19 November, 2024
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Si aprirà il 4 ottobre all’hotel Catalunya la due giorni dedicata alle patologie che interessano l’anziano, con uno sguardo attento alla fragilità dell’anziano, alle malattie della mente e al ruolo del territorio nella cura della persona. Saranno questi i temi centrali dell’ottava edizione del congresso “Una giornata con il malato anziano”, in programma all’hotel Catalunya di Alghero il 4 e 5 ottobre. Il 5 ottobre sarà anche l’occasione per il secondo congresso regionale Sigot, la società italiana di Geriatria ospedale e territorio.

A confrontarsi su tematiche di comune riscontro, dalla “galassia” delle patologie cardiovascolari alla malattia da reflusso gastroesofageo nel terzo millennio, saranno medici, coordinatori e infermieri che operano negli ospedali e sul territorio. Si discuterà delle grandi problematiche respiratorie e metaboliche, delle news in campo geriatrico, dei recenti grandi trial.

«Una giornata con il malato anziano – afferma Antonio Uneddu, direttore della struttura complessa di Lungodegenza dell’Aou di Sassari rappresenta un momento di riflessione sulle patologie più comuni della popolazione senile, destinata ad un invecchiamento sempre più prolungato. La cura richiede profonde modifiche culturali da parte della classe medica: un ripensamento dell’efficacia di determinati trattamenti, il rapporto beneficio e rischio, l’uso congruo dei farmaci. Questa giornata – conclude Antonio Uneddu – è quindi rivolta a tutti i medici che operano per garantire sia nel territorio che nell’ospedale la miglior qualità di cure per gli anziani, con professionalità ed umanità.»

Un’ampia sezione sarà dedicata specificatamente alle problematiche dell’“anziano e la mente”, con confronto di esperti sulle principali psicopatologie dell’età senile. È prevista, inoltre, una sessione dedicata esclusivamente agli infermieri.

Nella giornata conclusiva il tema principale sarà la fragilità dell’anziano, con tutti i suoi risvolti: dalla obiettiva valutazione alla polifarmacoterapia, dagli aspetti specifici alla carenza nutrizionale in generale. Ma sarà occasione anche per una riflessione sulla fragilità “attorno” all’anziano stesso, cioè dell’ambiente dove vive e dove si deve confrontare con le tante carenze strutturali e sociali.

Nel dibattito verranno coinvolti sia specialisti ospedalieri che territoriali, anche nello spirito caratteristico della società scientifica Sigot che comprende entrambe le figure professionali e tutto il personale sanitario che opera in queste strutture. E così la sessione in programma l’ultimo giorno vedrà protagonisti diversi rappresentanti della sanità territoriale quale il responsabile del distretto Nicolò Licheri, il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis ed il consigliere provinciale dell’ordine Salvatore Lorenzoni.

L’appuntamento algherese è patrocinato dall’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Sassari e dalla Sigot.

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Coinvolgimento nelle decisioni che portano a modifiche nell’atto aziendale dell’Aou quindi ricerca condivisa delle soluzioni per salvaguardare l’esistenza della scuola di specializzazione in Cardiologia. Quindi ancora, l’attivazione delle procedure concorsuali per la nomina del nuovo direttore della struttura complessa di Cardiologia. Sono le richieste che i direttori delle strutture complesse del Santissima Annunziata, attraverso una lettera inviata per mail, presentano al direttore generale dell’Aou di Sassari.

A firmare la missiva sono i direttori delle strutture complesse di Medicina interna Franco Bandiera, di Ortopedia e Traumatologia Franco Cudoni, di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Luigi Cugia, Nefrologia e dialisi Maria Cossu, di Psicologia Fabrizio De Maria, di Malattie della coagulazione Luciana Mameli, della Stroke unit Antonio Manca, di Recupero e Riabilitazione Funzionale Gildo Motroni, di Chirurgia d’Urgenza Pietro Niolu, di Pronto soccorso e medicina d‘urgenza Mario Oppes, di Oncologia medica Antonio Pazzola, di Medicina d’urgenza Paolo Pinna Parpaglia, del Centro ustioni Alma Posadinu, della Radiologia Stefano Profili, della Geriatria Patrizia Tilocca, della Lungodegenza e post acuti Antonio Uneddu.

Da parte loro arriva anche una possibile soluzione alternativa «a quelle ipotizzate finora per salvare la Scuola di Cardiologia. Una di queste è affidare un programma specifico, così come previsto dalla legge 517/99, a un docente di Cardiologia che verrebbe equiparato a un direttore di struttura complessa».

«Si tratta, in linea di massima, di richieste condivisibili – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – e che discuterò con il rettore dell’Università di Sassari con il quale ho condiviso l’assetto organizzativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari già dall’approvazione dell’atto aziendale. Con lui abbiamo iniziato ad occuparci della questione relativa alle scuole di specializzazione e quindi anche di quella di Cardiologia.»

La modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l’atto aziendale all’articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene infatti «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell’Aou di Sassari, d’intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione autonoma della Sardegna».

«Nelle nostre strutture, universitarie e ospedaliere – riprende Antonio D’Urso – si preparano i giovani che saranno i professionisti di domani. Per questo siamo tutti interessati a mantenere sia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia tutte le scuole di specializzazione, compresa quella di Cardiologia. Facciamo parte tutti di un’unica azienda che mira all’assistenza dei cittadini e coniuga questa attività con quelle della ricerca e della formazione. Lavoriamo, allora, assieme per un obiettivo comune.»

Visione che appare condivisa dagli stessi firmatari della lettera, i quali ricordano che «i medici ospedalieri della Aou Sassari, che per inciso costituiscono il 90 per cento dell’organico complessivo, hanno un interesse primario nel mantenere aperte ed efficienti le scuole di specializzazione perché i nuovi specialisti presto diventeranno i colleghi con cui affrontare le difficoltà quotidiane che la professione impone. I medici ospedalieri ogni giorno sostengono concretamente gli specializzandi facendo i tutor, insegnando nei corsi, contribuendo alla ricerca e alla raccolta dei dati per redigere le tesi».

La massima apertura da parte del direttore generale quindi che sottolinea il fatto che «siamo pronti ad ascoltare le esigenze, le istanze e a valutare i suggerimenti che ci vengono proposti, affinché possano continuare a operare quelle scuole di specializzazione che, da tutti, sono considerate di prestigio e punto di eccellenza del Nord Sardegna».

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Sarà un’occasione di riflessione sulle patologie che interessano l’anziano, con uno sguardo attento all’appropriatezza delle cure. La nuova edizione del congresso “Una (settima) Giornata con il Malato Anziano”, in programma all’hotel Catalunya di Alghero il 5 e 6 ottobre, si presenta ricca di spunti di lavoro. Medici, coordinatori e infermieri troveranno occasione di confronto anche in temi quali la valutazione multidimensionale, le sindromi epatologiche geriatriche, le problematiche dell’osteoporosi. Nella giornata di sabato, concomitante con il primo incontro regionale Sigot e la sessione congiunta medici ed infermieri, verranno affrontati gli aggiornamenti su tematiche pneumologiche, diabetologiche e cardiovascolari. Al termine dei lavori, è prevista un’ampia panoramica sulle criticità di integrazione ospedale e territorio, con la partecipazione di specialisti dell’area medica, dell’assistenza infermieristica e della riabilitazione.

Per la due giorni algherese, che negli anni è diventata un appuntamento fisso nel panorama regionale della formazione e informazione nell’ambito della cura del malato anziano, sono accreditati 150 medici e 90 infermieri professionali, con oltre 50 tra relatori e moderatori. Un’affluenza che dimostra l’importanza di garantire, sia nel territorio che nell’ospedale, la miglior qualità di cure per gli anziani, con professionalità e umanità, tramite l’aggiornamento scientifico che anche quest’anno propone relatori di chiara fama nazionale e internazionale.

«La cura del malato anziano richiede profondi cambiamenti culturali da parte della classe medica, infermieristica e politica – afferma Antonio Uneddu, direttore della struttura complessa di Lungodegenza dell’Aou di Sassari -. Occorre ripensare all’efficacia di determinati trattamenti, al rapporto rischio/beneficio, all’uso congruo dei farmaci, ai bisogni assistenziali in ospedale e nel territorio. In particolare nella nostra regione Sardegna, dove è in atto una profonda riforma del sistema sanitario, si auspica che tra gli impegni del legislatore sia prioritario garantire qualità ai giorni di una vecchiaia quanto più serena possibile.»

Il congresso, organizzato appunto dalla struttura complessa di Lungodegenza, ha ottenuto il patrocinio dell’Aou e dell’Ordine dei Medici di Sassari.

Numerose le discipline mediche interessate all’argomento, dai medici di Medicina generale a quelli di Cardiologia, Anestesia e Rianimazione, Chirurgia generale, direzione medica di presidio ospedaliero, Gastroenterologia, Geriatria, Igiene epidemiologia e sanità pubblica, Pneumologia, Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza, Medicina interna, Neurologia, Oncologia, Reumatologia, Organizzazione dei servizi sanitari di base, Endocrinologia, Malattie metaboliche e diabetologia, Medicina fisica e riabilitazione.

Nella giornata di venerdì una sessione specifica sarà dedicata agli infermieri dove saranno affrontate problematiche cliniche importanti quali le infezioni da catetere vescicale, la prevenzione delle cadute, la comunicazione efficace nelle demenze, l’anziano con patologie ematologiche, la gestione del dolore e le cure palliative.

L’iscrizione al convegno è gratuita ma obbligatoria fino al raggiungimento dei posti accreditati Ecm.

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La squadra “I Miga-1” si è aggiudicata, a Sassari, il torneo di calcetto “1° Memorial Antonello Migaleddu”, il medico della Lungodegenza dell’Aou di Sassari scomparso appena un anno fa, mentre era in servizio in reparto.

Venerdì sera, sui campi di calcio a cinque di Li Punti, per ricordarlo si sono ritrovati colleghi, amici e familiari che hanno dato vita a un mini torneo a cinque squadre.

A portare a casa la coppa della prima edizione quindi è stato il team capitanato da Andrea Migaleddu, figlio del medico Antonello, che ha lasciato alle spalle la squadra dei “Mariglia”, con Francesco Bandiera e Carlo Usai della Medicina del Santissima Annunziata che hanno indossato la fascia di capitano. A seguire il sodalizio “Palazzo Rosso” con a capo Antonio Uneddu e Salvatore Zaru della Lungodegenza, poi “I Miga-2” con Gabriele Migaleddu, l’altro figlio di Antonello, nel ruolo di capitano, quindi in coda gli “Informatori” capitanati da Bruno Soro.

I colleghi di Antonello Migaleddu quindi lo hanno voluto ricordare con un pensiero unanime: «Antonello Migaleddu è stato un grande medico, con professionalità e umanità che lo hanno sempre contraddistinto, sempre disponibile e attento, con una parola buona e un sorriso per tutti, specialmente per i malati. Per i colleghi, gli infermieri, gli operatori sociosanitari, il personale ausiliario, gli amici era e sempre rimarrà il “Miga”».

La direzione aziendale ha evidenziato il proprio plauso per l’iniziativa e, nell’unirsi all’apprezzamento per il professionista scomparso prematuramente, ha sottolineato i valori di condivisione e vicinanza che i medici del Santissima Annunziata hanno voluto esprimere. A significare un legame profondo che andava al di la di quello puramente professionale.

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Ha consentito di accendere i riflettori sulle patologie che interessano il paziente anziano e ha focalizzato l’attenzione di medici e infermieri sull’appropriatezza delle cure. La sesta edizione del congresso “Una giornata con il malato anziano”, che si è chiuso ad Alghero nel fine settima appena trascorso, è stata per i partecipanti una vera e propria occasione di confronto. Al centro il malato anziano ospedalizzato o ricoverato in strutture territoriali.

E proprio verso l’anziano, nella due giorni che ha messo a confronto oltre 200 tra medici e infermieri, è emersa la necessità di una maggiore attenzione e appropriatezza delle cure. Per l’anziano lo stile di vita, la dieta mediterranea e l’attività fisica rappresentano i principali strumenti per la prevenzione delle patologie.

«Emerge chiara la necessità di un approccio multidisciplinare alle problematiche delle patologie nell’età senile – ha detto Antonio Uneddu, direttore della Lungodegenza dell’Aou di Sassari che ha organizzato l’appuntamento algherese – così come l’esigenza di considerare la persona fragile sotto tutti gli aspetti, da quelli clinici a quelli sociali, alla qualità della vita». Un’attenzione che può arrivare anche attraverso l’approfondimento di nuove prospettive per le cure delle patologie cardiologiche, come l’ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco. Senza tralasciare la corretta gestione del dolore, in modo particolare di quello sottotrattato o non riconosciuto.

«Dedicare attenzione all’appropriatezza delle cure dell’anziano – ha detto il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – risponde alle politicche sanitarie da perseguire per garantire un’ottimale assistenza ospedaliera e territoriale. Inoltre – ha concluso Antonio D’Urso – il coinvolgimento e la partecipazione a questo momento informativo e formativo di coordinatori e infermieri, che sono attori protagonisti nell’assistenza dedicata alle persone anziane, è un  esempio di buona sanità.»

Medici e infermieri si sono confrontati sul tema della nutrizione artificiale, in particolare su quella effettuata durante l’assistenza domiciliare. Malnutrizione, corretto accesso nutrizionale e gestione sul territorio quindi hanno rappresentato un punto centrale dell’incontro ed hanno aperto al confronto tra le varie realtà isolane e d’oltre Tirreno presenti al convegno.

Durante la due giorni algherese è stata istituita la sezione regionale della Sigot, la società italiana di geriatria ospedale e territorio, con la partecipazione dei geriatri ospedalieri, del territorio della scuola di specializzazione dell’ateneo sassarese. La sezione sarda ha eletto presidente Antonio Uneddu.

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Nelle linee guida della Società geriatrica americana sulla cura dell’anziano il delirium si trova al primo posto, accanto alla demenza, fra le sindromi geriatriche a eziologia multipla. Resta, nonostante tutto, raramente riconosciuto nelle diagnosi di dimissione. Da qui la necessità di avviare percorsi formativi che consentano agli operatori sanitari l’acquisizione di competenze scientifiche e gestionali in materia. Un’esigenza riscontrata anche a Sassari dove i direttori delle unità operative di Medicina interna, Lungodegenza e Geriatria, rispettivamente Francesco Bandiera, Antonio Uneddu e Patrizia Tilocca, hanno organizzato e attivato, in collaborazione con il Settore formazione dell’Aou, il corso “Delirium nel paziente anziano ospedalizzato”.

L’obiettivo è dare al personale del presidio ospedaliero sassarese le competenze per avviare l’attività di prevenzione, diagnosi e trattamento di questa patologia.

Il ciclo di lezioni che per il 2017 prevede sei edizioni – la quinta il 12 ottobre e l’ultima il 14 novembre – nasce a seguito di un evento “sentinella” che si è verificato a dicembre dello scorso anno nel reparto di Medicina interna del Santissima Annunziata. Un paziente di 75 anni tentò di scappare dal reparto, dove era ricoverato da alcuni giorni, utilizzando una corda realizzata con le lenzuola per calarsi da una finestra del primo piano, ma precipitò nel vuoto. Un evento imprevedibile che lasciò fortemente colpiti gli operatori dell’ospedale.

«Il corso rappresenta un’importante risposta a un’esigenza di maggiore conoscenza e approfondimento di questa sindrome da parte dei nostri operatori – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio D’Urso -. La reazione all’evento sentinella ha evidenziato la capacità di affrontare il fenomeno con un approccio pro-attivo e un atteggiamento volto a un lavoro multidisciplinare.»

E che la gestione del delirium stia diventando di notevole importanza in campo ospedaliero lo si deduce anche dal fatto che, nel prossimo congresso nazionale “Una (sesta) giornata con il malato anziano”, in programma all’hotel Catalunya di Alghero il 6 e 7 ottobre, l’argomento sarà tema d’apertura della sessione dedicata agli infermieri.

Con delirium, spiegano gli esperti, si intende «una sindrome psico-organica caratterizzata da transitoria e fluttuante alterazione dello stato di coscienza, a esordio acuto o subacuto con ripercussioni sulla capacità cognitive e percettive».

Il delirium aumenta i tassi di mortalità e determina un allungamento dei tempi di degenza con un conseguente aumento dei costi sanitari. La patologia, inoltre, favorisce una progressione del declino cognitivo e impatta negativamente sullo stato funzionale del paziente ricoverato. La patologia, inoltre, – sottolineano gli esperti – ha effetti negativi sullo stress psico-fisico di pazienti, dei parenti del malato e degli operatori.

Su Sassari ancora non esiste una casistica che potrà essere sviluppata attraverso l’utilizzo di nuove procedure che i corsi voglio diffondere.

Secondo i dati a disposizione degli organizzatori del corso, uno studio internazionale ha messo in evidenza che un numero elevato dei pazienti ospedalizzati presenta delirium al momento del ricovero, un numero ancora più elevato lo sviluppa durante la degenza. Nei reparti di medicina interna una condizione di delirium è stata riscontrata al momento del ricovero, correlata a un’età più avanzata, alla presenza di uno stato febbrile nel giorno dell’ammissione, al trattamento con neurolettici e alla presenza di un deficit visivo o di un pregresso ictus. Nei pronto soccorso, il fenomeno è presente nei pazienti anziani al momento del ricovero.

Dallo studio, inoltre, emerge che le percentuali più elevate di casi si verificano nei reparti chirurgici durante le degenze: è il caso delle ortopedie e delle cardiochirurgie. A questi si aggiungono i casi registrati nelle terapie intensive, sia al momento del ricovero e, soprattutto, durante la degenza.

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Per medici, coordinatori e infermieri sarà un’occasione di riflessione sulle patologie che interessano l’anziano, con uno sguardo attento all’appropriatezza delle cure. L’attuale edizione del congresso “Una (sesta) giornata con il malato anziano”, in programma all’hotel Catalunya di Alghero il 6 e 7 ottobre, si presenta ricca di spunti di lavoro che troveranno ulteriore occasione di confronto anche in temi quali la valutatazione multidimensionale e le decisioni cliniche nell’anziano, la nutrizione artificiale in ospedale e sul territorio.

Per la due giorni algherese, che negli anni è diventata un appuntamento fisso nel panorama della formazione e informazione nell’ambito della cura del malato anziano, sono accreditati 150 medici e 90 infermieri, con oltre 50 tra relatori e moderatori. Un’affluenza che dimostra l’importanza di garantire, sia nel territorio che nell’ospedale, la miglior qualità di cure per gli anziani, con professionalità ed umanità, anche tramite l’aggiornamento scientifico che quest’anno, in particolare, propone relatori di chiara fama nazionale ed internazionale.

«La popolazione italiana si avvia verso un invecchiamento sempre più prolungato. Pertanto – afferma Antonio Uneddu, direttore della lungodegenza dell’Aou di Sassari – per medici e infermieri diventa sempre più necessario, da una parte, considerare un cambiamento culturale in termini di approccio del paziente geriatrico e, dall’altra, ripensare all’efficacia di determinati trattamenti.»

Il congresso, organizzato dall’unità operativa complessa di lungodegenza ha ottenuto il patrocinio dell’Aou di Sassari, dell’Ordine dei medici e del Collegio professionale Ipasvi della provincia di Sassari.

Numerose le discipline mediche interessate all’argomento, dai medici di medicina generale a quelli di Cardiologia, Chirurgia generale, Dermatologia e venereologia, direzione medica di presidio ospedaliero, Gastroenterologia, Geriatria, Igiene epidemiologia e sanità pubblica, Pneumologia, Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza, Medicina interna e Neurologia, Oncologia, Psicoterapia, Reumatologia e Urologia.

Nel corso del congresso si parlerà quindi di appropriatezza nelle cure dell’anziano, di approccio multidimensionale e decisioni cliniche, e ancora di embolia e ipertensione polmonare, scompenso cardiaco, dolore e farmaci. Sarà quindi preso in esame l’approccio alla broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata, le patologie tiroidee e la gestione delle comorbilità nell’anziano diabetico.

Una sessione sarà dedicata agli infermieri e, tra i vari temi, saranno affrontate problematiche cliniche importanti quali il paziente a rischio delirium, la gestione del paziente e le infezione ospedaliere.

La sessione conclusiva vedrà medici ed infermieri assieme, in aula, sul tema comune della nutrizione artificiale.