30 December, 2024
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Mercoledì 20 maggio, dalle 15.00 alle 16.30, sulla piattaforma Zoom e sulla pagina Facebook del Parlamento europeo in Italia, si terrà l’incontro dibattito QFP e Recovery fund: la posizione del Parlamento europeo e del governo italiano“.

Con la risoluzione adottata la scorsa settimana sulla revisione del bilancio UE post 2020 e sulle proposte per la ripresa, il Parlamento europeo ha chiesto un piano da 2.000 miliardi per far fronte alla crisi. Francia e Germania hanno appena presentato una loro proposta di aiuti alle regioni più colpite per cinquecento miliardi. La Commissione europea il 27 maggio presenterà la proposta sul QFP, che includerà il nuovo ‘Recovery instrument’ (Strumento per la ripresa). Dal 1 giugno dovrebbero essere operative le nuove linee di credito decise dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo relative agli strumenti SURE, MES e BEI.

In questo contesto l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo promuove un dibattito sulle richieste del Parlamento europeo e del Governo italiano.

Programma:

Saluti introduttivi di Carlo Corazza, Responsabile del Parlamento europeo in Italia

Le priorità per l’Italia, intervento di Laura Agea, sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari europei.

Priorità e ruolo del Parlamento europeo, interventi di:

·       Antonio Tajani, Presidente della Commissione Affari Costituzionali e della Conferenza dei Presidenti, Capo delegazione Forza Italia

·       Irene Tinagli, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari

·       Marco Campomenosi, Capo delegazione Lega

·       Brando Benifei, Capo delegazione PD

·       Tiziana Beghin, Capo delegazione Movimento 5 Stelle

·       Carlo Fidanza, Capo delegazione Fratelli d’Italia

·       Nicola Danti, Capo delegazione Italia Viva

Modera Enrico Tibuzzi, responsabile sede ANSA di Bruxelles.

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La Conferenza dei Presidenti di commissione (CPC), composta dai Presidenti di tutte le commissioni permanenti e temporanee del Parlamento europeo, ha eletto Antonio Tajani quale Presidente.

«Il ruolo di Presidente della CPC mi permetterà di continuare il mio forte impegno per un Parlamento concentrato sulle priorità dei cittadini e di far sentire in maniera forte e autorevole la voce del Parlamento europeo, unica istituzione eletta direttamente dai cittadini, anche nei rapporti con le altre istituzioni. Una nuova sfida per un’Europa più vicina ai cittadini», ha affermato Antonio Tajani.

La CPC prepara il contributo del Parlamento al programma di lavoro annuale della Commissione, elencando le priorità in ciascun settore legislativo. Tiene inoltre una riunione congiunta annuale con il Collegio dei commissari e incontra regolarmente la presidenza del Consiglio per preparare e discutere le priorità delle presidenze e fare il punto sui lavori legislativi in corso.

«Svolgerò un ruolo di mediazione tra le commissioni parlamentari. Esaminerò le richieste di cooperazione e proporrò soluzioni per la risoluzione dei conflitti di competenza», ha concluso il presidente Antonio Tajani.

Alle 14.30 il Presidente Tajani terrà un punto stampa a margine della riunione della Conferenza dei Presidenti di commissione nella sala ASP 5G2 del Parlamento europeo a Bruxelles.

 

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Antonio Tajani è stato nominato alla guida della commissione Affari costituzionali e Roberto Gualtieri alla Commissione Problemi economici e monetari del Parlamento europeo. Italiani anche i vicepresidenti di altre 5 commissioni: Pietro Bartolo a Libertà civili, giustizia e affari interni, Caterina Chinnici a Controllo dei bilanci, Ferrandino a Pesca, Patrizia Toia a Industria, ricerca ed energia e Raffaele Stancanelli alla Giuridica.

Le 20 commissioni del Parlamento europeo hanno eletto oggi le loro cariche interne per i prossimi due anni e mezzo. Tra i prescelti per la presidenza e le vicepresidenze 5 eurodeputati italiani.

«Sarà per me un onore guidare i lavori della commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo – ha affermato oggi Antonio Tajani, PPE-Forza Italia – lavorerò subito sulla Brexit e su un grande progetto di riforma dell’Europa. In questo proseguirò lo sforzo profuso da presidente del Parlamento europeo per rendere le istituzioni sempre più vicine ai cittadini europei e continuerò il mio lavoro per dare finalmente al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa.»

«È un onore e una grande responsabilità – il commento di Roberto Gualtieri, S&D-PD – essere stato riconfermato presidente della Commissione per gli affari economici e monetari. Continuerò a battermi per un’Europa della crescita, del lavoro, dell’equità e della coesione. Servono più investimenti per l’innovazione e la sostenibilità ambientale e sociale, occorre riformare e completare l’Unione economica e monetaria, contrastare il dumping fiscale e attuare il pilastro sociale. Sono obiettivi ambiziosi, ma ce la metteremo tutta.»

All’Italia sono andate anche 5 vicepresidenze di commissioni parlamentari: Pietro Bartolo, Caterina Chinnici, Giuseppe Ferrandino e Patrizia Toia, S&D-PD, sono infatti da oggi, rispettivamente, vicepresidente della commissione Libertà civile, giustizia e affari interni, della commissione Controllo dei bilanci, della commissione Pesca e di quella Industria, ricerca ed energia. Raffaele Stancanelli, ECR-Fratelli d’Italia, è stato eletto alla vicepresidenza della commissione Giuridica.

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E’ stata costituita ufficialmente stamane dal Presidente uscente Antonio Tajani, a Strasburgo, la nona legislatura del Parlamento europeo. Il nuovo presidente verrà eletto domani mattina, a partire dalle ore 9.00. Le candidature devono essere presentate dai gruppi politici o da 1/20 dei membri entro le 22.00 di questa sera. Otto scrutatori, estratti a sorte, sono stati nominati per sovrintendere alla votazione.

Dopo le elezioni dirette del 23 – 26 maggio nei 28 Stati membri, in cui il 51% degli elettori ha votato per scegliere i propri rappresentanti, il nuovo Parlamento europeo è stato ufficialmente costituito oggi a Strasburgo. La percentuale di nuovi deputati è più alta che mai (61%) con una maggior percentuale di donne rispetto al passato (40%, rispetto al 37% del 2014).

Il più giovane deputato è la danese Kira Marie Peter-Hansen (21 anni), mentre il più anziano è l’italiano Silvio Berlusconi (82 anni).

Il nuovo Parlamento è composto da 7 gruppi politici, uno in meno rispetto alla precedente legislatura. Tutti i deputati che non hanno aderito a un gruppo politico sono elencati come non iscritti, ma possono decidere in qualsiasi momento di aderire a un gruppo. Dal 2009, secondo il Regolamento del Parlamento, un gruppo politico deve essere composto da almeno 25 deputati eletti in almeno 7 Stati membri.

Il termine ultimo per la presentazione dei nomi dei candidati alla carica di Presidente del Parlamento europeo è fissato per oggi, martedì, alle 22.00.

Prima dell’inizio della votazione per l’elezione del Presidente, ogni candidato disporrà di un massimo di cinque minuti per una breve dichiarazione.

L’elezione si svolgerà a scrutinio segreto (cartaceo) e, per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi espressi (50% più 1).

Una volta eletto il Presidente, i deputati eleggeranno i 14 vicepresidenti. La votazione dei 5 questori del PE si terrà giovedì 4 luglio alle 9.00.

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«Sono molto preoccupato per l’evoluzione della situazione in Libia. Mi appello a tutte le parti affinché si fermino e evitino qualsiasi azione violenta.»

Lo ha detto stamane il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

«Non vi può essere una soluzione militare alla crisi libica. Un nuovo conflitto causerebbe solo altre perdite di vite umane e danni enormi al Paese e alla sua popolazione. Rischiamo anche una nuova crisi migratoria, con l’aumento di flussi, principalmente verso l’Italia e gli altri Paesi mediterranei – ha aggiunto Antonio Tajani -. Di fronte a questa escalation, l’Unione europea deve intervenire immediatamente e parlare con una voce unica e autorevole, contribuendo a una soluzione pacifica e democratica, nel quadro delle Nazioni Unite, come chiesto a più riprese dal Parlamento europeo.»

«L’avanzata delle milizie di Haftar verso Tripoli e possibili scontri nella capitale, porterebbero il Paese al caos di una guerra civile, rompendo il fragile equilibrio instauratosi nel quadro del processo di pace guidato dall’ONU – ha sottolineato ancora il presidente del Parlamento europeo -. Rischia anche di interrompersi definitivamente il percorso verso elezioni libere e democratiche, che devono essere le fondamenta su cui ricostruire uno Stato libico basato sulla partecipazione e la riconciliazione. Solo uno Stato di diritto, con istituzioni elette, può davvero garantire la sicurezza dei cittadini e rilanciare l’economia, dando solide prospettive al Paese.»

«La Libia è un partner strategico dell’Unione europea. Quanto sta accadendo a Tripoli non può non avere ripercussioni sulla stabilità e la sicurezza di tutta l’area del Sud del Mediterraneo e del Sahel – ha concluso Antonio Tajani -. Il Paese gioca anche un ruolo chiave nella gestione dei flussi migratori.»

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Oggi, al Parlamento europeo, si è tenuta una conferenza di alto livello sulle industrie culturali e creative, mirata a promuovere una politica industriale europea che abbia in primo piano anche questo settore strategico.

Durante il suo intervento, il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato:

«Le industrie culturali e creative sono tra i settori più importanti dell’economia Ue, generano il 9% del PIL e danno lavoro a 12 milioni di persone. Questi settori sono, inoltre, tra i più dinamici e contribuiscono a creare nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani.

Grazie anche alla incomparabile ricchezza della storia e della cultura europea, siamo leader in questi settori. Basti pensare che il 70% dell’alta gamma mondiale è prodotta in Europa. Tuttavia, in un mondo sempre più dominato dai giganti del web, la creatività e la cultura europea sono in pericolo. Dobbiamo garantire una giusta remunerazione a designer, scrittori, musicisti, autori, cantanti, giornalisti. 

Stiamo lavorando per dotare l’Europa di nuove e moderne regole sul diritto d’autore, che permettano di salvaguardare i creatori di contenuti, garantendo al contempo ai consumatori un ampio accesso alla rete.

Servono anche risorse adeguate per sostenere la competitiva del settore. Per questo il Parlamento ha proposto e ottenuto che le industrie culturali e creative siano prioritarie nel prossimo programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa. Abbiamo anche chiesto maggiori risorse sul programma per il Digitale e sul nuovo Programma Europa Creativa 2021-2027.

Il Parlamento europeo vuole garantire un’equa concorrenza fra i grandi player digitali e gli operatori tradizionali. I grandi gruppi tecnologici devono rispettare le regole comuni e pagare le tasse in maniera equa per dare il loro contribuire alla società. In questo contesto, sono rammaricato del fatto che i Paesi Membri non siano ancora riusciti a raggiungere un accordo sulla istituzione di una tassa europea sui giganti del Web fortemente voluta dal Parlamento europeo».

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Oggi al Parlamento europeo si è tenuta una conferenza ad alto livello sul futuro degli oceani, alla quale hanno partecipato oltre 1.200 fra leader politici, ricercatori ed esperti del settore.

Nel suo intervento, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato:

«Mari e coste pulite sono una risorsa economica, commerciale e turistica unica al mondo. Ma se non agiamo subito, se continueremo a sfruttare ed inquinare i nostri oceani in maniera irresponsabile, entro il 2050 nei mari vi sarà più plastica che pesce.

Il Parlamento europeo è in prima linea nella battaglia per la sostenibilità ambientale. Stiamo dando risposte concrete ai milioni di ragazzi scesi in piazza per chiedere di salvaguardare il pianeta e i suoi oceani. Siamo dalla loro parte.

Ci siamo battuti per includere la tutela degli oceani fra gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite. La scorsa settimana, a Strasburgo, abbiamo approvato una direttiva che mira a ridurre drasticamente la quantità di plastica in mare, anche facendo in modo che le navi smaltiscano i propri rifiuti a terra.

Il 70% degli oggetti che inquinano i nostri mari sono composti da plastica monouso – ha aggiunto Antonio Tajani – per questo, il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che vieta questo tipo di plastica a partire dal 2021. Inoltre, abbiamo varato un pacchetto sull’economia circolare che mira a cambiare il modo in cui produciamo, rendendolo più sostenibile ed incentivando il riciclo ed il riutilizzo dei rifiuti. Il nostro obiettivo è riciclare almeno 1 milione di tonnellate di plastica. In termini ambientali ciò equivarrebbe a togliere ben 1 milione di auto dalle strade».

Anbtonio Tajani ha concluso ricordando che il Parlamento europeo chiede maggiori sforzi anche in termini di investimenti: «La battaglia per il pianeta si combatte anche dotandosi delle risorse necessarie. Il Parlamento europeo ha chiesto di aumentare del 50% i fondi del nuovo programma Orizzonte Europa, portandoli a 120 miliardi di euro, anche per puntare su tecnologie pulite e sull’economia circolare. Chiediamo che almeno il 30% di tutte le azioni previste nel prossimo bilancio dell’Unione 2021-2027, e il 35% di Orizzonte Europa, vada a sostegno della sostenibilità. Tutela dell’ambiente, ricerca, innovazione, industria sono indissolubilmente legate. La continua dialettica tra Università, centri di ricerca, associazioni e imprese è la chiave per un proficuo matrimonio tra ambiente ed un’economia innovativa e competitiva che possa creare nuovi posti di lavoro».

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Mercoledì il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani era a Washington dove ha incontrato il ministro del Commercio Wilbur Ross per discutere di temi globali e per rafforzare l’alleanza transatlantica sul commercio.

«E’ stato un incontro molto positivo – ha dichiarato Antonio Tajani -, l’obiettivo comune è quello di eliminare i dazi doganali che separano Europa e Stati Uniti. Le barriere commerciali non sono nell’interesse di nessuno, e mi riferisco in particolare al settore auto. Siamo d’accordo sulla necessità di difendere la competitività della nostra industria e la sua capacità di creare lavoro.»

«L’Unione europea e gli Stati Uniti debbono lavorare assieme per fermare la concorrenza sleale cinese, siamo alleati naturali», ha proseguito il presidente Antonio Tajani, che ha aggiunto come «occorre cooperare di più anche in settori chiave come lo spazio, la difesa, la lotta contro il terrorismo e il controllo dell’immigrazione».

Il presidente del Parlamento europeo ha poi incontrato il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati America Luis Almagro per discutere della drammatica situazione in Venezuela. Durante una conferenza stampa congiunta, Antonio Tajani ha dichiarato che in Venezuela le «elezioni rappresentano l’unica soluzione possibile, noi non riconosciamo i risultati delle elezioni che hanno eletto Nicolás Maduro e vogliamo che sia il popolo venezuelano a scegliere liberamente il futuro Presidente». Per Antonio Tajani, l’Unione europea «è pronta a inviare gli osservatori elettorali e garantire la regolarità delle elezioni. Non c’è più tempo da perdere. La comunità internazionale non può accettare le violenze del regime di Maduro che uccide i propri cittadini per strada e rifiuta addirittura gli aiuti umanitari. Milioni di cittadini venezuelani stanno lasciando il Paese, i bambini sono allo stremo, gli ospedali non hanno più medicine e i negozi sono vuoti. Il tempo è scaduto».

Il presidente del Parlamento europeo ha poi visitato il cimitero nazionale di Arlington per deporre una corona di fiori e commemorare la tomba del milite ignoto, prima di dirigersi al Campidoglio dove ha incontrato la portavoce della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi. Nel bilaterale, Antonio Tajani e Nancy Pelosi hanno discusso di commercio, sicurezza, antisemitismo, diritti umani, democrazia e protezione dell’integrità delle elezioni.

«Oggi più che mai il Parlamento europeo e gli Stati Uniti debbono lavorare assieme», ha detto Antonio Tajani, che ha ricordato come «occorre portare avanti il dialogo con gli Stati Uniti, è nell’interesse di tutti i cittadini. Ue e USA condividono gli stessi valori, insieme ci battiamo per la difesa della libertà e della democrazia, come ad esempio in Venezuela o in Nicaragua».

«Come presidente del Parlamento europeo ritengo cruciale rafforzare le relazioni commerciali con gli Stati Uniti – ha proseguito Antonio Tajani -, abbiamo bisogno di regole moderne e condivise per garantire alle nostre imprese parità di condizioni con la Cina. In settori chiave come l’acciaio, sarà inoltre necessario adottare misure antidumping concrete per riuscire a proteggere la competitività delle nostre industrie di fronte alla sovraccapacità cinese. Senza una strategia comune, non saremo più in grado di affrontare in modo efficace le nuove sfide globali», ha affermato Tajani, che si è detto ottimista sulla cooperazione Ue-USA. «Oggi abbiamo fatto dei passi in avanti e sono sicuro che risolveremo i problemi che abbiamo, come ad esempio i dazi nel settore delle auto – ha dichiarato il presidente Antonio Tajani -. Abbiamo radici comuni e parliamo la stessa lingua, Ue e Stati Uniti sono due facce della stessa medaglia.»

Prima di lasciare Washington, Antonio Tajani ha incontrato il Direttore della National Intelligence, Dan Coats, con il quale ha parlato di sicurezza, investimenti esteri e minacce informatiche. «L’intelligence americana ha confermato che esiste il rischio concreto di interferenze esterne per influenzare il risultato delle prossime elezioni europee. Il Parlamento europeo lavorerà a stretto contatto con i nostri alleati per bloccare qualunque attacco alla nostra democrazia», ha dichiarato il Presidente.

Ieri a New York il presidente Antonio Tajani ha incontrato le imprese italiane ed europee negli USA per ribadire il suo sostegno, perché «abbiamo bisogno di campioni europei per competere a livello globale», ha dichiarato.

Il Presidente si è poi recato al Memorial dell’9/11 per rendere omaggio alle vittime degli attacchi alle Torri Gemelle. Prima di rientrare in Europa, Antonio Tajani incontrerà il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e risponderà all’invito del World Leaders Forum della Columbia University.

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E’ stato il presidente della Corsica, Gilles Simeoni, ad inviare lo scorso venerdì alle massime cariche europee la lettera sull’insularità firmata insieme a Francesco Pigliaru e alla presidente delle Baleari Francina Armengol, lettera presentata al Comitato delle Regioni di Bruxelles lo scorso 5 febbraio. Il documento comune, già consegnato in quell’occasione alla Commissaria europea per le politiche regionali, Corinna Cretu, e contestualmente inviato da ognuno dei Presidenti regionali al proprio governo nazionale, è stato ora indirizzato ai presidenti della Commissione europea Jean-Claude Juncker, del Parlamento UE Antonio Tajani, del Consiglio europeo Donald Tusk. Al centro, la richiesta di attenzione sul fronte dell’insularità, perché le isole d’Europa non comprese in quelle ultraperiferiche vedano riconosciuta la loro situazione di svantaggio strutturale con l’applicazione dell’art. 174 del TFUE (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea).

«Come presidenti delle Regioni Corsica, Sardegna e Isole Baleari – scrivono Simeoni, Pigliaru e Armengol nel testo che accompagna il documento condiviso -, abbiamo inviato ai primi ministri dei nostri rispettivi Stati di appartenenza una lettera per segnalare l’esigenza di adottare, nella produzione legislativa europea da cui deriva gran parte della normazione interna, dispositivi normativi specifici, calibrati sulle sfide dei territori insulari. In considerazione della necessità di un’effettiva integrazione delle regioni insulari periferiche con lo spazio e il mercato europei, auspichiamo il sostegno da parte della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea perché ne agevolino l’adozione, nell’ottica della maggiore partecipazione ai vantaggi concorrenziali del mercato interno e ai processi di convergenza economica dell’Unione Europea.»

I tre presidenti sottolineano come l’Unione Europea si trovi in una fase di passaggio delicato: “Gli scenari programmatici e normativi futuri sono in fase di definizione – scrivono -, e ciò avviene in un momento storico in cui in tutta Europa il clima culturale e politico è attraversato da correnti di scetticismo, quando non di disaffezione, rispetto alla causa europea. Questo sentimento è alimentato dalle crescenti diseguaglianze sociali e disparità nei livelli di sviluppo tra i territori, così come dalle differenze di accesso ai vantaggi del mercato interno per imprese e cittadini”.

I rappresentanti di Sardegna, Corsica e Baleari evidenziano come in questo contesto diventi ancora più urgente «la necessità di rinnovare il patto sociale tra cittadini e istituzioni, in primis quelle dell’Unione europea. La risposta a questi sintomi di malessere deve essere più Europa, non meno Europa, capace di promuovere un modello di sviluppo inclusivo e partecipativo in cui tutte le componenti del tessuto sociale possano sentirsi beneficiarie e protagoniste». Seppur riconoscendo come molta altra strada resti da fare, Pigliaru, Simeoni e Armengol ricordano che «il processo di integrazione europea rappresenta una conquista che non può essere messa in discussione. È fondamentale che le disposizioni dei Trattati non rimangano delle mere dichiarazioni di principio ma, al contrario, trovino attuazione concreta nelle condizioni di vita dei cittadini europei. In particolare, l’art. 174 del TFUE rappresenta la summa dello spirito solidaristico e delle aspirazioni alla costruzione di una Europa unita che sono alla base e la ragion d’essere dell’Unione. La sua piena applicazione è tuttavia, per noi presidenti di regioni insulari, una questione tuttora aperta».

«Le regioni insulari soffrono di svantaggi strutturali, naturali e permanenti che si traducono in fallimenti di mercato e diseconomie di scala che configurano un vero e proprio “costo di cittadinanza” – prosegue la lettera -. L’insularità è resa ancora più critica dalla condizione di perifericità, definita in termini di isolamento dalla piattaforma continentale e maggiore distanza dai centri economici e amministrativi. La stessa Commissione europea ha fotografato questa condizione di svantaggio competitivo attraverso l’Indice di Competitività Regionale pubblicato nel 2017. I tentativi di superare gli svantaggi strutturali e permanenti insiti nell’insularità periferica producono un continuo contenzioso con la Commissione europea, in materia di aiuti di Stato, come dimostra l’annosa questione della continuità territoriale.»

«Lo scenario normativo e programmatico post-2020 non deve lasciare indietro i territori insulari – concludono Francesco Pigliaru, Francina Armengol e Gilles Simeoni -. Percorsi di convergenza che riducano i divari di sviluppo tra le regioni, a beneficio dei cittadini e delle imprese che vivono nelle aree meno sviluppate d’Europa, non sono più differibili.»

 

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Accordo sulle nuove regole UE sul copyright nell’era digitale.

L‘accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio mira a garantire che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. YouTube, Facebook e Google News sono tra le aziende più direttamente interessate da questa legislazione.

I co-legislatori si sono inoltre impegnati a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. I frammenti degli articoli di cronaca potranno così continuare ad essere condivisi senza violare il diritto d’autore, così come le GIF e i meme.

I giganti del web dovranno condividere i ricavi con artisti e giornalisti 

L’accordo mira a rafforzare la posizione dei titolari dei diritti d’autore, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché gli editori di notizie, al fine di negoziare accordi migliori per la retribuzione per l’uso delle loro opere sulle piattaforme online.

Difesa la libertà di espressione 

Come regola generale, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore. Tuttavia, l’accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. Il cosiddetto “snippet” potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia “molto breve”.

Il caricamento di opere protette a scopo di citazione, critica, recensione, caricatura o parodia è protetto, assicurando che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.

Molte piattaforme online escluse dalle regole

Il testo specifica inoltre che il caricamento di opere su enciclopedie online a scopi non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dalle nuove regole. Le piattaforme start-up saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.

Rafforzamento dei diritti di negoziazione per autori e artisti

Gli autori e gli artisti, interpreti o esecutori, potranno chiedere al distributore una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti, quando la remunerazione originariamente concordata è sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne deriva per il distributore.

Come la direttiva modifica lo status quo

Attualmente, le società di internet sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono soltanto obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti su richiesta degli autori. Tuttavia, ciò è oneroso per gli autori e non garantisce loro un reddito equo. L’introduzione della responsabilità per le società online aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, con una remunerazione più giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.

L’accordo deve ora essere approvato dai rappresentanti del Consiglio, dalla commissione parlamentare per gli affari giuridici e dalla plenaria del Parlamento.

«Con l’accordo raggiunto ieri tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla nuova direttiva per la protezione del diritto d’autore, l’Unione europea ha dimostrato la sua determinazione a proteggere e valorizzare l’inestimabile patrimonio di cultura e creatività europea – ha commentato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani -. Abbiamo finalmente definito un quadro di regole moderno ed equo per la tutela dei diritti d’autore per il più grande mercato digitale al mondo.

Le industrie culturali e creative sono tra i settori più importanti e dinamici dell’economia Ue, generando il 9% del PIL e dando lavoro a 12 milioni di persone. Senza un’adeguata remunerazione del loro lavoro, questi posti sono a rischio, così come l’indotto.  Non è accettabile che i giganti del web, che pagano nell’Unione tasse irrisorie trasferendo ingenti guadagni negli USA o in Cina, si arricchiscano a spese dei contenuti creati in Europa.

Le nostre nuove regole mirano a mettere fine all’attuale far-west digitale, garantendo una giusta remunerazione ai creatori e difendendo autori, giornalisti, scrittori, tutti gli artisti, dai musicisti ai commediografi, dai designer agli stilisti.

Gli europei beneficeranno di questa riforma, che fa chiarezza sulle regole per le piattaforme online. I detentori dei diritti d’autore potranno concludere accordi con le grandi piattaforme digitali per vedersi riconosciuti i diritti sull’utilizzo dei loro contenuti. Ci sarà anche maggiore trasparenza e un meccanismo adeguato per la risoluzione delle controversie.

Garantendo ai giornalisti un equo compenso per il loro lavoro, salvaguardiamo l’indipendenza e la qualità dei media. Solo così possiamo assicurare una vera libertà di stampa, e la professionalità indispensabile per contrastare il fenomeno sempre più diffuso delle fake news.

Nelle democrazie liberali, libertà e responsabilità devono sempre andare insieme. È giusto che anche le piattaforme digitali siano responsabili per contenuti che violano i diritti d’autore e facciano la loro parte per garantire il rispetto delle regole. Non ci sarà nessuna forma di censura – ha concluso Antonio Tajani -. Ad esempio, l’utilizzo dei meme sarà libero e garantito. Inoltre, le nuove regole prevedono deroghe per start-up, e micro e piccole imprese.»