioni agricole. Per quanto concerne la “superficie minima” i paramenti europei vanno bene solo in parte, perché nei terreni c’è una continua “rotazione” delle colture e, per esempio, le aziende di agricoltura biologica impiegano più mano d’opera rispetto a quelle tradizionali.

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La commissione urbanistica, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha iniziato con l’intervento dell’assessore Cristiano Erriu il lungo ciclo di audizioni sul disegno di legge 409 in materia di Governo del territorio.

Prima della relazione dell’assessore i consiglieri di Forza Italia Antonello Peru hanno sollevato il problema dello “stralcio” degli art.43 e 31 del testo che, secondo alcune notizie di stampa, sarebbe stato deciso in un recente vertice di maggioranza. «Non è certo un buon inizio – ha affermato Antonello Peru – perché la commissione non ha mai affrontato questo argomento né è emerso nelle conferenze territoriali». «Un episodio di cattivo gusto – ha commentato Giuseppe Fasolino – che condizionerà il nostro atteggiamento».

Sul punto il presidente della commissione Antonio Solinas ha chiarito che «la posizione della commissione non è cambiata ed è quella di procedere ad un confronto aperto sia nella stessa commissione che in Consiglio per arrivare ad una legge condivisa, poi ovviamente la maggioranza può discutere al suo interno ma non c’è nessuna decisione».

L’assessore Cristiano Erriu ha iniziato la sua relazione sottolineando l’importanza dell’ascolto di tutte le componenti interessate della società sarda, che ha portato alla costruzione di un piccolo dossier nel quale sono raccolti i contributi dei diversi portatori di interesse. «E’ la prima volta che su una materia, peraltro molto tecnica, avviene una discussione pubblica di questa portata e questo rafforza la volontà della Giunta di avere nei confronti della legge un approccio aperto, che tiene conto delle varie opinioni, disponibile ad interventi migliorativi».

Soffermandosi sul risultati degli incontri svoltisi nei vari territori, Cristiano Erriu ha messo in luce il forte interesse per il potenziamento del ruolo degli Enti locali aggiungendo che, da questo punto di vista, «il dibattito sul fuori o dentro riguardante gli articoli 43 e 31 assume connotazioni differenti, nel senso che dentro significa all’interno di una governance completamente nuova delle politiche territoriali». «Sull’art. 43 in particolare – ha proseguito – esistono alcune riserve anche in Giunta e comunque può essere certamente migliorato».

Riprendendo il tema delle conferenze territoriali, l’assessore dell’Urbanistica ha riferito anche dell’attenzione manifestata dai portatori di interesse per i temi della semplificazione e della riduzione della tempistica, grazie alla previsione di nuovi strumenti e nuove risorse per i territori.

«Quanto alla pianificazione dell’agro – ha detto ancora l’assessore – la legge supera la dimensione astratta del lotto minimo e propone una evoluzione significativa con l’istituto del lotto funzionale, puntando sulla riduzione del consumo di suolo e la valorizzazione del patrimonio esistente». Cristiano Erriu, inoltre, si è dichiarato disponibile a verificare la possibilità di ridurre gli articoli del testo, ricordando però «che lo stesso dibattito svoltosi nei territori ne ha fatto emergere di nuovi, a volte molto positivi, per cui la riduzione può essere utile ma mantenendo un quadro complessivo di certezza del diritto». Per quanto concerne gli allegati, altro argomento oggetto di discussione, secondo l’assessore avevano lo scopo di «aggiornare la situazione alla luce delle normative succedutesi negli anni, dal decreto Floris al Ppr ed è oggettivamente difficile misurare l’impatto di ampliamenti e riduzioni, è un passaggio da affrontare con cautela ed è volontà della Giunta mantenere i parametri fissati dal decreto Floris, anche nell’agro».

Cristiano Erriu ed il presidente della commissione Antonio Solinas, infine, hanno annunciato che l’11 giugno prossimo, nella ex manifattura tabacchi di Cagliari, si terrà una giornata di lavoro dedicata alle procedure ed ai contenuti dei Piani urbanistici dei Comuni, aperta agli Enti locali ed ai tecnici delle strutture comunali.

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sul trasferimento della gestione del Servizio idrico integrato dal Consorzio ZIR di Macomer alla società Abbanoa Spa e sulla liquidazione dell’ARAS.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, in parte modificato dalla conferenza dei capigruppo, con la mozione n. 420 (Forma e più) sul trasferimento della gestione del servizio idrico integrato dal Consorzio Zir di Macomer ad Abbanoa Spa. Il presidente ha dato quindi la parola alla consigliere del Partito democratico Daniela Forma, prima firmataria della mozione, per illustrarne il contenuto.

Daniela Forma ha ricordato che «nello scorso mese di agosto sono state attivate le disposizioni per il riordino delle funzioni dei consorzi industriali fra le quali il trasferimento delle competenze per la gestione del servizio idrico, ma un mese fa le aziende insediate hanno ricevuto notizia del subentro di Abbanoa con l’indicazione del nuovo contratto, con costi lievitati fino al 400%, determinando il rifiuto di sottoscrivere il contratto di servizio che, nei fatti, costituiva l’ennesima penalizzazione delle aziende della Sardegna centrale». L’intervento della Regione, ha poi spiegato, «ha creato le condizioni per sospendere i termini per sottoscrizione del contratto (1°giugno), prorogandoli al 1° novembre e su questo l’assessorato ha dato disponibilità ad una mediazione nel breve e medio termine fra tutti i soggetti interessati, non altrettanto ha fatto Abbanoa che, invece, ha ribadito che il subentro era stabilito dalla legge con ulteriore irrigidimento nei confronti di alcune aziende che hanno scarichi industriali, paventando addirittura il ricorso all’autorità giudiziaria per reati ambientali». Ad oggi, ha concluso la Forma, «non risulta l’accettazione dello slittamento al 1° novembre, per altro previsto dalla legge regionale 10/08, per cui invito la Giunta ad annullare in autotutela la delibera dell’agosto 2017 con effetto su tutti gli atti successivi».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, intervenendo nella discussione generale, ha parlato di una «questione piuttosto singolare, l’ennesima puntata della vicenda Abbanoa che quadruplica i costi per le aziende della zona industriale di Macomer, a dimostrazione del fatto che la società è diventata una repubblica indipendente rispetto ad Egas, all’assessorato ed alla Giunta, dove succede di tutto e nessuno controlla, eludendo peraltro un preciso obbligo di legge previsto dalle leggi nazionali ed europee». Evidentemente, ha aggiunto, «questa situazione a qualcuno fa comodo, perché chi si mette di traverso viene cacciato, come il direttore generale di Egas, mentre il direttore generale di Abbanoa viene riconfermato nonostante la recente sanzione da oltre 600.000 euro dell’Autorità per l’Energia; forse qualcuno si occuperà di Abbanoa ma è inammissibile che si debba arrivare a questo mentre l’assessore fa spallucce».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha affermato che «c’è ben poco da aggiungere sui rilievi riguardanti gestioni e procedure di Abbanoa, con la differenza che stavolta vengono dalla maggioranza anche se Abbanoa accusa chi critica di dire bugie». Oggi, ha sostenuto, «l’assessore deve dare riposte sul Consorzio di Macomer (che è in attivo) sul quale la Giunta ha convogliato risorse straordinarie, in ogni caso non si può appesantire proprio in quell’area la situazione delle imprese, bisogna agire ed agire subito perché i tempi sono molto stretti per il caso specifico e per la gravissima situazione generale».

A nome del Pds il consigliere Piermario Manca ha sottolineato che «la relazione di Forma e gli stessi interventi della minoranza evidenziano un problema specifico tenendo sullo sfondo questioni generali abbastanza diverse; affrontare il problema strategico dell’acqua in Sardegna è compito del Consiglio, meno occuparsi di un certo numero di utenze come se ci fossero due modi di pagare l’acqua». Credo che la discussione non si possa ridurre a questo, ha continuato Manca, «ma concentrarsi sull’acqua come bene comune, parlando di acqua a tutto campo al di là dei piccoli o grandi privilegi localizzati in questa o quell’area».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto fra l’altro che «Manca ha ragione perché molte volte il Consiglio si sofferma su situazioni particolari e tuttavia il problema di Macomer è serio perché da poco la Regione è intervenuta sulla profonda crisi industriale della Sardegna centrale, perciò proprio qui non si può avallare una impennata dei pagamenti delle proporzioni descritte; verifichiamo quello che è possibile fare con tutti i soggetti interessati, senza nascondersi dietro il dito, perché Abbanoa è per molti aspetti un problema irrisolto che va affrontato».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che quella in corso «non è una discussione su Abbanoa, anche se il Consiglio ovviamente può farla, ma un fatto specifico collegato al dibattito sull’economia della Sardegna centrale conclusosi con un ordine del giorno votato all’unanimità ed una manifestazione che si è svolta ad Ottana; c’è un problema che riguarda i costi del servizio per le aziende di Macomer e di questo dobbiamo ragionare con la massima attenzione, la volontà di fare chiarezza e di rivedere la delibera della Giunta se necessario, non è un atto contro nessuno ma un impegno nei confronti delle aziende della Sardegna centrale, su questo chiediamo l’intervento dell’assessore».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, a nome della Giunta, ha affermato che «il problema è nato da una situazione abbastanza anomala e onerosa sia per il pubblico che per le aziende ed i cittadini e riguarda in Sardegna 8 Zir messe liquidazione con la legge 10/08 e quindi da 10 anni, generando disfunzioni per imprenditori che operano in quelle nelle aree, inefficienze, disorganizzazione e costi aggiuntivi compresi quelli per il personale in strutture con pochissimi dipendenti». Abbiamo iniziato a porre fine a questa situazione in continuità con la precedente Giunta, ha ricordato l’assessore, «liquidando i consorzi di Tempio, Siniscola, Valle del Tirso e via via tutti gli altri, ed una delle questioni preliminari affrontate era proprio quella di trasferire reti ed impianti idrici come previsto dalla legge, cosa che è stata fatta alla fine dell’estate». Approfondirò questione, ha assicurato la Piras, «ma è vero che i problemi sono emersi solo a Macomer perché qui c’è la rete industriale ma non l’acqua industriale che costa molto meno di quella potabile; cogliamo comunque la richiesta del Consiglio per favorire l’attivazione di un tavolo tecnico che come assessorato ho già chiesto chiedendo anche il rinvio del contratto da 1° giugno a 31 ottobre, con l’impegno di seguire la vicenda anche riesaminando le tariffe delle zone industriali, revisione alla quale sta lavorando l’Egas con l’obiettivo di ridurne la tipologia introducendo magari nuove sub categorie per le aziende che devono utilizzare acqua potabile come quelle dell’agro alimentare».

La prima firmataria della mozione Daniela Forma ha dato atto all’assessore della sensibilità dimostrata, ricordando però che la scadenza del 1° giugno incombe ed è questa la ragione della mozione. La Forma ha espresso quindi una valutazione positiva sulle verifiche e sullo slittamento dei termini, ferma restando la necessità di affrontare i problemi della legge di riordino aree industriali ancora non pienamente applicata, a cominciare dalla tariffazione speciale per le attività produttive.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha condiviso  le argomentazioni del collega Manca sull’appello ad una riflessione sull’ acqua sempre bene collettivo, che non può che essere fondata sul principio chi più consuma più paga. Ben venga perciò, ha auspicato Congiu, «una pronuncia Aula in grado di fare chiarezza sui temi concreti oggetto della discussione; mi risulta peraltro che, in un incontro a Macomer, si siano fatto alcuni passi avanti con fatturazioni proporzionate ai consumi, il differimento dei termini e l’individuazione di tariffe speciali per le aziende idrovore di tutta la Sardegna». A giugno, ha concluso, «ci sarà anche la ri-profilazione delle tariffe nazionali ma, andando oltre, occorre riflettere sulla necessità di una revisione dei regolamenti consortili che, così come sono, rallentano la ristrutturazione delle aziende».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha definito la relazione assessore «insufficiente rispetto sollecitazioni ricevute, perché non poteva dire a posteriori che si documenterà ed è impensabile che questo accada ad aziende della zona industriale più povera della Sardegna più di altre sfiancata dalla crisi, come Consiglio dovremmo occuparci di ben altro per sostenere le imprese del territorio, ora però non c’è tempo da perdere: diciamo no a tariffe insostenibili, a rivedere tutto non solo entro il 31 ottobre ma in modo totale secondo le esigenze dell’economia del territorio».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, a favore, ha sollecitato un approfondimento sulla situazione delle 8 Zir della Sardegna che nel 2008 avevano un buco di 20 milioni col personale che doveva essere assorbito dai Comuni ma poi tutto si è fermato a causa della mancanza di risorse degli Enti locali. Ci vuole una visione di carattere generale per rilanciare queste strutture, ha aggiunto, compresa quella di Tossilo dove l’allora Giunta di sinistra aveva fatto un piano di rifiuti da 40 milioni che dovevano andare ai Comuni, per cui bisogna fare un discorso uguale per tutti.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha messo in evidenza che «oggi l’attenzione riguarda un caso particolare ma ci sono molti punti di contatto col problema generale della gestione di Abbanoa che deve essere risolto, perché non è possibile trasferire il servizio idrico integrato ad un soggetto illegittimo che, di conseguenza, non può imporre tariffe a nessuno, questa è la vera questione da affrontare».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha ipotizzato che «Abbanoa in realtà è il parafulmine di qualcos’altro perché non fa che prendere ordini, dato che le tariffe le stabilisce Egas ed anche a Macomer ha eseguito ordini perché è solo un gestore come dice la legge: le responsabilità sono altrove, dalla Giunta regionale agli azionisti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli ed 1 contrario.

Prima di cominciare l’esame della mozione 417, il consigliere Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti) ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori. Pierfranco Zanchetta ha ricordato la notizia della nomina del presidente della Regione a commissario straordinario per gli interventi nell’arcipelago de La Maddalena. Il consigliere ha espresso grande soddisfazione e ha augurato buon lavoro al presidente Francesco Pigliaru.

La mozione n. 417  sulla liquidazione dell’ARAS e l’affermarsi di un modello gestionale centralizzato dei servizi in agricoltura è stata illustrata da Piermario Manca (Partito dei sardi). Il consigliere ha detto che la mozione, pur essendo firmata solo dai consiglieri del suo gruppo, è una mozione di tutto il Consiglio regionale perché riprende un ordine del giorno approvato all’unanimità qualche mese fa. Piermario Manca ha chiesto maggiore chiarezza perché il Consiglio – ha detto – ha necessità di sapere cosa sta succedendo. Ci sono 290 lavoratori  e tutto il sistema della zootecnia a rischio.  Manca ha annunciato che chiederà un accesso agli atti nei confronti di LAORE. Entrando nel merito della mozione sono stati spiegati i cinque punti principali del dispositivo. Prima di tutto – ha detto Manca – è necessario contrastare con ogni mezzo consentito e in ogni sede (anche quelle giudiziarie) il disegno accentratore dell’AIA e della Coldiretti;  si chiede poi di  garantire la permanenza in Sardegna di tutti i servizi e di tutti i livelli occupativi attualmente esistenti in capo all’ARAS e di promuovere immediatamente un modello gestionale dei servizi in agricoltura sottratto a qualsiasi forma di centralizzazione ed esproprio dei dati e delle conoscenze. Il promotore della mozione chiede inoltre al presidente della Regione e all’assessore dell’agricoltura di riferire in Consiglio sullo stato di attuazione delle proposte formulate in esecuzione dell’ordine del giorno n. 90 approvato all’unanimità il 13 marzo 2018. Ma per i promotori della mozione il punto fondamentale è  dare immediata attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e ai successivi atti di indirizzo.

Nella discussione generale è intervenuto  Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha posto all’assessore tre domande. Le retribuzioni dei lavoratori ARAS quando saranno liquidate? Le posizioni contributive sono regolarmente pagate? E se sì, chi le paga e con quali risorse? Il  lavoro in itinere quotidiano chi lo pagherà?

 Luigi Lotto (PD) ha detto che la situazione attuale è molto delicata. Siamo in una fase intermedia di interlocuzione con il ministero e i soggetti interessati devono ritrovare un minimo di responsabilità.  Per il presidente della Quinta commissione tutto ciò che la legislazione nazionale ed europea ci consente di acquisire deve essere acquisito. La speranza è che la interlocuzione avviata dall’assessorato con il ministero vada in porto. Se così non dovesse essere non possiamo consegnarci mani e piedi a situazioni come quella attuale che ha creato disastri.  Il nuovo corso deve portare novità positive per tutti e per gli allevatori.

Fabrizio Anedda (Gruppo misto) ha sottolineato l’estrema confusione che esiste. Su tutto un dato certo: i servizi dell’ARAS sono irrinunciabili ed i lavoratori devono essere salvaguardati. Ma come mai – ha chiesto Fabrizio Anedda – non ci sono stati controlli e perché LAORE ha aspettato così tanto per denunciare la situazione attuale? 

Per Gaetano Ledda (Partito sardo d’azione – La Base) la  situazione è catastrofica. I dipendenti sono a rischio, l’agricoltura e la zootecnia non possono fare a meno dei servizi dell’ARAS e rischiamo di perdere 47 milioni di euro di fondi europei. Gaetano Ledda ha chiesto di aggiungere la firma alla mozione. 

Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che la  discussione in aula fa emergere un aspetto importante: non si è ancora trovata la  soluzione al problema. Per Gianluigi Rubiu bisogna analizzare tre aspetti fondamentali: i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi; esiste un’istanza di liquidazione ed il licenziamento dei dipendenti. «Abbiamo 7 giorni di tempo per risolvere i problemi prima che il danno sia irreparabile – ha aggiunto – ci sono 47 milioni di euro di fondi europei che l’isola perderebbe. Il problema non può più essere trascinato». Una soluzione potrebbe essere quella di fare una legge per dare un’anticipazione ad ARAS e entro 6 mesi creare un altro organismo.

 Eugenio Lai (art.1 –SDP) – ha chiesto il rispetto di tutti i lavoratori. Tutti gli assessorati si devono mettere in moto e si deve chiudere il tavolo con il ministero con una soluzione certa.

Per Francesco Sabatini (PD)   il tempo della calma è finito e si deve trovare una soluzione immediata. Ci sono due azioni che viaggiano in contemporanea: una immediata (risolvere i problemi di contenzioso)  e una complessiva e definitiva.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna)  ha detto che questa mozione mette in luce la posizione dell’assessore che è inadempiente. La situazione è drammatica – ha aggiunto – è in gioco il futuro dei lavoratori e del comparto e i 47 milioni di euro che stiamo per perdere. Si fanno ipotesi di riforme assurde, c’è mancanza di chiarezza complessiva e di risposte serie. Nel frattempo LAORE e i commissari litigano assumendo vicendevolmente di essere creditori. E’ un pasticcio.

E’ poi intervenuto l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria che ha spiegato che la strategia di fondo è dare applicazione alla legge 3 del 2009. I lavoratori entreranno in LAORE previo espletamento di un concorso. C’è una fase di transizione da affrontare ma stiamo lavorando per salvaguardare i lavoratori e il comparto.  Anche nella peggiore delle ipotesi – ha concluso – una soluzione verrà messa in campo. Non lasceremo a terra i dipendenti o non lasceremo le aziende senza servizi. La trattativa non è semplice ma stiamo cercando di risolverla.

Piermario Manca (Pds), intervenendo in sede di replica, ha invitato la Giunta a considerare anche un piano alternativo qualora la trattativa con il governo si concludesse senza il via libera al superamento dei tetti assunzionali, impedendo così l’inserimento dei dipendenti Aras e Apa nell’agenzia Laore, come previsto all’articolo 2 comma 40 della legge 3 del 2009. Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha annunciato voto favorevole alla mozione ed ha proposto la cancellazione della parola “Coldiretti” dal testo del dispositivo. Il suo compagno di gruppo e di partito Gianmario Tendas ha insistito sulla necessità di un piano “b” rispetto a quello del passaggio dei dipendenti in Laore. Anna Maria Busia (Misto) ha annunciato voto a favore ed ha proposto la redazione di un ordine del giorno unitario così da meglio esplicitare integrazioni e modifiche. Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato voto favorevole alla mozione ed ha ribadito il sostegno alle professionalità che operano in Aras e Apa.

Gianfranco Congiu (capogruppo Pds) ha chiesto lo sblocco delle erogazioni delle anticipazioni finanziarie alle Apa ed il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha evidenziato la scadenza del 7 giugno quale termine entro il quale trovare una soluzione per i dipendenti Aras e Apa («in quella data sono annunciate le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori»).

Eugenio Lai (Art1-Sdp) si è detto a favore della modifica proposta da Solinas (Pd) ed ha annunciato voto a favore come ha fatto il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda. A sostegno della proposta Busia, per un ordine del giorno, si è invece pronunciata la capogruppo Fi, Alessandra Zedda («per rafforzare i contenuti e integrare le modifiche») mentre Paolo Truzzu (FdI) ha manifestato dubbi sui tempi con i quali procede il confronto giunta-governo in merito all’applicazione della legge 3/2009.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito con fermezza la necessità di proseguire secondo le disposizioni della legge 3 e Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato le differenti posizioni emerse tra i sindacati confederali e Confederdia. A favore della mozione hanno proseguito Fabrizio Anedda (Misto) e Angelo Carta (Psd’Az-La Base) che ha invitato il Consiglio ha indicare una sola opzione per la risoluzione della vertenza Aras (l’applicazione della legge 3/2009). Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd) ha però insistito sull’opportunità di prevedere interventi alternativi rispetto a quelli che prevedono il passaggio dei lavoratori in Laore e il consigliere Antonio Gaia (Upc), a questo proposito, ha evidenziato che l’applicazione della legge 3 non garantirebbe il passaggio di tutti i lavoratori Aras e Apa in Laore.

Daniele Cocco ( capogruppo Art1-Sdp) ha escluso il ricorso all’ordine del giorno ed ha annunciato voto favorevole alla mozione Congiu e più. La capogruppo Fi, Alessandra Zedda, ha insistito per l’eliminazione del riferimento alla Coldiretti e l’Aula ha accordato la modifica, quindi il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione la mozione che è stata approvata con 44 voti a favori su 44 presenti.

Il Consiglio è convocato per domani, mercoledì 30 maggio, alle 10.00.

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I consiglieri regionali del PD, primo firmatario il presidente della commissione Ambiente Antonio Solinas, hanno presentato una mozione volta ad impegnare il presidente della Giunta e l’assessore dell’Agricoltura per scongiurare il grave danno che verrebbe arrecato ai comuni di Aidomaggiore, Boroneddu, Dualchi, Ghilarza, Ottana, Noragugume, Sedilo, Soddi e Tadasuni con la revisione delle aree montane con vincoli naturali significativi ai sensi dell’art. 32 del Reg. (UE) n. 1305/2013.

Il processo di revisione delle aree montane con vincoli naturali significativi (ANC) ai sensi dell’art. 32 del Reg.(UE) n.1305/2013, in fase di studio al Ministero dell’Agricoltura, prevede dei parametri biofisici dai quali emerge che i Comuni  di Aidomaggiore, Boroneddu, Dualchi, Ghilarza, Ottana, Noragugume, Sedilo, Soddi e Tadasuni, attualmente svantaggiati ai sensi dell’art.19 del Reg. (CE) n.1257/1999, risulterebbero non più svantaggiati, in quanto non interessati in almeno il 60% della superficie agricola comunale da uno o più degli otto parametri biofisici di cui all’allegato III al Reg. (UE) n. 1305/2013.

L’applicazione del regolamento nei 9 comuni interessati dalla revisione rischia di avere un effetto devastante, oltre a creare un danno in termini di sostenibilità economico-finanziario per le aziende agricole e per tutto il comparto di filiera ad esse legato, in quanto, il regime delle zone agricole svantaggiate è oggi una componente rilevante delle politiche comunitarie per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, infatti l’obiettivo comunitario era quello di colmare le disparità naturali esistenti tra i territori attraverso l’istituzione di regimi particolari come, ad esempio, le “Indennità Compensative” destinate ad incentivare le attività agricole in zone depresse e compensare il mancato reddito  degli operatori agricoli.

Per questo motivo, nella mozione si chiede all’assessore regionale dell’Agricoltura e al presidente della Giunta regionale, di impegnarsi a porre in essere tutte le legittime azioni possibili per evitare che le aree marginali della Sardegna Centrale, in particolar modo, i territori dei comuni in esame, possano essere ulteriormente danneggiate da scelte centralistiche del ministero dell’Agricoltura finalizzate a modificare i criteri dell’art.19 del Reg. (CE) n. 1257/1999.

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Dopo Carbonia, Nuoro. L’assessore Cristiano Erriu continua gli incontri sul disegno di legge di Governo del territorio.

«Nuoro è la città simbolo, la capitale delle zone interne della Sardegna. E il disegno di legge di Governo del territorio non guarda soltanto alle coste. Si tratta di due aspetti differenti di un unico, straordinario patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale ed identitario della nostra isola, che meritano la stessa attenzione.»

Così l’assessore regionale dell’Urbanistica ha introdotto l’incontro pubblico che si è tenuto questa mattina nella sala consiliare della provincia di Nuoro, alla presenza del presidente della competente commissione del Consiglio regionale, Antonio Solinas, e di altri 70 partecipanti: sindaci, rappresentanti delle associazioni ambientaliste e imprenditoriali, delle Organizzazioni sindacali e degli Ordini professionali.

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma che nei giorni scorsi si è fatta carico delle proteste degli operatori insediati nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau di Macomer per gli aumenti spropositati nelle tariffe che si avrebbero quando dal 1 giugno 2018 Abbanoa spa subentrerà nella gestione del Servizio Idrico Integrato, ha depositato sul merito una mozione.

La mozione di cui è prima firmataria Daniela Forma è sottoscritta dai capigruppo Pietro Cocco, Annamaria Busia, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta e dai consiglieri regionali Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu, Antonio Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Valter Piscedda ed Antonio Solinas. 

«Vorrei ricordare – dichiara Daniela Forma – che gli operatori dell’area industriale di Macomer (Tossilo e Bonu Trau) sono stati invitati, a stretto giro di posta ed entro il 18 maggio, a sottoscrivere il nuovo Contratto di servizio con Abbanoa spa che subentrerà dal prossimo mese nella gestione del Servizio Idrico Integrato al Consorzio Industriale di Macomer.

Tale trasferimento di funzione che consentirà il passaggio di 5 dipendenti dal Consorzio di Tossilo ad Abbanoa spa, comporterà però un aumento delle tariffe per gli operatori in alcuni casi fino ad oltre il 400%: una situazione quindi insostenibile che ha comportato la sollevazione delle aziende e il rifiuto di sottoscrivere il nuovo contratto di servizio con Abbanoa spa.

Di contro Abbanoa spa – aggiunge Daniela Forma – annuncia interventi per 725.000 euro sulla rete idrica consortile, risorse che non sono certo messe a disposizione da Abbanoa spa bensì dalla Regione Sardegna, precisamente dell’assessorato regionale dell’Industria, che ha autorizzato l’erogazione di euro 725.000 in favore di EGAS, che si avvarrà di Abbanoa spa per la realizzazione degli interventi di cui necessita il sistema idrico consortile di Macomer, come si può facilmente evincere dalla deliberazione della Giunta regionale n. 38/36 del 08/08/2017.

Inutile dire – sottolinea ancora Daniela Forma – che la Regione Sardegna deve necessariamente dire parole chiare sugli effetti certamente non preventivati che tale trasferimento di funzione rischia di far abbattere sugli operatori di Macomer e lo deve fare prima che tale passaggio avvenga. Se è necessaria una proroga rispetto alla data del 1 giugno 2018 per verificare meglio questi aspetti, tale proroga deve essere subito notificata.

Non è infatti pensabile – conclude Daniela Forma – che dopo tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo per rendere appetibili agli investitori i nostri insediamenti industriali perché portino produzione ed occupazione nelle aree interne, si corra il rischio con questa maldestra operazione di far chiudere i battenti anche a chi fino ad ora ha resistito ed ha garantito sviluppo ed occupazione nella Sardegna Centrale.»

 

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu che ha riferito sul negoziato in corso con la commissione europea sulla continuità territoriale aerea.

Nella sue relazione l’assessore Carlo Careddu ha evidenziato i termini del problema, che consistono nell’interpretazione del regolamento Ue del 2008 che disciplina la materia. La commissione europea, ha affermato, è attestata su una interpretazione rigida, nel senso che ritiene che lo schema della Regione sia sovra-dimensionato rispetto ai cosiddetti servizi minimi che devono essere garantiti, per quanto riguarda le tratte e le frequenze, incidendo negativamente, in questo modo, sulla tutela delle dinamiche del libero mercato.

La Regione invece, ha proseguito, anche grazie ad un corposo e dettagliato dossier sui dati di traffico e l’andamento della domanda e dell’offerta messo a punto in collaborazione con l’Università di Cagliari, sostiene che il regime di continuità proposto sia del tutto compatibile con la normativa europea vigente. La nostra tesi, ha aggiunto l’assessore, condivisa dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ci ha affiancato nel negoziato, trova riscontro anche nei dati del monitoraggio che abbiamo effettuato costantemente, dati che evidenziano con grande frequenza la presenza di percentuali elevate di riempimento degli aeromobili che determinano l’entrata di in servizio di voli aggiuntivi.

Per la Sardegna, ha poi dichiarato, una sorta di continuità limitata lasciata in buona parte al libero mercato significherebbe una limitazione del diritto dei sardi alla mobilità ed alla libera circolazione, oltre che una disparità di trattamento rispetto agli altri cittadini dello Stato.

La Regione, ha concluso, ha inviato alla commissione ulteriori contro deduzioni ma al di là dei complessi aspetti tecnico giuridici della questione, a breve scadenza la politica sarà chiamata ad una decisione. Una decisione che ha detto, infine, ritengo debba essere espressa non solo dalla Sardegna ma dall’Italia nel suo complesso, come Stato membro dell’Unione europea.

Nel successivo dibattito, hanno preso la parola alcuni consiglieri regionali che, sia pure con sottolineature diverse, hanno espresso grande preoccupazione per l’evoluzione di un problema strategico e vitale per la comunità regionale.

Antonello Peru, di Forza Italia, ha parlato di una «situazione raccapricciante che limita gravemente la libertà dei sardi e i loro diritti fondamentali ed è in evidente contrasto con la politiche di coesione della stessa Ue». Valerio Meloni, del Pd, ha auspicato una «azione incisiva che vada oltre l’assessorato regionale, coinvolgendo il Parlamento nazionale, dato che è in gioco il principio della parità di condizioni fra i cittadini».

La strategia della Sardegna per una vera continuità, secondo Eugenio Lai di Art. 1 – Mdp, deve essere supportata da tutte le forze politiche e dalle istituzioni con un impegno unitario che deve evitare accordi al ribasso”. Sempre per il Pd Raimondo Caciotto ha auspicato la convocazione del Consiglio regionale sul tema ricordando inoltre che, secondo una recente indagine dell’Eurispes, “si va consolidando sempre più la percezione della Sardegna come una Regione troppo cara, percezione senz’altro diffusa fra i sardi che devono spostarsi ma anche fra quanti la devono raggiungere”. Alessandro Collu, anch’egli del Pd, ha condiviso la necessità di una battaglia per sardi raccomandando però «che sia davvero credibile e fondata sui contenuti», mentre Gian Filippo Sechi ha lamentato che i viaggiatori sardi, in periodi dell’anno particolarmente critici per varie ragioni, «sono costretti ad affrontare un ulteriore aumento dei costi».

Nelle conclusioni, il presidente della commissione, Antonio Solinas, ha manifestato la necessità di azioni forti della Regione e non solo, che devono far sentire la voce dei sardi presso le istituzione europee. Sono anche dell’avviso, ha sostenuto, che una vera continuità non possa riguardare solo i sardi, se davvero crediamo nel turismo come fattore di sviluppo della Sardegna.

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La commissione Trasporti, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato l’amministratore unico dell’Arst Chicco Porcu sulle problematiche del “Trenino Verde”.

Nella sua relazione, Chicco Porcu ha messo l’accento sul fatto che per l’Arst la gestione delle linee turistiche (437 km divise in 4 tratte principali, le più estese d’Italia e fra le più grandi d’Europa) è una sorta di sistema parallelo che l’azienda assicura per scelta coprendo con risorse proprie costi di circa 400.000 euro l’anno di cui appena il 25% proviene dalla vendita dei biglietti. «Si tratta comunque – ha sottolineato – di linee che hanno un potenziale mercato turistico enorme che la Sardegna ha sfruttato solo in minima parte: basti pensare che in Europa questo mercato attrae circa 20 milioni di viaggiatori e in termini di ricavi vale 500 milioni di euro».

«Per valorizzazione queste potenzialità – ha aggiunto Chicco Porcu – occorre quindi un piano strategico pluriennale guidato da una cabina di regia regionale che coinvolga tutto il sistema pubblico anche perché la recente legge quadro nazionale, la n.128 del 2017, ha introdotto nuovi standard di sicurezza che rendono obbligatori, per esempio, l’illuminazione delle 44 gallerie del tracciato, il presidio con casellanti o impianti tecnologici di 240 passaggi a livello, e un equipaggio di 9 unità (5 a bordo e 4 a terra) per ciascuna linea.»

«A breve – ha poi annunciato – presenteremo a Mandas il nuovo calendario della stagione 2018 e cercheremo il sostegno concreto, che potrà essere anche minino, di tutti i soggetti interessati, iniziando a costruire un progetto di rilancio nel quale abbiamo sempre creduto, così come hanno mostrato di crederci sia il Consiglio regionale che il presidente della Giunta; bisogna però superare la fase degli interventi settoriali e mettere in piedi una programmazione solida che dia certezze a chi investe e rappresenti un elemento forte dell’offerta turistica regionale.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Paolo Dessì (Misto), Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), Valerio Meloni ed Alessandro Collu, del Pd.

Nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha ribadito l’impegno, in collaborazione con la quinta commissione competente in materia di turismo, ad individuare altre risorse per il Trenino Verde, aggiuntive rispetto allo stanziamento di 5 milioni nel triennio che il Consiglio ha inserito nella legge di stabilità 2017.

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La commissione Trasporti del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas (Pd), ha ascoltato il direttore generale della società di gestione dell’aeroporto di Alghero Mario Peralda sulle problematiche dello scalo.

Nella sua relazione Mario Peralda ha espresso in apertura un giudizio molto positivo sulla scelta della Regione di privatizzare la struttura, affidandone la gestione ad una società leader nel trasporto aereo che controlla circa il 38% del traffico nazionale.

Quanto ai dati del traffico su Alghero, il dg ha affermato che occorre leggerli in maniera corretta, evitando cioè il riferimento al 2015  (1.7 milioni di passeggeri) che rappresentò un picco straordinario e non ripetibile anche perché dovuto in larga parte alla presenza massiccia di un vettore low cost come Ryanair oggi non più sostenibile in base alle norme comunitarie.

«L’andamento del 2017 – ha detto – segnala non solo la conferma di un trend positivo con il recupero graduale ma consistente dei flussi di passeggeri rispetto all’anno precedente, ma indica soprattutto che l’aeroporto ha ulteriori margini di miglioramento, da intercettare rafforzando la buona gestione della società attraverso l’incremento dei volumi di traffico e proseguendo nella razionalizzazione dei costi, nel miglioramento della qualità dei servizi e nella collaborazione con il territorio.»

«Oggi – ha aggiunto Mario Peralda – lavoriamo con 13 vettori attivi su 52 rotte di cui 16 internazionali, abbiamo un piano per sviluppare ancora i volumi di traffico, stiamo realizzando una nuova area di parcheggi da 1.000 posti, e siamo intervenuti anche sulla struttura dei costi, sia esternalizzando le attività di security senza perdere un posto di lavoro, che sottoscrivendo un buon accodo con i sindacati per gestire circa 45 esuberi, nel senso che la cassa integrazione dei mesi invernali viene sostanzialmente assorbita nei mesi estivi.»

Soffermandosi poi sul recente bando della Regione a sostegno della destagionalizzazione, il dg dell’aeroporto di Alghero ne ha messo in luce il valore strategico, sottolineando però la necessità di rivedere la tempistica perché un intervento efficiente nel trasporto aereo richiede almeno un anno di preparazione.

Nel corso del dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Pierfranco Zanchetta (Cps), Antonello Peru (Forza Italia), Raimondo Caciotto e Valerio Meloni (Pd), Gian Filippo Secchi (Udc).